Serie TV > Squadra Speciale Cobra 11
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Autore: Maty66    28/03/2014    5 recensioni
Cosa succede se, all'improvviso, tutta la tua vita diventa un incubo da cui non riesci a svegliarti?
Cosa puoi fare se tutti sembrano credere che tu abbia fatto l'unica cosa per te inconcepibile?
Semir si troverà ad affrontare la prova forse più difficile della sua vita... ha davvero tentato di uccidere il suo migliore amico?
Genere: Azione, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Volevate un aggiornamento veloce?? Eccolo... ma poi non dite che sono cattiva
 
Confessione
 
L’urlo di dolore di Julia penetrò nel cervello di Semir come una spada tagliente, risvegliandolo per un attimo dal suo torpore.
“No, non è vero, ditemi che non è vero, per favore ditemi che non è vero..” mormorò Konrad sbiancando e tenendosi una mano sul petto.
Immediatamente Max si avvicinò al vecchio imprenditore e lo trascinò verso la sedia.
“Calmo, respiri con calma…” gli disse mentre gli sentiva il polso.
Ma Konrad continuava ad ansimare, guardando nel vuoto. “Il mio bambino, perché… stava meglio lei ha detto che stava meglio…” balbettava incredulo.
“Ma che succede?” La voce di Kim fece voltare tutti.
Il Commissario era appena entrata nel reparto seguita da Dieter e Jenny.
“Che succede?” ripetè Kim guardando la scena sconvolta
“Mi spiace Commissario, ma l‘ispettore Jager non ce l’ha fatta…” spiegò con voce debole Max.
“Come sarebbe a dire che non ce l’ha fatta? Quando l’ho chiamata poche ore lei fa mi ha detto che stava bene, che era fuori pericolo…” Kim guardò incredula e sconvolta il medico.
“Sì, ma all’improvviso ha avuto un nuovo arresto cardiaco….” spiegò Max guardando Semir. Era evidente che anche  il medico era sconvolto.
Kim sbiancò del tutto. Il pensiero della morte del giovane poliziotto la colpì come una mazzata. Sentì una lacrima involontaria che le scendeva sulla guancia. Jenny scoppiò in lacrime nella braccia di Dieter.
“Ma… dopo tutto quello che aveva superato… come è possibile… cosa è successo…”
“Non lo so con precisione, a me sembrano i sintomi di una embolia, ma non possiamo esserne sicuri senza l’autopsia” rispose a bassa voce Max guardando ancora Semir.
Ormai la stanza era piena dei singhiozzi di Konrad e Julia, abbracciati a vicenda.
“Embolia? Ma cosa può averla provocata?” nonostante il dolore l’istinto di poliziotta dii Kim non si sopiva mai.
“Non  lo so, Commissario, non lo so, sembra strano anche a me. Io so solo che quando sono entrato a controllarlo, poco prima della crisi, nella stanza c’era l’ispettore Gerkan…” sussurrò a bassa voce il medico, senza farsi sentire da nessuno.
Il terrore e lo stupore si dipinsero sulla faccia di Kim
“No non è possibile, non lo pensi neppure per un istante” disse con decisione.
Poi il Commissario si avvicinò a Semir che continuava a restare con lo sguardo fisso nel vuoto, seduto  a terra, dondolandosi avanti ed indietro in modo meccanico.
Più volte in quei giorni Kim aveva pensato alla possibile reazione di Semir ad una notizia del genere, e l’apatia che mostrava in quel momento la sconvolse.
“Semir… Semir che è successo?” chiese dolcemente poggiandogli una mano sul braccio.
Ma Semir non rispose, continuando a fissare il vuoto.

Proprio in quel momento fece la sua grande entrata in scena Bohm, accompagnato da Heiss il Commissario della antidroga
“Siamo qui per interrogare di nuovo Jager…” esordì ad alta voce,  ma le parole gli morirono in bocca ala scena che gli si parò davanti
“Ma che sta succedendo?” chiese senza la minima emozione.
“Jager è morto” sussurrò Kim con voce rotta dal pianto.
“Morto??” stavolta anche Bohm ebbe un moto di sorpresa “La direzione dell’ospedale ci aveva detto che era fuori pericolo…”
“Improvvise complicazioni…” giustificò subito Max cercando di sviare l’attenzione da Semir.
“Complicazioni? Che tipo di complicazioni?? Scommetto che c’entra lei in queste complicazioni, dica la verità Gerkan!!”
Bohm si avvicinò minaccioso verso Semir, che continuava a restare seduto immobile, senza degnarlo di uno sguardo.  Heiss continuava invece a rimanere in disparte a godersi la scena
“L’hai ucciso tu, dì la verità… scommetto che c’eri solo tu quando ci sono state queste complicazioni…”  Bohm urlò in faccia al piccolo ispettore turco.
“Signori, vi prego… lì ci sono i parenti di Jager… abbiate un po’ di rispetto” la voce di Kim era durissima.
“Possiamo vederlo?” chiese con un filo di voce Julia rivolta a Max,  che acconsentì con un cenno del capo.
Bohm aspettò che Julia e Konrad entrassero nella stanza e poi riprese il suo attacco.
“Voglio una autopsia immediata, vediamo a cosa sono dovute queste complicazioni…”  sibilò in faccia alla Kruger.
“Ma cosa vuole insinuare Bohm? Gerkan non c’entra nulla in questa cosa, è stata una fatalità” Kim difendeva il suo uomo con le unghie e con i denti.
“Vedremo cosa dirà l’autopsia…”
“NO!! niente autopsia… lasciatelo in pace… non lo toccate… sono stato io” fece all’improvviso Semir.


 
Julia e Konrad entrarono, tremando e cercando di farsi forza a vicenda,  nella stanza di ospedale.
Il pensiero di Konrad volò alla analoga scena vissuta molti anni prima, quando era entrato  in un’altra stanza di ospedale, dove era morta la moglie, dopo un tremendo incidente stradale.
Anche allora lui non c’era, era arrivato troppo tardi…
A quei tempi il dolore provato era stato così forte che lui si era chiuso, quasi annullato in se stesso, e così aveva privato i suoi figli anche del padre. Se ne era reso conto solo molti anni dopo, quando era ormai troppo tardi, quando soprattutto per Ben, più grande e legatissimo a sua madre, era diventato ormai solo un estraneo contro cui lottare.
Si era sempre detto che c’era tempo per rimediare, che quando Ben fosse diventato anche lui padre avrebbe capito meglio le lotte che gli aveva fatto, la ragione,  la paura che l’aveva spinto.
Ma ora il tempo era finito, inesorabilmente finito, senza che quei chiarimenti, troppo spesso rimandati, ci fossero mai stati.
La punizione per essere stato un cattivo padre… questa era la sua punizione, la peggiore che si potesse aspettare. Era stato un cattivo padre e ora quel figlio, contrastato ma anche tanto amato, gli veniva tolto.
Tutto gli sembrava come un sogno irreale… sentiva solo la mano di Julia che stringeva convulsamente la sua ed i singhiozzi sommessi della ragazza.
“Mi raccomando non toccatelo, per ora la salma è a disposizione della autorità giudiziaria” disse con voce gentile, ma ferma l’infermiera che era nella stanza
“Salma” suo figlio ora era una “salma”
Konrad sentì il respiro boccato mentre guardava verso il letto.
Si vedeva solo il viso e sembrava che dormisse, ma Ben non era mai stato così immobile durante il sonno.
Il silenzio nella stanza era irreale, confrontato alla miriade di suoni che provenivano dai macchinari l’ultima volta che c’era entrato poche ore prima.
Tutto silenzioso, tutto immobile, come suo figlio  in quel letto.
“Se esci da quella porta non sei più mio figlio” La frase che gli aveva rivolto rabbioso il giorno in cui Ben era partito  per l’Accademia di Polizia, i mille litigi, le urla che si erano reciprocamente rivolte risuonarono furiose nella testa di Konrad
Ma ora era tutto silenzioso, era tutto immobile, e lui non poteva neppure toccare o accarezzare suo figlio per l’ultima volta.
“Perdonami… figlio mio, ti prego perdonami” sussurrò Konrad prima di uscire precipitosamente dalla stanza.
 


“Sono stato io”
La frase di Semir bloccò tutti all’istante.
“Che.. che… stai dicendo??” balbettò Dieter.
“Sono stato io… non c’è bisogno di alcuna autopsia” disse ancora Semir mostrando una siringa che aveva preso dalla tasca del giubbotto.
“Ma non è possibile…” balbettò anche Kim con gli occhi sbarrati.
“Ve lo avevo detto… ora vi porterete la morte di Jager sulla coscienza, tutti, tutti voi che non mi avete creduto” urlò con un certo spirito di trionfo Bohm.
“Aspettate un momento… Semir guardami… dimmi la verità… non puoi essere stato tu… non ci credo… hai tanto lottato per non far spegnere le macchine quando Ben era in coma… non è possibile…” Kim era passata di nuovo al tu come quella sera nel magazzino.
La voce di Semir era totalmente atona e lui continuò a guardare fisso davanti a sé.
“Sono stato io, come sono stato io quella sera nel magazzino. L’ho ucciso io”  
“Ma non è possibile… perché???” urlò Kim.
“La ragione ora non ha importanza… Ho confessato, l’unica cosa che vi chiedo è di aspettare qui una notizia, poi potrete fare di me quello che volete, tanto la mia vita non ha più alcun valore” sussurrò lui.
“Quale notizia? Ma che stai dicendo??” Kim era totalmente sconvolta, mentre Jenny non smetteva di singhiozzare alla sue spalle
“Semir Gerkan la dichiaro in arresto per l’omicidio di Ben Jager. Ora andiamo…” fece brusco Bohm trascinando in piedi per un braccio Semir.
E stavolta lui reagì.
“La prego Commissario Kruger, devo solo aspettare per qualche ora che mi arrivi una notizia… poi potete fare di me quello che volete”  Semir si animò improvvisamente divincolandosi dalla stretta di Bohm.
“Bohm aspetti un attimo…” provò ad opporsi Kim.
“Aspettare? E cosa dobbiamo aspettare? Se mi avesse dato ascolto forse a quest’ora Jager sarebbe vivo… lo ripeto, ve lo porterete tutti sulla coscienza” urlò perfido Bohm mentre prendeva le manette per metterle ai polsi di Semir.

E poi avvenne l’imprevedibile.
Con uno scatto felino Semir spinse Bohm indietro e l’uomo finì in terra, trascinandosi  dietro Heiss che gli stava di spalle.
Semir superò con un balzo i due uomini  a terra e corse verso il corridoio.
“Fermo!! Fermo o sparo!!” urlò Bohm rimettendosi in piedi e prendendo la pistola dalla fondina, subito imitato da Heiss.
Entrambi corsero nel corridoio dove Semir stava già raggiungendo la porta dell’ascensore.
La vista dei due poliziotti  con le armi in pugno provocò un fuggi-fuggi generale di pazienti e personale medico che urlando isterici cercavano di ripararsi dietro mura o mobili, con ciò ostacolando la corsa di Bohm e Heiss.
“Fermo!!” Urlò ancora una volta Bohm vedendo Semir entrare nell’ascensore.
Puntò la pistola, ma poi si trattenne, troppa gente in  giro, rischiava di colpire qualcuno e compromettersi per sempre la carriera.
 “Maledizione” imprecò correndo anche lui verso l’ascensore.
“Tu per le scale” intimò ad Heiss che si precipitò anche lui all’inseguimento.
“Avvertite il piano terra, devono bloccarlo..” urlò Bohm alla guardia di sorveglianza mentre le porte dell’ascensore si chiudevano su di lui.
 
“Ma che sta…” Dieter e Jenny erano completamente stupefatti.
“Seguitemi..  quello è capace di ammazzarlo a sangue freddo…” urlò Kim buttandosi anche lei all’inseguimento.
 
A Semir  l’ascensore, fortunatamente vuoto, sembrava andasse al rallentatore.
Mentre scendeva non riusciva altro che a pensare alla sua piccola… doveva salvare la sua piccola, l’unica cosa importante era questa, poi poteva anche morire, andare in galera, non gli importava nulla.
Cercò di cancellare dalla mente le urla di dolore di Julia, il viso cereo e terrorizzato di Konrad, le facce sconvolte dei suoi amici e colleghi.
“Resta lucido Semir, devi salvare tua figlia” si disse uscendo di corsa dall’ascensore appena arrivò a piano terra.
Buttò a terra la guardia giurata che, mollato il telefono cercava di bloccarlo, ed uscì verso il parcheggio.
 
Bohm uscì  anche lui di corsa dall’ascensore appena in tempo per vedere la figura di Semir che  correva nel parcheggio verso la sua BMV
Appena all’aperto prese accuratamente la mira… stavolta al fuggitivo non era dovuto alcun avvertimento…

Bohm prese la mira e le sue dita si tesero sul grilletto…



Ripeto... cercate di non odiarmi troppo.
Grazie sempre per tutti i complimenti, assolutamente non meritati.  
  
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