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Autore: Elysion    05/07/2008    1 recensioni
Fabian e Gideon Prewett non avevano solo una sorella… Fabian e Gideon avevano una vita. Ho deciso di parlare di questi gemelli trascurati che trovo particolarmente affascinanti, non so neppure bene perchè... spero vi piacerà! Inizialmente pubblicata come "STORIA DI GEMELLI" !!! Aggiunto il 6° capitolo ^^!!!
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Arthur Weasley, Molly Weasley | Coppie: Arthur/Molly
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sulla porta colorata di un delicato azzurro risaltava una scritta che cambiava colore ad ogni istante e se un momento prima era viola, quando Gideon alzò di nuovo gli occhi era già rossa. Il mago teneva un vassoio davanti a sé, lasciandolo levitare a mezz’aria con la massima naturalezza, la mano libera intanto andò a bussare delicatamente su quella porta colorata per poi aprirla.

Il piccolo abitante di quella cameretta dormiva pacifico coperto fino al mento da una trapunta blu notte sulla quale scintillavano tante piccole stelle magiche e nella penombra i capelli dorati sparpagliati sul cuscino sembravano i raggi di un sole in miniatura.

Gideon posò il vassoio sul tavolino ai piedi del letto nel massimo silenzio e dopo aver aperto uno degli scudi della finestra si sedette sul bordo del letto carezzando delicatamente la fronte del bambino che lentamente schiuse le palpebre rivelando due assonnati occhioni blu.

Buongiorno principino… dormito bene?” gli chiese il padre con un gran sorriso, il piccoletto tirò fuori due manine paffute da sotto le coperte e si stropicciò gli occhi per poi rispondere al papà con la voce ancora impastata di sonno “Sì sì… però adesso ho fame papà!”.

Il ragazzo rise “E ti pareva!” intanto si allungò a prendere il vassoio e lo posò sulle gambe del bambino senza smettere di sorridere “Allora… sai che giorno è oggi? E’ domenica, quindi subito dopo pranzo ce ne andiamo a fare una passeggiata! Ti va, Billy?”.

Bill emerse dalla tazza di latte dalla quale stava bevendo con due grossi baffi bianchi sulle labbra, rispondendo entusiasta “Sììì! Andiamo al parco? Ti preeeeego”.

Gideon gli passò una mano tra i capelli e si alzò dal letto “Certo! Però adesso alzati, ci prepariamo e ci vestiamo eh” il bimbo diede l’ultimo morso alla frittella che gli aveva portato il papà e in un balzo fu giù dal letto.

In men che non si dica il maghetto era pronto, vestito e profumato con addosso un paio di pantaloni sportivi verde scuro e una camicetta bianca e scese con il padre ad aprire la “Prewett’s Pleasant Patisserie” in una fredda domenica di novembre.

Allora cucciolo, conosci le regole, se ci sono clienti te ne stai tranquillo e non fai disastri… e il resto del tempo puoi fare quasi quello che ti pare” la voce di Gideon era divertita mentre scompigliava i capelli biondi al figlio e lo faceva andare oltre il bancone dove il bambino si sedette sul pavimento a giocare con dei peluche.

Il padre invece si sistemò su un alto sgabello dietro la cassa, i gomiti poggiati sul grosso bancone di legno scuro, l’odore di dolci veniva forte dalle torte e i biscotti in bella mostra nelle vetrine intorno a lui, in poco tempo il giovane si perse nei suoi pensieri.

Senza sapere come si ritrovò proiettato indietro di quasi cinque anni, quando c’era ancora lei e lui era appena un ospite.


Leanne piangeva, era disperata, non le sembrava possibile e a me non sembrava possibile che una ragazza così forte potesse piangere a quel modo. D’un tratto mi sembrava una bambina e prima ancora di metabolizzare ciò che mi aveva detto la strinsi forte a me per consolarla.

Shhh… andrà tutto bene, siamo ancora in tempo per decidere qualsiasi cosa…” cercavo di rassicurarla così nonostante le preoccupazioni già mi assalissero su tutti i fronti e in quel momento lei mi respinse “No… abbiamo solo due scelte… tutte le altre ce le siamo precluse con la sua sola presenza!” le presi le mani, tentando di mantenere calmo il tono della voce, “Sceglieremo insieme, allora, tra le due vie che abbiamo davanti” lei mi guardò per un istante con quei suoi occhi neri e profondi “Io questo bambino non lo voglio… ma deve nascere” le strinsi di più le mani per un istante e sorrisi “E nascerà, vedrai, sarà il nostro bambino”.

Non mi rispose. Rimanemmo abbracciati a lungo e probabilmente quello fu l’unico momento in cui fui io a controllare la situazione, la accarezzavo, la baciavo sulla fronte, sulle guance… ma lei non smetteva di piangere.


Il campanello sospeso sull’ingresso trillò allegro quando un cliente con una sgargiante sciarpa verde al collo si fece avanti sorridendo “Buongiorno Gideon! E tu piccolo? Ti stai divertendo?” Billy gli rivolse un largo sorriso per poi tornare ai suoi peluche mentre il padre si riscosse dai suoi pensieri “Anthony! Qual buon vento?” e quello rispose sempre sorridendo “Oggi è il compleanno di Jenny e voglio prenderle una torta per festeggiare!”.

Che ne dici di questa qui al cioccolato? Billy ne va matto!” “Allora piacerà di sicuro anche alla mia sorellina, quant’è?” chiese Anthony tirando fuori un sacchetto tintinnante “2 galeoni e 10 falci e ti assicuro che li vale tutti!” rispose il negoziante con fare professionale ma rilassato, confezionando svelto una grossa torta scura e terribilmente invitante.

Quando il cliente se ne fu andato, lasciando nuovamente il negozio nel silenzio totale e Gideon a rigirarsi nei propri pensieri e ricordi, il passato si fece di nuovo vivo.


Presto lei diventò di ghiaccio, quasi non mi salutava ma io insistevo a starle vicina, continuavo ad illudermi e lei non mi cacciò mai, perché, in fin dei conti, le facevo comodo.

Le era utile un cagnolino che la seguisse dappertutto, perdutamente innamorato di lei e della cosa che portava dentro di sé e che a lei non interessava.

Furono nove mesi terribili, presto la questione divenne evidente, venire allo scoperto fu inevitabile e io mi presi tutte le colpe mentre quell’essere insensibile che solo il terrore cieco del futuro era riuscito, per qualche momento, a sciogliere sfruttava più del dovuto i permessi speciali e versava lacrime di coccodrillo con quelle sue amiche.

Io sopportavo in silenzio, aspettando il momento in cui avrei sentito una nuova vita strillare a pieni polmoni la sua presenza qui, convinto che in quel momento avrei visto di nuovo brillare l’amore negli occhi di lei.

Eppure, quando Billy si presentò prepotente in una notte di dicembre Leanne si rifiutò persino di vederlo e mi disse soltanto “Decidi tu cosa vuoi farne, è figlio tuo… io non esisterò mai nella sua vita e tantomeno esisterò più nella tua”.

Dopo quella notte non l’ho più vista e mi sono trovato a 16 anni con un figlio da crescere e gli studi da portare avanti.

Senza Fabian, Molly e i miei non ce l’avrei mai fatta… loro e Billy sono tutto per me.


Gideon si ritrovò a guardare Billy con gli occhi lucidi e un sorriso stampato in faccia e il bambino sentendosi osservato si girò, notando lo sguardo negli occhi del papà gli corse vicino e gli abbracciò le gambe che penzolavano dallo sgabello “Papà! Perché piangi?”.

Il ragazzo si chinò e prese il bambino sulle gambe “Perché ti voglio bene, sei il mio cucciolo!” la voce gli tremava un poco e appena smise di parlare posò un bacio sulla guancia del figlio, abbracciandolo forte.

Fu all’improvviso, Gideon rimase pietrificato dal dolore, si irrigidì sullo sgabello, era qualcosa più di un presentimento.

Fabian stava soffrendo e lui lo sapeva, gli sembrava di sentire le urla e la sofferenza circondarlo.

  
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