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Autore: Vanel    28/03/2014    4 recensioni
"Ero all'ottavo mese di gravidanza, avvertivo delle forti contrazioni così andai dal ginecologo.
Mi disse che c'erano dei problemi e che erano molto seri: di due gemelle ne potevo salvare solo una, e io avevo già preparato la cameretta di voi due, avevate già un nome, Carmela e Anastasia.
Carmela, nome che proveniva dall'ebraico e significava Giardino di Dio, e Anastasia che significava Resurrezione.
Il dottore mi disse che dovevo fare un parto d'urgenza, e mi chiese di scegliere quale delle due salvare.
Fu terribile, perché la scelta dipendeva da me.
Tra le due era Carmela quella più sana e in forma, e scelsi lei.
Ma il dottore sbagliò, non salvò Carmela, bensì te, una bambina piena di problemi, troppo piccola e magra, rifiutavi il latte, avevi sempre qualche problema, e non smettevi mai di piangere.
Ti odiai per questo, perché se tu non ci fossi stata, sarebbe stata Carmela quella a nascere, una bambina sana e in forma, non una malaticcia lagnosa.
Anastasia, tu sei nata per sbaglio."
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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- Questa storia fa parte della serie 'Nata per sbaglio'
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"Anastasia e Carmela"
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Passarono due  mesi, e in quei mesi, senza uno stipendio su cui contare, a volte saltavo anche la cena.
Luca non mi diceva più nulla, mi ignorava, mentre Erika e Fabiola mi parlavano come se non fosse successo nulla.
Purtroppo la mia disgrazia non era ancora finita, forse, era appena iniziata.
Quando la scuola finì, mia madre una sera mi portò da una delle sue amiche, squilibrata, alcoolizzata.
Deborah, proprietaria di un discount, squallido e in decadenza nella periferia della città.
-"Deborah, questa è mia figlia, inizierà a lavorare qui"
Io non volevo, ma di certo non potevo neanche rifiutare, mia madre però, non voleva fare nulla.
-"Quante ore?"-Chiese mia madre
-"Vuoi un goccetto?"-Chiese la presunta Deborah indicando la bottiglia di vodka
-"Metti pure, allora?"
-"Dalle 7:00 fino alle 19:00, te la togli dai piedi"-Rispose per poi scoppiare a ridere.
Ero spaventata, dodici ore di lavoro, in quel discount.
-"No!"-Gridai
Mia madre mi tirò uno schiaffo per poi continuare:-"Cosa mangeremo!? Non lamentarti, puttana"
-"Piccola"-Aggiunse Deborah
-"La natura non ti ha dotato di forme ne di  viso considerevole, perciò mettiti un po di carta igienica nel reggiseno e truccati, i clienti non vengono solo per comprare dei prodotti, sai?"
-"MAI! IO NON FARO' LA PUTTANA COME VOI!"-Gridai dirigendomi verso la porta
-"Dove cazzo credi di andare? Se necessario la farai! Non servi a un cazzo!"-Aggiunse mia madre
-"Dovresti dare una bella lezione a tua figlia, non sa cos'è l'educazione? Di questi tempi si muore di fame per trovare un lavoro"
-"Deborah, scusala, ha poca esperienza"
-"C'è un signore che viene sempre qui, gli farà piacere vedere carne fresca, tu mi capisci, gli affari sono affari dopotutto eh?"
-"Certo che ti capisco"
Guardavo scandalizzata e spaventata quelle donne, e una di loro doveva essere mia madre. Mi aveva sempre ferita con le sue parole, ma stavolta aveva proprio esagerato. Non riuscivo a respirare correttamente, avevo le mani che mi tremavano e con tutta la forza che avevo gridai:
-"PUTTANA LE GAMBE APRILE TU CHE CI SEI ABITUATA"
Aprii la porta di scatto e scappai più veloce che potevo, senza una vera e propria meta.
Ero proprio spaventata, tremavo dalla paura, e avevo le lacrime che mi offuscavano al vista.
Dopo circa un quarto d'ora raggiunsi l'unico posto dove potevo stare bene, l'unico posto dove era possibile stare con mio padre.
Andai al cimitero, e andai davanti la sua tomba.
-"Papà, dove sei? Vienimi a riprendere, io sono qui, papà tu mi avevi detto che bisognava lottare per i propri ideali, è quello che ho fatto io oggi, hai visto? Ho ripreso da te.
Papà, per favore rispondimi, papà.."
Erano ormai due ore che ero li, non sapevo dove andare, ero sola.
-"Eccoti, brutta stronza"-Era mia madre, mi aveva trovato
-"No! Lasciami!"
Mia madre mi prese per i capelli e mi portò dentro la macchina.
-"Domani inizierai il turno, e farai tutto quello che Deborah ti ha ordinato, capito!?"
Non risposi, sarei scappata, nella notte, lei non mi avrebbe mai comandata, mai.
Non appena arrivai a casa mia madre mi spinse con violenza dentro la camera chiudendomi a chiave.
-"Non puoi farmi questo! Pazza, pazza ecco cosa sei! La pagherai"-Gridai mentre prendevo a pugni la porta
Mia madre entrò nella sua camera, mentre io cercavo un modo per uscire.
La finestra era chiusa, l'aveva bloccata.
Ero riunchiusa, non avevo via di uscita;
Erano le 2.00 e a malapena ero riuscita a prendere sonno.
Spalancai di colpo gli occhi quando ricordai cosa mio padre mi disse da piccola:
"-La nostra casa è sicura adesso, puoi stare tranquilla, non resterai più chiusa in camera se per sbaglio ti chiudi dentro e non riesci a girare correttamente la chiave, puoi uscire da questa piccola porta, capito stasia?"
Quella piccola porta non l'avevo mai usata, ero sempre stata attenta a non restare chiusa in camera, ma adesso sembrava l'unica soluzione.
L'unica via di uscita per la libertà.
Mi misi in ginocchio e con la mano un po tremante aprii la porta avventrandomi dentro quel piccolo corridoio buio e freddo.
Ero impaurita, mi sentivo mancare l'aria, e la piccolezza del corridoio mi permise di sentire perfino il mio battito cardiaco notevolmente accelerato.
Ero arrivata finalmente alla fine di quella porta, ma la tensione era la stessa, e la mia situazione era angosciante.
Spalancai la piccola porta senza sapere cosa avessi trovato una volta dentro la stanza.
Forse, avrei preferito non saperlo, o per meglio dire, non vederlo.
Non appena spalancai la porticina entrai in una stanza mai vista prima, di grandezza simile alla mia, ma mi fece solo aumentare la pressione.
Quadri, quadri ovunque, lumini, quelli dei cimiteri, croci e statuette dei santi.
Sembrava di essere dentro un santuario, o peggio, dentro una cripta.
I quadri rappresentavano diverse immagini, al primo c'era una bambina forse di quattro anni, agli altri a seguire una ragazzina e infine una ragazza che mostrava all'incirca la mia età.
La cosa che mi spaventò fu che quella bambina era spaventosamente somigliante a me.
Non appena lessi "Carmela" sotto quel quadro a grandezza umana capii tutto.
Quella doveva essere la stanza di Carmela, la porticina probabilmente la fece costruire mio padre per tenerci sempre in contatto, ma io in vita mia, non ero mai entrata dentro quella camera.
Ero spaventata, tremante, forse avrei fatto meglio a restare dentro la mia camera e scappare l'indomani.
Quella stanza, era così inquietante, e doveva essere la camera della mia adorata gemella, da piccola la immaginavo sempre come una graziosa bambina con cui potevo giocare, una persona che non mi avrebbe mai fatto sentire sola.
E adesso farei di tutto per avere quella sorella, adesso che mi sento sola e abbandonata da tutti, sì, adesso vorrei solo te Carmela, perchè le sorelle sono in grado di capirti meglio di chiunque altro.
Una lacrima silenziosa mi scese e il respiro un po' più calmo dovette fare i conti con una voce che era tutt'altro che calma:
-"CHE CI FAI QUI?"
-"Ma-mamma, io non voglio lavorare per Deborah"
-"Tu non dovevi entrare qui, come hai fatto? Razza di disgraziata!"-Il suo tono sprezzante mi faceva sentire un moscerino
-"Mamma perchè dobbiamo odiarci? Mamma perchè mi odi?"
-"Anche Carmela ti odia, lei mi sta parlando proprio adesso! E' stata lei ad avvertirmi della tua presenza, tu stai rovinando la sua pace"
-"MAMMA NON E' VERO! Io sono sicura che Carmela non mi avrebbe mai odiata, io sono sua sorella"-Cercai di essere più calma possibile
-"Tss, sua sorella? Tu non sei altro che una ladra! La peggiore di tutte, sei una maledizione, tu hai rubato la vita a mia figlia"
-"Come puoi dirmi questo? Perchè tanto odio? Perchè non mi hai mai apprezzata? Anche se sono nata io al posto di Carmela, cosa cambia? Non sono sempre tua figlia!?"-Pronunciando quelle domande fu difficile ma anche una maniera per liberarmi da quei dubbi che mi vagavano per la mente da anni
-"Vuoi davvero saperlo? E' stata colpa tua se Carmela è morta"
-"Non fai che ripetermi queste parole da anni"
-"Carmela ti odia, le hai rubato la vita! Il cordone ombelicale si era attorcigliato sul tuo collo, ho avuto contrazioni a causa tua"
-"LEI NON MI ODIA"-Urlai disperata
-"TI ODIA, TI ODIAMO!"
-"NO! LEI E' MIA SORELLA, LEI NON MI AVREBBE ODIATA..."
-"NON ALZARE LA VOCE CON ME!"
-"Non voglio alzare la voce, papà è morto e..."
-"TUO PADRE E' MORTO A CAUSA TUA!"
-"NO! QUESTO NON PUOI DIRLO! MAI!"
-"TUO PADRE ANCHE TI HA ODIATA"
-"Non è vero! Non è vero!"
Improvvisamente la finestra della camera si aprì di scatto a causa di un tiro di vento violento, e dal momento che le finestre erano abbastanza fragili, non ci misero molto a farsi trasportare dal vento.
Il vento a sua volta fece staccare uno dei ritratti di Carmela, quello della mia età, che andò addosso a mia madre.
Perdendo il senso dell'equilibrio mia madre inciampò in uno di tutti quei lumini che a sua volta fece cadere gli altri azionando un piccolo incendio.
-"NOO!"
-"CARMELA ANCHE TU, NO!"-Urlava disperata mia madre mentre io restai paralizzata con le gambe tremanti per quello che stava succedendo.
La camera prese subito fuoco, facendo bruciare tutti i dipinti di Carmela, e tutte le reliquie che mia madre aveva custodito gelosamente.
Ormai ero coperta dalle fiamme, e l'aria era diventata irrespirabile, persi i sensi.

Una luce bianca, e un misto di voci angeliche e dolci.
C'era una madre che aveva partorito due gemelle, e poi c'era un neo padre che prendeva una di loro in braccio sorridendo in maniera dolce.
Forse quella bambina ero io, forse ero morta e stavo per vivere la vita che avrei dovuto vivere.
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Buon tardo pomeriggio a tutti voi!
Finalmente mi sono decisa di pubblicare questo nuovo capitolo e di tornare in gareggiata!
Non potevo di certo abbandonare Anastasia, che per me è un personaggio molto speciale a cui tengo molto.
Questo capitolo è importantissimo, pieno di colpi di scena e di un'atmosfera un po' "spettrale".
Abbiamo le due gemelle, all'inizio e alla fine.
Sarà importante per la storia, ma per il momento "lo lasciamo da parte".
Per Anastasia le cose andranno meglio, ma prima dovrà affrontare ancora un po'...
Nel prossimo capitolo una piccola sorpresa, un personaggio in arrivo..
Non voglio spoilerare troppo xD a presto e un grazie di cuore per le recensioni che mi aiutano a migliorare :)

Vanel.-
  
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