Autore: Thinias
Pairings: Agron/Nasir
Rating: pg-13
Personaggi: Agron,
Nasir
Warning: angst,
introspettivo, fantasy, AU
Conteggio
parole: 925
Disclaimer: I
personaggi di Spartacus non mi appartengono. Scrivo senza alcuno scopo
di lucro
e non intendo violare alcun copyright.
Note: questa fanfic fa
parte del challeng For Nagron Week 2014
- Day 6 (March 29th) - Fantasy [Ladyhawke:
Navarre!Agron - Isabeau!Nasir]
che
potete trovare seguendo
questo link: http://nagronweek.tumblr.com/
La
fanfic vuole essere un omaggio al film
LadyHawke che amo e che ho scoperto ama anche la mia anima gemella
letteraria
Ele106. Insieme le nostre testoline hanno pensato ad una scena precisa
di quel
film e ne abbiamo tratto due fanfic gemelle incentrate su Agron e
Nasir, che vogliamo condividere con tutti
voi *sperando non ci tiriate i pomodori*
Ci
tengo ad aggiungere che solitamente io
scrivo solo ed esclusivamente per il fandom di Supernatural e questo
è un po’ un
salto nel buio*fa la paracula* per cui andateci piano con me :P
Se
cliccate sull’ultima frase in fondo
alla fanfic potete raggiungere la sua gemella ^_^
Trama: Una
maledizione scagliata per gelosia, su due amanti costretti a restare
divisi così
come lo sono il giorno e la notte, ma che nonostante tutto, in un modo
o nell’altro,
restano insieme.
Sempre insieme,
eternamente divisi.
Nasir tiene stretto vicino a sé il corpo del lupo. Il calore dell’animale scalda entrambi, mentre la notte sta per cedere il passo ad un nuovo giorno e il freddo punge con la sua lama tagliente.
Agron.
Gli
manca sentirlo davvero contro il suo corpo, perdersi
nell’abbraccio delle sue braccia forti. Quelle braccia che lo
stringevano e lo
proteggevano da un mondo che ha finito per rivoltarsi contro di loro e
quello
che il loro amore rappresentava.
Nasir
sente tremare Agron tra le sue braccia e sa che non è
per il freddo. Lo stringe più forte respirando con lui,
cercando di calmare il
suo cuore impazzito. Se solo potesse fargli sentire il proprio cuore,
se solo
potesse condividere con lui qualcosa che non sia quell’attimo
effimero di
esistenza.
Affonda
il viso nel pelo che gli carezza le guance, inalando
il suo odore, ricordando quello della pelle dell’uomo che ama
e rimpiangendo
quello che è stato loro portato via.
Divisi per sempre.
Separati, come il
giorno e la notte, costretti a rincorrersi, senza mai potersi
raggiungere.
Sa
che Agron non ricorda di loro quando è lupo, così
come
non lo ricorda Nasir, quando è falco. Perché la
loro è solo una mezza vita.
Eppure
nessuno dei due può sopire quell’istinto
così forte,
che li spinge a cercarsi e a proteggersi. Nemmeno la forza della
maledizione
che è stata scagliata su di loro, può portargli
via quello che sono davvero.
Agron.
Affonda
le mani nella pelliccia nera, le sue dita affusolate
danzano tra il pelo folto, carezzando la muscolatura possente,
così simile a
quella dell’uomo che si cela in quella forma di animale.
Il
cielo si fa sempre più chiaro.
Il tempo fugge veloce e l’unica cosa che Nasir vorrebbe, è che si fermasse. Una nuova alba è vicina, il suo tempo come uomo sta per finire, mentre quello di Agron sta per cominciare.
Di giorno in un modo,
di notte in un altro.
Presto
l’unica cosa che sentirà sarà il vento
che spinge tra
le sue piume, sostenendo il volo del falco che di giorno racchiude
l’essenza
della sua mezza vita.
Una
lama di luce illumina le nocche della mano di Nasir e
strappa riflessi rossicci dalla folta pelliccia scura in cui affonda le
dita.
È
il momento, lo sa. Centinaia di albe e centinaia di
tramonti hanno reso il suo istinto sensibile a quell’attimo.
Quel momento
effimero in cui le loro mezze vite quasi si possono toccare,
l’attimo esatto in
cui la notte cede il passo al giorno.
Agron… Agron, posso
quasi vederti, posso quasi toccarti.
Si
tira indietro, sentendo immediatamente la mancanza del
calore del lupo contro il proprio corpo.
Il
sole fa capolino all’orizzonte da dietro le montagne e
dove prima c’era il lupo, ora c’è un
uomo.
Il
suo uomo.
Nasir
piange, perché non può trattenere le lacrime,
né
arginare il dolore. Perché il suo amore è
lì, così vicino, eppure così
irraggiungibile.
La
luce lo rende quasi traslucido, ma quando Agron si volta,
l’unica cosa che Nasir guarda sono i suoi occhi chiari,
così limpidi e sinceri.
Gli occhi di cui si è innamorato. E l’unica cosa
che può fare, è perdersi in
essi e nel dolore che vi legge. Sa che non è
null’altro che il riflesso di
quello che anche lui prova.
La
sua vista si fa più acuta, sente il vento che spinge
dietro di lui e l’istinto di spiccare il volo che si fa
pressante; può quasi
percepire l’attimo in cui perderà se stesso.
Agron. No… Sta per
succedere di nuovo. Dio, ti prego, fai che il tempo si fermi e congeli
questo
istante in un attimo senza fine.
Nasir
allunga una mano verso di lui; se solo potesse
toccarlo, se solo potesse sentire ancora il contatto tra le loro dita.
Agron sporge la mano verso la sua, si posso quasi sfiorare. Ma mentre le dita di lui si fanno più solide e vere, Nasir vede le proprie diventare incorporee, attraversate dai raggi del primo sole del mattino.
Dio ti prego no!
Agron!
Non si può fermare il sole, non si può impedirgli di nascere e loro non possono impedire al giorno di sorgere e alla notte di sparire. Non possono impedire al lupo di lasciare il posto all’uomo e all’uomo di lasciare il posto al falco.
No… NO!
L’urlo
di Nasir si trasforma nel richiamo acuto del falco,
mentre le braccia si trasformano in ali agitate, che catturano il vento
e si
fanno trascinare in alto, lontano dall’uomo che ama e che non
può avere, ma che
è già un ricordo lontano che appartiene
all’altra sua mezza vita.
Ora
c’è solo il vento e il cielo e il bisogno di
cacciare e
la sensazione di dover trovare qualcosa. Cercare, deve
cercare… una preda… no,
non una preda è qualcos’altro, qualcosa di
indefinito. E continuerà a cercarlo
fino a che non lo troverà, perché è
importante.
Volteggia libero sostenuto dal vento sempre più in alto, ma poi torna indietro, perché sa che non deve allontanarsi troppo, c’è qualcosa che deve cercare, è il suo istinto a dirglielo.
Vola
in circolo, scendendo in spirali sempre più ampie e
giù, a terra, c’è una buca scavata nel
terreno, una ferita aperta nel manto di
neve bianca; c’è un uomo che urla, ma le sue grida
si perdono nel vento.
Il
falco vola sopra di lui con la sensazione di aver trovato
quello che cercava e l’unica cosa che sa, è che
non si deve allontanare, che
quello è il suo posto.
Sempre insieme, eternamente divisi.
N.d.A.
Sappiate che sono stata costretta con la forza ascrivere questa fanfic e solo per fare contento il mio Nasir U.U
Quindi ok, ora potete anche cominciare a tirare oggetti all'autrice che cercherà di evitarne il più possibile, primadi uccidermi però fatemi sapere cosa ne pensate ;)
Ed ora un messaggino per il mio Nasir:
Ele, amore mio, abbiamo fatto questa pazzia *tutta colpa tua ovviamente*, ma sappi che sono felice di avere trovato anche questa cosa che ci accomuna ^_^Ciauuuu a tutti
S.