Crossover
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Autore: Suikotsu    06/07/2008    3 recensioni
Un malvagio negromante cerca di impossessarsi degli artefatti più potenti del creato per realizzare i suoi diabolici scopi: quattro eroi, riuniti dalla volontà degli dei, uniranno le loro forze per sconfiggere lui ed i suoi spietati generali. Mentre la guerra infuria, un potentissimo elfo corrotto, seguendo la volontà del suo dio, ha liberato un terrificante esercito di demoni, per poi stringere un'alleanza con gli elfi oscuri.
Questa è la mia prima fic: all’inizio sembrerà un po’ banale, ma ci saranno numerosi personaggi e alcuni colpi di scena; consigliata a chiunque piacciano le storie ricche di combattimenti. Se vi ho incuriosito leggete, e lasciate un commentino!(ma non siate troppo severi)
Ho messo “non per stomaci delicati” perché le scene di combattimento spesso sono violente.
Importante: se dovessi commettere dei plagi fatemelo sapere. Grazie!
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anime/Manga, Libri, Videogiochi
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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CAPITOLO 16: UN VECCHIO AMICO


Questo capitolo avrà Rannek come protagonista. Ammetto di aver preso ispirazione da un videogioco (Resident Evil 4), ma ho evitato di copiare i dialoghi e le scene di combattimento(anche perché era ambientato nel presente).
Spero di aver spiegato tutto bene e di non aver lasciato qualcosa sottinteso.
Ha, Giodan, mi sono scordato di dirtelo: sì, le ho ricevute le tue mail, non preoccuparti.
E grazie a Illidan per aver recensito e avermi trovato una nuova lettrice! Non è che mi può anche dare il numero?
Un ringraziamento speciale a marjane aver messo la storia tra i preferiti.


Buona lettura a tutti!


Gli eroi, con il messaggero come guida, galopparono in direzione del villaggio. Durante il percorso, però, una freccia partì verso di loro.
"Attenti!" - gridò Rannek afferrandola al volo.
"Ma che..." - chiese il messaggero.
Lo spadaccino esaminò la freccia: ci era attaccato un messaggio.
"Un frecciagramma." - spiegò srotolando la lettera, per poi leggerla.
"Ha ha ha! Come stai, caro Rannek? Io molto bene. Se stai leggendo queste righe vuol dire che hai superato la prima prova. Bravo! Quindi, ti aspetto alle rovine di Nesme. Sai, sento molto la tua mancanza...
                                                                         Firmato
                                                                       Anonimo
P.S. Vieni solo!


"Ma chi può averla scritta?" - chiese Illius.
"Uno che ti conosce, direi." - spiegò Drizzt.
Mentre leggeva quelle righe, un dubbio atroce attraversò la mente di Rannek. Lo stesso che aveva provato quando era morto Danemon.
"Ci andrò." - decise.
"Potrebbe essere una trappola." - lo ammonì Illius.
"Non potrebbe. Lo è di sicuro. Ma starò al gioco. Voi occupatevi dell'altro."
Detto questo partì al galoppo.
In poco tempo arrivò alle rovine, senza incontrare incidenti. Giunto sul posto, scese dal cavallo, lo legò per bene ad una roccia e si incamminò.
L'uomo si guardò intorno: quella città dove era nato e cresciuto, dov'era diventato cavaliere, e che un tempo era ricca e vivace, ora era deserta e devastata.
Il guerriero vagò un po' per le strade, passando davanti a ciò che restava della sua birreria preferita: un cumulo di macerie.
"Mi ricordo...qui venivo con i miei compagni quando finivamo il turno...ridevamo e scherzavamo...e laggiù" - continuò guardando avanti - "Giocavano i bambini...bei ricordi...ma ora tutto è distrutto! Maledetti troll!"
Lo spadaccino continuò a cercare il suo sfidante, chiedendosi anche perché avesse voluto battersi proprio lì.
"Probabilmente mi conosce...sa del mio passato..."
L'uomo inchiodò. Riconosceva quel posto davanti all'ingresso principale: era il punto da dove aveva assistito impotente al massacro dei suoi compagni. Una lacrima gli scese sul viso.
Un fruscio lo risvegliò: fece appena in tempo a scansarsi per evitare una freccia.
"...è uscito allo scoperto, finalmente!"
Rannek vide che le frecce partivano da una zona in ombra, piuttosto vicina; si rifugiò dietro ad un muro fatiscente, e lanciò le sue piccole asce nella direzione.
Dal rumore che sentì dovette aver mancato il bersaglio, ma la pioggia di frecce si fermò.
Il guerriero sbirciò dal muro.
"Dove sarà finito?" - si chiese stringendo forte la spada.
Un rumore alle sue spalle: d'istinto si gettò di lato; il muro, già malconcio, crollò sotto la potenza di un doppio calcio volante.
Rannek si voltò per fronteggiare il suo aggressore, che lo attaccò con un lungo coltello, più corto ma più maneggevole della sua spada.
Dopo essersi sferrati una decina di colpi i due si separarono e si fissarono.
Rannek spalancò la bocca per lo stupore: vide un volto a lui molto noto; il volto di colui che una volta era un suo compagno, un suo amico...il volto di Krauser.
I capelli dell'uomo erano corti e sul biondo, mentre gli occhi erano azzurri; tuttavia il suo viso, brutto di per sé e sfigurato da una lunga cicatrice non era affatto bello; aveva addosso scarpe e pantaloni che garantivano grande libertà di movimento, lasciando scoperto il petto muscoloso.
"TU!" - gridò Rannek fissando il possente guerriero.
"È tanto che non ci si vede, vero? Dalla caduta di Nesme...quale luogo migliore per rincontrarci, se non la nostra vecchia città?"
"T...tu..."
Rannek capì tutto.
"Allora è vero..."
"Che cosa?" - chiese beffardo.
"SEI STATO TU AD UCCIDERE LE SENTINELLE PER FAR PASSARE INDISTURBATI I TROLL!"
"Hai capito al volo...come hai fatto?"
"Mi sono insospettito quando è morto Danemon: tu eri capacissimo di colpire un bersaglio da quella distanza con un archibugio."
"E poi?"
"La lettera che mi hai inviato. Ho riconosciuto la scrittura. Ma speravo con tutta l'anima di sbagliarmi."
"Sei sempre stato debole, ma anche sveglio, dopotutto da te non mi aspettavo altro..."
L'uomo si lanciò contro l'ex compagno: spada e coltello si incrociarono.
"Come hai potuto fare una cosa simile?!"
Krauser gli fece lo sgambetto, ma lo spadaccino rotolò indietro una volta caduto.
"Potere! Il potere controlla tutto! Senza la forza non si è nulla! Ora sono più forte...sono migliore! Il mio nuovo signore mi ha chiamato, attirato dalla mia avidità, garantendomi immensi poteri se avessi ubbidito!"
"Bastardooo!"
Il pugno potenziato dai guanti partì verso Krauser, che rotolò di lato, schivandolo; il colpo abbatté una piccola colonna.
"È tutto per le gemme elementari..."
"Le gemme elementari?"
"Hum...forse sto parlando troppo..."
Krauser lanciò un coltello mirando al cuore di Rannek, ma questi lo deviò con la spada.
Con un balzo all'indietro il guerriero saltò su un piccolo muretto.
"Vuoi la vendetta? Allora seguimi! Ha ha!"
Pur sapendo dei rischi che correva, lo spadaccino seguì il rivale.
"Krauser è sempre stato un esperto di trappole e armi da fuoco...non mi darà tregua!"
L'umano vagò per alcuni minuti per la città, senza trovare traccia del rivale.
"Ma dove si sarà nascosto?"
"Sono qui!"
Il soldato si gettò da un muretto buttandosi su Rannek, che lo respinse con un pugno.
"Se combatto con un coltello mi contrasti...ma con un archibugio?" - chiese prendendo l'arma che portava sulla schiena.
I proiettili partirono e Rannek corse dietro ad un muro vicino per evitarli.
"Non posso farcela così!"
Un proiettile trapassò il muro e sfiorò l'orecchio dello spadaccino di pochi millimetri.
"Ti pieghi così facilmente?"
"NO!"
Rannek saltò sul muro, si dette la spinta verso l'alto e mentre era a mezz'aria lanciò le sue piccole asce: Krauser alzò il fucile, che fu spezzato al secondo colpo, poi il coltello.
Il capitano conficcò la spada nel suolo e preparò le asce; ne scagliò molte, ma furono inutili contro la rapidità del suo avversario, che le deviò tutte.
"Sei migliorato parecchio dall'ultima volta!"
"Sono passati dieci anni...in tutto questo tempo non ho mai smesso di allenarmi! Grazie alle mie capacità sono entrato a far parte della squadra dei sette! I generali che comandano le armate, e che si occupano delle missioni più importanti!"
"Tsk! Danemon non era un granché!"
"Danemon? Quell'incapace...lui era un mercenario che ha dato l'anima al nostro signore, giurandoli eterna fedeltà, in cambio di un po' di potere! Non è neanche paragonabile ad uno come me!"
"Lo vedremo!"
I due gridarono e si lanciarono l'uno contro l'altro, incrociando ancora le armi.
Ognuno dei due spinse con tutta la forza che aveva in corpo, ma erano alla pari.
Data la situazione Rannek tolse la mano sinistra dalla spada e prese un'ascia, con cui tentò di colpire Krauser, ma questi fece un balzo all'indietro.
"È velocissimo!"
L'uomo si mosse intorno allo spadaccino con una velocità straordianaria, compiendo balzi enormi e scatti rapidissimi.
"Possibile che non si stanchi?"
Una rapida coltellata venne evitata per un soffio.
"Ora!"
Rannek piroettò su sé stesso e riuscì a colpire il rivale di striscio.
"Bel colpo...ora vieni a prendermi!"
Il guerriero inseguì il rivale, ma questi non era appesantito dalla corazza e correva più forte di un cavallo.
"Dannato! Dove sei? Dove sei finito?" - si chiese lo spadaccino guardandosi intorno.
"Da questa parte, Rannek!"
L'uomo si voltò: il suo rivale era sul tetto di una casa di pietra in rovina, oltre un ponte con alcune colonne mezze distrutte.
"Non ci sono altre strade...se passò di lì di sicuro sarò esposto! Ma devo tentare!"
Infuriato, Rannek corse verso Krauser, ma inchidò quando vide che questi aveva preso una strana arma, che sembrava costituita da otto corti fucili disposti circolarmente, azionata da una levetta.
"Si chiama mitragliatrice! Un'invenzione di un mio collega!"
L'uomo fece girare la levetta e decine di proiettili partirono contro il suo ex compagno, che si rifugiò dietro una colonna.
"Non durerà più di qualche sec...ha!"
La colonna cedette: l'uomo corse via, ma alcuni proiettili lo colpirono di striscio.
Rifugiatosi dietro ad un'altra colonna, prese un respiro profondo: con quell'arma il suo nemico stava distruggendo il ponte.
"Cosa faccio? Finché continua a sparare non posso raggiungerlo! E le colonne sono poche, e già prima stavano in piedi per miracolo!"
"Hei Rannek!" - lo chiamò Krauser gettando l'arma - "Non ho più proiettili! Ho finito i colpi! Mi sa che quel bastardo mi ha dato un aggeggino con poche munizioni!"
"Fiuuu! Meno male!"
"Per questo..." - proseguì prendendo l'arco - "Ti mostrerò una mia invenzione!"
La freccia partì e si conficcò in una colonna.
"Perdi colpi, Krauser?" - lo derise lo spadaccino, sentendo però degli odori nell'aria: quello della polvere da sparo e di qualcosa che bruciava.
D'istinto si gettò dal ponte, mentre la dinamite esplose, distruggendolo;  una volta atterrato dopo un volo di cinque metri l'uomo rotolò per farsi meno male e per evitare i detriti.
"Che c'è, Rannek, già stanco? Forza, seguimi!" 
Lo spadaccino si rialzò.
"L'ha studiata proprio bene...ma da quanto tempo pianificava questo duello?"
Il capitano entrò in una torretta e percorse una scalinata a chiocciola per raggiungere il rivale, ma a metà strada risuonò la sua voce.
"Un piccolo regalo per te!"
Litri e litri di olio vennero riversati.
Rannek notò che l'olio non ribolliva, quindi non era bollente.
"Cos'hai in mente?"
"Cosa succede quando si getta una torcia nell'olio?"
L'uomo capì al volo: con pochi pugni sfondò il muro grazie ai guanti orcheschi, poi si gettò un attimo prima che le fiamme lo avvolgessero.
"Sei in gamba, compare!" - rise Krauser da un tetto.
"È così che mi affronti? Codardo! Battiti da uomo, vigliacco!"
"Ha ha! Fossi in te non provocherei! Con i piedi oliati, non puoi muoverti velocemente senza scivolare. O sbaglio?"
Rannek abbassò lo sguardo ai piedi.
"Ha ragione. È più furbo di quanto mi aspettassi!"
"Come ho detto prima, muori!"
Krauser si gettò da quattro metri: Rannek attese, poi lo colpì con un pugno che lo lanciò contro un muro.
L'uomo si rialzò, quasi illeso.
"Complimenti. Sei davvero in gamba. Prendi questo straccio e asciugati i piedi." - disse lanciando l'oggetto.
Rannek lo afferrò, lo esaminò, come se sospettasse qualche trucco, poi si asciugò, senza tuttavia distogliere lo sguardo dal nemico per un istante.
"Bene" - disse Krauser gettando il coltello e saltando su un muro - "Sappi che non l'ho certo fatto per lealtà, ma perché così è più divertente! Ora ti mostrerò cosa mi ha donato il mio padrone, l'onnipotente Saddler!"
Krauser alzò il braccio sinistro al cielo: l'arto cominciò a deformarsi, mentre le dita si unirono in un solo blocco, formando una lama scinitillante e affilatissima; contemporaneamente il braccio si aprì, diventando come un'ala, assumendo un colore verde-marrone.
"Ammira il potere che mi ha concesso il mio padrone!"
Rannek fissò il braccio disgustato.
"Sei ripugnante, Krauser!"
"Tsk! Dì le tue preghiere!"
L'uomo si gettò contro il rivale, che schivò il colpo per un soffio.
"Ha, dimenticavo: ho sistemato venti chili di dinamite, in modo da distruggere ciò che resta della città! Tra non molto le micce si consumeranno, e allora...boom!"
Rannek non lo badò e si avventò su di lui, sferrando numerose spadate, ma il braccio fungeva da scudo.
"Non riuscirai mai a scalfirlo! Può resistere anche al fuoco!"
A queste parole lo spadaccino tentò un affondo, che venne però schivato con un balzo; Krauser volteggiò sul rivale e lo colpì sulla schiena, squarciando la corazza; una volta atterrato si inginocchiò, roteò e colpì l'ex compagno sulle caviglie, facendolo cadere a terra; Rannek rotolò di lato per evitare la lama del rivale.
"Sono il più forte!" - gridò questi colpendo la spada del guerriero, facendola volare via.
L'uomo balzò indietro.
"He? Che c'è, non sai combattere senza la tua spada?"
Rannek alzò i guanti scuri.
"Non esserne troppo convinto!"
I due attaccarono: Rannek sferrò una raffica di pugni micidiali, ma il braccio li incassò tutti; Krauser tentò un affondo, che venne evitato, poi fece qualche capriola all'indietro.
"È velocissimo!" - pensò lo spadaccino cercando di non perdere di vista il rivale, che si muoveva con inumana rapidità.
Il feroce guarriero gli volteggiò sopra, gli andò dietro e di preparò: Rannek schivò il colpo, si voltò e attaccò a sua volta: il braccio e il guanto si scontrarono, creando un bagliore accecante; entrambi i contendenti caddero a terra.
Krauser, potenziato dai poteri demoniaci che Saddler gli aveva concesso, si rialzò quasi subito e si diresse verso Rannek, che giaceva a terra stordito.
"Ora tu morirai, così come tutti gli altri abitanti di Nesme!"
Queste parole fecero nascere una nuova energia in lui. Un'energia richiamata delle profondità del suo essere.
L'umano alzò lo sguardo: la sua spada.
Il guerriero si rimise in piedi.
Krauser fissò il suo volto, che aveva assunto un'espressione indecifrabile.
"Che c'è? Hai perso il senno?"
Rannek rispose con un velocissimo pugno, che ruppe il naso a Krauser.
"Maledetto..."
"Questo è per i bambini di Nesme!"
Un destro.
"Questo per le donne!"
Krauser barcollò, poi indietreggiò, parando al contempo i colpi.
"Questo per i valorosi cavalieri e tutti gli altri!"
Il poderoso pugno colpì in pieno il guerriero, alzandolo di peso da terra per poi farlo ricadere al suolo.
"Io ti...ha!"
"E questo, è per me!" - concluse Rannek rigirando la spada appena conficcata.
Krauser sputò sangue, poi venne gettato nel vuoto.
Rannek fissò con un misto di odio e dolore l'uomo mentre questi precipitava nel vuoto.
"Perché l'hai fatto, Krauser? Avremmo potuto combattere questa guerra fianco a fianco..."
In quel momento si ricordò di una cosa.
"L'esplosivo!!! Devo fuggire!!"
Rapido come un fulmine Rannek scese le scale e si allontanò il più possibile.
Quando era quasi arrivato sul posto sentì le esposioni: il cavallo nitrì, spaventato.
La dinamite esplose, distruggendo il luogo dello scontro e i pochi edifici integri: l'onda d'urto sbatté Rannek a terra.
"Bene!" - ansimò mentre si rialzava - "Sono sfinito, ferito, con l'armatura rotta...ma vivo!"
Per sua fortuna le corde con cui aveva legato il cavallo avevano trattenuto l'animale dal fuggire.
"Buono, buono." - lo tranquillizzò - "Stai calmo, il peggio è passato!"
Lo spadaccino si voltò nella direzione del villaggio.
"Io ho vinto...ma ho un brutto presentimento...non vorrei che si stiano battendo contro qualcuno più forte di Krauser!"




I suoi timori sono fondati?
E chi sarà mai il collega di Krauser?









  
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