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Autore: Lussissa    06/07/2008    7 recensioni
Lily Evans correva.
Non si curava delle persone che,un attimo prima di venire travolte, si spostavano, guardandola sbigottiti.
Lei si limitava a correre.
Nota dell'amministrazione. I vari Tag usati nelle introduzioni, vanno sempre chiusi.
Ladynotorius, assistente amministratrice.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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cap9 -James.-
Sylvia, non sentendo risposta, esitò, per un solo istante.
-James, è passata più di una settimana.-
Per tutta risposta, il moro grunì.
-James.- gemette lei. -Per favore, guardami.-
Lui si girò, con una lentezza esasperante. Gli occhi nocciola erano spenti, quasi vitrei. Apatici. Sylvia sapeva quanta sofferenza nascondevano. Lo sapeva, e la cosa le faceva male, quasi come se il dolore fosse stato suo.
-James. Devi reagire.- Lui mugugnò qualcosa di incomprensibile.
Ci fu silenzio, per un attimo.
-Perchè dovrei? In fondo, potrei stare qui.- bisbigliò il ragazzo, più a se stesso che ad altri.
Sylvia strinse i pugni.
-E i Malandrini?E Frank?E la squadra di Quiddich? James, stanno tutti soffrendo. Tu devi tornare.-
Lui rise malignamente. Sylvia rabbrividì. Quella non era la risata del suo James. Quella era una risata fredda, calcolatrice. Rabbrividì, pensando che la risata di James stesse diventando tremendamente simile alla sua.
-James Potter. - Fece, con tono autoritario. Lui la guardò negli occhi, e per un attimo un bagliore gli restituì la luminosità dello sguardo. Ma durò solo un istante. -Dov'è finito James Potter?- continuò la ragazza.
Lui strinse le labbra.
-Importa qualcosa?-
-Si, maledizione!importa a me.-
-Non so darti una risposta, Syl.-  Lo disse con tono implorante. Alla biondina si strinse il cuore.
Si sedette vicino a lui, con un sospiro.
-James, tu non puoi davvero volere rimanere qui. Tu hai sempre avuto voglia di vivere. Te ne pentiresti...-
Lui sorrise, amaro.
-Tu hai scelto di stare qui.-
-E quanto mi hai disprezzato per questo, pochi giorni fa?-
il Malandrino stette in silenzio. Sapeva che Sylvia aveva ragione. Lo sapeva. Quello seduto in quel corridoio buio non era James Potter. Cercò dentro di se un briciolo della forza che l'aveva sempre caratterizzato.
 Ma trovò solo il vuoto. 

-Lily.-
-Dimmi, Alice.- L'amica la guardò per un attimo.
-è passata più di una settimana.- Lily voleva chiedere da cosa. Ma decise di risparmiarsi quella noiosa parte in cui si sentiva dire quello che sapeva già. Si limitò a stringere le labbra.
Alice le accarezzò piano la testa.
-Da quanto tempo non ti fai una bella dormita?-
Lily distolse lo sguardo.
Alice sorrise.
-Sai che se fosse qui, ti direbbe anche lui che non è colpa tua.-
-Non ne sono così sicura.- bisbigliò la rossina.
-Da quando Lily Evans ha così poca fiducia in se stessa?- Lily la guardò, ma non riuscì a trattenere lo sguardo a lungo, poichè non voleva dare una risposta.
Già. Da quando? le chiese una fastidiosa vocina interiore.
-Lily, ti sei guardata allo specchio, ultimamente?- Questa volta, lo sguardo della rossa saettò verso l'amica, e rimase lì.
-Hai due occhiaie da far paura. Il viso sembra entrato in decomposizione, ti mancano solo le labbra violacee. Gli occhi sono tremendamente rossi. I capelli sembrano una criniera. Lily, ti stai trascurando.-
Per un attimo, a Lily salì la rabbia. Come poteva preoccuparsi del suo aspetto fisico, quando...
...Quando?
-
Non aiuterai certo nessuno, torturandoti così.-
Lily sobbalzò. Aveva intuito chi ci fosse, dietro a quel nessuno.
-Ehilà, che si dice?-
Mary era entrata nella stanza, sorridente. Poi vide la faccia preoccupata di Alice, e la faccia pronta a ribattere  di Lily. Sospirò.
-Stavo dicendo a Lily- fece Alice, guardando torva la rossina -Che dovrebbe curarsi di più. Se continua così, qualche serpente potrebbe venire e portarsela via.-
Mary guardò Lily. Decise di intervenire, prima che la grifoncina rispondesse qualcosa di veramentre acido.
-Ha ragione, Lil. Ieri Piton ti ha praticamente mangiato con gli occhi.-
- Che cosa?- Fece la rossina. Per un attimo era riuscita a distrarsi, tanto quell'affermazione l'aveva stupita.
-Io credo che adesso che...- poi si bloccò, indecisa. La rossa la guardò, torva.
-Guarda che puoi anche dirlo. Non mi rompo mica.- sibilò.
-Ok, ok...-fece Mary, a disagio. -Da quando Potter è in coma, ecco, credo che Piton voglia...riprovarci. Insomma...a tornare amici.-
-E cosa diavolo c'entra Potter in tutto questo?-
Mary alzò le spalle. -Credo che voglia...insomma. Credo che pensi che tu abbia bisogno di sfogarti, e che ti sia accorta che ti manca.-
-Che cosa?- gridò la Grifoncina, infuriata. Severus non aveva capito nulla, in tutti quegli anni?
La rabbia la riassalì. Con un gesto di stizza, si alzò.
-Dove vai?-
-A chiarire una volta per tutte. Credevo di essere stata chiara, l'ultima volta, ma evidentemente mi sbagliavo.-

-Che vuoi, Mezzosangue?-
Lily digrignò i denti.
-Portami Piton. Subito.-
Lo disse con un'aria talmente infuriata, che il Serpeverde corse subito nella sua sala comune per cercarlo, spaventato.
-Lily...-
Lei incrociò le braccia al petto.
-Evans.- sibilò.
Severus la guardò un attimo, indeciso se ridere. Poi vide la sua espressione. Sospirò.
-Va bene, come vuoi. Evans. Cosa vuoi?-
Lily, per un attimo, rimase stordita da quanta differenza c'era tra quell'Evans detto di malavoglia e l'Evans pronunciato in maniera quasi scherzosa di Potter. Poi scosse la testa. Non era il momento, quello.
-Voglio che mi lasci in pace.-
Lui inarcò un sopracciglio.
-Che cosa ho fatto, esattamente?-
-Che cosa non hai fatto. Non hai ancora accettato che la nostra amicizia sia finita. Basta, conclusa, stop! sono due anni che mi stressi. Mi guardi con occhi da cucciolo bastonato. Ma devi ancora capire che a me quell'espressione mi fa solo montare la rabbia!e dovresti saperlo, viste tutte le volte che Potter mi ha...- Si fermò. Stava ricadendo nella trappola. Dannato Potter che non le usciva dalla testa!
Piton rise.
-Lily...pardon. Evans, non capisci che ti stai fregando da sola?Stai esattamente cadendo nel tranello!-
Lily strinse gli occhi a fessura.
-Quale tranello?-
-Ma dai, Lily. Lo sai. Per cosa credi che Potter finga così bene? Tu ti stai rammollendo.-
Lei spalancò gli occhi. Impallidì.
-Tu credi che....- poi rise freddamente. -Ma ti rendi conto delle assurdità che dici?Sei talmente roso dalla gelosia, che non sai quel che dici!-
-Potter ne sarebbe capacissimo. Lo sai.-
Lily sgranò gli occhi ancora di più.
-Tu credi che sarebbe capace di farsi cadere volontariamente da una scopa tanto per farmi impietosire?Ma...ti senti quando parli?sei talmente prevenuto da...-
-Ah, e così io sarei prevenuto?eh? dai, allora dammi una prova tangibile che non è così!Avanti!-
-Ci passo tutte le notti, da una settimana a questa parte!Credi che lui sia così bravo da...- ma non finì la frase.
Piton era impallidito, di botto. Solo allora Lily si accorse che la frase era molto ambigua.
-Cioè...-Fece per spiegarsi. Poi si accorse che non voleva spiegarsi. Che la gente credesse quello che voleva. A lei non importava.
Sii sincera con te stessa. Lily scalpitò. Hai trovato il momento peggiore per venire fuori, disse alla sua coscienza.
Ti manca tanto così, dall'essere sincera. Intanto, Piton aveva preso a balbettare.
-Tu...lui...cioè. Tu e lui.-
Lily era stufa. Voleva andarsene. Quei sotterranei la opprimevano, e Piton la infastidiva.
Si sorprese. Aveva voglia di spiattellargli tutto.
Ma non solo a lui, al mondo intero.
o forse, solo a te stessa.
Decise di essre cattiva. Ne aveva bisogno.
incrociò le braccia al petto, ghignando.
-Esattamente. Io e lui.- annuì vigorosamente. Vedere la faccia terrorizzata di Piton la fece quasi divertire.
-Tu lo odiavi.- sibilò il Serpeverde.
-oh, si. Lo odiavo.- ghignò ancora lei, marcando la voce sul passato.
In realtà, non aveva idea di dove stesse andando a parare. Sapeva solo che la faceva sentire meglio. Si sentì cattiva. Ma continuò.
-Te ne sei...innamorata?-
La domanda la colse del tutto impreparata.
Sgranò gli occhi, e fece per ribattere.
Questa non se l'aspettava.
E ora?
Digli la verità.
-
Io non...- boccheggiò. -Non. Cioè. Non è che....- Le mancavano le parole, maledizione.
Severus sorrise, amarissimo.
-Te ne sei innamorata.-
Lily stette in silenzio. Poi parlò.
-Non è che in una settimana... così...mi innamoro di qualcuno.- Stava parlando più a se stessa che a Piton.
-Diaciamo solo che ho capito...tante cose.-
-Quindi, gli darai una possibilità?-
Lily lo guardò, diffidente.
-Non è affar tuo. Comunque credo....credo di si.-
-Se si sveglierà.- Fece Piton, cattivo.
Lily trasalì.
Poi digrignò i denti.
-Si sveglierà.-
-Ah, si? ne sei sicura?-
Lily tacque, furiosa.Stava rigirando le carte in tavola, giocando sporco. E questo non le andava.
-Sai, da qualche parte, ho letto che le persone in coma potrebbero decidere di non svegliarsi.-
Lei alzò un sopracciglio.
-Dubito che Potter sia una di quelle persone.-
-ah si? e per quale motivo, esattamente?-
-Perchè lui ha voglia di vivere e ...-
Occhi che si spengono dopo parole dure. Parole dette per ferire, parole non vere. Parole urlate dopo un bacio piaciuto troppo.
Lily si bloccò, sconvolta.
Benissimo, Evans. Spero sarai felice.
Spero sarai felice.
Lily era ammutolita.
Non dire idiozie. Potter non...
Potter non?
Non farebbe mai...una cosa del genere.
E perchè no?
Perchè lui è...è Potter, maledizione!
Già. é Potter.
Perchè dovrebbe fare una cosa simile?
Per non soffrire più?
Potter non è...un vigliacco. Non si arrende di fronte a...
L'amore fa fare cose stupide, Lily. E Potter è innamorato.
Durante quella lunga conversazione con la propria coscienza, Piton era rimasto in silenzio, osservandola.
Com'era bella. Ma sapeva che il suo tempo era passato. Non sarebbe mai più stata sua. Forse non lo era neanche mai stata. Lei era come una farfalla.
E una farfalla che si posa delicatamente sul naso di un cervo è un'immagine bellissima. Un serpente che osserva languido la farfalla, invece, non è un bello spettacolo. Perchè il serpente è destinato a mangiare la farfalla. Il cervo, invece, la può portare con se, trasportandola delicatamente e difendendola con le sue possenti corna.
Lily, improvvisamente, sembrò riscuotersi.
-Devo andare.- Esclamò, a voce alta.
Piton non si prese neanche la briga di farle un cenno. Sapeva che lei non lo avrebbe visto.
La farfalla era volata via dal serpente, per rifugiarsi tra le corna del cervo, come era giusto che fosse.

-James? Ti prego. Non voglio vederti così...-
-Mi chiedo perchè debba sempre essere io, il giullare di corte.-
-Cosa?-
-Sono sempre io, quello che vuole far ridere, quello che fa stare allegri tutti, cerca di capire tutti. Sono stufo.-
Sylvia stette in silenzio, per un po'.
-Lo sai che ti ha scaldato tutte le notti?- Fece, dolce.
James strinse le labbra.
-Non era lei.-
-Ah, no?-
-No. Andiamo, è della Evans che stiamo parlando. Le faccio pena. Non farebbe mai una cosa simile. -
-perchè credi di no?-
-Perchè è la Evans. Perchè è troppo orgogliosa. Perchè piuttosto di starmi vicino, uscirebbe con la piovra gigante.- Rise, amaro.
-Credi che scappare...sia la scelta più giusta?-
-No. Ma è quella meno dolorosa. Io...posso farcela. La dimenticherò, stando qui.-
Sylvia d'improvviso si alzò. se voleva le maniere drastiche, che maniere drastiche fossero.
-James, alzati.- Fece, arrabbiata.
-Eh?Perchè?-
-Tu alzati.-
Lui si alzò, piano, indeciso se la sua amica fosse impazzita.
Lei si parò davanti a lui, tesa.
-cosa...?- ma James non finì la frase.
Sylvia l'aveva colpito con un pugno, duro in mezzo alla guancia.
-ma che diavolo...?-
-Non ti ho fatto male, vero?- fece lei, ancora arrabbiata.
-Come?-
-chi è stato l'ultimo che ti ha tirato un pugno facendoti male, James?-
Lui la guardò. Poi capì dove voleva andare a parare.
Distolse lo sguardo.
Ma Sylvia gli si avvicinò, il viso a pochi centimetri.
-E se faccio questo...- detto ciò si alzò leggermente sulle punte e attaccò con insolenza le sue labbra a quelle del ragazzo. Si staccò dopo poco, scottata da quel contatto. Ma la rabbia ebbe la meglio. -Se faccio questo, non provi le stesse cose che hai provato l'ultima volta che hai baciato qualcuno, non è vero?-
James si allontanò, arrabbiato.
-Perchè mi stai facendo questo?-
-Perchè rivoglio il James che conosco!Non ti ha insegnato niente, il Cappello Parlante?-
-Il cappello parlante si sbagliava.-
Sylvia stava per ribattere qualcosa, quando una voce li interruppe.
-James.-
La voce era flebile, quasi malata.
I due sgranarono gli occhi.
Sylvia si rilassò. -Finalmente, Lily. - sussurrò, talmente piano che il malandrino non sentì.
James  guardò Sylvia, terrorizzato. Aveva riconosciuto la voce. E sentirla così fragile, lui che era abituato a sentirla urlare, ebbe un effetto devastante sul malandrino.
Si ritrovò quasi a sperare che la voce si mettesse a strillare.
-E così, non era lei, eh?- Fece Sylvia, in tono ironico.
James fece per ribattere, ma Sylvia fu più veloce.
-Vado. Tu ascoltala. Poi...poi farai quello che vorrai. Ma ora, stalla a sentire.-

Lily si sentiva strana. Si sentiva gli occhi gonfi, pesanti.
Guardò James, torva.
-Mi spieghi perchè non ti svegli?-
Si rese conto che forse, come incipit, non era dei migliori.

James inarcò un sopracciglio, quasi a voler ribattere.
Poi si ricordò che non poteva ribattere.
Scosse la testa, alzando gli occhi al cielo.
Poi si sedette, in attesa.

-Sai che ho incontrato Piton...?sai, quasi quasi, ci torno amica. Tanto perchè non ho di meglio da fare.-
Lily si maledisse mille e mille volte. Possibile che non riuscisse a dire niente di normale?
Se lo immaginava, Potter, con un sopracciglio inarcato, le braccia incrociate.
Attenta a non farti ricoprire dall'unto, le avrebbe detto.
Sospirò, sedendosi.
Lo guardò, per un po'.
Poi gli prese una mano, di scatto,e gli tirò un dito, più forte che poteva.

James sobbalzò.
-Ahi.- Fece, guardandosi la mano, e non capendo.

-
Questo è per darti una vaga idea di quello che sto provando io adesso.-
Si sentì una stupida. Figurati se aveva sentito qualcosa.
-sai una cosa?- fece, sussurrando.
-Io non ho idea di cosa mi stia succedendo. Non ho più il controllo...di me stessa. E Lily Evans senza controllo è come...non lo so. Alice senza Frank.-
Non sapeva da dove le fosse uscito quel paragone. Ma sapeva che era azzeccato. E sapeva che anche James lo avrebbe capito perfettamente.

James sorrise.
Frank senza Alice.
Sarebbe stato come dire aria senza ossigeno, fuoco senza fiamme, fiore senza gambo.
e si ritrovò a ridacchiare.
In effetti, così come non si era mai visto Frank senza Alice, non si era mai vista Lily Evans senza controllo.

-la verità è che...- La voce le si spezzò.
Sobbalzò.
Che stava succedendo?
-La verità è che...- riprovò, più sicura.
-è che io...mi sento...in colpa. Tremendamente, inesorabilmente in colpa. E sai perchè?- Rise, amara.
-Perchè  quel bacio mi è maledettamente piaciuto.-

James sgranò gli occhi.
Per un attimo, credette di aver sentito male. -Cosa? chiese.
Poi si dette del cretino,ricordandosi di essere solo.

-Il fatto è che- continuò Lily - la parte di me più razionale si è opposta, con tutte le sue forze. ero talmente arrabbiata che...che io...-
La voce si incrinò, ma lei non ci badò, troppo presa dal discorso.
-io...non lo so. Credo che...anche il fatto che per una volta non ero arrabbiata con te...abbia inciso. Ero arrabbiata con me stessa, e questo mi spaventava. Perchè la rabbia che di solito riversavo...verso di te...ora mi stava bruciando.. E mi sono chiesta, in seguito, se facevo così tanto male anche a te, ogni volta. Io...non capivo...perchè. Perchè tu sopportavi tutte le volte con un sorriso tutta quella rabbia, e invece io...io non sono riuscita a sopportarla neanche per un secondo. Dovevo...buttarla fuori...e...-
Improvvisamente, si sentì umida.
Si toccò una guancia.
Lacrime...?
-James.- disse, quasi presa dal panico. -James, sto piangendo.-

Il Malandrino aggrottò le sopracciglia.
Quella non era Lily Evans.
Lily Evans non piangeva.
Lei affrontava le sofferenze con battute ironiche, poi si chiudeva in una stanza con gli occhi lucidi.
Ma non piangeva.
Mai.

-Non piangevo da quando....maledizione, neanche me lo ricordo, da quando. Potter, maledizione, Lily Evans non piange.-
Lo disse con tono disperato.
Ma più lo diceva, più le lacrime sgorgavano, copiose.
Più cercava di fermarle, più scendevano, arroganti.
Si guardò le mani.
Tremavano.
Gemette.
-James ho bisogno che tu ti svegli. Ho bisogno che mi dica... che non è colpa mia. Che...che si può tornare indietro e...-
Ma non era abituata a parlare mentre piangeva.
La voce le si spezzò.
Gettò un verso simile  al bramito disperato di un cervo.

James si abbracciò le gambe.
Voleva fare qualcosa.
Voleva stringerla,e dirle che andava tutto bene, che non era colpa sua.
Voleva dirle che lui ci sarebbe sempre stato. Perchè non importava quanto si sforzasse di allontanarsi. sarebbe sempre stato, irremediabilmente, attratto da lei come una calamita.
Voleva ascugarle le lacrime, rassicurarla sul fatto che anche Lily Evans può piangere.
Si sentiva il cuore gonfio, pronto a esplodere.

Lily aveva la vista offuscata.
E improvvisamente, le vennero in mente i ricordi.
Tristi, brutti, spaventosi.
Tutti ricordi per il quale non aveva mai pianto, ma avrebbe tanto voluto farlo.
Tutti ricordi che la spinsero a chiedersi dove fosse finita la Lily forte e ironica, la Lily talvolta cinica e sarcastica. La Lily con il sopracciglio alzato e le mani sui fianchi. La Lily Caposcuola.
E quel pensiero la fece piangere ancora di più.
La cella dove aveva trattenuto le lacrime per tutti quegli anni si era rotta,e il peso di tutte quelle lacrime trattenute stava svanendo.

Ramoso era straziato.
Era orribile, sentire la ragazza della propria vita piangere e non poter fare niente.
-Lily- disse, con tono disperato. -Lily, sono qui. Avanti. Sono qui.-

Lily stava cercando di smettere.
Ci stava provando, con tutta se stessa.
Ma non riusciva.
-Spero sarai contento, adesso. Come diavolo si fa a fermare queste maledette lacrime?- sibilò, rivolta verso James. Poi si sentì malissimo.
-Oddio. Oddio, l'ho fatto di nuovo. Sembra che non importi niente, al mio orgoglio, il fatto che tu con tutta probabilità starai peggio di me. Merlino. Scusa. Sul serio. Io...non voglio arrabbiarmi con te senza motivo. Non ti voglio usare come capro espiatorio. Davvero. mi dispiace. James, torna. Per favore. Prometto che...che non lo farò più. Ma ti prego, torna. Ne ho bisogno.-
Detto questo, non ce la fece più.
Si appoggiò con le braccia a James, affondando il viso nel suo petto,e pianse.
Pianse tutto quello che non aveva pianto in quegli anni.

James la sentì, contro di se.
Calda, umida.
Lily.
La sua Lily.
Come aveva potuto pensare, anche solo per pochi istanti, di abbandonarla?
Sarebbe tornato, anche se Lily non gliel'avesse chiesto.
Lo aveva capito ancora prima, quando lei aveva pronunciato il suo nome con tanta fragilità, come se avesse potuto rompersi da un momento all'altro.
Si girò.
Aveva sentito qualcuno, dietro di se.
Sylvia sorrideva.
Non c'era bisogno di parole.
Aveva capito.
Gli si avvicinò, cauta.
Lo abbracciò.
-Mi mancherai.-
-Anche tu,Syl. davvero.-
Lei rise, piano.
-Lo so. Sapevo anche che avresti fatto la scelta giusta. Sono io, la vigliacca, qui.-
-Sylvia,io...-
-Shh, va bene così. Avanti, non vorrai far sciupare troppo gli occhi della tua rossa. -
James si aprì in una risata.
-Proprio no.- disse.
-E allora vai. Segui la luce.-
Sylvia sorrise, un'ultima volta.
James annuì.
Si incamminò, senza voltarsi indietro, verso il suo destino.





Scusate, sono imperdomabile =__= avevo detto che sarei riuscita a postare prima del mio ritorno...e invece =___= chiedo umilmente perdono!comunque... adesso ecco qua il capitolo ^^
visto che sono tornata, almeno posso scrivere i ringraziamenti ^^

Emily Doyle: Grazie ^^
Ninny: si, Lily spesso è stata cattiva...ma si riscatterà, vedrai ^^ spero che la mia Lily non risulti troppo stronza...non è quella l'idea che volevo dare...se è così dimmelo, così vedo di migliorare ^^
Weasly star: una nuova lettrice!!evvivaaaa!!^^ mi ha fatto tantissimo piacere la tua recensione, grazie ^^
Tsuyuko: Grazie ^^ mi scuso per non essere riuscita a postare presto =__= ma ora che sono tornata vi tormenterò più di prima!MUAHAHAH! =P
 



 
  
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