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Autore: CottonCandyGlob    29/03/2014    1 recensioni
Anni di misteri, scorribande e viaggi in giro per il mondo... Finalmente anche i membri della Mystery Inc. hanno ottenuto una vita "normale": Fred e Daphne si sono sposati, e Velma e Shaggy hanno rivalutato la loro relazione, pronunciando anche loro il grande sì. Ma quando i loro figli, si trovano nei guai, i detective sono costretti a tornare in azione nell'isola degli spettri, Spooky Island, che sembra nascondere ancora molti segreti. E' solo un banale scherzo del destino che i loro primogeniti siano due coppie di gemelli?
Per scoprirlo basta seguire le avventure di Chris, Meg, Josh, Lily e l'insostituibile Scooby-Doo che tireranno fuori dal loro DNA la impareggiabile passione per i misteri e abilità di cacciarsi nei guai!
Mia prima fanfiction, un po' ingenua e adolescenziale, che mi ha tirato fuori da un brutto periodo (e rimane qui a mo' di monito personale)
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Zig-zag. Non riesco ad immaginare un diverso movimento della vostra testa mentre seguite le luci appese ai pali lungo il Crownfield Boulevard. Pali che normalmente non si notano, ma ora, con il naso all'insù a farsi abbagliare dal rosso, verde, giallo e blu che scorre sopra di voi, sono come spuntati di colpo da sottoterra, a dominare la città. La via non era una delle più imbandite, anche perchè in Coolsville, Halloween dilagava in tutti i vicoli ogni anno, e i preparativi iniziavano prima della metà del mese. Bisognava assicurarsi di aver almeno sedici chili di dolci in casa, altrimenti niente dolcetto per i bambini, e lo scherzetto, spesso, non era un modo di dire. Ma il rituale di norma partiva alle nove, la strada era deserta. I bambini fissavano la lancetta delle ore lasciare il passo a quella dei secondi: 15 secondi.
La signora Dunhee sbirciò dalla tenda del salotto, portando fuori la punta del naso e le lenti degli occhiali. Fissò attenta tutto il vicinato, con aria soddisfatta. Tutte la case avevano le imposte chiuse, senza luce che filtrasse dalle persiane. Non vedeva nulla di quello che accadeva dai vicini, anzi, meno male che non sentiva.
-Il mio cerchietto! Il mio cerchietto! Accidenti! Possibile che nessuno l'ha visto?!
Alice piantava i piedi per terra, mentre il pavimento del corridoio rimbombava sotto i suoi passi.
Arrivò davanti alla porta del bagno, iniziò a colpirla per richiamare l'attenzione di sua sorella.
-Suzie! È un ora che sei lì dentro! Devo entrare!
-C'è il bagno di sotto...Non rompere.
-Certo che con te non si può ragionare! Apri questa porta!
-Urla quanto vuoi, devo finire una cosa e fino ad allora questo posto è riservato.
La bambina corse in camera infuriata, facendo chiasso più dell'andata. Non fece in tempo a svoltare l'angolo che si scontrò nelle gambe di sua madre, che la trattenne, notato il suo evidente viso non molto tranquillo.
-Ehi, ehi. Dove andiamo con quella faccia? È la sera di Halloween, accidenti, un pò di entusiasmo.
-Se mia sorella non apre la porta del bagno la butto via a calci!
-Ma Alice, non puoi usare il bagno di sotto?
Se prima era arrabbiata, adesso si stava mordendo le labbra, pronta ad urlare.
-Problemi?
-Sì, papà. Non ho le antenne, non ho le mie antenne! Sono un'aliena senza antenne!
-Antenne?
-Antenne con il cerchietto! Sono sicura al cento per cento di averlo lasciato in bagno...Ma Suzie si è chiusa a chiave!
Intanto, l'orologio alla parete segnava già dieci minuti dopo le nove
-Suzanne Amanda Rogers! Apri immediatamente o ti sogni di uscire questa sera!
-Ma mamma, io...
-Niente storie, avanti!
Il pomello si girò due volte, lentamente dalla soglia uscì una dodicenne altissima, con capelli castani  chiari piastrati fino alle punte, un cappellino girato con la visiera all'indietro, e un'inimitabile stella, questa volta arancione, disegnata sulla guancia, questa volta sinistra.
-Non avuto tempo a fare niente, grazie a tutti.
-Sei stata dentro un'ora!-Alice infuriò contro la sorella, non lasciando a nessun altro quel privilegio.
-Tu saresti potuta venire prima anzichè giocare a quegli stupidi videogames, lo sai?
-Ero quasi al trentanovesimo livello, cosa potevo fare?
-Staccare la spina, forse?
-Ma quanto sei furba! Vuoi un premio?
-Ma perchè fai l'isterica! Cioè, che ti ho fatto?
-Le mie antenne! Quelle dannate antenne sono sulla mensola dello specchio!
-Sì, le tue antenne, ok. Vattele a prendere! Ma cosa centro io? Vai nel bagno di sotto e le prendi, no?
-Sono di sotto?
-Toad ce le aveva in testa quando è andato in bagno...
-Toad!Le mie antenne! Dammi quelle dannate antenne!-e correva giù dalle scale da dove si sentiva già provenire una risatina divertita.
-Cioè, nervosetti stasera, vero?
-Si, peggio dei preparativi per il primo giorno di scuola...sono tutti molto agitati, Alice è in ritardo di mezz'ora con Gloria e va leggermente fuori di testa. Tesoro, hai voglia di portare questo a Toad? Digli di metterselo e poi venire da me che lo sistemo. Io vado da Angela.
-Subitissimo.
-Ah e poi guarda che Alice non distrugga la casa.
-A quello ci penso io!-Suzanne pare non avesse niente di meglio da fare che infastidire quella biondina troppo furba, come la definiva lei.
Intanto in strada, una moltitudine di bambini occupava i marciapiedi. E ci si spintonava, nel buio che c'era tra la luce della strada e quella delle porte aperte. Allo scattare dell'ora, il primo aveva aperto le serata dalla sua casa, una delle più vicine al semaforo in cui terminava la via, dove la luce filtrava solo tra le foglie degli altissimi alberi del giardino.
 Tra l'oscurità e l'entusiasmo, Nelson era corso fuori di casa, senza nemmeno ascoltare i mille avvertimenti dei genitori: doveva stare sempre vicino ai suoi amici e non allontanarsi? Al diavolo, quando inizi le medie sei già in pratica adulto, no? In effetti no, ma lui ragionava così.
-E non farti vedere in giro sullo skateboard! Rischi di investire qualcuno! Tuo fratello ti viene poi a prendere quando è ora di tornare, d'accordo?
Niente da fare, sua madre era peggio della colla a presa rapida. Ma la cosa positiva era che spesso riusciva ad evitare le raccomandazioni...auricolari, MP3, volume spacca-timpani(al limite di umanità, ovvio) e guardare i più piccoli particolari in giro, facendo finta di fare attenzione, ma di fatto, annuire senza motivo.
-Che confusione! Non è possibile si faccia tanto rumore! Ma chi ha insegnato ai giovani il rispetto del vicinato? Ah, mia sorella lo aveva detto, "stai a Cleveland, l'appartamento che hai è piccolo, ma per lo meno è conveniente restarci". Ma io no, assolutamente no! Cerchiamo una città meno trafficata, troviamo una casa più spaziosa e un posto più tranquillo!- sembrava un monologo di teatro, il che era possibile, perchè la signora Fernandez era stata attrice di opere liriche piuttosto famose, e poi quell'inusuale accento spagnolo, che sembrava finto.
-Non scaldarti cara, è Halloween. Anche io andrei con loro a fare questo genere di cose, se solo avessi l'età. Il quartiere è sempre lo stesso, Sandra.-la signora Dunhee sentiva la donna come una compare, perchè era di carattere forte e deciso, onesta, sempre gentile, disponibile a chiacchierare e discutere sui pubblici problemi...detto fra le righe, una pettegola come lei. Per una tradizione che era nata tre anni prima, le due vicine, entrambe sulla cinquantina, si ritrovavano a bere un tè la sera del 31ottobre per non andare a letto presto in quella confusione.
-Lo stesso, Lenore? Era lo stesso! Poi vent'anni fa hanno voluto che la via diventasse un manicomio, e hanno costruito diecimila case inutili, i campi sportivi, tolto il senso unico, messo semafori...A volte avrei voluto andarmene...
-Ma non ci saresti riuscita per niente. In fondo senza bambini, la città sarebbe vuota e cupa. Il Crownfield Boulevard così perderebbe di senso.
Il campanello trillò metallico mentre la signora Fernandez posava la tazza nel piattino.
-Vado ad aprire?
-No, stai pure tranquilla.
-E se fossero i bambini per fare quella cosa lì, il dolcetto-scherzetto? Non fanno i dispetti se non apri?
-Ne dubito, tutti i bambini credono che io sia una strega, e non ci tengono ad avvicinarsi a me.
-Chi ha messo in giro questa voce, deve averti fatto di sicuro un gran favore!
-In realtà per niente, non mi va che gli altri pensino che io sia cattiva.
-A me sarebbe comodo. Mi hanno riempito gli alberi di carta igienica una volta, solo perchè non aprivo la porta. Stupidi scherzi, vedi cosa riesci ad evitare?
-Oh, cara, sapessi quante ne ho passate.
-Spero non cose gravi...
-Sai, anni fa avevo poco meno di quarant'anni, vivevo qui con mia figlia che aveva appena terminato il liceo. Poi si è sposata ed è andata via, e io sono rimasta sola. Avrei tanto voluto avere compagnia, ma non ti conoscevo ancora abbastanza.
In mezzo a tanta noia, ero sempre arrabbiata con il mondo intero, non parlavo con nessuno, mi chiudevo in me stessa. Un giorno di primavera, qualcuni bussò alla mia porta. Pensando fosse il postino, mi infuriai quando seppi che nel porticato di casa mia, stavano in piedi quattro bambini. E continuavano ad implorarmi di lasciarli entrare nel mio giardino, calpestando il mio prato, sporcando il bordo della mia piscina, curiosando nelle mie cose, tutto per prendere una stupida palla. In testa ero così confusa che li cacciai via come una bestia. La cosa non mi fece avere rimorsi. Prima di andarmi a coricare, però vidi che appoggiato alla finestra, uno dei quattro bambini fissava il mio giardino, facendo dondolare qualcosa di luminoso in mezzo alle dita. Mi percosse un brivido. Provai a richiamare la sua attenzione, e lui si nascose dietro le tende: da quel momento, ho sempre cercato di attirare la sua attenzione, invitandolo a casa mia, dandogli tutte le possibili attenzioni, sperando che cambiasse idea sul mio conto e dimenticasse il nostro primo tragico incontro. Ma lui e i suoi amici accettarono più volte i miei inviti solo per farmi degli scherzi tremendi, e ci ricascavo ogni volta, forse perchè un po' mi divertivo.
La signora Fernandez la vide guardare malinconica dalla finestra, come a rivivere la scena che aveva appena raccontato. Piano piano le si aprì un sorriso sul volto, stava davvero guardando qualcosa.
-E sono passati otto anni, Sandra, otto.
-Non dirmi che ti mancano le bravate che facevano!
-No, era per convincermi che è tutto vero.
-Vero?
Lenore sorrise stancamente voltandosi verso la finestra, mentre un gruppo scuro veniva prograssivamente illuminato dal palo di fronte a casa sua-tutto è vero, perchè loro non sono più bambini.
-Accidenti, sono così stanca che stasera non mi va proprio di andare ad una festa...
-Dai, abbiamo fatto baldoria tutta la notte il 4 luglio, e alla mattina avevi ancora avuto il coraggio di proporci una passeggiata nel parco!- Chris diede un colpetto a Lily sulla spalla mentre le rispondeva mordendosi la lingua.
-Era per rilassarsi un pò, potevate anche non ascoltarmi!
-Almeno bastava proporci di andare in un negozio di materassi, ci avresti fatti tutti contenti.
-Alle quattro del mattino, Josh?
-Durante l'orario di apertura non puoi sfiorare neanche un cuscino normalmente, quindi bastava...
-Scassinare la porta, comportarci da perfetti vandali, finire in carcere per violazione di proprietà, e avere una telefonata da un minuto ogni giorno per avere contatti dal mondo esterno.
-Che incubo!
Meg ovviamente sarebbe stata arrestata comunque per abuso di apparecchi telefonici, se il reato fosse esistito: finchè era così, la sua fedina penale restava completamente pulita.
-Salite, prima che ci vedano!
Tutti e quattro annuirono. Regola numero uno: mai contraddire Meg. Regola due: mai proferire contro Meg. Regola tre: rispettare le prime due ed uniche valide regole sopracitate.
-E cerca di non fare casino con quel dannato clacson! Già solo rubare le chiavi del furgone dalla camera di mamma e papà mi costerà caro se non torneremo in tempo!
-Calmati, sorellina. È tutto a posto. Saremo silenziosi come...come...ok, non mi viene il paragone, ma staremo zitti comunque.
Mentre Chris portava con la massima cautela la Mystery Machine fuori dal garage, Lily crollava lentamente sul sedile posteriore, Josh e Scooby cercavano di sorreggerla e farla stare dritta. Nonostante tutto il quartiere fosse sveglio, non li vide nessuno, e i loro genitori erano sereni: andare a piedi alla festa della scuola non farà poi loro così male.
-Volevo solo ringraziare-annunciò la preside Beitcher schiarendosi la gola- tutto il comitato degli studenti che ha curato l'allestimento di questa festa, che ovviamente voi giovani apprezzerete-diventava ovvio comprendere dalla sua smorfia quanto Halloween la infastidiva.
Tutti i ragazzi sprizzarono ai tavoli, in mezzo alla pista, vicino alle casse della musica oppure a cercare qualcuno in mezzo a un oceano di persone, cosa ben più difficile in una festa simile, dato che erano tutti mascherati.
-E che non sia da voi dimenticato...-riprese qualche secondo dopo la donna-che sebbene non siamo in orario di lezioni, è comunque mia competenza assicurarmi che a nessun vandalo venga in mente di profanare la proprietà scolastica, intesi?
Ma il volume del microfono non arrivò neanche alle orecchie delle persone sotto il palco della palestra.
-Suvvia, signorina Beitcher! Sono giovani, lasciamoli divertire! A tutti è permesso in questa festa fare qualche strappo alla regola!
-Professor Clark, lei mi sembra poco pretenzioso nei riguardi degli studenti. A volte credo che Kyle sia il docente che mi soddisfa di più.
-Ma la smetta! Venga, si goda la festa!
E trascinò la Beithcer in mezzo all'impalcatura, mentre un pezzo rock esplodeva in sala.
-Ehi, ragazzi! La Beitcher che si scatena!-
-Ha ragione Thay! Guardate tutti!-la squadra dei Cougars al completo rideva estasiata alla vista del duetto musicale.-Scattategli una foto! Dobbiamo assolutamente mostrarla a Chris, quando arriva!
-Fate voi-disse distrattamente Luther-devo parlare con una persona.
Sibilò di fretta qualcosa nell'orecchio di Russell Maytnore.-Nessuno vi disturberà, lo giuro.
Luther partì quasi di corsa verso l'ingresso principale della palestra, mentre i brandelli del suo costume da zombie svolazzavano dietro alla schiena.
-Lilian Rogers, un piacere ai miei occhi.
-Di nuovo qui, Bersmore?
-Sì, vedi, ho avuto pochi impegni questa settimana e sono riuscito a riflettere molto su di me.
-Come se fosse una novità! Dai avanti, cosa c'è?
-Spostiamoci in un angolo più appartato...non voglio parlare qui davanti all'entrata...
-A me non dà fastidio, su, sputa il rospo!
-Thay! Bel costume stasera!-piombò con la voce Chris.
-Grazie Chris...Anche il tuo da seducente vampiro non è male...
-Ho forse interrotto qualcosa?
-No, amico. Era solo una conversazione privata, personale, di vitale importanza, ma...Va bene così.
Luther si allontanó, continuando a fissare la ragazza negli occhi.
Il palco ora era vuoto, i riflettori lo occupavano tutto. Meg arrivò agitata nel suo vestitino bianco da infermiera, tenendosi il cappellino.
-Ragazzi! Le cheerleader mi hanno appena informato che la preside ha ballato con Clark sul palco poco fa! Dovete assolutissimamente vedere il video di Janet Chasez!
-No, grazie. La Beitcher mi disgusta già da ferma.
-Come volete. Andiamo a prenderci qualcosa al buffet? I ragazzi sono tutti lì!
Ecco, Lily a questa informazione avrebbe anche rinunciato ad avvicinarsi al cibo quella sera. Era certa di trovare sicuramente due ragazzi vicino al tavolo: Josh, che sarebbe rimasto lì tutta la sera in compagnia di Scooby Doo, e Luther, ansioso di finire il suo importantissimo discorso.
La ragazza non ebbe scelta: seguì i Jones, frustando un pò tutti con le catene che aveva fissate dalle spalle ai polsi, come il suo vestito da fantasma richiedeva.
-Pensavamo saresti venuta prima!-la accolse Josh con la bocca piena.
-Già, prima!-gli fece eco Scooby.
"E pensare che non ci volevo venire da queste parti"pensò Lily.
Ebbe la sensazione di essere osservata: si mise in bocca una manciata di popcorn, affinchè il suo cervello si concentrasse solo e solamente su quello.
Dato che era impossibile distrarsi dal pensiero dell'atteggiamento sfrontato di Luther, Lily cercò di immaginarsi cosa mai stesse accadendo agli altri Rogers nel Crownfield Boulevard.
Gloria aveva incontrato Alice verso le nove e mezza, dopo che la bambina aveva passato almeno dieci minuti a riparare la sua antenna spezzata dal fratello. Era rimasta nel portico di casa sua ad aspettare che la luce della casa di fronte si accendesse, stirandosi con le dite le pieghe del vestito da strega su cui sua madre aveva lavorato tutto il mese. Alla fine era uscito meglio di quanto si pensasse, e si abbinava benissimo al cappello a punta viola che le pendeva da un lato sulla testa.
Alice invece aveva usato il vestito di sua sorella, tutto verde metallico e argento coperto di glitter.
Per fortuna l'aria non era fredda, ogni costume si poteva esibire senza tanti strati di maglie.
Suzanne stringeva la mano a Toad, camminando oltre la strada per raggiungere la sua amica Melissa, con cui sarebbe dovuta stare, per tutto il tempo, portandosi dietro suo fratello.
-Così ci rallenti il passo!
-Tanto mamma ha detto che devo stare con voi!
-Purtroppo sì, ma non significa che devi fermarti ogni tre passi!Andiamo su!
-Ma abbiamo ancora tanto tempo?
-Solo un'ora e mezza, e ci restano ancora tredici case da visitare! E piantala di ingozzarti di dolci! Vuoi  che torniamo a casa senza?
-Tieni i miei Toad...a me non piace il cioccolato- gli diceva continuamente Fallon, l'ultima arrivata nel gruppo.
Nel lungo sacco del bambino, verso mezzanotte rimaneva solo uno strato di caramelle, troppo in basso per il suo braccio. L'ora tarda lo faceva sentire sempre più stanco, e senza il suono delle chiacchiere della sorella e delle amiche, Toad distingueva solo più le luci appese nella via.
Aldilà di tutto il carattere che aveva potuto ereditare dal padre, un'abilità del saper trovare l'ago nel pagliaio, di trovare il più piccolo insignificante particolare era la parte che Toad aveva avuto da Velma Dinkley.
-Abbiamo saltato quella! Quella lì!
Suzanne sobbalzò, anche lei dava segno di stanchezza.
-Andiamo! Vieni Suzie!
-No, Toad fermati, vieni qui!
Potete immaginare qual era l'unico posto in cui non avevano messo piede: la signora Dunhee.
Se Toad avesse sentito ciò che Josh raccontava sul suo conto, sarebbe corso via come un lampo, ma la mamma aveva proibito al fratello di impaurirlo: perspicace come la madre sì, ma anche fifone come il padre.
Non solo: la camera del bambino aveva una sola finestra da cui si poteva scorgere la casa della vicina; come lei stessa diceva, però, erano passati otto anni, e un olmo intricato si snodava proprio a coprire quello scorcio di cielo.
Così, dopo undici trillate di campanello, Lenore Dunhee vide per la prima volta Toad, il bambino che aveva sentito giocare nel giardino vicino, coperto dalla staccionata.
Suzanne corse dal fratello, sudando freddo per la paura: a lei invece la storia della vicina era stata raccontata per filo e per segno, al buio, con tanto di torcia accesa.
-Toad, vieni subito via!
-Aspetta un attimo! Lasciami stare!
La porta si era aperta scricchiolando, la donna era uscita fuori vestita già da notte, con gli occhiali in mano. Nessuno la notte di Halloween aveva suonato al citofono così insistente.
-Oh, ma guarda chi abbiamo qui! E tu chi sei, piccolo? Bel costume direi!
-Ah, niente, lui è mio fratello, viviamo qui, noi...arrivederci!-Suzanne prese Toad alla svelta, e fuggì via sul marciapiede. Dopo pochi minuti, Velma metteva già a letto Toad.
-Mamma?
-Sì?
-Ma perchè non andiamo mai a trovare la vicina?
-Oh, intendi la signora Dunhee? Beh, vedi, tempo fa i tuoi fratelli hanno combinato un bel guaio...e lei era molto arrabbiata con noi...
-Ma mamma, non possiamo fare pace? La vicina sembrava tanto sola stasera...
-È una cosa difficile, sai? Non è come fare la pace tra amichetti della tua età, per gli adulti è complicato...Mi prometti però che non ti avvicinerai senza il mio permesso come stasera?
-Certo, mamma.
-Dai, non fare quella faccina triste...vieni a salutare papà e le tue sorelle prima di dormire?
-Arrivo subito. Tu inizia ad andare.
-Va bene, vado a controllare se Alice è tornata in tempo...o il suo orologio del tutto casualamente era indietro di mezz'ora.
Al bambino scappò una risatina, mentre la madre sorrideva scompigliandogli i capelli, probabilmente perchè Toad rideva esattamente come suo marito.
-Sei proprio un piccolo Shaggy, lo sai? Ma gli occhi sono i miei!
-Già, uffa!
-Come uffa? Se ti prendo i tuoi occhi saranno l'ultimo dei tuoi problemi!
-No, mamma, no! Il solletico no!
Così la serata finì nel migliore dei modi...anzi, no.
-Shaggy, Velma, è successo di nuovo!-urlarono i Jones, dopo che aprirono loro la porta.
-Daphne? Fred? Qui a quest'ora? Cosa succede?
-Sono appena andato in garage a riprendere il telefono in macchina, e la Mistery Machine è sparita!
-Sparita?-risposero i coniugi Rogers nella tipica domanda retorica di stupore.
-Sparita! Puff! Dileguata!-replicò Daphne a gesti.
-Ve l'hanno rubata?
-No, Shaggy, sottratta...
I quattro si guardarono sorridendo.
La festa alla Coolsville High procedette bene, e anche Lily riuscì a godersela per qualche istante.
Verso le dieci e mezza quando quasi tutti gli studenti erano di fronte alle tavolate imbandite di dolci, la ragazza era in un angolo a mangiare una fetta di torta al cioccolato, guardando la pista da ballo, con i ragazzi che gareggiavano per guadagnarsi l'attenzione di Meg.
Lily per un attimo perse l'equilibrio, appoggiò la mano...in un'altra fetta di torta.
-Accidenti! Scusami, non volevo farlo apposta, cioè volevo appoggiarmi, ma non combinare questo disastro, cioè...te ne dò un'altra fetta...subito...se ce la faccio a non farla cadere...Oh, la mia forchetta, per terra,...ora la prendo...
-È stata colpa mia, tieni-le consegnò la forchetta roteandola tra le dita.-Vorrei scusarmi.
-Scusarti? Ha, scusarti? Sono io che ho le mani che vanno a destra e sinistra senza motivo! Grazie per la forchetta, e per tutto...cioè per quello che hai fatto...tu sei...ah no che sciocca! Mi presento prima io! Mi chiamo Lilian Madison Rogers, "in arte" Lily.
-Oh, piacere di conoscerti. Complimenti per il costume, veramente originale...
-Anche il tuo è...-Lily ebbe il coraggio di alzare finalmente lo sguardo, vide un vestito semplicemente perfetto, da principe azzurro, il cui unico elemento degno di Halloween era una spada insanguinata appesa alla cinta.-Meraviglioso.
-Senti, non vorrei essere indiscreto...ma ti va di prendere una boccata d'aria?...Portiamo la torta se vuoi!
-Non saprei...io...
In quell'istante Luther balzò alle spalle di Lily, la fece girare su se stessa, e le prese la mano.
Chris, Meg e Russell si misero a guardarli a distanza.
-Adesso lo fa-disse Maytnore.
Meg notò che Chris sudava, "Ha ballato fino adesso, ovvio".
-Lilian-cominciò il ragazzo- non resisto più, devo chiedertelo.
Josh si coprì le orecchie con una mano, Scooby fece lo stesso.
Lily si morse il labbro: "non qui, non adesso, non davanti a tutti"
-Vuoi essere la mia ragazza?Puoi stare con me, ora che non sono più troppo impegnato con il football!
-Ecco perchè rifiutare l'incarico di capitano-sussurrò Meg al fratello.
-Già...-disse Chris, aspettando la reazione di Lily alla proposta.
-Con te? Io? Neanche se cadesse un meteorite!
-Pensaci. Sei forte, carina, sei una dura, sei una che si fa passare addosso tutto ed è sempre allegra...tu sei la ragazza giusta! Non come quelle rammollite delle cheerleader!
-Non posso...ecco, io ho già un ragazzo!
Meg e Chris la guardarono stupiti. Lei strinse loro l'occhiolino per rassicurarli, poi afferrò di scatto la mano al principe azzurro, e uscì dalla porta che dava nel cortile, mentre la festa, dopo quei secondi di quiete, tornava a riempire la palestra.
-Spero tu non ti sia offeso per prima...ma Luther è da un po' che cerca di abbindolarmi ed è difficile staccarmelo di dosso...
-Sei davvero forte come lui dice?
-Beh, non così tanto, ho solo qualche dote in più, nient'altro. Diciamo che ho la forza che mio fratello invece non possiede.
-Tuo fratello?
-Sì, il ragazzo che stava davanti a noi, in piedi, vestito da chirurgo...con il cane...
-Ah, lui! Simpatico, mi hanno detto. Adesso che ci penso, aldilà del trucco, siete veramente uguali.
-Per forza, siamo gemelli.
-Wow, deve essere forte! Racconta!
-Beh, non c'è molto da dire, siamo nati la notte del 4 agosto, negli stessi minuti dei nostri due migliori amici...
-Stessi minuti, eh? Intendi che siete nati prima voi o...
-No, in teoria sono nata prima io, poi Chris, Josh ed infine Meg.
-Chris e Meg? La biondina e il vampiro?
-Esatto. E non è tutto, i nostri genitori...
-Sì?-gli diceva il ragazzo avvicinandosi al suo viso, facendo un piccolo salto da seduto sul muretto.
-I nostri genitori sono i membri della Mystery Incorporated...
-Oh cavolo! Fantastico! Lo pensavo io che quel cane lì era Scooby Doo in persona!
-E quella è la Mystery Machine-gli disse indicandogli oltre il cortile.
-Stramitico!
-Sai, non parlo mai di queste cose agli altri...i nostri genitori preferiscono che resti qualcosa di normale, senza giornalisti, fan, riviste...perchè dicono che sono molto pericolosi, e noi siamo solo liceali. Alcuni ammiratori non sanno neppure che esistiamo.-parlava con la soddisfazione di dire qualcosa che si teneva dentro da tanto, passando le dita tra i fili della collana.
-Bella, cos'è?
-Ah, questa? Non ha molto valore, l'unica cosa preziosa è il ciondolo: è un topazio, il nome preciso non lo so, su internet non ne ho trovato uno che gli somigliasse. Però è il mio portafortuna...e mi ricorda che sono la primogenita...perchè è questo che hanno voluto fare i miei genitori, darla al primogenito.
-Di sicuro per te deve essere speciale...e ti assicuro  che vale molto più di quanto pensi, Lilian...
-Lily! Lily! Corri! È già mezzanotte! Dobbiamo tornare a casa, altrimenti siamo in grossi guai!
-Zoinks! Scusami tanto...vado-a metà del discorso si bloccò: non sapeva il suo nome.
Mezz'ora prima della fine della festa, la Mystery Machine sfrecciava in Finnegann J.T. Road, illuminando con i fari i lati della strada.
-Allora? Che succede tra te e Wisely?
-Trent? Niente, perchè Joshie?
-Come perchè? Vi ho trovati a parlare molto intimamente fuori dalla scuola!
-Il principe azzurro era Trent?-diceva stupita con gli occhi che brillavano.
-Oh, che carina. Lily è innamorata!
-No davvero, io non sapevo che...
-Ragazze...-disse Chris interrompendole -guardate chi si vede.
Sul ciglio della strada, Trent Wisely tornava a casa, vestito come lo vedevano tutti i giorni, che camminava con le mani in tasca, a fianco di un ragazzino.
Il furgone si fermò accanto a lui. Meg abbassò il finestrino.
-Ehi Trent! Vuoi un passaggio?
-Siete gentili ragazzi, ma accompagno Nelson a casa a piedi, mi fa bene sgranchirmi le gambe, dopo tante ora a letto!
-Eri malato?
-Sì, ragazzi. Il febbrone dell'altra settimana mi è guarito solo oggi pomeriggio. Sarei venuto volentieri alla festa, e mi è dispiaciuto disdire l'ordine del costume...
-Vuoi dire che non eri a scuola? Non avevi il vestito da principe azzurro? Niente muretto, discorsi, forchetta, buone maniere...niente torta...
-Quale torta, scusa?
Lily si ritrasse delusa.
-Bene, direi che dovremmo affrettarci a rientrare. Buonanotte, ci vediamo dopodomani in classe.
-Buonanotte.
All'inizio ci fu silenzio. Josh circondò la sorella con le braccia: sentiva il suo cuore battere all'impazzata.
-Suvvia, Lily...non devi buttarti giù! Io da tua migliore amica ti consiglio di berti una bella tazza di latte bianco e fare una bella dormita...in fondo non è poi una vera e propria delusione d'amore.
-Non credo che sia agitata per questo, giusto?
-Sì, infatti Josh. Insomma, mi sento depressa: ma con chi ho parlato stasera? Cioè, gli ho detto un sacco di cose, di noi, di mamma e papà, della squadra...
Chris frenò di colpo.-Aspetta, gli hai raccontato queste cose? Te le ha chieste?
-No, mi ha detto "racconta" e mi sono lasciata andare...
-Quindi era ovvio che non potesse essere Trent! Lui è figlio di Patrick e Mary Jane Wisely...conoscono i nostri genitori.
-Qualcuno voleva avere informazioni su di noi...e ha sfruttato l'ingenuità di Lily per attaccarci. -ragionava Josh guardando la strada dubbioso.
Silenziosamente la Mystery Machine entrò nel garage.
-Dobbiamo scoprire chi è quel guastafeste a cui interessano le nostre faccende!
-Già, sarà un onore coglierlo con le mani nel sacco!
-Per adesso questo onore tocca a noi, ragazzi.-disse una voce nel buio.
Tutti e quattro si fermarono impietriti. La luce si accese in un bagliore accecante.
La Mystery Inc.  li aveva accerchiati.
-Chi mi spiega il perchè per tutta la serata il furgone è scomparso dal garage ed è ricomparso solo al vostro arrivo?
-Ah, non lo so. Siete voi, giusto i detective del soprannaturale, no?
-Chris!
-L'ho riportata esattamente com'era! Ho guidato con prudenza, ho persino fatto il pieno!
-Vi avevamo detto di andare a piedi! Possibile che non potete essere come dei ragazzi normali?
-Ma papà, forse, abbiamo un mistero per le...
-Abbiamo un gran sonno! Molto sonno!-urlò Lily per coprire Chris. Poi gli si avvicinò alle orecchie.
-Se vogliamo risolvere il mistero del principe azzurro dobbiamo contare solo su noi stessi.
I genitori li videro farfugliare seduti sul cofano, ma non diedero peso alla cosa.
-Ok, squadra, domani ci dobbiamo incontrare dopo pranzo nel parco, davanti alla fontana. Mi raccomando Rogers, ci serve il vostro cervello.
-Ci saremo, Jones. E Scooby è con noi.
L'indagine stava per cominciare, e nessuno dei ragazzi avrebbe preso sonno quella notte.
Neanche il principe azzurro, ancora seduto sul muretto, reggeva l'emozione nel comporre freneticamente un numero sul suo cellulare.
  
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