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Autore: Kotoko_chan    29/03/2014    8 recensioni
Nel manga abbiamo sempre letto cos'è accaduto a Takano-san dopo che Onodera è scappato via, quindi il divorzio dei suoi genitori, la depressione, la relazione con Yokozawa ecc... Ma di Onodera oltre a una presunta relazione con An-chan e il suo lavoro nelle pubblicazioni Onodera, non sappiamo nient'altro. Per cui mi sono concentrata su questo. Cosa farà Ritsu con l'arrivo di amici del passato? E come si evolverà la relazione con Takano?
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Masamune Takano, Nuovo personaggio, Ritsu Onodera, Shouta Kisa, Takafumi Yokozawa | Coppie: Takano/Onodera
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Shadows: parte seconda
 
E’ buio intorno a me e sto correndo come un forsennato. Se non scappo lui mi prenderà… si mi prenderà… corro… corro… corro… vicolo cieco. Sono in trappola. Mi giro spaventato… lui è qui… mi ha preso!
“NOOOOO!!!”
“Ssshhhh… è tutto a posto Ritsu… tutto a posto…” mormorò una voce dolce.
Aprì gli occhi in stato confusionale e si agitò quando capì di trovarsi in una camera non sua. Provò ad alzarsi dal letto in cui era stato depositato, inutilmente. Aveva i polsi legati con delle manette alla testiera del letto e le gambe immobilizzate da una corda. Nonostante si sentisse intontito cercò di liberare almeno la parte inferiore del corpo.
“Stai buono” mormorò di nuovo la voce.
“Chi sei? Cosa vuoi??!” esclamò Ritsu cercando di mettere a fuoco la stanza.
Era avvolta nella semi oscurità e l’unica fonte di luce era una lampadina collocata in un angolo lontano. Avvertì una strana sensazione nel braccio e capì che qualcuno gli aveva appena fatto un’iniezione che lo fece ripiombare in uno stato confusionale. Voltò a fatica la testa riuscendo così a vedere il suo sequestratore.
“Ma… tu sei…”
 
***
 
Casa Takano-Onodera.
Nessuno era andato al lavoro quella mattina ed erano tutti stipati in salotto in assoluto silenzio. Mino era seduto sul divano abbracciando stretta An-chan che si era appena addormentata, il suo viso era bagnato di lacrime. Yokozawa e Takano erano vicini alla finestra intenti a fumare l’ennesima sigaretta. Hatori stava in un angolo, appoggiato al muro con gli occhi chiusi. Isaka era in giardino in attesa dell’arrivo della madre di Ritsu. Hasahina era andato alla Marukawa a svolgere alcuni impegni per conto del suo capo. Kisa entrò in salotto portando tazze ricolme di caffè che tutti accettarono senza dire una parola. Erano in attesa di ricevere notizie dal capo della polizia che stava svolgendo le indagini.
Un rumore all’esterno li mise in allarme, ma era solo la mamma di Ritsu appena arrivata che non faceva altro che dire: “Dov’è mio figlio?!”
An-chan si svegliò di colpo al suono di quelle parole e corse in giardino ad abbracciare la donna accasciata a terra. Takano la seguì e, aiutato da Isaka-san, la portarono di sopra nella camera degli ospiti. Lei si fece cullare come una bambina da An-chan in quell’enorme letto mentre Kisa comparve con una tazza fumante di camomilla.
“U… uscite fuori tutti per favore… voglio parlare solo con Takano-san” mormorò.
Tutti obbedirono lasciandoli soli.
“Siediti… mettiti qui…” disse dando una pacca sul letto. Lui eseguì in silenzio pronto alla sua sfuriata.
“Senti Takano… volevo chiederti scusa” iniziò cogliendolo di sorpresa.
“Per cosa?” chiese con voce rauca. Era rimasto in silenzio per troppo tempo e le sigarette avevano fatto il resto.
“Per come mi sono comportata con te, per come ho reagito, per come ho reso difficile la vita di mio figlio” una lacrima scese sul suo viso “mi sono comportata così perché mi sono sentita tradita, una pessima madre… mio figlio, il mio UNICO figlio non aveva detto una cosa così importante a me! Sua madre!”
Takano le porse un fazzoletto.
“Per questo gli ho reso la vita impossibile… avevo appena perso mio marito per poi ho avere il colpo di grazia. Cosa avevo fatto? Perché mio figlio non si fidava e non si fida tutt’ora di me?” le sfuggì un singhiozzo che soffocò con un sorso di camomilla “ho affrontato la questione con lui in modo sbagliato, rinnegandolo, dandogli problemi sul lavoro, ferendolo… come lui aveva fatto con me… poi di recente ho fatto una scoperta. Ho trovato una cassaforte in casa di cui non conoscevo l’esistenza e dentro ho trovato questi” estrasse dalla borsa alcuni quaderni ingialliti.
Takano allungò la mano per afferrarli e lei lo bloccò.
“Devi leggere questo” disse porgendogli uno particolarmente consunto.
Takano lo aprì con cautela e rimase sbigottito.
“Ma questo è…”
“… il diario di Ritsu” finì Karen per lui.
Iniziò a leggere e capì da subito che quelle pagine parlavano di lui.
 
“Oggi è stato il mio primo giorno di scuola! Non credevo che la scuola superiore fosse così eccitante!! Ho conosciuto molte persone e nella mia classe ci sono ragazzi simpatici. All’ora di pranzo siamo usciti fuori a mangiare perché il sole era molto caldo e ci siamo divertiti molto a giocare con la fontana della scuola, anche se siamo stati rimproverati da alcuni professori. Le lezioni pomeridiane sono passate lentamente, almeno per me perché non vedevo l’ora di esplorare la biblioteca… però non avrei mai pensato che lì avrei visto una persona che ha cancellato tutti i miei dubbi. Ho visto un ragazzo più grande di me intento a leggere vicino alla finestra… non so cosa mi sia successo… so solo che il mio cuore ha iniziato a battere all’impazzata!
Sono rimasto un bel po’ ad osservarlo e quando ha alzato il viso, sono scappato…”
 
Girò qualche pagina sempre più curioso.
 
“Non so cosa fare! Vorrei parlargli ma mi vergogno troppo… oggi l’ho incrociato nel corridoio e stava ridendo con alcuni suoi compagni. Non ho mai visto un sorriso così bello, tanto che mi sono imbambolato in mezzo al corridoio! Che vergogna!!!”
 
Sorrise. Si ricordava di quel giorno e del suo piccolo stalker fermo in mezzo al corridoio rosso come un pomodoro.
 
“E’ così bello, gentile… oggi ha salvato un gattino abbandonato in un cartone sotto la pioggia. Non riesco a smettere di pensare a lui. Incontrarlo mia ha reso felice, senza dubbi. So solo di amarlo. Ma so benissimo che questi sentimenti resteranno qui sigillati nel mio cuore…”
 
E invece…
 
“Oggi è successo qualcosa di STRAORDINARIO, UNICO!!! NON CI POSSO CREDERE!!! PER UN INCIDENTE HO DETTO AL SENPAI DI AMARLO E LUI NON MI HA CACCIATO!!! Sono così felice!!!! Sto piangendo dalla gioia!!! Lui non mi ha dato una risposta, questo è vero, ma il mio cuore lo sento più leggero!!! Siamo tornati a casa insieme… io… io… sento che il mio cuore sta per scoppiare!!!”
 
Chiuse gli occhi ripensando a quella strana dichiarazione, alle loro passeggiate, il loro primo bacio…
 
“Oggi il senpai mi ha baciato! Ora posso anche morire!!!”
 
“Pfff…” ridacchiò strappando un sorriso anche alla madre che lesse la stessa frase.
 
“Oggi il senpai mi ha invitato a casa sua. La sua situazione familiare è molto difficile e lo posso capire… se mio padre viene a sapere di questa relazione è la fine… all’ingresso è venuto ad accoglierci il gattino che aveva salvato e mi ha portato in camera sua. Mentre è andato in cucina a prendere da bere, non ho potuto resistere! Mi sono buttato sul letto per sentire il suo dolce profumo. Lui ha un buon odore, ogni volta che siamo vicini e lo sento, mi sembra di impazzire… la sua camera non è diversa dalla mia, è invasa di libri! Però oggi è successo qualcosa di speciale… abbiamo per la prima volta… per la prima volta… non riesco a descriverlo a parole… finalmente so cosa vuol dire sentire il calore di un altro, la passione, la voglia di sentire di più…”
 
Si fermò commosso. Non poteva crederci.
“Sai, leggendo i suoi diari ho capito tutto… non potevo dividervi. E leggendo anche altro ho capito perché non mi ha detto nulla. Suo padre si è comportato molto male…”
“Posso leggerli?” chiese.
“Devi leggere questo, l’ultimo che ha scritto. Non era con gli altri e non credo che suo padre l’abbia mai trovato” disse porgendogli un altro quaderno.
“Perché?”
“Il quaderno che stavi leggendo si interrompe improvvisamente. Ci sono tante pagine vuote. L’ha interrotto così, senza motivo… almeno apparentemente. Così mi sono messa a cercare nella vecchia camera di Ritsu e l’ho trovato. Leggi” incitò.
Takano aprì il quaderno incuriosito.
 
“Finalmente posso riprendere a scrivere. Papà ha scoperto tutto di me e del senpai… mi ha picchiato, tanto… ho ancora molti lividi sul mio corpo e la frattura al braccio sinistro sta guarendo. Ma questo non ha importanza, perché la ferita che ho nel cuore non si rimarginerà mai. Sono passate due settimane… due settimane senza di te. Ci siamo lasciati con quella stupida incomprensione e sono sparito senza dirti nulla, senza spiegazione. Però se voglio difenderti da lui devo fare così…”
 
“Mi… mi aveva detto che si era fatto male in una rissa…” disse Karen soffiandosi il naso.
 
“90 giorni, senza il tuo profumo… senza la tua voce… senza le tue mani…”
 
“Sto frequentando una nuova scuola e ti cerco ovunque anche se so che non ti troverò mai…”
 
“In biblioteca leggo ossessivamente i libri che leggevi tu… ti cerco in quelle pagine ma il vuoto mi tormenta”.
 
“Non ho stretto amicizia con nessuno… il dolore non passa ma aumenta… cosa starai facendo? Ti sei dimenticato di me?”
 
“No!” esclamò Takano come se in quel momento lui fosse lì.
 
“Il mio cuore batte, i miei polmoni pompano aria, mi muovo… la macchina del mio corpo funziona… però io sono morto nell’anima”.
 
“Maledizione!!!” urlò lanciando lontano il quaderno e alzandosi in piedi.
Per colpa di un uomo, la vita di due persone era stata distrutta. Lui aveva provato quello stesso dolore, emozioni negative, lo cercava ovunque… avevano passato l’inferno.
“Takano-san… mi dispiace…” mormorò Karen.
Che colpa aveva quella donna? Nessuna. Era rimasta all’oscuro di tutto.
“Signora Onodera, troverò Ritsu, fosse l’ultima cosa che farò!” disse risoluto.
Il suo telefono squillò facendolo uscire dal buio in cui era sprofondato.
“Pronto?”
“Takano-san, sono l’ispettore di polizia. Venga in centrale. Sono arrivati”.
 
***
 
Respiri affannosi… sudore… saliva… dolore.
“Nnnn… per favore… smettila… nnnon vogliooo”.
Spinta.
“Non mi fermerò, finché non ti ricorderai, così potremo amarci ancora… Ritsu, mio dolce Ritsu”.
Spinta.
“Nooo… lasciami!!!”
Corro veloce cercando una via di fuga. Lui lo stava cercando. Lui lo desiderava. Non è la prima volta che scappo… però lui mi trova sempre. L’ha già fatto. Ma io non voglio… voglio il mio senpai.
 
***
 
Commissariato di polizia. Stanza degli interrogatori.
Takano, Karen e An-chan si trovavano dietro a un vetro osservando tutto ciò che stava accadendo in quella stanza. I presenti che la stavano occupando non potevano vederli e sentirli.
“Bene, il signor Takano vi ha chiamato e voi vi siete precipitati qui per aiutare il signor Onodera”.
“Esatto. Quello che stiamo per dirvi è piuttosto lungo” disse Eddy guardando un agitato Sam.
“Si…” disse lui a testa bassa.
“Abbiamo tutto il tempo”.
I due si scambiarono uno sguardo e dopo un sospiro Eddy iniziò.
“Tutto è iniziato quando Ritsu è venuto in California, lo abbiamo incontrato, fatto amicizia, ci siamo divertiti… poi una volta Jake ci disse che avevano avuto un rapporto fisico. Lo raccontava con entusiasmo dicendo che stavano insieme. Noi non abbiamo alcun tipo di pregiudizio, quindi gli abbiamo fatto gli auguri… ma poi abbiamo notato alcune cose strane”.
“Di che tipo?” chiese l’ispettore.
“Ritsu era diventato nervoso, scattava per non nulla. Ogni volta che Jake lo sfiorava si ritraeva. All’inizio pensavamo fosse dovuto alla timidezza, poi un giorno al mare abbiamo notato alcuni lividi che non ci piacevano sul corpo di Ritsu…” Sam si interruppe rabbrividendo.
“Così abbiamo deciso di pedinarli” disse Eddy prendendo la parola “io seguivo Ritsu e lui Jake. Finché dopo due giorni Sam scoprì a casa di Jake delle foto che lui aveva scattato a Ritsu in alcuni momenti intimi. Imbarazzato le mise a posto ma per errore rovesciò l’intera scatola scoprendo la verità…”
“… ossia che non erano semplici rapporti, ma delle vere violenze. Perquisendo a fondo la casa trovai anche delle sostanze stupefacenti e altri giocattolini che aveva utilizzato su Ritsu…” Sam sbatté il pugno sul tavolo.
Al di là del vetro Takano l’aveva imitato colpendo il muro.
“Stavo per chiamare Eddy ma lui mi anticipò dicendomi di raggiungerlo subito. Jake stava inseguendo Ritsu per fargli del male. Li abbiamo trovati e bloccati. Nella colluttazione Jake scappò mentre Ritsu sbatté la testa piuttosto violentemente, al suo risveglio in ospedale non ricordava più nulla” Sam guardò Eddy in cerca di aiuto.
“La polizia trovò Jake, lo arrestarono… poi fu trasferito in una clinica per essere curato. Nel frattempo Ritsu si era ripreso e tornò in Giappone. Non si preoccupammo più per lui. Il dottore ci disse che forse non avrebbe più recuperato quei ricordi e a noi andava bene così. Avrebbe vissuto serenamente”.
Karen si sedette  tremante e i poliziotti le portarono da bere.
“Dopo un paio di anni Jake uscì dalla clinica guarito, doveva assumere alcuni farmaci regolarmente ma sembrava star bene. Era addolorato per quello che aveva fatto a Ritsu tanto che si era ripromesso che se un giorno l’avesse incontrato si sarebbe scusato” Eddy si alzò nervoso.
“Quel giorno arrivò… siamo venuti tutti e tre qui in Giappone per lavoro e decidemmo di incontrare Ritsu. Tutto andò per il meglio, lui non ricordava nulla e parlava tranquillamente con Jake. Poi il giorno della partenza, all’aeroporto Jake stava sulle spine e non riuscivamo a capire il perché. Quando Ritsu è venuto a salutarci e lui si è scusato abbiamo chiesto a Takano se fosse successo qualcosa e dalla sua risposta abbiamo capito che Jake ci era ricascato” Sam si mise a braccia conserte infastidito “a casa lo abbiamo convinto a parlare e ci ha confessato di aver avuto approcci troppo pressanti su Ritsu e che Takano era intervenuto. Arrabbiati lo abbiamo riportato in clinica per farlo sottoporre a nuove cure. E’ rimasto lì per un bel po’ ma due settimane fa è scappato”.
“Quindi ora sappiamo che è qui in Giappone con il signor Onodera” disse l’ispettore guardando verso lo specchio.
Takano si era appoggiato alla parete incapace di reagire.
 
***
 
Era legato ad una sedia mentre il suo rapitore stava ripulendo il letto. Aveva vomitato sporcandolo tutto a causa di quella sostanza che continuava a somministrargli ad intervalli regolari lasciandolo in uno stato confusionale. Si era ricordato di quello che era successo in America con Jake, del fatto che spesso non opponeva resistenza a quelle violenze perché l’aveva minacciato di divulgare quelle foto che gli scattava in quei momenti.
Ora capiva il motivo di quegli incubi… l’incontro/scontro avuto al suo appartamento gli aveva fatto emergere inconsciamente quell’esperienza traumatica e i suoi sogni cercavano di metterlo in guardia. Ma era troppo tardi.
Lui, Onodera Ritsu, era stato rapito da un folle e nascosto in un posto sconosciuto. Nessuno lo avrebbe trovato, nessuno l’aveva visto… era solo con lui.
E mentre Jake si avvicinava con un ghigno strano, chiuse gli occhi pensando all’unica persona che in quel momento voleva vedere.
“Ma-kun!”
 
 
 
Angolo della follia
Ciao a tutti! Ho deciso di chiamare così questo spazio perché una persona che scrive queste cose è per forza folle xD quindi lo ritroverete in tutti i capitoli che scriverò e lo applicherò a tutte le storie. Fatta questa premessa… ero convinta che già nello scorso capitolo avreste capito chi era il rapitore. Dunque cosa succede? Abbiamo finalmente capito il motivo degli incubi di Onodera, ed è vero che a causa di forti traumi possiamo dimenticarli. Eddy e Sam sapevano tutto ma non ci hanno dato molto peso perché dopotutto loro con Jake stavano in America e Ritsu in Giappone. Quindi nessun pericolo. Ma non avrebbero mai potuto immaginare una svolta di questo tipo.
Le scene di Ritsu e il rapitore le ho scritte così per far capire meglio il senso di confusione del nostro povero Onodera.
Passiamo alla mamma. Credo di essere stata chiara nella storia, lei si è sentita tradita dal figlio ma quando ha scoperto quei diari ha capito tutto. Povera donna se vi mettete nei suoi panni, e a proposito dei diari… mi sono divertita molto a scriverli =D non tanto nella parte in cui emerge il suo dolore, però leggere in prima persona quello che Ritsu pensava… è stato interessante…
Bene al prossimo capitolo!!!
Ciaooo :D
 
 
 
   
 
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