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Autore: Autumvn    29/03/2014    3 recensioni
«Sav, meglio stargli lontano» mi avvertì comprensivamente Amber.
In quel primo momento, pensai su quanto fosse stata banale nel darmi quell'avvertimento, non sapevo nulla di lui, neanche il suo nome. Non sapevo niente di lui a quei tempi.
Solo ora riuscivo a capire come Amber avesse inquatrato tutto alla perfezione, mi aveva avvertita ma,
testarda com'ero non le diedi ascolto, ed ora la mia mente era annebbiata da un unico pensiero: quanto quell'amore avrebbe messo per consumarmi del tutto.
Fin da piccola erano soliti a dirmi "Savannah bambina mia, non farti fregare dall'amore"
Ma ora ero arrivata al punto di farmi consumare dall'amore stesso.
Era sempre stato un mio grande difetto: una volta innamorata, amavo fino a consumarmi le ossa.
Peccato che quell'amore non riusciva mai ad apprezzarlo nessuno.
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Terzo Capitolo.

 

Ormai era passata una settimana, un'estenuante e lunghissima settimana.

Erin, non cessava di tirarmi occhiatine omicide, Harry non smetteva di esprimere il suo odio ingiustificato verso di me, usando modi, non molto carini, e come se non bastasse, man mano sempre più ragazzi si aggiungevano alla 'cerchia' di quei due. Non che mi interessasse, solamente che, avevo lezioni in comune almeno con ognuno di loro. Eccetto che con Harry.

Fortunatamente, quel giorno a scuola con me sarebbe arrivata Amber, la quale mi avrebbe reso molto più facile la permanenza li dentro.

Come ogni mattina uscii di corsa da casa stavolta però, aspettai Amber prima di incamminarmi.

«Sei pronta?» le dissi sorridendo.

«Dovrei prepararmi per cosa in particolare?» disse assumendo un aria più che spaventata oserei dire, agitata.

«Dai, sto scherzando.»

Fece un sospiro di sollievo «Hai già fatto amicizia con qualcuno?»

Scossi la testa «Per niente, ansi, credo mi odino.»

Alzò un sopracciglio «Andiamo, come si fa ad odiare una ragazza come te?» cercò di consolarmi.

«Non so, prova a chiederglielo» scrollai le spalle.

Una volta arrivate davanti all'imponente istituto, Amber, tirò un sospiro di sollievo «Sai, tutto questo nella mia mente, appariva, molto, ma molto più terrificante.»

Risi, poi tra una chiacchiera ed un'altra entrammo.

Dopo averle fatto fare tutto il giro della scuola, ritirammo con estrema fretta il foglio con su scritte tutte le indicazioni.

«Che numero hai?» Chiesi riferendomi all'armadietto.

«Mh, 182 B» disse fissandomi.

Sorrisi «Bene, io ho il 181» l'abbracciai di slancio «Da oggi in poi saremo anche compagne d'armadietto»

La presi sotto braccio per poi andare dritte verso i nostri armadietti.

Ma sfortunatamente, trovai, posti esattamente ai lati del mio armadietto Erin ed Harry.

Mi pietrificai all'istante, senza sapere con esattezza come allontanare Erin dall'armadietto di Amber.

Amber infastidita dalla presenza di Harry contrasse la mascella «Ci penso io» sussurrò al mio orecchio prima di andare all'attacco.

Assistetti alla scena come una specie di spettatore esterno, Amber picchettò sulla spalla di Erin, così facendola girare.

«E tu sei?» chiese sgarbatamente Erin.

Amber strinse i pugni, ma d'altronde aveva sempre avuto un carattere abbastanza particolare, riusciva a tener testa a tutti, tranne che ai suoi genitori.

«La proprietaria di quest'armadietto.» disse cercando di sembrare spavalda.

Le scoppiò a ridere in faccia «Scusami? No tesoro, questo è il mio armadietto.»

«No è il mio!» insistette Amber.

Ma subito s'intromise Harry, strappandole dalle mani il fogliettino con su scritto il numero dell'armadietto.

Dopo averlo letto da cima a fondo, guardò Amber, indicandole con un dito l'armadietto posto esattamente di fronte noi.

«Hai sbagliato fila, tu hai 182 B, questo è 182 A.» disse tenendo un tono distaccato e a mio parere anche un po' maleducato.

Amber arrossì di colpo per la brutta figura appena fatta «Ah.» disse solo questo, poi mi sorpassò, correndo davanti al suo apposito armadietto.

Io intanto, mi avvicinai cautamente al mio, cercando di evitare il più possibile Erin ed Harry. Fu un'azione alquanto difficile visto che ero posta esattamente tra loro due.

Aspettai con impazienza che Harry se ne andasse, poi presi coraggio e richiamai l'attenzione di Erin.

«Ehi.» Dissi guardandomi le scarpe.

Non rispose, ma puntò il suo sguardo verso di me.

«Come mai sei qui?» Chiesi con un pizzico di timidezza.

«Beh, sai com'è, i miei mi hanno praticamente costretta a venire in questa scuola.» disse alzando gli occhi al cielo.

«No, no» mi affrettai a dire «Intendo, a questo armadietto, credevo avessi preso il mio.» accennai un sorriso.

«Quell'inutile armadietto.» Fece una smorfia «Non sono riuscita ad aprirlo, come sai, non vado molto d'accordo con la signora della segreteria, così quella stronza mi ha ridato un armadietto vicino ai bagni»

«Oh, capisco.» dissi cercando di nascondere tutto il disagio che avevo in corpo.

«E' forse un problema per te avermi vicina?» chiese senza alcun accenno di prepotenza o quant'altro.

«Oh, no, assolutamente.» sorrisi incerta.

«Non sono poi così antipatica» sorrise cercando di sembrare cordiale «Solo, tengo molto ad Harry, cerco sempre di proteggerlo da qualche eventuale delusione che potrebbe complicare la sua vita.» mi confidò sinceramente.

Corrugai la fronte «Potrei dargli eventuali delusioni?»

«Non fraintendermi raggio di sole, ma se mai lui ti permettesse di entrare nella sua vita, se ti permettesse di conoscerlo, semplicemente tu, non riusciresti a capirlo, o perlomeno a stargli dietro. Te ne andresti, ed Harry non è pronto a perdere ancora persone a cui vuole bene.»

«Ancora?» chiesi bisognosa di sapere di più.

Scosse la testa «Accetta un consiglio d'amica, lascia perdere.»

«Ma..»

«Niente “ma”» mi ammonì prendendo dei libri «Ho una lezione di filosofia tra meno di cinque minuti, meglio che vada, a dopo compagna d'armadietto.» ammiccò sorridendo per poi sparire dietro l'angolo.

Senza battere ciglio raggiunsi Amber, la quale mi guardò a bocca aperta.

«La permanenza qui dentro, sarà più dura del previsto.» disse dando voce ai suoi pensieri.

«O forse no..» dissi sicura di me, sorridendo.

Mi ero appena creata un obbiettivo. Decisi di ignorare all'istante il consiglio datomi poco prima da Erin. E più determinata che mai, decisi di voler farmi spazio nella vita di Harry.

Volevo conoscerlo, ma sopratutto volevo dimostrare ad Erin quanto il suo sesto senso sbagliasse sul mio conto.

«Perchè sorridi?» chiese Amber guardandomi sospettosa.

«Nulla, solo alcuni pensieri.» scossi la testa levandomi quell'inutile sorriso dalla faccia.

C'era solamente un piccolissimo problema: Harry non mi voleva fra i piedi, ne tanto meno Erin.

Quel giorno le lezioni passarono abbastanza in fretta e fortunatamente, per la prima volta da quando frequentavo quella scuola, un professore, precisamente, quello di psicologia, mi rese partecipe alla lezione, facendomi alcune domane, rimase alquanto soddisfatto, visto che nelle rispose non tralasciai neanche un particolare essendo un argomento già studiato in precedenza.

Una volta arrivata davanti all'armadietto, con estrema fretta lo aprii e con i miei soliti modi maldestri feci cadere alcuni dei libri che tenevo in mano. Li raccolsi subito, ma prima che riuscissi ad alzarmi, qualcuno inciampò sul mio corpo rannicchiato a terra.

Così lasciai i libri dove erano e corsi a vedere come stava il ragazzo steso per terra a causa mia.

Lo aiutai ad alzarsi, ma non appena inquadrò la mia faccia strattonò la mano.

«Ce la faccio da solo.»

Oh, Harry. «Scusami, volevo..solo aiutarti.»

«Non mi serve il tuo aiuto.»

 

Savannah, non farti scappare quest'occasione.

 

Harry fece per andarsene ma lo fermai «Harry.» lo chiamai, forse per la prima volta con il suo rispettivi nome.

Si girò, guardandomi con quegli occhi verdi, in attesa di sentirmi dire qualcosa.

 

Avanti, di qualcosa!

 

Ovviamente non riuscii a dire niente, in realtà avrei voluto chiedergli per quale motivo ce l'avesse tanto con me, ma non riuscii a dar fiato alle mie parole.

Senza aspettare altro tempo inutile, si girò nuovamente, prendendo la direzione opposta alla mia.

Sospirai dandomi mentalmente della stupida. Perchè in fin dei conti, era ciò che mi ero dimostrata.

Aspettai Amber all'uscita, per poi dirigerci verso casa.

Il percorso fu estremamente noioso, visto che Amber non smetteva di parlare. Non faceva altro che fare osservazioni su quanto questa scuola fosse indietro con il programma, o su quanto fosse carino il biondino posto esattamente a fianco a lei nella lezione di Letteratura.

Sospirai «Amb, c'è forse un pulsante per spegnerti?»

«Ti sto annoiando?» chiese assumendo un'aria dispiaciuta.

Scossi la testa «No, scusami, solo che oggi è stata una giornata pesante.»

«Oggi pomeriggio facciamo qualcosa? Sono esonerata dai compiti per una settimana.» le se illuminò il volto.

«Amb, sai che non posso.» le ricordai, riferendomi alla sera precedente.

Annuii, poco dopo dovemmo dividerci, promettendole che l'avrei chiamata più tardi entrai in casa, dove trovai mia madre intenta a preparare un fantastico dolce.

«Mh, a cosa devo questa prelibatezza?» dissi affiancandola.

«Non è per te.» mi avvisò scherzando.

«Pensa, mi ero già immaginata dieci modi diversi per mangiarla.»

«Più tardi andiamo a portarla ai vicini, sai quanto amo fare buona impressione.»

«Lo so anche fin troppo bene..» alzai gli occhi al cielo per poi rintanarmi in camera da letto, dove con estrema fretta finii tutti i compiti per il giorno seguente. Mi sarei sicuramente fatta interrogare, così, giusto per farmi notare dai professori che tendevano ostinatamente ad ignorarmi.

Mi buttai a pancia in sotto sul materasso cominciando a pensare ininterrottamente a cosa avrei fatto della mia vita in quella piccola città.

E tra un pensiero e l'altro, la voce stridula di mia madre giunse al mio orecchio, facendomi così, scendere a malincuore al piano di sotto.

«Stavi dormendo?» mi chiese notando i miei occhi stanchi.

«No, ma quasi.» le dissi strofinandomi un occhio.

Mi posizionai davanti allo specchio posto all'ingresso, sistemai i capelli per poi uscire seguita a ruota da mia madre, la quale senza battere ciglio, bussò alla porta accanto.

Dopo circa un minuto, una signora su per giù dell'età di mia madre ci venne ad aprire con un sorriso smagliante stampato in volto.

«Buon pomeriggio signora, mi scusi per il disturbo, volevo solamente darle questo dolce fatto interamente dalla sottoscritta, sa, ci siamo trasferite qui da poco, pensavo sarebbe stata una buona idea creare un po' di confidenza tra vicine.» sorrise.

Dovetti trattenere con tutte le mie forze gesti sgarbati contro mia madre.

Parlava come una vera altolocata, da far saltare i nervi a chiunque.

La signora ovviamente gradì il gesto, subito dopo ci invitò ad entrare.

Sbuffai mettendomi a sedere sul divano, mia madre aveva la brutta abitudine di parlare troppo.

Dietro alla mie spalle, dalla grande scala fatta interamente di legno scese una ragazza.

«Mamma io esco, ci vediamo stasera, non aspettarmi per cena.»

«Va bene Erin, fa attenzione.»

Erin?

Voltai di scatto la testa verso la figura posta esattamente difronte alla porta d'ingresso.

Fece per uscire ma con la coda dell'occhio mi vide e fece quasi immediatamente retro front.

«Che ci fai qui?» mi chiese sorridendo.

«Oh, ehm, abbiamo portato un dolce. Abitiamo proprio qui affianco» dissi insicura.

«Davvero? E la torta è forse al cioccolato? No perchè io amo il cioccolato.»

Risi «In realtà è ricotta e cioccolata.»

«Cominci a capire come conquistare la mia simpatia.» disse facendomi l'occhiolino.

Risi leggermente «Oh bene, allora la prossima volta porterò una torta fatta interamente di cioccolato.»

Rise, subito dopo mi salutò con un cenno della mano, fece per uscire ma la mamma la fermò «Erin, perchè non la fai venire con te? Così le fai conoscere un po' il posto.»

Spalancammo gli occhi entrambe.

«Ma, mamma non penso le farebbe piacere uscire con persone che non conosce.»

«Si, infatti signora Payne, non fa niente, grazie comunque per il pensiero.» mi intromisi.

«Esci con Harry, no Erin?» disse la madre ignorandomi totalmente.

«Si ma..» cercò di ribattere Erin.

«Tu conosci Harry?» mi chiese.

«Beh, non proprio.» aggiunsi cercando di cavarmela.

«Bene, lo conoscerai meglio oggi, su Erin, non fare la maleducata.»

Sbuffò « E va bene. Andiamo.» disse facendomi un gesto con la mano, una volta uscita da quella casa insieme a lei, sbatté la porta.

«Se non vuoi non fa niente, sono ancora in tempo per rifugiarmi dentro casa.» dissi torturando l'orlo della maglietta.

«Mia madre mi ucciderebbe.» disse guardandomi per un secondo «Non preoccuparti, dovrai solo restare vicino a me, e se non stuzzicherai Harry, tutto andrà per il meglio.» Sorrise falsamente.

Camminammo per circa dieci minuti dopo di che ci fermammo davanti a quella che sarebbe dovuta essere casa di Harry, che scese solo dopo alcuni minuti.

Salutò educatamente Erin, per poi far cadere il suo sguardo torvo su di me.

«Che ci fa lei qui?» chiese freddo ad Erin che alzò gli occhi al cielo.

«Non sei una ragazza con il ciclo Harry, non puoi far cambiare così il tuo umore. Comunque tranquillo, è innocua.»

«Dovevi farla venire proprio oggi?» chiese tenendo fissi gli occhi su di lei.

«Perchè? Cosa dice di fare il bigliettino?» chiese nervosa.

«Leggi.» disse porgendole tra le mani un pezzetto di carta tagliuzzato.

Lo sguardo di Erin, cadde su di esso, dopo di che guardò a bocca aperta Harry. «No, tu non lo farai di nuovo» disse guardandolo con serietà.

«Sai che devo.» disse sconsolato.

«Ti ammazzerà!» quasi urlò «Chi hanno scelto come testimone?» chiese Erin cercando di tranquillizzarsi.

«Zayn.» abbassò lo sguardo.

«Cazzo.» sibilò Erin passandosi una mano tra i capelli.

Tossii volontariamente «Scusate, di cosa state parlando?»

Harry mi fulminò con lo sguardo «Non sono cose che ti riguardano»

La sua freddezza mi ferì in qualche modo.

«Ti spiegherò tutto più tardi.» mi rassicurò Erin, sotto lo sguardo pungente di Harry.

Annuii cominciando a mangiare le mie povere unghie.

Dopo di che ricominciammo a camminare. Rimasi in disparte, mentre Erin ed Harry parlavano a bassa voce, lanciandomi raramente occhiate omicide, più che altro da parte di Harry.

Arrivammo quasi subito in un piccolo parchetto in periferia, dove ad aspettarci vi erano quattro ragazzi, che cominciarono a squadrarmi senza sosta.

«Ragazzi, lasciatela stare, è innocua.» dichiarò Erin prendendomi sotto braccio.

«Ehy, perchè hai guardato proprio me?» disse un ragazzo moro dagli occhi di ghiaccio.

«Perchè ti conosco Lou.» rise sotto i baffi sotto lo sguardo 'offeso' del ragazzo.

Intanto Harry si era seduto vicino ad esso. Gli sussurrò qualcosa all'orecchio, e lui in risposta lo rassicurò con una pacca sulla spalla.

Erin mi si avvicinò all'orecchio «Avanti presentati, li terrò a bada io se mai dovessero metterti le mani addosso.» mi spinse in avanti, così da farmi vedere da tutti i presenti.

«Ehm, i..io sono Savannah.» feci uno strano cenno con la mano destra.

«Io sono Liam, il fratello di Erin.» mi fece l'occhiolino.

Distolsi quasi immediatamente lo sguardo.

«Io Zayn.» Si presentò il tipo accanto a lui.

E così andando si presentarono tutti.

Scoprii che il ragazzo dagli occhi di ghiaccio si chiamava Louis.

Poi ce ne era uno in particolare che attirò la mia attenzione, si chiamava Niall, non faceva altro che ridere.

Si rilevarono tutti bene o male simpatici, anche se Harry rimaneva estraneo a quel gruppo mentre si parlava con me. Quella situazione mi mise ad altissimo disagio.

«Allora Savannah» incominciò Louis, marcando il nome «Quanti anni hai?»

«Diciassette.» rivelai con un filo di voce.

«Oh, bene abbiamo una minorenne qui.» rise Zayn.

«Cos'hai contro le minorenni Zay?» mi si affiancò Erin.

«Assolutamente niente.» le ammiccò.

Lei disgustata andò a sedere sulle gambe di Harry, il quale l'accolse a braccia aperte.

Io non avendo posto, mi sedetti per terra.

«Sav, puoi anche venire sulle mie gambe, se vuoi.» disse maliziosamente Louis.

Sorrisi imbarazzata «No grazie.»

Tutti scoppiarono a ridere.

Poi Erin aprì bocca «E così hanno scelto te, Zayn, come testimone.»

«Già.» sospirò Zayn.

«Che devi fare amico?» chiese Niall.

Harry sospirò «Devo rubare la macchina a Sheldon.»

Zayn sbarrò gli occhi «Un'altra volta? Amico quello ti fa secco.»

Avevo capito ben poco di quella faccenda, ma voletti comunque dare una possibile soluzione.

«Scusate, ma visto che il testimone è Zayn, non può testimoniare il falso?» chiesi con tutta la mia ingenuità.

Harry infastidito dalla mia intromissione prese parola «Non può testimoniare il falso, altrimenti verrebbe ucciso, è uno dei miei migliori amici, non posso far accadere questo.» disse cercando inutilmente di restare calmo.

A quella reazione sussultai leggermente abbassando lo sguardo. «S..scusa, i..io non lo sapevo.»

Ricominciarono subito dopo a parlare «Potremmo sempre fare un patto con Sheldon.» disse Liam.

«Quello mi odia.» ribatté immediatamente Harry «Sono fottuto ragazzi.» si mise una mano tra i capelli tirandoli leggermente.

Erin gli baciò il capo, per dargli una sottospecie di 'conforto'

Passai il tempo restante, osservandoli.

Fecero un piano, un piano estremamente elaborato alla perfezione.

Non si fecero scappare nulla.

«Mi dispiace dirtelo, Sav, ma qui dentro ci rientri anche tu.» disse Louis facendo così voltare tutti.

«Che cazzo dici Lou?» urlò Harry.

«Ehy, calmati, ormai lei sa.»

Io so? Effettivamente sapevo ben poco, ovvero che Harry doveva rubare la macchina ad un tipo che lo odiava.

«E che cazzo significa? Qui sanno in molti.»

«Si ma lei, è stata sicuramente vista qui con noi.»

«Spiegheremo a Trevor la sua presenza come una semplice amica di Erin.» Disse Harry cercando una valida soluzione.

Ma si arrese subito dopo «Non dovevi venire, cazzo, no.» disse uscendo visibilmente fuori di se.

«Harry, ti ho già spiegato che questi cambiamenti d'umore sono concessi solamente a noi donne.» scherzò Erin.

«Erin, per me è una cosa seria.»

«Ehy piccolo uomo, abbiamo sempre risolto le cose insieme, ce la faremo anche adesso.» lo tranquillizzò Erin abbracciandolo.

Ripresero a parlare, ormai si era fatta notte, il sole era calato già da un po'.

Finirono di parlare, dopo di che Erin mi consigliò di avvertire mia madre sul fatto di non aspettarmi alzata.

Ovviamente quando glielo dissi, non fu molto contenta, ma non appena parlò con Erin, a mia sorpresa si tranquillizzò.

«Ragazzi ho fame. Ci facciamo una pizza?» propose Liam.

Tutti urlarono un sonoro 'si' tranne che me.

Rimasi zitta, in disparte.

Liam mi si avvicinò «E tu? Piccoli occhi azzurri, la vuoi la pizza?» mi chiese con fare gentile.

Annuii incerta.

«Ti va di accompagnarmi? Non voglio andare da solo.»

Annuii nuovamente, poi mi alzai di corsa affiancandolo.

«Erin, mi porto via la tua amica.» urlò Liam alla sorella, la quale lo guardò male.

«Stai lontano da Savannah.» lo fulminò.

«Mi accompagna solo a prendere una pizza.» disse ridendo.

«Liam, non vale, l'ho vista prima io!» protestò scherzosamente Louis.

Dopo una varietà infinita di battutine pungenti, presi posto nella macchina di Liam.

Allacciai la cintura per poi dar spazio ad un disagio infinito.

«Non prendertela per quello che dice Harry, è semplicemente fatto così.» Parlò interrompendo quel silenzio assolutamente imbarazzante.

Mi sentivo a disagio, ma credo che stare a pochi centimetri da Harry sarebbe stato anche peggio.

«Non fa niente, non me la sono presa, avrà avuto le sue buone ragioni per rispondermi in quel modo.» mentii giustificandolo.

«Meglio così.» sorrise tenendo lo sguardo fisso sulla strada davanti a se.

Rimanemmo così fino a destinazione.

Una volta arrivati, scese dalla macchina e ad a una velocità sorprendente, rientrò con un cartone di pizza.

«Che buon odore.» aggiunsi sorridendo.

«Questa pizza rischia di non arrivare intera.» scherzò evidenziando quei denti perfettamente bianchi.

«Allora, Savannah, parlami un po' di te, cosi, tanto per passare il tempo.» disse ricominciando a guidare.

«Perchè invece non facciamo il contrario?» dissi cercando di spostare l'attenzione su di lui.

Rise capendo al volo il mio intento «Non c'è molto da dire, ho diciotto anni, ho sempre vissuto qui, conosco Harry e i ragazzi da quando avevo tredici anni, amo la musica, a differenza di tutti gli altri, odio il calcio ma bensì amo correre.» Sorrise spostando lo sguardo da me, alla strada.

Arrivammo al parchetto dopo alcuni minuti.

Durante il tragitto risi, anche troppo forse. Liam era davvero fantastico.

Raggiunti gli altri, cominciammo a mangiare la pizza, la quale finì dopo pochi secondi.

«Mi avete lasciato solamente un pezzo!» si lamentò rumorosamente Erin.

«Così impari! Mangi alla velocità di una lumaca!» Esclamò Niall ridendo.

«Siete ingiusti.» scherzò mettendo il broncio.

Risi di cuore a quella scena, per la prima volta vidi Harry sorridere.

Aveva proprio un bel sorriso.

Scossi la testa per distogliere lo sguardo che tenevo fisso su di lui, da almeno due minuti. Non so con certezza se se ne accorse.

«Ragazzi è quasi ora di andare.» Annunciò sconsolato Zayn.

«Già.» sospirò Harry, torturandosi l'unghia del pollice.

«Andrà tutto bene.» cercò di rassicurare un po' tutti Erin, la quale abbraccio, di nuovo Harry.

Quasi invidiavo il loro rapporto. La loro era un'amicizia più unica che rara.

Passarono altri venti minuti, ormai si era fatta mezzanotte e mezza.

Tutti, compresa me, ci alzammo e a piedi raggiungemmo il parcheggio, dove io Erin, Liam ed Harry prendemmo una macchina, mentre Niall, Zayn e Louis un'altra.

Per tutto il tragitto, Erin cercò in vano di tranquillizzare Harry, il quale si rivelò più agitato che mai.

Io rimasi dietro, zitta, giocando con i miei pollici delle mie mani, in attesa di vedere quello che sarebbe successo a pochi minuti di distanza.

Arrivammo subito dopo, faceva freddo, l'aria si era fatta più gelida ed il cielo non sembrava più molto limpido come lo era prima. Presto sarebbe arrivato un temporale.

«Allora Harry, ci siamo.» Sospirò Zayn allacciandosi fino al mento il giacchetto fatto interamente di pelle nera.

«Ho appena avuto una soffiata. Sheldon rimarrà occupato fino alle due e mezzo.» rivelò Niall stringendosi nel giacchetto.

«Bene.» si guardò intorno Harry.

«Allora, le coppie questa sera si divideranno in questo modo, Niall, tu rimarrai con le ragazze, tienile d'occhio, loro non devono essere toccate. Per quanto riguarda voi.» indicò Liam e Louis. « resterete come pali, non si sa mai qualcosa dovesse andare storto. Naturalmente io andrò con Harry.» Disse Zayn guardandoci in modo serio.

«Avevi giurato di rimanere con me per proteggermi.» disse Erin mostrandosi abbastanza delusa.

«Lo avevo fatto prima ancora di essere scelto come testimone»

«Zayn..» Lo implorò Erin.

Egli sospirò «Erin, non posso.»

«No va bene, può venire un altro con me, il regolamento non vieta questo.» Fece spallucce Harry

«Perfetto.» disse Erin sorridendo ampiamente.

«Chi vuole venire con me?» chiese guardando tutti meno che me.

«Io e Louis siamo gli unici capaci di coprirti alla perfezione le spalle.» disse sicuro Liam.

«Vieni tu, Niall?» chiese speranzoso Harry, ma subito Niall si tirò indietro.

«Non che non voglia farlo, solo ti rallenterei.» disse sinceramente.

«Ehi, Harry, portati Savannah, sembra una tipa precisa e sveglia.» Propose Louis guardandomi.

Subito mi irrigidii. Non volevo andare con lui. Mi metteva paura. Aveva uno splendido talento nello spaventarmi.

Harry sgranò gli occhi «No. Non ci pensate neanche.» si tirò indietro.

«Scegli amico, o lei, o la morte.» disse ben chiaramente Liam.

Harry spazientito si guardò intorno, scompigliandosi nervosamente i capelli, quasi vidi degli occhi lucidi sul suo volto.

«Va bene.» decise turbato.

Spalancai gli occhi «C..cosa? Non sono all'altezza.»

«Non cominciare a fare la bambina. Ormai ci sei dentro quanto noi. Dovrai solo starmi dietro, per poi riferire tutto ad un tipo che poi ti presenteremo.» disse freddo come il ghiaccio Harry.

Deglutii rumorosamente per poi annuire.

A cosa stavo andando contro? In che casino stavo per cacciarmi?

Tutte domande alla quale non sapevo dare una risposta logica.

«Avanti Harry, tranquillo, nervi saldi, andrò tutto bene, te lo prometto.» lo rassicurò Erin.

«Non fare promesse le quali non puoi mantenere.» ribatté Harry ormai al culmine del nervosismo.

Erin non ci rimase male, probabilmente lo conosceva bene, forse fin troppo.

Con uno strattone mi mise al suo fianco.

«Seguimi, non emettere un fiato.» disse guardandomi dritto negli occhi per poi cominciare a camminare con passo svelto.

Annuii silenziosamente, come mi era appena stato appena ordinato.

Arrivammo davanti ad un Pub. L'insegna troppo luminosa mi costrinse ad abbassare lo sguardo.

Subito dopo raggiungemmo un parcheggio, dove Harry, trovò la macchina da noi ricercata.

Con un piede di porco prese a forzare lo sportello, non ci volle molto. Esso si aprì quasi subito. Harry sospirò di sollievo. Quasi vidi spuntare un sorriso sul suo volto.

Salii di corsa in macchina, senza aspettare un ulteriore ordine, entrai dalla parte del passeggero.

Harry si guardò intorno «Troppo facile.» Sussurrò fra se e se.

All'inizio pensai avesse ragione, ma forse un po' di ottimismo nella vita andava sempre bene.

«Non essere così pessimista.» dissi sorridendogli.

Ovviamente lui non ricambiò il sorriso, anzi, distolse immediatamente lo sguardo continuando a guidare.

Passammo davanti all'ingresso del Pub, ma subito due tizzi uscirono fuori da li, fulminandomi immediatamente con lo sguardo.

Harry si coprii il viso quasi immediatamente, poi accelerò.

«Cazzo.» quasi urlò stordendomi un orecchio.

Dietro di noi, già erano posizionate quattro automobili pronte per l'assalto.

Harry stringeva, forse, troppo forte il manubrio.

Non sapevo che dire, stava andando troppo veloce, cominciava a farmi male lo stomaco.

All'improvviso fece una manovra brusca, entrando a tutta velocità dentro una piccola via deserta. Si accostò tra gli alberi spegnendo tutto, compresi i fari della macchina.

Mi fece segno di stare zitta, annuii spaventata.

Vedemmo subito quelle quattro macchine nere passare avanti, senza entrare in quella vietta.

Sospirò, tirando la testa indietro mi fece una domanda «Sono riusciti a vedere il mio volto?»

«No.» Risposi fredda tralasciando un piccolissimo dettaglio: avevano visto me. Ma decisi di non dirgli niente.

Sospirò nuovamente «Non possiamo tornare indietro.»

«Proseguiamo per questa via, da qualche parte porterà, no?»

Decise di darmi ragione, la sua mascella rimase contratta, per tutto il viaggio non mi degnò di uno sguardo, per non parlare del silenzio che regnava li dentro.

Una volta arrivati in una zona più che isolata, abbandonammo la macchina e cominciammo a camminare senza una precisa destinazione.

«Dove stiamo andando? Camminiamo senza sosta ormai da un ora e davanti a noi regna il nulla.» dissi lagnandomi leggermente.

«Ti prego stai zitta.»

«Non dirmi di stare zitta, venire con te, fidati, era l'ultimo dei miei desideri.» dissi scocciata dal suo comportamento davvero infantile.

«Avevo forse scelta?» sbuffò continuando a camminare.

«Provo a chiamare Erin.» scocciata digitai il numero sulla tastiera del telefono, ma sfortunatamente la chiamata si interruppe immediatamente per la mancanza di campo. «Non c'è campo!» mi rivolsi agitata verso Harry, il quale sbarrò gli occhi, provò a chiamare anche lui, ma il risultato fu lo stesso.

«Harry, sono le due.» dissi con timore.

«Merda, ti vuoi dare una calmata?» urlò scaraventando il telefono a terra, inutile dire che andò in mille pezzi, subito dopo Harry imprecò passandosi una mano tra i capelli.

«Neanche ci volevo stare con te!» urlai a mia volta in preda ai nervi.

Ci vollero tutte le forze che avevo in corpo per non scoppiare a piangere. Quella situazione mi rendeva terribilmente emotiva.

«Allora perchè cazzo sei venuta?» urlò nuovamente.

«Perchè altrimenti ti avrebbero ammazzato! Non urlare!» Urlai.

Sospirai sedendomi al margine della strada nell'intento di darmi una calmata.

Dopo pochi minuti, anche Harry riuscii a calmarsi e riprendemmo a camminare. Alla fine, dopo aver fatto una serie di km a piedi trovammo un Hotel a due stelle.

Entrammo e subito un odore acre si impossessò delle mie narici lasciandomi per un secondo spaesata.

Harry con estrema svogliatezza lasciò sul bancone all'entrata pochi spiccioli bastanti per una camera doppia.

Entrammo ed esausti ci buttammo sul letto, sfortunatamente a due piazze.

All'istante mi alzai da esso, presi alcune coperte per poi dirigermi in bagno.

Organizzai un perfetto letto, dentro la vasca non troppo grande, mi rannicchiai dentro essa per poi chiudere gli occhi, ma subito la luce si accese.

«Dormi qui?» chiese notando il mio letto improvvisato.

«Si.» annuii cercando di sorridere.

«Sembra abbastanza scomodo.» aggiunse squadrando la mia posizione.

«Già.»

Fece spallucce per poi fare dietrofront e dirigersi verso il letto.

«Harry.» Lo chiamai timidamente «ho freddo.» ammisi aspettandomi un atto gentile, magari mi avrebbe prestato una felpa.

«Arrangiati.» urlò dall'altra parte della stanza. Sbuffai stringendomi ancora di più nel sottile lenzuolo preso da sotto il letto.

In una frazione di secondo pensai a mia madre, e a quanto si sarebbe arrabbiata il giorno dopo, ma la sonnolenza ebbe la meglio su di me.

 







Parola a mee.
Ho tardato di una settimana, menatemi.
Solo ultimamente non ho molto tempo per scrivere, maa per farmi perdonare ho scritto il capitolo più lungo del solito :3 AMATEMI.
Spero questa storia scritta un pò a mezza bocca vi interessi, ho intenzione di far scoprire tutto nel prossimo capitolo, ovviamente Savannah pretenderà delle spiegazioni.
Harry è uno scorbutico di cacca .-. Erin invece và a momenti, che brava ragazza.
Pipol (?) io vado, ho sonno, ora mi addormento mentre scrivo il mio angolino.
Vi amo taanto.
Al prossimo capitolo :* 



(Crediti a @ehimaliik per il banner)


Passate quii:

Like a wind of summer.


 

 

   
 
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