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Autore: Nike93    06/07/2008    1 recensioni
Ingredienti:
-uno squattrinato cantante dalla chioma leonina
-un fratello straricco in giro per il mondo
-una pianista in disperata carenza affettiva
-aggiungere a piacere una mela, un divano, un salone musicale e spolverare con qualche testata qua e là
Amalgamare bene il tutto, mettere in forno per qualche minuto e servire con contorno di risate!
Genere: Romantico, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Tokio Hotel
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ebbene sì, è successo: due mondi paralleli si sono scontrati brutalmente dando vita a questa (folle) threeshot… Le sottoscritte, alias Vitto_LF e Temperance_Booth hanno azzardato questa miscela

Ebbene sì, è successo: due mondi paralleli si sono scontrati brutalmente dando vita a questa (folle) threeshot… Le sottoscritte, alias Vitto_LF e Temperance_Booth hanno azzardato questa miscela. Perché? Ma perché Bill (secondo Vitto) è naturalmente predisposto a soffrire, secondo Tempe lo è Kelsi (di High School Musical). Dunque… ecco qui. Trama e tastiera by Tempe, correzioni by Vitto e dettagli by tutte e due. Speriamo sia di vostro gradimento e che ridiate almeno la metà di quanto abbiamo riso noi a scriverla (con tastiera spastica, bottiglia d’acqua ghiacciata e turbe psichiche annesse) ^_*

Baci

Tempe&Vitto

 

Ehm..scusate, sono Tempe… vorrei aggiungere una cosa per spiegare il titolo che non c’entra un ciuffolo con la storia. Inizialmente i due malcapitati dovevano tristemente perire in un incidente aereo. Poi abbiamo deciso di stare sul fluff ma non avevamo voglia di cambiare il titolo….e questo è tutto, scusate il disturbo!

 

 

Kelsi

Temperance

Vitto

Wanna Fly?

Well… try again

 

1 – Mele e svenimenti

 

Bene.

Prima di iniziare la narrazione dei fatti che seguono, mi sembra doveroso da parte mia spezzare una lancia in favore della cara Tempe che, suo malgrado, si trova a farmi “soffrire” ancora una volta.

Non è colpa mia, però, eh! ù.ù

Tempe, tesoro, ogni volta che ti verrà in mente di uccidere quello strano essere parzialmente antropomorfo chiamato Bill Ku…ehm…Kaulitz, sarò ben lieta di aiutarti, ma non chiedermi mai, mai più di fare ciò che ho fatto in questo racconto!

Detto ciò, io mi chiamo Kelsi Nielsen.

Sottolineo, Kelsi con la k e con la i finale.

Non Chealsea. Non Kelsie. Solo Kelsi.

Nome strano? Niente affatto.

Nome tedesco? Assolutamente sì.

Ed è proprio la mia tedeschezzitudine ad avermi infilato in un mare di guai in compagnia del signorino di cui sopra.

Tutto ha avuto inizio alla fine di “Liebemärchen”, storia al termine della quale partivo per Berlino dopo aver giurato amore eterno al mio ormai fisso partner Ryan Evans, al quale ho dato il mio primo bacio minimo una ventina di volte.

Sta di fatto che, passati due anni, il nostro eterno amore ha iniziato ad ossidarsi (non è vero, cucciolo! I will always love you!).

Sì, sì certo… ora che sai come sono andate le cose… dillo che sul momento non ci hai pensato due volte!

0_0

Facciamo finta di non aver sentito questo commento del tutto falso, volto a farmi sfigurare, e continuiamo…

Dicevo che la mia love story è terminata anche a causa di una lettera ricevuta da moi nella quale lui si scusava, dicendo di aver conosciuto un’attrice straordinaria (troia), di gran classe (battona), a lui molto affine (meretrice) e di essere con lei sulla strada che portava dritta dritta all’altare.

Ti sta simpatica, eh?

Non me ne parlare…

L’altra faccia dell’amoreeeeee….

È sentirsi naufragare…..

Tempe, per favore, ce la risparmiamo la colonna sonora?

Ecco, sì, giusto.

Uffa… -.-‘

Grazie, tesoro.

Stavo dicendo che, essendo io totalmente distrutta, quella sera stessa partii alla ricerca dell’unica cosa che riesca a risollevarmi il morale dopo batoste del genere.

…. E abbiamo capito. 9_9

No, sbagliato.

Non è una notte di sesso, razza di scrittrici pervertite.

E io che c’entro?

Tu c’entri sempre.

Comunque… è un pianoforte.

Trovai la mia salvezza nel salone pubblico di Berlino centro, dove andavo a provare circa ogni sera con il mio coro.

Appena varcata la soglia le mie orecchie furono invase da urla e lamenti provenienti dalla sala attigua a quella della musica classica, dove quella sera si sarebbe dovuto tenere il concerto di non so che cantante venuto molto probabilmente dalle rive dell’Acheronte, visto il look messo in bella mostra sui cartelloni.

Ignorando il trambusto, mi infilai dritta come un fuso nello stanzino del pianoforte e mi abbandonai sullo sgabello, chiudendo gli occhi.

Ferma, ferma, tutto ciò suona troppo romantico per il contesto che stiamo per affrontare.

Perché, credi che durerà molto?

Ehm… io starei soffrendo, se non vi dispiace… ç_ç

Oooohhhhh scusa…

Perdono…. Continua pure.

Grazie. Con calma e pazienza iniziai a premere sui tasti banchi e neri, dando vita ad una melodia malinconica come la mia anima in quel momento.

Poetessa… mi si stringe il cuore…T_T

Sé….

Vi sento! Comunque stavo beatamente creando, in pace con me stessa e col mondo (Ryan e Pretty Woman esclusi), quando la porta si aprì con uno schianto tipo fucilata lasciando entrare uno scheletrico demone urlante.

“COGLIONI! NON ME NE FREGA NIENTE, POSSONO ASPETTARMI PURE TUTTA LA NOTTE, IO IN QUESTO LOCALE DI MERDA NON CI ENTRO PIÚ!”

Fine, il giovane… O_o

Povero, ha subito un trauma…ha avuto un’infanzia difficile.

Interrotta bruscamente la mia nuova opera d’arte, mi voltai verso la persona (…) che aveva pronunciato codeste dolci parole e vidi, seminascosto da un corpo informe al quale trovo eccessivo attribuire il nome di capelli, un povero ometto in giacca e cravatta all’apparenza terrorizzato e un altro, più magro della pertica della palestra della East High, e completamente vestito di nero e argento che sbraitava ogni insulto conosciuto e non.

“Ma signor Kaulitz…”

“SIGNOR KAULITZ UN CORNO! I MIEI POVERI NERVI VI HANNO GIÁ SOPPORTATO ABBASTANZA! TROVATEVI UN ALTRO PAGLIACCIO A CUI PIACCIA FARSI PRENDERE PER IL CULO!”

Detto ciò, mr Crudelia De Mon chiuse la porta con la stessa delicatezza con cui l’aveva

 aperta e si voltò verso di me, permettendomi di notare lo strano colorito verdognolo che si andava pian piano impossessando del suo viso cereo.

Oh oh

Bill, non crollare… ce la puoi fare…ti prego, non adesso…

Che, conosci questo qui?

… =_=’

In un silenzio imbarazzato, mi alzai dallo sgabello per avvicinarmi e domandare alla creatura di abbassare il volume e di lasciarmi crogiolare nel mio dolore, quando  lui mosse quattro veloci passi verso di me, sventolandosi con una mano, mentre l’altra si aggrappava, rapace, alla mia spalla e sembrava che gli occhi si fossero dilatati oltre le orbite fino al punto di non ritorno.

Noncrollarenoncrollarenoncrollare!

Crollacrollacrolla! *_*

Ma quanto siete cretine voi due? É un momento profondamente drammatico!

“Mi…serve…acqua…” Squittì Crudelia Kaulitz. “E.. un.. medico…”

“Vado a telefon…”

“Acqua!!” Esalò, stringendo la mia spalla in una morsa fatale, mentre le sue ginocchia prendevano a tremare incontrollabilmente.

Beeeelllooo… *.*  potrebbe essere il remake di “Sahara”, mancano solo i cactus, gli avvoltoi e la sabbia.

“Mi sento male.” Voce acuta oltre il livello di sopportazione. “Mi sento molto male!”

“Ehm…io…” Non feci in tempo a concludere il mio brillante intervento, che il giovincello si accasciò inerme sul parquet davanti ai miei piedi assumendo la posa tipica dei tappeti d’orso imbalsamato.

“Oh, santi…”

Mpf… togliti di là, bella mia, che ci penso io a lui.

Sì, Kelsi, salvati, ora che puoi!

è_é

 

Cambio scena: censura dovuta all’alto contenuto patetico che potrebbe urtare i più deboli di cuore.

 

“Allora? La mia acqua?” Domandò in modo alquanto irritante un ormai totalmente ripreso Bill (già, la creatura aveva un nome) che, seduto sul mio divano, si sventolava con il mio ventaglio regalatomi dal mio fidanz…ehm…da un’altra persona.

“UN ATTIMO!” Gridai dalla cucina, già pentita di essermi portata a casa la bestiola.

Ah, alla fine l’hai fatto! Sgualdrina!

Kelsi, ma non potevi prenderti un cane? Capisco che una possa sentirsi sola, però…

-.-‘

Non solo lui, pure voi devo sopportare, ora?!

Senza di me non esisteresti, quindi a cuccia.

E comunque finché non me lo invii per pacco postale non ti lascio in pace.

Vado a comprare il francobollo.

Nel frattempo, però, dovendo soddisfare i bisogni del mio (s)gradito ospite, prelevai dal frigorifero una bottiglia d’acqua lievemente frizzante (non volevo di certo rovinargli le sacre papille gustative) e gliela piantai davanti.

I suoi occhi vagarono per qualche istante da me all’oggetto sconosciuto con espressione vuota, onde poi dilatarsi in una disgustata e consapevole sorpresa.

Bevi, bello, che poi mamma Vitto ti viene a prendere *_*

Ehm… sì…

“Beh? Non bevi?”

Alzando un sopracciglio con aria di supponenza, mi sputò addosso un “Stai scherzando??”

“Sono serissima.”

“Dov’è il bicchiere? Non vorrai attaccarmi qualcosa? E poi quest’acqua ha lo 0,00002 per cento di sodio! Come puoi pensare che la beva?!

O questa minestra o giù dalla finestra… posso permettermi di suggerire la seconda opzione?

A tal punto, le mie mani iniziarono a soffrire di un leggero prurito, misto al desiderio di svuotare la bottiglia incriminata sulla folta chioma leonina del nuovo arrivato.

Ignorando tali sensazioni, posi la prima domanda che mi passò per la mente.

Sei fuggito da un manicomio?

Sei single?

No.

“Come mai hai fatto quella sceneggiata al salone?”

“Ah! Sapessi!” Esclamò, portandosi una mano alla fronte con gesto melodrammatico. “Che storia! Tutto è iniziato quando avevo sei anni e per gioco iniziai a cantare, mentre…”

“Sì… non è che potresti partire da questa sera? No, perché io dopodomani lavoro e…”

“Va bene, va bene. Espressione sdegnata. “La settimana scorsa stavo per concludere la più bella delle mie canzoni, quando una luce tremenda sui toni del rosa si accese, trasformando il mio bellissimo viso in una maschera da Carnevale.

Non che ci voglia molto…

Silenzio! Ascoltalo…senti che voce… ç_ç

Oh, Signore…

“Tu ti sei licenziato per un errore con le luci?”

“Ovviamente! Ma dico, hai visto il mio vestito?”

Sì, l’abbiamo visto. Tutti.

Preferii lasciare la mia risposta all’immaginazione e annuii semplicemente.

“Ecco, con una luce rosa sarei stato ridicolo!”

Diamo la colpa alla luce rosa….

Ma vuoi starti zitta? Non vedi che è sconvolto! Povero angelo!

Qualcuno le faccia tacere, per pietà…

 ù.ù

X-P

“Ma che ti ha portato in un locale disastrato come quello?”

“Beh, una vita altrettanto disastrata, forse.

Notando la sua aria finalmente seria, decisi che forse avrei potuto intrattenerci una conversazione logica.

“Non hai un lavoro? Una famiglia?”

Si strinse nelle spalle.

“Ho un fratello che suona la chitarra in un gruppo di fama internazionale e guadagna più o meno quanto un politico e un canarino che mi aspetta a casa.

“E perché tuo fratello non ti aiuta?” Chiesi, afferrando una mela dal cesto della frutta e dandole un morso.

“Vedi, lui vorrebbe, ma io... FAI SPARIRE QUELLA COSA!!!” Strillò, il terrore negli occhi, scattando in piedi come una molla.

Il mio sguardo vagò per la stanza, onde poi posarsi sull’innocente frutto che tenevo in mano.

“Questa?”

“Mettila via…” Piagnucolò, rannicchiandosi nell’angolo più estremo del divano.

“Ehm…ok…” Mai fare domande ai pazzi.

Che dolce… come si fa a dirgli di no? Guarda, guarda che occhioni! <3

No, non li vedo…sono sepolti sotto l’eyeliner.

“Grazie.” Sospirò, sollevato, al mio ritorno dalla cucina. “Sai, quando tocco una mela mi riempio di bolle…riesci ad immaginarmi? Tale perfezione devastata da un misero pezzo di frutta…”

“Già… proprio non ce la faccio…”

Un secondo dopo, Simba scoppiò a ridere, lasciandomi totalmente basita.

“Oddio, scusami… ora penserai che sono un completo deficiente.

Nooooooo!!! Ma come ti viene in mente?!

 “No… io penso solo che tu sia… particolare, ecco. Ancora oggi sono fierissima di quelparticolare’.

“Convinta tu… Senti, credo di aver approfittato fin troppo di te.

Detta così è brutta, però, eh!

Bruttissima. Orribile. Schifosa. Perversa!!!!!

Abbiamo capito.

“Sì…ho capito il concetto…” Quelle furono le mie parole. Il pensiero era: ma che è, scemo? Prima mi insulta per l’acqua e poi è tutto carino e chiede pure scusa? Bah, uomini…

Oddio, uomo mi sembra una parola un po’forte, però….de gustibus!

 E certo, perché tu magari sei pure convinta di essere una donna.

D’oh.

STATE ZITTE!!!

“Allora ci vediamo, Chealsea.”

Eh no. Questa non me la doveva fare. Senza salutarlo gli chiusi la porta in faccia, onde poi riaprirla e tirargli dietro la sua borsetta di camoscio nero più femminile della mia.

“Grazie!” Sentii urlare da fuori.

Libera!!!!!!!!

Felice come una pasqua, mi appoggiai alla porta, esultando mentalmente.

L’estasi durò poco. Ma la mia casa era sempre stata così silenziosa?

Oh, Signur, bimba mia, fa menga inscì!

Eccola. Lo sapevo io. Poco ci mancava. Talìa, talìa ca già c’ave l’occhiddannamurata

Eh?

 

Nota della produzione:

- Tempe: Oh, Signore, bimba mia, non fare così!

- Vitto: Guarda, guarda che già ha gli occhi dell’innamorata…

 

Continua…

 

  
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