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Autore: Tina_Legolas    30/03/2014    2 recensioni
Unconventional story, proprio come nel titolo, è una storia particolare nata da un sogno che ho fatto alcuni mesi fa e che non ho potuto far a meno di scrivere.
I personaggi principali sono Lindir e una nuova ragazza, Lory, giunta da un mondo lontano, Asgard. Vivrà a Gran Burrone, ma Loki ha alcuni piani per loro e non esiterà a metterli in pratica.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Arwen, Elrond, Lindir, Nuovo personaggio
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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--- CAPITOLO 8 ---
 

“Lindir cosa c'è?”

Chiese Lory arrivando alle spalle dell'elfo, che credeva di essere solo, seduto su una panca sotto alle cascate ad est.

Lory lo aveva visto uscire pochi minuti prima dal palazzo.

Lindir sospirò.

“Sapevo che mi avresti trovato...” sussurrò.

“Cosa c'è?” disse sedendosi al suo fianco passando una mano sulla sua guancia andando poi ad accarezzare i capelli per tutta la sua lunghezza.

“Devo partire...”

Lory inclinò le labbra in un sottile sorriso.

“Non è la prima volta...”

“Ma questa volta è diverso. Andiamo a Lothlorien e poi a Bosco Atro, ci sono le possibilità di un'imminente guerra.”

“Non lo immaginavo...” Lory abbassò il capo per nascondere l'espressione preoccupata.

“Staremo via per un po'...” sospirò l'elfo cercando le sue mani.

“Quanto?” chiese la giovane.

Lindir scosse la testa.

“Non ne ho idea...”

Lory respirò profondamente.

“Se è questo che serve al regno è giusto che tu vada...”

“Non voglio lasciarti con i bambini ancora così piccoli...”

I gemelli avevano appena due anni, ma erano già molto svegli per la loro età.

“Lo so....” gli accarezzò la spalla “Ti aspetteremo...non è il tempo che ci spaventa...”

“Il viaggio questa volta potrebbe essere pericoloso...” sussurrò “Orchi sono in agguato oltre le nostre terre...”

Lory l'abbracciò.

“Non dirlo neanche per scherzo...” sussurrò al suo orecchio “Saremo tutti qui ad aspettarti...”

“No, Lory...non tutti...”

“Cosa?” chiese stupita la giovane.

“Gildor...”

“No, non è ancora pronto!” esclamò lei.

“Lory, è un soldato...”

“No......” sussurrò.

“E uno dei migliori del regno...” sussurrò Lindir.

“Quindi sarà con voi.”

Lindir annuì.

“Quando partirete?” chiese Lory.

“Dopo domani, all'alba.”

“Così presto?” gli occhi le si stavano facendo lucidi.

Lindir si avvicinò lentamente, baciandola.

“Non provare a piangere o farai piangere anche me.” sorrise l'elfo staccandosi leggermente.

Lory sorrise.

“Dove sono le mie piccole pesti?” chiese.

Lory rise.

“Con Eruannie...stavano facendo il bagno. Se non li ha affogati...” rise Lory.

Anche Lindir si unì alla risata.

 

**

 

“Ada! Ada!!!” urlarono i due gemellini correndo incontro al padre che stava legando alcune sacche al suo cavallo.

Lindir si abbassò prendendoli in braccio tutti e due, subito si legarono al collo del padre.

“I miei piccoli...” disse scoccando un tenero bacio ai due piccoli.

“Ada non andare...” disse Tinuviel con la sua vocina infantile.

I due bambini non erano mai stati più di qualche ora separati dal padre e non avevano preso bene la notizia che li avrebbe lasciati per qualche mese.

“Tesori miei....” disse abbracciandoli più forte “Non starò via molto, tornerò...” sorrise scostandosi per vederli in viso.

Lory stava scendendo le scale accompagnata da Eruannie.

Lindir le vide abbracciando ancora una volta i due piccoli che poi riposò, con non poca malinconia, a terra. Tinuviel e Aeglos si legarono alle sue gambe impedendogli di muoversi.

Lindir sorrise scompigliando i capelli dei due bambini.

“Hey! Nessuno saluta me? Ma che modi sono questi?” disse Gildor comparendo alle spalle di Tinuviel staccandola dal padre e abbracciandola.

“Stai attento...” disse Lory rivolta al marito accarezzandogli una guancia.

Lindir annuì.

“Vieni qui!” disse trascinandola tra le braccia.

Eruannie faticava a trattenere le lacrime e guardava ovunque fuorché di fronte a se.

Lindir se ne accorse lasciando per un attimo Lory.

“Non piangere, amore mio...” si avvicinò stringendola forte e la ragazza scoppiò a piangere sulla sua spalla. Lindir la calmò, passandole delicatamente una mano fra i capelli.

Eruannie alzò il volto asciugandosi le lacrime.

Lory guardò la scena, anche lei con le lacrime agli occhi che si rifiutava di versare, controllando ogni tanto il figlio che, lasciandosi aiutare dal piccolo Aeglos, stava ancora caricando sacche sul suo cavallo.

“Gildor...” si avvicinò la madre. Aveva notato che gli teneva le spalle, facendo finta di nulla.

Lory sorrise, amava quando il figlio cercava di darsi un tono sapendo poi che sarebbe stato scoperto.

Gildor sospirò.

“Mi hai beccato...” disse finalmente voltandosi asciugando con una mano le piccole gocce salate che gli cadevano sulle guance.

Lory lo strinse a se.

“L'ho già detto a tuo padre. State attenti...”

Gildor sorrise annuendo e stringendo più forte la madre.

“Mi mancherai, piccolo mio...” disse contro il suo collo.

“Non smetterò mai di essere il tuo piccolo, vero?”

“Assolutamente no!” sorrise guardandolo negli occhi.

Eruannie fu presto al suo fianco reclamando le attenzioni del fratello che non avrebbe rivisto per i prossimi mesi.

Lindir aveva finalmente caricato le ultime sacche per il viaggio che li avrebbe portati fino alle lontane terre del nord, nel frattempo stavano arrivando i primi soldati già pronti per la partenza.

Lindir si abbassò fino ad arrivare all'altezza del viso di Aeglos.

“Allora sarai tu a doverle proteggere fino a quando staremo via, sei d'accordo?”

Dei due gemelli il maschietto era quello che aveva sofferto di più alla notizia del viaggio e Lindir stava cercando di rasserenarlo.

Elrond e Arwen comparvero alle loro spalle.

“Si da il caso che rimanga qui solo la principessa Arwen per cui dovrai prenderti cura anche di lei...” disse il sovrano sorridendo scompigliando i lunghi capelli del piccolo.

“Quindi posso fare il re?” disse sorridendo Aeglos.

Tutti i presenti risero a quella domanda dell'elfetto.

“Certo! Fino a quando sarò via sarai tu il re!” esclamò sorridendo al piccolo.

“Nana hai sentito?” disse Aeglos correndo dalla madre.

“Si, piccolo...”

“E io???” chiese Tinuviel con un'aria corrucciata.

“Vieni a fare la principessa con me, che ne dici?” sorrise Arwen prendendola in braccio.

“Si!” rispose sorridendo.

Lindir guardò il sovrano sussurrandogli un bassissimo “Grazie...” non sapeva più come fare a far sorridere i due gemellini e fortunatamente re Elrond era sempre stato bravo a trattare con i bambini.

Elladan ed Elrohir arrivarono sulle loro cavalcature smontando a pochi passi da loro. Già indossavano l'armatura, lucida e con bagliori rossi, che rendeva le loro capigliature corvine ancora più appariscenti.

“Adar, dobbiamo andare...” disse Elladan.

“Lo sai che sono re adesso?” disse Aeglos ad Elrohir.

L'elfo si abbassò inginocchiandosi di fronte a lui.

“Davvero?”

“Si!”

“Allora dobbiamo portare te e lasciare a casa nostro padre...”

“Gno!" biascicò il piccolo "Io devo proteggere loro!” disse indicando Lory, Eruannie, Tinuviel ed Arwen.

“E allora penso proprio che sarai bravissimo!” disse Elladan passandogli accanto e spettinandolo.

Tutti sapevano che il piccolo odiava essere spettinato in quel modo.

Quando fu portato il cavallo di Elrond tutti seppero che era ormai ora di partire.

Lindir abbracciò di nuovo Lory che respirò profondamente il suo profumo.

“Tornerò presto...” disse baciandola. Appoggiò la fronte sulla sua per alcuni attimi fino a quando non si senti afferrare i fianchi da quattro piccole braccia che lo strinsero forte. Lindir sorrise alzando un braccio per avvicinare anche Eruannie.

I quattro stettero stretti fino a quando il sovrano non ordinò di salire a cavallo.

“Fateci avere vostre notizie...Gildor, non essere avventato...” disse Lory.

Lindir annuì salendo e iniziando a muoversi.

“Non lo sono mai madre...”

“Ne dubito!” sorrise lei “Vai ora...”

I due gemelli seguirono il padre fino a quando la cavalcatura non iniziò ad andare troppo veloce e a quel punto si fermarono in mezzo alla strada sconsolati.

“Aeglos, Tinuviel venite.” li richiamò Lory guardando il marito scomparire dietro ad una collina.

“Lory...” la chiamò Arwen.

La giovane si voltò.

Arwen le accarezzò una spalla per tranquillizzarla.

“Andiamo a fare una passeggiata...” nel frattempo i due piccoli erano tornati, un po' abbacchiati, e avevano abbracciato la madre “Che ne dite piccoli? Vi va di fare una passeggiata?”

I bambini annuirono.

“A cavallo...” disse biascicando, per via della guancia premuta contro il fianco della madre, Aeglos.

“A cavallo vuoi andare?” sorrise Arwen.

“Anch'io!” disse la piccola Tinuviel.

“Sapete che vi dico? Anch'io...” disse allungando le mani e aspettando che i due bambini le prendessero.

Lory la guardò sorridendo cercando d'immagine che cosa avesse in mente la principessa. Eruannie si voltò verso la madre mentre, Arwen e i piccoli s'incamminavano verso la scuderia.

“Non li porterà seriamente a cavallo?” chiese sorridendo.

“Ne dubito...” sorrise anche la madre.

Arwen le sentì, voltandosi verso di loro, ma continuando a camminare.

“Sono nati dei puledrini pochi giorni fa...” sussurrò rivolta a loro, non facendosi sentire dai piccoli.

Lory e Eruannie sorrisero.

“Vieni...” disse Lory prendendo sotto braccio la figlia.

 

**

 

“Nana...” la chiamò Tinuviel.

“Tesoro...” disse alzandosi dal letto per andare dalla piccola che era appena comparsa sulla soglia della porta. “Cosa fai sveglia? E' presto...”

“Non riesco a dormire...” disse la piccola fra le braccia della madre.

“Vieni con me...” disse portandola nel letto e coricandosi con la figlia fra le braccia, i capelli delle due che formavano un unica massa corvina sul cuscino candido.

“Aeglos dorme?”

“Nana...” la voce del bambino arrivo da dietro le sue spalle.

Lory sorrise voltandosi e trascinando anche il bambino sul letto. Lory si mise in mezzo fra i due piccoli permettendo così a loro di appoggiarsi su di lei.

“Dormite ancora un po' piccoli miei...è presto...”

“Quando torna ada?” chiese Aeglos.

Lory bacio le due testoline scure e sospirò.

“Non lo so, amori miei...”

“Io voglio ada...” disse Tinuviel.

“Lo so, piccola...” rispose stringendola e passandogli una mano sulle spalle “Forza, sotto le coperte. Il sole non è ancora sorto...” disse cercando di sorride.

Lindir era partito da poco più di un mese, i primi tempi erano quasi sembrati facili, ma più i giorni trascorrevano più la mancanza del padre si faceva sentire, soprattuto per i gemelli.

Lory si perse nei suoi pensieri fino a quando le palpebre non si fecero pesanti e il sonno l'avvolse.

Il sole era ormai sorto da alcune ore quando si svegliò.

“Nana!!!” urlò Eruannie “Dove sono...” poi entrò nella camera della madre vedendo i bambini, si portò subito una mano al petto cercando di tranquillizzarsi.

“Eruannie. Mi hai fatta spaventare...” disse Lory.

“Scusami. Sono entrata nella loro stanza e non li ho trovati, poi sono scesa a colazione e non c'era nessuno...” disse sedendosi su una poltrona che faceva parte del mobilio della camera.

Lory si alzò cercando di non svegliare i due piccoli.

“Che c'è Eruannie? Ti vedo sai...” sorrise Lory.

“Nulla, nana....mi mancano ada e Gildor...” sorrise tristemente la giovane.

“E poi?”

Eruannie sorrise.

“C'è qualcuno vero?” Lory s'inginocchio di fronte a lei prendendo le sue mani nelle sue.

“Si...”

“E sei felice?”

“Forse...” soppesò la giovane guardando in su stringendo le labbra, ma scoppiando a ridere poco dopo.

“Oh amore mio, sei cresciuta così in fretta...” disse abbracciandola.

“E non mi chiedi nulla? Chi è? Cosa fa?...nulla?” chiese quasi allibita.

“No...” sorrise Lory alzandosi per dirigersi all'armadio “Lo sai che abbiamo fiducia in te. La scelta è solo tua e solo tu conosci quello che prova il tuo cuore...”

Eruannie si alzò per correre ad abbracciarla.

“Grazie, nana!”

Lory ricambiò l'abbraccio.

“Cosa facciamo ora?” sorrise Lory indicando i bambini “La notte non dormono e la mattina non si svegliano...” rise.

“Colazione in stanza?”

“Solo perchè metà corte è partita e non daremmo nell'occhio...” le due risero “Se lo sapesse tuo padre si arrabbierebbe.” risero di nuovo.

“Vado a prenderla.” disse Eruannie uscendo dalla camera.

  
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