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Autore: FORZAVIOLA70    30/03/2014    0 recensioni
E se il pericolo più grande per il potente clan dei Cullen fosse... un semplice umano? Un'omicidio in una fredda notte d'inverno, un adolescente che vede un vampiro uccidere i suoi genitori, una vendetta attesa e pianificata per anni, la fredda e spietata caccia di un umano che può essere placata solo dal sangue dei Cullen... Riusciranno a sopravvivere alla più pericolosa sfida che abbiano mai dovuto affrontare o soccomberanno infine al loro mortale nemico?
Genere: Azione, Guerra, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward, Carlisle/Esme, Emmett/Rosalie, Jacob/Renesmee
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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Prologo
 
Chicago, 24 Dicembre 1980
 
La neve scendeva lentamente sulla città, imbiancandone i tetti e regalando ai suoi cittadini l'atmosfera natalizia di cui tutti sentivano il bisogno.
Il vento era pressoché assente e le poche persone per strada si stavano affrettando a tornare a casa con i regali dell'ultimo minuto, per festeggiare il Natale in famiglia.
C'era gioia ovunque, e l'aria di festa rendeva piacevole passeggiare in quella notte così densa di sentimento.
Lui sentiva quell'atmosfera di felicità così intensamente che il sentimento lo contagiò facendolo sorridere gioioso, cosa che non gli accadeva spesso.
L'uomo biondo rallentò il passo, per allungare la durata di quella felicità effimera, mentre la neve aumentava di intensità.
Era vestito in maniera molto elegante, con un lungo cappotto col collo di pelliccia, un maglione a dolce vita aderente ed eleganti pantaloni di lana, malgrado fossero anni ormai che caldo e freddo non avevano più alcun significato per lui.
Ciò nonostante, l'apparenza era tutto nella sua esistenza.
Anche se non era più uno di loro da tanto, troppo tempo, doveva comunque continuare a sembrarlo.
La gente che gli passava vicino, questo invece sì che aveva effetto su di lui!
Il loro profumo era così invitante ed era così difficile resistere alla tentazione...
Ma l'auto-disciplina che si era imposto da quando stava con la sua “famiglia” lo metteva al riparo dal cedimento, dalla sua debolezza.
Certo, a volte era davvero una tortura!
La sua mente fantasticò per un attimo su quanto sarebbe stato facile placare il desiderio: il mostro dentro di lui fremette di eccitazione al solo pensiero...
Poi la sua mente si concentrò su di lei, la sua metà, la sua ancora di salvezza, l'unica cosa che rendesse quella pseudo-vita a malapena sopportabile: non poteva deluderla così, anche se lei gli avrebbe perdonato tutto senza esitare.
Lo faceva sempre, per amore.
Nella sua mente ricostruì l'immagine del volto di lei, così squisito e delicato, e le emozioni che provava stando con lei: accarezzarla, baciarla, farci l'amore...
Perché aveva scelto lui?
Se lo era sempre chiesto, ma non aveva mai osato esprimere quella domanda fondamentale ad alta voce, per paura della risposta.
Ma quello che contava era che lei lo amava davvero.
Sorrise mestamente e si avviò a passo appena più svelto del normale al luogo dell'appuntamento.
Lei lo aspettava ed al telefono gli era sembrata impaziente, in maniera quasi infantile.
D'altronde, lei amava festeggiare.
Dall'altra parte della strada c'era una gioielleria ancora aperta e lui ebbe l'idea di farle un regalo, un diamante magari: le sarebbe piaciuto così tanto, e lui voleva solo vederla felice.
Fece per attraversare, ma improvvisamente una folata di vento portò con sé un odore che lo paralizzò all'istante: un profumo così soave e delizioso, assolutamente irresistibile!
Il mostro dentro di lui esultò: “Avanti!”, gli gridò nella sua mente, e lui si mise subito a seguire quell'odore, dimentico di ogni altra cosa che non fosse la caccia.
Un centinaio di metri più avanti, una coppia con un ragazzo adolescente si affrettava verso un parcheggio sotterraneo: lui capì che la fonte dell'odore era in quel gruppo e li seguì a breve distanza, facendo uno sforzo sovrumano per resistere all'impulso di prenderli lì dove si trovavano.
Doveva essere prudente, qualcuno poteva vederlo.
In quel momento, l'uomo innamorato e felice di pochi minuti prima era sepolto molto in profondità nella sua anima.
Ora lui era un cacciatore, spietato ed astuto.
Li seguì nel parcheggio e, quando fu sicuro che nessuno lo avrebbe disturbato, attaccò a velocità sovrumana.
L'odore veniva dalla donna, una quarantenne bionda, bella ed elegante: le si avventò sopra e le squarciò la gola con furia, suggendo avidamente quel nettare delizioso che sgorgava a fiotti nella sua bocca dalla giugulare recisa.
L'uomo che era con lei, suo marito, fece per difenderla ma bastò un niente per afferrarlo alla gola e spezzargli di netto l'osso del collo, senza nemmeno lasciare la presa sulla donna.
Lui la dissanguò velocemente, sentendo la vita che la abbandonava sorso dopo sorso, malgrado lei lottasse con tutte le sue forze.
Ah, quanto gli era mancato quel senso di appagamento!
Mentre era ancora preda della frenesia del banchetto, sentì che qualcosa lo percuoteva sulla schiena con la forza di una carezza: il ragazzo!
Aveva una spranga in mano, presa chissà dove, e lo colpiva ripetutamente urlando “Lasciala!”, ma lui se ne curava appena.
Il sangue era l'unica cosa che contava in quel momento!
Poi, appena finì di dissanguare la donna, si voltò ed afferrò anche il ragazzo, pronto a ucciderlo, in preda ad una fame inarrestabile... O quasi.
“No, fermo, non farlo!”, urlò una voce alle sue spalle.
Lui si voltò con un ringhio e lei era lì, delicata e bellissima nel suo abito da sera scuro, sul volto l'espressione più triste che avesse mai visto.
Lei lo aveva certamente visto commettere quell'abominio in una visione ed era corsa a cercarlo, nella vana speranza di fermarlo in tempo.
“Ti prego...”, sussurrò lei di nuovo, avvicinandosi lentamente.
Lui sentì che la follia che lo stava sopraffacendo si dileguava, permettendo alla sua mente di riacquistare il controllo e, con esso, la consapevolezza di ciò che aveva fatto.
Lasciò immediatamente il ragazzo con una smorfia di orrore e di disgusto per sé stesso sul viso.
Il rimorso lo colpì come un proiettile, la pena per quelle vite spezzate lo attanagliò.
“Cosa ho fatto...”, le sussurrò inorridito.
Lei lo abbracciò dolcemente e gli sussurrò in tono rassicurante: “Va tutto bene, stai calmo. Va tutto bene...”
Il ragazzo era ancora a terra e tossiva convulsamente, tentando di respirare di nuovo normalmente.
Lei gli si avvicinò e fece per aiutarlo a rialzarsi, ma lui si divincolò: “Non toccarmi!”, urlò con voce roca, “Stai lontana da me!”
Il ragazzo vide i corpi dei suoi genitori riversi uno sull'altro, lo sguardo vitreo della madre e la sua gola squarciata, la testa del padre piegata ad un'angolazione assurda.
Li guardò immobile, attonito, come se non capisse realmente ciò che era appena successo e la sua mente non riuscisse ad elaborare la tragedia che si era appena consumata, poi alzò lo sguardo verso colui che aveva assassinato i suoi genitori e verso la donna minuta che lo abbracciava protettiva, quasi materna, come se fosse lui, quel mostro, la vittima.
“Mi dispiace così tanto... Perdonami”, sussurrò l'uomo in tono disperato e stranamente il ragazzo capì che era sincero.
La donna si limitava a guardarli prima uno e poi l'altro con infinita tristezza, senza dire niente.
Intorno ai corpi c'erano sparsi ovunque i pacchi dei regali di Natale: uno di essi si era rovesciato ed aperto e l'oggetto in esso contenuto era rimbalzato sull'asfalto.
Un carillon.
La sua musica dolce e malinconica si diffuse tutt'attorno, avvolgendo i protagonisti della tragedia che si era appena consumata.
Dopo un istante che parve eterno, lei prese l'uomo biondo per un braccio e gli disse: “Jasper, dobbiamo andare. Non possiamo fare più niente per loro ormai. Vieni.”
“Sì, Alice. Andiamo. Gli altri ci aspettano... Oh Dio, cosa ho fatto! Dio, perdonami!”
Lui si fece trascinare via dalla donna ed i due sparirono in un lampo, ad una velocità pazzesca.
Jasper.
Alice.
Il ragazzo ripeté nella sua mente i nomi dei demoni che in quel momento dominavano il suo inferno personale.
Jasper e Alice.
Jasper e Alice.
Jasper e Alice...
Poi, riavutosi momentaneamente, il ragazzo si inginocchiò accanto al corpo dei genitori, accarezzando i morbidi capelli biondo cenere della madre e tenendo la mano del padre.
“Mamma, papà...”, sussurrò ed iniziò a piangere irrefrenabilmente.
In lontananza, la sirena di un'auto della polizia si faceva sempre più vicina, coprendo col suo stridere la dolce musica del carillon...
  
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