Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: FORZAVIOLA70    30/03/2014    0 recensioni
E se il pericolo più grande per il potente clan dei Cullen fosse... un semplice umano? Un'omicidio in una fredda notte d'inverno, un adolescente che vede un vampiro uccidere i suoi genitori, una vendetta attesa e pianificata per anni, la fredda e spietata caccia di un umano che può essere placata solo dal sangue dei Cullen... Riusciranno a sopravvivere alla più pericolosa sfida che abbiano mai dovuto affrontare o soccomberanno infine al loro mortale nemico?
Genere: Azione, Guerra, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward, Carlisle/Esme, Emmett/Rosalie, Jacob/Renesmee
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo Uno.
 
Camp Lejeune, Virginia, 24 dicembre 2014
 
“Voleva vedermi, signore?”
“Entri pure, maggiore Wolf. Si sieda. Volevo parlarle di una cosa.”
“Dica, generale.”
Il generale di divisione Stuart Anderson, comandante di Camp Lejeune, base della 1a Divisione di Fanteria del Corpo dei Marines degli Stati Uniti, prese una lettera da un cassetto della sua scrivania e la porse al maggiore che sedeva di fronte a lui.
“La informo ufficialmente che la sua richiesta di congedo dal Corpo a partire dal 1° Gennaio è stata accolta. E' sicuro di quello che sta facendo? Non vuole ripensarci?”
“No, signore, la ringrazio. Oramai ho preso la mia decisione.”
“Secondo me sta facendo una sciocchezza: lei è un eccellente ufficiale, maggiore, è in predicato per la promozione a colonnello e tra qualche anno potrebbe anche sedere su questa poltrona. Lo meriterebbe. Il suo stato di servizio, poi, è impressionante. La prego, ci ripensi.”
“Mi dispiace deluderla, generale, ma la mia decisione è definitiva.”
“Posso chiederle quali sono le sue motivazioni?”
“Motivi personali, signore”, rispose gelidamente il maggiore.
“D'accordo”, sospirò il generale, “Se è questo ciò che vuole... Firmi i moduli all'ufficio personale e renderà la cosa effettiva. Mi dispiace perderla, Alan. Dio solo sa se ho bisogno di lei, ora. Ci rimandano in Afghanistan il mese prossimo. Ho appena ricevuto gli ordini dal Pentagono.”
“Capisco, signore. Ma troverà qualcuno adatto a sostituirmi, ne sono certo.”
“Lei ha già un nome da suggerirmi?”
“Sì, signore. Il maggiore Kidman è un eccellente ufficiale esecutivo. Ho lavorato molto bene con lui. E' adatto al compito, se vuole la mia opinione.”
“Molto bene. Lo convocherò più tardi per conferirgli l'incarico.”
Il generale Anderson si alzò e fece il giro della scrivania per stringere la mano all'uomo con cui aveva lavorato e combattuto per quasi quattro anni: “Buona fortuna, Alan. E buon Natale. Semper fidelis.
“Grazie, signore, di tutto. Buona fortuna e buon Natale anche a lei.”
Il maggiore salutò impeccabilmente, come ogni ufficiale dei Marines deve saper fare, ed uscì per recarsi all'ufficio personale, dove firmò i moduli per il congedo definitivo.
Era molto triste nel congedarsi: i Marines erano stati la sua casa per vent'anni e nel Corpo aveva tutti i suoi più cari amici.
Ma una nuova missione lo attendeva, una missione per la quale si era preparato senza sosta sin da una fredda vigilia di Natale di quasi trent'anni prima.
Il momento era finalmente giunto.
Era pronto.
Era preparato.
Ed aveva un piano.
Nessuno lo avrebbe fermato.
Andò nel suo alloggio e fece i bagagli, stipò tutte le sue cose nel grosso fuoristrada di appena due anni che possedeva e lasciò la base per sempre.
Jasper e Alice.
Alan Jericho Wolf ripensò ai nomi che lo ossessionavano ormai da anni ed assaporò per un momento il gusto della vendetta, una pietanza che va sempre servita fredda.
E dopo quasi trent'anni era molto fredda.
Il fuoristrada dell'ex maggiore Wolf imboccò l'autostrada diretto a Seattle quando il sole cominciò a calare all'orizzonte, in uno spettacolo mozzafiato di colori e magnificenza, ma lui non lo degnò della minima attenzione.
Jasper e Alice, solo loro contavano, adesso.
Fu così che il maggiore Wolf andò di nuovo alla guerra.
La sua guerra personale, stavolta.
 
Forks, Washington, 3 gennaio 2015
 
“Nessie! Ciao piccola, vieni in braccio al nonno!”
Renesmee si fece mettere giù da Jacob e corse a perdifiato in braccio a suo nonno: “Ciao nonno Charlie!”, gli urlò la piccola scoccandogli un bacione sulla guancia.
Lei era sempre entusiasta di stare con nonno Charlie e zia Sue.
“Ciao papà.” Isabella Swan Cullen salutò il padre con un dolce sorriso e lo strinse in un abbraccio, facendo molta attenzione a non stringerlo troppo.
Se non avesse avuto il pieno controllo della sua forza, avrebbe potuto facilmente stritolarlo.
In gola, un'arsura improvvisa le ricordò la tentazione del sangue umano.
Era in quei momenti che Bella capiva perfettamente le difficoltà che aveva avuto Edward con lei, quando era ancora umana.
Bella diede un bacio a Charlie sulla guancia e si accorse subito della reazione del padre al contatto con la sua pelle gelida.
“Gesù, tesoro, sei sempre gelata!”
“Sì, in effetti è un po' freddo qui fuori”, rispose lei evasiva.
“Già...”, fece lui perplesso.
Malgrado sapesse che c'erano stati profondi cambiamenti in sua figlia dal momento del ritorno dal viaggio di nozze, non vi si era ancora abituato del tutto e forse non lo avrebbe fatto mai.
La pelle dura e fredda come il ghiaccio, gli occhi castano dorati, la bellezza ultraterrena, il fatto che non fosse più la goffa liceale adolescente che era venuta a vivere con lui appena tre anni prima, ma che fosse una moglie e madre forte e sicura di sé lo lasciavano tuttora dubbioso ed interdetto.
Era diventata come tutti i Cullen e, stranamente, sembrava essere straordinariamente a suo agio.
“Andiamo, Charlie, qui si gela!”, si lamentò Jacob, togliendo tutti dall'imbarazzo.
“Edward?”, domandò Charlie.
“Sta arrivando. Ci saranno tutti.”, rispose Bella.
“Anche Jasper?”
“Sì, certo. Dai papà, non fare quella faccia!”, lo rimproverò lei in tono bonario.
“Quale faccia?”, rispose lui in tono innocente, coccolando la nipote.
Jasper era l'unico dei Cullen con cui Charlie non aveva legato fino in fondo; non che il biondo fratello di Edward fosse scortese con lui, ma manteneva sempre educatamente le distanze ed anche i giovani Quileute lo evitavano se potevano, pur mostrando un riluttante rispetto nei suoi confronti.
Per Charlie, Jasper era un vero mistero.
Una volta aveva perfino chiesto ad Alice perché si comportasse così.
“E' timido”, le aveva risposto lei col suo tipico sorriso, “ma ti posso garantire che è affezionato a te quanto me, anche se non lo da a vedere.”
“Questo è sicuro...”, aveva borbottato tra sé Charlie, suscitando l'ilarità di lei.
Il rombo di una Maserati Quattroporte V8 lo riportò alla realtà del momento.
La berlina italiana, nuovissima, nera ed elegante, parcheggiò dietro la sua auto di servizio e ne scesero Carlisle, Edward, Esme, Jasper ed Alice.
Un grosso fuoristrada Hummer giallo, immediatamente dopo, annunciò l'arrivo di Emmett e Rosalie.
Carlisle, Esme e Charlie si salutarono calorosamente, mentre Edward ricevette una goffa stretta di mano ed un'imbarazzata pacca sulla spalla, oltre ad un “Benvenuto” a mezza bocca.
Nonostante Edward fosse sposato con Bella da più di un anno e la rendesse immensamente felice, era sempre quello che divideva il letto con la sua unica figlia appena maggiorenne e questo, per un padre, è un rospo sempre difficile da mandare giù.
Carlisle ed Esme risero tra loro nel vedere l'imbarazzo di Charlie e la cortese, affettuosa educazione di Edward verso il suocero.
Alice, dal cantò suo, danzò sorridente verso Charlie, mano nella mano con Jasper, e gli diede un bacio sulla guancia in risposta al suo caloroso saluto.
Emmett lo prese bonariamente in giro per la sconfitta dei Seahawks contro i 49ers, mentre Rosalie gli sorrise, godendosi lo sguardo ammirato che il padre di Bella le aveva rivolto.
Sei troppo vecchio per questo genere di idiozie!, si rimproverò mentalmente Charlie, ammirando più del dovuto la bellissima Rosalie e suscitando così l'ilarità di Edward, che aveva percepito quel pensiero nel momento stesso in cui la mente del suocero lo formulava.
Anche i Quileute accolsero i Cullen con rilassata cordialità: ormai l'odio reciproco era quasi del tutto cancellato, anche se Leah faceva di tutto per mantenere salde le “vecchie abitudini”: infatti, la ragazza si era rifiutata categoricamente di trascorrere la serata “con quei fetidi succhiasangue”.
Ma era rimasta l'unica e tutti scommettevano che presto o tardi si sarebbe rabbonita anche lei.
La serata fu grandiosa: armonia e felicità erano il tratto comune di quella che era diventata un'unica grande famiglia.
Era quasi l'alba quando la compagnia si sciolse per tornare alle rispettive abitazioni.
Pacche sulle spalle, strette di mano, bonari sfottò...
I Cullen ed i Quileute erano in giardino a salutarsi quando improvvisamente Alice si bloccò, paralizzata in una smorfia di terrore da una delle sue visioni.
“Alice! Che c'è, cos'hai visto?”, chiese Jasper in tono ansioso mentre tutti si radunavano attorno a lei.
“Tutti a terra!!!”, urlò Alice improvvisamente.
Proprio in quell'istante, il fuoristrada di Emmett esplose in una palla di fuoco e rottami incandescenti, accompagnata da un boato assordante che frantumò tutte le finestre delle case circostanti che si affacciavano sulla via.
Charlie uscì di casa con la pistola in pugno e si gettò sopra Bella e Renesmee per far loro scudo col suo corpo, benché in realtà non ve ne fosse assolutamente bisogno.
“Che succede?”, urlò Charlie terrorizzato.
“Non lo so!”, rispose Edward rialzandosi da terra, “Sembra che la macchina di Emmett sia saltata in aria, ma non capisco come sia successo!”
Sia i Cullen che i Quileute, miracolosamente illesi, si radunarono cautamente attorno al fuoristrada distrutto, mentre Charlie afferrò il cellulare di Bella e chiamò la Centrale per avere rinforzi.
“E' possibile che sia stato un incidente?”, chiese Jacob.
“Le macchine non esplodono da sole, Jake”, rispose Edward.
“Ha ragione”, disse Sam, “Qualcuno l'ha fatta esplodere. Ma chi? I Volturi, forse?”
“E da quando i vampiri usano l'esplosivo?”, disse Carlisle, “No, qui i vampiri non c'entrano nulla secondo me.”
“Allora chi?”, chiese Bella, stringendo a sé Renesmee per proteggerla e confortarla.
“Non saprei... Non sento alcun odore riconoscibile. E voi?”
Sia i vampiri che i licantropi dovettero ammettere che l'olfatto infallibile di cui erano dotati stavolta non era d'aiuto.
“Sta arrivando la Scientifica”, disse Charlie, “Restate tutti qui, ho bisogno delle vostre deposizioni.”
Ormai il Charlie padre e nonno bonario aveva lasciato il posto al Capo della Polizia di Forks.
“Carlisle! Sam! Guardate qui!”
Emmett prese un oggetto che era stato lasciato sul cofano della Maserati e lo porse al padre adottivo: un carillon, piuttosto vecchio ed alquanto malandato.
All'interno c'era un messaggio.
Emmett aprì il carillon che cominciò a suonare e per Jasper ed Alice fu come salire su una macchina del tempo.
Nella mente di Jasper, i ricordi sepolti di una notte terribile tornarono prepotentemente a galla: la neve, il parcheggio, i due umani che aveva massacrato, il ragazzo e la musica, dolce e malinconica, del carillon.
Anche Alice ricordò e sussurrò: “Oh Dio, no...”
“Che succede?”, chiese Bella vedendo i loro volti così sconvolti.
“Dopo, quando saremo a casa”, disse Edward bruscamente, conscio della situazione per aver letto i pensieri dei fratelli.
Jacob era curioso, ma vide la faccia di Edward ed abbozzò.
Emmett aprì il messaggio ed anche Sam, Jacob e Charlie lo lessero.
Ci vediamo presto. Vi ammazzerò tutti.
“Beh, decisamente non è stato un incidente...”, disse Charlie.
 
A circa due chilometri di distanza, in mezzo al bosco, perfettamente mimetizzato, l'ex maggiore Wolf osservava la scena dal visore notturno del mirino telescopico di un fucile di precisione di grosso calibro M107.
Ad un certo punto, il maggiore fissò il reticolo del mirino su Jasper.
“Sarebbe così facile...”, sussurrò a sé stesso.
Un colpo da quasi duemila metri in assenza di vento contro un bersaglio stazionario: non un gioco da ragazzi, ma nemmeno un tiro impossibile per un Marine addestrato come lui.
Il silenziatore avrebbe attutito il rumore dello sparo persino per l'udito straordinariamente sviluppato di un vampiro ed il proiettile avrebbe avuto un tempo di volo di non più di un secondo, forse un secondo e mezzo...
Chissà, si disse, magari non ce la fa a reagire tanto velocemente!
Per un attimo, Alan Wolf pregustò la scena: il proiettile in tungsteno calibro .50, supersonico ed altamente perforante, che impattava il cranio del vampiro e lo faceva letteralmente esplodere, riducendolo in mille pezzi.
Che provassero pure a ricomporlo, allora!
Il dito indice della sua mano destra tolse la sicura e si appoggiò al grilletto.
Spara! Adesso!, gli sussurrò una vocina all'interno della sua testa.
La tentazione era quasi irresistibile...
Perché no? E' quello che stiamo aspettando da quasi trent'anni! Fallo, Alan, ora!, urlava adesso la voce dentro di lui.
Ma la disciplina a cui era stato addestrato per gran parte della sua vita ebbe la meglio: ignorò le proteste della voce, tolse lentamente il dito dal grilletto e rimise la sicura all'arma.
Aveva un piano ed una precisa tabella di marcia e vi si sarebbe attenuto alla lettera.
Poi, lentamente, senza il minimo rumore, strisciò via dalla sua postazione e si allontanò.
Presto, Jasper.
Presto.
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: FORZAVIOLA70