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Autore: Jade Tisdale    30/03/2014    2 recensioni
Una terrestre che non è riuscita a sottrarsi al destino che il Dottor Gelo aveva previsto per lei.
Un androide che si è fatta assorbire da Cell e che da quel giorno ha iniziato a sognarlo.
Una moglie che non riesce a dimostrare il proprio affetto verso il marito.
Una madre che si chiede se sua figlia potrà avere una vita serena.
Un cyborg che sta cercando di progettare un futuro da umana.
Ma C18 che cos'è davvero?
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: 18, Altri, Crilin, Marron | Coppie: 18/Crilin
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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10. Incubi e dubbi.

 

 

«Crilin, sbrigati! Si può sapere perché ci metti così tanto?»
Il mio futuro marito, dopo avermi sentita urlare per la terza volta, stava finalmente entrando nella camera da letto con il vassoio contenente la mia colazione: due brioche al cioccolato, una tazza di caffè, tre mini ciambelle, uno yogurt, un'albicocca, mezza bottiglia di succo all'arancia e altre, tantissime cose.
«S-scusami C18, ma p-pensavo che il c-caffè fosse troppo f-freddo e così te l'ho r-rifatto...»
La gravidanza procedeva abbastanza bene, per modo di dire. Ero al quarto mese e la pancia iniziava a notarsi. Inoltre, avevo ricominciato ad essere scontrosa e maleducata, avevo voglie di continuo e cosa peggiore, il mio corpo era spesso molto debole. Certo, potevo benissimo scendere le scale e prepararmi la colazione da sola -di certo non avevo perso le forze fino a quel punto- ma, anche se un po' mi dispiaceva, decisi di continuare ad approfittarmi di Crilin. 
Divorai tutto in meno di cinque minuti, dopo di che, fui costretta ad alzarmi di malavoglia dal letto.
Non appena misi i piedi per terra, sentii la testa girarmi e se Crilin non mi avesse presa al volo, di sicuro sarei caduta per terra.
«C18, stai bene?» chiese il terrestre.
«S-sì.» Mi portai una mano alla tempia. «Cioè, mi fa solo un po' male la testa...»
Il moro sorrise.
«E' meglio che oggi ti riposi. Chiamerò Bulma e le dirò che non possiamo andare da lei oggi.» Mi adagiò lentamente sul letto. «In fondo, l'ecografia possiamo farla anche un altro giorno.»
«Col cavolo!» esclamai tentando, inutilmente, di alzarmi di nuovo. «Tra meno di due settimane ci sposiamo e io voglio sapere se il bambino che porto in grembo è maschio o femmina!»
«Scusa, ma proprio non ti capisco. Cosa cambia se lo vieni a sapere prima o dopo il matrimonio?»
A dirla tutta, neanch'io lo sapevo. In realtà quella del matrimonio era solo una scusa per sapere il sesso di mio figlio.
Che poi, quando mai mi ero interessata di cose simili?
Fino a pochi mesi prima era solo C18, la ragazza dagli occhi gelidi che adorava fare shopping e dimostrare la propria forza a chiunque intralciava il suo cammino. E invece, nell'arco di poco, sarei diventata madre. 
Crilin mi diede un bacio sulla fronte.
«Adesso devi pensare a dormire. Vedrai che con un po' di riposo starai meglio e magari domani facciamo questa ecografia.»

 

Mi sembrava di avere la schiena congelata e non riuscivo a muovere neanche un muscolo, anzi, a malapena aprii gli occhi.
Il soffitto era grigio, con una lampada gigantesca al centro e l'ambiente mi sembrava famigliare.
Ruotai molto lentamente la testa alla mia sinistra e mi stupii nel vedere il mio futuro marito privo di sensi e legato ad una sedia.
«Crilin!» urlai guardandolo da capo a piedi.
Mi sentii male al solo pensiero che qualcuno gli potesse fare qualcosa. Fu allora che mi resi conto che anch'io ero legata, ma ad un lettino d'acciaio.
«Ci si rivede, numero 18.»
Avrei riconosciuto quella voce tra milioni e l'avrei disprezzata per il resto della vita.
«Gelo! Brutto verme schifoso, liberalo immediatamente!»
«Altrimenti?» chiese il Dottore scoppiando in una risata che rimbombò per tutto il laboratorio. «Non puoi fare niente C18, niente! E adesso che sei di nuovo nelle mie mani, posso finalmente vendicarmi per ciò che tu e tuo fratello mi avete fatto!»
Lo guardai incazzata al massimo, sputandogli addosso.
«Tu non mi fai più paura!» dissi guardandolo freddamente.
Il Dottore però, dopo essersi pulito la manica della maglia, fece un ghigno.
«Magari non avrai più paura di me, ma che mi dici di lui?»
La figura di Gelo scomparve e fu sostituita dal mostro verde che, per mesi, mi aveva perseguitata nei miei incubi.
«Ciao, bellezza.» disse Cell avvicinandosi. «Allora, sei pronta per dividerti dalla cosa più cara che hai?»
Il mio primo pensiero fu diretto a Crilin.
«Vuoi uccidermi?» chiesi. «Fallo.»
«Oh no, sarebbe troppo facile così. Credo che potrei uccidere quello stupido terrestre laggiù, però...» Sul suo volto si formò un sorriso perfido. Avevo già capito cos'aveva in mente, ma pregarlo non sarebbe servito a niente. «Dì addio per sempre a tua figlia!»
E in quella frazione di secondi, le sue mani sorpassarono il mio ventre, stritolando la piccola creatura che stava ancora crescendo dentro al mio corpo.

 

«C18! E' tutto a posto?»
Il mio risveglio era stato piuttosto brusco. Sudavo freddo, ansimavo, tremavo e non riuscivo a staccare le mani dalla mia pancia.
Scoppiai a piangere e mi buttai tra le braccia di Crilin.
«Tesoro, non piangere, ti prego... Quando fai così fatico a riconoscerti, lo sai.» disse lui scherzosamente, accarezzandomi lentamente la testa. «Si può sapere cos'hai sognato?»
Nei suoi occhi neri riuscii a vedere il mio riflesso ancora spaventato.
«Crilin.» dissi seguito da un singhiozzo. «Io non credo che riuscirò a crescere questo bambino.»
«Perché dici questo?» 
«Perché non riusciremo mai a dargli una vita normale! Con tutto quello che abbiamo passato entrambi, credi davvero che riuscirermo a tenerlo lontano dai pericoli futuri?»
«Beh, certo che no. Però è ovvio che faremo il possibile pur di proteggerlo.» Mi fece un mezzo sorriso. «Adesso mi puoi dire cos'hai sognato?»
«Cell che...» Deglutii. «Cell che uccideva nostra figlia.»
Mi diede un bacio e mi strinse tra le sue braccia.
«C18, non devi preoccuparti di questo. Nessuno, ripeto, nessuno riuscirà a fare del male a questo bambino senza prima passare sui nostri corpi.»
Mi asciugai le lacrime nel copriletto e mi girai dalla parte opposta alla sua.
«Non voglio andare da Bulma a fare l'ecografia.» dissi decisa, chiudendo gli occhi. 
«Come mai?»
«Perché nel mio sogno ero incinta di una femmina e sento che è così anche nella realtà. Mi fido di più del mio sesto senso che di uno stupido macchinario moderno!» 

 

Alla fine, Crilin riuscì comunque a convincermi a farmi visitare da Bulma. In realtà non è che mi convinse, semplicemene ero stufa di sentirmelo chiedere e alla fine mi arresi.
Ci recammo alla Capsule Corporation nel primo pomeriggio. 
La turchina mi fece accomodare, come sempre, nel lettino del suo laboratorio e passò un aggeggio simile ad una macchina fotografica sopra alla mia pancia.
«Non potendo fare un'ecografia vera e propria, il computer potrebbe metterci un po'.» aveva detto l'amica del moro. «Io e Crilin andiamo a prenderci un caffé, tu intanto sta' qui, da brava.»
Sta' qui? E dove voleva che andassi se già facevo fatica ad alzarmi da sola?
Sbuffai. Quella donna a volte sapeva come farmi irritare con le sue risatine isteriche o con le sue frasi senza senso.
Quella solitudine non mi dispiaceva, anzi, mi dava una sensazione di pace e tranquillità.
«Tra un po' di tempo non ci sarà più questa calma.» disse ad un tratto una voce, come se mi avesse letto nel pensiero.
Vegeta entrò nel laboratorio e si guardò un po' intorno prima di parlare.
«Quando il marmocchio nascerà la casa sarà piena di pannolini e biberon. Passerai molte notte insonni, se vuoi saperlo.»
Non aveva tutti i torti. Avere un figlio significava dover rinunciare a dormire e ad avere del tempo libero.
«Io non mi sono mai posto questi problemi, ci ha sempre pensato Bulma.» disse il principe dei sayan posizionandosi di fronte al computer. «E visto che tu sarai la madre, è tuo compito assistere tuo figlio in ogni suo bisogno.»
Stranamente, non avevo niente da dire. Nessun insulto, nessuna risposta. Era come se non potessi rispondergli perché sapevo che aveva ragione.  
«Vedi di non metterci troppo a far nascere il marmocchio. Ho ancora bisogno di qualcuno con cui allenarmi.» 
Il sayan iniziò a camminare verso la porta di uscita, ma ad un tratto, si fermò, senza però voltarsi.  
«Comunque è una femmina.»
Sorrisi senza nemmeno accorgermene, felice di aver finalmente avuto ragione in qualcosa.

 

Quando rientrammo alla Kame House, ovvero all'ora di cena, Crilin diede subito la notizia al Maestro Muten.
«Che bello! Allora avrò una bella nipotina che girerà per casa!» disse entusiasto il vecchio, addentando un pezzo di pizza comprato mentre tornavamo a casa.
Posai il bicchiere sul tavolo e lo feci sbattere.
«Non voglio che mia figlia cominci a chiamarti nonno Muten, così come non voglio che, una volta cresciuta, tu cominci a fare degli apprezzamenti poco carini su di lei. Perchè se lo fai, mio caro, puoi stare certo che ti disintegro. Sono stata sufficentemente chiara?»
Il vecchio deglutì ed iniziò a ripetere la parola 'sì' fino allo sfinimento.
«Stia tranquillo maestro, è così isterica solo perchè è incinta. Vedrà che quando avrà partorito le passerà.» gli aveva bisbigliato Crilin all'orecchio.
Diedi uno schiaffone sulla testa ad entrambi, procurandogli un bel bernoccolo. 

 

Era praticamente da mezz'ora che mi rigiravo nel letto.
«Non riesci a dormire?» chiese Crilin ad un tratto.
Sbuffai.
«Non riesco a smettere di pensare al sogno che ho fatto ieri.»
Il terrestre si avvicinò a me e mi abbracciò da dietro.
«C18, te l'ho già detto. Non devi preoccuparti di Cell.»
«Crilin, lo benissimo anch'io che Cell è morto! Però...» Mi girai verso di lui. «E se fosse un segno? E se volesse dire che qualcuno farà del male a nostra figlia? Che faremo poi, se non saremo più in grado di proteggerla?»
«C18, io dubito fortemente che non riusciremo a proteggerla. Dopo la morte di Goku, i più forti della Terra siete tu e Vegeta e subito dopo c'è Gohan. Se ci fosse una nuova minaccia, credo che voi tre insieme ci mettereste poco tempo a sconfiggerla.»
«E se così non fosse?»
Mi baciò la fronte.
«Evitiamo di pensare negativo. Se nostra figlia è come te, sarà di sicuro molto forte. E comunque, non appena sarà pronta, le insegneremo a difendersi da sola. Siamo d'accordo?»
Annuii, anche se ero ancora un po' in ansia.
Mi addormentai tra le sue braccia, tenendo una mano sulla mia pancia e sorridendo. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Buon pomeriggio!
Chiedo scusa e ci ho messo tanto a pubblicare questo capitolo, è che ho avuto diverse cose da fare al di là dei compiti.
Comunque, inizialmente pensavo di inserire C17 in questo capitolo, ma poi ci ho pensato su e in base all'andamento che voglio far prendere alla storia, ho pensato che non fosse ancora il momento, così, anche se per poco, ho inserito Vegeta.
Il matrimonio di C18 e Crilin è alle porte... Secondo voi andarà alla grande o sarà un completo disastro? ;) 

   
 
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