Serie TV > Sherlock (BBC)
Segui la storia  |       
Autore: yllel    30/03/2014    8 recensioni
Dal testo:
[“Non mi stai ascoltando!” esclama lui, quasi spazientito. Lei scuote la testa decisa, anche se e’ sempre piu’ spaventata da quello che sta sentendo.
“Invece si, ho capito. Ti serve un contatto” replica.
Lui la fissa intensamente negli occhi.
“No. Non mi serve un contatto. Mi serve un collegamento”]
E’ cosi che e’ cominciata e a volte e’ stato difficile.
Ma ora, e’ ancora piu’ difficile.
E forse non ne vale piu’ neanche la pena.
Il seguito di “Insicurezze”: Sherlock e Molly, un arrivo inaspettato e un nuovo caso.
Genere: Angst, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Molly Hooper, Nuovo personaggio, Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Bene, ultimo capitolo e vi avviso e’ lunghissimo! Non mi andava proprio di dividerlo... questa storia dura da sette mesi e quattordici capitoli (coprendo un arco temporale di tre giorni...), era proprio ora di finirla!
Ma grazie, grazie davvero a tutti voi che avete letto, commentato e seguito... e’ stato un piacere immenso.
Come al solito, nessun personaggio mi appartiene. Cito invece dei luoghi che esistono realmente.
 
OGNI SINGOLO ISTANTE

CAPITOLO QUATTORDICI

 

 
“Una telefonata?”
Emily annui’ distrattamente alla domanda di Lestrade, mentre con una mano rovistava nella capiente borsa che si portava appresso. Dopo qualche secondo ne estrasse un cellulare con aria soddisfatta.
“Si. Mi perdoni, Ispettore, ma credo che il tempo stia giocando un po’ a nostro sfavore e gradirei risolvere la faccenda quanto prima. Ho in mente di prendermi una vacanza e naturalmente tutto questo tergiversare sta ostacolando le mie intenzioni... ammetto di aver bisogno di aiuto per verificare i miei sospetti, ma naturalmente a questo punto e’ inutile pensare che il signor Sherlock Holmes possa essere collaborativo”
“Lei mira solamente a risolvere il caso prima di lui...” obietto’ Lestrade con le mani incrociate al petto e uno sguardo di biasimo.
Emily scosse la testa.
“Per quanto possa sembrarLe sconcertante, il mio mondo non ruota attorno a lui e al suo smisurato ego. Penso solo che non sia la persona adatta per Molly e il grado di infelicita’ attuale di mia nipote e’ la prova tangibile delle mie convinzioni. E per quanto riguarda il caso... mi creda quando Le dico che le ultime conclusioni alle quali sono giunta sono una fonte di tristezza infinita, per me. E’ diventata una questione ancora piu’ personale di quanto fosse all’inizio e ho davvero bisogno di occuparmene di persona, altrimenti non starei per fare questa telefonata. In genere i miei rapporti con l’uomo che sto per chiamare sono molto limitati e strettamente professionali, ma credo proprio che ci evitera’ di perdere tempo prezioso”
La donna punto’ gli occhi sullo schermo del cellulare e con un gesto veloce richiamo’ un numero dalla rubrica, appoggiando poi il telefono all’orecchio.
“Anthea, cara... buonasera. Avrei urgenza di  parlare con Mycroft, per favore”
La mascella del Detective Ispettore Lestrade cadde di botto a rivelare la sua bocca spalancata per la sorpresa.
 
***
 
“Parigi”
Molly ripete’ con un tono sorpreso l’ultima parola pronunciata da suo marito e quest’ultimo continuo’ a guardarla fisso senza aggiungere altro, un’espressione di sfida sul volto.
Forse lo neghera’, si ritrovo’ a pensare Sherlock, mentre la rabbia e un sottile filo di speranza montavano dentro di lui. Forse neghera’ di star considerando l’idea di andarsene via, di lasciare addirittura la nazione, il suo lavoro e la sua vita a Londra.
Di lasciare me.
Ma Molly si limito’ a scuotere tristemente le spalle e a fare un sospiro.
“Cosi Mary l’ha detto a John, che naturalmente te l’ha riferito. Le avevo specificatamente chiesto di non farlo,  volevo essere io a parlartene e mi spiace che tu l’abbia saputo cosi. Non era mia intenzione tenerti all’oscuro della proposta della zia”
“Non insultarmi, per favore” fu la secca risposta di Sherlock “nessuno mi ha detto niente. E’ chiaro che hai incontrato tua zia dopo il nostro litigio stamattina e che avete parlato, le hai raccontato della tua insulsa idea di separarci. Le sue allusioni durante il nostro colloquio di oggi non sono state propriamente velate. Inolte nella sua stanza sul tavolino era appoggiato un libro intitolato “Visitare Parigi per la prima volta”, chiaramente nuovo visto che l’ha comprato nel pomeriggio per te. Ovviamente lei ci e’ gia’ stata, ha praticamente girato tutto il mondo mentre tu, al contrario, non mai visto la citta’. E’ naturale che nel suo entusiasmo per la nostra situazione di difficolta’ abbia pensato di poterti allontanare allettandoti con qualcosa che desideri da tempo... qualcosa che possa rappresentare una boccata d’aria nuova, un nuovo inizio” pronuncio’ queste parole in tono beffardo per mascherare l’angoscia che il pensiero di quel viaggio gli procurava.
Il pensiero di Molly lontana da lui.
“Probabilmente ha gia’ prenotato l’albergo” concluse con una smorfia.
“Pensava piu’ ad un appartamento, per la verita’” commento’ sua moglie abbassando lo sguardo.
Sherlock serro’ la mascella.
“Questo perche’ ti ha proposto un soggiorno prolungato, non una vacanza vero? Di quanto tempo stiamo parlando, esattamente?” le chiese con tono duro.
Molly scosse la testa con forza.
“Non lo so! Io... io non ho ancora detto di si!”
Nella stanza calo’ di nuovo il silenzio, poi Sherlock parlo’ a voce piu’ bassa.
“Pero’ stai considerando l’idea” disse piano, cercando di non far trasparire quanto l’idea lo stesse agitando.
Molly si morse il labbro e fece vagare lo sguardo intorno a se’.
“Perche’ no?” replico’ infine debolmente “Potrebbe essere una buona occasione per riposare, vedere altro. Forse ho davvero bisogno di un nuovo inizio, questi anni sono stati difficili anche per me!”
Sherlock strinse le labbra e i pugni in un gesto involontario, mentre lei realizzava quanto le sue parole potessero essere interpretate in modo sbagliato.
“Non ti sto accusando” gli disse con calma, tornando a guardarlo “ti ho gia’ detto che aiutarti e’ stata l’unica soluzione possibile per me, non ho mai considerato nessun’altra eventualita’. Lo rifarei  ancora ed ancora... ma tutto quello che e’ successo, tutto quello che abbiamo passato e tutto quello che non riusciamo piu’ a gestire... fa male”
Fece un passo esitante verso di lui, gli occhi lucidi.
“Fa male ad entrambi” concluse sottovoce.
Sherlock rimase a fissarla, incapace di negare quell’ultima frase. Avrebbe voluto argomentare che il loro rapporto non era solo una lunga sequela di litigi e incomprensioni, che c’erano momenti in cui tutto era semplicemente perfetto ma persino lui, con la sua poca esperienza in fatto di sentimenti e relazioni, poteva riconoscere che quello non era il modo giusto in cui le cose avrebbero dovuto svolgersi.
Di nuovo si senti’ colpire dalla profonda sensazione di inadeguatezza che aveva piu’ volte avvertito negli ultimi tempi, e reagi’ con l’unica arma a sua disposizione in quel momento di grande confusione.
“Un nuovo inzio?” chiese con freddezza “Io lo chiamo abbandono del tetto coniugale”
Sul viso di Molly comparve un’espressione ferita e arretro’ di nuovo: per un attimo aveva davvero avuto la sensazione che Sherlock stesse per aprirsi e condividere i suoi dubbi con lei, ma evidentemente si era sbagliata.
“Noi non viviamo neanche sotto lo stesso tetto, Sherlock!” replico’ di nuovo furiosa.
Lui inspiro’ a fondo.
“E’ questo che vuoi? E’ questo il problema? Le stanze a Baker Street sono a tua completa disposizione!” ribatte’, e mentre lo diceva realizzo’ con sgomento che il pensiero di avere Molly con se’ nella propria casa era al contempo elettrizzante e raccappricciante.
La condivisione dei suoi spazi e della sua vita che, lo sapeva bene, sarebbe stata molto diversa da quella che aveva con John.
L’espressione sul suo viso doveva essere stata piu’ che eloquente, o semplicemente Molly lo conosceva meglio di chiunque altro, perche’ capi’ benissimo quali pensieri gli stessero passando per la mente.
“Sei terrorizzato al solo pensiero, vero?’ gli chiese con tono amaro “Sta tranquillo, non e’ quello che voglio... non piu’, per lo meno. Non sono cosi stupida da pensare che il fatto di vivere insieme possa magicamente trasformare il nostro rapporto in un vero matrimonio”
“Il nostro e’ un vero matrimonio, Molly” replico’ Sherlock seccamente “e’ stato celebrato legalmente e ha implicato una gestione congiunta delle mie finanze. Inoltre, inutile ricordartelo, ha registrato un impegno di fedelta’ reciproca ed e’ stato consumato”
Tacque, troppo arrabbiato per continuare.
No. Non le avrebbe permesso di liquidare la loro unione come qualcosa di non vero, di non valido.
Lei scosse piano la testa.
“Non... non capisci proprio, non e’ vero?” gli chiese con un tono misto tra stupore e tristezza.
Sherlock emise un gemito di frustrazione e si passo’ una mano fra i capelli.
“NO CHE NON CAPISCO!” tuono’ infine “NON CAPISCO COSA VUOI!”
“L’unica cosa che vorrei e’ che tu desiderassi sul serio di essere sposato con me” fu la risposta che ottenne.
 
***
 
“Emily, buonasera. Non posso dire che la Sua telefonata giunga inaspettata”
La voce di Mycroft Holmes che arrivava nel telefono tradiva una nota di rassegnazione mista a una punta di irritazione.
“La prego, mi faccia la cortesia di mettere l’apparecchio in viva voce cosi eviteremo di tenere all’oscuro l’Ispettore Lestrade e ridurremo al minimo i tempi di conversazione. Non che non sia lieto di sentirLa, ma come puo’ ben immaginare le faccende di cui mi occupo sono alquanto pressanti e richiedono tutta la mia attenzione”
Emily fece un mezzo sorriso e appoggio’ il cellulare sulla scrivania di Greg, che non era ancora riuscito a cancellare l’aria stupita dal suo volto.
“Fatto” commento’ la donna dopo aver schiacciato il pulsante per il vivavoce.
“Buonasera, Ispettore” il saluto arrivo’ forte e chiaro ed ebbe il potere di scuotere il poliziotto.
“Mycroft” riusci’ a rispondere quest’ultimo, prima di continuare “voi due vi conoscete? Come diavolo...”
Emily alzo’ una mano per interromperlo.
“La prego, non giriamoci troppo intorno con inutili domande. Diciamo che nel corso degli anni ho avuto modo di collaborare con il governo durante i miei innumerevoli viaggi”
Greg spalanco’ gli occhi.
“Lei e’ una spia?”
Nel ricevitore si udi’ un sospiro spazientito.
“Non sia assurdo, Lestrade. Non si tratta di niente di cosi sfacciatamente bondiano.
La Dottoressa Hastings fa parte di un gruppo di civili che accettano di apportare il loro contributo ai sistemi di monitoraggio del governo in paese stranieri e in situazioni di particolare tensione o rilevanza, fornendo di quando in quando informazioni che vengono passate al vaglio dei nostri analisti. Nulla di piu’”
“Anche se posso dire di aver avuto i miei piccoli momenti di avventura” replico’ Emily con un sorriso.
“E da quanto tempo lo fa?” chiese l’Ispettore ancora incredulo.
La donna fece un gesto con la mano.
“Oh... da un sacco. Praticamente da quando ho cominciato a girare il mondo, molto prima che Mycroft Holmes apparisse sulla scena, per la verita’. Fui avvicinata da un rappresentante del governo dopo il mio ritorno dal mio primo viaggio in Africa e”
“Dottoressa Hastings...” la voce di Mycroft suono’ come un avvertimento, volto sia a invitare a tacere alcune informazioni che a velocizzare la conversazione.
Emily tacque e annui’.
“Giusto, non divaghiamo. L’assassinio di Edward”
“E il mio caro fratello” aggiunse il maggiore degli Holmes.
“Di lui non mi curo, Mycroft.  Il fatto che il nostro rapporto di collaborazione sia nato dall’interesse che entrambi abbiamo condiviso nel momento in cui ha cominciato a servirsi di Molly, non implica che io debba occuparmene. Non dimentichiamoci che, dopo tutto, io ero davvero convita che fosse morto e questo non mi ha impedito di continuare a svolgere le mie mansioni per il governo, anche se non avevo piu’ bisogno di avere aggiornamenti sul suo rapporto con mia nipote. Che Lei ultimamente si e’ ben guardato dall’elaborare, se proprio vogliamo essere sinceri”
Lestrade pote’ quasi visualizzare nella sua mente la smorfia di fastidio di Mycroft a quelle parole.
“Sa bene che naturalmente il fatto che mio fratello fosse creduto morto era di vitale importanza per la riuscita del suo piano volto a smantellare la rete di Moriarty e per quanto riguarda il resto, la mia scelta di non raccontarLe del matrimonio e’ da imputare a un dovuto rispetto della privacy”
Emily sbuffo’.
“Oh per favore! Lei lo fa controllare e lo spia continuamente!”
“Giusto” convenne Mycroft “infatti non mi stavo riferendo alla privacy di mio fratello, ma a quella di mia cognata. Al contrario di quanto Sherlock possa  affermare, ci sono persone che mi piacciono”
L’affermazione ebbe il potere di zittire Emily per qualche secondo.
“Comunque” riprese l’uomo “credo che purtroppo per Lei l’attuale situazione richieda un’ulteriore sforzo di volonta’ per includere Sherlock nei suoi piani”
“Che intende dire?”
“Che e’ mio dovere informarvi che mio fratello e sua moglie sono attualmente scomparsi”
 
***
 
La risposta di Molly era in un certo senso tutto cio’ di cui Sherlock aveva bisogno per provare a salvare il loro rapporto: mentre poche ore prima si trovava in quel taxi con John, quest’ultimo gli aveva fatto capire che non doveva temere di esporsi e raccontare cio’ che l’aveva portato a desiderare di trasformare il suo matrimonio in realta’, e di come da un pensiero prettamente egoista (la sensazione di aver perso il suo migliore amico e di non poter riavere la sua vita di prima ) fossero nate invece l’urgenza e la consapevolezza di volere Molly.
Tuttavia, mentre osservava sua moglie aspettare con un residuo di speranza la sua risposta alla richiesta che gli aveva appena fatto, Sherlock Holmes si ritrovo’ improvvisamente a corto di parole.
Incapace di formare una frase coerente.
L’espressione sul volto della ragazza si fece di secondo in secondo sempre piu’ sconfitta e infine si allontano’ definitivamente da lui, voltandogli le spalle per nascondere le lacrime che silenziose avevano cominiciato a rigarle il viso.
Se Molly Hooper Holmes a posteriori avesse dovuto decidere in quale momento fosse davvero finito il suo matrimonio, non avrebbe esitato nell’indicare proprio quello, in cui l’espressione di Sherlock indicava chiaramente l’incapacita’ di provare, almeno provare, a convincerla del contrario.
Perche’, inutile dirlo, fino a quel momento una piccola parte di lei aveva davvero creduto che le cose potessero risolversi.
Incapace di sostenere oltre il silenzio carico di tensione che era sceso nella stanza, Molly strinse forte gli occhi per fermare le lacrime e si schiari’ la gola.
“Hai detto... hai detto che non vogliono farci del male. Cosa credi che faranno, allora? Chiederanno un riscatto alla zia? So che ha fatto dei buoni investimenti in passato e la sua situazione finanziaria e’ ottima, ma se puntano al manoscritto forse pretenderanno che lei risolva l’indovinello e glielo consegni. Sono sicura che lei sia in grado di farlo ma sarebbe davvero un peccato se tutto il lavoro e il sacrificio del suo amico andassero sprecati per colpa di due persone che sono state cosi false... sara’ distrutta quando lo scoprira’” rendendosi conto di parlare a vanvera ma incapace di fermarsi, continuo’ “Di certo non si poteva pensare che Donald e Anna potessero agire uno alle spalle dell’altra, arrivando ad uccidere il Professore e”
Molly  si interruppe di colpo quando la forte stretta di Sherlock la circondo’ in vita, spingendola contro il suo torace: le era arrivato dietro silenziosamente e l’aveva abbracciata senza farla voltare. Poteva sentire il suo respiro agitato fra i capelli e la sensazione che si stesse aggrappando a lei con tutte le sue forze.
“Sherlock...”
“No”
Lei chiuse gli occhi assaporando per un attimo quel contatto, ma poi si fece forza e tento’ dolcemente di liberarsi.
Non aveva senso continuare a torturarsi cosi: quella era solo una debolezza che non poteva tenere in piedi il loro rapporto.
“Ti prego...” lo imploro’.
“No”
“Sherlock!” tento’ di dare al suo tono di voce un’impronta piu’ ferma, ma poi si ritrovo’ a trattenere il fiato dopo averlo sentito mormorare fra i suoi capelli.
“Che cosa hai detto?” gli chiese esitante, convinta di aver capito male.
Lui fece un profondo sospiro e poi parlo’ di nuovo.
“Ogni singolo istante” ripete’, rafforzando la sua stretta.
Molly rimase in silenzio, aspettando una spiegazione sull’uso di quelle parole che lei stessa gli aveva detto solo il giorno prima.
Io ti amo, Sherlock. Sempre. Ogni singolo istante.
“Ogni singolo istante” le fece eco lui ad alta voce “io ti ho voluta ogni singolo istante dal momento in cui ho capito che la mia vita non poteva essere completa, senza di te. E ti voglio ancora, sempre. Non sei stata una ripicca ma una rivelazione, la mia rivelazione... quel giorno vedendo John e Mary ho capito che anche io volevo la mia personale possibilita’,  ma questo mi ha spaventato piu’ di qualsiasi altra cosa. Ho lasciato che la paura mi facesse nascondere perche’ era piu’ comodo cosi, ti ho costretta a continuare a mentire e non mi sono accorto di quanto questo ci stesse allontanando”
“Sono stata io a proporre...”
“Solo perche’ sapevi che era quello che io volevo. Tu eri pronta ma io no... mi hai lasciato tempo e io non ne ho approfittato per cercare di capire, ho preferito lasciare le cose come stavano. Hai ragione, i cambiamenti non mi piacciono ma tu... tu sei il cambiamento per il quale vale la pena provare. Ho sempre evitato i sentimenti e tutte le loro implicazioni, pensando che mi avrebbero reso debole ma la verita’ e’ che e’ l’idea di perderti a rendermi debole. Molly per favore, non lasciarmi. Io desidero sul serio essere sposato con te”
L’abbraccio si allento’ per permettere a Sherlock di farla voltare e guardarla negli occhi, alla ricerca della conferma che le sue parole erano state accolte positivamente, ma il viso di Molly era rivolto a terra.
Sherlock Holmes non aveva mai implorato tanto in vita sua, ma si ritrovo’ a pensare che avrebbe ricominciato ancora ed ancora, se fosse stato necessario.
E anche qualcosa di piu’.
“Molly, io...” fece un respiro profondo “Io...”
In quel momento lei alzo’ lo sguardo e gli regalo’ un sorriso meraviglioso.
“Non c’e’ bisogno che tu lo dica”
Sherlock alzo’ un sopracciglio per esprimere la sua perplessita’.
“No?” chiese dubbioso.
“No” confermo’ lei scuotendo lentamente il capo e allacciandogli le braccia al collo.
“Mi basta che tu ne sia sicuro. Hai detto delle cose meravigliose” termino’, alzandosi sulle punte per baciarlo.
L’intero corpo di Sherlock si rilasso’ in un istante e lui la strinse in un abbraccio piu’ forte. Porto’ una mano all’altezza del suo viso e le passo’ una mano fra i capelli.
Si stacco’ da lei con un gemito.
“Molly Hooper Holmes, sei un genio” esclamo’ sorridendo.
Fu il turno di sua moglie per assumere un’aria perplessa.
“Un genio? Solo perche’ ho affermato che hai detto delle cose meravigliose?” la sua espressione confusa era adorabile e lui le diede un altro bacio veloce.
“No. Perche’ hai i tuoi capelli sciolti” affermo’ Sherlock con uno scintillio negli occhi.
Molly si porto’ istintivamente una mano alla testa.
“Oh. Si... alla fine del mio turno avevo un po’ di emicrania cosi li ho sciolti, mi davano meno fastidio. Ma perche’ la cosa mi renderebbe un genio?”
“Per questa” rispose lui, estraendo con grazia una forcina che esibi’ come un trofeo.
“Una forcina? Ma cosa...” lo sguardo della ragazza corse alla porta e poi torno’ a concentrarsi sul consulente investigativo, che stava letteralmente gongolando.
“Oh no... queste cose succedono solo nei film. Tu non sei davvero in grado di forzare la serratura con quella, vero?” esclamo’ incredula, indicando l’oggetto fra le mani di Sherlock.
Lui assunse un’aria offesa.
“Certo che si, invece!” replico’ raddrizzando la schiena.
Suo malgrado, Molly sorrise.
“Ma certo che si” disse infine, scuotendo leggermente la testa “non dovrei davvero stupirmi piu’ di nulla con te”
Sherlock sorrise e le avvicino’ la bocca all’orecchio.
“Puoi sempre mettermi alla prova, signora Holmes” le sussurro’ con voce roca “sono sicuro che se mi impegno posso riuscire a sorprenderti in molti modi”
Lei arrossi’ violentemente e fece un passo indietro.
“Sherlock Holmes! Solo tu puoi riuscire a... a dire queste cose in un momento come questo! Ora per favore vai  a scassinare quella porta!”
Per tutta risposta, lui le fece l’occhiolino e si diresse verso l’entrata.
 
***
 
“Non sono ancora sicuro di aver capito bene”
John sposto’ perplesso il suo sguardo da Emily Hastings a Greg Lestrade.
Era stato convocato con un messaggio alquanto strano all’albergo della Dottoressa e ora si trovava all’entrata con quei due e un paio di agenti.
“Credimi, non vuoi davvero sapere tutta la storia” rispose l’Ispettore con un sospiro.
Emily sbuffo’.
“Oh, quante storie! La mia collaborazione con il Signor Holmes...”
“Il maggiore dei due” specifico’ Lestrade a beneficio di John, il quale strabuzzo’ gli occhi.
“... non e’ assolutamente oggetto di discussione in questo momento! Quello che conta e’ che quell’idiota dell’altro Signor Holmes...”
“Sherlock...” specifico’ di nuovo Lestrade con un altro sospiro.
“... ha probabilmente messo in pericolo la vita di mia nipote, visto che i segnali dei loro telefoni sono andati persi entrambi qui all’albergo, dove dimora un’assassina!”
“Presunta” si senti’ in dovere di aggiungere l’Ispettore, guadagnandosi un’occhiataccia.
“Un momento, un momento!” intervenne John “state dicendo che Sherlock e Molly probabilmente si trovano qui insieme? Con un’assassina?”
“Anna Stoller. Il povero Donald ne sara’ distrutto” dichiaro’ Emily convinta.
 “La sua amica?? Io e Mary pensavamo che quei due fossero da qualche parte a fare pace e a chiarirsi!”
“Evidentemente no, anche se con Sherlock non si puo’ mai sapere” esclamo’ Greg avviandosi verso l’ingresso dell’hotel “forse ha pensato bene di unire l’utile al dilettevole. Anche se ho paura a chiedermi quale sia per lui la parte divertente”
Emily sbuffo’ di nuovo a quell’affermazione e poi si mosse per seguirlo.
John rimase un attimo fermo sul gradino e poi si riscosse.
“Ma Mycroft che c’entra?” domando’ perplesso a bassa voce mentre varcava anche lui la soglia dell’albergo.
 
***
 
“Due minuti e trentasette secondi. Sul serio, Molly... credo di aver appena battuto il mio record personale”
Sua moglie alzo’ gli occhi al cielo per quell’inutile sfoggio di immodestia e Sherlock apri’ la porta con un sorriso soddisfatto dopo averla forzata, facendole segno di fermarsi e tacere; con un movimento veloce controllo’ che il corridoio fosse libero e poi la prese per mano, cominciando a guidarla verso le scale. Con la mano libera controllo’ il telefono, ma il segnale era ancora assente.
“Dove credete di andare voi due?”
La voce di Anna li blocco’ di colpo.
La donna era sola e in mano teneva ancora la pistola.
“L’avevo detto a quell’idiota che bisognava legarvi...” commento’ infastidita “ma ormai e’ cosa fatta, risparmieremo tempo. Ci muoviamo!”
Agito’ l’arma per farli avanzare ma Sherlock non si mosse.
“Dove ci portate?”
“Non tutti e due. Solo lei” dichiaro’ Anna indicando Molly “abbiamo convenuto che, dopotutto, Lei Signor Holmes e’ un peso troppo fastidioso da portare in giro e la vostra fuga l’ha appena dimostrato. In fondo Emily non ha nessun interesse nei suoi confronti, al contrario la sua cara nipotina le e’ molto preziosa”
“No” affermo’ il consulente investigativo “dove va lei vado anche io”
Sul viso della donna passo’ una smorfia di rabbia.
“Non faccia il difficile, Signor Holmes, o mi vedro’ costretta a rivedere il piano che prevede di metterla fuori gioco solo il tempo necessario per chiedere a Emily il manoscritto. O vuole fare della nostra cara Molly una giovane vedova?”
“Per favore, no!”
Sherlock si volto’ a guardare sua moglie, la quale gli lascio’ la mano e si mosse esitante verso Anna, le braccia alzate in segno di resa “Non... non gli faccia del male. Faro’ tutto quello che vuole...”
“Mani in alto!”
La voce di Lestrade risuono’ forte nel corridoio mentre lui e due agenti si presentavano con le armi in pugno, ma Anna Stoller fu piu’ veloce e afferro’ Molly per un braccio, puntandole la pistola alla testa.
“Che nessuno si muova o le sparo!” affermo’ l’assassina con voce isterica.
“Col cavolo che lo farai!” sulla spalla di Anna crollo’ un grosso vaso e nella confusione generale che ne segui’ la donna cadde, gli agenti si affrettarono a immobilizzarla, Molly si rifugio’ veloce fra le braccia di Sherlock e su tutto svetto’ il tono furioso di un certo Ispettore.
“Le avevo detto di aspettare e  non interferire!”
Emily incrocio’ le braccia al petto.
“Sciocchezze. Il mio intervento e’ stato provvidenziale e ammettera’ che sono stata io a suggerire di scendere qui sotto, visto che era l’unico posto dove i cellulari non potessero avere segnale!”
La donna si volto’ verso la sua vecchia amica che ora era in piedi e ammanettata.
 “Sai cara Anna... mi sono ricordata che in una delle sue lettere il povero Edward accennava al fatto che avevi cominciato a fargli bere le tue tisane. Ricordo che all’universita’ eri la migliore al corso di chimica, per te sarebbe stato uno scherzo avvelenarle... so quanto ti bruciasse che Edward non si interessasse a te se non come ad un amica! L’unica cosa che non mi torna e’ la sigaretta... oltre al vizio dell’omicidio hai preso anche quello del fumo, veramente sconcertante”
“Beh, quello per la verita’ e’ mio cara Emily!” una figura emerse nel corridoio con la pistola puntata sulla Dottoressa.
“Donald!”
“Esatto. Ora siate tutti gentili, abbassate le armi e nessuno si fara’ male. Emily verra’ con me e cercheremo di trovare il manoscritto di Edward quanto prima”
Anna lo guardo’ con occhi spalancati.
“Non intenderai lasciarmi qui!”
Custer sorrise.
“Certo che si, tesoro. Non mi servi proprio, ora ho Emily. Quello che mi serve al piu’ presto sono i soldi che posso ricavare vendendo quello stupido libro, ovunque esso sia attualmente. Sono sicuro che insieme potremo lavorare sull’indovinello e scoprire la sua ubicazione. Mi spiace, Anna... consideralo una specie di divorzio. E’ stato un piacere Signor Holmes, Lei non ha affatto smentito la sua fama di uomo molto intelligente, anche se rompiscatole”
“Allora perche’ non prende me?”
La domanda di Sherlock lascio’ Donald interdetto. Per la verita’ anche Lestrade guardo’ stupefatto il consulente investigativo, che stava sorridendo con la sua aria da saputello.
“Le assicuro che io posso risolvere l’indovinello, in verita’ penso di averlo gia’ fatto. Dubito che la Dottoressa Hastings possa dire altrettanto”
“Aveva detto che non poteva farlo...” mormoro’ l’uomo con la pistola.
Sherlock annui’.
“Vero. Diciamo che ho avuto il tempo di elaborare alcune informazioni... vuole davvero correre il rischio di portarsi dietro una persona inutile?”
“Mi dia la soluzione”
“Prima allontaniamoci di qua. Lei e la sua pistola. Lasci libera la Dottoressa”
Un lampo di indecisione passo’ sul viso di Donald.
“Oh per favore! Non ascoltarlo, e’ chiaro che sta facendo il gradasso come al solito. Prendi me, se c’e’ qualcuno che e’ in grado di risolvere l’indovinello sono io!” la voce indignata di Emily stupi’ ulteriormente tutti.
Stava davvero questionando in un momento simile???
Sherlock le lancio’ uno sguardo di derisione.
“Lei crede? Io invece penso che non abbia la minima idea di dove cominciare...”
“Oh... stia zitto! Ci sono alcune cose che neanche Lei puo’ risolvere sa?” gli disse la donna.
“Sono davvero poche, glielo assicuro. A proposito... ora, zia Emily”
Mentre Donald Custer si stava ancora chiedendo come dalla sua minaccia con la pistola si fosse passati a quel battibecco, l’ultima frase di Sherlock mando’ in azione la sua prigioniera, che gli assesto’ una gomitata e si libero’. Prima che gli fosse permesso di formulare un pensiero coerente una mano gli blocco’ il braccio armato e glielo torse dietro la schiena, poi fu bloccato a terra.
La voce soddisfatta di John Watson gli arrivo’ all’orecchio.
“Credo che adesso sia davvero finita” il Dottore si rivolse poi a Sherlock ed Emily “Ottimo diversivo, voi due. Complimenti”
“Non sono cosi sicuro che stessero solo facendo finta di litigare...” borbotto’ Lestrade, facendo segno ai suoi uomini di prendere in custodia anche Custer.
Molly si avvicino’ a sua zia e la abbraccio’.
“Stai bene?”
La donna annui’ soddisfatta.
“Si, cara” getto’ un’occhiata disgustata ai suoi ex amici ma decise di non rivolgere loro la parola, poi torno’ a guardare sua nipote.
Il sorriso le mori’ sulle labbra nel vedere la mano di quest’ultima intrecciata in quella di Sherlock.
“Oh no. Non mi dite che in tutto questo caos avete trovato il tempo di rimettervi insieme!”
Molly chino’ la testa, ma poi la rialzo’ con uno sguardo deciso sul volto.
“E’ mio marito, zia. Lo amo e vogliamo stare insieme. Sul serio”
Emily e Sherlock rimasero a fissarsi con sfida per qualche secondo, poi Molly intervenne di nuovo.
“Sono sicura che se ci lavoriamo troverete dei punti in comune e forse potrete anche riuscire a stare nella stessa stanza senza sbranarvi... lo farete per amor mio?” dichiaro’ con una punta di ansia.
“Beh, erano entrambi pronti a sacrificarsi l’uno per l’altra per consegnarsi a Custer” disse John con un sorriso divertito.
“Non essere ridicolo!” sbotto’ Sherlock “stavamo chiaramente creando una situazione di disturbo che ti permettesse di intervenire!”
Il  Dottor Watson alzo’ le spalle incurante della precisazione per poi rincarare la dose.
“Eravate entrambi nel giusto riguardo al caso. Si e’ trattato sia di un omicidio passionale che di una questione di  soldi. Credo potreste collaborare alla grande”
“Assolutamente no” dichiaro’ Sherlock.
“E’ un’idea veramente assurda” aggiunse Emily.
Molly sorrise felice.
Quei due avevano appena trovato un punto in comune.
 
***
 
Parigi, due settimane dopo
 
“Bonjourn, je...” Molly strinse con forza gli occhi tentando di richiamare alla mente la frase che si era appena preparata, ma il tentativo falli’ miseramente.
“Cavolo” esclamo’ a voce bassa, frustrata dalla sua inesistente conoscenza del francese.
“Inglese?” le chiese con un sorriso il commesso dietro al banco.
Lei emise un sospiro di sollievo.
“Oh... si. Mi scusi, mi ero davvero preparata una frase ma l’ho dimenticata. Per fortuna parla la mia lingua!”
“Beh, Le assicuro che il suo bel sorriso supplisce alle sue carenze linguistiche. Perche’ prima non mi dice cosa vuole e poi io Le insegno a dirlo in francese?” il commesso ammicco’, ma prima che Molly avesse la possibilita’ di rispondergli una profonda voce dietro di lei si intromise.
Ma Femme...” comincio’ la suddetta voce, calcando bene sulla parola moglie e partendo poi in una lunga sequenza di parole che Molly non capi’ assolutamente, ma che ebbero il potere di zittire il commesso e di fargli cacciare qualcosa in un sacchetto che poi le tese senza piu’ guardarla negli occhi.
Lei sospiro’ e osservo’ Sherlock pagare, poi fu presa per mano e trascinata fuori dal negozio.
“Cosa hai detto a quel pover’uomo?” gli chiese.
“Gli ho solo ordinato i dolci che volevi” dichiaro’ Sherlock con fare innocente.
Lei si limito’ a squadrarlo e lui sbuffo’ vistosamente.
“Potrei anche incidentalmente avergli detto che piuttosto di preoccuparsi delle mogli degli altri dovrebbe tenere d’occhio il suo garzone, che ruba dalla cassa e sparisce regolarmente dal negozio nell’orario in cui sua figlia rientra a casa da scuola ed e’ sola. E’ altamente probabile che gli incontri clandestini di due adolescenti si risolvano in una gravidanza”
“Sherlock!”
“Che c’e’?? Ci stava provando con te, era assolutamente inopportuno” replico’ l’uomo agitando una mano. Il suo anello all’anulare sinistro brillo’ nel sole parigino.
Molly non riusci’ a restare seria piu’ a lungo e sorrise.
“Te l’ho gia’ detto, vero, quanto sono felice di essere qui con te?”
Lui la abbraccio’.
“Si. Ma va bene anche se ti ripeti. E lo stesso vale per me” si chino’ per baciarla.
“Oh, ecco dove eravate ragazzi! Bene, siamo in tempo per visitare la basilica del Sacro Cuore, Molly. Su sbrighiamoci, avete preso i dolci vero?”
Sherlock si fermo’ a pochi millimetri dalle labbra di sua moglie ed emise un gemito, lei si limito’ a ridacchiare.
“Ciao zia Emily. Si, i dolci sono qui” rispose liberandosi dall’abbraccio di suo marito e voltandosi verso la donna che li aveva raggiunti.
La donna annui’ soddisfatta e afferro’ il sacchetto.
“Su andiamo, allora!”
“Lo fa apposta, vero?” mormoro’ Sherlock all’orecchio di Molly.
La ragazza ridacchio’ di nuovo.
“Cosa?”
“Interromperci!”
“Sherlock... e’ naturale che voglia mostrarmi quanto piu’ possibile della citta’. Tu e lei la conoscete bene ma per me e’ la prima volta... e’ tutto cosi straordinario che non mi fermerei mai e lei vuole solo passare quanto piu’ tempo possibile insieme prima di ripartire!”
“Ti ha avuta tutta per se’ per un’intera settimana prima che io vi raggiungessi!” si lamento’ lui, guadagnandosi una pacca sul braccio.
“Non mettere il broncio! E poi lo sai che possiamo sempre recuperare stasera in albergo...”
“Quanto recuperare?” chiese lui con un sorrisetto.
“Sherlock Holmes!” Molly scoppio’ definitivamente a ridere.
Emily si fermo’ e si volto’ a guardarli, meravigliandosi ancora una volta di quanto sua nipote fosse felice. Anche se non poteva dire di amare alla follia il consulente investigativo, doveva per forza prendere atto di quanto si stesse impegnando in quel matrimonio. Quella stessa vacanza che stavano facendo ne era un prova piu’ che lampante anche se, naturalmente, questo non escludeva che l’avrebbe sempre tenuto d’occhio nel caso fosse venuto meno al suo compito di essere un marito adeguato.
Gli era stata grata quando non aveva sollevato obiezioni al fatto che lei e Molly andassero a Parigi da sole per qualche giorno, lasciando loro spazio per recuperare un po’ il loro rapporto,  godere della compagnia reciproca, e approfittare per parlare ed esplorare la citta’; le aveva raggiunte solo tre giorni prima ed era inutile dire che da quel momento sua nipote era al settimo cielo.
Questo non toglieva il fatto che lui avesse bisogno di essere rimesso in riga, qualche volta.
“E’ un peccato che si sia perso la visita a Notre Dame, Signor Holmes... quella cattedrale nasconde mille segreti e particolarita’. Ogni volta si rischia di conoscere qualcosa di nuovo. Sa... fare scoperte interessanti” dichiaro’ con un sorriso.
Sherlock distolse lo sguardo da Molly e lo poso’ su di lei.
“Si possono fare scoperte interessanti in molti modi” le rispose infine, sorridendo a sua volta.
Molly li guardo’ perplessa.
“Che succede?” chiese quasi preoccupata. Quei due stavano mantenendo una sorta di tregua armata, ma ogni momento poteva essere buono per riprendere a punzecchiarsi.
Emily scosse la testa.
“Niente cara. Credo solo che mentre noi dissertavamo di architettura e religione, tuo marito abbia appreso molto dalle sua visita alla libreria Shakespeare and Company. Ci sono stata diverse volte, la sala di lettura al piano superiore e’ particolarmente affascinante e suggestiva, non crede?”
Sherlock sorrise di nuovo, poi annui’.
“Una vasta rappresentanza delle opere del Bardo a disposizione... molto utili” dichiaro’.
L’espressione di Molly si fece stupita.
“Hai risolto l’indovinello!” esclamo’.
“Naturalmente”
Emily alzo’ gli occhi al cielo.
“Su avanti... non mi tenga in sospeso. Dove e’ quel libro?”
“Sepolto sotto i fiori delle vostre amate, ovviamente. Dalla mia visita alla casa del Professor St. James ho dedotto che la sua opera preferita di Shakespeare fosse Romeo e Giulietta, era il libro piu’ presente in diverse edizioni, tutte molto usate e consultate... la sua qual e’, Dottoressa?”
“Amleto” rispose la donna senza esitare.
“L’avevo immaginato. Ho fatto dei controlli incrociati, con l’aiuto del gentile agente Morris di Eton, delle fotografie del giardino del cottage che mi ha inviato sul cellulare e dei testi alla libreria...
Romeo e Giulietta, atto secondo scena seconda: “quella che noi chiamiamo rosa non perderebbe il suo profumo se avesse un altro nome”
Amleto, atto quarto scena terza: “... ella passava con fantastiche ghirlande di ranuncoli, ortiche, margherite...”
Emily sbarro’ gli occhi.
“Edward aveva piantato i fiori delle opere di Shakespeare nel suo giardino e il libro e’ sepolto sotto...”
“Il cespuglio di rose e quello di margherite. I fiori delle vostre opere preferite. Un nascondiglio pressoche’ perfetto” termino’ Sherlock.
“Vecchio sciocco sentimentale...” La donna si volto’ per nascondere l’emozione che l’aveva colta e Molly le si avvicino’ per posarle una mano sulla spalla.
“Sono sicura che qualsiasi museo a cui deciderai di donare il manoscritto sara’ orgoglioso di rendergli merito... ti voleva davvero bene e aveva tanta fiducia in te, sapeva di fare la cosa giusta affidandoti Il Folio
Emily annui’ e infine sorrise.
“Era un brav’uomo. Uno dei migliori che io abbia mai conosciuto”
Fece un respiro profondo.
“Bene. Rientrero’ un po’ prima in Inghilterra per occuparmi di tutto, visto che poi dovro’ ripartire...”
“Non mi hai ancora detto dove andrai, zia”
“Sud America, ovviamente” disse Sherlock riprendendo Molly per mano.
Emily alzo’ un sopracciglio.
“Un’altra delle sue deduzioni?”
“Semplice constatazione degli interessi attuali di Mycroft” rispose il consulente investigativo.
“Sa... io non faccio tutto quello che mi chiede Suo fratello!”
Sherlock sorrise.
“Neanche io. Un altro punto in comune”

FINE
 
NOTE:
La libreria “Shakespeare and Company” si trova a Parigi, ha una storia interessante ed e’ un posto bellissimo: al piano superiore ci sono poltrone e divani e centinaia di libri che ci si puo’ fermare a leggere.
L’idea del giardino e del nascondiglio del manoscritto viene da un posto reale, lo Shakespeare’s Garden al Golden Gate Park di San Francisco, dove ci sono le piante e i fiori citati nelle opere del Bardo e alcune targhe riportano i versi in cui sono nominati. E’ un piccolo angolo delizioso di un parco immenso che ho davvero ammirato e assaporato, anche se il mio pollice verde e’ piuttosto nero...
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: yllel