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Autore: happysheep    30/03/2014    0 recensioni
Laon si nasconde, in fuga dal suo popolo, in fuga da sua padre, in fuga da se stesso. Cerca di dimenticare chi è realmente, sperando di cambiare. Purtroppo però ciò che ci lasciamo alle spalle molto spesso torna a bussare alla nostra porta e difficilmente possiamo ignorarlo... soprattutto se si tratta della persona più pericolosa al servizio di suo padre.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo

 


Capitolo 5

Fantastico! Sembra che l’incontro con la mia futura mogliettina sarà anticipato di parecchio… non vedo l’ora. Pensai infastidito, senza lasciar però trapelare nulla dal mio viso, fissato in  una maschera sorridente ed educata.
Thomas si accorse quasi sicuramente della mia tensione, ma fece finta di niente. Ne aveva capito il motivo e, sapendo che non avrei apprezzato consigli da parte sua, stette zitto. Ragazzo furbo…
Finalmente i due si girarono verso di me; probabilmente Aedan si era accorto della mia presenza da prima ma, per non sembrare scortese, aveva preferito continuare a chiacchierare con Dawn, la quale sembrava ben felice di avere le sue attenzioni.
A poca distanza da loro, salutai con molta cortesia il giovane (stava per diventare mio cognato! Dovevo pur trattarlo gentilmente!)
“Aedan, è un piacere rivederti”
Il giovane rimase un poco sorpreso della mia gentilezza, ma si riprese immediatamente.
“Grazie mille, principe. Lo stesso vale per me. Mi sarebbe piaciuto rincontrarci in circostanze meno tristi. Mi permetta di porgerle le mie condoglianze, appena saputo sono venuto subito insieme alla mia famiglia per partecipare al funerale. Adesso che le nostre casate si uniranno così strettamente, dobbiamo iniziare a sostenerci l’uno con l’altro.”
Un sorriso forzato mi spuntò a quelle parole: forse non l’aveva fatto apposta, ma sicuramente non mi piaceva ricordare quel fatto.
“Tra l’altro, non posso evitare di farle complimenti per la magnifica tomba che ha creato, io e Fianna ne siamo rimasti molto impressionati. Pochi sarebbero stati in grado di elaborare una tale meraviglia.”
Adesso sono sicuro che è arrivata anche quella scocciatura. Non so se essere certo della sua presenza sia un bene o un male. Quasi quasi avrei preferito la sorpresa.
“Troppo gentile. Ho cercato di donarle il mio meglio, come ultimo omaggio. E dimmi, dov’è Fianna? È passato tanto tempo dall’ultima volta che l’ho vista, e mi pare sciocco incontrarci giusto il giorno del matrimonio.” Dissi cercando di fingere un tono allegro.
“Sicuramente la incontrerà a cena. Presumo che si stesse dirigendo in sala, giusto? Stavamo andando proprio lì.”
“Ma certo. Spero solo di non aver interrotto niente di interessante” dissi, guardando Dawn.
Lei distolse lo sguardo, imbarazzata. Non potei fare a meno di sorridere a quella reazione; anche se non ero certo di approvare una relazione tra i due, già il fatto che il giovane riuscisse a strapparle un sorriso in questa situazione mi rincuorava.
Ricominciammo a camminare, in un silenzio imbarazzato, incapaci di trovare un argomento.
Forse avrei dovuto lasciarli soli. Prima parlavano come se non ci fosse un domani, adesso invece non riescono a spiccicare parola.
Alla fine il silenzio venne rotto da Aedan che, lanciando uno sguardo furtivo verso Thomas chiese:
“Non vorrei sembrare indiscreto, ma come mai una guardia ci sta seguendo?”
“Niente di importante. A quanto pare ho bisogno di protezione, quindi Thomas mi deve stare molto vicino.” dissi io noncurante.
La guardia, essendo stata nominata, inchinò leggermente la testa in segno di saluto al nobile e per il resto ci ignorò completamente, assumendo un atteggiamento da guardia del corpo.
Nonostante la perplessità, il nobile decise di lasciar perdere e passò ad altri argomenti.
“Ditemi, avete visto gli ultimi giochi nell’arena? Sono stati meravigliosi! Si è potuto assistere a combattimenti incredibili. Alcuni si sono dimostrati in grado di rivaleggiare i capisezione e, pare, siano stati invitati a far parte della guardia reale.” disse entusiasta; probabilmente era un fan dei tornei che ogni anno si svolgevano nei vari regni.
Io, personalmente, non avevo li avevo mai apprezzati; era fastidioso anche solo pensare di dovermi mettere a combattere contro così tante persone. Tempo perso. Lo avevo fatto una sola volta, e li avevo stracciati tutti.
“Purtroppo quest’anno non ho potuto assistervi. Stavo compiendo una ricerca approfondita su varie rovine nel regno.” Dissi, riproponendo la scusa di mio padre.
“Capisco” rispose lui rammaricato. “Vi siete perso un meraviglioso spettacolo”
“Sai Laon, quest’anno è arrivato una persona che ha battuto il tuo record personale. Ha sconfitto persino Dan.”
Mi fermai un secondo, stupito da quelle parole e, subito dopo, preoccupato: se il regno aveva guadagnato una guardia ancora più potente di Dan, (il cui livello bene o male non era molto lontano dal mio) allora le cose si sarebbero fatte molto più complicate.
Se scappando, dovessi affrontare Dan, potrei batterlo, ma due persone di un simile livello sono troppe anche per me, soprattutto se attaccano assieme.
Intanto Dawn continuò a parlare ignara dei miei pensieri: “Si tratta del principe del regno di Tormin, Zaafir.”
“Che cosa? Che diavolo ci fa il principe nel nostro territorio?”
“Suppongo che essendo rimasto lontano da palazzo per così tanto tempo, non sappia le ultime novità in campo politico” si intromise Aedan. “Pochi mesi fa, è stato finalmente raggiunto un accordo con il regno: è stata stretta un alleanza tra Tormin ed Artein. Per celebrare questa alleanza al torneo di quest’anno hanno partecipato guerrieri di entrambi i regni, principe compreso.”
Iniziai a rimuginare su quelle nuove notizie, chiedendomi come avrebbero potuto interferire con la mia fuga. Non mi aspettavo di certo che il principe avrebbe cercato di combattermi: nonostante l’alleanza, re Oberon non avrebbe concesso ad un altro regno di intromettersi nelle situazioni interne del regno, soprattutto se riguardavano me. Per questo, potevo ritenermi al sicuro. L’unico vero problema era rappresentato dal principe stesso. Non l’avevo mai conosciuto di persona, ma ne avevo sentito parlare: una persona che faceva quello che voleva, quando voleva, pur di soddisfare la propria curiosità. Era anche conosciuto per la sua licenziosità, tutti sapevano di come andasse dietro ad ogni persona, senza alcuna distinzione.
Insomma, era un fattore imprevedibile. Anche pianificando in ogni minimo dettaglio, non sarei stato in grado di anticipare la sua reazione.
Nell’incertezza decisi di informarmi su di lui:
“E ditemi, come avrebbe fatto a battere Dan? Sicuramente deve aver dimostrato delle abilità fuori dal comune”
“In realtà, non saprei neppure dare una vera e propria definizione dei suoi poteri. Lui non ha fatto quasi nulla, per la maggior parte dei combattimenti si è limitato a far combattere un’Ondina con cui ha stretto un patto. Soltanto quando ha lottato con Dan, ha iniziato ad usare degli incantesimi; anche in quel caso però, si è comportato più che altro da supporto al suo Compagno, aiutandolo con incantesimi d’acqua.”1


“Vuoi dirmi che ha davvero battuto Dan solo con tecniche simili? A questo punto, mi viene da pensare che Dan si sia indebolito col tempo, piuttosto che diventare più forte.”
Dawn a quelle parole scosse la testa: “So che è difficile da credere, ma non diresti così se lo avessi visto. Già il potere dell’Ondina era qualcosa di sorprendente; mi è capitato già di incontrare membri della loro razza, ma mai nessuno di così potente. E gli incantesimi usati dal principe non erano da meno: unendo i loro poteri hanno addirittura creato un maremoto. Letteralmente. È stato grazie a quello che sono riusciti a rinchiudere Dan in un isolamento acquatico e a vincere.”
Rimuginai su quelle parole sconcertanti; sembrava impossibile che qualcuno potesse battere Dan soltanto con un Patto. Sapevo che alcuni potevano aumentare le capacità del proprio Compagno, a seconda del proprio livello; ma innalzarlo a tal punto… mi sembrava difficile da credere.
Mi pareva di aver letto da qualche parte di incantesimi simili, ma probabilmente erano passati anni e vi avevo dato poca attenzione, quindi non ricordavo con precisione.
“Deve essere stata una lotta incredibile. È un peccato che non sia riuscito ad assistervi.”
Aedan sorrise a quelle parole, probabilmente convinto di essere riuscito ad attirarmi, almeno in parte, verso i combattimenti nell’arena. “Non si deve preoccupare mio signore, il principe di Tormin risiede ancora a palazzo. A quanto pare, è rimasto estremamente affascinato dalle bellezze locali, dunque ha preferito restare per qualche tempo. Sembra che il regno per ora venga gestito dai ministri.”
Sentendolo, aggrottai la fronte: “Come mai dei ministri? Il re che fine ha fatto? Se Zaafir non ha assunto la carica di re, presumo che il padre sia ancora vivo.”
Fu Dawn a rispondermi, con la voce un po’ più triste. “Il re è gravemente malato e non può abbandonare il suo letto, quindi fino a poco tempo fa era il principe ad agire come rappresentante, aiutato dai suoi vari ministri.” Probabilmente la situazione del re le aveva ricordato la situazione che stavamo attraversando noi stessi.
Cambiai immediatamente discorso, cercando di distrarla: “Quindi il principe è ancora a palazzo! Bene! Mi piacerebbe chiacchierare con qualcuno in grado di far mangiare la polvere a Dan, potrei chiedergli qualche consiglio.”
Quel tentativo di scherzo mal riuscito riuscì a farmi guadagnare un accenno di sorriso dalla fanciulla, nonché uno sguardo interrogativo dal giovane nobile. Ormai però eravamo arrivati alla sala quindi non poté fare domande indiscrete. Presi un grosso respiro, preparandomi all’incontro con la mia futura “sposa”.
Entrati nella sala, rimasi sorpreso dalla quantità di gente che vi si era riversata. Mi era capitato molte volte di vederla piena, ma mai come oggi. Sembrava quasi che fossero stati creati nuovi spazi nelle pareti, pur di accogliere tutti. Vidi che i tavoli erano tutti addobbati con i colori neri del lutto. Ogni tovaglia era di colore scuro, a simboleggiare l’atmosfera del castello e dei suoi abitanti. Mi diressi verso il tavolo della famiglia reale, notando però degli sconosciuti seduti di fianco a mio padre.
Oh cavolo! Non avranno davvero intenzione di fare annunci del genere oggi, vero? Spero che non mi vogliano far davvero sedere affianco a lei.”
Alla destra del re, vi era il duca di Idriss; il volto dalla carnagione pallida  e dalle fattezze grossolane, quasi come se fosse stato intagliato rozzamente nel legno (ogni volta che l’avevo visto mi ero chiesto come fosse stata la moglie da viva: i figli sicuramente avevano preso tutto da lei). Sembrava che il tempo non avesse intaccato il suo fisico nerboruto, che, insieme al suo volto, spesso me lo avevano fatto associare ad un albero, anche per i capelli color foglie d’acero. Gli occhi erano l’unico tratto che suo figlio aveva ereditato, verde chiaro.
Il motivo del mio continuo fastidio si trovava invece seduto al fianco del padre: Fianna. Sembrava essere molto cambiata dall’ultima volta che l’avevo vista, maturata, e non in senso buono direi. Da quello che potevo vedere, sembrava indossare un corsetto rosa (troppo stretto a mio avviso, visto il modo in cui teneva la schiena perfettamente dritta) che copriva le braccia fino al gomito, terminando in una serie di merletti, le braccia scoperte erano incrociate al di fuori del mio punto di vista, in quella che posso supporre, fosse una perfetta armonia (in lei tutto sembrava urlare SONO PERFETTA); il collo infine era scoperto, e circondato da una collana di fili d’oro, al cui centro splendeva un ambra.
Oltre che perfettina, questa mi sembra pure pacchiana nel vestire; ma non ne aveva un’altra il duca? Almeno durante la luna di miele avrei potuto commentare il suo guardaroba. Ma se guardo tutti i suoi vestiti temo che mi cadranno gli occhi.  Tenni tutti questi pensieri per me, mentre sul mio viso sentivo crepitare un sorrisino finto. Fai il simpatico, fai il simpatico.
“È un piacere rivederla, duca di Idriss. È passato molto tempo.”
“Non c’è dubbio, principe. Sono molto lieto di rivederla. Spero che ricordi ancora mia figlia, Fianna.” Disse indicando lievemente con la mano la figlia al suo fianco.
“Ma certo. Sono molto lieto di rivederti, Fianna.”
Sorrisi alla giovane, cercando di evitare di guardarla negli occhi. Non avevo alcuna intenzione di osservarla più del necessario.
“Anche io sono lieta di rivederla, principe.”
“Ti prego, chiamami Laon; in fondo a breve ci sposeremo” dissi, non senza un pizzico di sarcasmo.
Mi sedetti finalmente a tavola; d'altronde non potevo fare altro, lo sguardo del re era abbastanza bruciante, non potevo permettermi di fare altro. Il duca sembrò completamente assorbito dal re, ignorandoci de tutto. Penso che ci volesse dare un poco di spazio, forse per farci conoscere meglio.
Vecchio merdoso, almeno non costringermi a parlarle!
La giovane intanto, mangiava con perfetta eleganza, ogni movimento calibrato; come se si fosse esercitata un infinità di volte a non compiere movimenti inutili. Sembrava non avere intenzione di iniziare a parlare, perciò pareva toccasse a me (Dawn era troppo impegnata ad ammirare Aedan, per potermi dare una mano). Aprii la bocca, pronto a cianciare del più e del meno: ma mi anticipò.
“So che non ti piaccio! Non c’è certo bisogno di far finta di voler parlare con me. Sarebbe alquanto fastidioso. Perciò se devi solo dire stupidaggini ti prego risparmiamele.”
Rimasi a bocca aperta. Questa decisamente non me l’aspettavo. Che diavolo stava succedendo? Miss perfettina aveva una lingua lunga a quanto pare. Mi guardai intorno, ma nessuno sembrava aver reagito alle parole caustiche della nobile.
“Non ci sente nessuno, genietto! Secondo te direi certe cose di fronte a così tante persone??  Sto utilizzando un incantesimo telepatico. Perciò, smettila di girarti e mangia, tanto sento quello che pensi. Perciò gradirei anche che la smettessi di pensarmi come una perfettina fastidiosa! È irritante.”
Mi misi a ridere, ma cercai di nascondere la bocca dietro il fazzoletto; subito dopo iniziai a mangiare dando il via alla strana discussione.
“Beh scusa! ma se permetti non riesco a smettere di pensare. Inoltre, dai un’impressione simile, cosa ci posso fare?” Notai con piacere che Fianna aveva stretto le labbra, come se avesse mangiato un limone. Non potei fare a meno di far fluttuare un pensiero, prima di iniziare a controllarli perfettamente. “Troppo facile.”
“Sei veramente fastidioso! Non solo ti fai gli uomini, ma mi stai anche antipatico, che dovrei farci con te?” la voce della giovane si era fatta incredibilmente irritata. Era una certezza ormai, nessuno dei due sarebbe riuscito a sopportare l’altro.
“Scusa, scusa. Non volevo offenderti… ma è difficile filtrare i pensieri sai? Soprattutto visto che è la prima volta che mi capita di incontrare una magia del genere. Dove l’hai imparata?”
“Dimmi, credi davvero che ti risponderò, o per te, chiedere spiegazioni su uno dei più grandi segreti magici del mio ducato è un convenevole?”
“Uhmmm, tutti e due direi. Anche se sono realmente curioso, non ho mai sentito parlare di un potere come il tuo.”
“Per piacere risparmiami il tuo spirito da studioso. Ho iniziato questa conversazione per mettere un paio di cose in chiaro: primo, non mi interessi minimamente, quindi vorrei che non mi toccassi; secondo, mi starai anche antipatico, ma il posto di regina non mi fa per niente schifo, perciò stai pur certo che ci sposeremo, poi potrai trovarti qualcuno con cui sollazzarti. A me interessa soltanto il potere.”
“Ma quanto siamo simpatici! Sai, non dovresti parlare così, se ti dovesse sentire il tuo futuro marito, penserebbe che tu sia una rompipalle arrampicatrice sociale” pensai io dolcemente.
“Pensa pure quello che vuoi, non mi interessa. Io voglio diventare regina, e stai sicuro che non sarai tu a farmi cambiare idea.”
La discussione stava diventando noiosa, perciò decisi di interromperla. Non ero ben sicuro su come fare, in effetti se non si conosce la struttura dell’incantesimo, contrastarlo è abbastanza complesso, per questo decisi di attenermi alle basi: mi circondai di un incantesimo di protezione; non era particolarmente potente, quasi impercettibile in effetti, ma sarebbe bastato. Se Fianna avesse tentato di penetrarlo con la sua telepatia tutti se ne sarebbero accorti, ogni magia lascia tracce, persino una strana come la sua. Per sicurezza iniziai a rivolgerle mentalmente una lunga serie di insulti, osservando il suo viso in cerca di eventuali reazioni. Non ne vidi traccia, perciò mi tranquillizzai.
Iniziai una reale conversazione con la giovane, per non attirare l’attenzione, sorridendole gentilmente e chiedendole stupidaggini. Notai che la sua espressione era leggermente irrigidita, forse a causa del modo in cui avevo terminato il battibecco, ma chiacchierò amabilmente come se niente fosse.
Anche attrice navigata eh…
La serata passò così, tra un conversazione inutile con Fianna, ed una più proficua con Aedan e Dawn. Il tutto intervallato da un continuo lancio di sguardi per tutta la sala, alla ricerca della guardia del re, stranamente introvabile. La mia curiosità fu, fortunatamente, soddisfatta dal duca che, incuriosito dall’assenza di Dan, si informò dal re. Quest’ultimo rispose con molta calma.
“Purtroppo, è dovuto partire per una missione della massima urgenza. Ma mi aspetto che torni a breve, come sempre d'altronde.” Con un sorriso misterioso, riportò l’argomento sulla situazione militare con i territori confinanti.
Perso il mio interesse, decisi di ignorarli, la testa già occupata da ipotesi sul fantomatico lavoro di Dan.
Non dev’essere cosa da poco se ha mandato lui. Spero che non c’entri Andy, non dovrebbero essersi ancora accorti di nulla.
Ero ancora avvolto nei miei pensieri quando sentii distintamente l’anello che portavo al dito emettere una lieve scarica.
Mi irrigidii immediatamente, mentre miliardi di pensieri si rincorrevano: il costrutto che avevo fatto lanciare su Andy aveva finalmente iniziato a funzionare; dunque potevo iniziare la mia fuga.
L’unico vero problema era costituito dai due cagnolini, in attesa vicino alle porte della sala: non sarei riuscito a evitarli, perciò avrei dovuto trovare una soluzione. Dovevo anche essere molto veloce, con Dan lontano dal castello, era l’occasione perfetta
Bevvi un sorso d’acqua nel tentativo di schiarirmi la mente, sperando di trovare una soluzione. Il mio obbiettivo principale era quello di riuscire a superare le mura del castello, così da poter superare la barriera che mi impediva di saltare. Anche in quel caso però avrei dovuto fare molta attenzione: dato che i miei poteri non erano più sigillati, un Rintracciante sarebbe stato facilmente di in grado di seguire le tracce del mio salto, perciò dovevo trovare anche un modo per trattenerli il più possibile nel castello, e scappare a piedi .
Da quello che ho percepito, nel castello ci sono al massimo una quarantina di guardie reali degne di nota, di queste al massimo la metà si avvicinano al livello di Thomas in termini di quantità di magia. Non penso però che ci siano molti al suo livello, in un vero combattimento. Inoltre il più problematico, Dan, è via, perciò non dovrei incontrare molti problemi. Se mi dovessero attaccare tutti assieme, potrei avere difficoltà, soprattutto se hanno membri delle squadre elementaliste tra di loro. Ma anche in cinque o sei, non dovrei avere problemi. Con un diversivo che li trattenga, dovrei essere perfettamente al sicuro.”
Infine mi venne un idea: in questo momento, la maggior parte delle guardie stava sicuramente stazionando il perimetro del castello; ero sicuro invece, della presenza di due Rintraccianti nel cuore energetico del castello, che analizzavano costantemente coloro che abbandonavano o entravano nel castello; inoltre vi erano quattro guardie in sala, più i miei due fidati cani da guardia. Tutta la nobiltà era presente alla cerimonia, perciò le persone importanti erano riunite qui, ostaggi perfetti insomma.
Delineai molto in fretta gli elementi principali del piano, e mi preparai all’azione. Adesso che c’ero quasi, non vedevo l’ora di andarmene. Mi alzai in piedi, sollevando il calice e ottenendo così il silenzio di tutti (ho sempre adorato un pizzico di teatralità).
Mi godetti lo sguardo sorpreso e sospettoso di mio padre e iniziai a parlare.
“Signori, vi prego, concedetemi un attimo di silenzio. Vorrei ringraziare tutti voi, per essere venuti qui a onorare la memoria di mia madre.”
Subito tutti iniziarono a mormorare nuovamente delle condoglianze, ma con un gesto della mano, chiesi nuovamente silenzio.
“So che siete inoltre venuti per festeggiare le mie future nozze con la qui presente Fianna. Bene, mi duole informarvi che difficilmente vi assisterete. Temo che dovrò andarmene, ora perciò vi chiederei cortesemente di arrendervi o morire.”
Fu con un grosso sorriso che spinsi il mio mana a livelli altissimi; la sala fu immediatamente pervasa da un incredibile vento, paralizzando tutti sul posto. Subito, comparve una vera e propria legione di spiriti del Vento. Erano tutti di livello piuttosto basso, ma anche così, il loro numero era tale che una qualsiasi mossa sbagliata avrebbe ucciso il malcapitato. La sala fu invasa da urla di paura, ma soltanto uno attirò la mia attenzione:
“Laon!” Dawn era sconvolta.
“Mi dispiace, Dawn. Non muoverti; non ti faranno niente, ma non muoverti comunque… ti prego.” Forse fu il tono mesto, o il sorriso ancora più disperato, che la convinsero a stare ferma, nonostante nessuno spirito si fosse mosso contro di lei.
“Come osi, figlio? Revocali immediatamente!” mi girai nel sentire la voce più odiata.
“Oh ti prego, tu muoviti invece. Avrò finalmente la scusa per tagliarti la gola e vederti morire.” Fu con un sorrisetto gelido che osservai re Oberon, mio padre.
“Sappi che il tuo amichetto terrestre morirà, per questo.”
“Oh, io non ci conterei molto. Comunque, adesso mi interessa solo andarmene!”
Percepii un movimento ai lati: sembrava che le guardie, per niente intimidite dall’incantesimo si stessero muovendo. Per prima cosa puntai verso Thomas e Julius, probabilmente i più pericolosi in sala. Sapevo di non poter usare alcun incantesimo della Terra su di loro: lo avrebbero facilmente evitato; perciò, per prima cosa, concentrai su di loro una grande quantità di mana, tale da distruggere momentaneamente la loro concentrazione, il tanto che bastava a spezzare i loro scudi. Subito dopo, creai numerose barriere, che li sigillarono. Sapevo che non sarebbero durate, ma visti i numerosi livelli difensivi non sarebbero scappati immediatamente.
Stavo per voltarmi a confrontare le altre guardie, quando percepii un movimento alle mie spalle; mi spostai all’istante, evitando per un soffio un colpo alla tempia.
“Vedo che anche senza scudi eviti bene gli incantesimi, Tommy. Peccato, vorrà dire che ti dovrò fare male.”
“La prego, principe! La smetta! Rilasci tutti.” La sua richiesta fu seguita da una serie di movimenti quasi impercettibili: grazie alla magia aveva potenziato a livello incredibili il suo corpo, ma riuscii comunque a tenergli testa. Evitai molti dei colpi, ma fui costretto a pararne la maggior parte. Si trattava quasi sempre di pugni diretti allo stomaco, forse nel tentativo di farmi perdere i sensi, perciò non ci volle molto per anticiparli. Durante questa danza sfrenata fui in grado di incatenare le guardie rimanenti.
“Sei rimasto solo, Tommy! Perciò smettila e fatti catturare.”
Con voce trionfante mi lanciai all’indietro evitando un altro pugno; prima che si potesse riprendere attivai l’incantesimo che avevo creato intorno al giovane durante la schermaglia. Subito, numerosi punti in sequenza sul pavimento brillarono e rilasciarono un energia che gli si avviluppò intorno come un bozzolo.
“Bello vero? L’ho creato qualche anno fa, ma alla fine non l’ho mai usato contro nessuno.” Mi finsi divertito nel parlargli, ma sapendo che non mi poteva sentire, lo ignorai dopo breve.
Rivolsi lo sguardo al re in quello che speravo fossero le ultime parole che gli avrei mai dovuto rivolgere. “È finita, padre. È giunto il momento che mi lasciate in pace. Mi son stancato di voi e di questo mondo. Me ne vado.”
“Sei uno stupido ingrato! Come osi ribellarti a me? Tuo padre? Il tuo re? Tu mi devi obbedienza.” Oberon, gli occhi dilatati dalla rabbia e da un pizzico di paura, sputò quelle parole come se fossero veleno. Non potei fare a meno di sorridere nel sentirlo, dopotutto non ne avrei sentito la mancanza.
“Temo che sia passato molto tempo dal periodo in cui vi dovevo ancora obbedienza, padre.”
Iniziai ad avanzare, dirigendomi nuovamente verso il tavolo. Temendo che stessi per ucciderlo, Oberon spalancò ancora di più gli occhi, ma lo ignorai. Strinsi invece forte tra le braccia Dawn, sempre più confusa, sull’orlo delle lacrime. Tra i singhiozzi, cercò di parlare a voce bassissima, capii poco, ma sembrava che mi chiedesse di restare.
“Mi dispiace, tesoro; ma non sarò più uno schiavo nella mia stessa casa. Temo che non potrò accompagnarti a fare compere sulla Terra.”
Dopo averla abbracciata ancora più forte, la lasciai, afferrando invece Fianna, che si trovava lì vicino.
“Tu carissima, verrai con me invece.” Il duca emise un gemito nel vedermi trascinare la figlia, ma non vi diedi attenzione. Con un gesto feci esplodere il muro della sala (la via più breve per raggiungere i giardini, perché ci trovavamo sopra di loro. Da lì sarebbe stato semplice raggiungere i cancelli)
Prima di lanciarmi, Fianna ben stretta a me, ammutolita e bloccata da una serie di incantesimi, così da non darmi fastidio, mi voltai verso la sala e, spalancando il braccio libero proclamai:
“Signori, il matrimonio è annullato! il principe purtroppo deve scappare, temo non tornerà! ha bisogno di trovarsi un bell’uomo e dargli una ripassata. Addio!” (Oh si… adoro la teatralità)

Note dell’autore
1: Nel Piano, esistono diverse creature magiche che, grazie alla continua esposizioni alle correnti del mana, hanno sviluppato numerose capacità. Fin dai tempi antichi, è esistita una particolare forma di magia che, attraverso una cerimonia definita Patto, permette ad incantatori e creature di legarsi. In questo modo è possibile combattere al fianco di tali creature come compagni. Se le abilità di colui che compie la cerimonia sono sufficientemente elevate, è possibile innalzare i poteri del Compagno, ma tali casi sono molto rari.

  
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