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Autore: Trafalgar Norah    30/03/2014    5 recensioni
Nulla sembrava fuori posto. Si trovavano nella sala comune del quartier generale dell’armata rivoluzionaria, assieme al loro capo e ad altri colleghi. Era una serata tranquilla, alcuni di loro sarebbero dovuti partire per delle missioni e si stavano rilassando prima della partenza.
Ma Iva non ci vedeva nulla di male in tutto ciò.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Koala, Sabo
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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“Ma tu guarda che schifo”

“Cos’è che fa schifo cara?” chiese Iva, alzando gli occhi dal giornale.

“Una scena davvero pietosa”

Iva si voltò, cercando di capire cosa stesse succedendo di tanto grave da suscitare quei commenti nella ragazza.

Nulla sembrava fuori posto. Si trovavano nella sala comune del quartier generale dell’armata rivoluzionaria, assieme al loro capo e ad altri colleghi. Era una serata tranquilla, alcuni di loro sarebbero dovuti partire per delle missioni e si stavano rilassando prima della partenza.

Ma Iva non ci vedeva nulla di male in tutto ciò.

“Insomma Koala, cos’è che ti dà così fastidio?”

Koala bevve un altro bicchiere di rum: “Stupide oche”

Sentendo quelle parole, Iva realizzò dove fosse il problema.

Spostò il suo sguardo su un gruppetto di persone, tre di loro in particolare, sedute su un divano al lato opposto della stanza.

Sembravano divertirsi molto: le due oche, come le aveva definite Koala, bevevano assieme ad un ragazzo, che rideva e buttava giù alcool come se fosse acqua fresca.

“Cosa non daresti per essere al loro posto…” le fece notare l’uomo seduto accanto a Iva.

“Dragon… hai bevuto? Essere al posto di Jenny e Joey? Andiamo, sono la personificazione dell’idiozia!” protestò Koala.

“Sarà… ma ciò non toglie che per stare con lui venderesti l’anima al diavolo”

Koala scosse la testa scioccata: quell’uomo poteva anche essere il più grande rivoluzionario del mondo, ma in certi casi non era in grado di capire proprio nulla. Come poteva anche solo pensare che fosse così? Lei non aveva nessun motivo per desiderare di stargli accanto.

Insomma, lui non aveva nulla di speciale. Ok, aveva dei bei capelli, biondi e morbidi, ma niente di che… E sì, tutto sommato aveva sviluppato un buon fisico grazie all’allenamento e quelle braccia muscolose potevano sembrare così protettive, ma a dire il vero aveva visto di meglio. Inoltre, persino il suo viso sempre sorridente e allegro, il fatto che avesse sempre la battuta pronta… beh davvero, non c’era niente di eclatante.

Hai elencato tutte le caratteristiche che ti piacciono in lui disse una vocina nella sua testa.

“Ma per piacere” sbuffò lei.

È solo la verità… altrimenti perché saresti tanto infastidita nel vederli insieme?

“Oh, stai zitta!” borbottò.

Sentendo di non poter più stare tranquilla in quella stanza, decise di uscire a prendere una boccata d’aria fresca.

Il buio era ormai calato da un bel po’ e il piacevole tepore di cui si era beata nel pomeriggio aveva lasciato il posto ad un vento freddo, che l’aveva fatta rabbrividire non appena si era richiusa la porta alle spalle.

Ben presto si accorse che sarebbe stata meglio dentro, ma non aveva proprio voglia di rientrare: non si sentiva parte del clima festaiolo che aleggiava nella stanza.

Dì che non vuoi vedere certe perso…

“Basta!”

“Basta cosa?”

Il suo cuore sembrò fermarsi un istante, per poi ricominciare a battere ad una velocità decisamente esagerata.

“Con chi ce l’hai?”

“Una vocina fastidiosa” rispose secca.

“Senti le voci? Non è che hai bevuto troppo?”

“Di sicuro non quanto te” disse tagliente.

Rabbrividì nuovamente, a causa del freddo.

Probabilmente lui se ne accorse, perché si tolse la giacca e gliela mise sulle spalle.

“Non credi che faresti meglio a tornare dentro?”

“No… c’è un’atmosfera troppo pesante”

“Ma che dici? Ci stiamo divertendo tutti! E poi domani io devo partire per una missione… Questa potrebbe essere l’ultima volta che mi vedi, sai?” le fece notare lui sorridendo.

“Non essere scemo… Non stai andando in guerra, è una semplicissima missione di spionaggio” rispose sbuffando.

“Koala, mi spieghi perché sei così acida?”

“Non sono acida; e non sono affari tuoi. Torna pure dentro a divertirti”

 

Non appena si fu richiusa la porta della sua stanza alle spalle, Koala si accasciò al suolo con un enorme sospiro.

Ciò che era appena successo, era totalmente fuori dalla sua realtà. Non riusciva a capacitarsi di averlo trattato in quel modo: da quando si erano conosciuti, erano sempre andati d’accordo, diventando pian piano migliori amici. Non avevano mai litigato, e se anche qualche piccola discussione ci fosse stata, si era risolta praticamente subito.

Non aveva mai provato sensazioni così negative nei suoi confronti.

Dovresti andare a chiedergli scusa… dopotutto non ha fatto nulla di male.

Nulla di male? Beh già il fatto di stare seduto in mezzo a quelle due era sufficiente…

Smettila di essere così orgogliosa e vai a scusarti!

Per quanto quella voce fosse fastidiosa, Koala dovette darle ragione: per quanto fosse infastidita, non era carino da parte sua trattarlo in quel modo.

Uscì dalla sua stanza, percorrendo il lungo corridoio che dalle camere conduceva alla sala comune.

Il gran vociare che si sentiva nella stanza fino a poco fa, sembrava essere calato. Probabilmente alcuni suoi colleghi avevano smesso di festeggiare, recandosi nelle loro stanze o semplicemente accasciandosi addormentati e ubriachi sui divani.

Sperò che anche lui non avesse fatto la stessa cosa: se per caso si fosse addormentato, nemmeno un volo in mare dalla scogliera l’avrebbe svegliato.

 

Con un altro sospiro si avvicinò alla porta, ma qualcuno l’aprì prima che lei potesse farlo.

“Ehi, ciao Koala. Il momento da schizzata è passato?” chiese lui ridacchiando.

Accecata dalla rabbia, Koala non fu in grado di realizzare ciò che accadde dopo. L’unica cosa che vide fu la sua mano, muoversi verso la sua guancia e “posarsi” su di essa con un sonoro schiocco.

Si accorse solo in seguito che la sua mano pulsava ancora ed aveva cambiato colore, diventando rosso acceso. Si accorse solo in seguito che il suo viso aveva la stessa tonalità della mano ed era rigato dalle lacrime.

Quando era troppo era troppo. Perché preoccuparsi di aver sbagliato, chiedere scusa, per poi vedere che lui continuava a spassarsela con quelle due?

Beh, di sicuro lei non avrebbe più mosso un dito. Poteva benissimo divertirsi con chiunque, per quel che gliene importava.

Ti importa molto a dire il vero…

No… non le importava proprio nulla.

 

Era circa l’alba quando il fastidioso trillo della sveglia gli fece prendere un infarto; provò tre volte di spegnerla allungando il braccio, riuscendovi solo al quarto tentativo. Con un mezzo sorriso, si mise a sedere sul letto, chiedendosi come mai quell’aggeggio si fosse messo a suonare ad un’ora tanto assurda. Realizzò solo in un secondo momento cosa avrebbe dovuto fare; quindi, sempre con molta calma, decise di uscire dal letargo, per prepararsi a partire.

Quando scese nella sala da pranzo, vi trovò solo Dragon, Iva e Inazuma, che consumavano la loro colazione in religioso silenzio.

Mormorando un saluto, si avvicinò al banco della cucina, sul quale era appoggiata una brocca colma di caffè fumante.

Dopo aver riempito la tazza ed aver fatto rifornimento di brioches e biscotti, si sedette accanto ai suoi superiori, sapendo di avere una questione urgente da risolvere.

“Che hai fatto al viso caro?” si informò Iva con tono distaccato.

Il ragazzo sbuffò: “Come se non lo sapessi”

Dragon scosse la testa “Se è arrivata a tanto vuol dire che l’hai combinata grossa” disse.

“Non ho fatto niente di male. Me ne stavo tranquillo sul divano a bere con Jenny e Joey, e…”

In quel momento tutti e tre alzarono lo sguardo verso di lui. Sentire gli occhi dei suoi superiori su di sé lo intimidì non poco, soprattutto perché per quanto quelle occhiate gli apparissero truci, le parole che stavano trattenendo potevano essere mille volte peggio.

“Che cosa ho fatto?” chiese, fingendosi molto interessato alla crema della sua brioche.

“Preoccupati piuttosto di cosa non hai fatto. Adesso vai, si è fatto tardi. E impara a leggere tra le righe”

 

Koala rientrò al quartier generale, un po’ stanca ma soddisfatta. Si era concessa una giornata libera, per andare a comprarsi qualcosa da vestire, prima della sua partenza per Dressrosa.

Probabilmente aveva esagerato, ma erano abiti di prima necessità e c’erano davvero tante cose carine da acquistare che non aveva potuto resistere.

Un vestito in particolare aveva attirato la sua attenzione: era di un bel blu elettrico, aderente e con le maniche di pizzo. Non certo un capo che era abituata a portare, ma non appena l’aveva visto se n’era innamorata.

Decise di indossarlo per cena, al posto della solita tuta usurata e troppo larga. Non era da lei quell’atteggiamento, solo gente come Jenny e Joey curava il proprio aspetto nei minimi dettagli, eppure per una volta, sentì di aver bisogno di cambiare.

Dopo essersi vestita e truccata, si avviò verso la sala da pranzo, ansiosa di mostrare a Iva il suo acquisto.

Iva… come no.

La sala era ancora semivuota, ma per fortuna trovò subito Iva.

“Ma tu guarda come sei carina” esclamò, non appena vide Koala.

La ragazza arrossì: “Grazie. L’ho comprato oggi pomeriggio”

“Molto bello, davvero. Ma come mai hai deciso di indossarlo?”

“Beh non c’è un motivo in particolare”

Bugiarda…

“Oh, capisco. Cambiando discorso… Inazuma e Sabo ci raggiungeranno tra poco. Stanno discutendo con Dragon di ciò che hanno scoperto durante la missione… Così tu e Sabo potrete prepararvi al meglio prima di partire per Dressrosa”

La ragazza si lasciò sfuggire di mano la forchetta, che cadde tintinnando sul pavimento.

“Stai scherzando, vero?”

“Certo che no sciocchina. Perché dovrei?”

Perché sarebbe una cosa estremamente imbarazzante.

Koala alzò gli occhi al cielo: “Non… beh, non fa nulla. In ogni caso gli ordini vanno eseguiti”

“Esattamente”

 

“E poi quella tipa ha cominciato ad insultare Inazuma, urlandogli qualcosa tipo – Sei il peggior bastardo che io abbia mai incontrato!” disse Sabo, per poi scoppiare a ridere, seguito da gran parte dei presenti.

“Povero Inazuma” esclamò Jenny.

Sabo scosse la testa: “Se l’è andata a cercare. Avrebbe dovuto capire che quella era una pazza scatenata. E poi viene a dirmi che non so leggere tra le righe”

“Te lo dico perché è vero. Tu sei messo peggio di me ragazzino” lo rimproverò Inazuma.

“Ah davvero?”

“Certo. Altrimenti non saresti qui”

Il bicchiere di birra giaceva vuoto sulla panchina, accanto alla sua mano. Koala rimpianse di averlo bevuto tutto d’un fiato, ma la notizia che le aveva dato Iva poco prima l’aveva reso necessario.

Non poteva pensare di dover andare in missione con lui, non dopo quello che era successo.

Sentiva che tra lei e Sabo non c’era più il rapporto di stretta amicizia che avevano fino a pochi giorni fa.

A ben pensarci, non sapeva nemmeno come era arrivata fino a quel punto. Le loro vite procedevano in modo assolutamente normale, per quanto fossero dei Rivoluzionari, poi all’improvviso, la loro quotidianità era stata messa in discussione in maniera del tutto inaspettata.

Sinceramente non era contenta di ciò che era successo e anche se si fosse scusata con lui, quello spettro sarebbe sempre rimasto nelle loro vite, pronto a tornare in qualsiasi momento.

“Ma perché è successo tutto questo casino?” si domandò sconfortata.

Ancora non l’hai capito che sei innamorata di lui?

“Tu non hai ancora capito che devi lasciarmi in pace?”

“Tu non hai ancora capito che le persone normali non parlano da sole?”

Koala si voltò di scatto, arrossendo.

Sabo stava appoggiato al muro, con le braccia incrociate; sorrideva, un sorriso strano, quasi un ghigno, che però lasciava trapelare una nota d’incertezza.

Il ragazzo si avvicinò lentamente e ad ogni suo passo Koala cercò di allontanarsi.

“Sai, se ti piace così tanto stare al freddo, ci sono molte isole dove potresti andare: basta che tu lo chieda a Dragon, non rifiuterà di certo. Però ti serviranno degli abiti pesanti… per quanto ti stia bene, quel vestitino non è di certo adatto” disse, sedendosi accanto all’amica.

“Tra noi due sei tu quello che avrebbe bisogno di andare al fresco. Magari assieme alle tue amichette, così potrete stare ancora più vicini per scaldarvi”

Le sue parole, suscitarono in lui una risata.

“Trovi divertente quello che ho detto?” chiese Koala offesa.

“Non dovrei? Koala, ti rendi conto di come ti sei comportata nei giorni scorsi?”

“Sabo, io…”
“Non hai fatto altro che osservarmi con sguardo truce, trattandomi come se fossi la persona peggiore del modo e come se non bastasse, mi molli uno schiaffo in pieno volto senza avere un motivo serio per farlo? Pensandoci hai ragione, non c’è niente di comico in tutto questo, ma preferisco buttarla sul ridere piuttosto che reagire nel modo sbagliato come hai fatto tu” affermò sarcastico.

“Mi dispiace” mormorò la ragazza.

“Non sono arrabbiato. Vorrei solo sapere perché l’hai fatto”

Ora voglio vedere come te la cavi. Schernì la tanto odiata vocina.

“Ecco… non so spiegarmelo neanche io. Ho avuto un periodo di sconforto e me la sono presa con te. Non avrei dovuto, mi dispiace” si scusò la ragazza.

Senza dire nulla, Sabo si alzò. Prese a camminare avanti e indietro, scuotendo la testa e passandosi le mani sul viso. Con un sospiro incrociò le braccia, avvicinandosi alla ringhiera del balcone che dava sull’oceano.

“Sai qual è la cosa più importante al mondo per me?” chiese poco dopo.

Koala annuì: “La sincerità”

“Esatto. Credo che senza di essa nessun rapporto abbia ragione di esistere. Ma credo anche che prima di essere sinceri con gli altri bisogna esserlo con se stessi”

“Sono d’accordo”

Il biondo sbuffò: “Se lo fossi non mi avresti raccontato questa storiella”

Koala aprì la bocca, ma senza emettere alcun suono. Non capiva cosa si aspettasse da lei: ciò che aveva detto era la pura verità, cosa voleva ancora?

“Allora cos’avrei dovuto dirti?”

Il ragazzo si voltò verso di lei: “Avresti potuto iniziare dal fatto che vedermi assieme a Jenny e Joey ti urta i nervi in maniera esagerata” disse, avvicinandosi.

“No…” Koala scosse la testa.

“Oppure che da un po’ di tempo la nostra amicizia non è più tale” continuò lui

“Sabo non…”

“O, meglio ancora, che sei innamorata di me” concluse, sedendosi di nuovo accanto a lei.

La ragazza spalancò la bocca, incredula.

“Ma ti sei bevuto il cervello?”

“Non mi sembra” rispose tranquillamente.

Koala scosse la testa, alzandosi: “Tu non hai capito un bel niente”

Prima che potesse allontanarsi, Sabo le afferrò il polso, attirandola a sé.

“Quella che non capisce sei tu” le sussurrò all’orecchio.

Koala sentì le gambe tremare.

“Cosa?”

“Che se fossi stata sincera con te stessa avresti evitato tutto questo casino. Sarebbero bastate quattro semplici parole”

“Quattro?” chiese lei scettica.

Sabo annuì. “Quattro”

“E quali sarebbero queste parole?” chiese, con voce tremante.

Sabo rise, scuotendo nuovamente la testa. Poi, prima che Koala potesse realizzarlo, il biondo annullò la distanza tra i due. Posò le sue labbra su quelle della ragazza, stabilendo un contatto che la lasciò senza fiato, facendo cedere definitivamente le sue gambe e mandandole il cuore a mille. Tutto intorno a loro era svanito, diventando il nulla.

Le labbra di Sabo sapevano di birra, tanto quanto le sue, e si muovevano con una dolcezza che mai si sarebbe aspettata. Lei non era mai stata baciata, però di libri romantici ne aveva letti. Ma niente, niente avrebbe potuto eguagliare ciò che stava provando in quel momento.

Non era in grado di descriverlo… sapeva solo che stava provando la sensazione migliore del mondo.

Quando Sabo interruppe il contatto per guardarla negli occhi, le sfuggì un gemito di disapprovazione, che suscitò in lui una risata.

Ci voleva tanto?!

“Allora… queste parole?”

“Sei davvero uno stupido”

“Ti amo anche io”

 

“Ma tu guarda come sono adorabili” commentò Iva.

“Avrebbero dovuto farlo tempo prima” disse Inazuma.

“Questi giovani d’oggi non capiscono nulla di sentimenti” affermò Dragon, scuotendo la testa.

“Perché, tu ne sai qualcosa Dragon?” chiesero i due.

“Lasciate perdere”

 

 

 

 

Salve a voi!! Ora, non chiedetemi cosa diavolo è questa roba. So solo che da quando ho visto questi due, ho deciso che come coppia mi piacciono tantissimo.

Spero che il titolo vada bene, a dire la verità non sapevo nemmeno cosa mettere fino a pochi secondi fa, poi ho deciso di mettere qualcosa che suona bene.

Se mi dite che è decente magari ci scrivo anche una long-fiction…

Beh, fatemi sapere che ne pensate,

un bacione!!

Dianna Scarlett

                                                                                                                                                  

  
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