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Autore: severus89    31/03/2014    1 recensioni
Hermione Granger, prima di andare ad Hogwarts, all'età di undici anni, va indietro nel tempo all'epoca dei fondatori: essa farà parte della storia di Hogwarts, oppure cercherà di nascosto ad aiutare i quattro fondatori??
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Capitolo 7 Le sale comuni

Pov Godric

In quel periodo si stava divertendo davvero molto, era con i suoi migliori amici, e stavano lavorando ad un progetto veramente unico.
Pensava a questo mentre gironzolava vicino alle torri: quella era la sua zona, e con un consiglio di Hermione l'aveva modificata a suo piacimento.
Aveva scelto la sala comune degli studenti, nascondola con un ritratto un po' particolare: una Signora Grassa con uno strano vestito rosa. Per entrare bastava dirle la parola magica che solo un vero Grifondoro poteva dire.
-Mamma mia quanto rosso- disse Salazar una volta entrato all'interno per una visita.
I compagni annuirono, mentre Godric disse:
-Pensatela come volete ma a me piace così-.
La Sala Comune di Grifondoro si presentava a detta di Godric, come una stanza accogliente a pianta rotonda, arredata con soffici poltrone. Il pavimento era ricoperto da uno stupendo tappeto rosso vermiglio e oro, mentre le pareti erano tappezzate di drappi e magnifici arazzi dei colori della Casa. Gran parte della sala era occupata dall'immenso camino di marmo, ornata anche da alcune armature.
-Venite vi faccio vedere i dormitori-disse Godric.
Aprì una porta che conduceva ai dormitori delle ragazze, mentre una scala a chiocciola conduceva a quelli dei ragazzi.
Una volta spiegato ciò Tosca disse:
-Hai davvero fatto un ottimo lavoro, mi piace qui-.
-Umpf, scommetto che la mia Sala Comune vi piacerà di più-
-Davvero Sal? Perché non c'è la fai vedere?-disse sorridendo Godric.
-Con molto piacere-.

Pov Salazar

Quell'arrogante, scommetto che se vedrà quello che ho fatto si stupirà.

Scesero fino ai sotterranei, perché appunto, la sala comune di Serpeverde si trova nei sotterranei di Hogwarts, dietro a un’entrata nascosta sotto il Lago Nero.
Una volta entrati fecero tutti una faccia stupita: era fantastico, le finestre della sala si affacciavano sulle profondità del lago di Hogwarts. L'atmosfera era avvolta da un’aura di mistero; una luce smeraldina che penetra dalle finestre si irradiava ovunque. Si aveva l'impressione di essere in un relitto in fondo al mare.
L'arredamento della sala comune di Serpeverde era costituito da poltrone e sofà neri, tappeti verdi e argento. L'unica fonte di calore era un colossale camino di marmo, abbellito da statuette, teschi e l'immancabile effige di un serpente. -Caspita che lusso- disse Merlino, mentre si avvicinavano ai dormitori.
I Dormitori erano molto eleganti e accoglienti con antichi letti a baldacchino, tende in seta verde e copriletti ricamati con filo argentato.
-Devo ammettere che non è niente male- disse Hermione.
-Si, tipico di Salazar esagerare-
-Cosa vorresti dire?- dissi io alterato.
-Su non litigate, io e Tosca non vediamo l'ora di mostrarvi le nostre-
-Scommetto che saranno piu belle delle vostre- aggiunse poi Tosca.
-Vedremo- rispondemmo in coro io e Godric seguendole.

Pov Tosca

Ora toccava a Tosca far vedere ai suoi amici la sua sala comune.
Avevano visto quella di Salazar e Godric, ed erano rimasti stupiti, ma la sua non era da meno.
Condusse i suoi amici vicino alle cucine. Oltrepassò la grande natura morta che costituiva l'entrata di queste ultime, e si avvicinò al lato destro del corridoio. Si trovavano una pila di grosse botti in una buia nicchia di pietra. Aprì quindi la seconda botte a partire dal basso.
Entrarono dentro la botte, dove un cunicolo li portò davanti a un'accogliente sala rotonda dal soffitto basso, che ricordava vagamente la tana di un tasso. La stanza era arredata con la vivace combinazione del giallo e del nero.
Una colorata moltitudine di piante sembra godersi l’atmosfera della sala comune di Tassorosso.
Andarono poi verso i dormitori, i quali avevano tutti porte rotonde come coperchi di botti, decorati con variopinti arazzi raffiguranti i simboli di Tassorosso e lunghi tappeti con bei motivi giallo-neri.
-Però- disse Merlino stupito.
-Mica male-.
Guardò le facce stupite di Godric e Salazar:
-Vedete? Anche Tosca ha fatto un buon lavoro. Ora tocca a me- disse Cosetta.

Pov Cosetta

Cosetta rideva delle buffonate dei suoi amici. Erano davvero una bella squadra: l'arrivo di Merlino ed Hermione aveva portato un po' di freschezza nelle loro vite.
Vedeva come Salazar e Godric erano attaccati alla ragazza, e di come lei Tosca e Merlino interagivano.
È vero che erano un gruppo di sei persone, ma erano divisi in due triadi.
Da un lato Salazar, Godric e Hermione: giocherelloni e coombina-guai. Dall'altra parte: lei, Tosca e Merlino, molto più calmi e riflessivi. Si completavano a vicenda.
Pensava a questo memtre si dirigevano verso la sua Sala
Comune. Si trova sulla sommità della Torre Ovest.
Diversamente dalle altre Case, che avevano tutte ingressi segreti per raggiungere la propria Sala Comune, i Corvonero non ne avevano. La porta, si trovava in cima a un’alta scalinata a chiocciola. Non aveva maniglia, ma un batacchio incantato in bronzo, a forma di aquila. Quando qualcuno bussa alla porta, il batacchio pone una domanda e, se l'interpellato non rispondere in modo corretto, lo lascia entrare altrimenti no.
Questa era stata una sua idea che riteneva geniale.
Entrarono nella stanza che era circolare, ampia e ariosa. Vi erano finestre ad arco e sulle pareti erano appesi drappi di seta blu e bronzo. Il soffitto era a cupola, e sia questo sia la moquette, erano trapuntati di stelle. Le finestre ad arco disposte lungo i muri, disponevano di una vista spettacolare: il lago, la Foresta Proibita, il campo di Quidditch e i giardini di Erbologia. Nessun’altra Casa della scuola aveva una vista così.
Tutti fischiarono in segno di apprezzamenti non appena videro fuori dalla finestra.
Si complimentarono con Cosetta, dopo di che andarono a mangiare entusiasti del lavoro svolto.


  
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