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Autore: CreepyGirl    31/03/2014    4 recensioni
In questa FF Liam e Zayn sono nemici giurati.
Liam ha una sorella, Angie, affetta da mutismo selettivo a causa di un incidente che ha portato via i loro genitori...
Tratto dal testo:
La baciò sulla fronte e le sussurrò “vai via...scappa via da me finché sei in tempo, piccola Payne...”.
Angie lo guardò negli occhi, scorgendo uno Zayn diverso, distrutto. I suoi occhi cioccolato fecero trasparire la sua disperazione.
*********
Una volta completo, Angie guardò il suo disegno: ancora una volta aveva visto Zayn, non lo sbruffone che la prendeva in giro, ma un ragazzo che nascondeva tutto dietro ai suoi modi irritanti, dietro un sorriso falso, dietro al fascino del suo sguardo magnetico.
Ma cosa nascondevano in realtà quegli occhi?
Genere: Generale, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Niall Horan, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo, Violenza
Capitoli:
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Capitolo 32

“grazie per avermi aiutato ragazzi!”
“sicuro di star bene Phil?” domandò lei gentile.
Phil annuì “sì, non preoccuparti ci sono abituato...quello fa sempre così”.
Quello era chiaramente riferito a Zayn. Angie inghiottì della saliva.
Doveva calmarsi, non pensare al ragazzo dolce che credeva si nascondesse in lui. Zayn Malik l’aveva usata solo per ferire suo fratello.
 
È una buffonata, lui era sincero.
 
“Angie? Proonto?” suo fratello Liam agitò una mano davanti al suo sguardo perso nel vuoto.
Lei scosse la testa “sì, sono sveglia...”.
“il tuo cellulare ha squillato”.
Angie prese il telefonino e notò un SMS:
 
ho dimenticato il mio quaderno nella sala di musica...potresti prenderlo tu per favore?
XX quello smemorato di Niall
:)

 
Sospirò “Niall ha dimenticato il quaderno nella sala di musica...vado a recuperarlo”
“quel ragazzo avrebbe bisogno di una cura di fosforo!” scherzò Liam “nel frattempo vado a prendere l’auto ok?”.
“ok, ma non metterci due ore come al solito!” disse dando un piccolo pugno sul braccio di suo fratello e dirigendosi nell’aula di musica.

Tutto era incredibilmente silenzioso, anche se mancava poco alla fine delle lezioni. Angie entrò nell’aula di musica, scorgendo subito il quadernetto di Niall e lo prese.
Prima di uscire dall’aula si guardò attorno e vide il pianoforte.
Quel pianoforte, quella stanza lontana dalla realtà, quella canzone, quel bacio. Quelle parole.
Tutto falso.
Ma quegli occhi erano sinceri, così come quel sorriso dolce.
Restò così, impalata e appoggiata alla porta a pensare e ripensare a quella scena che si ripeteva continuamente nella sua testa come un film inceppato.
La porta si aprì di colpo e Angie cadde all’indietro, ma fu afferrata da qualcuno alle sue spalle.
Era lui.
“che ci fai qui da sola?” domandò Zayn non lasciandola.
Angie abbassò lo sguardo, anche la sua voce sembrava farle male “non credo che siano affari tuoi” si liberò, non riuscendolo a guardare negli occhi “divertiti pure a fare finta di niente Zayn...” continuò dura “tu con me sei stato sincero”.
Lui sospirò “quel ragazzo che hai conosciuto alla villa di Roxanne non esiste...”.
“è nascosto da qualche parte dentro di te” lo interruppe lei “sotto tutto il marcio che ti sei creato intorno...c’è il ragazzo che...” un singhiozzo la scosse “sì, c’è il ragazzo che amo”.

A Zayn si spezzò il cuore. Quelle parole gli facevano più male di qualsiasi altra cosa “non possiamo e lo sai”.
“perché dici così? Lo sai che mi stai facendo male?!” finalmente Angie ebbe il coraggio di guardarlo “sei solo tu quello che si sta creando mille problemi!”.
Il ragazzi si passò una mano tra i capelli, esasperato e colpevole. Una manica gli si alzò, rivelando il braccio graffiato e pieno di lividi.
“ma cosa...” Angie guardò bene le ferite “e quelle come te le sei fatte?”.
Zayn ricoprì subito il braccio “non è niente...stanne fuori”.
Solo allora Angie si ricordò che quando l’aveva visto in palestra aveva entrambe le braccia fasciate, ma la rabbia aveva messo la cosa in secondo piano.
Afferrò il ragazzo e scoprì l’altro braccio, anche quello con alcuni lividi.
“che cazzo ti è successo, perché hai quelle orribili cose?” chiese lei in ansia.
Lui non rispose, si limitò a guardare altrove.
“rispondi!” continuò lei “perché hai questi graffi?”.
“te l’ho già detto una volta, stanne fuori Angie”.
Lei delusa da quella risposta trattenne le lacrime “d’accordo, resterò fuori dalla tua vita...se è quello che vuoi” aprì la porta e uscì, ancora preoccupata per quelle ferite.
Zayn strinse forte i pugni, lasciandosi i segni delle unghie sui palmi.
 
Sotto tutto il marcio che ti sei creato intorno...c’è il ragazzo che amo.
 
Lo aveva detto apertamente, con lo sguardo di una ragazza che nonostante tutto ancora ci sperava.
“perché vede ancora qualcosa di buono in me?” si chiese Zayn abbandonandosi contro il muro.


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Capitolo 33

Gettò il mozzicone della sua sigaretta nell’immondizia fuori casa sua, cercando di cancellare quello che Angie gli aveva detto, ricordandosi costantemente di tenerla fuori dalla sua vita per il suo bene.
E poi lei si sbagliava, chi avrebbe mai potuto amare un errore come lui?

Aprì la porta di casa, ma preferì non annunciare il suo ritorno, quello che voleva era semplicemente cambiarsi per poi andarsene da quell’inferno.
Tutto era stranamente silenzioso “c’è nessuno?” domandò sospettoso, finché non notò un barattolino di pillole vuoto e sentì Denise piangere.
Gettò la borsa sul pavimento e corse lungo le scale, temendo che quella pazza di sua madre avesse potuto aver fatto del male alla piccola.

Spalancò la porta della camera da letto e ritrovò Denise che piangeva sul corpo della donna riversato sul pavimento. Prese subito la bambina e l’allontanò, abbracciandola “calmati piccola, che è successo?”.
“mamma è morta!!” urlò la piccola senza smettere di tremare e singhiozzare.
Con il terrore nel cuore Zayn guardò verso Elise, notando che il suo petto si sollevava e si abbassava ritmicamente. Sospirò e accarezzò la sorellastra “no tesoro, sta solo dormendo...”.
Denise lo guardò con suoi languidi occhi blu “davvero?”.
Lui annuì, asciugandole le lacrime “è stanca perché lavora molto” disse, ma non era sicuro di aver convinto la piccina.
Si avvicinò a sua madre, preoccupato. La sollevò con quanta più cura possibile e la poggiò sul letto “sta tranquilla, la mamma si riprenderà presto” disse sorridendo a Denise per tranquillizzarla “è cominciato Sesame Street” le fece notare e la piccola corse subito davanti al televisore.

Andò a prendere un asciugamano dal bagno e con l’acqua fresca del rubinetto la bagnò leggermente, tornò da sua madre e le rinfrescò la fronte.
Scese poi in cucina per preparare una camomilla calda e controllò che Denise stesse guardando la Tv tranquillamente. Vide il telefonino di sua madre e sospirando lo prese, chiamando il suo patrigno.
L’uomo rispose dopo alcuni squilli “pronto Elise?”.
“sono Zayn...” disse il ragazzo cercando di non sembrare troppo nervoso.
“che è successo, dov’è Elise?” si agitò Jack.
Zayn abbassò la fiamma sotto il pentolino d’acqua bollente “la mamma si è sentita male, adesso sta dormendo”.
“si è sentita male?”.
“ha ingerito tutto il flacone di antidepressivi...” disse con un sospiro e massaggiandosi le tempie.
Un sospirò riempì l’altoparlante del telefono, Jack sembrava seriamente preoccupato “chiama il dottor Jacobs, io torno tra poco”.
Zayn annuii e staccò la chiamata.

Perché lo stava facendo? Insomma, quelli erano i suoi aguzzini, meritavano di soffrire.
Poi guardò la piccola Denise. Doveva farlo per lei.

Dopo aver messo l’infuso in una tazza ritornò al piano di sopra e si sedette sulla poltroncina accanto al letto e sorseggiò la camomilla, per calmarsi.
Osservò sua madre, era completamente diversa da lui, con gli stessi occhi azzurri di Denise e i suoi stessi ricci morbidi e chiari. Nessuno avrebbe mai pensato che lui fosse figlio di una donna dai tratti così delicati.
La donna si mosse leggermente e aprì gli occhi, guardandolo “che ci fai qui?” gli disse con il suo solito tono privo di affetto.
“sei svenuta e hai fatto spaventare Denise” spiegò il ragazzo ignorando il disprezzo di sua madre nei suoi confronti.
“adesso dov’è la piccola?”.
“sta guardando la TV, le ho detto che ti sei addormentata perché lavori molto” disse Zayn poggiando i gomiti sulle ginocchia “come ti senti?”.
Quella gentilezza, quello sguardo preoccupato. Elise sentì le lacrime riempirle gli occhi “perché fai così?” domandò.
Zayn sbattè le palpebre “così come?”.
“perché ti preoccupi per me?” lo guardò accusandolo, come se la sua gentilezza fosse un crimine “stai cercando di farmi sentire in colpa?”.
Lui abbassò lo sguardo “no...” divenne silenzioso per qualche istante, poi la guardò con vaga irritazione “non la faccio per farti sentire in colpa, ma lo faccio perché nonostante tutto sei pur sempre mia madre...”.

A quelle parole la stanza vorticò. Come, come poteva volerle ancora un po’ di bene nonostante tutto quello che gli faceva subire?
La donna non riuscì a sostenere lo sguardo preoccupato del figlio e si voltò dall’altra parte “vattene”.
Sospirando, Zayn obbedì senza obiettare, non voleva farla agitare dopo quello che le era accaduto.

Elise strinse le coperte tra le mani.
Odiava tutto, odiava perfino se stessa, per essere così vulnerabile da aver bisogno delle cure del figlio che non aveva mai voluto.
Odiò Zayn ancora di più, perché lui le voleva bene nonostante tutto.
  
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