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Autore: BexOwl    31/03/2014    0 recensioni
:- Come vuoi Severus- Disse poi :- Ma ti suggerisco di non prendere la cosa troppo sul serio e di non negarti l’ amore verso un’ altra donna se questo è sincero.-
Scioccamente a quelle parole, mi offesi: se Silente credeva che fossi così debole da cedere presto all’ affetto di una donna si sbagliava.
Non ne sentivo il bisogno, come non sentivo il bisogno di una persona vicina per sentirmi compreso e felice, potevo farcela da solo, non avevo bisogno di nessuno.
Ma Silente mi conosceva più di quanto mi conoscessi io: forse avevo troppe promesse da mantenere e circa 5 anni dopo, infransi quel giuramento...
ATENZIONE: storia non conclusa!
Genere: Drammatico, Poesia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Silente, Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
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Mai più avrei pensato che innamorarmi fosse segno di debolezza e, soprattutto, un’ offesa a Lily.

Voldemort era tornato.

Quell’ estate aveva recuperato il suo corpo e i suoi poteri ma, la cosa più allarmante, è che quest’ ultimi erano aumentati oltre l’ immaginabile.

Sapevo che prima o poi avrei provato il dolore al braccio, alzato la manica e avrei rivisto il Marchio Nero bruciare e muoversi orrendamente sulla pelle.

Solo ora, aveva inizio la mia missione ma non avevo timore: avrei fatto qualunque cosa pur di portarla a termine.

Dovevo fingere, sorridere a cattivo gioco pur di riconquistarmi la fiducia dei Mangiamorte e, soprattutto, di Voldemort.

Per questo motivo, per quanto riluttante, non potevo sottrarmi ai momenti di divertimento dei Mangiamorte, ovvero, uccidere babbani.

Un’ afosa serata di agosto, decisero di fare una carneficina con la scusa di festeggiare il ritorno del nostro signore.

Presero di mira uno dei ponti di Londra.

Vidi morire innumerevoli babbani uccisi da maledizioni, schiacciati dalle macerie e affogati nelle acque del Tamigi ma, non dimenticai il volto di nessuno di questi.

Imprimevo nella mente ogni morto per ricordarmi quante persone oltre a Lily, non ero riuscito a salvare.

Era mio dovere recitare la mia parte alla perfezione: non potevo permettermi nessuno sbaglio o avrebbero capito che facevo il doppio gioco e mi avrebbero immediatamente ucciso.

Dovevo vivere ancora un po’.

Per quella sera si erano divertiti abbastanza: avevano distrutto un ponte e ucciso tanti innocenti, così, scomparvero riempiendo l’ aria delle loro risate fredde e acute.

Guardai per l’ ultima volta il ponte mentre crollava e, in quell’ attimo, scorsi qualcuno appeso che si dimenava nell’ aria e gridava aiuto.

Quella persona era una giovane babbana.

Immediatamente mi materializzai e, con un incanto, la portai via appena in tempo, prima che le macerie crollassero nel fiume.

Senza accorgermene, tolsi la maschera e ritrassi il cappuccio e, lontano da lì, le sussurrai di andarsene .

Scappò immediatamente e, Il suo volto sconvolto e rigato dalle lacrime, non lo dimenticai mai, come lei non dimenticò il mio.

Pensavo che non l’ avrei rivista.

Sicuramente gli agenti del ministero si erano premurati di modificare i ricordi dei babbani che avevano assistito a quella catastrofe, quindi, anche la ragazza non avrebbe ricordato più niente di quella sera.

Eppure, i nostri destini, vollero incontrarsi di nuovo.

Possibile che Silente, anche questa volta, sapesse tutto? Certe volte pensai che avesse fatto pressione sugli Auror affinché non cancellassero i ricordi di quella babbana.

Di fatto, un giorno, mi costrinse ad accompagnarlo per Londra con la scusa che non sopportava vedermi sempre chiuso nel mio ufficio.

Londra sarà pure una delle capitali più importanti nel mondo ma, a me, non suscitava alcun interesse: una città immersa nel caos dove la bellezza nascondeva una vergognosa povertà.

Mentre passeggiavamo per il centro, Silente fu attratto da una piccola bottega di vestiti e, con entusiasmo, mi portò dentro.

Era un locale piccolo e confortevole e, dall’ aspetto, mi ricordava molto i negozi a Diagon Alley .

Il preside osservava divertito tempestandomi di domande e sembrava quella mamma che non ho mai avuto: continuava a chiedermi pareri sui vestiti o se ce n’ era qualcuno di mio gradimento.

:- Io ti ho già visto…- Disse a un certo punto una voce alle nostre spalle.

Ci voltammo e sussultai quando la riconobbi : come potevo immaginare che in quel piccolo negozio, avrei rivisto quella babbana?

Non aveva più un’ espressione sconvolta né le lacrime le rigavano il volto come ricordavo: era bella e giovane e, le sue dolci labbra, erano aperte per la sorpresa.

:- Tu sei quella persona che mi ha salvata!- Continuò guardandomi con un misto di ammirazione e riverenza.

Non sapevo come comportarmi: ai suoi occhi apparivo come un eroe, titolo inappropriato e che non mi meritavo affatto.

Timidamente si avvicinò e prese la mia mano tra le sue

:- Mi sono sempre chiesta se l’ avrei rivista…- E i nostri occhi si incontrano: i suoi erano così belli che trovai insostenibile guardarli ancora.

Silente sembrava preoccupato e, allo stesso tempo, un po’ divertito per la situazione in cui mi ero cacciato

:- Signorina- Disse :- Credo, e ne sono certo, che se lei ancora ricorda del mio collega, si sarà anche resa conto che non è umano.-

Il mio cuore perse un colpo: era vietato parlare ai babbani del nostro mondo e i maghi dovevano tener segreta la loro identità.

Lei mi lasciò la mano, colpita da quell’ affermazione

:- Si, lo ammetto- Rispose :- Spesso l’ ho pensato ma credevo… non lo so, di essermi immaginata tutto…-

:- Perché?- Chiese il preside

:- Perché nessuno ricordava cosa era successo quella sera e mi meravigliai che, i giorni seguenti nei giornali, nessuno aveva parlato dell’ accaduto!-

:- Allora- E Silente si volse verso di me:- Credo sia il caso di dirle la verità…-

:- Ma signore!- Esclamai interrompendolo:- Ci è vietato far conoscere ai babbani il nostro mondo!-

La ragazza spostava lo sguardo da me a Silente confusa, non sapendo cosa fare o casa dire. Non chiese neanche cosa volesse dire “ babbano” ma rimase in silenzio ad ascoltare la nostra discussione.

Silente non volle sentire storie: era diritto della ragazza venire a conoscenza del nostro segreto, purché promettesse di non rivelarlo a nessun altro.

Per quanto contrariato, potei solo accettare quanto voleva il preside: se lo riteneva giusto lui, potevo fidarmi e, in fondo ero certo che la giovane non ne avrebbe fatto parola con nessuno.

Così, quel pomeriggio, scoprì il nostro mondo: non ci diede mai dei matti, non scappò quando entrò a Diagon Alley e non guardò mai con sospetto o disgusto gli altri maghi.

Non fece mai commenti pungenti sui nostri modi e non urlò vedendo strani oggetti o le creature magiche.

I suoi occhi erano accesi da una piacevole curiosità ed osservavano attentamente tutto: non domandò mai di cose inopportune o sciocche, parlava lo stretto necessario, per il resto, ascoltava per assimilare ogni concetto.

Forse, se avessi avuto almeno solo uno studente come lei, avrei trovato il mio lavoro più piacevole.

La sera giungemmo ad Hogwarts e, con mio grande sollievo, Silente non informò nessuno degli insegnanti della presenza della ragazza in modo da poter esplorare la scuola senza problemi .

Al meno nessuno ci avrebbe riempito di inutili domanda su chi era e come mai era qui e gli studenti non avrebbero preso la novità come qualcosa su cui fare pettegolezzo.

Silente l’ accompagnò fino al suo ufficio, dove ci lasciò

:- Possiate perdonarmi signorina- Disse mentre entravamo:- Ma ho un impegno che non posso disdire.

Devo assolutamente andare!-

La giovane babbana riempì di lodi e ringraziamenti il preside per tutto quello che aveva fatto ed egli, prima di andarsene, lasciò a me l’ incarico di rispondere a tutte le perplessità della ragazza.

Fu un momento imbarazzante in quanto non sapevo come iniziare la conversazione: per tutto il viaggio non c’ eravamo rivolti la parola ma, nei suoi bei occhi, leggevo il desidero di parlare con me e, se mi avesse chiesto qualcosa, non avrei saputo cosa rispondere.

Visto che era rimasta incantata da Funny, pensai di dirle qualcosa su quell’ essere magico ma, come temevo, mentre parlavo mi fermò

:- Perché portavi quella maschera?- Chiese con la sua tenera voce

Tra tutte le domande che poteva pormi non avevo immaginato che potesse iniziare con quella e, per quanto mi dispiacesse, non potevo dare una risposta.

:- Non posso dirtelo- Dissi semplicemente.

Lei non insistette, si limitò ad abbassare lo sguardo arrossendo e si allontanò da me per avvicinarsi a un curioso oggetto che prese tra le mani

:- Scusami- sussurrò:- Volevo solo sapere qualcosa su di te…-

:- Non era la domanda giusta con cui iniziare-

:- Allora… che lavoro fai?-

:- Insegno pozioni qui da 12 anni- Non disse niente, si limitò a un piccolo sorriso

:- Tu invece? Lavori in quel negozio di vestiti?-

A quella domanda si voltò e la risposta mi colpii

:- No, quello è il mio secondo lavoro- Rispose allegramente:- Anchio insegno!-

  
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