La Spada del Re
(Durand)
Affondo. L’avversario schivava. La lama passava alla sinistra. Taglio. L’avversario sanguinava. Si spostava di lato, il cavaliere. L’avversario lo seguiva con gli occhi. Di nuovo la destra, poi la sinistra. Giocoliere, funambolo, mago. Una mano, poi l’altra. Equilibrio perenne. Un braccio che colpiva, l’altro che si preparava all’affondo successivo. Il balletto che continuava fino a quando l’avversario cadeva a terra.
Per sempre. Per sempre, ha giurato. Servire il Re con entrambe le sue mani.
Grida di dolore e poi perde i sensi. La giacca inzuppata di sangue e quel moncherino inutile e pulsante sono ciò che resta del suo giuramento.