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Autore: Knuckster    31/03/2014    2 recensioni
Sonic the Hedgehog, nella sua giovane vita, ha affrontato innumerevoli sfide, a volte al di là della sua portata e quasi sempre scatenate dal dottor Eggman. Questa volta, però, si ritroverà a combattere un avversario molto più oscuro, disposto a sterminare tutta la razza mobiana senza alcuna pietà. Basterà avere al suo fianco tutti i suoi amici di sempre per sventare la pericolosa minaccia? [contiene "Sins of Purity Saga", "Chaos Millennium Saga", "Pieces of Eternity Saga", "Solo noi e nessun altro", "Ciak, si canta!"]
ATTENZIONE: Full Speed Ahead contiene storie terminate e aggiornate al 2011. Personaggi e ambientazioni hanno subito un REBOOT nella successiva storia della serie, "Sonic the Hedgehog: Legacy of Argus". Buona lettura a tutti!
Genere: Avventura, Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sonic the Hedgehog: A Blue Bolt Saga'
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SONIC THE HEDGEHOG:

FULL SPEED AHEAD

#23

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PIECES OF ETERNITY Saga

Scritto e ideato da: Knuckster

“Abbiamo sempre combattuto per preservare la nostra libertà in tutti questi anni, anche mettendo a repentaglio la nostra vita per una causa più grande. In questo mio ultimo libro narrerò del tentativo estremo di difendere il nostro diritto all’esistenza priva di catene, l’ultimo e quello definitivo. Non c’è molto altro da aggiungere. Il racconto parla da solo.”

Dagli scritti dello Storico

LIBRO OCCULTO

a.k.a.

La liberazione degli oppressi



     Se pensavano che il loro coraggio e i loro nervi fossero già stati messi a dura prova dallo scontro faccia a faccia con la morte, se pensavano che quei terrificanti attimi in cui erano stati attirati verso la fine non si sarebbero più ripetuti, se credevano che una giornata del genere non potesse in alcun modo peggiorare… ebbene, le loro speranze si sarebbero inesorabilmente esaurite nella lunga marcia delle lancette del tempo verso la mezzanotte. Sarebbe stata una notte che nessuno mai avrebbe più dimenticato, né tra coloro che vi presero parte né tanto meno tra tutti gli abitanti di Mobius a cui ho tramandato la mia storia di quegli eventi.
    
     Il sole di mezzogiorno era già alto nel cielo quando la gigantesca torre di metallo che ospitava il genio più sinistro di tutto il pianeta si preparò ad accogliere il rientro del suo creatore dalla missione che era stata annunciata come la vittoria definitiva.
     Decoe, Bocoe e Bokkun attendevano zelanti nella sala principale che il dottor Eggman varcasse la soglia della stanza, sperando di tutto cuore di vedere stampato sul suo volto un sorriso trionfante invece della smorfia furente che avevano imparato a conoscere. Il loro fondoschiena metallico aveva già preso abbastanza pedate nei momenti di collera del dottore che poteva bastare loro per tutta la vita. Come spesso accade quando si sfida la sorte, le loro speranze erano lontane dall’essere esaudite all’ingresso di Eggman. Dal modo in cui pulsavano le vene sulle sue tempie era facile desumere non solo che la missione era stata un insuccesso, ma anche che erano vicini ad assistere ad uno sfogo di ira senza precedenti. Raramente lo avevano visto così fuori di sé dalla rabbia, tanto da digrignare i denti con un sinistro stridio e da gonfiare il ventre ovoidale a dismisura per il ritmo affannoso con cui respirava.
     - Sento già i dolori anticipati al sedere! - piagnucolò Decoe in un soffio.
     - Qualcuno ha il coraggio di chiedergli come è andata? - chiese Bocoe, faticando per trattenere il tremore.
     Prima che le doppie porte si richiudessero, fecero il loro ingresso anche Sparky e Gemerl, immutati nel loro servile portamento. Si fermarono sull’attenti alle spalle del dottore, in attesa di ordini da perfetti soldati integerrimi. Nonostante tutto, la furia del loro diretto superiore era in procinto di investire anche loro senza che se ne rendessero conto né potessero prepararsi al peggio.
     Eggman non sprofondò nella sua poltrona come faceva ogni volta che tornava dopo una missione all’esterno. Preferì rimanere in piedi e attendere che il suo respiro si regolarizzasse per affrontare la situazione con maggiore lucidità.
     - Doveva essere la battaglia che poneva fine a tutte le battaglie! - disse con voce roca mentre si massaggiava le tempie - Lo scontro definitivo! La mia vittoria tanto aspettata servita su di un piatto d’argento! E invece come è andata a finire? Sonic è ancora in circolazione, abbiamo perso un manipolo di robot, il perturbatore è andato distrutto, il frammento di Gemma è scomparso dai nostri radar e Shadow si è dissolto nel nulla! -
     Effettivamente i robot assistenti si erano chiesti il motivo dell’assenza del riccio nero e la risposta non aveva fatto altro che impaurirli ancora di più. Forse Shadow era libero e sul piede di guerra? Forse si era reso conto dell’inganno a cui era stato sottoposto?
     - Ora si potrebbe pensare che tutto questo sia successo a causa della mia madornale scalogna, ma io so che non è così! Qualcuno ha agito per sabotarmi, qualcuno che ha lavorato alle mie spalle per tutto questo tempo e ha vanificato tutti i miei sforzi! Il colpevole è in mezzo a noi e gli farò sputare tutti i suoi crimini! -
     Decoe e Bocoe scoppiarono in un pianto frignante, acuito dalle loro voci metalliche, e si inginocchiarono come per implorare perdono.
     - E’ vero, dottore! Siamo stati noi! - esclamarono ad una voce - Abbiamo mangiato le sue saponette preferite! -
     - Stavo parlando di quello che è successo nella palude, idioti! - sbraitò Eggman, infastidito - Un losco furfante ha agito nottetempo e ha tolto l’esplosivo da tutte le bombe che avevo preparato per Sonic e i suoi compagni! E sono pronto a giurare che si tratta dello stesso farabutto che ha disattivato le telecamere di sicurezza e ha rubato il materiale del bio-duplicatore! -
     Eggman si guardò intorno cercando un bersaglio su cui puntare i suoi occhi lampeggianti e lo trovò nel solerte Sparky. Si avvicinò circospetto alla lince che, dal canto suo, non batté ciglio e rimase ritta, sull’attenti e con lo sguardo fisso davanti a sé.
     - Hai qualcosa da dire in proposito, Sparky? Alla palude non hai fatto altro che danni e ti sei comportato in modo molto strano! E’ un difetto della tua programmazione o forse lo hai fatto di proposito? -
     Il dottore studiò lo sguardo del felino molto attentamente, nel tentativo di captare anche un solo briciolo di autoconsapevolezza che avrebbe indicato una natura molto meno robotica di quanto sembrasse. Purtroppo per lui, Sparky continuò a non dare segno di qualunque emozione, che fosse la paura o la colpevolezza, mantenendo le sue pupille ostinatamente fisse davanti a sé come un automa perfetto.
     - Io vivo solo per servirla, dottor Eggman! - recitò meccanicamente.
     - Questo è tutto da vedere! - replicò lui - E’ stato qualcuno dall’interno a giocarmi questo brutto scherzo e io scoprirò di chi si tratta! Anche a costo di rivoltare questa torre da cima a fondo! -
     In quel frangente, un suono elettronico intermittente, come di una campanella d’allarme, rimbombò alle sue spalle, costringendolo a voltarsi per indagare su chi o cosa avesse la colpevolezza di averlo interrotto. Uno dei monitor di controllo aveva una spia rossa sotto lo schermo che continuava a lampeggiare fastidiosamente.
     - Che cos’è questo baccano? - sbraitò il dottore, inviperito - Che danno avete fatto stavolta? -
     - E’ solo il computer, dottore, dottor Eggman! - spiegò immediatamente Bokkun.
     - Ha finito di recuperare le immagini delle telecamere di sorveglianza! - continuò Decoe, dirigendosi alla console - E’ probabile che prima di essere disattivate abbiano registrato qualcosa di importante! -
     Eggman raggiunse subito la plancia di controllo e, scalzando dalla sua strada il suo robot assistente, manovrò i comandi con sguardo torvo. Una serie di immagini registrate che ritraevano i vari locali della Techno Base scorsero rapidamente sullo schermo, revisionate accuratamente dall’occhio attento del dottore. Ci volle qualche minuto prima che arrivasse a visionare la registrazione della stanza che gli interessava, dove riconobbe senza un attimo di esitazione un profilo molto familiare.
     - Shadow! - esclamò puntando un dito grassoccio verso il monitor - E’ lui che ha trafugato il mio materiale di ricerca! -
     Anche se piuttosto sfocata, l’immagine ritraeva il riccio nero in procinto di entrare nel locale dov’era custodito il bio-duplicatore.
     - Questo vuol dire che si è accorto di tutto! - disse Decoe, terrorizzato.
     - Adesso ci farà la bua! - aggiunse Bocoe, abbracciando il suo collega in preda alla paura.
     - Se sperava che mettendo fuori uso le telecamere sarebbe passato inosservato non ha fatto bene i suoi calcoli! - mugugnò il dottore, ora pensieroso e concentrato - Se non altro ora so perché è completamente sparito nel nulla! Deve essersi accorto che il mio bio-duplicatore non sarebbe in grado di creare neanche una formica! -
     - Che cosa facciamo, dottore, dottor Eggman? - chiese Bokkun, in un lamento disperato - La mamma mi ha detto che il riccio nero ti viene a rapire mentre dormi! -
     - Non faremo un bel niente noi! Io prenderò in mano la situazione una volta per tutte! A ricci estremi, estremi… stermini! -
     Lo scienziato aprì la teca di vetro che ospitava il frammento di gemma viola scuro e lo sollevò in alto perché riflettesse la luce proveniente dai neon.
     - Ho tra le mani un’arma di distruzione di massa in formato ridotto ed è ora che la usi per eliminare la radice di tutti i miei problemi! -
     Stringendo nella grande mano il piccolo pezzo di pietra, Eggman riusciva a sentire la misteriosa energia che ne scaturiva in una luminosità opalescente.
     - Preparate il mio esoscheletro! - ordinò ai suoi assistenti - Stavolta ci si attrezza per la caccia grossa! -
     Ancora una volta, un rumore elettronico ad intermittenza si udì distintamente nella grande sala, attirando l’attenzione di tutti i presenti.
     - Che altro succede adesso? - ruggì Eggman - Così mi fate perdere il filo dei miei pensieri! -
     Decoe e Bocoe, per evitare di subire le ire del loro padrone, si precipitarono alla tastiera per indagare sul motivo di quella segnalazione e furono sollevati quando scoprirono che sarebbe stato motivo di gioia per lui e di scampo per loro.
     - Due frammenti di Gemma! - spiegarono diligenti - Il sistema di ricerca era ancora attivo e sono apparsi all’improvviso sul radar! -
     - Pensavo che non ce ne fossero altri in circolazione! - disse il dottore, perplesso - Da che zona arriva la segnalazione? -
     - Zona Leaf Forest! -
     Se lo scetticismo del dottore era adeguatamente manifestato dall’aggrottarsi delle sue sopracciglia, questo venne meno quando realizzò dopo qualche secondo perché di punto in bianco erano spuntati due nuovi obiettivi e per di più proprio in quella zona. Il suo sorriso si allargò in un ghigno calcolatore e la sua mente ricettiva cominciò ad elaborare subito una strategia.
     - Forse possiamo sfruttare questa inaspettata novità a nostro vantaggio! -

     Era molto inusuale che nell’ufficio dell’agenzia investigativa Chaotix ci fosse una riunione dai toni così seri e impegnativi. Nella vita di tutti i giorni il gruppo si limitava a discutere le rare faccende lavorative tra un bisticcio e l’altro, durante gli stacchi pubblicitari in televisione o mentre consumavano un pranzo improvvisato. Non perché non prendessero sul serio il loro impiego, ma perché non capitava loro quasi mai un incarico che richiedesse una responsabilità di quella portata. I lavori che di solito gli venivano propinati consistevano in ritrovare gattini smarriti, pedinare mariti spendaccioni o assistere vecchiette nel corso della giornata. Non avrebbero mai immaginato che di punto in bianco gli sarebbe piovuto tra capo e collo un lavoro al quale era, in qualche modo, legato il destino del pianeta. Dapprima credevano si trattasse semplicemente di recuperare i pezzi di un piccolo puzzle di roccia, niente per cui valesse la pena preoccuparsi più del dovuto, ma ben presto si erano resi conto, un po’ tramite le proprietà della pietra, un po’ accorgendosi delle altre persone che ne erano coinvolte, che c’era qualcosa di molto più grosso a bollire in pentola.
     Vector, Espio, Mighty e Charmy erano tutti riuniti attorno alla scrivania in legno del coccodrillo, molto silenziosi e concentrati sugli oggetti che erano sparpagliati sulla superficie levigata. Al centro dello spazio disponibile c’erano due frammenti di roccia irregolari, entrambi ammantati di una luminosità misteriosa, che differivano solo per il colore: quello più piccolo e triangolare era dorato, quello più grande dalla forma vagamente di semicerchio era di un blu scuro. Le circostanze in cui quest’ultimo era stato recuperato potevano benissimo considerarsi come un grande colpo di fortuna o, come Vector adorava chiamarlo, un “dono di chi lassù mi vuole bene”. Effettivamente non sarebbe stato tanto assurdo pensarla così, dato che quel frammento era letteralmente piovuto sulla testa di Espio dal cielo mentre erano in marcia per fuggire dalla palude di mangrovie. Era senza ombra di dubbio il pezzo di Gemma per cui Eggman aveva minacciato di farli esplodere e riuscivano a stento a credere che lo avessero ritrovato senza neanche cercarlo.
     Accanto ai due sassolini lucenti c’era un’altra piccola cassa piena di Ring dorati che avevano trovato di fronte alla loro porta non appena erano tornati dalla spedizione nella palude. Allegato al pacco c’era un biglietto di carta giallognola che riportava con una calligrafia stretta e sinuosa le seguenti parole:

     “Un anticipo della quota per il lavoro compiuto.
     Per avere il resto del compenso ci incontreremo questa sera.
     Seguite la luce e portatemi le pietre
     M-6”

     La stranezza e l’ambiguità del messaggio avevano insospettito persino Vector che di solito, di fronte ad una bella somma di denaro, sarebbe stato capace di giurare che Sonic aveva la pelle di un bel colore rosso vermiglio. Il pericolo che avevano corso per recuperare l’ultimo frammento, il coinvolgimento del riccio supersonico e di tutti gli altri, nonché il mistero che avvolgeva il loro committente erano diventati elementi troppo sospetti per continuare ad ignorare il fatto. Nonostante avessero urgente bisogno di riposarsi, si erano riuniti in un’assemblea straordinaria per cercare di trovare il bandolo della matassa.
     - Seguite la luce? - ripeté Espio per l’ennesima volta - Vuole che ci mettiamo ad acchiappare le lucciole con il retino? -
     - Penso più che si tratti di una sottospecie di segnale luminoso! - ipotizzò Mighty - Forse per indicarci il luogo dell’incontro! E’ una cosa che mi puzza molto! Sarebbe stato più semplice dirci fin dall’inizio dove andare! -
     - Forse una banda di gangster senza scrupoli ci vuole tendere una trappola! - esclamò Charmy, allarmato.
     - Non essere ridicolo! - sbottò Vector, più serio del solito - Queste cose succedono solo nei film e nei libri! -
     - Non credevo ti avrei mai sentito parlare così! - lo stuzzicò Espio - Di solito sei sempre tu il primo a credere a queste cose che leggi nei tuoi fumetti! -
     - Va bene, va bene, lo ammetto! Sono un vecchio rettile rugoso che ama rifugiarsi nelle storie piene di azione, ma quello che è successo alla palude mi ha costretto a crescere di colpo! -
     - E’ già un inizio! -
     - Persino io mi rendo conto che un sacco pieno di grana non vale le nostre vite! Per poco non ci rimettevamo le penne grazie ad Eggman, e se è disposto a tanto pur di mettere le mani su questo sasso non può esserci niente di buono sotto! -
     - Senza contare che non è il solo a cercarlo! - puntualizzò Espio - Avevamo contato solo Seth, ma non sapevamo che ci facevano un pensierino anche Sonic e Rouge! -
     - Perché allora non abbiamo accettato la proposta di Sonic? - domandò Mighty - Di lui possiamo fidarci tranquillamente! E poi gli siamo debitori! -
     - Non credo che ci resti molta scelta se vogliamo capire cosa sta succedendo! - ammise Vector - Comunque prima di tutto bisogna occuparci di questo M-6! -
     - Prepareremo una trappola nella trappola e chiameremo i nostri quando la nostra trappola avrà intrappolato la sua trappola? - domandò Charmy con gli occhi luccicanti.
     - Ehm… sì! Qualcosa del genere! Se ha qualcosa di losco in mente lo smaschereremo! Non prima di aver arraffato la ricompensa! -
     - Non avevo dubbi! - mormorò Espio, trattenendo un sospiro.

     L’esperienza da brivido vissuta nella palude di mangrovie aveva lasciato il segno anche negli altri che ne erano stati forzatamente protagonisti e che proprio in quel momento, sebbene altrove, stavano tentando di razionalizzare con tutta la calma di cui erano capaci le conseguenze di quell’evento drammatico.
     Non era stato difficile per Drake, Rouge ed Omega venire fuori da quel labirinto spinoso considerando la potenza di fuoco di cui disponevano. La parte più complicata era stata attendere da parte di uno dei tre un qualunque cenno che li spingesse a parlare di ciò che era appena successo. Anche se in modi diversi, qualcosa era cambiato in ognuno di loro dopo essere stati sbattuti violentemente in una situazione critica, ma per molti versi rivelatrice. Se Rouge era stata ad un passo dal vedere la sua giovane vita volare via in una nuvola di fumo, Omega si era reso conto inaspettatamente dei propri limiti non solo come robot, ma anche come essere cosciente di se, dopo gli insegnamenti acquisiti dalla sua esperienza nel corpo di Knuckles. Se la prima cominciava a realizzare che giocare con il fuoco in quel modo rischiava di farla scottare molto gravemente, il secondo capiva che nonostante la sua spessa corazza di metallo anche lui poteva essere piegato facilmente, cosa di cui si poneva il problema solo ora che il mondo attorno a lui era diventato più ricco e colorito.
     Drake, invece, si era ritrovato per la prima volta nella sua vita a combattere per la salvezza di qualcun altro. Non gli era mai capitato di avere la responsabilità diretta di altre persone sulle sue spalle e, sebbene avesse gestito la cosa con una freddezza e una razionalità impressionante, sentiva che aveva bisogno di riflettere su se stesso e sul suo rapporto con gli altri. Erano amici o semplici alleati? Era riuscito a trarre in salvo tutti quanti per non darla vinta ad uno come Eggman o perché in fondo non desiderava la loro morte? Aveva optato per un’alleanza con Sonic per non mettere a repentaglio la vita di Rouge ed Omega o solo perché strategicamente avrebbe avuto più possibilità contro Eggman con lui al suo fianco? Aveva rifiutato la proposta di unire le forze con il riccio blu perché era destino che proseguisse da solo o perché non intendeva lasciare il compito di custodire i frammenti di Gemma ad altri che non fossero se stesso? Era questa la motivazione che lo spingeva ad andare avanti in quella missione. Era per questo che stava approfittando dell’aiuto di Rouge ed Omega, perché gli avrebbero spianato la strada per impadronirsi della pietra che lo aveva creato, per stringere nel pugno tutto ciò che aveva significato per il suo diabolico ex signore e godere della soddisfazione di mandarlo in frantumi. O almeno inizialmente la sua intenzione era questa. A metà tra altruismo ed egoismo, voleva mettere le mani sulla Gemma, lui solo e nessun altro, per prendersi una simbolica rivincita su quello che aveva considerato un padre, anche se era ormai defunto. Il desiderio di fargliela pagare in questo modo superava di gran lunga lo spirito altruistico dietro il quale si nascondeva, la volontà di cancellare dal pianeta un’arma potente e pericolosa perché non potesse più fare del male a nessuno. La sua era una caccia ai fantasmi e nient’altro.
     Questo strano misto di egoismo, vendetta e generosità lo animava prima che si imbattesse in Rouge ed Omega. Erano solo altre due persone che non conosceva, con le quali sentiva di non avere nulla in comune, che non potevano capirlo. Ciò nonostante, trascorrendoci del tempo insieme, avrebbe scoperto le sorprese che gli avrebbero riserbato e che avrebbero messo in serio dubbio la sua teoria secondo la quale non ci si poteva fidare completamente di nessuno. Rouge aveva dimostrato molta più compassione e spirito di sacrificio di quanto la ritenesse capace, mostrando che le sue intenzioni nel recuperare la Gemma erano dettate solo in parte dalla sua vanità e dalla sua propensione al furto di preziosi. Omega aveva rivelato una natura molto meno robotica di quanto la sua apparenza facesse presagire, cosa che addirittura aveva spinto Drake a porgergli la mano perché potesse finalmente rendersi conto della sua insostituibile individualità. A tutti gli effetti poteva dire che erano diventati suoi amici, non solo dei compagni di battaglia da sfruttare per i propri scopi personali. Nel momento in cui si era reso conto che li avrebbe potuti perdere, aveva realizzato che in fondo non sarebbe stata la sua coscienza a risentirne perché non aveva fatto la cosa giusta nel tirarli fuori dal pericolo, ma che in primo luogo sarebbe stato il suo cuore a piangere per la perdita di due persone care.
     Era giunto a questa conclusione proprio quando avevano deciso di accamparsi sulle sponde di un fiume di acqua cristallina, per riposare le membra stanche e per fare il punto della situazione. I due frammenti di Gemma che erano riusciti a recuperare erano poggiati su di una pietra dalla superficie piana al centro del cerchio in cui erano disposti. Rouge non li guardava più con ammirazione e golosità, come faceva con tutti i gioielli di notevole valore, limitandosi a contemplarli con aria circospetta e dubbiosa. Era chiaro che i guai che aveva passato a causa loro avevano notevolmente ridimensionato la considerazione che aveva per pietre con simili qualità.
     - Da ora in poi ci penserò due volte prima di collezionare gioielli per cui è necessario giocarsi l’osso del collo! - aveva detto in tono serio - E’ stata la mattinata più lunga della mia vita! -
     - Vedi di accontentarti! - aveva risposto il lupo - Poteva essere l’ultima della tua vita! -
     - Grazie per avermelo ricordato! Credo che questa notte avrò gli incubi da tentata esplosione! -
     Un sorriso debole ma affettuoso si era allargato sul muso di Drake, uno dei rari segni amichevoli che era solito comunicare ad un’altra persona. Il destino volle però che qualche istante dopo la sua espressione mutasse nuovamente in una smorfia seria e feroce, quando udì distintamente una voce familiare chiamarlo a sé. Non era nell’aria attorno a lui, era nella sua testa, un’eco che rimbombava nella sua mente come un sinistro richiamo minaccioso. Conosceva fin troppo bene quella voce, così come i sistemi che aveva il proprietario per ordire le sue trame psicologiche.
     - Ti aspetto nella radura del nostro ultimo scontro… uno contro uno… ci giochiamo i nostri rispettivi frammenti… non mancare, cagnolone… -
     Le parole del messaggio mentale di Seth erano molto chiare, tanto da non poter essere ignorate. Era l’occasione giusta per pareggiare una volta per tutte i conti con lui. Non servì un attimo in più di riflessione perché l’impulsività di Drake decidesse cosa fare nel giro di pochi istanti. Si alzò di scatto dal terreno, stendendo le gambe incrociate in tutta la loro potenza muscolare, e guardò i suoi due alleati dall’alto in basso con un misto di rimorso e determinazione negli occhi.
     - Vi devo chiedere scusa! - sentenziò in tono solenne.
     Rouge aggrottò le sopracciglia, ignara di quello che stava per succedere.
     - Scusa per che cosa? -
     - Per questo! -
     Due sfere di fuoco ad alta temperatura si accesero tra le mani di Drake che, repentinamente, le gettò sul terreno davanti a sé dove produssero una vampata di fiamme alte a sufficienza da fare arretrare tutti e due per lo spavento. Il lupo approfittò dell’attimo di distrazione per impossessarsi dei due frammenti di pietra e per darsi alla fuga, correndo a più non posso.
     - Cosa stai facendo? - gli urlò Rouge quando realizzò cos’era accaduto - Omega! Fermalo! -
     Il robot non se lo fece ripetere due volte e attivò i retrorazzi sulla sua schiena per darsi la spinta necessaria a raggiungere il suo obiettivo in rapido allontanamento. Drake avvertì di essere seguito quando udì il rumore dei propulsori farsi sempre più vicino. Presagendo le intenzioni del suo inseguitore, si gettò a destra, schivando le braccia meccaniche del robot che stavano per ghermirlo.
     - Hai insegnato Omega… fare sempre la cosa giusta… questa non è… cosa giusta da fare! - scandì Omega, impossibilitato dal suo tono metallico a trasmettere tutta la sua rabbia.
     - Allora prendi appunti, ti sto dando un’altra lezione! Tutti hanno sempre dei doppi fini! -
     Senza dare spazio ad altre risposte, sparò un getto di fiamme sul petto di Omega che, colto alla sprovvista, fu sbalzato dall’impeto del fuoco a pochi metri di distanza.
     - Mi dispiace! - disse il lupo prima di cogliere l’occasione e dileguarsi in fretta.
     Rouge arrivò quando ormai Drake era già troppo lontano per poterlo inseguire. Aiutò con fatica Omega a rimettersi in piedi e si morse il labbro, indecisa su cosa fare o cosa pensare.
     - Riesci a localizzare il segnale dei frammenti che ha preso? - domandò infine.
     - Omega… crede di sì… -
     - Allora andiamo a sentire le sue spiegazioni! -
 
     Durante il tragitto che conduceva Drake verso lo scontro con l’unico ricordo del suo passato tradimento che era rimasto, non poteva fare a meno di ripensare al modo in cui aveva, a sua volta, tradito la fiducia dei suoi amici. Il senso di colpa c’era e non si poteva cancellare, ma nonostante questo sapeva di dover affrontare Seth una volta per tutte. Non intendeva rinunciare allo scontro che lo avrebbe ripagato di molti torti subiti, ma neanche voleva che per questo Rouge ed Omega pensassero di essere stati usati e gettati via, esattamente com’era successo a lui. Sarebbe stato inutile spiegare la faccenda invece di trafugare i frammenti in quel modo violento, sapeva che gli avrebbero impedito di accettare l’invito. Quella battaglia era troppo importante per lui e non si sarebbe in nessun modo tirato indietro, ne andava del suo onore di guerriero. I suoi compagni lo avrebbero perdonato una volta tornato da loro con i frammenti di Seth e una sfolgorante vittoria da inneggiare.
     Aveva capito subito qual’era il luogo dell’appuntamento a cui Seth aveva fatto riferimento. Si trattava della radura ventosa in cui tutto aveva avuto inizio, dove lo aveva sentito confabulare con Levine e Getara e dove aveva subito per mano dello sciacallo un’amara sconfitta. La foga con cui aveva corso fino a destinazione, causata dall’ansia di misurarsi con il suo eterno rivale, lo costrinse a respirare a fondo per riprendere fiato. Non dovette guardarsi attorno a lungo per individuare Seth, una macchia nera che contrastava con i colori verdi e azzurri del panorama. Come se avesse sentito lo sguardo gelido di Drake sulla nuca, lo sciacallo si voltò, fendendo l’aria con le occhiate delle sue pupille d’acciaio.
     I due rimasero in silenzio per qualche secondo, studiandosi attentamente con una ferocia latente nelle loro espressioni quiete. Quindi Seth indicò con un leggero gesto della mano un ceppo nodoso che spuntava dal prato a media distanza tra di loro, dove erano comodamente adagiati i due frammenti da lui raccolti. Con molta circospezione, Drake si avvicinò lentamente e, tenendo fede ai patti, poggiò le due pietre portate con sé accanto alle altre, quindi arretrò.
     - Sapevo che avresti risposto subito alla mia chiamata! - disse Seth, sorridendo sinistramente.
     - Abbiamo un conto in sospeso da saldare, non me lo ero certo dimenticato! - fu la secca risposta.
     - Ah, certo! Ti avevo detto di tornare quando saresti arrivato alla mia altezza! Spero che stavolta mi offrirai un livello di sfida soddisfacente! -
     - Che cosa mi dici di te? Hai licenziato i tuoi fedeli scagnozzi? -
     - La fedeltà è un concetto molto relativo, come tu ben sai! Ti ho promesso uno scontro uno contro uno ed è quello che ti darò! Non ci sarà alcuna interferenza da parte di nessun altro! -
     - E allora cominciamo subito a ballare! -
     Gli occhi di Drake si strinsero in due fessure fiammeggianti e piegando il suo corpo in avanti, si preparò a piombare sul nemico come un falco. Saltò in avanti con un balzo selvaggio e agitò le braccia come delle mazze per scaricare tutta la loro forza muscolare sul volto di Seth. Lo sciacallo, però, non batté ciglio e parò entrambi i colpi con il pugno destro e quello sinistro. Rapido come un gatto, puntò il piede sullo stomaco di Drake e spinse forte, con una pressione tale da scalzare l’avversario a metri di distanza e farlo ricadere pesantemente al suolo.
     - Basta così poco per metterti al tappeto? - lo schernì Seth.
     Evidentemente la risposta era no, perché il lupo si rimise in piedi con un colpo di reni e si preparò a scagliare un nuovo attacco. Nel gioco di mani non poteva competere con la rapidità dello sciacallo, ma forse nei calci la situazione sarebbe stata diversa. Concentrò la sua energia come aveva imparato dalle arti marziali e sferrò una serie di calci bassi per mettere sulla difensiva l’avversario. Nessuno di questi andò a segno dato che Seth fu veloce anche nello schivare gli attacchi provenienti dal basso, quindi Drake pensò di alzare la mira e di sferrare un calcio ad ascia. Seth bloccò il piede del nemico quando era all’apice dell’estensione e con la gamba destra eseguì una spazzata che fece perdere l’equilibrio già precario del lupo.
     - Hai sempre avuto il vizio di cascare a terra a ripetizione sin da quando eri un cucciolo! -
     Fuori di sé dalla rabbia, non tanto per l’umiliazione quanto per quelle parole, Drake si rialzò e scaricò una raffica di pugni violenti, schivati tutti con fulmineità e precisione.
     - Cosa puoi saperne tu? - sbraitò il lupo - Non sai un accidente di me! -
     - Non potresti essere più in errore! Ti ho visto crescere, ti ho visto diventare quello che sei, ho seguito i tuoi addestramenti! Sono la persona che più ti conosce al mondo! -
     Lo sciacallo chinò il capo per evitare una falciata veloce e contrattaccò afferrando la gola di Drake dal basso, stringendola in una morsa per un secondo e poi spingerlo ancora fuori dalla sua portata.
     - E’ questo il motivo per cui non potrai mai battermi! Io ti conosco più di quanto tu conosca te stesso! Perché noi siamo uguali! Siamo stati creati allo stesso modo, dalla stessa persona! L’unica differenza è che io ho il coraggio di accettare quello che sono diventato, tu al contrario no! E continuerò ad essere il tuo spauracchio finché non avrai accettato che io, te e Magorian facciamo parte l’uno dell’altro! -
     - No! - urlò Drake.
     Le fiamme dalle sue mani proruppero con un getto impetuoso e incontrollato. Come deviato da un muro invisibile, il fuoco sprizzò in una marea di scintille e fiammelle, ostacolato dal potere psichico dell’invincibile Seth.
     - Io non ho niente a che fare con te, né con Magorian! Siete degli esseri spregevoli! -
     - Noi siamo degli esseri superiori! L’unico sbaglio di Magorian è stato credere nei suoi folli piani di sterminio! Io e te siamo stati creati con delle abilità che ci rendono straordinari, al di sopra di chiunque altro! Puoi giocare a fare lo spirito libero quanto vuoi, ma prima o poi capirai anche tu lo scopo della tua creazione: distruggere e conquistare! -
     Concentrando il suo potere sulla punta delle dita, Seth prese possesso delle fiamme che gli venivano sparate contro e ne deviò la traiettoria, rispedendole al mittente in un flusso massiccio e bollente. Drake non riuscì ad evitare di essere colpito in pieno petto dal suo stesso attacco e di capitombolare per la terza volta al suolo, questa volta seriamente indebolito dalla carica fiammeggiante.
     Senza un briciolo di esitazione nei suoi occhi, Seth fece levitare i quattro frammenti di pietra verso di lui e li fuse in unico pezzo viola luminoso che strinse delicatamente nel pugno.
     - Questo mondo è popolato da deboli pecore che non aspettano altro che un essere eccezionale come noi per farsi governare! E’ una razza che non va sterminata, ma dominata e condotta verso un futuro radioso! Quando anche tu avrai capito che è questo il tuo posto nel mondo, tornerai da me e conquisteremo insieme! -
     Le parole di Seth furono pronunciate con una calma e una freddezza quasi tagliente, permeate di una solennità che le rendeva quasi una sicura profezia. In quel frangente, in cui Drake pensava di essere completamente in balia del suo nemico, si udì un rumore di passi pesanti in avvicinamento. Lo sciacallo sorrise debolmente in segno di saluto e cominciò ad allontanarsi con ampie falcate.
     - Dove vai? - ruggì Drake, rimettendosi faticosamente in piedi - Non abbiamo ancora finito! -
     - Per quanto mi riguarda non ho nient’altro da spartire con te! -
     I suoi occhi si illuminarono di una luce azzurrina e un fiotto di polvere e detriti si sollevò attorno a lui. La nube sabbiosa esplose in una pioggia indistinta oltre la quale la visibilità era impedita. Quando la coltre si diradò, Seth era già sparito silenziosamente.
     Pochi secondi dopo arrivarono Rouge e Omega. Entrambi si fermarono di colpo alla vista di Drake, limitandosi ad aspettare un qualunque segno che provenisse da parte sua. I loro sguardi si incrociarono e il pipistrello comprese tutta la delusione e l’amarezza che il lupo stava provando in quel momento.
     Cadde in ginocchio e chinò il capo in segno di resa.
     - Adesso è una questione che non riguarda più solo noi! - sentenziò Rouge, cupa.

     Il cielo non era mai stato così azzurro e sereno per Sonic the hedgehog. L’erba non era mai stata così profumata e fresca e la vita non era mai stata così dolce e piena di soddisfazione. Si sentiva davvero il re del mondo in quel pomeriggio inoltrato in cui era steso sul prato del giardino di Tails ad osservare le nuvole, mentre masticava un ramoscello. Il sollievo di essere riuscito a trarre in salvo tante persone da una situazione così disperata si era trasformato, nel corso del viaggio di ritorno dalla palude, in una grande soddisfazione e in seguito ad una sottospecie di droga che gli regalava un benessere fuori dal comune. Era consapevole che la guerra contro Eggman non era ancora terminata, ma la consapevolezza che era stato in grado di aggirare ancora una volta una delle sue più tremende trappole lo ripagava completamente. Sapeva che avrebbero dovuto affrontare altri momenti simili se volevano impedire al dottore di ricomporre la Gemma, che avrebbero dovuto scontrarsi con gli altri loro avversari, ma era tranquillo fintantoché aveva la certezza che anche negli attimi più disperati, mantenendo il sangue freddo, era possibile trovare una via d’uscita. Ignorava se quel grande appagamento dipendesse dal suo ego, soddisfatto nel mostrare a tutti le proprie capacità, o dalla rincuorante gioia che i suoi compagni di sempre erano tutti interi. Francamente non gli importava granché. Credeva che niente sarebbe riuscito a rovinare quel momento di estrema serenità.
     Amy era distesa accanto a lui, dato che difficilmente avrebbe voluto trovarsi altrove in quel pomeriggio. La preoccupazione e l’ansia per la propria vita che alla palude l’aveva trafitta come un pugnale sembravano ormai miglia lontano. Era così raro potersi godere quei minuti di tranquillità assieme al suo riccio blu preferito che decise di assaporarli a fondo per paura che potessero essere infranti. Non aveva dubitato neanche per un attimo che il suo Sonic sarebbe riuscito a trarla in salvo, come aveva sempre fatto, anche se doveva ammettere che quando aveva visto Drake tornare trionfante con il frammento in pugno aveva temuto per il peggio. Niente di tutto quello però aveva importanza al momento. Tutto sembrava tornato alla normalità, Sonic aveva riconquistato il buonumore e la fiducia in sé stesso e lei era felice di potergli essere accanto come aveva sempre desiderato.
     - E così ho ragionato con calma e ho concluso che l’unico modo per salvarvi la pelle era collaborare! - stava raccontando il riccio blu con un sorrisetto furbo dipinto sulle labbra - Ho elaborato un piano di attacco e con il loro aiuto sono venuto al galoppo a tirarvi fuori dai guai! -
     Amy aveva riso sotto i baffi per tutto il tempo in cui Sonic stava raccontando come si erano svolti gli avvenimenti alla palude, senza che lui se ne accorgesse, troppo preso dalla narrazione. Nell’unico attimo in cui stette in silenzio per riprendere fiato sentì le risatine soffocate e assunse un’espressione interrogativa.
     - Cosa c’è di tanto divertente? - domandò, vagamente offeso.
     - Sei un gran bugiardo! - spiegò la riccia, con un ampio sorriso.
     - Ehm… e cosa te lo fa credere? -
     Sonic distolse lo sguardo colpevole. Forse questa volta aveva esagerato un po’ nel prendersi i meriti.
     - Ti conosco troppo bene! Non è la prima volta che ti vanti di qualcosa che non hai fatto! -
     Il riccio blu sporse il labbro inferiore in avanti con fare imbronciato.
     - Strano, non mi è sembrato che a salvarvi sia stato un supereroe in calzamaglia con la bacchetta magica! -
     Amy gli stampò un bacio sulla guancia, facendolo rabbrividire e arrossire allo stesso tempo.
     - Riconosco i tuoi sforzi, ma il mio intuito femminile mi dice che non è stata del tutto tua l’idea di collaborare! -
     - Bah! Donna di poca fede! -
     - Semplicemente so che sei un cucciolo vanitoso e superbo! Il mio cucciolo superbo! -
     Di tutti i modi in cui Sonic era stato chiamato in vita sua, “cucciolo” era sicuramente quello che più gli faceva storcere il naso, ma lo accettò tranquillamente. Si sentiva troppo sereno e rilassato nella sua bolla di felicità insieme ad Amy perché quelle fastidiose moine sdolcinate potessero rovinare tutto.
     Purtroppo per loro, c’era qualcosa nell’aria che minacciava di infrangere la loro oasi di pace e non tardò un solo secondo ad arrivare con tutta la sua gravosità. Il richiamo di Tails che proveniva dall’abitazione costrinse entrambi a rialzarsi, palesemente seccati per essere stati disturbati, e a raggiungere il resto del gruppo. Il volpino, affiancato da Knuckles e Zephir, stava controllando il monitor della ricetrasmittente da polso con le sopracciglia incurvate in un’espressione a metà tra l’interrogativo e lo scettico.
     - Che cosa succede, Scheggia? -
     Il buonumore nella domanda di Sonic sarebbe stato scalfito di lì a poco.
     - Non ci crederai, ma il radar ha individuato altri due frammenti di Gemma! -
     - Ce ne sono ancora così tanti in giro? Questa storia non finirà mai di questo passo! -
     - Il problema non è questo! - replicò Knuckles, serio - Guarda da dove arriva il segnale! -
     Sonic sbirciò il reticolato verde sul piccolo schermo e, dopo qualche secondo di concentrazione, capì immediatamente che si trattava della Leaf Forest. La soddisfazione e il sollievo che aveva provato in quelle ultime ore sparirono di colpo con un tuffo al cuore quando il riccio blu realizzò un dubbio e un pericolo attanagliante che lui stesso aveva predisposto.
     - E’ improbabile a questo punto che si tratti di frammenti non ancora rinvenuti! - spiegò Tails, pratico.
     - Vuol dire che da quelle parti c’è uno dei nostri avversari, allora! - concluse Zephir.
     - No! - rispose secco Sonic.
     I suoi occhi erano sgranati e una grande paura si leggeva nelle sue pupille.
     - Cosa ti prende? - chiese Knuckles.
     - C’è qualcosa che non va? - lo seguì Amy.
     Il riccio non rispose. Si potevano quasi vedere gli ingranaggi nel suo cervello lavorare febbrilmente ad un pensiero che lo stava torturando. Di punto in bianco, fece dietrofront e si diresse verso la porta a passo svelto. I suoi quattro compagni tentarono di seguirlo, allarmati dal suo comportamento irrazionale, ma vennero fermati da un suo gesto imperioso della mano.
     - Rimanete qui! Vi chiamerò in caso di necessità! Forse non è niente, ma voglio essere sicuro che sia tutto a posto! -
     - Dicci almeno che cosa succede! - esclamò Amy.
     - Cream potrebbe essere in pericolo! -
     Il silenzio che seguì a questa affermazione fu il biglietto di uscita perfetto per Sonic che sfrecciò all’esterno e sparì alla vista nel giro di un istante.
     - Meglio che gli stia incollata alla coda! - disse Zephir, prima di uscire a sua volta e di sfrecciare in lontananza.

     Nel frattempo, nel luogo in cui stava per scatenarsi una feroce e inaspettata battaglia, una bambina stava tranquillamente giocando sul fresco manto erboso con il suo inseparabile compagno alato. Aveva raccolto un bel po’ di fiori colorati dai prati che circondavano la sua casa nella foresta ed era intenta ad intrecciarli in variopinte ghirlande grazie alla sua impressionante abilità manuale. Il suo amico Chao era invece molto più incuriosito dall’apparecchio di forma rettangolare lasciato in custodia alla ragazzina la sera prima da Sonic. Cheese non aveva mai visto una cosa così curiosa ed era molto ansioso di capirne il funzionamento. Aprendo il coperchietto con le zampine blu, aveva poco prima preso il vizio di premere tutti i tasti a caso per vedere se succedesse qualcosa. Quando Cream si era accorta dei rumori elettronici della ricetrasmittente si era affrettata a strapparla dalla presa del suo piccolo amico, sollevando i suoi squittii di protesta.
     - Adesso basta, Cheese! - lo aveva rimproverato - Lo sai cosa ci ha detto Sonic! Non dobbiamo toccare il suo radar perché deve rimanere sempre acceso! Ha fiducia in noi e dobbiamo dimostrargli che possiamo aiutarlo! -
     La coniglietta era risoluta in quello che aveva detto. Non intendeva essere dura con il Chao, ma sentiva che era importante non tradire la fiducia che Sonic aveva riposto in lei. Dopo che era stata allontanata dal gruppo a causa della sua giovane età, aveva sentito un senso di impotenza e di sfiducia che la metteva di fronte all’innegabile realtà di non poter aiutare in nessun modo i suoi amici. Effettivamente non possedeva abilità che le permettessero di difendersi e di tirarsi fuori dai guai e quindi si rendeva perfettamente conto del perché era costretta ad agire nelle retrovie. Era già tanto se nelle precedenti avventure le fosse stato permesso di unirsi al gruppo, considerando tutti i pericoli che avevano affrontato. Le era di sconforto essere una bambina così piccola e incapace, ma si era rassegnata all’idea di dover aspettare pazientemente notizie dai suoi amici e di starsene in disparte.
     L’incontro con Sonic avvenuto la sera prima aveva riacceso le sue speranze di poter giocare un ruolo importante nel gruppo. Il riccio blu le aveva chiesto di nascondere in casa con cura i due frammenti luccicanti che avevano così faticosamente recuperato e di tenere con sé anche la sua ricetrasmittente, raccomandandosi di non toccarla mai per non rischiare di spegnerla. In questo modo, aveva spiegato, le interferenze prodotte dal rilevatore avrebbero impedito ad altri di individuare quelle due pietre e di arrivare fino alla Leaf Forest. Cream era stata inizialmente un po’ incerta se accettare o no questa responsabilità, ma dopo le rassicurazioni di Sonic e il senso che si provava a fare qualcosa di utile sentiva di essere in una botte di ferro. L’unica cosa che l’aveva fatta vagamente preoccupare era stata l’espressione di Sonic quando aveva chiesto notizie di tutti gli altri. Il suo volto si era rabbuiato e aveva mormorato brevemente un “stanno tutti bene” senza scendere ulteriormente nei dettagli. A parte questo, però, non c’era nient’altro che potesse rattristare Cream tanto da non consentirle di fare il suo dovere per il gruppo.
     Aveva appena terminato una parte della ghirlanda che stava costruendo quando si rese conto di aver terminato i fiori. Si alzò per andare a cercarne degli altri e la sua attenzione fu catturata da qualcosa che faceva capolino tra i tronchi. Dapprima pensò si trattasse di un cespuglio dalla forma strana, poi notò che si muoveva lentamente e comprese che si trattava di qualcosa di vivo. Un po’ impaurita, indietreggiò con cautela mentre continuava a studiare con attenzione la strana figura che aveva davanti. Non appena cominciò a fare capolino dall’ombra creata dalle chiome degli alberi, la sua fisionomia risultò vagamente familiare alla coniglietta, tanto che dovette fare uno sforzo di memoria per ricordare dove l’aveva già vista. Finalmente, quando lo strano essere si fece avanti, lo riconobbe senza un attimo di esitazione.
     - Emerl! -
     Cream corse immediatamente incontro al robot, felice di rivederlo dopo tanto tempo. Era davvero lui, l’automa dai grandi occhi azzurri, dal corpo esile e rivestito di bordò e dalla cresta ricurva che partiva dalla sua fronte. Anche Cheese lo riconobbe subito, saltandogli al collo in un abbraccio affettuoso. Emerl, tuttavia, non batté ciglio, limitandosi ad emettere una serie di rumori gracchianti e intermittenti, come se stesse cercando di parlare ma non ci riusciva.
     - Pensavo te ne fossi andato per sempre, Emerl! - insistette la coniglietta, con gli occhi luccicanti - Invece sei sopravvissuto! Come hai fatto? -
     Emerl scuoteva leggermente la testa, continuando ad emettere fischi e rumori fastidiosi come di unghie su una lavagna. Ogni tipo di comunicazione con lui era interdetta e Cream non sapeva proprio come fare per riuscire a fare in modo che le rispondesse. D’un tratto si ricordò che quando lo avevano incontrato erano riusciti a migliorare la sua parlantina ogni volta che gli veniva donato un Chaos Emerald. Purtroppo non ne aveva nessuno a disposizione, ma forse c’era qualcosa che avrebbe funzionato lo stesso.
     - Forse so come farti parlare di nuovo! - disse con un ampio sorriso, prima di prendere il robot per mano - Andiamo in casa! La mamma tornerà tra poco! Le faremo una bella sorpresa! -
     La ragazzina accompagnò il robot fino alla sua casetta dove, dopo essersi puliti i piedi sullo zerbino, entrarono per raggiungere la sua cameretta profumata di limone. Cheese li seguiva a ruota, svolazzando contento sulla loro scia.
     - Aspetta qui! - si raccomandò la coniglietta, lasciando Emerl accanto al letto.
     Arrivò alla sua scrivania e aprì delicatamente il coperchio di un portagioie adagiato in un angolo. I due frammenti di Gemma risplendettero festosi alla luce del giorno, brillando di giallo e rosso. Cream li prese con sé e andò a porgerli contenta ad Emerl.
     - Non sono Chaos Emeralds, ma forse possono lo stesso aiutarti a parlare di nuovo! -
     L’automa abbassò lo sguardo bionico verso le due pietre, poi lo restituì a Cream. Strappò letteralmente di mano alla coniglietta i gioielli frastagliati ed indietreggiò di un passo. La sua corazza cominciò a cambiare colore come la pelle di un camaleonte, diventando di colpo nera e argentata. I suoi occhi meccanici assunsero una colorazione rosso fuoco, dalle braccia e dalle gambe spuntarono delle estremità metalliche lucenti e la cresta bordò che aveva in fronte si aprì a ventaglio e diventò improvvisamente dorata e con tre punte.
     - Emerl? - domandò impaurita la coniglietta, scrutando negli occhi vuoti di Gemerl.
     Il robot di Eggman non perse altro tempo e puntò la canna di fucile che spuntava dal suo avambraccio di fronte a sé.

     Nel momento in cui Sonic arrivò a perdifiato in prossimità della casetta color panna che ospitava la famigliola di conigli, udì un urlo disperato di donna provenire dall’interno. Con il cuore che martellava come un tamburo, il riccio blu si precipitò in casa senza bussare come faceva di solito. Corse nella cameretta di Cream e la scena che si ritrovò davanti gli gelò il sangue nelle vene.
     Cream era riversa sul pavimento in una posa innaturale, con le braccia aperte e gli occhi chiusi come se stesse dormendo profondamente. Il suo vestitino rosso era strappato e bruciacchiato nella zona del petto, così come una piccola parte della sua cravattina. Sua madre Vanilla era china su di lei, con gli occhi gonfi di lacrime che chiamava il suo nome tra un singhiozzo e l’altro accarezzandole il viso gelido. Cheese era mogio e stralunato e continuava a tirare piano l’orecchio della sua padroncina senza ottenere risposta.
     La scena era così straziante che Sonic rimase paralizzato sull’uscio della porta per qualche secondo, incapace di dire o fare alcunché, con la mente atrofizzata dalla sconvolgente verità che gli si parava di fronte. Fortunatamente, in quel frangente arrivò anche Zephir, apparendo come un lampo accanto a Sonic. Le ci volle pochissimo per realizzare cosa fosse successo e, con grande calma e freddezza, decise di intervenire. Si chinò a sua volta sul corpo della coniglietta e, prendendole delicatamente un braccio, sentì le pulsazioni nel polso. Quindi accostò l’orecchio al suo petto per udire il battito cardiaco e il suo respiro.
     - Respira ancora! - fu il rassicurante responso - Credo che sia solo svenuta per lo shock, ma sta bene! -
     L’ansimare affannoso di Vanilla si regolarizzò moderatamente dopo la notizia. Aiutò Zephir a sollevare la ragazzina e la poggiarono con delicatezza sul suo letto. Sonic era ancora lì impalato, pallido come un cencio e con un brivido freddo che gli scorreva lungo la spina dorsale. La sua espressione mutò di colpo in una smorfia di pura rabbia, con i denti stretti e gli occhi semichiusi. Raccolse da terra il segnalatore che aveva lasciato a Cream la sera precedente e pronunciò delle parole affrettate e gonfie di collera prima di correre via.
     - Chiunque sia stato la pagherà cara! -
     Con una folata di vento improvvisa, Sonic era già sparito nel giro di un attimo.

     - Cosa? Cosa è successo? Oh, cavolo! Ma come sta? Sì, sì, ho capito! Da solo? Arriviamo immediatamente! -
     Tails abbassò la cornetta del telefono e si rivolse con sguardo atterrito a Knuckles ed Amy. Le sue mani tremavano leggermente e il suo tono di voce era in parte rotto dal respiro irregolare.
     - Era Zephir! E’ successo qualcosa a Cream! E’ stata attaccata da qualcuno! Sonic lo sta inseguendo ma potrebbe aver bisogno di aiuto! -
     Knuckles strinse i denti e soffocò un’imprecazione di delusione. Amy si portò le mani alla bocca e spalancò gli occhi in un segno di incredulità.
     - Come sta Cream? E Sonic? -
     - Stanno bene, ma non so molto altro! Dobbiamo subito andare da loro! -
     - La cosa non promette niente di buono! - commentò Knuckles mentre si dirigevano tutti e tre alla porta.
     Il volpino l’aveva appena spalancata che si ritrovò di fronte inaspettatamente il volto di Rouge. Dietro di lei, in fila lungo il vialetto, c’erano Omega e un serio e corrucciato Drake.
     - Ehm… è ancora valida la vostra offerta? -

     Sonic correva più di quanto avesse mai corso in vita sua lungo i prati color smeraldo della Leaf Forest, sollevando sulla sua scia una miriade di steli e fili d’erba che veleggiavano con grazia nell’aria prima di ricadere al suolo. Il bip elettronico del segnalatore che aveva di nuovo ben fisso al polso lo accompagnava in quella marcia frenetica. Era molto vicino. L’unico pensiero che abitava la sua mente in quel momento non era mai stato così pulsante e forte da fargli perdere la concezione di qualunque cosa attorno a lui. Era la rabbia. Era la vendetta.
     Il sentiero sboccò in uno spiazzale erboso collinare privo di alberi appena oltre il limitare della foresta. Riconobbe immediatamente l’autore del misfatto sul quale avrebbe riversato tutta la sua furia cieca. Gemerl gli dava le spalle, in piedi come se stesse aspettando qualcosa, con un luccichio flebile che traspariva dal suo pugno destro chiuso.
     - Gemerl! - urlò il riccio blu.
     Il robot si voltò a guardarlo e in quel momento alle sue spalle piombò una grande massa metallica che fece vibrare il terreno per un secondo. Era un esoscheletro argentato alto più del doppio di Sonic, con le braccia e le gambe delle dimensioni di due larghe travi d’acciaio. Al posto delle mani aveva due tenaglie cariche di elettricità a giudicare dal modo in cui sprizzavano scintille. La cupola di vetro che aveva al posto della testa si aprì come un fiore che sbocciava e il volto ghignante di Eggman spuntò in tutta la sua perfidia. Gemerl lanciò i due frammenti di pietra al dottore che non mancò di afferrarli al volo, quindi saltò in direzione dell’Egg Drive dove, trasformando il suo corpo in una chiave ad innesto, si assemblò al meccanismo di guida lasciando all’esterno solo la testa con gli occhi che lampeggiavano di rosso.
     - Ti ricordi il mio Egg Emperor(1), Sonic? - domandò Eggman, con una nota rabbiosa nella voce - Dopo che tu e i tuoi amici lo avete rottamato ho usato i suoi componenti per assemblare questo splendido e maneggevole esoscheletro! L’ho chiamato Egg-o-Matic 3S, niente male, vero? Lo sai per cosa sta il 3S? -
     Sonic decise di non dargli corda, preferendo scoccargli lo sguardo più inviperito del suo repertorio. Le mani scivolarono lentamente nelle tasche dei pantaloncini dove si strinsero attorno ai due Rings che portava sempre con sé in caso di necessità.
     - Non lo sai? Stanno per Sterminare e Schiacciare Sonic! Sono sempre stato bravo negli acrostici! -
     - Spero tu sia altrettanto bravo a difendere le tue chiappone gommose, Eggman! Questa volta non ti lascerò scappare illeso! -
     - Oh-oh! Sei forse arrabbiato con me per quello spiacevole incidente con la tua piccola coniglietta? Dovevi pensarci prima di farle tenere degli oggetti così pericolosi! -
     Punto sul vivo, la rabbia di Sonic aumentò tanto quanto il suo senso di colpa.
     - Hai finito di attentare alla vita dei miei amici, testa d’uovo! -
     - Non farla tanto lunga! I cannoni al plasma di Gemerl non sono letali! Mi sono assicurato che usasse il minimo voltaggio per stordirla! Sono pur sempre un gentiluomo! -
     - Forse quelli non saranno letali, ma io so esserlo molto di più! Stavolta ti uccido con le mie mani! -
     Il ghigno di Eggman si allargò ancora di più. Era il cenno di sfida che stava aspettando da tanto.
     - Allora perché non ci provi? -
     Era il momento giusto per attaccare. Assorbendo l’energia dei due anelli dorati, sentì il suo tono muscolare rinvigorirsi come per magia. Si scagliò in avanti e produsse un’azione rotante che si abbatté sul robot con la forza di una palla di cannone. Una volta che si fu rimesso in piedi, si accorse che l’esoscheletro non aveva avuto danni perché aveva riparato la parte frontale con le possenti braccia.
     - Cilecca! - lo schernì Eggman, molto sicuro di sé.
     Sonic tentò un nuovo attacco, mirando questa volta direttamente alla testa del robot. Purtroppo per lui, fu colpito da una falciata del braccio bionico e scaraventato di nuovo a terra. Approfittando del vantaggio, Eggman azionò il generatore di energia e sparò da una tenaglia un fulmine viola che colpì in pieno petto l’odiato riccio. Sonic si sentì attraversare il corpo da una potente scarica elettrica che lo costrinse ad accasciarsi sul prato.
     - Forse avrei dovuto specificare che il mio Egg-o-Matic è potenziato dal mio frammento di Gemma! - disse il dottore - Con questo potere ad alimentarlo è più forte di qualunque altro robot tu abbia mai affrontato! -
     Sonic tentò di recuperare il fiato e si mise in piedi con una mano premuta sul fianco destro.
     - Questo è tutto da vedere! -
     Con una nuova rapida azione rotante, Sonic era sicuro che sarebbe andato a segno, ma l’esoscheletro, incredibilmente, fu più veloce di lui e, a dispetto della sua grande mole, si spostò in tempo per schivare il colpo. Era probabilmente un effetto dell’energia della Gemma, pensava Sonic. Ancora prima che potesse mettere piede a terra, si sentì stringere da una morsa poderosa e fu sollevato in alto. Tentò di liberarsi con tutte le forze dalla tenaglia che l’aveva intrappolato, ma il corpo metallico fu attraversato da un’altra scarica elettrica che bruciò dolorosamente sulla sua pelle, costringendolo ad urlare. Spingendo forte con un piede riuscì a sgusciare dalla presa, salvo poi sbattere forte di schiena sul terreno duro.
     - Non hai speranze questa volta, mio povero istrice! -
     L’Egg-o-Matic sollevò un piede per schiacciare l’inerme riccio blu, ma fu fortuitamente tratto in salvo da Zephir che lo afferrò per un braccio e lo trascinò fuori dal pericolo.
     - Hai deciso di farti ammazzare? - lo rimproverò severamente la ragazza - Hai bisogno di aiuto! -
     Pronta e reattiva, Zephir partì all’attacco con movimenti rapidi ed elusivi. Una tenaglia piombò su di lei come un martello, ma non fu difficile evitare il colpo, saltare sull’enorme braccio e arrampicarsi verso la cupola di vetro. Non aveva calcolato la testa di Gemerl che spuntava dalla parte frontale dell’Egg Drive. Il robot agganciò il bersaglio e sparò due colpi di energia dagli occhi che centrarono l’obiettivo in pieno, costringendola a precipitare inesorabilmente. La ragazza non si diede ancora per vinta e rallentò la caduta aggrappandosi ad un listello di metallo che spuntava dal fianco dell’Egg-o-Matic. Scalò agilmente la montagna ferrosa dalla schiena in su, sperando di arrivare più facilmente al suo controllore. Non aveva considerato che Eggman aveva studiato una contromisura anche per questo. L’esoscheletro fu attraversato di nuovo da corrente elettrica ad alto voltaggio e Zephir, colta di sorpresa, cedette al dolore improvviso e perse la presa capitombolando sul prato.
     - Niente da fare, moscerini! - esclamò ancora il dottore - Non vado giù facilmente! -
     Intendendosi al volo, i due ricci tentarono un attacco simultaneo da due lati, ma Eggman fu più rapido a capire le loro intenzioni e li colpì ancora con due lampi viola di elettricità sparati insieme dalle due tenaglie. Proprio quando Sonic cominciava a credere che non sarebbe stato tanto facile vincere lo scontro, udì un rumore familiare di pale in azione che si avvicinava rapidamente. Dalle cime degli alberi spuntò il Tornado che solcava coraggiosamente i cieli, manovrato dall’abile Tails, concentrato per passare all’attacco. La diabolica macchina di Eggman fu subito bersagliata dal mitragliatore del biplano e la sua attenzione fu distolta dai due ricci inermi.
     Anche Knuckles arrivò di corsa accanto a Sonic, aiutandolo a rialzarsi dopo il grave colpo subito.
     - Sei ferito? - domandò reggendolo per un braccio.
     - Solo nell’orgoglio! Come sta Cream? -
     - Si riprenderà! Amy è con lei adesso! Si può sapere che cosa hai combinato? -
     Sonic si scostò da lui non appena capì che una predica stava per arrivare e lo guardò con occhi affranti.
     - Non ti ci mettere anche tu! Mi sto incolpando già abbastanza da solo! Ora pensiamo a fare fuori Eggman una volta per tutte! -
     L’echidna annuì prontamente.
     - Abbiamo portato anche la cavalleria! Non ha scampo contro tutti noi! -
     Il riccio aggrottò la fronte, non capendo bene a chi Knuckles si stesse riferendo, almeno fin quando non vide tre sagome sfrecciare accanto a lui rapidamente. Rouge aveva appena spiccato il volo per attaccare l’esoscheletro dall’alto, mentre Drake ed Omega si erano piantati a pochi metri da questo per scagliare un attacco frontale.
     - Non mi fate paura! - esclamò Eggman - Siete solo delle mosche per il mio Egg-o-Matic! -
     Rouge diede inizio all’offensiva scagliando un paio di baci esplosivi contro la corazza spessa dell’esoscheletro. La rapidità che il frammento di Gemma gli garantiva, però, gli bastò per effettuare una contromossa. Fece esplodere a mezz’aria le bombe colpendole con due rapide scariche elettriche e ne scagliò una terza contro il pipistrello. Rouge tentò di evitare il colpo virando di colpo il volo e piegando il corpo all’indietro, ma avvertì il dolore del colpo ad un’ala, finendo per perdere stabilità e precipitare. Knuckles si tuffò in avanti e la prese al volo, rotolando con lei sul prato e ammortizzando la caduta.
     - Grazie! Hai sempre desiderato che ti piovessi dal cielo tra le braccia, vero? -
     - Ti sembra questo il momento? -
     Il successivo ad essere investito dalla potenza dell’Egg-o-Matic fu Tails che continuava a girare in tondo come un avvoltoio sulla preda, bersagliandolo di proiettili. Eggman pensò bene di concentrare due lampi ad alta energia nelle tenaglie per scagliarli al momento più opportuno. Il volpino avvertì uno scossone brusco quando il fulmine colpì un’ala del Tornado, recidendola di netto. Una nube di fumo nero scoppiò dalla fiancata dell’aereo e Tails ne perse il controllo, tentando di rallentare la caduta per improvvisare un atterraggio di emergenza. Il biplano si schiantò sul prato con un tonfo pauroso e fu trascinato in avanti per qualche metro prima di fermarsi e giacere di lato con l’ala rimasta intatta stagliata verso il cielo.
     Knuckles e Rouge si precipitarono verso il Tornado, avvolto dalle fiamme nella zona colpita e tirarono fuori dall’abitacolo uno scioccato Tails che si reggeva a stento in piedi. Un taglio sanguinante gli si era aperto sulla fronte nel punto in cui lo scossone gli aveva fatto battere la testa sul pannello di comando.
     - Diamo fuoco alle polveri, Omega! - esclamò Drake prima di scagliare la fiammata più potente di cui disponeva verso l’avversario corazzato.
     Omega lo seguì immediatamente, scaricando raffiche di proiettili fumanti contro il massiccio esoscheletro del suo ex padrone. Il calore e gli spari a ripetizione non infliggevano però alcun danno al mostro di ferro, protetto da un campo elettrico luminoso che fungeva da efficace scudo. Il contrattacco non tardò ad arrivare, sottoforma di due sferzate poderose delle tenaglie. La prima colpì in pieno il povero Omega che fu scaraventato alla sua destra come un pallone da calcio, la seconda fu schivata da un agile balzo di Drake che, mentre era a mezz’aria, scagliò una sfera infuocata contro la cupola. Dal modo in cui la fiammata si estinse a contatto con il vetro, si poteva dedurre che la protezione del campo elettrico arrivava fino a quel punto. Il lupo non trovò altra soluzione che avventarsi selvaggiamente sulla fiancata dell’Egg-o-Matic. Nel contempo, Sonic, Zephir e Knuckles sferrarono un attacco dai rimanenti tre lati, lasciando ad Eggman una sola alternativa. Caricò nelle tenaglie tutta l’energia disponibile e la scaricò tramite un pugno poderoso sul terreno, generando un’onda d’urto di proporzioni impressionanti. Come sbalzati da un’esplosione, i quattro avversari vennero scagliati senza opporre resistenza per atterrare pesantemente al suolo a metri di distanza.
     Eggman torreggiava trionfante sui corpi sfiniti dei suoi nemici, congratulandosi con sé stesso per la vittoria vicina.
     - L’energia di cui dispongo ora è illimitata! - si esaltò - Arrendetevi a me! Non c’è nessuno che vi possa salvare questa volta! -
     - Ehm… mi permetto di dissentire! -
     Una voce calma aveva appena parlato alle sue spalle, costringendolo a voltarsi allarmato. Proveniva da una lince sorridente con un braccio meccanico. Con una mossa rapida, Geoffrey lanciò qualcosa contro il ventre dell’esoscheletro dove si attaccò saldamente e con precisione. Era uno degli esplosivi a detonatore che Eggman stesso aveva utilizzato nella palude.
     - Sparky! Che diavolo stai facendo? -
     - Sono sergente Van Marten per lei, dottore! - rispose la lince in tono cortese.
     Sollevò una mano per mostrare il comando del detonatore e il suo pollice che era pronto ad azionarlo. Gli occhi di Eggman si spalancarono per la paura e, in preda al panico, cominciò ad armeggiare con i pulsanti per darsi immediatamente alla fuga.
     - Ritirata! Ritirata! - urlò afferrando il frammento di Gemma nel generatore principale.
     - Chi di bomba ferisce, di bomba perisce, doc! - esclamò Geoffrey prima di innescare l’esplosivo.
     Eggman ebbe appena il tempo sufficiente ad abbandonare l’esoscheletro a bordo dell’Egg Drive prima che la sua arma saltasse in aria in un boato di rottami roventi e di fiamme divampanti. L’onda dell’esplosione investì comunque la navicella, facendola ondeggiare pericolosamente e sbalzando il suo guidatore in avanti. Come per una giustizia quasi divina, i due frammenti sottratti a Cream sfuggirono alla sua presa e piovvero ai piedi di Sonic.
     - No! Non di nuovo! - sbraitò il dottore, incredulo.
     - Oh, sì, invece! - replicò Geoffrey.
     Prese la mira con il suo braccio meccanico e investì il povero dottore con un lampo elettrico ad alto voltaggio, scaraventandolo una volta per tutte lontano dalla loro portata. Poi fu il silenzio.
     Gli ultimi avvenimenti erano accaduti così in fretta che a stento erano riusciti a realizzare che erano fuori pericolo e che tutto era finito. Si rimisero piano tutti in piedi e si avvicinarono circospetti ad un soddisfatto Geoffrey.
     - Geoffrey? - chiese incerto Sonic - Sei tu? -
     La lince ricambiò il suo sguardo, quindi con un pugno infranse la piastra luminosa sul suo petto, mettendola definitivamente fuori uso.
     - Adesso sì! -

     - Ero al corrente del piano del dottor Eggman per eliminarvi tutti in un colpo solo, ma non potevo di certo fermarlo prima che lo mettesse in atto, altrimenti avrei fatto saltare la mia copertura! Così ieri notte ho disattivato le telecamere del circuito chiuso e ho estratto l’esplosivo da ogni detonatore, tenendone solo uno in caso di bisogno! Purtroppo ho rischiato di essere scoperto quando il dottore si è reso conto che nella palude gli sono stato più di impiccio che di aiuto! Fortunatamente ha dato la colpa del blackout a Shadow e così sono riuscito a salvare la faccia! -
     L’educazione e la compostezza con cui Geoffrey Van Marten si rivolgeva al prossimo nel narrare le vicende che lo riguardavano aveva qualcosa di magnetico e di affascinante a giudicare dal modo in cui tutti, o quasi, pendevano dalle sue labbra. Amy, Rouge e Zephir lo ascoltavano con molta attenzione, quasi rapite dal tono suadente della sua voce. Anche Tails e Knuckles non si perdevano una sola sillaba del suo discorso, non tanto per il fascino che la sua parlantina esercitava, quanto per la curiosità di scoprire tutti i retroscena degli eventi a cui avevano preso parte anche loro, sebbene non potessero negare che la voce della lince aveva un misterioso potere rilassante nel modo in cui risuonava. Persino Drake ed Omega, i due che più di tutti dimostravano, per motivi opposti, una noncuranza quasi offensiva verso il nuovo arrivato, li si poteva vedere ogni tanto rizzare l’orecchio attento o puntare l’occhio bionico sull’indiscusso protagonista di quell’ultima ora. Solo Sonic si dimostrava completamente indifferente al racconto di Geoffrey, preferendo di gran lunga starsene poggiato ad una parete in disparte con l’aria abbattuta e con lo sguardo che vagava ogni tanto verso la porta chiusa della camera di Cream, dove la coniglietta si stava lentamente ristabilendo in compagnia di sua madre.
     - Quindi hai agito alle spalle di Eggman per tutto questo tempo? - domandò Tails, incredulo.
     - Non proprio! Ho recuperato la completa coscienza di me solo un paio di giorni fa! Non so se sia a causa della mia forza di volontà o perché l’apparecchio che mi ha applicato per tenermi suo schiavo sia scaduto da tempo! -
     - Non capita spesso che il vecchio dottore usi dei giocattoli difettosi! - gli assicurò Rouge - Credo che vada conferita una medaglia al valore prima di tutto alla tua pellaccia! -
     - Questo è un grande vantaggio per noi! - esclamò Knuckles - Se hai passato del tempo vicino ad Eggman saprai di sicuro cosa intende fare di preciso con la pietra di Magorian! -
     - Sono desolato, ma non credo di potervi fornire molti indizi! Con me non si è mai confidato più del necessario e dalle ricerche che ho fatto nei suoi archivi non ho trovato nessun dato in merito! Di qualunque cosa si tratti credo che la custodisca molto gelosamente! -
     - Non brancoliamo nel buio solo per quanto riguarda lui! - precisò Rouge - E’ da tenere in seria considerazione anche quello sciacallo psicopatico! -
     Drake storse il naso quando si fece riferimento a Seth e quindi alla sua responsabilità nell’averlo aiutato involontariamente.
     - Le sue intenzioni non possono essere migliori di quelle di Eggman! - constatò Tails.
     - E’ tutta colpa mia! - ammise Drake, abbassando lo sguardo - Gli ho permesso di fortificarsi ancora di più! Ma non ho intenzione di piangermi addosso! Ci occuperemo anche di lui appena arriverà il momento! -
     - Credevo che avessi detto che la tua squadra lavora meglio in proprio! - disse Rouge, sforzandosi di sembrare casuale.
     - E’ una questione che riguarda tutti quanti adesso! - rispose, guardando di sottecchi la ragazza pipistrello - Fermarlo è una responsabilità di tutti quelli che sono qui presenti e… lo ammetto, si lavora meglio in gruppo! A patto che nessuno mi sia d’intralcio! -
     - In gruppo non siamo riusciti a salvare Cream! - intervenne Sonic con una nota dolente nella voce.
     Il silenzio piombò improvvisamente dopo le sue parole e, infastidito da tutti gli occhi che gli erano puntati contro, decise di abbandonare la stanza e di uscire all’aperto.
     La sera era ormai calata, dipingendo il cielo delle sue tonalità nere e bluastre, e l’aria fresca gli accarezzò il volto come una leggera carezza. Si erano tutti riuniti a casa di Cream perché era il punto di appoggio più vicino per le loro esigenze. Sapeva che non avevano il diritto di rimanere lì, specialmente lui, dopo che la loro insensata battaglia aveva coinvolto la vita di una bambina innocente. Era difficile rallegrarsi per l’aggiunta di Geoffrey al gruppo, per avere sconfitto di nuovo Eggman o per qualunque altra cosa quando sapeva che quella serie di lotte sarebbe andata avanti ancora per chissà quanto. Si chiedeva con una divorante frustrazione chi sarebbe stato il prossimo a trovarsi nel fuoco incrociato e se sarebbe arrivato in tempo questa volta per trarlo in salvo.
     - Va tutto bene? - domandò timidamente Amy, apparsa all’improvviso al suo fianco.
     - E’ buffo! Fino a qualche ora fa mi sentivo in cima al mondo! Sentivo che sarei riuscito a proteggervi in ogni modo possibile! E subito dopo è accaduto questo! -
     - Cream e Vanilla non ti danno colpa per quello che è successo! -
     - E che differenza fa? Finché continuerò a coinvolgerle nelle mie guerre finiranno sempre col farsi male! -
     - Non dico che quello che hai fatto non sia sbagliato! Hai messo in pericolo Cream pur sapendo che l’avevamo allontanata per il suo bene! Però hai agito pensando che fosse la scelta giusta e per me è sufficiente per perdonarti! -
     - Non è pensandola così che uscirete sani e salvi da questa situazione! -
     - Se posso permettermi… -
     I due ricci si voltarono per vedere la lince impettita camminare lentamente verso di loro. La sua sciarpa rossa ondeggiava come se fosse stata un prolungamento del suo corpo. Esattamente come aveva chiesto, gli era stata restituita da Amy, nel momento in cui erano sicuri che la lince fosse di nuovo completamente padrona di sé.
     - Probabilmente penserai che ti stia facendo una paternale, ma credimi, Sonic, se ti dico che so come ti puoi sentire! Le battaglie non sono mai giuste o utili, ma siamo costretti a sostenerle per difendere quello che abbiamo di più caro! Tu sei un leader nato, hai delle abilità che ti consentono di guidare la tua squadra alla difesa dei principi che salvaguardate, e purtroppo il tuo ruolo non è mai semplice come si possa credere! E’ tuo dovere prendere delle decisioni, a volte molto rischiose, a volte senza che si abbia un’alternativa migliore, eppure devi farlo! Certe volte può andare bene, altre invece qualcuno può subirne le conseguenze! E’ ingiusto, è scorretto, ma purtroppo è così! Spesso il leader si sentirà responsabile della vita di tutti i suoi compagni, ma l’unico modo per convivere con il senso di colpa è pensare che il sacrificio di pochi sarà servito per la salvezza di tutti gli altri! Si tratta di altruismo, si tratta di generosità! Si tratta di preservare il nostro bene più prezioso, la nostra vita! -
     Geoffrey sorrise, ma era un sorriso privo di allegria, velato di una malinconia molto sottile. Prese con due dita un lembo della sua sciarpa consunta e l’accarezzò facendo scorrere lentamente il pollice sulla stoffa.
     - Ho imparato questa lezione molti anni fa e nel modo più duro possibile! Quando il nostro battaglione stava combattendo contro l’esercito robotico di Robotnik ho dovuto fare la scelta più difficile della mia vita! Si chiamava Sheila… Sheila Foster… ed era quanto di più prezioso possedessi! La decisione spettava a me… se sacrificare la sua vita per la salvezza di molti o continuare a guardarla negli occhi con la consapevolezza che tante vite erano state infrante per la mia scelta di salvare solo lei! Il senso di colpa per averla condannata io stesso mi ha tormentato per molti anni, fino a quando non mi sono reso conto che grazie al suo sacrificio tante persone hanno potuto continuare a vivere intensamente ogni giorno che avevano davanti… ed è stata la ricompensa più grande! -
     La lince guardò Sonic dritto negli occhi e una luce calda e confortante risplendette nelle sue pupille.
     - Sei nato per difendere questo pianeta, Sonic! Sei nato per guidare tutti quelli che hanno abbastanza coraggio per proteggere quello che credono sia giusto! E continuerai a farlo a prescindere da tutte le avversità che potrai incontrare! Oltre che un tuo diritto, è un tuo dovere! E sono sicuro che è scritto nel tuo destino! -
     Non avrebbe saputo dire se era per la presenza rassicurante di Amy, per le parole risolute di Geoffrey o per l’atmosfera così mistica e affascinante che c’era quella sera, ma Sonic avrebbe ricordato quel momento per tutta la sua vita come l’istante in cui gli fu finalmente chiaro il ruolo che aveva nel mondo.

     Se Tails stava confabulando piano con Omega, immersi in un discorso un po’ difficoltoso di cui solo loro conoscevano i dettagli, Zephir e Drake erano immersi nei loro rispettivi pensieri, rifiutandosi di condividerli con il resto del gruppo. Rouge, invece, sembrava moderatamente interessata ad un vaso portafiori di cristallo adagiato su una mensola accanto a lei, forse impegnata a calcolare quanto potesse valere. Anche Knuckles era intento ad estimare il valore delle parole che avrebbe pronunciato di lì a poco, come per soppesare il guadagno e la perdita che avrebbe percepito persistendo nel negare ciò che provava.
     - Te la intendi con il lupo, vero? - domandò, avvicinandosi alla ragazza pipistrello.
     Il suo tono era volutamente burbero.
     - Perché? Ti darebbe un dispiacere se fosse così? - lo punzecchiò Rouge di rimando.
     - Onestamente? Sì! -
     L’interesse della ladra di gioielli si risollevò di colpo, stupita per quell’inaspettata ammissione.
     - Questa sì che è bella! Allora anche tu sei capace di dirmi qualcosa di carino ogni tanto! -
     - Non sono tanto male quanto sembro, Rouge! Nel giro di poco tempo ho rischiato di sparire dalla faccia di Mobius per ben due volte e credo che mi pentirei amaramente di andarmene senza prima averti detto una cosa! -
     - E di cosa si tratta? -
     Knuckles non dovette pensarci due volte circa le parole da usare.
     - Quando tutto questo sarà finito avremo modo di parlare… sempre se ci sentiremo ancora in grado di farlo! In fondo sarà questo che ci dirà se siamo pronti oppure no! Fino a quel momento, puoi continuare benissimo a guardarmi storto come hai sempre fatto! -
     Rouge sorrise nell’udire le parole che lei stessa aveva pronunciato, guardando l’echidna tanto odiata e tanto amata con un’intesa per lei del tutto nuova.
     - Ti suona familiare? - chiese Knuckles, sorridendo a sua volta.
     Anche se la domanda era palesemente retorica, non ottenne comunque risposta. In quel preciso istante nel salotto rimbombò un coro di bip elettronici intermittenti ad altissimo volume. I segnalatori al polso di Tails, Knuckles e Zephir, compreso quello nella tasca di Rouge e persino quello interno ad Omega erano come impazziti, scandendo una rilevazione con allarmi sempre più forti fino a sfociare in un forte crack. Il volpino aprì il vano dell’apparecchio e un filo di fumo nero si levò nell’aria.
     - Che diamine è stato? - sbottò Knuckles, infastidito.
     - Un segnale! - replicò Tails - Cavolo, è stato talmente forte da mandare in corto tutti i circuiti interni! -
     - Da dove viene una cosa del genere? -
     - Ehm… che abbia a che fare con quello? - intervenne Zephir, indicando qualcosa fuori dalla finestra.
     In lontananza si intravedeva una torre di luce bianca alta fino al cielo che vorticava piano come un tornado lungo e sottile. Uscirono subito tutti all’esterno, da dove si poteva vedere meglio la colonna abbagliante che probabilmente si stagliava per numerosi chilometri in altezza.
     Sonic ed Amy avevano in mano i loro rispettivi segnalatori, anch’essi guastati dall’improvviso picco di frequenza. Geoffrey osservava lo strano fenomeno luminoso con serietà e apprensione.
     - Che sia stato quello a far impazzire gli strumenti? - si chiese Rouge, perplessa.
     Sonic abbracciò con lo sguardo tutto il gruppo, incrociò gli occhi di Geoffrey per un momento e poi annuì piano con la testa.
     - E’ il caso di andare subito a scoprirlo allora! -

     Seguendo il richiamo dell’incredibile torre di luce, si sarebbero ritrovati tutti quanti, poco tempo dopo, in una zona arida e collinare spazzata da forti venti. Quella notte era particolarmente splendente di stelle. Quella notte sarebbe stata l’ultimo atto di quell’agghiacciante spettacolo.
     Sonic, Tails, Knuckles, Amy, Zephir, Rouge, Drake ed Omega arrivarono di corsa nel luogo da cui la torre di luce stava avendo origine. Riuscivano a vedere distintamente il vorticare dei suoi bagliori oltre un’altura rocciosa poco lontano da lì. Rimasero fermi per qualche secondo, persi nell’ammirazione del gioco di riflessi che si innalzava a perdita d’occhio fino alla volta celeste. Quindi Sonic decise di prendere l’iniziativa e di rivolgersi a tutti loro con calma e determinazione.
     - Facciamo attenzione adesso! -
     - Siete un tormento costante! - sbraitò una voce roca sopra le loro teste.
     Il dottor Eggman fluttuava in alto a bordo della sua inseparabile navicella, fulminando ciascuno di loro con lo sguardo.
     - Questo scherzetto è opera tua? - chiese Sonic sprezzante.
     Stavano per avvicinarsi con cautela verso la sorgente della luce bianca, quando udirono un cicaleccio familiare arrivare alle loro spalle.
     - Avrà voluto dire questo con “seguite la luce”? - si stava chiedendo Vector, gracchiando, prima che, insieme ad Espio, Mighty e Charmy, si accorgesse della presenza delle loro vecchie conoscenze.
     - Oh! - ebbe modo dire brevemente.
     - C’è tutta la banda al completo! - esclamò un’altra fredda voce alla loro destra.
     Seth, Levine e Getara erano spuntati come dal nulla, contemplando tutti i presenti con le solite espressioni superbe e minacciose.
     - Siete venuti ad assistere allo spettacolo? - domandò lo sciacallo.
     Senza che nessuno avesse modo di mettersi in guardia o di porre domande ad alta voce, udirono un forte sibilo e la torre di luce fu assorbita verso terra fino a scomparire con un ultimo brillio nella notte. Ci fu qualche istante di silenzio. La tensione era alle stelle. Cominciavano tutti a realizzare che qualcosa stava per accadere, dato che erano stati tutti riuniti in quell’area dallo stesso identico fenomeno.
     Oltre l’altura rocciosa si sentì prorompere un nuovo sibilo e un’onda luminosa si diffuse nella vallata, travolgendo inesorabilmente tutti i presenti. L’Egg Drive del dottore si spense all’improvviso, piovendo con un forte schianto sul terreno e scalzando con uno sbalzo il suo guidatore. Una misteriosa energia si impadronì del loro corpo, appesantendo notevolmente i muscoli e costringendoli ad inginocchiarsi per la paralisi che impediva le loro funzioni motorie.
     Spaventati e perplessi, alzarono tutti lo sguardo. E fu così che lo videro.
     Troneggiava su di loro dalla cima dell’altura, alto e slanciato, con metà della capigliatura argentata che danzava insieme al vento della sera. La metà sinistra del suo corpo era come se la ricordavano tutti, magra e dal volto appuntito, dall’occhio infuocato e dalle labbra sottili incurvate in un sorriso terrificante. La metà destra era fatta di metallo nero, forte e robusta, con un braccio potente e corazzato, una gamba a forma di pistone lucente e un volto in piastra d’acciaio, dal quale spuntava una pupilla bionica gialla che si muoveva senza controllo.
     - Ciao, cara! Eccomi a casa! - disse Magorian.

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(1) Apparso per la prima volta in Sonic Heroes
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