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Autore: Pikachu4Ever    31/03/2014    1 recensioni
Fanfiction ispirata alla serie Ace Attorney. Il protagonista è un giovane avvocato di nome Lawrence Trueman, che insieme alla sua assistente Jean Watson ed al procuratore Travis Harley intende risolvere casi impossibili come il leggendario Phoenix Wright, cinque anni dopo la perdita del distintivo di quest'ultimo. Ma ci riuscirà in un mondo dove la corruzione e la falsità albergano in ogni dove...?
Nota: la storia presenta alcuni punti di contatto con la serie "Case: WL-0" di The Shadow. Per comprendere determinati punti (anche se non troppi), quindi, è consigliato leggere la suddetta serie.
Genere: Azione, Dark, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Il Giudice, Marvin Grossberg, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Lawrence Trueman'
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LTAA38 LAWRENCE TRUEMAN: ACE ATTORNEY

Capitolo 37: Highspeed Turnabout (investigazione 1, parte 1)

Tribunale Distrettuale
Sala Udienze n°4
6 Agosto
Ore 11:47

"Signor Trueman, cos'ha da dire sulla teoria dell'accusa?" mi chiese il Giudice, osservandomi con aria seria. Io deglutìi, con preoccupazione.
... Ci siamo. E' arrivato il momento di sfoderare il mio asso nella manica...

"Coraggio, Law! Ce la puoi fare!" mi incoraggiò Jean, sorridendomi e mostrandomi il pollice alzato per farmi coraggio.

"Forza! Siamo tutti con te! Oh, ma guarda, hanno cambiato lo stile! Ci sono spazi ora!" fece notaere Otom, anche se non riuscivo a capire esattamente cosa intendesse... probabilmente glielo chiederò più tardi.
Mi lasciai scappare un sorrisetto a mia volta, prima di voltarmi verso il Giudice, mentre controllavo il mio Registro Processuale alla ricerca della prova che mi serviva. Sapevo esattamente cosa fare, ed in questo modo, l'imputato sarebbe stato assolto completamen...
... C-cosa...?

"Law...? Che succede?" mi chiese Jean, confusa.
... Non può essere vero. Non può stare succedendo... Dov'è quella prova? Ero sicuro di averla messa qui! Ne ero certo!

"Uh-oh, quello sguardo è una flag di sconfitta attivata..." commentò invece Otom, con uno sguardo che sembrava volermi dire 'niente da fare'.
No! Non ha senso! Non ha assolutamente senso! Cosa sta succedendo!? Qualcuno me lo spieghi!

"Beh... direi che la difesa non ha nulla da contestare. In tal caso, posso formulare il verdetto." proclamò il Giudice, sbattendo il martelletto.

NO! NO! NO! NON FATELO, VOSTRO ONORE!

"Dichiaro l'imputato..." iniziò a dire, finendo la sua frase subito dopo, con un solenne "... Colpevole." ... senza che io potessi dire o fare nulla.
... Avevo perso. Avevo perso su tutta la linea...
Mi volto in giro, vedendo solo facce deluse ed il pubblico che ride... che ride di me, dell'incompetente avvocato Lawrence Trueman...
Smettetela...! Non volevo che finisse così! Io non...

"Sei davvero così incapace? Possibile che tu non riesca nemmeno a tirare una prova al momento giusto? Non ci vuole un genio per farlo!" mi rimproverò Jean, visibilmente delusa.

"Beh, questo è strano... normalmente il protagonista dovrebbe avere Plot Armor per quanto riguarda queste sconfitte..." rimuginò Otom, dicendo come sempre cosa senza senso.

"La sua assistente ha ragione, signor Trueman: è probabilmente l'avvocato più scadente che io abbia mai visto in tutti i miei anni di lavoro come Giudice." aggiunse poi il Giudice stesso, osservandomi con severità.

"Sei proprio patetico, Law..." fu poi l'unico commento di Travis, mentre mi guardava con sguardo di sufficienza dal banco dell'accusa, palleggiando con la racchetta.
No... mi dispiace, tutti, davvero, ma non è stata colpa mia! Non è...

"Visto, ragazzo? Questo succede a non accettare le offerte dello zio Gerry..." disse allora una voce che riconobbi subito, voltandomi verso di essa.
G... Gerry Ford? Che cosa ci fa lì, al banco dei testimoni? Non fa parte di questo processo...

"Scommetto che con una delle mie prove non avresti avuto alcun problema qui..." puntualizzò subito dopo, mostrandomi una busta nelle sue mani... una busta che probabilmente conteneva la stessa prova che stavo cercando.
... Sì, mi avrebbe fatto comodo... non lo voglio negare... avrei vinto... ce l'avrei fatta...
... NO! NO! NO! NON CE L'AVREI FATTA! PER NULLA!
SMETTILA DI PENSARCI, LAW!

"Law, che stai...?" provò a domandare Jean, ma io non la ascoltai: senza pensare a niente, corsi via verso la porta, non facendocela assolutamente più a rimanere lì.
Corsi, corsi, senza vedere o capire dove stavo andando e non so per quanto tempo... per poi inciampare e perdere conoscenza, immediatamente.

Dopo non so quanto tempo passato privo di conoscenza mi rialzo, riapro gli occhi e... mi accorgo di non essere più nel tribunale.
Sono di fronte ad un abisso, profondo e buio, con nulla e nessuno vicino a me.
... Sono spaventato, oltremodo spaventato, voglio allontanarmi, non voglio stare lì...!
Corro, corro via, fino ad arrivare ad un albero. Non so come mai sia qui, e non mi importa: voglio solo stare lontano da tutto e da tutti, dall'abisso, da Jean, da Ford, dal Giudice, e sopra ogni altra cosa da quelle dannate prove false!
Salto da un ramo all'altro con un'agilità che non pensavo di avere, volendo solo allontanarmi sempre più dal suolo... fino a quando il ramo che afferro non si spezza, facendomi cadere nel vuoto... verso l'abisso dalla quale stavo disperatamente tentando di allontanarmi...
Non so per quanto caddi, ma ad un certo punto, andai a schiantarmi contro dell'acqua, provando dolore immenso e finendo sempre più in profondità... fino al fondale.
Sentivo l'aria che veniva a mancarmi... non mi rimaneva molto... me lo sentivo...
L'ultima cosa che vidi... fu un'ancora, sul punto di staccarsi, sul fondale.
Non riuscìi a capire che cosa tutto ciò significasse, che tutto si fece nero... e...

Quartiere Springside Hills
Casa di Law
5 Agosto
Ore 06.00

*DRIN DRIN*
... Yawn...
Mi misi seduto sul letto dopo aver spento la sveglia distrattamente, rimanendo fermo per qualche secondo mentre cercavo di svegliarmi completamente, sbadigliando un paio di volte.
... Ancora uno di quegli incubi...
E' passato quasi un mese dal mio ultimo processo, e nonostante tutto continuo ad avere in testa Ford e le sue offerte di prove false...
... Non posso assolutamente continuare così. Voglio cercare di tenere quel pensiero quanto più lontano dalla mente possibile: dopotutto, non ero ancora così disperato da averne bisogno... o almeno, era quello che volevo credere.
Mi alzai quindi dal letto, dirigendomi in bagno per fare una doccia rapida: quel giorno toccava a me aprire lo studio, e non avevo intenzione di deludere il signor Grossberg arrivando tardi.
Dopo una decina di minuti, tornai in camera mia e mi vestìi con il mio solito completo grigio (devo davvero ringraziare il signor Dethlone: non si notano nemmeno tutte le strappature che mi ero procurato alle torri Hebert, hanno fatto davvero un lavoro da manuale!), pettinandomi accuratamente i capelli nel mio solito stile ad onda... eccetto per un ciuffetto che non ne voleva sapere di rimanere giù, per il quale decisi di ricorrere a metodi estremi e tagliarlo di netto con un paio di forbici.
Forse sono un pò vanitoso, lo ammetto, ma mi piace avere uno stile peculiare, è una sorta di 'firma' e non voglio che sia fuori posto... anche perchè altrimenti mia madre sarebbe capace di farmi tardare al lavoro pur di farmi avere i capelli in ordine.
Una volta finito di prepararmi, diedi un'occhiata all'orologio, constatando che erano ancora solo le sei e venti: l'autobus mattutino non sarebbe passato fino alle sette e dieci, quindi avevo tutto il tempo per fare colazione.
Andai quindi in cucina al piano di sotto, preparando la macchinetta per il caffè e prendendo due tazze, una per me ed una per mia madre (la quale stava ancora riposando a letto... beata lei che ha la sede di lavoro qui a Springside e può permettersi di dormire di più...), perdendomi nei miei pensieri mentre attendevo che il caffè fosse pronto.

... E' passata una settimana da quando mi hanno dimesso dal St. Gabriel Hospital, e fortunatamente non ho riportato danni troppo gravi: mi fa giusto ancora un pò male la testa, ma a parte questo sono completamente in forma.
Mentre ero lì, ho anche ricevuto una visita a sorpresa da parte di Cody Hackins e Dave Horace: erano venuti per via di un (fortunatamente non grave) caso di intossicazione alimentare causata dal nuovo snack del Samurai d'Acciaio... avevo una mezza intenzione di provarlo, ma dopo aver saputo della cosa, ho preferito evitare.
Abbiamo comunque approfittato del periodo in ospedale per parlare un pò insieme della nostra serie preferita, e ci siamo scambiati gli indirizzi e-mail per continuare a tenerci in contatto; ed ho anche avuto modo di parlare con Dave, il quale fortunatamente sembrava essere relativamente allegro... il che non era dire molto, visto cosa gli è successo. O meglio, cosa gli ho fatto succedere.
... Non voglio mentire: il risultato del mio ultimo processo onestamente non mi va ancora giù. Non mi piace l'idea che Remy Horace stia scontando la sua pena in galera... anche se aveva pianificato di uccidere Steve Arwen, alla fine aveva deciso di non andare oltre, e il successivo omicidio è stato solo e soltanto una fatalità.
So bene che a livello morale il processo ha raggiunto una soluzione perfettamente giusta ed equa, ma non riesco a non pensare che Remy non meritasse di finire così.
... Devo smetterla di tormentarmi così. E' a causa di questi pensieri che continuo a stare male e a fare incubi. E' stato un brutto finale, sì, ma non posso permettere che il risultato del mio secondo processo continui a tormentarmi per il resto della mia carriera.
... Questo è quello che farei se avessi un pò più di spina dorsale, ma mi rendo perfettamente conto che continuerò a rimuginarci sopra fino alla fine. Alle volte so essere proprio patetico...

Il mio corso di pensieri auto-commiseranti venne fortunatamente interrotto dal rumore del caffè che strabordava dalla macchinetta... e stava iniziando a formare una bella pozza sul fornello...
Ohdiamineohdiamineohdiamineohdiamine!
Chiusi immediatamente la fiamma, presi uno straccio e pulìi il fornello, tirando un sospiro di sollievo per un attimo prima di osservare il contenitore del caffè, e deglutire preoccupato.
... Ne misi un pò dentro la mia tazza, girai un cucchiaino di zucchero, e lo bevvi.
Mi venne la fortissima tentazione di vomitarlo subito dopo: era assurdamente acquoso e bruciato, caldo ed insapore... Diego Armando probabilmente mi ucciderebbe per questo attentato contro il caffè.
Ogni volta che mi distraggo va a finire così... ed oramai non ho più il tempo per rifarlo.
... Rimasi per un attimo ad osservare il caffè, prima di sospirare e preparare comunque un'altra tazza: a mia madre serviva comunque una svegliata, e questo veleno probabilmente sarebbe riuscito a far resuscitare i morti...
Preparai l'intruglio e lo portai in camera di mia madre, mettendole la tazza sul comodino, per poi prendere la mia borsa da lavoro e correre fuori di casa, sia per arrivare in tempo alla fermata dell'autobus, sia per evitare di sorbirmi una ramanzina da parte di mia madre, una volta bevuta la venefica bevanda.

Quartiere Springside Hills
Strada Pubblica
5 Agosto
Ore 06.43

Una volta uscito dal giardino di casa ed allontanatomi di un centinaio di metri dalla mia abitazione, iniziai a camminare lentamente, certo che sarei riuscito a prendere l'autobus in tempo, godendomi un pò il familiare paesaggio del quartiere dov'ero nato e cresciuto.
Il suo nome, Springside Hills, deriva dalla geografia iniziale dell'area, ovvero una serie di colline vicino ad una piccola sorgente. A seguito dell'urbanizzazione dell'area, tuttavia, la sorgente è stata dirottata ed inquinata, e le colline, nonostante ci siano ancora (come si poteva vedere dalle numerose strade principalmente in salita o in discesa) erano state considerevolmente appianate.
Nonostante questo, però, il quartiere aveva mantenuto un'area da periferia: a parte un paio di edifici, cinema, negozi e simili amenità, buona parte dell'area era occupato da piccole casette di non più di due piani piuttosto lontane l'una dall'altra, ed il numero di persone ed auto che si muovevano quotidianamente per Springside era molto minore comparato a quello di quartieri più caotici, come Eastwood ed un pò anche Uptown.
In poche parole, era il tipo di quartiere perfetto per una persona come me, alla quale piace stare in luoghi e situazioni tranquille... o meglio, lo era, fino a poco tempo fa.
Da qualche giorno infatti avevano iniziato a svolgersi attorno all'area delle corse (ovviamente non autorizzate) la sera sul tardi, a causa delle quali nessun abitante del quartiere è riuscito a dormire tranquillo negli ultimi tempi, oltre a causare alcuni infortuni gravi a dei pedoni e ad altre persone che si trovavano per strada.
Stando a quel che sapevo, la polizia si era già messa all'opera per fermare ed arrestare chiunque vi partecipi, ma apparentemente il percorso effettuato veniva cambiato ogni giorno, e sembrava anche che vedessero l'essere braccati sulla polizia come una sfida aggiuntiva alla corsa in sè...
... Non riesco onestamente a capire gente così. Perchè delle persone dovrebbero volontariamente sottoporsi a qualcosa di pericoloso ed illegale? Cosa ci guadagnano ad agire in questo modo?
Sospirai tra me e me. Di recente non avevo altro che domande in testa, ed avevo assolutamente bisogno di distrarmi... chissà, magari potevo invitare gli altri ad andare insieme all'Abyssal Paradise: ricordo che a Travis piacesse particolarmente andare lì...
... Parlando di Travis, è da un bel pò che non lo sento. L'ultima volta è stata in una visita rapida che mi ha fatto in ospedale, e sono stato contentissimo di vedere che fosse riuscito a sopravvivere anche lui al crollo. Gli provai a chiedere dove fosse stato mentre le Torri collassavano su sè stesse, ma non appena lo feci abbassò lo sguardo e mi disse che non era importante con tono seccato: ci rimasi un po' male, ma immaginai che fosse ancora sotto shock a causa di quella tragedia, e non gli chiesi nient'altro.
Da allora non si è fatto proprio sentire, nè ha risposto alle mie chiamate... devo ammetterlo, sono piuttosto preoccupato, ma sono certo che sia solo una cosa passeggera... o almeno, è quello che spero con tutto me stesso.
Fu in quel momento che la mia attenzione venne attirata da un voce, proveniente da poco lontano dal marciapiede su cui stavo camminando.

"Per l'ultima volta: ho detto NO, e significa NO!" affermò una voce stizzita, verso destra.
Incuriosito, e dovendo comunque camminare per quella strada, feci un piccolo scatto e mi avviai lì, raggiungendo subito una parte della strada piuttosto dissestata, e lì, due persone che stavano discutendo tra di loro.

"Ma... dai, per favore, che ti costa? Voglio solo darti una mano! Mi basta anche mezzo panino come paga, davvero!" disse con tono a metà tra il triste ed il seccato uno dei due, un ragazzino di dodici anni piuttosto basso di statura (al punto da sembrare averne nove o meno), con capelli corti castani spettinati e oleosi, occhi dello stesso colore, e vestito solo con dei pantaloni da meccanico verdastri con bretelle, senza nemmeno delle scarpe: aveva poi una cassetta degli attrezzi in mano e varie macchie di vario tipo sulla pelle e sull'abito.
Sapevo bene di chi si trattava: il suo nome era Wren, ed era un ragazzino orfano che spesso si faceva vedere a Springside Hills. Non so se sia perchè sia scappato di casa o perchè nessuno lo ha voluto, ma ha vissuto per strada per anni, ed ogni volta che passa si offre di fare lavoretti di ogni tipo per chiunque sia disposto a dargli qualcosa. Onestamente, mi dispiace parecchio per lui, ed ogni volta che lo vedo cerco di dargli qualcosa... anche se insiste di continuo che vuole guadagnarsi ciò che gli viene dato, e non lo accetta quasi mai.

Il suo interlocutore era un uomo sulla ventina avanzata vestito con una divisa da costruttore arancione ed un casco giallo, con gli occhi grigi ed i capelli castani uniti in una serie di dreadlocks, che davano l'impressione di essere compatti e duri come terreno, e con una pala tenuta di fronte a sè come se fosse un bastone da passeggio.
Sospirò, prima di rispondere con tono annoiato "Ascoltami bene, Oliver Twist: so che hai lavorato per il capo, ma non significa che hai carta bianca per farti assumere da me: questa strada è una battaglia combattuta con soli due soldati: ME, e LA MIA PALA. Osi pensare di essere capace di scavare quanto un veterano!? Quali sono le tue credenziali? Scommetto che non sei nemmeno capace di assemblare un castello di sabbia!", avvicinando il suo sguardo a quello del ragazzino, il quale retrocesse lievemente.

"Non è che bisogna essere dei geni per fare un buco, eh, ho fatto lavori più difficili..." affermò quindi il più giovane in risposta.

L'altro sembrò particolarmente turbato dall'affermazione del ragazzo, indietreggiando di scatto con espressione sconvolta, prima di fissare Wren adirato, prendendolo per una delle bretelle e fissandolo da vicino prima di dirgli "Come diamine ti sei permesso!? Prova a ripeterlo, brutto moccioso insolente! Credi sul serio che scavare buche sia un lavoro da nulla!?", strattonandolo con forza.

"Ahi! lasciami! Mi fai male!" fece il ragazzino castano, cercando di liberarsi senza successo dalla presa dell'adulto e visibilmente intimorito.
... Normalmente avrei provato a lasciar correre ed andare via, ma non potevo assolutamente andarmene dopo aver visto come stava andando la discussione: feci quindi qualche passo verso di loro, nonostante non fossi esattamente sicuro di cosa dire per calmare le acque e sperando che mi venisse in mente qualcosa di valido (anche se ero più che sicuro che sarei arrivato lì con zero idee, se non di meno...).
Una volta vicino ai due, provai quindi a parlare iniziando con "Ehm...", ma prima che potessi anche solo iniziare una frase l'uomo con l'elmetto si fermò, voltandosi verso di me mentre teneva ancora sollevato il ragazzino.

"Eh? E tu chi saresti?" mi chiese, inarcando un sopracciglio con aria confusa.

"Ehm... un avvocato, Lawrence Trueman. Volevo solo suggerirle di... lasciare stare quel ragazzino... se le va?" provai a dire, con la convinzione e la determinazione di un ammasso di gelatina.
Complimenti, Law, per il più patetico tentativo di salvataggio mai visto...

L'altro sembrò piuttosto confuso dalle mie parole, chiedendomi subito "... Perchè? No, davvero, perchè? Sto cercando di capire perchè, ma non riesco a cavare un ragno dal buco..."

Fui un pò perplesso anch'io al vederlo rispondere così, rimanendo senza nulla da dire per un paio di minuti prima di rispondergli "Beh... c-credo che un uomo come voi non debba arrabbiarsi con un bambino piccolo, semplicemente... q-quindi, che ne dice di seppellire l'ascia di guerra e lasciarlo andare?"

Lo sguardo dell'altro parve illuminarsi al sentire le mie parole, dicendomi allegramente "Oh, sicuro! Sicuro! Ho intenzione di seppellire l'ascia di guerra, e non solo quella! Ho ancora un'intera strada da rimettere in sesto, anche se non posso occuparmi di questo tratto!", per poi far cadere a terra il povero Wren ed allontanarsi con aria contenta, dicendo "Buona giornata, signore! Buche, il vostro Digby sta arrivandoooooooo!!!", prima di sparire all'orizzonte alla velocità della luce.
Io ed il ragazzo (il quale si stava rialzando in quel momento) rimanemmo confusi da ciò che era appena successo, mentre osservavamo l'uomo che correva via.
... Non ci credo. Ce l'ho fatta sul serio?
... Non ho assolutamente idea di come abbia fatto, ma non ho di certo intenzione di lamentarmi.

"... Che tipo strano." fu tutto ciò che ebbi da dire, grattandomi la nuca confuso.

"Come metà degli abitanti di questa città. O si vestono strani o si comportani strani... o tutte e due." affermò Wren con tono annoiato, mentre si sistemava le bretelle e spazzava via un pò di polvere dagli abiti.

Ridacchiai lievemente al sentire quel commento, rispindendogli "Eh eh... effettivamente hai ragione.", prima di tornare serio ed ammonirlo, dicendogli con tono calmo "Dovresti stare più attento a non fare arrabbiare persone come quelle, però. Lo dico per il tuo bene."

Il dodicenne abbassò lo sguardo imbarazzato ed arrossì lievemente, prima di dirmi a voce bassa  "... Grazie, signor Lawrence.", cercando di non farsi sentire.

"Di nulla, Wren, davvero." dissi io, per poi abbassarmi alla sua altezza e guardarlo dritto negli occhi, domandandogli "Allora... cosa mi racconti di nuovo? Era da qualche mesetto che non ti si vedeva... e cos'hai fatto per fare arrabbiare quell'uomo prima?"

Il ragazzino distolse lo sguardo, rispondendomi imbarazzato "Beh... sono stato impegnato con un lavoro, tutto qua. Anche se quell'idiota del mio capo mi ha licenziato ieri sera di punto in bianco... non mi ha nemmeno detto perchè: l'ha solo fatto. Ho dovuto farmi tutto il quartiere a piedi per arrivare qui senza dormire per nemmeno un minuto... sono arrivato verso le cinque di mattina stremato e sono crollato dentro uno dei fossi per dormire un pò... e dopo nemmeno un'ora, è passato quel tipo a svegliarmi dicendo che non potevo rimanere lì. Allora, volendo approfittarne, ho provato a chiedergli se potevo aiutarlo a sistemare la strada, lui ha detto no, e siamo finiti come ci hai trovati..."
... Posso immaginare, essendo un bambino non può essere assunto regolarmente come impiegato. Già immagino che chiunque lo abbia assunto non si occupasse di questioni proprio legali... e per quanto pensi che quel tipo si sia comportato male con Wren, posso capire perchè non abbia voluto aiutarlo.
... Non so davvero se il suo essere stato licenziato è un male o un bene, viste le circostanze...

"Mi dispiace sentirlo... spero che tu abbia modo di trovare un altro lavoro al più presto." provai a rispondergli: so bene che non è il massimo dire solo una cosa del genere, ma non mi veniva in mente nient'altro.

Wren in risposta fece le spallucce, affermando con tono calmo "Nah, non c'è alcun un problema: ho intenzione di fargliela pagare non appena ne avrò l'opportunità. Occhio per dente, occhio perdente."

"Ehm... scusa, Wren, ma credo si dica 'occhio per occhio, dente per dente'..." provai a correggerlo, ma il mio interlocutore scosse la testa, facendo cenno di no.

"No no, intendevo proprio quel che ho detto. Me l'ha insegnato una ragazza che abita da queste parti: se qualcuno ti fa un torto, fagli qualcosa con cui sarà solo lui a rimetterci. Visto che il caro signor Orvitz ha deciso di licenziarmi senza motivo, mi pare solo giusto che debba pagare!" mi spiegò, con un sorrisetto malizioso sul volto e mettendosi una mano sul fianco.

"Oh, capisco..." feci io, grattandomi nuovamente la nuca mentre riflettevo su ciò che mi aveva appena detto.
... Onestamente, non mi pare qualcosa da insegnare ad un ragazzino... ma dubito che Wren mi ascolterebbe se glielo dicessi.
Spero che gli passi il desiderio di vendicarsi prima che faccia qualcosa di stupido, almeno.

Prima che potessi aggiungere altro, il dodicenne si mise le mani nelle tasche e si voltò verso la strada, osservandola da destra a sinistra con attenzione prima di commentare "Comunque... non lo trovi strano? L'asfalto, intendo."

"Hm? In che senso?" domandai io, guardando a mia volta l'asfalto: era effettivamente piuttosto dissestato e con un numero sproporzionato di buche su ogni lato per uno spazio della lunghezza di almeno due chilometri... ma a parte questo, non notavo nulla di particolarmente strano.

"Beh... prima di tutto, ho avuto modo di girare per tutta Springside Hills questa notte, e questa è l'unica strada in tutto il quartiere ad essere così disastrata. Oltretutto, negli ultimi tempi non ha piovuto, quindi non credo che ci possanno essere state infiltrazioni d'acqua... ed oltretutto, sono passato qui di notte per lavoro un paio di volte negli ultimi tempi, e questa strada era perfettamente normale: in poche parole, sembra quasi che qualcuno abbia sistemato la strada in questo modo apposta..." commentò, mettendosi la mano libera sotto al mento e grattandoselo lievemente mentre spiegava.
... Ebbi il forte istinto di sbattermi una mano sulla faccia, per non essermi accorto di qualcosa di così ovvio, mentre riguardavo la strada pensando alle parole di Wren, accorgendomi di come avesse ragione. Fino a ieri, questa strada era perfettamente normale....

"Hmmm... in effetti..." commentai un pò imbarazzato, prendendo il mio cellulare: quasi senza pensarci, decisi di fare una foto alla strada, salvandola subito dopo. Non appena ne avevo modo, volevo provare ad inviarlo alle autorità competenti... anche perchè, senza offesa, ma quel tipo di prima non mi sembrava esattamente affidabile come lavoratore per sistemare da solo l'intera strada.

"Ti vedo parecchio esperto in materia, comunque, i miei complimenti. Molti ragazzi della tua età normalmente non saprebbero nemmeno " gli dissi sorridendo: lui arrossì lievemente per un paio di secondi... per poi abbassare lo sguardo intristito, subito dopo.

"... Quando non hai alcuna casa in cui stare, hai modo di conoscere fin troppo bene le strade, credimi." commentò quindi in risposta, con un tono però che suonava più triste che irriato.
Non ci voleva un genio a capire che avevo toccato un tasto dolente... e volli subito cercare di recuperare, facendo un'altra domanda stupida.

"... Wren, hai mai pensato di... non so... farti adottare?" provai a suggerire: sapevo bene che i servizi sociali stavano cercando di rintracciarlo già da un bel pò di tempo, ed ero piuttosto sorpreso che non fosse ancora stato affidato ad una famiglia che potesse ospitarlo...
Wren si voltò di scatto verso di me, sgranando gli occhi per un secondo prima di aguzzare lo sguardo, stringendo i pugni con forza ed abbassando la testa, cercando di non guardarmi.

"... Signor Lawrence, tu andresti mai da dei perfetti sconosciuti a chiedere loro di tenerti in casa? Di occuparsi di te? Senza che tu faccia alcunchè in cambio?" mi chiese poi, con tono alterato ma senza scomporsi.

"B-beh... è una domanda difficile... io..." provai a rispondere, piuttosto incerto su cosa dirgli.

"Io no." rispose allora lui, rendendo palese come la mia domanda lo avesse fatto sentire, prima di aggiungere "Ed onestamente, mi farebbe sentire solo male farlo. Non sono un idiota incapace, sai.", stavolta con un tono più rabbioso.
Fui io ad abbassare la testa, stavolta, capendo di aver fatto perdere la pazienza a Wren.
... Fantastico, Law, hai proprio un tatto ammirevole...

"Non volevo offenderti, Wren..." provai a scusarmi, pur sentendo che sarebbe stato inutile.

"Non sono offeso." fece lui stizzito, nascondendo a malapena di stare mentendo, per poi affermare "Beh, io devo andare ora. Buona giornata.", iniziando a camminare per la strada dalla quale ero venuto, con la cassetta degli attrezzi stretta in mano con forza.

"... Buona giornata." dissi io debolmente, per poi sospirare affranto, tra me e me, prima di riprendere a camminare nella direzione opposta a quella di Wren, verso la fermata dell'autobus.
... Niente da fare: per quanto ci provi, sento di non essere per nulla capace di approcciare gli altri o di aiutarli con i loro problemi...
Sto iniziando onestamente ad avere i miei dubbi sull'aver scelto il lavoro giusto o meno... e più vado avanti, più le mie domande si intensificano, invece di trovare risposte.
So che probabilmente mi sto facendo fin troppe domande, considerato che ho fatto solo due casi, ma non posso farne a meno. Mi chiedo se gente come Diego Armando, Mia Fey e Phoenix Wright si siano mai fatti domande del genere... spero di sì, ad essere del tutto onesti.
Avrei continuato a rimuginare sull'argomento, se qualcosa... o meglio, qualcuno non avesse attirato nuovamente la mia attenzione.

"LAAAAAAAAAAAAAAAW!!!!" tuonò una voce piuttosto familiare... ed anche piuttosto alterata.

Alzando lo sguardo di scatto, mi ritrovai di fronte Jean... con un'espressione piuttosto rabbiosa sul volto mentre si avvicinava a passo rapido verso di me.
"Uh? Jean?" feci io, confuso: non mi aspettavo per nulla di trovarla qui... nè mi aspettavo di vederla così fuori di sè...

Lei mi osservò senza perdere il suo sguardo irritato, prendendomi per la collottola della giacca e sbraitando "Che cosa stai facendo ancora qui!? Seguimi, subito!", prima di iniziare letteralmente a trascinarmi via a forza, con io che riuscivo a malapena a tenerle il passo.
Eh...!? Che sta succedendo? Non ci sto capendo assolutamente nulla...

"Ow! Ahi! Aspetta! Perchè? Dove stiamo andando!?" provai a domandare, ricevendo un'occhiataccia da parte della mia amica, prima che lei mi rispondesse "Che domande! Al Centro di Detenzione! Dobbiamo andare ad incontrare l'imputato, subito! Non c'è tempo da perdere!"
... Aspetta un attimo... Centro di Detenzione? Imputato?
Che cosa significa? Non ho accettato nessun caso negli ultimi tempi...
Che diamine sta succedendo!?

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Finalmente, dopo moltissimo tempo, riesco a pubblicare il primo capitolo del terzo caso di questa fic, sperando di riuscire a pubblicare i prossimi più rapidamente di quanto abbia fatto finora.
Mi scuso molto se il capitolo è relativamente corto, ma unendolo insieme al successivo penso che vi sarebbero state troppe informazioni gettate sul lettore, ed ho voluto evitare.
Ringrazio moltissimo sia The Shadow sia Renna per l'aiuto datomi nella stesura di questo capitolo, e per alcune idee che verranno riflesse nei prossimi.
Ringrazio ulteriormente Renna anche per avermi dato un link al sito http://psicologia.tesionline.it/psicologia/dream-list.jsp , che ho consultato per la parte astratta dell'incubo di Lawrence ad inizio capitolo.
Il personaggio menzionato da Wren, ed il motto da lui usato, appartengono a The Shadow ed alla sua fic 'Case: WL-0 - World of Lies', che raccomando come sempre di leggere.
Detto questo, do appuntamento a tutti al prossimo capitolo, e spero che questo capitolo vi sia piaciuto! Alla prossima!
  
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