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Autore: sticky2012    31/03/2014    2 recensioni
Questa fanfiction è divisa in 2 parti. La prima ambientata durante il sesto anno di Ginny (settimo libro) mentre la seconda è ambientata l'anno successivo quando tutti, chi per una ragione e chi per un'altra, torneranno ad hogwarts e dovranno fare i conti con le conseguenze dell'anno precedente.
Di cosa parla? Di una Ginny innamorata del suo Harry ma , anche se lei farà molta fatica ad ammetterlo e ad accettarlo, entrerà qualcun'altro nel suo cuore.
Chi? Draco Malfoy. Mentre nella prima parte vedremo un Harry praticamente assente e una Ginny impegnata con un Malfoy molto "presente", nella seconda parte avremo tutti e tre i protagonisti insieme.
Perchè leggerla? Cercherò di far vedere una Ginny molto dolce, razionale e matura col suo Harry e farò emergere una Ginny completamente irrazionale e più spensierata con Draco.
Vedrete un Draco molto combattivo e pronto a tutto per ottenere quel che vuole realmente, una Ginny molto in contrasto con quello che le capiterà e un Harry innamorato nel termine più dolce.
Il finale? già scritto ed è già nella mia testa.
Ci sarà una scelta? Sì.
Chi la spunterà? leggete la storia.
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter | Coppie: Draco/Ginny, Harry/Ginny
Note: Otherverse | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Dopo la II guerra magica/Pace
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Capitolo 3.

Mi sento generosa.
 

Mi sento strattonare e, quando apro gli occhi, vedo Neville di fronte a me; seduto sul bordo del letto.
Mi accorgo subito che ho ancora tutto il corpo indolenzito; ho male dappertutto.
Neville, ieri sera, mi ha trovata mezza rinvenuta su una poltrona e ha capito tutto, ancora prima che io gli raccontassi cosa mi avevano fatto.
Non avevo nessuna intenzione di recarmi in infermeria ma, alla fine, sono stata costretta a cedere, di fronte alle insistenze di Neville.
Per tutto il tragitto mi ha tenuto sotto braccio. Per non farmi notare da nessuno, ho cercato di tenere  l’andatura più fluida possibile ma, senza Neville, non sarei mai arrivata in infermeria sulle mie gambe.
Volevo che sembrassimo due amici intenti a spettegolare su qualcosa.
Non volevo allarmare nessuno.
Madama Chips, quando mi ha visto,mi ha detto poche parole.
Non sapevo nemmeno io da dove cominciare a raccontare.
Guardo il bicchiere sul comodino e mi sembra ancora di sentire il saporaccio dell’intruglio che Madama Chips mi ha costretto a bere.
-Mi hanno lanciato 2 maledizioni cruciatus…….- alzo lo sguardo verso Neville –me le hanno lanciate alle spalle!-
Quei vigliacchi mi hanno colpito alle spalle perché non hanno avuto nemmeno il coraggio di guardarmi in faccia.
Neville mi afferra una mano e mi porge, di nuovo, il bicchiere con l’acqua dentro.
-Cosa facciamo?- mi chiede, svilito.
Su questo ho le idee chiare.
-Nulla, Neville. Nulla.- lo guardo dritto negli occhi -Cominciamo il nostro anno scolastico come se nulla fosse. Non dobbiamo lasciarci provocare. Non hanno bisogno di motivi per farci quello che hanno già progettato di farci. Gli faremo credere che rispetteremo le loro regole-.
-Brava, è la cosa migliore da fare- sembra sollevato.
-Ho detto che farò la brava ma non ho mai detto che non farò niente. Siamo molto più furbi di loro. Agiremo alle loro spalle -.
E’ l’unica strada percorribile
Neville si alza dal letto, con le mani tra i capelli, come se fosse stato scottato.
-CHE COSA?!?!?- mi chiede terrorizzato. Mi fa quasi ridere, vederlo così agitato.
Mi sollevo dal letto e, prendendolo dolcemente per un braccio, gli indico di risedersi accanto a me.
-Stai tranquillo. Puoi rilassarti … per ora. Devo riflettere bene, capire come si muovono e che intenzioni hanno. Ci vorrà del tempo prima di poter agire ma, fino ad allora, sarò una perfetta studentessa, rispettosa del regolamento. Quando avrò delineato il piano ne riparleremo ma, per ora, puoi fare sonni tranquilli. Ti sorprenderanno le mie buone maniere!-.
Lo tiro verso di me e, prima che possa parlare, lo abbraccio teneramente.
So che è ancora preoccupato ma non mi dice più nulla; si limita solo a sospirare.
Quando ci sciogliamo dall’abbraccio, con il mio buon senso ritrovato, prendo il bicchiere o lo riempio con la pozione che Madama Chips mi ha detto di bere, una volta che mi fossi svegliata. Mi ha garantito che dovrebbe essere più buona di quella che mi ha dato stanotte.
Appena ne sento l’odore, il mio stomaco si ribella.
Mi tappo il naso e la butto giù tutta d’un fiato.
Sento subito dei miglioramenti; mi alzo dal letto e mi sento subito più energica.
Riesco a vestirmi, quasi dignitosamente, da sola. Quando sono pronta, mi faccio accompagnare da Neville fino all’aula di incantesimi.
La lezione sta per cominciare e io, dopo quasi due mesi, nonostante quello successo ieri sera, sento invadermi da una tiepida ondata di ottimismo.
Prima di salutarmi Neville, mi richiama alla sua attenzione.
- Mi dispiace Ginny. Ieri sera sarei dovuto venire con te. Seguirti. Almeno sarei riuscito a portarti subito in infermeria. Sei già stata brava ad arrivare da sola fino alla Torre!- mi guarda con quei suoi grande occhioni da cucciolo ferito.
Sto per ribattere, quando un lampo attraversa la mia mente.
In tutta quest’agitazione, mi ero completamente dimenticata la seconda parte della serata; la parte di tragitto  che va dal corridoio dei sotterranei alla mia torre.
Qualcun’altro mi ha aiutato.
Non ho fatto tutto da sola. Come avrei potuto farcela?
Malfoy.
Sto per aprire la bocca per raccontare tutto a Neville ma ci ripenso immediatamente.
Perché raccontare a Neville, qualcosa che non ha la minima importanza! Lo farei agitare di più, anche solo pronunciando il cognome dei Malfoy.
Non è nulla di importante. La situazione, o quello che mi hanno fatto, non cambia.
Non ha fatto niente di così speciale da essere degno di nota e da dover essere raccontato.
 
 

 
 

Sono passate tre settimane da quella mattina.
Tre settimane in cui sono stata impeccabile in tutto, anche se ho dovuto mordermi la lingua parecchie volte.
Il nuovo regolamento era stato attuato.
Hogwarts non era più una scuola ma una galera; l’unica differenza con Azkaban era l’assenza di dissennatori ma credo che molto probabilmente, a breve, arriveranno anche quelli.
Le uscite ad Hogsmeade erano state abolite, gli unici permessi speciali sono quelli concessi dal signor preside.
Traduzione: addio Hogsmeade per tutti i grifondoro,corvonero e tassorosso e buon divertimento ai serpeverde!
Tutta la corrispondenza via gufo viene aperta e controllata; questo ha avuto riscossioni anche sulla mia di corrispondenza. Scrivo a mia madre ogni due giorni ma le nostre lettere sono di ben poche righe.
Quando arriva il giorno della posta, il gufo che mi consegna la mia posta, mi porta sempre buste aperte e già mezze strappate.
Forse mi conviene scriverle soltanto: “Ciao mamma, spero stiate tutti bene. Sono viva”.  Forse, facendo così, si stuferanno e la smetteranno di leggere la mia posta.
Tutti i camini magici sono stati chiusi e murati. Se c’era anche la più piccola possibilità di comunicare tramite camino, ora è completamente sparita.
C’è una nuova squadra dì inquisizione, libera di entrare e uscire in tutte e quattro le case di Hogwarts, per effettuare qualsiasi tipo di controllo, a loro piacimento.
La faccia della McGranitt, quando ne è venuta a conoscenza, è stata memorabile.
La squadra d’inquisizione è formata da tutti serpeverde stto la guida dei Carrow.
 Tutte le sere, un gruppetto di serpeverde, entra nella sala comune di grifondoro; controllano gli zaini e le borse di tutti, aprono i cassetti, leggono pergamene, cercano tra i cuscini e, quando si stufano di fare casino, se ne vanno via ridendo.
Malfoy è vice responsabile della squadra ma, fino ad ora, non ci ha ancora “deliziato” della sua presenza.
Il coprifuoco, per tutti gli studenti, è alle otto di sera, tranne per gli studenti a cui sono accordati permessi speciali, sempre concessi dal signor Preside.
Le lezioni di Arti Oscure e di babbanologia sono state rese obbligatorie a tutti gli studenti, dal primo all’ultimo anno; gli incantesimi che ci hanno insegnato, almeno fino ad oggi, li conosco quasi tutti. Piccola differenza è che a noi li avevano insegnati per poter imparare a difenderci da loro mentre, ora, ci vengono insegnati per attaccare quelli che loro chiamano: traditori del loro sangue.
Un vero inferno ma, per quel che mi riguarda, sono stata una studente esemplare.
Sfido qualunque serpeverde a dire di aver sentito la mia voce anche solo in lontananza, nelle ultime tre settimane.
Io, Neville e Luna siamo i più bersagliati dalle loro battute maligne ma, fin quando si limitano a questo, riesco a farmelo scivolare da dosso.
Ho un gran bell’autocontrollo; mi limito a sorridere con finta innocenza e ad annuire.
Sono diventata brava, troppo brava. Neville è molto orgoglioso di me.
Alla fine della giornata, prima dello scatto del coprifuoco, faccio sempre una veloce passeggiata intorno al campo di Quidditch.
E’ lì che mi rilasso di più.
Il campo di Quidditch, quest’anno, rimarrà inutilizzato perché, ovviamente, il campionato è stato cancellato e anche tutti i tipi di allenamento sono stati vietati; se si vuole far sgranchire un po’ la propria scopa, bisogna ottenere il fatidico permesso.
Stare lì in quel campo, seduta sull’erba, a guardare quegli altissimi anelli mi fa sempre stare bene. Mi fa pensare alla mia famiglia, ai miei fratelli; cominciano veramente a mancarmi tanto le nostre partite, nel giardino di casa.
Ma la cosa più importante è che mi fa sentire più vicina ad Harry.
Il Quidditch ci unisce da sempre,è  una delle cose che più ci divertiva a fare assieme. Siamo entrambi bravi a volare e, questo, non si può negare.
Guardo il campo, mi sembra ancora di vederci, l’anno scorso, mentre siamo in volo con le nostre divise … ma è solo un attimo.
Mi torna subito in mente di dove mi trovo e mi rendo conto che, questo stesso campo, non  vedrà più giocare, né me né Harry,  per un bel po’ di tempo.
Guardo l’ora: sono le sette passate. La cena sta per cominciare ed è meglio muoversi.

 

 
 
Sto camminando verso l’aula di pozioni; mi aspettano più di due ore da passare col Professor Lumacorno e con gli amorevoli studenti di Serpeverde.
Non so come ma Lumacorno vede, in me, un piccolo talento nella sua materia; agli esami dell’anno scorso mi aveva promosso con un bel Eccezionale.
Ancora stento a crederci; penso che Lumacorno riponga una fiducia spropositata nelle mie capacità di pozionista.
Devo ancora capire da dove è nato il debole che Lumacorno ha nei miei confronti.
Mi siedo, come al solito, nell’ultima fila vicino a Calì.
Il professore è in netto ritardo e le mie vicine stanno già parlando fin troppo, per i miei gusti.
Mi chino per raccogliere la mia borsa da terra ma, nel rialzarmi, sbatto la testa contro il tavolo.
Finisco a terra, solo perché riesco a tenermi; la testa mi pulsa fortissimo e ho la vista mezza annebbiata;
Calì e qualche altro grifondoro si alzano per aiutarmi; i serpeverde si ammutoliscono dal loro chiacchiericcio e si girano per guardarmi.
Dalla prima fila si alza una risata.
Lentamente, mentre alzo la testa,  distinguo subito Pansy Parkinson che sghignazza divertita. E’ seduta vicino a Malfoy e Tiger.
Afferro la mano di Calì che mi aiuta ad alzarmi; quando sono in piedi, mi risiedo, fingendo di non sentire il chiacchiericcio attorno a me.
-Bhè … ora non si regge nemmeno in piedi. Mi ricorda qualcuno: passava più tempo in infermeria che in aula. Quello sfregiato di Potter!!- i serpevere scoppiano tutti a ridere.
Mi giro verso la direzione della Parkinson; lei continua a ridere della sua battuta.
In una frazione di secondo, mi dimentico di tutti i miei buoni propositi e di tutti i miei sforzi fatti fin’ora.
Ora è il cervello ad essere annebbiato.
Scrollo via il polso dalle mani di Calì che prova a trattenermi e, lentamente, mi avvicino alla prima fila dove la Parkinson è comodamente seduta.
Mi avvicino e vado proprio davanti a lei, con le mani che già mi prudono dalla voglia che ho di menarla.
Con la coda dell’occhio vedo Malfoy, seduto alla sua destra, alzare lo sguardo dal suo libro di pozioni; continua a stare piegato con le braccia piegate sul banco, le maniche della divisa arrotolate ma ha gli occhi puntati su di me. A onor del vero, non mi sembra nemmeno molto divertito dalla situazione.
-Scusami Parkinson. Mi chiedevo se potessi ripetermi quello che hai detto!.lo dico con la massima gentilezza, che ancora mi rimane.
Lei con lentezza infinita, si alza dalla sedia;vista da vicino, ha veramente una faccia da vipera
 -Il colpo alla testa ti ha fatto perdere l’udito? Ah … già che sei qui, volevo togliermi una curiosità. Come ti stai preparando, Weasley? Come ci si sente, nel sapere che, a breve, avrai tre cadaveri da piangere! Spero solo che il primo ad essere ucciso sia quell’ inutilità di tuo fratello!!-.
Ho già la bacchetta tra le mani; Al diavolo le finte maniere, che mi torturino pure! Non sono fatta per tacere!!
Sono quasi sul punto di puntarle la bacchetta contro quando intercetto gli occhi di Malfoy.
Ha gli occhi puntati sul mio braccio destro; ha capito sa cosa sto per fare.
Alza lo sguardo, continua a fissarmi; dopo qualche secondo, come se quello che sto per fare non gli importasse, abbassa la testa e torna a leggere il libro.
Improvvisamente mi ritornano in mente le promesse fatte a Neville; anche io, dovrei rimettermi seduta e fingere di leggere un libro. Ripongo la bacchetta nella tasca.
Mi appoggio al banco della Parkinson con le mani e, con l’espressione più finta che io abbia mai avuto, sussurro tre parole ma sono quelle che più mi costano, da quando è iniziato l’anno.
-Buona lezione, Pansy.-.
Lei ha un attimo di incertezza e, per un attimo, smette anche di ridere; non se lo aspettava.
Anche Malfoy alza gli occhi dal suo libro; forse mi sbaglierò, ma mi sembra di vedere  le sue labbra formare un mezzo sorriso.
Per una volta, ha avuto la gentile cortesia di starsene zitto.
-Signorina Weasley, qualche problema? Come mai in piedi?-.
 Il Professor Lumacorno era entrato in aula e non me ne sono nemmeno accorta.
-Scusi Professore. No, nessun problema. Stavo scambiando due parole con la signorina Parkinson.-.
Senza più voltarmi a guardarla, mi vado ad accomodare al mio posto.
Penso a Neville; in questo momento, sarebbe orgoglioso di me e tirerebbe un sospiro di sollievo.
A me, però, tremano ancora le mani.
Quella stronza l’ha avuta vinta ancora.
Devo pensare.
Mi serve solo un’idea.
 
 

 

E’ un sabato sera qualunque ma stasera, stranamente, non ho molto appetito e ho deciso di saltare la cena. Ho solo voglia di chiudermi nella torre di Grifondoro e non uscire fino a domani.
Le cose, qui, non fanno che peggiorare.
Ormai girare per i corridoi di Hogwarts è agghiacciante.
Non c’è più nessuno che chiacchiera, si muovono tutti quasi in punta di piedi.
Ogni sera cerco, dentro la nostra sala comune, di parlare con i ragazzini del primo anno.
Parlo del più e del meno, chiedo qualcosa delle loro vite; all’inizio, mi rispondevano a monosillabi, ora, pian piano, esprimono anche delle piccole frasi.
L’unico denominatore comune di tutti gli studenti del primo anno è la paura.
Nessuno ha veramente voglia di stare qui, vorrebbero scappare o tonarsene a casa.
Penso che, pure le matricole di serpeverde, non siano molto contente di trovarsi qui ma sono sicura che abbiano ancora meno coraggio di ammetterlo, rispetto a tutti gli altri;
Noi “vecchi”, ogni tanto, cerchiamo di sdrammatizzare; cerchiamo di fargli vedere la Hogwarts che abbiamo conosciuto noi ma ci pensa la nuova dirigenza a rovinare i nostri sforzi.
Tutti sanno che questo non è che l’inizio.
La situazione peggiorerà; già tre studenti sono stati rimandati a casa, con permesso, perché uno dei loro genitori è stato ritrovato morto.
La McGranitt, per il dispiacere, la vedo invecchiare ogni giorno di più.
Sto tornando dal campo di Quidditch, quando mi accorgo di aver scordato la mia borsa, coi libri dentro, sulle tribune.
Mancano dieci minuti al coprifuoco.
Inizio a correre velocissima; il campo è un po’ lontano ma devo farcelo.
Prendo la borsa al volo e ricomincio a correre.
Sono quasi alla fine del ponte quando vedo già Gazza chiudere i portoni.
Merda, adesso, cosa faccio?
Decido di fare il giro largo del castello; sperando che non mi veda nessuno, passerò dalle serre perchè sono adiacenti alle cucine e, da lì, dovrei essere  al sicuro.
Tutto sempre andare bene se non quando, alla fine del corridoio, vedo i Carrow venire nella mia direzione. Non mi hanno ancora vista; ora si sono bloccati a parlare, sembra stiano litigando.
Non riesco a sentire ma, in questo momento, non m’interessa nemmeno. Voglio solo andare via da qui.
Devo trovare una via di fuga. Sono nascosta dietro una statua ma sono sicura che le mie gambe siano ben in vista.
Giro la testa e noto le scale.
Ma certo!!! Come ho fatto a non pensarci prima!!!
 I sotterranei
Vado giù veloce per le scale e mi infilo subito nell’ufficio di Lumacorno. Per fortuna, è vuoto!
Anche se mi beccasse lì, lui, di certo, non farebbe la spia!
Origlio al di là della porta; i rumori piano piano si stanno smorzando.
Credo sia passata quasi un’ora. C’è silenzio assoluto, in corridoio. Dei Carrow, nemmeno l’ombra.
Devo uscire, non posso certo passare la notte qui!
Esco in punta di piedi; prego tutte le divinità che conosco, che nessuno mi becchi.
Sento un rumore fortissimo provenire dall’aula di Pozioni. Sembra sia caduto a terra qualcosa di pesante. Sono quasi incuriosita a vedere cosa è successo ma la testa prevale sulla curiosità.
Non mi fermo e proseguo dritta nella mia direzione.
Sento la porta aprirsi, dietro di me.
Sono nei guai fino al collo.
-Weasley?-.
Pronuncia quasi divertito, il mio nome. Peggio di così non poteva andare.
Malfoy.
Faccio un respiro profondo, e mi volto, pensando già alla scusa da dirgli se mi chiedesse cosa ci faccio qui.
Rimango senza parole, guardando lo stato in cui è conciato. Ma quello che mi lascia sbigottita è quello che tiene tra le mani.
Una bottiglia di whisky incendiario quasi vuota.
E’ ubriaco! E’ facilmente intuibile, dal modo in cui si appoggia al muro, quasi inciampando, e dalla puzza di alcool che lo ricopre.
Sinceramente, non so nemmeno cosa dire o fare! Non so se tirare un respiro di sollievo o essere ancora più preoccupata.
-Malfoy, tutto bene?- chiedo titubante, per capire se è almeno lucido.
Lui alza lo sguardo, mi guarda e scoppia a ridere. Una risata quasi isterica. Non l’ho mai sentito ridere così.
-Weasley, ti sembra che non vada tutto bene??- allarga le braccia e si sposta i capelli all’indietro.
-Sei … ubriaco?- dico, guardandolo quasi sconvolta.
Si è già bevuto una bottiglia di whisky incendiario e non sono neanche le otto di sera!
-Sinceramente … si!! Ma lo sono stato parecchie volte ...Tu invece, lo fai spesso, di stare in giro dopo il coprifuoco?-.
L’aria strafottente, quella, è rimasta.
-No mai! Ho avuto … un contrattempo!-
-Ah si? Quale? Controllare che abbiano tagliato l’erba nel campo da Quidditch? E’ questo il tuo livello di trasgressione! Mi deludi!! Mi aspettavo molto di più da te!!-.
Mi correggo. E’ ancora molto strafottente.
A rifletterci bene, quella che sto avendo con lui, è la conversazione più lunga che abbiamo avuto da almeno otto anni a questa parte. Non l’ho sentito mai sentito parlare così tanto … con me.
Ride a squarciagola; non so come mai non sia ancora venuto nessuno a controllare da dove viene tutto questo fracasso.
Ah già! Qui siamo nei sotterranei e ci sono regole diverse.
-Sì, in effetti, a livello di trasgressione, tu mi batti sicuramente. Se per trasgressione, intendi stordirsi di alcool!- fingo una risata anche io.
Mi viene l’idea di svignarmela; non credo che Malfoy si ricorderà molto di questa serata!
Sto per andarmene ma Malfoy se ne accorge; dopo aver bevuto un’altra sorsata, mi afferra per il polso, senza metterci troppa forza.
-Ti assicuro, Weasley, che conosco molte altre attività trasgressive che sconvolgerebbero la puritana che è in te!!-.
Mi serve un attimo per essere sicura di aver sentito bene quello che ha detto.
E’ questo che vuole fare? Provocarmi? Non ha capito che sta giocando con la persona sbagliata e, domani, a quest’ora, non si ricorderà neanche di aver avuto questa conversazione con me.
-La tue attività trasgressive non sono, sicuramente, di mio gradimento. Sono abituata a divertirmi con altro!- gli do una piccola pacca sulla spalla.
Mi riafferra e mi tira, di nuovo, indietro senza smettere di sghignazzare.
-Pensi di cavartela così?-
-Sinceramente, si! Non mi sembri, stasera, nella posizione giusta per rimproverarmi!-.
-Con me, puoi anche smettere di fare la recita della brava studentessa che non trasgredisce le regole! Lo hanno capito tutti che hai solo voglia di passare inosservata! Ti ho sgamata vero??-.
Mi manca la salivazione ma non voglio darglielo a vedere. Faccio qualche passo verso di lui, lo guardo sospettoso.
-Basta parlare di me!! Sono noiosa io, no? Parliamo di te e del perché sei tutto solo, in un corridoio deserto, a … - stavo per dire ubriacarti - … festeggiare!-.
Lui mi guarda come se avessi detto la più grossa stupidaggine dell’universo.
-Pensi che io stia festeggiando? Sono molto più divertente, di solito!-.
Si. Come no! La simpatia è proprio la prima qualità che viene in mente, pensando a Draco Malfoy!
Prende la bottiglia e, in una golata, finisce il poco liquido che era rimasto.
Gli faccio un applauso.
-Bene, bravissimo! Ora che hai finito, io torno nella mia umile dimora, faccio finta di non averti mai visto..Grazie e buona notte!- Gli faccio un sorriso finto e gli giro le spalle.
-Però, riflettendo, c’è un motivo per cui sto brindando. Brindo a me e alla mia vita … completamente rovinata!-.
A quelle parole mi blocco improvvisamente. Mi volto a guardarlo. Non c’è più ironia nell’aria. Mi esce spontanea la domanda.
-E cos’è che avrebbe rovinato la tua vita fantastica??- .
Mi studia, con lo sguardo, per una decina di secondi. A cosa sta pensando?
-Weasley, lascia perdere. Voi non capirete mai-
-Forse stai iniziando ad avere delle allucinazioni. Ci siamo solo tu ed io! ! Dai Malfoy, stupiscimi! Nessuno lo verrà mai a sapere!-.
Non so cosa aspettarmi ma sono incuriosita da tutto ciò. C’è qualcosa di diverso, che non ho mai visto in lui. Non è solo il fatto che sia ubriaco; è come se fosse stanco.
Sta quasi per parlare, poi abbassa la testa; quando la rialza sta sorridendo. Sembra rassegnato.
-Lascia stare Weasley. Scordati di tutto. Gira i tacchi e vai via. Domani non mi ricorderò, neanche, di averti vista-
Si sbilancia verso avanti e inciampa su se stesso; perde l’equilibrio e cade dritto diritto per terra.
La bottiglia che ha in mano si frantuma in mille pezzi.
Per fortuna nessuno ha sentito!
E’ ancora lì che cerca di rialzarsi, quando qualcosa dentro di me, si smuove.
Non se lo merita ma io non voglio essere in debito con lui. E io, per l’altra sera, quando mi ha aiutata, gli devo qualcosa.
Lo raggiungo velocemente, prima di cambiare idea.
Lo afferro per le braccia e, nonostante le sue rimostranze, lo tiro su.
-Dai alzati Malfoy- in effetti, non è poi così leggero come sembra.
Lui guarda la mano che gli ho messo sul braccio. So che vorrebbe allontanarmi ma è talmente ubriaco che non riesce nemmeno a ribellarsi.
-Malfoy, non voglio passare la notte qui. Fatti aiutare. Ti accompagno fino alla porta. Non voglio che tu faccia cadere a pezzi l’intero castello. Tranquillo!- finalmente riesco a metterlo in piedi - Non dovrai dirmi grazie. Siamo pari, adesso!-.
Gli faccio un mezzo sorriso per fargli capire che ho buone intenzioni; non mi piace sentirmi in debito con nessuno, soprattutto con un Malfoy.
Mi guarda sospettoso ancora per un po’ poi, rassegnandosi, mi appoggia un braccio sulle spalle. Sento il suo peso addosso ma credo che stia cercando, per quel che può, di non appesantirmi troppo. Camminiamo lentamente, fermandoci ogni tre passi.
Lo faccio appoggiare al muro un paio di volte; mentre facciamo le rampe di scale che portano all’ingresso dei serpeverde, rischiamo d’inciampare almeno quattro volte.
Ho la mia faccia completamente coperta dal collo di Draco; se non fosse per le difficoltà che ho nel camminare, potrei anche essere sorpresa dal suo discreto profumo che invade le mie narici. Sorprendente se consideriamo tutto l’alcool che ha ingurgitato.
Arrivata davanti alla porta della cripta dei serpeverde, mi tolgo il suo braccio dalle spalle e lo aiuto ad appoggiarsi a un quadro lì accanto .
Gli faccio segno di entrare e, senza dire una parola, provo ad allontanarmi.
-Weasley- ecco appunto!! Provavo!
Mi volto controvoglia a guardarlo, sperando che non mi dica che non riesce a ricordare la parola d’ordine. Non avrei la minima idea di come aiutarlo.
-Dimmi Malfoy.- Parlo con gli occhi chiusi; voglio solo andare in camera mia!
-Volevo … solo … - non capisco cosa stia cercando di dirmi –Niente! Vai!-.
Mi prende in giro?
Questa serata proprio non vuole finire!
-Va bene. Notte- non ho più le forze d’insistere.
-Non sono abituato ad essere aiutato senza dover dare qualcosa in cambio!-.
Quelle parole mi lasciano senza parole, per la seconda volta, in meno di un’ora.
E’ impressionante la velocità con cui, stasera, passa da un umore a un altro; un attimo fa rideva e, adesso, è così incupito.
Sinceramente, sono esausta e, nemmeno io, ho più voglia di far battute.
-Te l’ho già detto. Siamo pari! Nessuno lo saprà mai! Vai a dormire! Domani ricominceremo a insultarci!-. Non vedo l’ora, sinceramente. E’ quasi destabilizzante, avere una sorta di conversazione civile con Malfoy.
Sto per andarmene ma sono io, questa volta, a tornare indietro.
Scendo i pochi gradini che avevo fatto, mi metto di fronte a lui.
-Tu sei Draco Malfoy!!-Gli aggiusto la cravatta, per renderlo presentabile –Ascolta un consiglio da una cretina. Non preoccuparti di chi ti aiuta ma inizia a preoccuparti di chi ti sta riducendo così-.
Chiude gli occhi; forse, non vuole più farsi vedere da me. Non l’ho mai sentito così vero come adesso.
Mi ritrovo, senza pensarci, a sfiorargli una guancia con le punta delle dita. Il contato dura pochissimi secondi poi, come scottata, tiro via la mano e corro su per le scale.
La serata ora è definitivamente finita.
Arrivo alla torre e, appena entro nella mia camera, corro a lavarmi le mani.
Mi guardo allo specchio.
Non so perché ma sto sorridendo.
 
 
 




Buona sera a tutti.
Spero che la storia vi piaccia. E' la mia prima storia. Il mio primo obiettivo è far emergere la parte "buona" di Malfoy, che tutti abbiamo visto sia nei libri sia nei film.
Fatemi sapere cosa ne pensate, nel bene o nel male. Se avete domande, curiosità o critiche, fatemi sapere!!!
Ripeto è la prima storia che scrivo.
Anticipazioni del prossimo capitolo? Vedremo di nuovo Ginny sulla sua amata scopa ma, soprattutto, ci sarà un incontro “toccante”.  Chissà tra chi! E non è tutto....
  
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