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Autore: Defiance    01/04/2014    1 recensioni
Ecco a voi l’ultimo Halfblood, seguito delle mie due precedenti FF (perfettamente comprensibile per chi non ha letto le altre due, spiegherò i punti collegati alle altre storie mediante brevi riassunti. Nessun problema neanche per coloro che non conoscono una delle saghe coinvolte perchè riprenderò le cose essenziali).
Una nuova sfida si prepara per i nostri protagonisti, che vengono inviati a New Orleans per prendere parte ad una guerra voluta dalle streghe del quartiere francese; quello che loro non sanno, è chi sia la loro arma segreta.
Nuovi mondi e nuovi personaggi si scontreranno in una battaglia all’ultimo sangue e ne seguiranno eventi che cambieranno radicalmente la loro vita.
[Lieve rischio spoiler The Originals per chi non segue la versione americana]
Genere: Avventura, Azione, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Il trio protagonista, Un po' tutti
Note: Cross-over, Otherverse, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Percy non era convinto di potersi fidare degli Originali, anzi, ne era sicuro ma nessuno pareva ascoltarlo; non capiva per quale motivo dovessero aver bisogno dell’aiuto di quei vampiri, dato che fino a quel momento se l’erano cavata benissimo da soli.
Era notte fonda, quando si risvegliò per l’ennesima volta e decise che era stanco di provare a dormire.
In punta di piedi, si alzò e uscì dalla stanza.
Il corridoio che portava alla sala degli addestramenti era buio e alquanto sinistro, il luogo perfetto per uno dei suoi incubi… anche se non ne aveva da tempo.
Era quasi davanti alla grande porta marrone della loro ‘palestra’, così la chiamavano, quando fu sorpreso dalla voce di Hermione, proveniente dalla biblioteca.
Senza fare rumore, vi si avvicinò e si mise in ascolto.
“Ma come, Kingsley? New Orleans è sull’orlo di una guerra, non posso mollare tutto e andare via!” arrancava la ragazza, il Ministro della Magia era seduto di fronte a lei e la osservava impassibile.
“Signorina Granger, se lei non accetta l’incarico non esisterà alcun mondo per cui lottare, questo lo capisce? Invieremo qui Ginny, Draco, Luna, Neville, Chris, Clarisse e Nico. Ma lei, il signor Valdez e la signorina Chase dovete andare. Ne va della sicurezza della Terra stessa, New Orleans potrebbe anche soccombere in confronto alla devastazione che seguirà se la Missione A. fallisse. Questione di priorità signorina Granger.” Terminò Kingsley, gli occhi supplichevoli.
“Cosa devo fare?” si arrese la strega, abbassando lo sguardo.
“Leo Valdez giungerà qui domattina alle sei, insieme alla passaporta che vi condurrà a destinazione. Una volta lì, mostrerete questi distintivi – uno per lei, uno per la signorina Chase – e entrerete nel QG. Vi spiegheranno tutto lì, questa è una questione mondiale, signorina Granger. Non c’è bisogno che la avverta che incontrerà persone dotate di grande potere e che essenziale sarà la cooperazione tra tutti voi” proseguì il Ministro, a metà tra il preoccupato e il sollevato che la giovane avesse accettato.
“Mi sta tenendo all’oscuro perché non vuole che io dica cosa sta succedendo agli altri, vero?” dedusse intelligentemente lei e l’uomo annuì.
“La questione è di estrema segretezza. Conto su di voi, ora la devo lasciare” si congedò Kingsley e, prima di lanciare la polvere nel camino, si fermò a guardarla, per poi sussurrarle in tono greve:
“Faccia attenzione signorina Granger. E buona fortuna”
 
Hermione rimase da sola, rigirandosi il distintivo tra le dita.
Era un pezzo di metallo, color argento, non più grande del suo palmo e raffigurante una luminosa ‘A’.
“Cosa significa, ‘Mione?” mormorò confuso e abbattuto Percy, abbandonando il suo nascondiglio e sedendosi accanto a lei.
“Sapevo che stavi ascoltando. Significa che devo andare, cerca di capire; ho visto ogni sfumatura del volto di Kingsley, ma mai nella mia intera vita, nell’intera vita di qualcuno, si è presentato con quell’espressione di puro terrore. E ha chiesto il mio aiuto; io non potevo rifiutare” cercò di giustificarsi lei, ma il figlio di Poseidone la interruppe.
“Promettimi che tornerai” la supplicò, le lacrime che minacciavano di sgorgargli dagli occhi azzurro mare.
Promettilo, Hermione!”
“Non faccio mai promesse che non posso mantenere, Percy. Spiegalo a Jace, te ne prego. A Harry e Ron. E… non mi aspettare; che non lo faccia nessuno di voi” disse lei, alzandosi e dirigendosi a passo deciso verso l’uscita.
“Mi stai forse dicendo che questo è un addio?”
“Mi dispiace, Percy. Non ho altra scelta; so cosa vuol dire questo simbolo, ho capito qual è il team al quale sto per unirmi: non c’è ritorno. Una volta presa quella via, non ci si può tirare fuori” confessò Hermione, che si accorse in quel momento che il semidio l’aveva raggiunta.
Si voltò a guardarlo e gli sfiorò la guancia con la mano.
“Non cambiare mai Percy Jackson, hai un cuore grandissimo ed è per questo che so che capirai. Un giorno, forse ci vorranno anni, ma capirai. Ti amo. Vorrei restare, ma devo andare” sussurrò flebilmente, mentre preziose lacrime le ricadevano sul viso.
Il figlio di Poseidone le asciugò via, poi posò delicatamente le sue labbra su quelle della giovane.
“Ti amo anche io, Hermione Granger. Cerca almeno di restare viva” mormorò supplichevole lui.
“Vale lo stesso per te. Tu ed Harry sarete una guida perfetta. E tenete a freno Jace… è il più impulsivo di voi” concluse lei, dischiudendo la mano su quella dell’ormai ex ragazzo e facendovi ricadere sopra le chiavi dell’Istituto.
Dopo di che, riprese a camminare e scomparve dalla vista del semidio.
 
La camera di Harry era socchiusa, Annabeth era sgattaiolata via dal letto non appena Hermione l’aveva chiamata.
“Cosa succede?” domandò perplessa, osservando due grossi pacchi con i loro nomi sopra.
“Cambiamo lavoro, ‘Beth. Siamo state promosse” rispose la strega, lo sguardo lucido e perso nel vuoto, il capo tra le mani, sorretto dai gomiti posati sulla scrivania della sua stanza.
“Io… non capisco ‘Mione” biascicò la semidea, sgranando gli occhi non appena il distintivo le atterrò davanti.
Afferrò la grossa e argentea ‘A’ e la osservò a lungo prima di parlare.
“A che ora dobbiamo partire?” chiese, all’improvviso consapevole del suo obbligo.
“Alle sei. Non potremo salutare nessuno, lo sai, vero? Eppure non torneremo mai più” disse Hermione, stringendo i pugni.
“È quello che succede alle persone come noi, a quelle che dedicano la propria vita a salvare il mondo. Proprio noi due, sapevamo fin dall’inizio che questo giorno prima o poi sarebbe venuto. Abbiamo rinunciato ad ogni intento egoistico quando abbiamo scelto di operare al servizio dell’umanità. Ci sono cause superiori cui non possiamo opporci” sentenziò Annabeth, aprendo lo scatolo e indossando la sua divisa.
“Ci hai messo meno tempo di me per accettarlo” ammise la strega, avvicinandosi al suo pacco e liberando anche la sua uniforme.
Erano molto simili a quelle degli Shadowhunters, se non altro avrebbe avuto con sé qualcosa che la facesse sentire più sicura, a casa.
Afferrò la sua frusta e se l’arrotolò sul braccio, poi agganciò al collo la catenina che due anni prima Percy le aveva regalato: sarebbe stato il suo portafortuna.
Notò che anche Annabeth aveva al polso un regalo di Harry, un braccialetto con un ciondolo a forma di gufo.
Edvige. Fu il primo pensiero di Hermione, nonostante sapesse anche che i gufi erano una specie di simbolo devoto alla dea della Saggezza.
“E quegli zaini?” fece notare all’improvviso la semidea, indicando i due sacchi ai piedi del letto.
Li afferrarono e gli aprirono.
“Ma sono pistole?” boccheggiò sconvolta la Granger.
“Pistole e altri strani aggeggi” convenne la figlia di Atena, tirando fuori un congegno che probabilmente serviva a folgorare con delle scariche elettriche chiunque fosse venuto a contatto con la parte superiore.
“Oh mio dio, mi sento male” mormorò Hermione, che sicuramente di lì a poco avrebbe dato di stomaco.
“Si cambia completamente metodo, a quanto pare” sentenziò Annabeth, appuntandosi il distintivo sul petto e scambiandosi uno sguardo rassegnato con l’amica, conferendosi in questo modo forza e coraggio a vicenda.
Assicurarono le armi alla cintura delle loro tenute e riempirono i loro zaini degli oggetti e delle armi a loro più care, dopodiché lasciarono l’abitazione senza fare rumore.
 
“Siete già qui” le saluto sorridente Leo Valdez, appena comparso in un remoto angolo di Bourbon Street.
“Ciao Leo” lo salutarono con un abbraccio le ragazze.
“Tra un minuto si parte. Pronte?” le avvertì lui, così che le giovani si affrettarono a toccare la passaporta, per sparire poi nelle fievoli luci dell’alba.
 
Harry si rigirò nel letto, tastando l’altro lato del materasso con la mano e percependo, al posto della pelle liscia e morbida della sua ragazza, la ruvida consistenza della carta.
Si alzò di botto, mentre una sensazione bruttissima si faceva strada lungo la sua colonna vertebrale sottoforma di brivido, e afferrò la lettera.
La scrutò a lungo, accarezzando molte volte con lo sguardo le soffici curve della scrittura di Annabeth prima di avere il coraggio di leggere.
 
Harry,
non ho molto tempo, non ho abbastanza forza per scrivere tutto ciò che dovrei, che vorrei dirti.
Sapevamo entrambi che, scegliendo questo lavoro, avremmo potuto trovarci davanti scelte molto difficili da prendere e quella che ho pigliato questa notte fa parte di queste; non ho avuto il coraggio di dirti addio di persona, non sapevo se ne sarei stata capace ma la mia partenza era necessaria.
Purtroppo non posso dirti nulla, né di dove sto andando, né di cosa vado a fare, ma sono obbligata ad avvisarti, non ne farò ritorno: viva o morta dovrò restare lì.
Qualunque cosa accada, voglio che tu sappia che ti ho amato più di quanto non abbia mai amato qualcuno in vita mia e spero che prima o poi tu possa capire.
Hermione ti manda un bacio e si scusa per non averti salutato, così come spero che tu riferisca le stesse parole a Percy da parte mia.
Avete voi il comando ora, siate prudenti.
Un giorno forse ci rivedremo o forse non accadrà mai, ma voglio che tu vada avanti Harry. Vivi la tua vita.
Non aspettare qualcuno che potrebbe non tornare mai più nella tua vita.
Non aspettare me.
Che gli dei ti proteggano sempre.
Addio,
Annabeth.
 

 
 *********************Angolo Dell'Autrice****************************
Booom! SOOORPREEESAAA!!!
Non volete ammazzarmi, vero? VERO?
Ho dovuto farlo, dico sul serio.
Spero di non aver spezzato troppi cuori.

Volete seguire le nuove vicende di Annabeth, Hermione  e Leo?

Per farlo, dovete solo leggere la mia nuova ff! http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2536119
Con cosa sarà il cross-over questa volta? Aprite e lo scoprirete!
Spero che vi piaccia, fatemelo sapere mi raccomando!
A presto,
Bell.
  
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