Klyde vide una bambina della sua stessa età seduta con le gambe abbracciate sulla sabbia. L’acqua le sfiorava i piedi, ma lei sembrava non accorgersene.  Guardava l’orizzonte, dove molto probabilmente era tramontato circa un ora fa il sole. Aveva piovuto tutto il giorno, e ancora continuava. In quei giorni d’estate Klyde era solita dire”povero cielo, perché lo guardate arrabbiati? In fondo, dopo tutto questa luce, l’acqua vuole la sua parte! E il cielo glielo lascia fare.” Klyde non pensava che un'altra persona fosse uscita con quel tempaccio. Allora non era l’unica pazza al mondo. Si avvicinò alla bimba e la guardò. Aveva dei lunghi capelli biondi, occhi verde chiaro, lunghe ciglia nere, labra rosse e carnose. Si, per lei decisamente bella. Klyde rimase a guardarla per alcuni mituti, la pioggia che le cadeva sulla faccia e sui vestiti. A nessuna delle due sembrava infastidire. Klyde le chiese”Come ti chiami?”
“Loren” fù l’unica parola che spiccò la bambina. Klyde si disse che non doveva essere una persone di molte parole.” E cosa fai?” chiese.
“guardo le nuvole e aspetto che arrivi l’alba. O un fulmine.” Ok, era strana. “Sai che l’alba non arriverà fino a domani? E che forse non uscirà nemmeno. Forse pioverà anche domani . E alora non si vedrà ”
“Allora nel frattempo guarderò la forma dei fulmini e il rumore dei tuoni. Tu che fai qui?”
“Io? Guardo la pioggia.” In tutta la conversazione Loren non aveva girato la testa e continuava a fissare intensamente un punto. Anche Klyde si girò. E proprio mentre si girava a fissare quel punto preciso tra le nuvole, Loren le disse”Se hai paura dei tuoni tappati le orecchie” non lo fece, non capiva il perché. Ma proprio in quel momento, dalle nuvole guardate da Loren, si creò un fulmine, che cadde perpendicolarmente sul punto dove sorgeva il sole. Klyde strinze forte la mano di Loren, aveva molta paura dei tuoni, e si prese una piccola scossa. La guardò storta. E le disse “ Ehi! Mi hai fatto prenderela scossa! “
“Scusa... “ per la prima volta da quando Klyde si era seduta vicino a lei, Loren girò la testa. E disse”Come sei bella, Klyde. Magari fossi bella come te…”
Klyde la guardò. Si chiese se la stesse prendendo in giro . E le rispose “io non sono bella, sono bassa.”
“ma a me tutti dicono che sono brutta, ci deve essere una ragione, no?”
 “La ragione si chiama invidia.”
“tu pensi?”
“ne sono sicura” e un sorriso si aprì nelle labbre di Loren, seguito subito da uno sulle labbra di Klyde.
In questo scambio di opinioni, nessuna delle due bimbe di sette anni si era accorta che aveva finito di piovere e che delle stelle brillavano nel cielo. La luna sorse, con quel suo colore rossiccio che ha alla sua “alba”
“ guarda, Klyde, è arrivata l’alba!” disse Loren indicando la luna appena sorta.
“Ma tu parlavi di quell’alba? Io parlavo di quella del sole! E poi guarda, ha smesso di piovere!”
Loren si alzò. “oggi è stata una giornata interessante. Ho visto sia l’alba che i fulmini, e ho conusciuto una nuova amica!”
“allora siamo amiche?“
“per sempre.” E sorrise.
Angolo autrice
ok, questo e il terzo capitolo! un po scocciante? lo so, lo so, mi sn scocciata anche io a scriverlo, ma dovevo scrivere come si erano conosciute, no! il rpossimo inizierà la veria storia!
recensite please!
bacione!
cecilia