Anime & Manga > Lupin III
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Autore: Lady Five    01/04/2014    3 recensioni
Una bellissima donna consapevole del suo fascino. Un uomo apparentemente di ghiaccio. Una passione improvvisa che non sanno dove li condurrà. E un fatto doloroso del loro passato che li accomuna, un'oscura minaccia che devono finalmente affrontare...
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fujiko Mine, Goemon Ishikawa XIII, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Comunicarono a Lupin le modalità del loro incontro. Lui era piuttosto perplesso.
“Dobbiamo venire con delle moto da cross, in pratica? Ma dove diavolo vi siete cacciati? Che storia è mai questa? E io che pensavo di starmene in un modernissimo hotel a sei stelle a Tokyo!”
“Devi fidarti di me, Lupin. Puoi contattarci a questo numero, ma solo in caso di effettiva necessità. Se non ci sono intoppi, ci vediamo tra due giorni al luogo stabilito.”
Trascorsero quei due giorni a discutere del loro progetto. Juro conosceva il segreto di Sosa Abe: Miya l'aveva detto anche a lui, naturalmente. Ma loro non erano mai riusciti a sfruttare questa informazione. Nel frattempo, lui e i suoi collaboratori avevano scoperto che nessun altro bambino o ragazzo era stato “condannato a morte” dalla setta, come Goemon, almeno in Giappone. Erano ancora tutti vivi e vegeti. Ma nessuno era un samurai, o aveva cercato di diventarlo.
“Vedi, però, c'è qualcosa che non torna - esclamò Fujiko - Anche tu, Juro, prendevi lezioni per diventare un samurai! Però nessuno ha cercato di farti del male! Loro ce l'avevano proprio con Goemon!”
“Forse perché io non appartenevo a una stirpe di samurai. I miei genitori sono stati uccisi prima di quelli di Goemon, quando avevo solo 2 anni. Mio padre era molto ricco e voleva lasciare la setta... ecco probabilmente perché l'hanno eliminato. Io sono finito in questo villaggio perché ci vivevano i miei nonni materni, che mi hanno allevato. Ho iniziato a frequentare le lezioni del maestro Okada per caso. Lui ogni tanto veniva qui ed era diventato amico di mio nonno...”
“Insomma - commentò Goemon cupo - il maestro diventava amico dei parenti di tutti quelli che la setta aveva fatto fuori! Secondo te lo sapeva chi eri?”
“Non credo. Penso che abbia collegato i fatti in un secondo momento. Non posso esserne sicuro, naturalmente.”
Il mistero si infittiva. In ogni caso, non c'era logica. Non avevano motivo di avercela con un bambino. E, ammettendo invece che volessero annientare le antiche famiglie di samurai, non stava in piedi lo stesso. Che cosa importava a una volgare banda di criminali comuni, anche se si davano un sacco di arie, che uno fosse o meno un samurai, in epoca moderna? Soprattutto perché il loro vero obiettivo erano i soldi. Le sembrava anche impossibile che, tra tutti gli affiliati della setta, l'unico a far parte di una stirpe di samurai fosse Goemon. Si ricordò poi che in fondo anche suo padre aveva cercato di nascondere le sue origini. Perché? Soltanto perché era disdicevole per un samurai sposare un'europea? Perché temeva il fanatismo del “Sentiero del Dragone d'oro”? Ma sicuramente quelli lo sapevano benissimo, chi fosse e da quale famiglia provenisse! Voleva proteggere lei? Ma lei, in quanto donna, non sarebbe mai diventata tale!
Questa incertezza la tormentava. Non riusciva a trovare il bandolo della matassa e, più ci pensava, più i suoi ragionamenti, i collegamenti che tentava di stabilire, si ingarbugliavano.
Goemon invece sembrava non curarsene affatto. Discuteva con Juro un abbozzo di piano, e ogni tanto le lanciava delle occhiate per coinvolgerla, per chiederle in silenzio dove fosse con la mente.
L'idea di base era che Lupin, opportunamente travestito, si fingesse un uomo d'affari, e Jigen, Goemon e Juro si spacciassero per suoi collaboratori. Goemon e Juro avrebbero dovuto fingersi... molto intimi, per stuzzicare la curiosità di Abe. Goemon avrebbe dovuto mostrare interesse per lui e sperare che quello ricambiasse. Poi, una volta soli...
Fujiko si chiese dove avrebbe nascosto la sua katana, visto che avrebbe dovuto trattarsi di un incontro romantico. A meno che, per quella volta, non decidesse di usare un'arma diversa, più piccola.
“Perché non gli proponete un... ménage à trois?”
I due uomini la guardarono e a lei parve cogliere un certo imbarazzo nei loro occhi.
“Così sareste in due contro uno e io mi sentirei più tranquilla” concluse lei con un sorriso.
“Vedremo come si evolvono le cose - tagliò corto Goemon - Non possiamo stabilirlo adesso, non conosciamo le abitudini di quest'uomo.”
“E io che ruolo avrei in tutto questo?”
“Non ti preoccupare, avrai da lavorare anche tu! Queste sono solamente delle ipotesi. Quando arriveranno anche gli altri ne discuteremo con loro e metteremo a punto tutti i particolari.”

Il giorno dell'arrivo di Lupin e Jigen, Fujiko e Goemon, in sella alla moto di Juro, li attesero nel luogo fissato per l'incontro, nell'ultimo centro abitato di una certa importanza prima di intraprendere la salita tra i monti.
Quei due squinternati erano però dei professionisti e giunsero puntuali all'appuntamento.
“Ehilà, ragazzi - strillò Lupin da sotto il casco integrale - Come va? Siamo arrivati! Poi ci spiegherete per quale motivo vi siete infognati da queste parti...!”
Anche loro erano venuti con un'unica moto, guidata da Lupin.
“E questo non è ancora nulla - disse ironicamente Fujiko - Seguimi e concentrati bene sulla guida, Lupin. Non vorrei mai che finiste in un burrone...”
Detto questo, diede gas e si allontanò velocemente nella direzione opposta. Lupin fece altrettanto.
La ragazza ormai conosceva abbastanza bene quella strada e non si impressionava più di tanto, anche se doveva stare sempre molto attenta. Ma poteva soltanto immaginare, con una punta di sadismo, lo sgomento di Lupin a percorrere i tratti più paurosi.
Arrivarono comunque al villaggio tutti sani e salvi. Quando si tolse il casco, il volto del ladro più scaltro del mondo era terreo. E anche parecchio arrabbiato. Mentre Jigen come al solito appariva imperturbabile.
“Accidenti a voi, potevate dirlo che stavamo per fare il percorso della morte!!! Se volevate farmi crepare d'infarto, ci siete quasi riusciti!”
“Peccato per quel quasi!” ridacchiò Fujiko.
Era più forte di loro: quando si vedevano non potevano fare a meno di punzecchiarsi.
Lupin stava per ribattere, quando Juro uscì dalla casa e si avvicinò al gruppo. Goemon fece le presentazioni e Juro li invitò per il tè.
Lupin non volle perdere tempo e, una volta compreso che il padrone di casa faceva parte della combriccola, chiese immediatamente lumi ai due amici.
“Bene - disse posando la tazza - bando ai convenevoli e andiamo subito al punto. Perché ci troviamo qui?”
Goemon raccontò tutto dall'inizio: della coincidenza della morte dei genitori suoi e di Fujiko, delle loro indagini, della scoperta che il padre di lei discendeva da una famiglia di samurai, dei collegamenti che li avevano portati al “Sentiero del Dragone d'oro”, della lettera lasciata dal maestro di Goemon, dell'attività di Juro e dei suoi collaboratori, anch'essi vittime della setta.
“... ne è rimasto in vita soltanto uno. Ed è mio. Tu, Lupin, anni fa avevi promesso di aiutarmi a scoprire la verità, e tu sei un uomo di parola. Quel momento è arrivato. In più, quelli sono davvero schifosamente ricchi, e molte di quelle ricchezze sono sporche di sangue. Ce le prenderemo. Non credo sarà possibile risarcire tutti i familiari delle persone assassinate, ma Juro e i suoi soci hanno svolto anche per me un lavoro difficile e pericoloso... quindi divideremo tutto con loro. Questa è la mia proposta. Io andrò comunque avanti, Lupin, anche senza di te.”
Lupin taceva. Era piuttosto impressionato. Non si aspettava proprio di trovarsi al centro di un intrigo internazionale. Ma questo aggiungeva fascino all'impresa, già di per sé interessante. Quindi non ci mise molto a decidersi.
“Ok, ci sto, e non credo sia necessario dettagliare i motivi. Tu sei dei nostri, Jigen?” chiese al suo compare, che per tutto il tempo sembrava essersi perso dietro i suoi pensieri.
“Certo! Mica avrò fatto tutta questa strada per niente!”
“Molto bene - esclamò il ladro fregandosi le mani compiaciuto - Siamo ancora tutti insieme e non ci fermerà nessuno! Abbiamo già un piano?”
“Una specie...”
Goemon illustrò ai nuovi arrivati quanto si erano detti nei giorni precedenti.
“Ah, al nostro uomo non piacciono le ragazze! Beh, peggio per lui, non sa che cosa si perde - lanciò un'occhiata di sottecchi a Fujiko, che finse di non accorgersene - Quindi bisogna trovare un'altra esca... Intanto però ci servono più informazioni possibile su di lui, le sue abitudini, i suoi spostamenti...”
“E' proprio qui il difficile - intervenne Juro, che fino a quel momento aveva parlato pochissimo - Abe non ne ha. Non ha un'abitazione, non dorme mai due volte nello stesso posto, ha un esercito di guardie del corpo, a cui vengono comunicati i suoi impegni all'ultimo momento... Può essere un giorno a New York e il giorno dopo a Mosca... E' per questo che non siamo mai riusciti a beccarlo prima...”
“Forse un sistema c'è... L'unico in grado di scoprire qualcosa è Julien.”
“Julien?”
“Sì, quel mio amico molto molto abile con i computer a cui ci siamo già rivolti, come ti ha raccontato Goemon. Può scovare qualsiasi informazione in qualsiasi parte del globo. Certo, gli spetterà una fetta della torta, se accetta di aiutarci ancora... mi pare il minimo.”
Lupin alzò gli occhi al cielo. Più che un'impresa criminale, assomigliava sempre di più a un'opera pia!
Goemon invece annuì.
“Si può provare. Ci pensi tu, Fujiko?”
“Una volta scoperto dove si trova - continuò Lupin - bisogna contattarlo senza destare sospetti e proporgli un affare a cui sia impossibile resistere... Non sarà facile, ve ne rendete conto, vero? Ma, una volta convinto, il resto sarà un gioco da ragazzi. Noi avremo i nostri soldi e Goemon anche la sua vendetta!”
“Qui ci può aiutare ancora Julien. Per trasferire i beni di Abe e della setta su altri conti in qualche paradiso fiscale, senza che loro se ne accorgano per un po'.”
“Siamo sicuri che questo Julien sia fidato al cento per cento? - insinuò Lupin sospettoso - quando ci sono di mezzo così tanti soldi...”
“Sì, lo è. Garantisco io per lui” ribatté la ragazza piccata.
Sei sicura, Fujiko? In fondo non vi frequentate da un sacco di tempo... finché si trattava di trovare qualche informazione... ma ora c'è in ballo tutta quella roba... uno potrebbe sistemarsi per la vita. Non sarebbe il primo e non sarà l'ultimo a tradire degli amici per soldi....
Ma ormai si era sbilanciata. Quasi si augurò che a qualcuno venisse in mente un'alternativa.
Il cervello di Lupin si era già messo in moto.
“Lasciatemi soltanto un po' di tempo per pensarci... Passiamo alle cose serie. Dove andiamo a dormire io e Jigen?”
Juro li accompagnò in una casa vicina, dove la famiglia di un suo allievo li avrebbe alloggiati. Si sarebbero trovati tutti più tardi per la cena. Il giovane era perplesso. Fino a quel momento non si era chiesto se Goemon avesse un lavoro. Sapeva che suo padre gli aveva lasciato un discreto patrimonio, e quindi forse non aveva bisogno di guadagnarsi il pane come tutti. Ma l'entrata in scena di quei due strani personaggi gli aveva fatto nascere più di un sospetto. Perché li conosceva? Perché frequentava delle persone così lontane dal suo modo di essere? Perché sembravano così sicuri di sé, quando parlavano di derubare il “Sentiero del Dragone d'oro”?
Decise di parlarne a quattrocchi con Goemon alla prima occasione. Non che fossero affari suoi, in fondo, ma preferiva sapere con chi aveva a che fare. Anche se, portata a termine la missione, probabilmente non li avrebbe rivisti mai più.

  
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