“È
iniziata” Le parole rimbombano nelle orecchie di
Joceline; non ha mai combattuto in una vera battaglia, è ben
allenata, ma
adesso è diverso; deve pensare a sopravvivere e vincere. Non
ha intenzione di
tornare ad essere schiava, ora che ha assaggiato la liberta non vuole
rinunciarci.
“Joceline!
Joceline!” La voce di Kedar arriva dai boschi
e bochi secondi dopo è seguita dal ragazzo in armatura che
corre all’impazzata
verso di loro.
“Vogli
venire anche io; Jofri può portarmi?” Chiede con
il viso paonazzo e con il fiato leggermente alterato dalla fatica della
corsa
in armatura.
“Non
credo sia…” Inizia Joceline, ma sia Briam che
Ormois
trovano l’idea ottima; in modo che il ragazzo possa coprire
le spalle alla
giovane. E così Joceline acconsente.
“Allora
ragazzi, ascoltatemi bene perché sono le ultime
cose che posso fare per voi; voi spiccherete il volo da qui, fra
un’ora, in
modo che il combattimento sia già iniziato e le macchine da
guerra dell’impero
siano distrutte e non possano causarvi problemi. Aggirerete gli alberi
arrivando alla schiena del nostro nemico” Fa una piccola
pausa e li osserva
intensamente; sono tutti e tre seduti davanti a lui e lo ascoltano
assorti.
“Da
quello che ci ha scritto Murtagh Arya non
parteciperà, sappiamo inoltre che Galbatorix col suo drago
marceranno e
combatteranno; non sottovalutate il drago nero” Evita
volutamente di
pronunciarne il nome “ Per quanto sia grande è
estremamente veloce e forte. Voi
due soli non avreste possibilità di batterlo, ma tuo padre
ci ha assicurato che
ha un piano per aiutarvi in questo compito e noi ci fidiamo,
ma… Qualcosa
potrebbe andare storto e dovrete cavarvela da soli. Il consiglio che vi
do è di
non separarvi; uno di voi dovrà stancarlo e cercare di
fargli abbassare le
difese e l’altro dovrà ucciderlo” Le sue
parole vengono accolte da un silenzio
carico di preoccupazioni.
***
“Murtagh?”
Eragon è sulla soglia della tenda del fratello
e guarda l’interno buio, rischiarato solo da una piccola
candela; la voce del
fratello lo invita ad entrare e lui lo fa.
“Ecco”
Il cavaliere rosso gli porge la boccetta
contenente quella strana sostanza ed Eragon la prende con attenzione;
la porta
alla bocca, ma il fratello lo ferma.
“No
aspetta, devi farlo quando vedrai che Galbatorix è
intento a combattere, o si accorgerà che non sei
più sotto il suo controllo”
Spiega Murtagh finendo di indossare la sua armatura, coronata da un
mantello
rosso con lo stemma di Galbatorix; Eragon è vestito con la
stessa armatura
argentea, solo il mantello è blu, ma anch’esso
porta lo stemma di Galbatorix
ricamato sopra.
“E
tu? Non credo che riuscirò a passarti la boccetta”
Lui
china la testa di lato e sospira.
“Non
c’è abbastanza… liquido, per entrambi;
dovrai stordirmi
quando sarai libero, non mi ribellerò; se ho fatto bene i
conti ce la farete
anche senza di me. Fa in modo che il sacrificio dei miei figli non sia
andato
perduto” La voce di Murtagh è roca e gli occhi
trattengono a stento le lacrime,
ma il suo sguardo è sicuro.
Una voce
giunge da fuori la tenda del cavaliere:
“Signori; il re richiede la vostra presenza sul campo di
battaglia, i nostri
stregoni sono riusciti ha penetrare la muraglia della grande foresta e
lo
scontro è iniziato” La vice dell’araldo
giunge affannata dalla corsa; subito
Murtagh si precipita fuori e lo congeda assicurandogli che sanno
dov’è la
strada. Eragon lo raggiunge appena dopo aver nascosto la boccettina
sotto
l’armatura.
“Se
Galbatorix dovesse comandarmi di combattere non
esitare. Uccidimi” Dice il cavaliere rosso mentre raggiunge
Castigo.
***
Jofri e
Francesca stanno sorvolando gli alberi il più
lontano possibile dalla battaglia, hanno già aggirato i
fuochi appiccati agli
alberi e le grida; ora stanno tornando indietro e tutti e tre non hanno
voglia
di parlare, forse non torneranno indietro.
Eccola, la
battaglia è incorso; un enorme drago nero sta
dando fuoco alle truppe sotto di lui, gli elfi si difendono con la
magia e
continuano imperterriti a combattere per la loro vita, la loro foresta
e la
loro libertà; Murtagh ed Eragon in sella ai rispettivi
draghi svolazzano dietro
all’enorme figura nera riversando sugli elfi svogliate
vampate di fuoco.
“Attiriamoli
lontano dai soldati” Grida Briam e nello
stesso momento in cui Joceline annuisce Francesca ruggisce; il suono
raggiunge
veloce gli altri cavalieri, che come aveva pensato Briam si voltano per
raggiungerli. In poco si ritrovano lontani dal crepitio del fuoco, dal
clangore
delle armi e dalle grida.
I due draghi
sembrano minuscoli rispetto al grande
animale nero dagli occhi color del ghiaccio; Galbatorix li osserva
dalla sella
nera su cui è seduto, un sorriso vittorioso stampato in
volto e gli occhi folli
iniettati da crudele furbizia.
“Eccoti
Joceline, sono molto felice di rivederti; tuo
padre non approva la tua fuga, lo hai fatto stare in pensiero e quando
la
guerra sarà finita e gli elfi ci avranno restituito tua
madre potremo
finalmente essere in pace, quindi vieni e unisciti a
noi…” Dice
con gentilezza melliflua nella voce. Lei
lo guarda con odio e sputa verso di lui; lo sguardo del re si fa
cruciato e gli
occhi gli si assottigliano.
“Devo
prenderlo come un no” Sospira “Vedo che non sei
più
una bambina credulona. Beh, meglio così; quando ritornerai
sotto il mio comando
sarai più forte” Sposta gli occhi sui Briam e
Francesca; li osserva a fondo
prima di parlare.
“Ecco
per chi si è schiuso il mio uovo; tu mia cara
dragonessa appartieni a me” Un basso ruggito di Francesca
segue le parole di
Galbatorix “Che tu lo voglia o no tornerai sotto il mio
controllo, una così
rara bellezza non deve andare sprecata… E tu, piccolo Briam;
tuo padre pensava
che io non sapessi della tua esistenza. Ma si sbagliava, io so sempre
tutto e poi
ho sempre pensato che la stirpe di Morzan fosse predisposta a diventare
Cavaliere; anche se devo ammettere che voi e vostro padre non siete
affatto
simili a Morzan” Prorompe in una rauca risata.
“Noi
siamo in tre e tu sei solo” Dice Briam con furia
negli occhi.
“Non
stai facendo bene i conti ragazzo; con me ci sono
vostro padre e vostro zio. Ma come credete che due cavalieri che vanno
ancora
imboccati e un misero umano traditore possano battermi?”
Domanda lui con un
ghigno malevolo; ma con sua grande sorpresa Briam ricambia il sorriso.
“Ma
il terzo non è lui “ Indica Kedar “E tu
sei solo”
Indica dietro alla sua schiena; il re si gira e rimane inorridito dallo
spettacolo che si apre davanti ai suoi occhi.
***
Eragon e
Murtagh stanno seguendo il re, quando il più
grande fa un segno al fratello; Eragon stappa la boccetta e i fili do
materia
colorata premono per uscire e prima che possano disperdersi il
cavaliere porta
la fiala alla bocca e beve il liquido vivo; non sente nessun sapore e
quando
inghiottisce il liquido non sente niente scendergli per la gola.
Pochi
secondi dopo sente come dei fili che si
attorcigliano intorno alla sua trachea impedendogli di prendere fiato,
gli occhi
iniziano ad annebbiarglisi e respirare diventa sempre più
faticoso; è come se
qualcosa gli raschiasse lo stomaco. Saphira continua a seguire
Shruikan, anche
se è molto preoccupata per il suo cavaliere.
“Stai bene piccolo
mio?” Chiede ansiosa, rallentando.
“Si… vola” Risponde
lui utilizzando tutta la forza di volontà che
possiede per articolare le parole; pochi secondi dopo il
dolore
sparisce e il fiato torna ad entrargli nei polmoni. Deve faticare per
non
respirare raucamente e farsi scoprire.
Castigo gli
si affianca, Murtagh annuisce e pochi secondi
alta dalla sella del suo drago a quella di Saphira; Eragon estrae il
pugnale e
con l’impugnatura colpisce Murtagh sul collo vicino
all’attaccatura dei
capelli; il corpo svenuto del cavaliere rosso cade sul collo della
dragonessa.
Con formidabile velocità Castigo plana verso gli alberi,
dopo aver preso tra
gli artigli il suo cavaliere; lasciando Eragon e Saphira a seguire
Galbatorix e
gli altri tre draghi.
“Chi è?” Chiede
Saphira al suo cavaliere, facendo apparire nella sua mente la figura
del drago
dorato.
“Non lo so… Ma mi
ricorda vagamente Glaedr. Ma sarebbe impossibile”
Risponde lui.
***
Eragon ha la
spada sguainata e la punta dritta verso la
figura del re e del suo drago, il volto vittorioso e sprezzante; ora
è libero e
Galbatorix lo sa.
“Nemmeno
così riuscirete a sconfiggermi” Dice e poi il
suo sguardo si sposta sulla figura dorata di Glaeder e la sua bocca
emette una
risata sprezzante “E così il vecchio Oromis
è vivo! Ed è riuscito a ritrovare
l’Eldurnari del suo vecchi drago, immagino sia stata opera di
Murtagh farglielo
arrivare. E così il vecchio ha deciso di riavere il suo
compagno con se. Vero
Glaedr? Dimmi, avete trovato un libro di magia nera?! Non pensavo che
gli elfi
fossero dediti a queste pratiche… Non va bene; convogliare
l’energia dello
spirito dei draghi dentro ad un Eldurari per ridargli un corpo,
sacrificando
così la vita di che portava quell’antico
spirito…” Dice Galbatorix in finto
tono di rimprovero.
“È
stata una loro scelta!” Afferma Briam, senza timore;
la sorella gli lancia uno sguardo interrogativo.
NOTA
DELL’AUTRICE: Salve a tutti; questo è il penultimo
capitolo, spero
vi sia piaciuto… Vi ringrazio ancora per tutte le recensioni
e i complimenti.