Tony non sapeva che fare, gli tremavano le ginocchia, il cuore se lo sentiva nelle orecchie, era paralizzato della paura, Banner o meglio Hulk, perché ora era lui che comandava, lo tirò su dal collo della camicia, Tony urlò per la disperazione, ma era ormai troppo tardi, lo lanciò dentro il portale.
Tutto intorno al povero Tony, si ingrandiva a rimpiccioliva a una velocità stratosferica. Continuava ad urlare talmente forte che gli faceva male la gola, non riusciva a pensare, l’aria, o almeno pensava fosse quella, gli sferzava sulla faccia, e faceva male, forse non avrebbe dovuto dire quelle cose, e ora non voleva neppure che ci fosse entrato in quel portale, ma era così, che ci poteva fare.
Una luce talmente forte dovette fargli chiudere gli occhi, e subito dopo si ritrovò disteso su un prato ingiallito, cercò di respirare, ma non ci riusciva, Bunner aveva ragione poteva esser capitato su un pianeta pieno di CO2. Cercò con tutte le sue forze di incamerare quanto più ossigeno poteva, ma la cosa strana era che non riusciva nemmeno ad inspirare, allora capì.  
Si slacciò la cravatta, molto probabilmente nel tragitto si doveva essere ristretta. Si alzò in piedi e guardò l’ambiente circostante, era giorno, probabilmente pomeriggio, Bunner aveva ragione, il portale cambiava solo luogo, non il tempo.  C’era una foresta tutt’intorno al campo e dritto davanti a se una strada, sembrava essere tutto deserto, e forse era così. Si immaginò come Robert Neville in Io solo leggenda, sarebbe stato bello, ma fino a un certo punto.
Più camminava verso la strada, più si rendeva conto che quell’aria  gli sembrava famigliare.
Si sentì un qualcosa prenderlo di peso e trascinarlo verso l’alto, urlò e cercò di divincolarsi, ma quella cosa lo teneva troppo stretto, gli guardò le mani, aveva le dita lunghissime e nere, piene di peli, le unghie aguzze, cercò di urlare, ma i lamenti gli si strozzarono in gola, cercò di girarsi in dietro, vide un mostro, la faccia smunta, e al posto degli occhi due cavità vuote, il corpo era uno scheletro con sopra solo uno strato di pelle, o era uno zombie oppure Bunner aveva ragione, si era ritrovato in un posto dove mangiavano carne umana.