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Autore: angiechan 92    08/07/2008    3 recensioni
In harry Potter la coppia RemusxTonks è una delle più amate e dolci... ma la Row ci dice veramente poco su loro due e sulla loro relazione. Come ha fatto il tranquillo e razionale Remus Lupin ad innamorarsi di una pestifera ma dolcissima Ninfadora Tonks? Leggendo questa storia entrerete in un mondo di retroscena che hanno dato origine alla loro relazione e che ha portato a far sbocciare l'amore tra due persone all'apparenza così diverse eppure entrambe accomunate da un sentimento incontrastabile come l'amore...
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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rieccomi dopo pochi minuti.. scusate ancora davvero... per farmi perdonare posto immediatamente il capitolo successivo che, ne sono sicura, vi emozionerà tantissimo!! ^^ Dora e Rem si ritroveranno... vicini... molto vicini.. ah! vìbasta non vi dico nient'altro! se volete sapere che succede leggete e, naturalmente,lasciate un commentio for me! ^__^ apprezzo veramente molto quando mi lasciate commenti perchè vuol dire che la storia ha significato qualcvosa per voi e vi ha emozionato a tal punto da scrivere qualcosa.. quindi èper questo ringrazio ancora Etian (cm al solito... ^^ grazie mille per i tuoi commenti... davvero... sn completi e molto belli... vedrò di non lasciarti più tanto sulle spine.. ^^) e debby per aver commentato l'ultimo capitolo.. sono certa che anche questo vi piacerà... besos!! ^^

CAPITOLO 14: IO E TE… COSI’ VICINI…

Ninfadora Tonks, spensierata e coraggiosa auror del Ministero, nonché eccellente membro dell’ordine della fenice, se ne stava ferma, quasi tremando, sulla soglia di una stanza, fissando con interesse, stupore e tanta gioia, la figura che aveva catturato il suo interesse…

Se ne stava imbambolata, con gli occhi che le brillavano nella penombra del corridoio, con un sorriso che sembrava continuasse e percorresse i lineamenti oltre suo viso talmente era grande e intenso, con le guance più rosse che mai che assecondavano i battiti sempre più accelerati del suo giovane e innamorato cuore…

Se qualcuno l’avesse vista ora, probabilmente, avrebbe pensato di aver sbagliato persona, perché quella non poteva essere lei, quella non poteva essere la ragazza allegra, vivace, spensierata e spavalda che aveva varcato la soglia di quella stessa casa circa un anno prima… quella non poteva essere Ninfadora Tonks…

Eppure… se questa persona avesse osservato meglio la scena, avrebbe scoperto che c’era un motivo per cui la giovane auror era in quelle condizioni e, considerando di chi si parlava, la sua reazione potrebbe apparire comprensibile…

Eccolo lì, il motivo di tanta agitazione: Remus Lupin, voltato di spalle, era indaffarato a preparare una colazione che aveva tutto fuorchè della solita schifezza che Tonks si sorbiva quando era Sirius a cucinare; mentre attendeva con impazienza che l’acqua per il thè si scaldasse nel bollitore, Remus stava preparando un piattino con dei biscotti e un bicchiere di succo, posizionandoli su un vassoio…

A Tonks non fu difficile capire che stava preparando tutto questo su un vassoio per portarlo in camera da lei e, questo pensiero, le appariva tutt’altro che spiacevole, anzi, le procurava una sensazione di piacere e un emozione tale e quale a quella di un bambino che si vede circondato di attenzioni e regali… si sentiva felice… si sentiva accettata… si sentiva, se si può dire, amata…

Lo osservava ancora più di nascosto e con ancora più dolcezza di prima: potrebbe sembrare stupido, ma vedere Remus lì, tutto indaffarato a prepararle una colazione, faceva sembrare il mago ancora più dolce… più… tenero…

“Adorabile…” pensò la giovane strega tra sé e sé, ignara del fatto che Remus, in quel momento, non si sentiva per niente adorabile; osservandolo meglio, Tonks, infatti, notò la stanchezza che gli copriva il volto e il corpo segnato da ferite mal curate, risalenti ancora alla mattina precedente. Si diede della stupida e egoista, era così preoccupata a vedere come Remus la trattava bene… la curava… la “coccolava”… che non si era nemmeno resa conto che per fare tutto questo, il mago, aveva rinunciato al riposo che gli spettava dopo una nottata passata sotto le spoglie di un licantropo. Aveva rinunciato al suo riposo per permettere a lei di riposare, aveva rinunciato a curarsi le ferite, preferendo curare lei, aveva rinunciato alle attenzioni di qualcuno, prestando attenzione lui a qualcun altro… a lei…

Tonks si sentiva in colpa, tremendamente in colpa e guardava Remus, ancora indaffarato nella sua occupazione, da lontano, con un margine di tristezza negli occhi…

Ma che fare? Non poteva di certo starsene tutta la mattinata lì, come una stupida, ferma sullo stipite di una porta… con il rischio di essere scoperta, per di più…

“Avanti Tonks…” si disse “non è da te comportarti così!! Datti una mossa, per Merlino!!”

Intanto Remus stava togliendo l’acqua dal bollitore e la stava versando in una tazza dove vi erano poste delle foglie di thè, in infusione, inebriando l’aria di un dolce aroma…

Quando Remus si voltò appena, per prendere dello zucchero sul tavolino, Tonks riuscì a vedere meglio il suo volto, identificandone ogni segno, ogni dettaglio, ogni cicatrice…

Non riuscendo a resistere a quella dolce visione, non riuscendo più a guardare Remus senza correre ad abbracciarlo, tornando la Tonks di sempre, allegra e malandrina, Ninfadora mandò al diavolo la sua parte “razionale” o meglio, come la definiva lei, la sua parte “paranoica” e fece ciò che le veniva spontaneo fare, buttandosi a capofitto nella situazione in cui si trovava senza pensare troppo…

Buttarsi in senso letterale perché Tonks, con un sorriso sulle labbra e una felicità innocente e spontanea che le cresceva dentro, aspettando che Remus si voltasse di nuovo dandole le spalle, prese la rincorsa e, più velocemente che poteva, si gettò addosso al mago voltato di spalle, coprendogli gli occhi con le sue morbide e delicate mani, facendo in modo che non riuscisse a vedere…

Inutile dire che Remus restò spiazzato da quella strana e alquanto inaspettata situazione e, se dapprima ebbe un attimo di timore, non sapendo chi fosse che gli oscurasse la vista, dopo pochissimi attimi si rese conto che quelle che gli coprivano gli occhi erano due mani che lui ben conosceva, due mani delicate, morbide e profumate, due mani che lui poteva riconoscere tra mille ed identificare con un sola persona, con un solo sguardo, con una sola voce…

-Indovina chi è?- disse scherzosamente una voce, la stessa voce che Remus si era immaginato nella sua testa fino a poco prima, quella voce che si aspettava e sperava di sentire da un momento all’altro, quella voce che lo faceva sognare, che gli era entrata nella testa e che non ne voleva sapere di lasciare i suoi pensieri…

Quella voce che gli faceva, ogni volta, inevitabilmente, battere il cuore, che gli faceva mancare il respiro e che lo rendeva felice senza un motivo ben definito… perché solo il fatto di avere accanto Ninfadora Tonks e sentire la sua voce dava a Remus un senso di profonda e immensa felicità, euforia si può dire.

E così fu anche questa volta, anche ora il dolce licantropo sentiva che il suo battito accelerava sempre più, che il respiro era affannato e che una strana sensazione tornava a invadere il suo corpo, confondendolo ancora di più…

Sentì Ninfadora sogghignare e tornò alla realtà, dopotutto, per sua sfortuna, Remus non poteva restare lì per sempre, non poteva sempre avere Ninfadora che gli poggiava le sue mani delicate sugli occhi… non poteva andare avanti e fingere di non vedere ciò che lo legava a lei… non poteva pensare di averla accanto… in eterno… e lo sapeva…

-Eddai…- una voce interruppe i suoi pensieri -non è difficile…-

Remus si decise, con dispiacere, a togliersi da quella strana situazione e, sorridendo, sia per l’imbarazzo sia per la completa irrazionalità di ciò che stava accadendo, mise delicatamente le proprie mani su quelle di Ninfadora, che sussultò fin troppo evidentemente, ma Remus era anch’egli troppo agitato per notarlo. Il mago prese prima a cercare le mani della ragazza a tentoni, dato che non poteva vedere nulla al di fuori del buio, inizialmente, non volendo, finì per accarezzargliele poi, una volta trovate, le strinse tra le proprie, le tolse dagli occhi, si voltò e guardò finalmente, dopo tutto quel trambusto, Ninfadora negli occhi…

Inutile dire che la ragazza era imbarazzata tanto quanto il mago all’idea di avere le proprie mani tra le sue e di stare in piedi, fissa di fronte a lui a guardarlo negli occhi… occhi che ancora una volta mostrarono poco se non tanta dolcezza, una dolcezza di cui Ninfadora si stupiva ogni volta e della quale non era mai sazia. Rendendosi conto di essere stata lì a fissarlo imbambolata senza dire niente per un’eternità e accorgendosi che ora, oltre che le sue guance, anche le punte dei suoi capelli si stavano gradualmente tingendo di rosso, Tonks dovette inventarsi qualcosa per cercare, per quanto fosse possibile, di nascondere l’imbarazzo. Se l’intenzione iniziale era quella di prenderla sul scherzare, con una battuta, il risultato finale che uscì dalla bocca di Ninfadora fu solo un flebile, timido, dolce…

-Ma così… non vale…-

Una frase… quattro semplici banali parole che, dette così, fecero aumentare ancora di più i battiti di Remus, come se non fossero già abbastanza accelerati da soli; anche lui, come la ragazza che gli stava di fronte, tentò di nascondere l’imbarazzo del momento ma, a differenza di quest’ultima, la cosa gli riuscì abbastanza bene…

-Hai ragione… - esordì il mago con un sorriso che gli attraversava il viso da zigomo a zigomo…

-Ma volevo assicurarmi che stessi bene… cosa resa molto più facile se ti guardo negli occhi…- disse scherzosamente dandole un buffetto sul naso…

-Ehi!- esordì Ninfadora arricciando il piccolo e lineare naso e sorridendo…

Si guardarono ancora un po’, sorridendosi a vicenda e abbassando lo sguardo di tanto in tanto, fissando il pavimento consumato e vecchio che ricopriva casa Black…

-Allora…- cominciò Remus -come ti senti?-

-Come?-

Lupin guardò storto la ragazza di fronte a sé… avrebbe potuto giurare di non aver mai conosciuto essere vivente più stordito, buffo e con la testa fra le nuvole di Ninfadora Tonks… e la cosa non poteva che fargli piacere…

-N-non guardarmi così…- protestò lei -ero distratta!-

Remus sorrise… era così divertente vederla imbronciata e fare l’offesa che non si sarebbe stancato mai, avrebbe potuto andare avanti all’infinito ad osservarla mentre imbronciava il viso e faceva quelle faccine buffe…

-Volevo solo sapere se stavi meglio, ora…-

-Oh… sì, certo…- rispose lei imbarazzata -grazie a te…- concluse poi

-Non devi ringraziarmi… io…-

-Sì, invece! Cavolo… eri stanco, appena tornato da una notte di plenilunio, ferito… e io cosa combino? Un altro dei miei soliti guai… non sai quanto mi dispiace di essere crollata in quel modo…-

-Ma figurati… - disse lui dolcemente -non devi rimproverarti, tu…-

Ma anche questa volta fu interrotto dalla voce di Tonks…

-Io riesco solo a combinare casini!! Mai a dare una mano… davvero, Remus. Mi dispiace di averti dato così tanto disturbo; ti sei sorbito una ragazza lamentosa e malata come me per un’intera giornata mentre potevi benissimo riposare… come era giusto che fosse!! Scusa…-

Ma questa volta fu lei ad essere interrotta, mentre una mano forte e sicura le si posava sulla spalla… stringendogliela e accarezzandola allo stesso tempo…

-Ehi… se proprio vogliamo dirla tutta è colpa mia se ti sei ridotta in quello stato… mi sembrava il minimo starti vicino e provvedere alle tue cure mentre non stavi bene…-

-Ma…-

-Quindi non voglio sentire altro… stavi male ed era giusto che ti riposassi… io avrò un mese intero per riprendermi… mi basterà, non credi?-

Le sorrideva… ancora una volta dopo tutti i guai e le preoccupazioni che gli aveva fato passare lui le sorrideva ancora… non un sorriso di circostanza… semplicemente il suo sorriso.

-Certo…- disse Tonks con una voce seria, calma e gentile fuori dal normale, almeno per lei -comunque grazie… sei stato molto premuroso e gentile ad occuparti di me in questi giorni… sul serio…-

Ancora sguardi… ancora pensieri… ancora gesti… ancora parole… ancora emozioni…

-Io al tuo posto non so se sarei riuscita a sopportarmi per 24 ore su 24... Con la febbre sarò stata veramente insopportabile…-

-Abbastanza ad essere sincero…-

-Che cos… brutto… antipatico!!- esordì lei offesa -ma come… io faccio la gentile e lui che fa? Mi prende in giro??!!-

-Suvvia… scherzavo Tonks… davvero…-

-Questa me la paghi… traditore!!-

-Tonks ma che cos… OUCH!-

La ragazza aveva preso il primo cuscino a portata di mano e si era messa a picchiare Remus, il quale protestava vistosamente, ridendo allegro e spensierato come non lo era mai stato: ecco la Tonks che conosceva, quella così imprevedibile e allegra, quella che lo faceva ridere anche dopo una notte di plenilunio e che lo faceva sentire felice con un semplice sorriso…

Da parte sua anche Tonks rideva ala grande: era felice di poter essere sempre sé stessa con Remus e quando facevano quei giochi all’apparenza così infantili tornava ad entrambi il sorriso…

Non è importante sapere il perché… l’importante è sapere che erano felici e che ridevano… ridevano… come due bambini… come due pazzi… come due innamorati…

-E questo è per aver offeso una ragazza convalescente e potenzialmente ammalata… anzi… per aver offeso una ragazza e basta!!!-

-Scusa… scherzavo… ouch! Dai Tonks… smettila…- in verità non voleva che smettesse… avrebbe voluto andare avanti a correre aventi e indietro per il salotto e per la cucina di quella casa così vecchia e logora, con lei, per tutta la vita. Ma la felicità è fatta di attimi non di eternità, attimi bellissimi e indimenticabili che vanno vissuti e ricordati con nostalgia, attimi che però hanno un inizio e una fine…

Remus si disse che forse era ora di smetterla di fare i bambini, anche perché lui avrebbe dovuto recarsi da Silente da pochi minuti a quella parte…

-Ehi Tonks… ouch! Dai… smettila… sei ancora debole… non dovrest… ahio! Non dovresti correre in questo modo… ahio!-

-Sei tu che stai correndo Remus John Lupin, inseguito da una ragazza armata di un temibile cuscino… la cosa è divertente e mi piace da matti… quindi io non la smetto!!-

Remus rise di gusto… ma dove l’avevano trovata una ragazza così?

-Vorrà dire che ti farò smettere io… dammi quel cuscino!-

-No! Mai!!- protestò scherzando Tonks -non toccarmi maledetto ladro in pantofole!!-

-Ladro in che cosa?- chiese indignato Remus -dammi quel cuscino e basta…-

-No! Aiuto… -

Questa volta fu Tonks che si mise a correre per la stanza, inseguita da un temibile ladro in pantofole, alias, R. J. Lupin; quest’ultimo la rincorse in lungo e in largo per la stanza pur di afferrarle il cuscino e chiudere l’infernale oggetto a chiave in qualche nascondiglio segreto…

-Tanto è inutile… sarò anche malata ma sono sempre e comunque più veloce di te!!-

-Io non ne sarei così sicuro…- disse sogghignando Remus…

Il mago prese a correre più velocemente e raggiunse in poco tempo Tonks che, ignara, correva ancora per la stanza, in prossimità del divano…

-Presa!- esclamò Lupin, il quale, raggiunta la ragazza, le aveva cinto la vita con le braccia, stringendola a sé per non farla scappare, circondandola con il proprio corpo, attirandola a sé…

Quella stretta forte e sicura a Tonks sembrava un dolce, caldo abbraccio nel quale immergersi profondamente, lasciandosi trasportare da quella sensazione piacevole che faceva capolino e dai suoi piedi risaliva fino alla punta dei capelli, per poi tornare al cuore, facendolo battere ritmicamente…

Ancora una volta, le guance le arrossirono e i capelli cambiarono lievemente colore…

Tonks era stata in tante situazioni imbarazzanti in quella giornata, troppe per i suoi gusti… non era abituata ad un tale vorticare di emozioni… voleva togliersi da quella situazione, da quell’imbarazzo…

-Ah! Noooo… lasciami!!- disse Tonks dimenandosi e continuando a ridere fragorosamente, senza neanche saperne bene la motivazione -lasciami!! Guarda che mi arrabbio…-

-Oh, ne sono sicuro… vedendo come te la ridi poi…- disse con allegria Lupin ridendo anch’egli di gusto…

-Dico sul serio!! Lasciam… aaaaaaaaaaahhhhhh!-

Ma tra le risate e la confusione del momento Tonks, che si stava ancora dimenando tra le braccia di Remus che non sembravano volerla lasciare, perse l’equilibrio e scivolò lentamente, trascinando il mago che ancora la stringeva con sé…

-Ma cos….. Aaaaaaaahhhhh…. - urlò il mago mentre, inesorabilmente, cadeva verso il basso…

Accadde tutto in una manciata di secondi: Tonks non riusciva a rimanere in piedi e cadde sul divano che, fortunatamente, si trovava proprio accanto a loro, lasciandosi andare e sdraiandosi supina sui cuscini che lo ricoprivano; Remus però, che non aveva ancora lasciato la presa e stringeva la vita di Tonks con le braccia, non ebbe nemmeno il tempo di realizzare cosa stesse succedendo che si ritrovò anch’egli a cadere involontariamente sul divano.

Senza capire bene dove si trovasse, Remus aprì lentamente gli occhi e si ritrovò, con suo grande stupore ed imbarazzo, completamente sopra Ninfadora, sdraiata sotto di lui, ansimante. La guardò sconcertato chiedendosi ripetutamente come diavolo aveva fatto a finire in quella strana situazione ma, mentre si poneva ripetutamente questa domanda, non poteva fare a meno di notare come quell’imbarazzante situazione lo faceva sentire stranamente bene…

Osservava perduto come ancora stringeva Tonks dolcemente e come lei, inerme, non faceva altro che respirare affannosamente a causa della corsa e lo guardava confusa e imbarazzata al tempo stesso; poteva osservarla così da vicino che quasi si stupì a riscoprire ogni volta nuovi dettagli del suo volto e del suo corpo. Quel volto così dolce e solare gli sembrava ogni volta più bello, la bocca appariva morbida e rosea come le sue guance mentre gli occhi brillavano di una luce che Remus non credeva di aver mai visto prima…

Era bloccato, non sapeva cosa fare… d’altronde… chi lo biasimerebbe? Si trovava con il volto di Ninfadora a pochi centimetri dal suo mentre i loro corpi si sfioravano involontariamente: chiunque sarebbe impazzito e forse era proprio quello che gli stava accadendo; dopotutto la luna piena era appena passata e i suoi istinti di lupo ancora faticavano ad abbandonare la sua mente e a lasciare il posto alla razionalità che solitamente predominava nello spirito del mago. Sudando freddo, Remus deglutì amaramente un groppo che sentiva in gola e che quasi gli impediva di respirare, non sapendo che quel nodo alla gola e alla bocca dello stomaco era un male tutt’altro che fisico…

Tonks, d’altro canto, non riusciva a staccargli gli occhi di dosso e non avrebbe potuto sentirsi più imbarazzata e felice al tempo stesso con Remus che la sovrastava e che le era a pochissima distanza, così poca che Ninfadora credette molte volte che anche i pochi centimetri tra di loro non esistessero, credette molte volte di riuscire a sfiorare il volto del mago, sentendo la propria pelle a contatto con la sua. Ma la realtà era che entrambi non si erano mossi di un millimetro dalla posizione in cui si trovavano, non osavano fare alcuna mossa e nemmeno dire alcuna parola… forse per la paura di rovinare quell’istante… quel momento così… magico.

Eppure Remus, muovendo impercettibilmente la mano, sfiorò quella di Tonks che, al contatto, sussultò; quel piccolo movimento da parte della ragazza fece ricordare a Remus che la posizione in cui entrambi si trovavano non era del tutto… normale. Deglutì ancora, con le gocce di sudore che minacciavano di scendergli lungo il viso, e si sforzò di parlare…

-Tonks…. Io….- io cosa? Che poteva dire? Di certo non la verità: come poteva dirle che avrebbe voluto tanto stare in quella posizione per sempre, semplicemente ammirandola? Come avrebbe potuto dirle che avrebbe voluto tanto poterla abbracciare, stringere e baciare? Era chiedere troppo, era pretendere di arrivare ad un punto irraggiungibile per… uno come lui. Decise così di cercare di formulare una frase che avesse un senso logico per scusarsi dell’accaduto… mentre Tonks ancora lo guardava curiosa, in attesa di una sua parola…

-Io… sono mortificato… Tonks… sul serio… scusami io non…-

Ma la ragazza non sembrava che lo stesse a sentire, al contrario, non si sa per quale motivo stava sorridendo, uno splendido sorriso che fece dimenticare a Remus tutto quello che voleva dirle e lo fece rimanere ancora una volta senza parole, rimanendo a fissarla come un ebete…

-Come… come mi hai chiamato?- disse flebile Tonks all’improvviso… senza un preciso motivo e senza dare un senso alla frase che aveva appena detto…

Remus la fissò, confuso…

-Prima…- continuò lei con la voce più calma e rilassata del mondo -…stanotte… quando mi sono svegliata e tu eri lì… accanto a me…-

Remus era ancora senza parole e la fissava più confuso di prima… perché quella ragazza doveva essere così strana e uscire all’improvviso con delle richieste così strampalate?

-Mi ricordo… di essermi sentita chiamare con un nome diverso… ma non lo ricordo… era…-

-Dora…- disse Remus tutto d’un fiato, ricordandosi di colpo di quella notte, del suo risveglio improvviso e del suo debole sorriso offuscato dalla febbre…

-Dora…- ripetè Tonks con un sorriso, fissando il volto del mago - mi piace… è un nome… bellissimo…- concluse poi senza smettere di specchiarsi nelle iridi azzurre di Remus…

Remus le sorrise a sua volta, incantato e rapito da quegli occhioni innocenti che non smettevano di fissarlo, quegli occhi che sembravano fargli perdere la cognizione del tempo e dello spazio, quello sguardo che gli faceva perdere la testa…

La voce così dolce di Tonks e il suo incantevole sorriso erano più di quanto Remus riuscisse a sopportare: come in balia dei sensi infatti, mandando al diavolo la ragione per qualche brevissimo istante, il professor R. J. Lupin si lasciò rapire da quello sguardo e da quella ragazza, avvicinando, con una lentezza snervante, il proprio viso con il suo…

Ninfadora non poteva crederci: la distanza che li separava ora sembrava diminuire, ma questa volta non era solo un’impressione, Remus le si stava avvicinando lentamente e sembrava stesse per…

“Baciarmi?” pensò istintivamente la ragazza che si abbandonò a questo pensiero e socchiuse lentamente gli occhi, come nella speranza che quel bellissimo sogno non finisse, non ora…

Remus vide le palpebre della ragazza chiudersi lentamente e, come se fosse un invito a non fermarsi, il mago continuò inesorabilmente ad avvicinarsi alla ragazza pensando di andare del tutto fuori di sé quando sentì il suo respiro sul proprio collo, quando vide i loro capelli incrociarsi e intrecciarsi e quando percepì la propria fronte a contatto con quella di Tonks…

Il solo contatto con la sua pelle così giovane e morbida lo fece sentire come mai prima d’ora, sentiva che avrebbe potuto essere felice, che avrebbe potuto avere una vita normale, che avrebbe potuto amare… ed essere amato…

Eppure… la sua felicità tardò ad arrivare e lasciò subito spazio ai pensieri cupi che aleggiavano nella sua mente…

Ripensando a tutto quello che aveva passato con Tonks… gli venne in mente quella notte… quando lei aveva rischiato di vederlo trasformarsi, quando aveva rischiato la vita per rimanere accanto a lui…

Non doveva accadere… non poteva accadere… non poteva permettere una cosa simile…

Tornò lucido, riaprì gli occhi e vedendo il volto di Ninfadora così tremendamente vicino al suo capì che stava sbagliando… che se l’avesse baciata l’avrebbe solo illusa di una vita che non avrebbe mai potuto avere con lui. Si staccò dolcemente da lei, allontanando il viso e tornando semplicemente a guardarla.

Tonks si rese conto di quello che accadde e riaprì, delusa, gli occhi, trovando Lupin intento a fissarla con uno sguardo malinconico di cui non capiva il motivo…

Cogliendo l’espressione sorpresa sul volto di Tonks, Remus le sorrise, per rassicurarla e le disse in tono rassicurante…

-Hai la fronte fresca…-

Tonks lo guardò come si guarda un babbano che si è appena buttato da un palazzo di 10 piani credendo di poter volare…

-A quanto pare non hai più la febbre, allora…- disse con lo stesso tono naturale -per fortuna…- si apprestò a concludere…

Sorridendo, Remus annullò completamente il contatto tra loro due, alzandosi e mettendosi in piedi, a lato del divano; Ninfadora, imbarazzata più ora che prima, fece lo stesso e si mise a sedere. Calò il silenzio, rotto fa Remus che esordì…

-Dovrei incontrarmi con Silente… ma non sò se sia il caso visto che tu….-

-Sto benissimo…- si affrettò a rispondere Tonks -non preoccuparti per me… ti ho già incasinato abbastanza in questi giorni…-

-Sei sicura che…-

-Sicurissima! Me la caverò… sono o non sono l’auror migliore che il mondo magico abbia mai avuto?- disse strizzando l’occhio…

-Ma certo… - rispose Remus con un sorriso -come ho potuto dubitarne?-

Tonks gli rispose anch’essa sorridendogli e seguendolo con lo sguardo avviarsi verso la porta, mentre prendeva il mantello e se lo indossava sulle spalle ancora evidentemente indolenzite. Remus aprì la porta ma, prima di uscire, si voltò ancora verso l’interno della casa e vide Tonks che lo guardava come in attesa di qualcosa…

-Sarò di ritorno il più presto possibile…-

Ma la ragazza lo fissava ancora, questa volta con sguardo minaccioso; Remus la contemplava confuso… non sapeva che altro dire…

-Non si saluta più?-

A Lupin scappò un risolino…

-Hai ragione, scusami…- disse trattenendo a stento una risata, poi si fece serio e continuò con una voce dolce e profonda -allora… ci vediamo dopo, Dora.-

E, detto questo, si chiuse la porta alle spalle sorridendo alla ragazza che contraccambiò lo sguardo e lo vide scomparire dietro l’uscio.

   
 
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