Keep Calm
There's a lot that you
don't notice
when you read between
the lines
The future's out of
focus when
you're blinded by the
light
(Don’t speak,
JB)
Il motivo per cui il cielo sembra cosi
vicino stasera è che ovviamente
questo non è il cielo.
La stanza di Chris è stata ricavata in un
angolo della mansarda, li dove il tetto raggiunge il suo punto più basso,
quando Linda ha cominciato a lamentarsi del disordine della sorella. Un giorno
Linda è tornata a casa, ha appeso la sua giacca nel guardaroba all’ingresso e
ha trovato un terzo della loro camera da letto vuota. Il segno della libreria,
che non c’era più, ben visibile alla parete, la scrivania sgombra e un letto in
meno.
“In mansarda” le aveva detto Rose senza
nemmeno guardarla.
Chris ha riempito la sua nuova stanza di
libri e fotografie, ha ripescato dal garage un vecchio armadio di legno scuro e
un tavolo da lavoro di suo padre, in disuso. Ha dipinto il soffitto e le pareti
di un celeste pallido e ora quando si stende sul letto ha il cielo a un metro
dal viso.
“Non era necessario trasferirsi di sopra,
bastava che fossi più ordinata” le aveva detto a cena Linda, due sere dopo.
Chris aveva addentato una patata e “Il
caos è la firma del genio, sorella. E poi tu russi”.
Rose e suo padre avevano provato a non
ridere, nascondendosi dietro ai tovaglioli gialli, Linda aveva aperto lo bocca
per ribattere ma non ne era uscito nulla.
Passi concitati sulle scale, la porta
sbatte, un profumo costoso riempie l’aria della stanza.
“Christina, ma non sei ancora pronta?”.
Linda la guarda con le mani sui fianchi, la giacca di pelle nera aperta su una
camicia blu e i suoi nuovi jeans scuri.
“Mh?”
“Dobbiamo essere al Pub tra mezzora, con Joe e Nick.”
L’altra continua a guardare il soffitto,
Rose le si stende accanto, la testa sulla sua spalla, gli occhi fissi sul quel
cielo artificiale.
“Credevo ti fossi già premurata di fargli
da guida turistica quest’estate” commenta sarcastica Chris.
“E’ una serata fuori con degli amici”.
“Grande!” esclama senza entusiasmo.
Linda tace, ma è ancora li, Chris sente
la pelle della giacca strofinare sul tessuto della camicia mentre – ne è sicura
– mette il broncio e incrocia le braccia.
“Beh, hai intenzione di venirci cosi? Non
ci faresti una bella figura”, come se stesse parlando con un bambino
particolarmente stupido.
“Io non vengo, Lin.
Sono amici tuoi, non miei.”
“Beh, sono anche i nostri vicini.”
“E questo fa di loro automaticamente
amici miei?”
“Solo perché non bevono come spugne o
fumano e sono ricoperti di tatuaggi come la tua combriccola non ti vanno a
genio?”
“Non ti rispondo nemmeno.”
“Sei la solita bambina”, poi esce dalla
stanza e sbatte la porta.
“Rose! Hai dodici anni” esclama ridendo e
le lancia un cuscino. Rose lo afferra e se lo mette sotto la testa, le mostra
la lingua e si rimette comoda.
“Beh? A dodici anni non è permesso
esprimere giudizi su Leonardo di Caprio che se ne va in giro con solo un
asciugamano addosso?” risponde serafica. Chris ride più forte, comprendo il
rumore delle chiavi nella toppa della porta. Altre risate, diverse, vagamente
familiari.
“Dico sul serio, è stato uno spasso” una
voce maschile, a parecchi decibel, fa il suo ingresso nel salone, gira l’angolo
e “Hey, belle fanciulle” le saluta.
“Ciao Joe”
risponde Rose dall’angolo della poltrona in cui si è nascosta. Il ragazzo
prende le caviglie di Chris dal bracciolo del divano, le solleva, si siede e se
le porta in grembo. Da un’occhiata alla tv e “Hey, ma è Shutter
Island, questo?”
Nick e Linda fanno capolino nel soggiorno.
“E’ scoppiata una bomba nucleare qui
dentro?”
“Rilassati Linda, l’unica cosa che sta
per esplodere qui è Rose e suoi ormoni impazziti”. Un altro cuscino che vola.
“Chiudi il becco, Chris” bercia la più piccola, rossa dalla vergogna.
“Hai ragione, tesoro. Leo è cosi sexy”
dice Joe in falsetto, marcando la s e sporgendo le labbra. Le ragazze scoppiano a ridere.
“Accomodati Nick” lo invita Linda,
facendo segno verso l’altro divano libero.
“Ti sei persa una bella serata”, Joe scompiglia i capelli di Chris, che sbuffa infastidita.
“La cameriera del Pub faceva gli occhi dolci a Nick che non se l’è nemmeno
filata. Una tragedia! Dovevi vedere la sua faccia, poverina” ghigna, Nick rotea
gli occhi ma resta in silenzio. Sposta lo sguardo in giro per la stanza, i due
cartoni di pizza sul tavolino, pieni di tovaglioli sporchi, Rose sepolta sotto
un plaid scozzese, la lampada accesa, le gambe nude di Christina su quelle di Joe e gli occhi di Chris puntati nei suoi. Lo sta osservando?
Sposta lo sguardo, in imbarazzo, ma
quando lo posa di nuovo su di lei con finto disinteresse la vede ancora li, a
fissarlo sfacciatamente. Ha il viso concentrato, le labbra strette, gli occhi
fissi sul suo volto e si morde le pellicine del pollice.
“Ecco, Nick.”
Quando si volta, mette a fuoco Linda
seduta accanto a lui, ago e filo in una mano. Lei si sporge appena per ricucire
il bottone in cima alla sua camicia. Nick sente il sangue affluire alle guance
anche se è sicuro di non arrossire. Non arrossisce mai, lui. Ha solo questa
sensazione di calore alla faccia e non sa mai dove guardare, in certe
situazioni. Gli altri stanno ancora vedendo il film, Joe
continua a parlare coprendo la voce dei personaggi, Chris gli tiene ancora le
gambe addosso e Rose ride. C’è qualcosa di molto intimo nel contatto tra Joe e Christina, spontaneo e intimo allo stesso tempo. E’
da Joe, è esattamente da Joe
essere cosi disinibito ed allegro con le persone, metterle a proprio agio.
Anche Chris adesso lo è.
Lui non c’è mai riuscito: è un ragazzo
simpatico, dopotutto, intelligente e con un gran gusto artistico, ma è suo
fratello il vero animale sociale del gruppo. Forse Christina assomiglia a Joe, non ama i convenevoli e le formalità, è allegra,
spigliata, tutta uno slancio, una questione di forza e fisicità, forse anche
lei ha delle storie brevi, fatte di corpi che si tengono vicini e sentimenti
che si consumano in fretta come sigarette.
Quello che i giornali hanno sempre detto
di lui, invece, è che Nicholas Jonas è una persona tranquilla. Riservato,
taciturno e con un perenne – incantevole - broncio sul viso, Nick è la persona
più equilibrata del mondo, sempre impegnato a tenere perfettamente bilanciati
tutti gli aspetti della sua vita. Niente colpi di testa, insomma. Nick è il
classico bravo ragazzo, con un bel faccino e una collezione di dischi niente
male. Anche se, gli ultimi mesi sono stati tutto tranne che equilibrati:
problemi con il nuovo album, le pressioni della stampa, l’annuncio dello
scioglimento della band e il successivo trasferimento. Tutta la famiglia aveva
bisogno di staccare, prendersi una pausa e riflettere, lontano da paparazzi e
città caotiche dalle luci stroboscopiche. Ecco perché sono finiti in questo
buco di città, un posto dimenticato da Dio, nel cuore del Texas, in cui nessuno
ancora li ha riconosciuti.
“Ma dove ha vissuto questa gente fino ad
ora?” ripete Joe, quando per strada gli passano
accanto senza degnarlo di uno sguardo.
Ma Nick è di per sé anche molto ottimista
e quindi eccolo li, il suo nuovo equilibrio, con mattoncini nuovi e una nuova
forma. La sua nuova stanza è sempre in ordine, le chitarre nel supporto, i
giochi dell’Xbox nelle custodie, i calzini divisi per colore nel primo cassetto
e le fotografie negli album in ordine cronologico. Ha conosciuto un paio di
persone simpatiche, un pub in cui stillano buona birra e tifano per la sua
squadra ogni sabato, respira aria pulita e sta cercando un lavoretto per
tenersi occupato.
A lui comunque non piace fare commenti o
dare giudizi affrettati, Christina nemmeno la conosce. Non può dire niente, ha
tra le mani solo qualche impressione raccolta nell’unica settimana durante la
quale l’ha vista in giro. Eppure, per un attimo, non può fare a meno di pensare
a quanto assomigli alla ragazza del bar.
Sarà che forse ormai si è abituato alla bellezza levigata e candida delle
ragazze di Los Angeles, quella bellezza obiettiva che non puoi non vedere, le
risate composte, l’odore di gloss e mare che sembrano
emanare e quella specie di luce di cui risplendono, che le fa sembrare continuamente
sotto i riflettori. Quella ragazza, quella
del bar, quella che vedeva spesso ridere al tavolo con i suoi amici, con la
pelle abbronzata e gli occhi azzurri, le ginocchia un po’ sporgenti sotto i
vestiti a fiori, il cui pensiero gli aveva tenuto compagnia tutta l’estate, è
tutta un’altra storia. E chi sa perché, Christina un po’ gliela ricorda.