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Autore: foreverahero00    03/04/2014    1 recensioni
La persona che mi colpì di più fu un quattordicenne del Distretto quattro.
Non ne capì bene il motivo, ma guardando nei suoi grandi occhi color mare percepì la paura che provava. Apparentemente non voleva dimostrarlo, perché sul volto fingeva un sorriso tirato. Non so per quale ragione, ma decisi di doverlo proteggere. Assomigliava moltissimo a mio fratello, aveva i suoi stessi occhi profondi che parlavano ancor’prima della bocca. Ci voleva solo la persona giusta per saperli interpretare.
“Finnick Odair” Disse l’accompagnatrice del Distretto quattro.
Genere: Azione, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Finnick Odair, Nuovo personaggio, Tributi edizioni passate
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Siamo rimasti in sei.
Questo fu il mio ultimo pensiero prima di addormentarmi.
 
Mi svegliai di colpo. Nei miei sogni la scena del giorno prima si ripeteva all’infinito, la ragazza che cadeva per terra senza vita.
Notai che pure Finnick era sveglio.

“Come, non dormi?” Chiesi.
“No, non ci riesco” Disse pensieroso. “Sai, ho notato qualcosa di strano. Degli alberi stanno scomparendo, il bosco sta cambiando.”
“Dici davvero?”

Annuì. Degli alberi stanno scomparendo, il bosco sta cambiando, che significava?

“Aspetta, torno subito”

Mi arrampicai più in alto, per poter vedere tutta l’arena.
Finnick aveva ragione, l’arena stava diventando sempre più piccola, si stava rimpicciolendo.
Ritornai da Finnick.

“L’arena sta diventando sempre più piccola, gli strateghi vogliono trascinarci alla cornucopia per un altro bagno di sangue”
“Siamo rimasti in sei. È strano che ci vogliano morti già adesso.”
“Secondo me sanno che se qualcuno ai margini urterà il campo di forza rimarrà polverizzato”
“Proprio così” Disse convinto. “Ma per adesso siamo abbastanza lontani dai margini”

Presi il cibo che ci rimase ed offrii una galletta a Finnick. Lui la prese senza esitare.
Fui felice di vederlo sorridere.
 
“Ti manca casa?” Chiesi involontariamente.
“Tantissimo, troppo” disse abbassando lo sguardo “Purtroppo probabilmente non avrò modo di tornarci. Sei tu che ti meriti la vittoria”

Quelle parole restarono sospese nella mia mente. Io merito la vittoria? No, è il ragazzino qui accanto che deve tornare a casa, pensai, ma quelle parole non uscirono dalla mia bocca,  rimasero nella mia mente.

“Mi hai salvato il primo giorno, sennò sarei morto” Disse.
“Ehi, ricorda che anche tu mi hai salvato la vita, e non una volta.”

In quel preciso istante il cannone suonò. Guardai Finnick, aveva un’aria turbata. Aveva paura, proprio come ce l’avevo io.
“Ecco, incominciamo” Disse sottovoce.

“È meglio se ce ne andiamo” Proposi.

 
Scendemmo dall’albero.

“E adesso dove andiamo?” Chiese Finnick.
“Beh, potremmo restare vicini alla spiaggia”
“Va bene”

Camminammo per qualche centinaio di metri, la spiaggia non era lontana. Ci guardavamo intorno, per accertari di non aver nessuno alle spalle. Fortunatamente nessuno ci seguì.
Poi successe la cosa più inaspettata di tutte. Sentii un urlo, un urlo di Finnick. Mi girai verso di lui, si teneva stretto ad un ramo ai margini del crepaccio che nessuno dei due aveva visto prima. Lo guardai negli occhi e percepii la sua paura. Corsi verso di lui, lo aggrappai per una mano, ma il ramo si ruppe.

“NOO” Gridai.

 
Ma Finnick rimase aggrappato alla mia mano,  e io riuscii a tenerlo. Gli porsi anche l’altra mano e co un po’ di fatica lo tirai su.

Lo abbracciai.

Nei secondi precedenti ebbi talmente paura di vederlo morire, che non riuscii a trattenermi. Lui ricambio l’abbraccio.
Solamente in quel momento capii di aver trovato un amico, non solo un alleato. Un amico al quale darei la vita pur di salvarlo. 
  
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