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Autore: f9v5    03/04/2014    4 recensioni
[Cross-over; Sonic Adventure 2/Powerpuff girls Doujinshi] [Nomi originali dei personaggi]
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In seguito al fallimentare tentativo di controllare Chaos, il Dr. Eggman escogita un nuovo piano per realizzare i suoi desideri di conquista del mondo, contando anche su un aiuto giunto dal passato.
Sarà compito di Sonic the Hedgehog e Blossom Utonium, insieme ai loro amici, riuscire a fermarlo, sempre che Sonic non stia dalla parte sbagliata della barricata.
Genere: Avventura, Comico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Mobius' War'
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-Si può sapere dov’è Bell? Sono alcuni giorni che non si fa vedere?- si chiese il Dr X, passeggiando tranquillamente per gli oscuri corridoi del Black Eden.
Non che fosse preoccupato, sua figlia aveva tutte le capacità per difendersi da qualunque aggressore, ma non nascondeva di provare un certo fastidio per il fatto di essere all’oscuro della sua locazione.
Una volta raggiunta la sala principale si accomodò sulla sua poltrona e cominciò a grattare nervosamente il bracciolo destro.
-Samantha!- la sua voce imperiosa si fece presto spazio nei meandri di tutto il luogo e ben presto la ragazza fu al suo cospetto.
-Cosa c’è?- chiese questa, non nascondendo un leggero fastidio per essere stata disturbata nel bel mezzo di un allenamento, doveva prendersi la sua rivincita su quell’odiosa powerpuff girl mora che le aveva staccato un dente.
-Sono alcuni giorni che non abbiamo notizie di Bell e non nego che la cosa mi lascia leggermente perplesso.-
-E allora?-
-Allora… tu dovrai scoprire dove si è cacciata e, se eventualmente ci fosse, il perché!-
-Per quale motivo dovrei mettermi alla ricerca di quella stupida perditempo. Non ci può andare quell’altro perdigiorno di Zim?- sbottò poi inviperita, non riusciva a capire perché dovesse essere lei a sobbarcarsi un compito tanto ingrato.
Sentendosi chiamato in causa, l’alieno invasore apparve da dietro la porta del dottore puntandole il dito contro, visibilmente arrabbiato per essere stato tirato in mezzo.
-Ehy, non cercare di trascinarmi nello schifo con te, la mocciosa la devi cercare tu e la cerchi tu!-
-In verità, Zim…-
Le antenne nere dell’alieno vibrarono in segno d’allarme al sentire il tono calmo, ma celante una velata minaccia, del suo capo.
-… Bell è sempre in compagnia di GIR e, se non vado errato, lui è sotto la tua responsabilità, quindi Samantha ha ragione, anche tu andrai con lei!-
-Cosa?! Ma a me a me cosa vuoi che importi di quella specie di rottame ambulante?-
Bastò uno sguardo da parte del Dr X, però, per fargli venire i brividi lungo la schiena.
-Dicevi?-
-Beh, in effetti, un pò la sento la mancanza di GIR, magari ha bisogno di me, il piccoletto. Vado anche io!- fece il finto tonto, per poi aggregarsi ad una Sam ancora ringhiante di rabbia.
Quando i due si furono allontanati, l’uomo potè lasciarsi andare ad un sospiro liberatorio.
-Quella ragazzina è una vera peste, mi auguro non si sia cacciata in qualche guaio.-
In seguito si voltò verso la grande quantità di computer che teneva allestiti nella sala, cominciando a digitare alcuni dati.
-Sarà il caso di aggiornare il mio status: solo nel covo con la figlia chissà dove a fare chissà quale casino… ammesso che esista questo status.-
 
 
 
-Dunque, come ci organizziamo per liberare Sonic?- chiese Knuckles all’indirizzo di Tails e Dexter, gli unici che, a detta sua, potessero farsi venire un’idea buona su come tirare fuori il riccio blu da Prison Island.
Seduti l’uno di fronte all’altro, i due cervelloni del gruppo stavano rimuginando su tutte le possibili soluzioni, verificando varie ipotesi e tenendo in conto tutte le possibili varianti che sarebbero potute entrare in gioco.
In quella situazione sembrava però che l’unica a prestare attenzione ai due che si scervellavano fosse Blossom , finalmente libera del gesso al braccio sinistro, ma col braccio ancora leggermente intorpidito.
-Non vorrei sembrare scortese, ma se per voi non è un problema, io andrei dal professor Jack per giocare un po’ con Courage, è da un po’ che non lo vedo.- nessuno ebbe la voglia di protestare quando Bubbles espresse il desiderio di andare a trovare il suo amico peloso, anzi la ritennero legittimata a farlo: in quei pochi giorni ne erano successe di cose e prendersi una piccola distrazione sembrava una cosa giusta, tanto che poco dopo, sotto esortazione degli stessi Tails e Dexter, anche le altre due sorelle e Knuckles si aggregarono alla biondina, nella speranza di svagarsi un po’ e tenere la mente sgombra da inutili preoccupazioni.
Ma dopo una mezz’ora buona passata a rimuginare su piani, idee e soluzioni, entrambi sbatterono la testa sul tavolo.
-Ci rinuncio, sembra che non ci sia modo per entrare a Prison Island senza essere scoperti, per ogni tipo di piano che abbiamo analizzato c’è sempre un qualche sistema di sicurezza che riuscirebbe a segnalare la nostra intrusione.- dichiarò mortificato il volpino.
Gli sembrava tutto così strano senza Sonic in giro a rallegrare l’atmosfera con qualche battutina tipica del suo repertorio o a fare i capricci perché non aveva potuto mangiare chili-dog a colazione (ci provava spesso, ma lui gliel’aveva  sempre impedito; non era affatto salutare!) e, doveva ammetterlo, senza di lui, si sentiva spaesato.
Era abituato fin troppo alla presenza del suo “fratellone”, lui c’era sempre stato in un modo o nell’altro, per sostenerlo o per dargli qualche consiglio, sempre a modo suo.
In un certo senso, si poteva dire che Sonic l’aveva viziato, abituandolo al fatto che lui sarebbe sempre stato al suo fianco nelle situazioni critiche.
Ma in quel caso non era possibile, non con il riccio blu chiuso in gattabuia in una delle prigioni più sofisticate di tutto il mondo.
Eppure era già successo di dover affrontare da solo una situazione disperata e non era nemmeno andata male; insomma, non tutti sarebbero stati capaci di disinnescare una bomba che avrebbe potuto radere al suolo tutta Station Square, ma lui c’era riuscito, a dimostrazione del fatto che, malgrado tutto, un po’ d’ indipendenza aveva cominciato ad acquisirla.
Ma, essendo sempre stato uno dall’autostima bassa, Tails non trovava confortante quel ricordo, il pensiero poi del suo migliore amico dietro le sbarre non lo faceva neanche ragionare con lucidità.
Quando poi diede un’occhiata a Dexter, notando un’aria, se possibile, ancor più abbattuta della sua, capì che, in quelle condizioni, non avrebbero mai cavato un ragno dal buco.
Alla fine sospirò affranto.
-Che giornataccia!-
 
 
 
Knuckles mollò un pugno ad un albero per scaricare la tensione accumulata.
Il nervosismo che lo attanagliava era palese e aveva tutti i motivi per essere arrabbiato: Sonic era in prigione per colpa di un crimine che non aveva commesso, era ovvio che non fosse colpa sua e, come se non bastasse, quella maledetta ladra di Rouge gli aveva fregato un Chaos Emerald da sotto il naso.
Quindi non trovò metodo migliore che prendere a pugni quel povero vegetale, colpevole di stargli davanti, per calmarsi.
Bubbles, poco più in là, accarezzava distrattamente Courage, accoccolato sulle sue ginocchia.
La ragazzina era in uno di quei rari momenti in cui sembrava che la sua vitalità fosse completamente sparita nel nulla, sostituita da un velo di preoccupazione.
Il cucciolo capì subito lo stato d’animo dell’amica, ma non sapeva come fare per aiutarla a stare meglio.
Eh sì che anche lui ne aveva affrontate di situazioni al limite dell’assurdo (forse, riflettendoci bene, anche oltre), ma non gli era mai capitato di dover risollevare il morale ad una persona abbattuta.
Quella possibilità, in effetti, non gli si era mai presentata con i suoi vecchi padroni: Muriel era sempre stata una vecchietta tranquilla e gentile e Eustace… beh, di lui preferiva non ricordare nulla.
Non era mai riuscito a capire quale fosse il motivo dell’astio di quell’uomo nei suoi confronti e forse neanche gli interessava saperlo.
Aveva provato a legare con lui, ma non c’era stato mai verso.
Ma a quel punto non aveva più senso preoccuparsi, seppur a volte gli tornava alla mente il ricordo della sua dolce padrona e sperava solo che stesse bene anche senza di lui.
-E’ un’ingiustizia! Un eroe finisce dietro le sbarre e noi non abbiamo nessun’idea per aiutarlo.- dichiarò sconsolata Blossom, ancora mortificata per non essere riuscita ad andare in aiuto del riccio blu la sera prima.
Tutta colpa di quello Shady-Shady, almeno, gli pareva che Bell l’avesse chiamato così, che l’aveva tramortita come nulla.
Una cosa certa era che, chiunque fosse quel tipo, doveva essere davvero forte per essere riuscito a mettere Sonic al tappeto.
-Speriamo che Tails e Dexter riescano a farsi venire un’idea.-
Nel frattempo, dentro al dojo del professor Jack, Buttercup stava cercando di mettere a frutto gli insegnamenti del sensei.
-Ricorda cosa ti ho detto Buttercup: un bravo guerriero deve essere in grado di mantenere un perfetto equilibrio tra corpo e mente: se si eccede col corpo, la mente resta vuota, se si eccede nella mente, il corpo resta indifeso.-
Per quanto quel genere di discussioni sembrassero una sorta di lingua arcaica per lei, la mora era seriamente intenzionata a capire il significato delle parole dell’uomo, non che non avesse capito davvero il senso, ma non comprendeva come applicarlo.
E lei, inoltre, era un disastro a meditare, non era proprio cosa che lei masticava, la sua “dieta” era a base di cazzotti e calci nel sedere dei nemici.
L’uomo dai tratti orientali era perfettamente conscio delle difficoltà della sua allieva in quell’ambito, per tale ragione pretendeva da lei il massimo impegno, sapeva che, con la forza di volontà, sarebbe riuscita a trovare il suo equilibrio.
-Basta così!-
Rimase sorpresa da quell’ordine, non doveva allenarla per migliorare.
-Stai stressando troppo la mente, non sei ancora in grado di trovare il tuo equilibrio.-
-Non riesco a capire cosa lei stia intendo?- sbottò leggermente alterata, salvo calmarsi e arrossire di botto quando l’uomo le poggiò le mani sulle spalle con fare paterno.
-Buttercup, sei una ragazza con una grande forza d’animo e questo è importante, ma in questo momento il tuo spirito è troppo condizionato da fattori esterni che ti impediscono di gestire il tuo potenziale. Sei riuscirai a far sì che tali condizionamenti non influiscano sul tuo spirito, esso troverà la strada per raggiungere il tuo corpo e creare tra loro il collegamento giusto. Non ci arriverai con la fretta, ma con la calma e la costanza.- le spiegò saggiamente il suo insegnante.
In realtà alcune parti le erano sfuggite perché si sentiva inspiegabilmente in imbarazzo, ma sembrava aver afferrato il concetto.
-G-grazie sensei.- borbottò a testa bassa per non far vedere il lieve rossore che le aveva tinto le guance di nuovo.
-Allora… se non le dispiace… i-io vado.-
Una volta raggiunte le sorelle e l’echidna fuori nel cortile notò che Tails e Dexter li avevano raggiunti.
-Avete escogitato un piano? Mi auguro non sia una roba da femminucce, un combattimento almeno vorrei farlo.-
Ma l’espressione del volpino lasciava intendere che l’argomento era da rimandare e pensare ad altro.
-Purtroppo Sonic dovrà aspettare. Sono apparsi due Chaos Emeralds in una volta e sicuramente anche Eggman concentrerà la sua attenzione su di essi, dobbiamo anticiparlo!-
-Beh, una scazzottata ci scappa sempre. Dove si trovano?-
 
 
 
-Uno è a “Pumpkin Hill” e l’altro a “Sky Rail”.- dichiarò soddisfatto il dottor Eggman dinanzi a Bell e Rouge, mentre Shadow se ne stava in disparte a braccia conserte, come se tutto ciò non lo riguardasse.
Lo scienziato doveva ammettere che avrebbe preferito occuparsi della distruzione di Prison Island prima, ma la possibilità di ottenere altri due Chaos Emeralds in una volta sola e far salire a cinque il numero in suo possesso era troppo allettante per lasciarsela scappare.
E con Sonic tenuto a freno dietro le sbarre era pressoché impossibile che non cadessero nelle sue mani.
-Allora, come ci muoviamo?- chiese distrattamente Rouge.
Bell si era distratta a fissare estasiata le luci intermittenti di uno dei tanti computer della sala, finendo per non prestare più attenzione.
-Ovvio, c’è ne impadroniamo prima che eventuali seccature vengano a rompere le uova nel paniere! Rouge, tu e la ragazzina andate a “Pumpkin Hill” e portate con voi una decina di E-1000 perché non si può mai sapere.-
-Ma che c’è ne facciamo di quei ferri arrugginiti, si piegano come un tonno oltrepassato da un grissino.- lo prese in giro la ragazzina albina, facendogli fare un verso di fastidio, non si arrabbiava perché tanto non aveva senso sprecare tempo con lei e il suo piccolo robot da compagnia.
-E a “Sky Rail” ci mandiamo Shadow, presumo.-
-Esatto Rouge! Shadow non ha bisogno di aiuti, chiunque cercherà di ostacolarlo verrà miseramente eliminato dalla sua forza ineguagliabile.-
-Certamente.- asserì quest’ultimo, come a voler sottolineare che non esisteva nessuno in grado di impensierirlo.
-Allora?! Ancora qui?! Potete andare se non l’avete capito, la conquista del mondo mi attende!- li liquidò prontamente per tornare a crogiolarsi nella sua sicurezza di vittoria.
Rouge replicò svogliatamente che non c’era bisogno di avere fretta e poi si trascinò dietro una Bell che, non avendo prestato attenzione più del dovuto, non aveva capito bene cosa dovessero fare.
Shadow aveva imboccato un’altra uscita.
Mentre camminava per i corridoi bui, illuminati da qualche lieve luce al neon, si ritrovò a pensare all’ingenuità di quell’uomo.
Si illudeva davvero che lui lo stesso umilmente servendo per raggiungere i suoi scopi di conquista?!
Tsk, poteva anche essere un Robotnik, ma il suo desiderio di potere era uguale a quello di qualunque altro essere umano.
Si sarebbe servito di lui fino a quando ne avrebbe necessitato, una volta raggiunta la sua destinazione, si sarebbe liberato anche di lui.
Avrebbe compiuto la sua missione.
-Shadow…-
Un lampo improvviso gli passò per la testa.
-Promettimelo Shadow…-
Il riccio crollò a terra tenendosi la testa, di nuovo quelle maledette fitte.
Continuava a vederla, continuava a ricordare, sapeva cosa le aveva promesso, perché allora c’erano dei brevi istanti in cui sembrava che stesse facendo la cosa sbagliata?
Shadow the Hedgehog si rialzò e scosse la testa per calmarsi, tornando più serio di prima.
No, non stava facendo nessun errore.
Era sbagliato e immorale ciò che stava facendo? Forse, ma non gli interessava, la sua promessa sarebbe stata mantenuta.
-Te l’ho promesso Maria… vendetta!-
 
 
 
-Non ho idea di chi sia stato a costruire questo posto, ma avrei tanto voluto conoscerlo.-
-In effetti è un capolavoro meccanico di non trascurabile capacità intellettiva.-
Tails e Dexter erano estasiati nell’ammirare il paesaggio che costituiva la zona di Sky Rail.
Il luogo era caratterizzato da grandi costoni di roccia, alti a tal punto che, se si guardava di sotto, non si riusciva a vedere niente per colpa delle nuvole, ciascuno dei quali presentava una cima pianeggiante, ma sicuramente il dettaglio che aveva attirato l’attenzione dei due non era tanto quello, quanto piuttosto le rotaie da treno che collegavano tutti quegli isolotti altissimi.
Non erano neanche rotaie lineari, alcune di esse si diramavano in complessi movimenti geometrici che, tuttavia, riuscivano a presentare una complessa armonia, senza intralciare il percorso degli altri.
Un vero capolavoro della meccanica, secondo loro due.
Blossom invece non riusciva a vederci tutta questa genialità e complessità, a lei sembravano solo dei lunghi ferri disposti in modo che si potesse passare da un’isola di terra all’altra, seppur anche lei non potè fare a meno di pensare che ci volesse dell’ingegno non trascurabile dietro ad una costruzione del genere.
Tails consultò il suo radar cercando di rintracciare il segnale del Chaos Emerald situato in quella zona, mentre Dexter si sistemava gli occhiali, riflettendo sul fatto che non aveva ancora avuto la possibilità di “scambiare due parole” con Otto e Blossom che stiracchiava leggermente il braccio sinistro, nel tentativo di riabituarlo al movimento.
-Ok, dobbiamo andare per di là! Credo proprio che non potremo usare il Tornado X per spostarci, Dexter, le rotaie ostacolerebbero troppo il volo e non sono sicuro di riuscire a mantenere l’assetto in mezzo ad esse. Quindi le possibilità sono: o ti fai portare in volo da me e Blossom, o scendi giù per le rotaie stesse.-
Il genio dal ciuffo rosso si sporse un attimo per dare un’occhiata di sotto, era proprio un bel salto.
Non era mai stato un grande atleta, per quanto negli ultimi anni avesse affinato le sue abilità nel combattere, e l’idea di sfracellarsi e diventare una “frittella di scienziato” non lo allettava.
-… Sceglierò la prima opzione, è la più sicura.-
Mentre i tre cominciarono ad avviarsi verso il costone più vicino, una luce abbagliante apparì all’improvviso dove prima stavano loro, smorzandosi dopo pochi secondi e rivelando una figura irsuta.
“Quei tre?! Tsk, sarà più facile del previsto!”
 
 
 
Courage aveva affrontato di tutto e di più durante la sua vita: gatti psicopatici, volpi mangiatrici di uomini, hippie rompiscatole e maledizioni varie.
L’unica cosa che collegava tutte quelle avventure assurde del suo passato era l’immensa paura che esse suscitavano in lui.
Era un codardo di natura, se ne rendeva conto e quello era un dato di fatto, eppure l’affetto per la vecchia Muriel lo spingeva, con quello che ormai si poteva definire il suo motto -Che cosa non si fa per amore?-, a compiere imprese al limite dell’impossibile per lei, la donna che lo aveva preso con se e che gli aveva voluto bene come se fosse stato suo figlio, più che il suo animale da compagnia.
Quando era stato costretto a lasciarla ne aveva sofferto, ma Jack si era preso cura di lui e lo aveva curato dalle ferite della sua ultima follia e gli sarebbe sempre stato grato.
E poi aveva conosciuto Bubbles; la supereroina aveva dimostrato sin dall’inizio una grande simpatia nei suoi confronti e poco per volta si stava rendendo conto che l’affetto che pensava potesse trovare solo nel caldo abbraccio della vecchia Muriel lo stava ricevendo anche dalla sua nuova amica.
Per questo, quando lei gli aveva chiesto se voleva accompagnarle nella loro missione il cucciolo, dopo un attimo di titubanza, aveva acconsentito ad andare con lei e Buttercup nella zona di “Pumpkin Hill” per cercare il Chaos Emerald che era stato rilevato lì.
Non l’avesse mai fatto.
A osservare quel luogo gli sembrò di essere finito di nuovo in una di quelle situazioni paranormali che lo avevano spesso coinvolto tempo addietro.
Un immensa distesa di terra secca e circondata da costoni rocciosi, molti dei quali, per mezzo di chissà quale fenomeno naturale, avevano assunto una forma che ricordava molto una zucca di Halloween nel suo sguardo più terrificante.
Ad aggiungere ulteriore pepe al posto, un castello diroccato faceva capolino a qualche decina di metri da dove si trovavano loro e la sua aria inquietante e sinistra contribuiva a far venire al botolo rosa ancor più la pelle d’oca.
“Ma chi me l’ha fatto fare?” pensò distrattamente, senza staccarsi dalla gamba di Bubbles.
-Non avere paura, Courage, ci sono io con te e non permetterò che ti accada nulla.-
-Tsk, ancora non capisco perché c’è lo siamo dovute portar dietro? Almeno ci fosse stato anche Knuckles, ma avuto quell’impegno dell’ultimo minuto che, se ho capito giusto, era molto importante.- mormorò svogliatamente la mora, un po’ dispiaciuta per il fatto che l’echidna non fosse lì.
Dopo tutto avevano dimostrato di possedere una grande intesa, dovuta molto probabilmente alla loro comune passione per la lotta, e non poter lottare di nuovo in squadra con lui le dispiaceva.
Se aveva capito giusto, il rosso aveva spiegato di non poter andare con nessuno di loro perché doveva tornare di fretta a Angel Island, la sua isola volante, per accertarsi di una cosa importante, senza però dare ulteriori spiegazioni.
Anche se aveva sentito Tails borbottare -In effetti erano tre giorni che non parlava di Master Emerald e di fargli la guardia… wow, un nuovo record.- ma preferì lasciar perdere.
-Forza voi due, il Chaos Emerald non aspetta altro che essere trovato. Se qualcuno ci sbarrerà la strada, avrà un incontro ravvicinato con il mio destro.- si sgranchì già le mani nell’eventualità fosse necessario.
Le due ragazze, più cane, si incamminarono dunque verso il castello, con l’animale che, sempre attaccato alla gamba dell’amica, stava scrivendo, su un papiro, un qualcosa di poco chiaro ma di cui si intravedeva il titolo “Le mie ultime volontà.”
 
 
 
Knuckles the Echidna aveva tirato un forte sospiro di sollievo quando, già in lontananza, aveva intravisto la sua isola continuare a fluttuare sopra il mare del porto di Station Square.
Ma essendo sempre stato molto fiscale quando l’argomento in questione era la protezione del Master Emerald, stabilì con se stesso che non si sarebbe ritenuto soddisfatto e tranquillo finchè non avesse visto di persona la gemma al suo posto sull’altare del suo tempietto.
Certo, Eggman era concentrato sulla ricerca dei Chaos Emeralds, ma ciò non escludeva che potesse tentare qualche mossa delle sue.
E poi c’era sempre Rouge, Chaos quanto poco la tollerava, anche se, doveva ammetterlo, avrebbe preferito vedere il Master Emerald in mano a lei che a Eggman.
Non che l’idea di vedere il suo gigantesco smeraldo mostrato come un banale gioiello ornamentale gli piacesse, ma sempre meglio che vederlo usare per conquistare il mondo.
Man mano però che si avvicinava, sentiva la tensione diminuire, forse si stava preoccupando troppo.
Giunto in cima all’altare capì che era vero: si era preoccupato troppo… troppo poco!
-E tu chi diavolo sei?- la strana aura demoniaca che percepiva in quell’essere non lo faceva stare tranquillo.
Questi si voltò.
-Oh, il guardiano del Master Emerald… aspettavo proprio te.-
-E perché, di grazia?-
-Ehy, mantieni la calma, è meglio per te. Ti consiglio d collaborare se non vuoi avere guai.-
Ma chi diavolo s credeva di essere quel tipo impellicciato di tutto punto.
Knuckles capì che quella situazione non si sarebbe risolta a parole.
-Non so chi sei e non mi interessa, ma io ora ti rompo il culo!-
Si gettò addosso al nemico, nella foga del momento non notò la gemma rossa che risplendeva in una delle sue chele.
 
 
 
 
 
Angolo dell’autore:
Ehilà, sono tornato!
Per fortuna sto riuscendo a mantenere un buon ritmo con questa long-fic, tanto che ormai potrei seriamente pensare di portarla a termine prima di ritornare a concentrarmi sulle altre long.
Spero sarà così.
Dunque, come avete potuto vedere, in questo capitolo abbiamo visto i nostri dividersi per andare alla ricerca di due Chaos Emeralds in una volta e le cose, almeno al momento, sono stabili.
Ma non lo resteranno ancora per molto.
Direi che è meglio non aggiungere altro, tranne che, entro breve, dopo che sarà avvenuta la liberazione di Sonic, ci sarà un piccolo cambio di rotta: ebbene sì, una saga dentro la saga (sia chiaro che non sarà da considerarsi filler),  che muoio dalla voglia di scrivere, perché ho già alcune idee su come gestirla e che potrebbe anche strapparvi parecchie risate, malgrado la serietà.
Detto questo, vi saluto gente!
 


 
  
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