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Autore: Katherine Buffy Pierce    03/04/2014    0 recensioni
Il titolo parla già da se perciò non anticiperò nulla, nella trama. Questa FF è collocata alla fine, CHE IO HO IMMAGINATO, della quinta stagione, ovvero quando Damon viene ucciso da un viaggiatore per uno scontro a causa di una questione di Doppelganger. Quando vede Bonnie, per poterla attraversare e andare nell’altro lato, non succede nulla. Damon viene catapultato nella stessa dimensione in cui si trova Katherine Pierce. La storia che racconterò, partirà circa 4 mesi dopo la morte di Damon. Elena, Stefan e gli altri, sono riusciti a portare indietro Damon da quella dimensione infernale anche se non si sono portati indietro solo Damon... Elena e gli altri, escono una sera per festeggiare il ritorno di Damon ma avranno una piccola sorpresa riguardo uno dei due fratelli Salvatore. Il narratore di questa FF è un nuovo personaggio chiamato Alex Fell.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Katherine Pierce, Nuovo personaggio, Stefan Salvatore, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'La storia di Alex'
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-Oh.- è l’unica cosa che riuscii a pronunciare in quel momento. Come era possibile?!
-So che ti sembra strano ma... Tutti mi dicono che non dimostro affatto l’età che ho e quindi so che è difficile che tu creda che io abbia 35 anni”. 35 anni? Ma è scemo?!
-Beh. In effetti...- dissi io lasciando cadere il discorso.
Restammo tutti in silenzio un attimo e poi mi venne in mente una cosa.
-E se ci fossimo sbagliati? Magari dovremmo fare un test del DNA.- dissi io sperando che mi ascoltassero.
-Ok. Andiamo!- disse lui prendendomi il braccio e trascinandomi via.
-Ehi! Aspetta! Sono le 11 di sera! Un test del DNA, solitamente, lo fanno di giorno.- dissi io fermandomi fuori dalla sua auto.
-Entra! Questo non sarà un problema.- disse lui picchiettando la mano sul sedile per farmi di salire.
Ero titubante e impaurito da questa situazione però accettai di salire. Avevo sempre voluto sapere quali erano le mie origini paterne e in quel momento potevo averne l’occasione anche se ripensavo alle parole che mia madre mi disse su Stefan: “Stai lontano da questo ragazzo. Potrebbe essere molto pericoloso.”. Cercai di non pensarci e dopo pochi minuti, eravamo arrivati all’ospedale. Una volta raggiunto il secondo piano, mi fece aspettare nella sala d’attesa con l’altro ragazzo e le 2 ragazze. Tutti loro mi guardavano incuriositi e stupiti, ma non parlavano ne a me, ne tra di loro.
-Ok, io ho già fatto. Ora entra... Tocca a te.-
-Wow. Ora che so che fanno gli esami anche di notte, non verrò mai più qui a fare la coda di giorno!- dissi io mentre mi avvicinavo all’ambulatorio in cui un test avrebbe cambiato la mia vita, molto probabilmente.
Il dottore mi prelevò una fialetta di sangue e qualche capello. Non mi piacevano gli aghi e non volevo che mi prelevasse il sangue. Mi faceva impressione il sangue. Una volta sceso dal lettino, il dottore mi fece accomodare fuori con gli altri. Restammo zitti per un’ora circa, quando il silenzio che si era creato nella sala d’attesa, venne interrotto con l’arrivo del medico. -Ci ho impiegato un po’ più del solito, ma solo perché volevo essere sicuro del risultato e perciò ho ricontrollato il tutto esattamente 7 volte. Stando ai vostri DNA, Stefan Salvatore è il padre biologico di Alexander Fell. Non so se dire congratulazioni o mi dispiace, vedetela come volete. Buona notte.- disse il dottore andandosene nel suo studio. Tutto ciò che avevamo previsto, si era avverato. Ma io continuavo a pensare alle parole di mia madre e, siccome mi fidavo di più di lei che di questo sconosciuto che ora potrei chiamare papà, non volevo averci molto a che fare. Stefan e gli altri erano sconvolti tanto quanto me. Io mi alzai e iniziai ad incamminarmi nel corridoio. Due secondi dopo, sentii Stefan subito dietro di me.
-Ehi, dove vai?- chiese camminando di fianco a me.
-Domani ho scuola e siccome devo fare l’autostop, non vorrei arrivare a casa ancora più tardi del previsto.- risposi io senza guardarlo e continuando a camminare verso l’ascensore.
-Non puoi andartene così dopo quello che abbiamo scoperto oggi. Tu vieni a casa con me. Domani salterai scuola.- disse lui fermandosi davanti a me.
-Beh, no! Io devo andare e solo perché sei il mio padre biologico, non significa che devi conoscermi o altro.- risposi io in tono un po’ acido. Mi dispiaceva avergli detto quella cosa. Il suo sguardo, voleva dirmi di più. Lui voleva davvero conoscermi, credo.
-Ti prego. Io voglio conoscerti! Per favore.- disse lui ancora con quello sguardo triste e implorante.
-Eh va bene. Andiamo.- dissi io cedendo.
Appena uscimmo dall’ospedale e salimmo in macchina, iniziò un discorso tra me, Stefan e i suoi amici.
-Beh, io sono Caroline! Un’amica di Stefan!- disse la ragazza bionda seduta di fianco a me con un mega sorrisone, interrompendo il silenzio.
-Piacere, Alex- risposi con un mezzo sorriso.
-Oh, io sono Elena. Anche io sono amica di Stefan. Beh più o meno. Piacere!- disse l’altra ragazza mora seduta in parte a me, quella che mi aveva difeso prima nel parcheggio.
-Piacere!- dissi sempre con un mezzo sorriso.
-E io sono Damon. Beh, tuo zio tecnicamente.- disse il ragazzo seduto davanti vicino a Stefan.
-Oh. Piacere. Non sapevo foste fratelli.- dissi io per non sembrare troppo freddo.
-Oh si! Non ci somigliamo per niente, però.- disse Damon girandosi per farmi un sorriso. Dopo questi discorsi di presentazione, nessuno parlò più. Loro abitavano tutti a Mystic Falls, una cittadina vicino a Lynchburg, ovvero dove abitavo io. Una volta che Stefan si fermò davanti ad una piccola casetta vicino al centro per lasciare Caroline a casa sua, proseguimmo il viaggio verso il bosco. Stavamo entrando in una strada immersa nel bosco che alla fine, scoprii che portava ad una bellissima casa enorme. Sembrava antica e, ho già detto enorme?
Appena entrai, notai subito l’arredamento classico e antico perciò questo, confermava la mia ipotesi: era antica. Dopo qualche metro, entrammo tutti in un salone enorme in cui c’era un camino acceso che mi riscaldava per bene.
-Bene, devi essere stanco. Puoi usare camera mia per stanotte, dato che le altre sono tutte in disordine. Ho fatto cambiare le lenzuola oggi pomeriggio. Stasera io dormirò qui sul divano.- disse Stefan nella mia direzione.
-Oh, no. Io posso dormire pure qui. Non preoccuparti.-
-No, insisto. Per favore.- disse lui di nuovo.
-Ok, va bene.- dissi io alla fine. Ero stanco, non mi importava dove dovevo dormire, avevo bisogno al più presto di una superficie morbida su cui poter riposare.
La sua camera era al piano di sopra e una volta che mi sistemai nel letto, caddi in un sonno profondo.


PS: Nel prossimo capitolo, farà la sua entrata in scena, la doppelganger più spietata del mondo: Katherine Pierce.
  
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