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Autore: Colpa delle stelle    04/04/2014    7 recensioni
E se Katniss non avesse resistito alla chiamata dell'arco e delle frecce e avesse provato qualche tiro durante le sessioni di Addestramento?
E se i Favoriti si fossero accorti della sua bravura e le avessero proposto un'alleanza?
Se lei avesse accettato?
Questa non è la storia dei due "innamorati sventurati".
Questa è la storia di come una semplice ragazza lotterà per ritornare alla sua vita, per riabbracciare la sorella, per camminare ancora una volta nei boschi del Distretto 12.
E di come due paia di occhi grigi, intrisi del suo stesso odio e della sua stessa determinazione, la spingeranno fino al limite.
Katniss è la ragazza in fiamme e non può vivere senza Gale, il fuoco che l'alimenta e la tiene in vita.
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Favoriti, Gale Hawthorne, Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Capitolo 3




Il lento salire della piattaforma, che entro pochi secondi mi scaricherà nell'arena, dovrebbe solo irritarmi ancora di più, ma so già che non potrei essere più nervosa di come mi sento adesso.
Nonostante Cinna non approvi la mia alleanza con i Favoriti, il suo sostegno è stata l'unica àncora di salvezza a cui ho potuto aggrapparmi negli scorsi giorni.
Era lampante il fatto che non gli andasse giù questo mio improvviso cambio di fronte, ma gli era anche chiaro il perché l'avessi fatto, e non si sentiva in vena di giudicarmi.
Non conosco alcun particolare della vita privata del mio stilista, ma l'unica cosa di cui sono certa, è che non ha dovuto soffrire la fame e mantenere in vita da solo una famiglia per più della metà dei suoi anni.
E non è nemmeno costretto a partecipare agli Hunger Games, come invece devo fare io.
E non deve combattere con la certezza che, subito quel giorno, potrebbe uccidere un altro Tributo, magari della mia stessa età, che ha una famiglia a casa che lo aspetta.
Per mantenere fede alla promessa fatta a Prim, ma anche per ragioni più profonde, sono pronta a imbracciare un'arma e a privare della vita una persona.
Provo a ripetermi nella mente, ininterrottamente, le parole di incoraggiamento che Gale mi ha rivolto nel Palazzo di Giustizia.
Non c'è molta differenza.
Tra l'uccidere un uomo e un animale.
Non c'è molta differenza.
Forse se continuerò a ripetermelo, a lungo andare non mi farà più rizzare i peli sulle braccia.
E potrei anche arrivare a crederci, prima o poi.
La luce del giorno mi abbaglia improvvisamente e mi riporta alla realtà.
La Cornucopia dorata è davanti a me, scintillante in tutta la sua tentazione.
Dietro, un infinito campo di grano, all'apparenza vuoto e silenzioso, ma che potrebbe nascondere qualsiasi tipo di insidia.
A sinistra il lago e a destra i boschi.
Se non fossi alleata con i Favoriti, se volessi combattere questa battaglia da sola, sarebbe quello il primo luogo dove mi rifugerei.
Ma il mio obiettivo è cambiato.
- Signore e signori, che i settantaquattresimi Hunger Games abbiano inizio! -
La voce di Claudius Templesmith, l'annunciatore intramontabile dei giochi, riecheggia per l'intera arena ed è colei che da inizio al conto alla rovescia.
Mentre i secondi vengono scanditi, mi prendo qualche attimo per studiare la mia posizione e quella degli altri, e agire poi di conseguenza.
I metri che separano la linea dei Tributi dalla Cornucopia sembrano essere fatti apposta per me.
A scuola, durante le gare di corsa, ero sempre la prima nello sprint iniziale ed ero sempre la prima che tagliava il traguardo, superando anche ragazze più grandi e più robuste di me.
Il mio segreto sta nel fisico: sono piuttosto bassa e ho poca resistenza, ma sono nel contempo agile e veloce.
Nessuno può battermi negli scatti.
E ho come il presentimento che, grazie al cibo ingurgitato dal viaggio in treno fino ad ora, il mio corpo ci abbia guadagnato.
Automaticamente mi posiziono nell'assetto di corsa, con la schiena piegata verso la gamba destra e la gamba sinistra dietro, a bilanciare l'equilibrio.
Prima dello scadere del tempo, rivolgo solo un veloce sguardo a Cato, il più vicino a me, e ci scambiamo un'occhiata d'intesa.
Deve aver già capito quali sono le mie intenzioni.
Appena i secondi finiscono e il gong d'inizio dei giochi mi invade le orecchie, le mie gambe si muovono automaticamente e scattano in avanti, trascinando il resto del mio corpo con sé.
Nonostante mi concentri esclusivamente verso la Cornucopia e tutti i miei sensi siano indirizzati all'unico arco che fa bellamente mostra di sé vicino alle altri armi, riesco anche a rendermi conto che le mie speranze non mi hanno delusa.
Faccio in tempo ad imbracciare l'arco, a indossare la faretra e a incoccare una freccia prima che un altro Tributo riesca ad avvicinarsi alla Cornucopia.
Anche se non sembra interessato a me, ma solo allo zaino che stringe nelle mani, lo prendo subito come bersaglio e una freccia gli trapassa la gamba, da parte a parte.
Il suo urlo di dolore mi coglie alla sprovvista e mi blocca, quel poco che basta per non accorgermi che il Tributo dell'otto, munito di spada, ha l'intenzione di trafiggermi lo stomaco.
Reagisco d'istinto e prima ancora di svegliarmi dal torpore in cui sono caduta, una freccia si conficca nel petto del mio aggressore, che barcolla per pochi attimi e poi atterra sull'erba, con un tonfo sordo.
Un'altra volta mi ritrovo prigioniera delle mie emozioni e non posso fare a meno di provare orrore per me stessa.
Da semplice ragazza ad assassina in cinque secondi.
- Fuori uno. -
L'esclamazione di Cato, per quanto brutale, mi fa sentire potente e sicura.
Un Tributo in meno con cui contendere il titolo di vincitrice, un Tributo in meno che mi separa dal mio ritorno a casa.
Senza più ostacoli, mi inoltro nella Cornucopia, appena in tempo per indirizzare un'altra freccia verso un altro Tributo, quello del 6, che stava per sopraffare Marvel con un minuscolo pugnale.
Il colpo però non è mortale e si limita a raggiungerlo nel braccio che stringeva l'arma, costringendolo a mollarla.
A farlo fuori ci pensa Marvel subito dopo, trapassandolo con la lancia e un grugnito di soddisfazione.
Dopo avermi ringraziato velocemente con il capo, abbandona la Cornucopia e si getta allo scoperto, pronto ad ingaggiare lotta con chiunque invada il suo campo visivo.
So benissimo che dovrei seguirlo e buttarmi nello scontro anche io.
Questo è il momento giusto, il momento in cui i Tributi che non sono riusciti a scappare devono morire.
Dovrei essere al posto di Glimmer, che infilza ripetutamente il torace di un Tributo con un coltello seghettato.
O al posto di Cato, a cui basta un movimento del braccio per spezzare l'osso del collo ad un nemico.
Oppure al posto di Clove, che non esita a piantare il coltello nella schiena del tributo del 9, per poi indirizzarne un altro verso la ragazza del 3 e ancora verso quella del 10.
Sono ferma, con i sensi all'allerta in caso di un nuovo attacco, ma incapace di muovere un passo.
Non riesco nemmeno ad aiutare il mio alleato, il Tributo del Distretto 4, che muore per mano di Thresh.
I Favoriti sono conosciuti per il loro coraggio e la loro voglia di sangue, ma pochi li raffigurano come impulsivi e, la maggior parte delle volte, stupidi.
Nessuna persona intelligente sfiderebbe Tresh così apertamente perché è chiaro sin dall'inizio la fine che fai.
Solo dopo aver ucciso un altro Tributo, Glimmer mi corre incontro, con i capelli spettinati ma nessun graffio a rovinarle il viso.
- Hai trovato l'arco. - commenta, guardandosi ripetutamente intorno e tuffandosi subito sull'unica cintura di coltelli rimasta.
L'altra l'ha sicuramente presa Clove.
- Mi accontenterò di questi. - annuncia, sparendo di nuovo verso l'esterno.
Ormai però non è rimasto più nessuno da uccidere.
I Tributi morti sono sparsi davanti all'entrata della Cornucopia e quelli che potevano scappare lo hanno fatto senza remore.
Mi ritrovo a puntare lo sguardo sui ragazzi a terra, alla ricerca di un corpo che non trovo.
Solo dopo mi rendo conto di stare cercando Peeta e mi rilasso solo quando non lo vedo steso a terra.
Nemmeno io so il perché di quel sollievo inspiegabile.
- Faremo meglio a toglierci da qui. - esordisce Cato, lanciando un'occhiata ai cadaveri ai suoi piedi. - L'hovercraft rimuoverà i corpi e noi intanto ci organizzeremo per la caccia di stasera. -
Raccattiamo ognuno uno zaino, con l'essenziale per sopravvivere ad un giorno lontani dalla Cornucopia, e ci inoltriamo nel folto del bosco, là dove sono spariti la maggior parte dei Tributi.
L'unico che si è dileguato nel campo di grano dietro alla Cornucopia è stato Tresh e nessuno sembra avere il coraggio di seguirlo.
Neanche Cato, che proprio tre giorni prima aveva promesso sarebbe stato la sua prima vittima.
Dovrà rivedere i suoi piani.
- Siamo stati grandi. - esclama quasi subito Marvel. - Ne abbiamo fatti fuori un bel po'. -
- Tre, per la precisione. - si vanta Clove, indirizzando una palese occhiata soddisfatta a Glimmer, che conta solo due vittime.
- Due anche io. -
Cato non sembra particolarmente contento di non detenere il record di uccisioni della giornata.
- Una sola. - si lamenta Flick, quella del 4, che con i suoi capelli color miele e gli occhi azzurri sembra ancora più piccola della sua età, ma è sadica e vogliosa di vincere tanto quanto lo è Clove.
- Anche io. - sbuffa Marvel. - Ma considerando che se Katniss non avesse quasi fatto fuori quello che mi aveva attaccato non sarei qui, mi accontento. -
La sua affermazione mi fa rabbrividire, così come tutte quelle che l'hanno preceduta.
Così come non mi aspettavo di riuscire ad uccidere davvero qualcuno, non mi aspettavo nemmeno di ritrovarmi a parlare con i Favoriti di quante vittime avessi fatto fuori alla Cornucopia.
Dovrei vergognarmi di aver ucciso solo una persona, di ritrovarmi alla coda della classifica per la mia mancanza di freddezza.
Eppure non ci riesco.
La sera, quando l'inno di Panem invade l'arena e il filmato dei morti appare davanti ai miei occhi, mi rendo conto che anche il Tributo del 7, quello che aveva la gamba trapassata dalla mia freccia, è morto.
Insieme ad altre dieci persone.
Ho l'amaro in bocca, ma, egoisticamente, non posso che pensare ad una cosa sola: ho undici possibilità in più di tornare a casa.

   
 
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