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Autore: Lotr87    04/04/2014    1 recensioni
Quel giorno aveva deciso di mettere fine a tutto quel circolo di ipocrisia, rancore e maschere per vivere senza filtri anche davanti ai genitori e il coraggio non le mancava era solo il momento, carpe diem, cogli l'attimo diceva Orazio* e lei lo avrebbe fatto.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ATTENZIONE: questo capitolo contiene una scena ROSSA
 
Backy aveva deciso di tornare a casa con Duff e Slash in modo che quando Faith fosse tornata avrebbe trovato la camera in ordine. Ovviamente era impossibile. Slash e Duff continuavano a litigare "il mio basso resta lì!" "E io dove la metto la chitarra" oppure "io prendo i cassetti più alti" "no li ho già occupati io" e così via. Si sentiva un po' la Svizzera ma non poteva fare a meno di ridere la maggior parte delle volte, erano davvero degli idoti. Dopo due ore di riassettaggio erano ancora rutti e tre al punto di partenza anzi, sembrava solo che avessero fatto più casino!
 
-Ok basta, io cedo. È impossibile stare in due in una stanza!- esclamò Slash buttandosi sul letto che ora avrebbe dovuto cedere alle ragazze. Backy alzò gli occhi al cielo, possibile che a vent'anni fossero peggio dei bambini di due?!
 
-Ma smettila di lamentarti! Adesso te e Duff fate una cosa vi giocate tutto lanciando una monetina, se volete posso fare l'arbitro- propose, per fortuna ci sapeva fare con i bambini.
 
-Dici? Va bene dai... DUFF VIENI QUA BACKY HA TROVATO UNA SOLUZIONE!-
 
-Sono qua idiota non urlare!!- rispose il biondo entrando nella stanza-E ho anche sentito il "piano", a me va bene-
 
-Bene- disse la mora estraendo dalla tasca dei jeans una moneta-scegliete cosa vi giocate e poi scegliete testa o croce!- e fu così che iniziarono a lanciare la moneta centinaia di volte. Sarebbero anche riusciti a litigare se Backy non fosse rimasata li con loro. Alla fine con "solo" altre due ore riuscirono a riordidnare tutto, Backy si trovava ancora in alto mare ma lei senza distrazzioni avrebbe potuto farlo in poco tempo quando voleva. A lavoro compiuto Slash uscì per prendere una boccata d'aria e senza la preoccupazione che i due litigassero la ragazza decise di andare a fare una doccia mentre il biondo stava stravaccato sul divano guardando quella che loro chiamavano televisone.
La mora si era divertita alla fine, non capitava tutti i giorni di vedere due ragazzi comportarsi in un modo tanto infantile da sembrare tenero! Erano molto simpatici e questo la sollevò dalla paura di non riuscire a resistere li dentro neanche un giorno. Poi Duff era molto gentile con lei. Le era rimasta fissa nella memoria la serata prima, era stato li ad ascoltarla al posto di bere e divertirsi.
 
Anche Duff continuava a pensare alla mora. Non aveva mai conosciuto una come lei, bella, divertente ma allo stesso tempo... Normale! Una normale ragazza che sebbene ne aveva passate tante non aveva problemi di alcool o di droga come lui, come loro. Già, prima o poi avrebbero dovuto dirglielo, non sono cose che passano inosservate e se le scoprissero da sole sia Faith che Backy sarebbero scappate. No, forse Faith no. Sapeva poco di lei, aveva capito che era una ricca appena scappata di casa ma niente di più però qualcosa gli diceva che lei avrebbe potuto sopportarlo al contrario di Backy che sarebbe scappata sicuramente. Chissà dove stavano i suoi genitori, si chiese il biondo, infondo lui sapeva solo della sua vita a Los Angeles ma prima? Gli aveva detto di venire da un paesino di New York ma niente di più. Mentre ancora era assorto vide la ragazza fare il suo ingresso nella stanza struccata e con i capelli ancora umidi che lasciavano alle sue spalle un intenso prifumo di albicocche.
-Ei che c'è di ballo in TV?- chiese Backy sedendosi accanto a Duff sul divano.
-Niente, assolutamente nuente...- rispose il biondo spegnendo automaticamente l'apparecchio e girandosi a guardare la mora con aria assorta.
 
-Duff c'è qualcosa che non va?- "si sono sobrio" pensò il ragazzo di riflesso ma alla fine si focalizzò sulla persona che aveva davanti distogliendo i propri pensieri su come sarebbe stato parlare con una birra in mano.
 
-Si io... Stavo pensando a te, insomma... perché sei andata via di casa? Era tanto brutta casa tua? E perché non chiami mai i tuoi?-ok poteva usare più tatto ma almeno ci aveva provato. Backy abbassò lo sguardo con un'espressione triste.
 
-Se ora te lo racconto, mi prometti che non tirerai mai fuori l'argomento senza che sia io a volerlo fare?- chiese guardando il ragazzo che annuiva così con uno sforzo cercò di raccontare tutto nel modo migliore. Raccontò dell'odio che i suoi provavano per lei perché li faceva vergognare, del fratello violento e di tutte le cicatrici che le aveva lasciato, dei compagni di scuola che la deridevano e la isolavano e la mettevano nei guai. Ogni parola era come un pugno in pieno stomaco ma per Duff non fu diverso. Non la voleva vedere così triste, lei non se lo meritava, era una persona fantastica e quella gente avrebbe dovuto rimpiangere di non averla amata. Alla fine del discorso delle lacrime incominciarono a rigare il viso di Backy e a Duff venne naturale di abbracciarla. La ragazza rimase un attimo sorpresa ma poi si lasciò andare in quell'abbraccio caldo e dolce.
 
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Intanto Faith aveva iniziato a catalogare i vinili appena arrivati al negozio. Era lì da tre ore ma finora era entrato solo un gruppo di ragazzi senza un soldo in tasca. Parlavano del più e del meno e stranamente anche Izzy partecipava abbastanza loquacemente alla conversazione. Era affascinato dalla ragazza che si trovava davanti, ostentava ricchezza e raffinatezza ma in realtà era semplice, alla mano e straordinariamente intelligente. Non che fosse chissà che genio ma per Izzy chiunque avesse più o meno studiato qualcosa appariva acculturato.
 
-Stavo pensando… perché non mi racconti qualcosa di te?- le chiese dopo un momento di silenzio.
 
-Beh, che dire? La mia vita non è stata molto interessante fino a ieri…-rispose imbarazzata.
 
-Non importa, dimmi solo qualcosa che mi faccia capire chi sei-
 
-Mio padre è un’importante uomo d’affari, gestisce parecchie aziende e quando ha conosciuto mia madre lei gli è andata dietro così sono cresciuta in mezzo ai soldi. Ecco chi sono, la figlia ribelle di una stupida coppia di ricconi- concluse non nascondendo il disprezzo per la sua situazione famigliare. Izzy non rispose, la guardò un po’ male senza aggiungere una parola.
 
-C’è qualcosa che non va Stradlin?- chiese un po’ acida.
 
-No, niente…-Faith capiva che mentiva e lo spronò nuovamente a parlare.
 
-è solo che… quelle come te non le ho mai capite. Avete tutto e dovete per forza fare le diverse. Io sono cresciuto senza padre con una madre infermiera sempre impegnata e che guadagnava poco. A me mancava tutto, soldi, affetto, anche amici, ma a te? Che cosa avresti voluto di più?- le buttò tutto addosso. Solitamente sarebbe stato più gentile ma le “finte trasgressive” proprio non le digeriva. La ragazza lo guardò attentamente, prima con tristezza per la sua storia, poi con delusione ma infine con rabbia che in quel periodo sembrava sempre spingere per tornare.
 
-Dimmi che scherzi…- disse solo tentando di calmarsi ma visto che il moro sembrava non voler smentirsi si lasciò andare.
 
-Chi cazzo sei tu per criticare?! Per dirmi che avevo tutto?! Io avevo tutto è vero, ogni cosa che si potesse comprare ce l’avevo ma il resto?! I miei stanno ancora insieme è vero ma non si amano! Dormono persino in camere separate come se fossero due estranei del cazzo. Poi non erano mai a casa, sono stata cresciuta tra pidocchiosi maggiordomi e negli istituti femminili senza la possibilità di farmi mezza amica perché non potevo uscire o di poter sperimentare un minimo di fase adolescenziale perché fino a due anni fa gli unici ragazzi che avevo conosciuto erano gli idioti figli degli amici dei miei!! Capisci o no brutto idiota che dei miei 18 anni ne ho potuti vivere solo due scappando di casa e usando come scusa le biblioteche?! Almeno tu potevi fare quel cazzo che ti pareva. Tu non apprezzi la libertà che hai perché l’hai sempre avuta, io avrei dato via il culo per averne un po’!- gi urlò contro con tutta la frustrazione che si era accumulata. Le lacrime avevano iniziato a scendere e ora Izzy era lì seduto tra i vinili che la guardava allibito mentre la ragazza in piedi si asciugava le lacrime.
Non seppe mai perché lo fece ma si alzò e la baciò. Non era un bacio tenero e dolce ma uno forte e passionale che racchiudeva la frustrazione di entrambi i ragazzi che per motivi diversi avevano sofferto. Lei non fece opposizione anzi, gli mise le braccia intorno al collo e lo tirò verso di se. Izzy la spinse verso la porta del magazzino in modo da chiuderla. Continuavano a baciarsi facendo intrecciare le loro lingue in una danza passionale. Il moro le mise le mani sotto la maglietta facendole risalire fino ai seni che accarezzò facendo respirare la ragazza con più affanno. Andò poi dietro fino al gancio del reggiseno che slacciò e sfilò insieme alla maglia. Anche Faith fece lo stesso con la maglietta del chitarrista accarezzandogli il petto nudo così Izzy la prese e la fece sedere su un tavolo vuoto lì vicino. Le sfilò i leggings e lentamente portò le mani vicino alla sua intimità facendole risalire per l’interno coscia. La sfiorò leggermente da sopra il pezzo di stoffa ma la ragazza già si sentiva cedere. Le tolse anche l’unico indumento che portava e poi fece scivolare un dito dentro di lei facendola gemere. Poi ne mise anche un altro e Faith sentì il bisogno impellente di sentirlo dentro di se così con le mani andò a cercargli la patta dei pantaloni in pelle senza riuscirci. Così il moro fermò momentaneamente la sua dolce tortura per slacciarsi i pantaloni e liberare il suo membro per poi farlo entrare tra le pieghe della ragazza. Iniziò a spingere in maniera passionale facendo urlare Faith che si aggrappò alla sua schiena lasciandogli segni rossi. Alla fine Izzy uscì da lei appena in tempo e venne emettendo un suono gutturale. Si accasciò a terra stanco appoggiandosi alla fredda parete. Vide Faith che dopo essersi ripresa un attimo iniziò a rivestirsi velocemente avendo paura che il proprietario potesse tornare.
 
-Cazzo!- esclamò il moro ad un certo punto riallacciandosi i pantaloni e rinfilandosi la maglietta.
 
-Che succede?- chiese in risposta la ragazza allarmata dal tono del moro.
 
-Niente, ti chiedo solo di dimenticare tutto ciò ok? E per favore non farne parola con nessuno intesi?-
 
-Giusto… non vorrei mai che qualcuno sappia che ti sei scopato una viziata figlia di papà- rispose con un tono amaro.
 
-No, non è per quello anzi ti chiedo scusa, hai ragione non dovevo criticare senza sapere quello che c’era dietro ma vedi… ho fatto un casino-
 
-Che genere di casino?-
 
-Io sarei impegnato al momento, e la mia relazione sta andando anche piuttosto bene quindi ti prego, non raccontare a nessuno, neanche a Backy di oggi- Faith si sentiva uno schifo. Analizzando la situazione lei era la troia, anche se era stato Izzy a saltarle addosso questo non cambiava li situazione, aveva fatto sesso con un uomo impegnato e lei odiava sentirsi in colpa.
 
-Va bene- disse semplicemente alla fine guardando l’orologio e constatando che era ora di chiudere.
 
Salve a tutti. Per prima cosa mi scuso perché è da un po’ che non aggiorno. Poi, cosa più importante, volevo ringraziare chi legge questa storia perché sto notando che ad ogni capitolo c’è sempre qualcuno di nuovo che segue ed è una cosa fantastica. Spero che vi piaccia anche questo capitolo magari fatemi sapere che ne pensate.
Bye Bye al prossimo capitolo.  Lotr87
  
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