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Autore: Littlewolf    04/04/2014    2 recensioni
Molto spesso ci confondiamo tra realtà e fantasia, la realtà è ciò che noi realmente abbiamo, facciamo, pensiamo. E' tutto ciò che comporta una conseguenza mentre la fantasia è un universo parallelo creato da noi per noi. La fantasia è il mondo che sognamo, è quello che ci aspettiamo di fare, di vivere e di pensare. E' una magia.
Genere: Commedia, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Image and video hosting by TinyPic Alan non riusciva a pensare lucidamente.
La ragazza piangeva.
Il quadro era sparito.
Camille non era più sua.
Tutti questi pensieri giravano vorticosamente nella sua testa quando posò lo sguardo sulla ragazza.

Non avrei mai permesso ad una ragazza di piangere, pensò, ed ora a pochi metri da me ce n’è proprio una  che piange disperatamente e io? Io me ne sto seduto sul divano a guardarla. Alan provò ribrezzo a quel pensiero e soprattutto per il suo comportamento, quindi , decise di avvicinarsi a lei.


-Hei, ascoltami, non volevo assolutamente trattarti in quel modo. Ti chiedo infinitamente scusa. Non avrei mai voluto farti piangere è solo che ero...-lasciò la frase a metà riflettendo sul rivelare la verità oppure no. Alla fine lasciò perdere non vedendo nessuna reazione da parte della sconosciuta e disse - Ti va se preparo un the’ e se parliamo un po' di quello che ti è successo?

La ragazza fece cenno con la testa poi la rivolse verso di lui.

Aveva le maniche della camicia bagnate, il viso rigato e gli occhi ancora bagni. Alan provò una profonda fitta al cuore vedendola in quello stato. 
Si era promesso fin da piccolo che non avrebbe mai permesso che ciò accadesse, a nessuno.


Aveva vissuto quella scena così tante volte che il suo comportamento crescendo cambiò. Divenne l’uomo che tutte le donne sognano. Sensibile, dolce, simpatico.
Da piccolo era costretto a vedere quella scena ogni singolo giorno e la donna in questione era sua madre. Il padre di Alan era molto violento e la madre era diventata un giocattolo per lui. Alan soffriva molto nel vedere la madre in quelle condizioni ma cosa poteva fare? Era solo un bambino all’epoca. Continuava a ripetere alla madre che un giorno tutto sarebbe finito e che lui l’avrebbe protetta, ma purtroppo, la madre morì prima che potesse salvarla da quel mondo di angoscia e crudeltà. All’età di 16 anni andò via di casa, dopo la morte della madre niente lo avrebbe più trattenuto. Trovò lavoro come venditore di souvenir in un negozietto vicino alla tour Eiffel e crebbe con il proprietario, che alla fine decise di addottarlo.
 
Portò il the’ in salotto, porse una tazza fumante alla donna che timidamente lo afferrò e si sedette sul divano invitando la ragazza.

La ragazza posatamente si sedette sul divano, molto distante da lui e poi iniziò a parlare.

Raccontò della sua vita e di come aveva conosciuto Jacques. Di come si erano innamorati e di come avevano progettato la loro futura vita. Alan rimase ad ascoltare partecipe e interessato al racconto fino a quando non sentì ‘Hotel de ville’. Subito si allarmò, la storia sembrava essere connessa al quadro. Era forse possibile che fosse la donna della fotografia in carne ed ossa? Era possibile che fosse successo tutto per magia?
Era solo un sogno?
Alla fine del racconto la ragazza era molto più calma ma stavolta era Alan sovrapensiero, agitato, confuso.
-Alan? Stai bene? C’è qualcosa che ti turba?- disse Françoise avvicinandosi piano piano e toccandogli la mano.
A quel contatto Alan si ritrasse spaventato e quando vide lo sguardo stordito di Françoise scoppiò a ridere.


Ha una risata contagiosa, pensò Françoise, in preda alle risate senza saperne il motivo.
Dopo poco fu Alan a parlare
-Scusami è che ero sovrapensiero e quando mi sono girato avevi una faccia buffissima.-

La ragazza sorrise ed Alan si soffermò più attentamente sul suo volto.
La capigliatura le faceva risaltare il viso. Due grandi occhi marroni, un sorriso pieno e quelle simpatiche rughette attorno agli occhi quando si sorride, tipiche di una persona gioiosa. Non una traccia di trucco, una bellezza acqua e sapone

La ragazza sentendo lo sguardo di Alan su di sé disse imbarazzata- P-puoi aiutarmi a tornare dal mio Jacques?

Alan a quella domanda ebbe un sussulto. Cosa fare? Non poteva dire a una ragazza piena di speranze che era venuta fuori da un quadro come per magia. E soprattutto come poteva dirgli che forse l’unico modo per tornare, ovvero il quadro, era scomparso?
  
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