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Autore: lady lina 77    08/07/2008    2 recensioni
Seguito de 'Il mio destino'. Mio caro e smemorato marito, grazie perché, anche se ti dimentichi sempre di tutto, non scordi mai di rendermi felice, grazie perché oggi sei qui con me e la nostra futura bambina… Già, hai capito bene, lei sarà un’altra principessa, lo scoprirai fra pochissimo! Grazie perché stai rendendo questa notte magica, come l’ho desiderata per nove mesi. Solo io, te e le nostre bimbe. Perché ti amo. Perché so che senza di te non potrei vivere nemmeno un giorno.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gourry Gabriev, Lina Inverse, Amelia, Zelgadis Greywords
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo dedicato ad una Stellina che brilla in cielo da due anni…

 

 

“Siete stati davvero fortunati, questa è l’ultima slitta che ho a disposizione! Negli ultimi giorni c’è stata una fuga di massa da qui e ho venduto tutto il mio magazzino! Per dieci monete d’oro è vostra, cani compresi!”.

Gourry fissò prima il cielo grigio e la neve che anche quella mattina cadeva incessantemente e poi il mercante davanti a lui. Dieci monete d’oro erano un furto ma non aveva alternative, quell’uomo aveva la situazione in pugno! Era in momenti come quelli che sentiva di più la mancanza dell’astuzia da mercante di Lina.

Amy saltellò vicino ai sei cani da slitta che attendevano l’ordine di partire. “Belli i cani papà! Ma poi li teniamo tutti quanti, vero?”.

“ASSOLUTAMENTE NO!!!” – rispose il genitore immaginandosi la sua già di per se incasinata vita, incasinarsi ulteriormente…

“Ma papà…” – ribatté la bimba.

Gourry stava per risponderle di nuovo no quando…

“Un momento, NON potete prendervi quella slitta, l’ho vista io per prima ed ho fatto una corsa dell’accidenti dalla locanda per arrivare ad accaparrarmela. Voi l’avete vista non più di un minuto fa!!!”.

Gourry e Mikal si voltarono verso quella fonte di voce sconosciuta. E davanti si trovarono una giovane donna dall’aria agguerrita e dalle guance rosse per la corsa appena fatta. Doveva avere all’incirca trent’anni, anche se, coi capelli biondo grano racchiusi in due treccine piene di nastrini, poteva apparire più giovane. Una frangetta gli ricadeva ordinatamente sulla fronte, il naso, minuscolo e all’insù, era costellato da simpatiche e rade lentiggini, gli occhi erano color nocciola e denotavano furbizia, il fisico era snello e slanciato. E per completare l’opera aveva un seno florido e ben in  vista nell’attillato soprabito marrone che indossava. L’ultimo particolare non scappò ne ad un’imbronciata Mikal  ne ad un estasiato Gourry.

La giovane maga le si parò davanti. “E tu chi sei? E cosa vuoi? La slitta l’abbiamo trovata prima noi ed il biondino qui con me sborserà BEN dieci monete d’oro per averla!”.

“Tutte e dieci io???”. Gourry guardò Mikal a bocca aperta. Quella era diventata peggio di Lina ad infinocchiare le persone ed evidentemente voleva farsi il viaggio gratis. Sbuffò e poi si voltò, sorridendo alla nuova arrivata. “Scusate, la ‘ragazzina’ è un po’ scortese a volte. Ma la slitta ci serve davvero, stiamo andando a Saillune e non posso aspettare. Non ho più una casa qui…”.

Il viso della giovane donna si illuminò. “A Saillune??? Ma è fantastico! Ci sto andando anch’io e, se è così, posso fare il viaggio insieme a voi. Ovviamente dividendo le spese di viaggio”.

Mikal divenne furente di rabbia. Che voleva quella? Una volta che aveva l’occasione di stare del tempo sola con Gourry arrivava a romperle le uova nel paniere una perfetta sconosciuta… “Non credo ci stiamo tutti in quella slitta, noi siamo già in cinque!” – ribatté sgarbatamente.

Gourry la interruppe subito. “Io credo invece che andrà bene! Staremo un po’ stretti ma può funzionare, dopotutto tre di noi sono bambini molto piccoli! E se si dividono anche le spese…”.

“Per me va bene qualsiasi cosa, basta che qualcuno mi PAGHI!” – esclamò improvvisamente spazientito il mercante.

Gourry sorrise nervosamente, fece per prendere dalla sacca le monete ma la giovane donna appena arrivata lo superò e pagò tutta la cifra richiesta.

“Ma…” – obiettò Gourry.

La ragazza sorrise strizzandogli l’occhio. “Ci sistemeremo dopo coi conti!”.

Gourry annuì. Quella ragazza gli piaceva. Non sapeva ancora come si chiamava ma decise che gli era simpatica. “A proposito… che stupido, non mi sono ancora presentato. Io sono Gourry Gabriev e questi sono i miei figli. Questo che ho in braccio è Alex e…” – indicò le bimbe che giocavano coi cani – “quella più grande è Lily e l’altra si chiama Amy. Sono i miei figli”.

“Ed io sono Mikal, maga e principessa del regno di Elmekia” – aggiunse la ragazzina dai capelli rossi controvoglia.

La ragazza bionda sorrise. “Ed io sono Stella. Stella Wind. E’ un piacere conoscervi. Ed anche una fortuna visto che mi farò in compagnia il viaggio verso Saillune. Non avevo in fondo molta voglia di farlo da sola visto il tempo da lupi…”.

“Nemmeno io!” – sussurrò Gourry – “e quindi ora sono felice di viaggiare con una persona ‘adulta’. I miei bambini sono tranquilli e non daranno nessun disturbo”.

Stella si avvicinò al piccolo Alex, in braccio al padre, e gli accarezzò una manina. “Oltre ad essere tranquilli, sono anche incredibilmente belli, complimenti!”.

Mikal, imbronciata, si allontanò di qualche passo scalciando la neve mentre Gourry chiamò vicino a se le bambine per presentarle meglio alla nuova arrivata.

“Lei si chiama Stella e viaggerà con noi. Cercate di fare le brave con lei, d’accordo?”.

La donna si chinò davanti a loro, per fissarle negli occhi. “Ciao principessine, è un piacere conoscervi”.

Amy spalancò gli occhi sorpresa. “Ma come fai a sapere che sono una pincipessa? Lo dice sempre anche il mio papà”.

Stella sorrise, quella bimba che ancora storpiava le parole troppo lunghe era un amore. E anche la sorellina più grande. “Ciao! Tu sei Lily, vero?”.

La bambina annuì, incantata da quella ragazza così gentile e che sapeva rapportarsi con loro con tutta quella semplicità. “Si! E sono sempre brava!”.

Gourry sorrise. “Credo che tu le abbia conquistate! Ci sai fare coi bambini… Nei hai? Sei sposata?”. L’attraeva in un modo strano quella ragazza sbarazzina ed allegra… Aveva un candore, una purezza, una gioia di vivere che risaltava subito all’occhio. Lina era stata la sua compagna e racchiudeva in se, oltre a luce e forza, molte ombre che avevano finito per risucchiarla lontano… La donna bionda appena conosciuta invece non aveva nulla di oscuro o nascosto… Non sapeva bene il perché, d’altronde non poteva nemmeno dire di conoscerla, ma il suo istinto gli gridava di fidarsi di lei, che era una persona buona, a posto, a cui fare avvicinare i suoi figli senza nessun timore.

Stella scoppiò a ridere divertita. “Oh beh, io sono una di quelle che potrebbe essere definita… zitella impenitente. Non ho ancora trovato il mio principe azzurro, mi sa che si è perso in giro per il mondo mentre cercava disperatamente la strada giusta per arrivare a me”.

“Magari presto lo trovi il principe azzurro!” – disse in risposta Lily, osservando di rimando la donna ed il padre.

Amy guardò la nuova arrivata incuriosita, succhiandosi il pollice. “Lo voglio anch’io il plincipe azzurro!”.

Gourry si chinò e la prese in braccio ridendo. “Mi sa che per adesso dovrai accontentarti di me Amy. Fra qualche decina d’anni magari ti darò il permesso per cercarne uno… Ma adesso, SI PARTE!”.

Mikal si voltò verso di lui furente. “ERA ORA!!!”.

Stella corse a prendere il suo borsone, le bimbe saltarono sulla slitta e Gourry rimase fermo a fissare gli sguardi omicidi che Mikal, mentre prendeva le sue cose, gli lanciava. Guardò Alex che osservava tutto incuriosito e sbuffò. “Sarà un viaggio lungo piccolino. E ci saranno tante e tante donne con noi… Cerchiamo di essere solidali almeno noi due… Credo che ne avremo tanto, tanto bisogno”.

Fissò pensieroso il cielo carico di neve e poi, dopo che tutti furono saliti e dopo aver caricato tutto quanto, legò la loro puledra al fianco del mezzo di trasporto, spronò i cani e lasciò che la slitta partisse, scivolando fra la neve…

 

 

******************

 

Neve, neve ed ancora neve. Era la penisola dei demoni che stavano attraversando, erano in primavera inoltrata eppure quelle zone che, fra mille difficoltà stavano percorrendo, gli ricordavano inquietantemente Siilon, l’avamposto all’estremo nord dove lui e Lina erano stati quattro anni prima. Siilon era ghiaccio, freddo, estremo nord… La penisola dei demoni invece, in primavera, di solito era un’esplosione di fiori e caldo. Cosa stava succedendo? Gourry era preoccupato, i villaggi che avevano attraversato erano ormai quasi sommersi, gli abitanti così disperati da attaccarli per rubare loro la slitta tanto che, da un giorno a quella parte, lo spadaccino aveva preferito tagliare per i boschi e per le zone non abitate. Le strade erano un disastro ma quanto meno non correvano più il rischio di pericolosi attacchi da parte di gente ormai allo stremo e disposta a tutto. Nella sua testa si stava facendo strada l’ipotesi che i demoni o la magia c’entrassero qualcosa ma non riusciva a capirne il senso. Se Lina fosse stata ancora con lui probabilmente avrebbe sviscerato qualche idea geniale su come risolvere la situazione, magari da qualche parte lontano da loro lo stava anche facendo, ma in quel momento era solo e doveva pensare unicamente a mettere in salvo i suoi figli. Lui era un padre e Lina una maga, ad ognuno il suo compito dopotutto. Certe volte si spaventava di se stesso nel constatare quanto fosse alto il grado di freddezza raggiunto nei suoi pensieri nei confronti della moglie ma dopo quei tre anni di solitudine e tristezza, dopo quello che gli aveva raccontato Mikal, anche gli ultimi barlumi dei sentimenti che aveva provato per la maga stavano spegnendosi inesorabilmente. All’inizio, quando vedeva tutto nero, gli bastava focalizzare i ricordi sui sorrisi di Lina, sulla famiglia che erano stati loro e le bambine, sul rapporto intenso e unico che li aveva uniti. Ed allora un po’ di rabbia svaniva. Ma adesso i ricordi si stavano sbiadendo, stavano perdendo calore e non bastavano più. Non servivano a placare la sua rabbia ed il suo dolore, la tristezza di Lily e quella che un giorno, non appena fosse cresciuta ancora un po’, avrebbe catturato anche Amy.

Sospirò e spronò i cani ad accelerare il passo. Procedevano a rilento, era quasi sera e voleva trovare un luogo dove accamparsi il più in fretta possibile.

Erano passati tre giorni dalla loro partenza e non aveva mai smesso di nevicare, a volte debolmente, a volte assumendo i connotati di una bufera. Il freddo era intensissimo e pungente ma il viaggio andava bene nonostante tutto. L’umore era alto, i suoi figli sembravano divertirsi con Mikal e Stella e quest’ultima si era dimostrata un’ottima compagna di viaggio. Certo, non mancavano le sfrecciatine a suo carico da parte della principessina ma Stella sapeva rispondere sempre con allegria, stoppando sul nascere ogni possibile discussione. E lei e Mikal gli davano il cambio nel guidare la slitta quando lui era troppo stanco per farlo ed in un certo senso erano un’ottima squadra.

“Papà, i cagnolini sono stanchi!”. Lily sbucò dalla tenda posteriore della slitta e si sedette accanto a lui. “Fermiamoci un po’, io sono stufa e poi è buio e fa freddo!”.

Lo spadaccino sospirò e fissò i cani. La neve gli arrivava quasi al petto, sbuffavano ed avevano un’aria esausta. Come sua figlia. Sua figlia aveva ragione, si trovavano in un bosco, e un posto valeva l’altro per fermarsi a cenare e per passare la notte, era inutile in fondo proseguire ancora benché avesse fretta di arrivare… “Sai piccola, hai ragione! Ci fermiamo!”.

Appostò la slitta in una radura, sotto a dei grossi abeti che facevano da riparo alle precipitazioni, e saltò giù. “Ragazze, vado in giro a vedere se trovo qualcosa da mangiare per i cani e della legna! Occupatevi dei bambini mentre non ci sono per favore!”.

Mikal sbuffò. “Finalmente!!! Ho anche fame, a che ora avevi intenzione di farmi cenare Gourry? Tutti uguali voi uomini, basta che vi si dia in mano un mezzo di trasporto e non riuscite più a fermarvi sulla strada!”.

Lo spadaccino non rispose, non valeva la pena mettersi a discutere con una ragazzina. Stella teneva in braccio i suoi due figli più piccoli e aveva accanto a se Lily, poteva andar via tranquillo, di loro se ne sarebbe occupata lei. La conosceva da poco ma indubbiamente si fidava di quella ragazza ed anche le sue bambine sembravano divertirsi con lei. Non si erano chiesti nulla l’un l’altro circa le loro vite ma sapeva che era una tipa a posto. E lo stesso pensava Stella di lui…

Si allontanò fra la neve che gli arrivava fino alle ginocchia, circondato da grossi fiocchi bianchi che, imperterriti, continuavano a cadere. Era una faticaccia camminare in quelle condizioni ma in un certo senso ci era abituato. Nella sua vita da mercenario ne aveva affrontate di tutti i colori, con Lina era stato un delirio e poi c’era stata la sua esperienza di generale nell’esercito di Elmekia. Doveva semplicemente riprendere un po’ la mano…

Camminò, attorno a lui solo il buio ed il silenzio. Solo i suoi passi che affondavano nella neve ogni tanto gli facevano avvertire un rumore sordo. Quelle condizioni atmosferiche erano inquietanti, ancora un po’ e l’intera penisola sarebbe stata sommersa dalla neve… Tutto era inquietante intorno a lui… Eppure, c’era stato un tempo in cui non aveva avuto paura dell’ignoto, del buio, della assoluta mancanza di certezze. Un tempo legato ad una vita vissuta insieme ad una ragazzina dai capelli rossi che aveva finito per diventare il suo bene più prezioso, la sua ragione di vita. Lina gli aveva dato un senso all’esistenza, l’amore, due bambine bellissime e che adorava. E poi, senza nessun apparente motivo, se n’era andata, lasciandolo solo con Lily ed Amy.

Sospirò e frugò con le mani nella tasca dei suoi pantaloni, tirando fuori un vecchio foglio di carta. Una lettera, un qualcosa da cui, nonostante tutto, non riusciva a separarsi. E quella frase finale che continuava a rimbombargli dentro…

 

“Perché io, senza di te, non potrei vivere nemmeno un giorno”

 

Eppure lei se n’era andata lontano un mese dopo averla scritta… ‘Non potevi vivere lontano da me nemmeno un giorno e invece sono tre anni che ci riesci benissimo… Perché Lina?’.

La ricordava bene quella bellissima serata, la nascita di Amy, le parole che si erano rivolti lui e Lina, la loro collaborazione, la spontaneità, la fiducia, la dolcezza di alcuni momenti che non si sarebbero più ripetuti, il sorriso e la felicità di Lina con le sue due bambine fra le braccia. Era stato tutto un sogno, una finzione? Non gli era dato di saperlo, Lina gli aveva negato ogni spiegazione, a lui e alle sue due bambine… Eppure non riusciva a stracciarla quella lettera, forse perché era stato un modo molto inusuale per Lina di manifestare il suo affetto. Lei lo faceva con un sorriso, uno sguardo, con la sua  complicità, le sue battute ma mai con lettere o frasi d’amore. Eppure quella sera speciale aveva voluto lasciarli qualcosa di indelebile, che rispecchiasse nero su bianco ciò che era il loro rapporto. Quel foglietto era una specie di tesoro, si era avventurato nella sua casa distrutta per recuperarlo e dubitava di riuscire a separarsene davvero un giorno. Perché tutto ciò che lui e Lina erano stati si racchiudeva in quelle poche righe e non sarebbe riuscito a buttare un qualcosa che l’aveva tanto reso felice…

Camminò ancora un po’ ma si accorse subito che era inutile proseguire. Tutto attorno a lui era buio e silenzio, gli animali dovevano essersi nascosti e non ne avrebbe trovati da cacciare per nutrire i cani. Anche quella sera si sarebbero accontentati del poco mangime a disposizione… E anche la legna non andava bene, era troppo bagnata e ghiacciata per riuscire ad accenderla per fare un falò… E decise di tornare.

Percorse a ritroso il sentiero fra la neve finché non vide la slitta. Erano tutte dentro e da fuori sentiva gli schiamazzi e le risate delle bambine e delle due ragazze… Probabilmente Stella stava facendole cenare dentro, al caldo e al riparo. Gourry non riuscì a non sorridere, sentire le sue bambine così allegre e spensierate era una cosa rara, soprattutto se si trattava di Lily…

Saltò su ed aprì la tenda. Mikal se ne stava seduta in un angolo a mangiare, Alex dormiva avvolto in una coperta e Stella e le bambine giocavano a… truccarsi…

Al momento non seppe nemmeno lui perché si arrabbiò ma alla vista delle sue figlie che ridevano e giocavano con una donna che non era la loro madre, la collera gli invase in un attimo ogni fibra del suo corpo. Amy e Lily, loro si stavano divertendo, stavano facendo qualcosa che avrebbero dovuto fare con la loro mamma… Era la prima volta che succedeva da quando Lina se n’era andata e non ci era preparato.

“STELLA!” – esclamò urlando, facendo sobbalzare tutti quanti – “Che cosa diavolo stai facendo?”.

La ragazza impallidì, improvvisamente a disagio. “Stavamo solo giocando, volevo far passare il tempo… Scusa, avrei dovuto chiedertelo prima ma le bimbe sembravano così incuriosite che…”.

“Devo parlarti, vieni fuori di qui. ADESSO!” – rispose Gourry gelido.

D’istinto le bimbe si avvicinarono a Mikal senza fiatare mentre Stella, preceduta da Gourry, uscì dalla slitta.

“Gourry, senti… scusa… non credevo che ti desse fastidio…” – balbettò la ragazza.

Gourry fece alcuni passi addentrandosi nella foresta e la ragazza lo seguì silenziosa.

“Ascolta Stella… le mie bambine hanno tre e quattro anni e mezzo. Sono piccole per truccarsi e tu  non sei la loro madre per insegnarglielo…”.

Stella lo raggiunse e si fermarono davanti ad un lago ghiacciato. “Senti… era solo un gioco, senza malizia, davvero…”.

Gourry sbuffò e si accovacciò sulle ginocchia. Improvvisamente si sentiva stanco… Ed incredibilmente stupido per quella reazione esagerata “Lo so… scusa… Non so cosa mi sia preso…”.

Lo sguardo della donna si fece serio. “Gourry, perdonami se non mi faccio gli affari tuoi ma… dov’è la mamma dei tuoi figli? Me lo sono sempre chiesta ma non osavo domandartelo di persona davanti ai bambini… E’ morta?”.

Gourry scosse la testa. “No, se n’è andata… Un mese dopo la nascita di Amy. Senza un perchè”.

Stella scosse la testa dispiaciuta. “Mi dispiace, ora capisco perché prima Lily ha…”.

“Cosa?” – chiese Gourry allarmato.

La donna alzò le spalle e lo fissò imbarazzata. “Niente di che… E’ solo che prima litigava con Amy… cose normali, che succedono fra bambini… per cose stupide insomma. E ad un certo punto, quando l’ho ripresa e le ho detto di smetterla, lei mi ha risposto che lo faceva perchè Amy è una bambina cattiva e che è per colpa sua che lei non ha più una mamma”.

Il viso di Gourry si fece mortalmente preoccupato e teso. “Ma… ma non è vero!”. Era stupito. Ed arrabbiato. Con Lina ma soprattutto con se stesso per non essersi accorto prima di cosa passasse per la testa alla figlia maggiore. Fece qualche passo e diede un violento calcio alla neve. Cosa doveva fare? Doveva aspettarsi che, nella loro situazione, le sue figlie crescendo avrebbero avuto dei problemi…

Stella lo fissò imbarazzata. “Mi dispiace, non volevo essere indelicata. E’ che mi sembrava così strano l’altro giorno, quando ti ho conosciuto, vedere un uomo solo con tre bambini. E senza la fede al dito”.

“Eh?”. Gourry la fissò perplesso.

La ragazza fece un sorrisetto imbarazzato. “Scusami, è che quando vedo un bell’uomo, per di più gentile, mi viene d’istinto controllare se ha la fede al dito. E tu non ce l’hai! Devi avere un passato più oscuro di quello che vuoi far credere Gourry”.

Lo spadaccino non riuscì a trattenere un sorriso. Stella era un tipo particolare, con la strana attitudine a farlo sentire meglio anche nei momenti più no. “Nessun passato oscuro… davvero. Non porto la fede al dito ma sono sposato con la donna che mi ha dato Lily ed Amy. Ma se n’è andata senza un apparente motivo tre anni fa e da allora non ne so più niente. Una notte, semplicemente, ha preso le sue cose, mi ha scritto su un foglietto di dimenticarmi di lei ed è sparita. E da allora… il nulla…”.

“Mi dispiace”. Stella abbassò il capo imbarazzata. Non doveva essere una passeggiata per Gourry raccontarle quelle cose e non doveva essere facile la sua vita quotidiana con tre bambini piccoli e nessun sostegno. “Però… se lei se n’è andata tre anni fa… allora Alex…”.

“Alex non è figlio di mia moglie ma solo mio” – tagliò corto Gourry – “è un’altra storia. Per niente facile nemmeno quella”.

La ragazza lo osservò in silenzio, indecisa su come proseguire quella discussione. Era ovvio che Gourry non desiderasse più di tanto parlare di certi argomenti con lei e così decise di virare un po’ sul tema del discorso. In fondo, loro due, da quando si erano conosciuti si erano chiesti pochissime cose l’un l’altro e c’era margine per imbastire conversazioni praticamente su tutto. “Perché vai a Saillune?” – si decise infine a chiedere.

Gourry la fissò, stupito da quel repentino cambio d’argomento. “La mia casa è stata distrutta dalla neve e non so dove andare, se restavo nel mio villaggio finivo per rimanere sommerso insieme ai miei figli, non ci sono palazzi abbastanza grandi e resistenti da reggere a quello che sta succedendo. Così, visto che sono amico di vecchia data della famiglia reale di Saillune, ho deciso di chiedere a loro ospitalità finché tutto non tornerà alla normalità”.

Stella aprì la bocca stupita. “Certo che è proprio piccolo il mondo!!! Anch’io sto andando dal principe Phillionel!”.

“E perché?” – chiese lo spadaccino incuriosito.

La giovane donna assunse uno sguardo fiero. “Io sono un messo reale, lavoro per il principe e per la sua famiglia, vado in giro per il mondo a consegnare i messaggi che il sovrano invia alle confederazioni straniere. Ero sulla strada del ritorno dopo aver consegnato una missiva ai sovrani di Solaria, quando sono rimasta bloccata nel tuo villaggio dalla neve. I primi giorni di maltempo si riusciva ancora a muoversi ma ormai, senza slitta, è impensabile. Rischiavo di rimanere bloccata ma per fortuna ho trovato te!”.

Ora Gourry era veramente stupito. Fare il messo era un mestiere difficile e pericoloso, i portatori di missive reali erano spesso vittime di imboscate per sottrarre loro importanti segreti ed informazioni riservate e per questo solitamente, per tale incarico, venivano scelti guerrieri forti e muscolosi. Certo, forse Stella, essendo una donna, passava inosservata ma… non era un po’ troppo avventato ricorrere ad una ragazza all’apparenza indifesa? Si sentiva un po’ stupido a fare pensieri così maschilisti, soprattutto dopo aver conosciuto un uragano come Lina, però Stella non era sua moglie e non gli era mai capitato di incontrare una donna che facesse quel mestiere.

Stella, forse intuendo i suoi pensieri, sorrise. “So a cosa stai pensando ma ti assicuro che non sono indifesa come sembra. Hai presente il mio cognome… Wind?”.

Gourry annuì.

“Miguel Wind… ti dice niente questo nome?” – chiese la ragazza.

Lo spadaccino ci pensò su. Miguel Wind… quel nome in effetti gli diceva qualcosa, doveva averlo sentito pronunciare molto spesso da piccolo a proposito di… “CERTO! Miguel Wind, l’eroe della guerra degli stati del sud! Uno spadaccino le cui capacità sono ineguagliabili, una leggenda! Si dice che da solo sia riuscito a sconfiggere gli eserciti della confederazione degli stati meridionali e che abbia conquistato la città di Merinas con solo dieci uomini ai suoi comandi. Ne ho sentito parlare spesso da piccolo, da mio padre! Quindi tu e lui siete…?”.

“E’ mio padre!” – esclamò Stella – “E siccome sono l’unica figlia che ha, l’arte della spada l’ha insegnata a me benché sia una femmina. Sono molto brava sai? Non al suo pari ma ho incantato sia il principe Phillionel sia sua figlia, la principessa Amelia, alla selezione per il posto di messo. Per questo mi hanno scelta. Con una spada in mano sono pericolosa ed essendo donna… non è che attiri molto su di me la curiosità dei malviventi. Il messo perfetto insomma! E il principe Phillionel non è maschilista ed ha accettato volentieri la sfida di assumermi. E fino ad oggi non l’ho deluso. Io amo la spada infatti” – scostò leggermente il mantello scoprendo una lunga lama sotto i pesanti indumenti – “ne porto sempre una con me”.

“Sai Stella” – la interruppe Gourry – “noi due siamo più simili di quello che sembra. Perché come puoi ben vedere ho sempre con me una spada anch’io!”.

La ragazza lo fissò incuriosita. Aveva notato che Gourry teneva alla fibbia una spada però… “Credevo fosse di copertura. Sei un papà dopotutto…”.

“E tu una donna!” – obiettò lo spadaccino ridendo. “Ti va di fare un duello, giusto per tenerci in esercizio. Sai, anche se sono un PAPA’, io appartengo alla famiglia Gabriev di Elmekia ed ho maneggiato per anni la spada di luce”.

Stella lo guardò ammirata, come comprendendo finalmente chi aveva davanti, e poi, con gesto veloce, estrasse la spada dal fodero. “Mi sta bene! Vediamo cosa sai fare… papà!”.

Gourry fece lo stesso e nel giro di pochi istanti le loro lame si incrociarono per la prima volta. Lo spadaccino notò subito la tecnica fine della ragazza, la sua disinvoltura nel maneggiare la spada, la sua sicurezza. Stella era un’ottima spadaccina, superiore a Lina nella scherma, con qualità eccelse… Era bello misurarsi con lei, da anni ormai non provava l’ebbrezza di un duello vero, con un avversario degno di tale nome… Stella della famiglia Wind… una ragazza all’altezza del pesante cognome che portava… Ne era affascinato. Non solo per il carattere solare, le doti di spadaccina e la sua abilità… Stella riusciva ad essere femminile e gradevole in ogni cosa che faceva. I suoi movimenti lo affascinavano, il suo volto, i suoi capelli rinchiusi nelle trecce, il viso fine e gentile lo incantavano… Ne era attratto… Da quanto non provava sensazioni del genere? Avrebbe voluto interrompere quel duello per allungare una mano a sfiorarle il viso ed i capelli, avrebbe desiderato avvicinare le labbra alle sue… E stranamente non si sentiva sporco a fare quei pensieri…

Disattento, arretrò di molti passi, sotto l’attacco di Stella, e finì su un enorme lastrone di ghiaccio. Si sbilanciò nel tirare un fendente ma i suoi piedi, come quelli della donna che stava sfidando, incespicarono sulla superficie lucida e Gourry finì a gambe all’aria.

E dopo pochi istanti Stella rovinò su di lui, subendo la sua stessa sorte.

“Scusa Gourry, non mi ero accorta che qui è ghiacciato!”.

“Nemmeno io!” – rispose ridendo ed ansimando lo spadaccino, indeciso sul da farsi. Non aveva voglia di rialzarsi, starsene lì fra la neve con Stella fra le braccia era… piacevole…

“Sei un ottimo spadaccino” – sussurrò Stella senza trovare la forza per rialzarsi.

Gourry la fissò, non trovando le parole per risponderle. Era incredibilmente bella, di una bellezza pulita, fresca, non volgare… Ed era quasi dolce con quel fiocco di neve posato sulla punta del naso. Con un dito lo raggiunse e lo scansò via piano poi, senza che riuscisse a trovare la forza di fermarsi, avvicinò il viso a quello della ragazza. ‘Solo un attimo… un attimo solo…’.

Stella non si scostò, chiuse gli occhi e si avvicinò ancora di più a lui quando…

“Voi due!!! E’ un’ora che siete spariti e i bambini frignano!!! Gourry, vedi di tornare!!!”.

Lo spadaccino e Stella si staccarono di colpo e si voltarono, trovandosi davanti un’arrabbiatissima Mikal. La ragazzina li guardò storto. “Capisco la vostra voglia di ‘tubare’ ma, piccioncini cari, uno di voi due ha prole ed io non faccio la baby sitter gratis mentre voi vi fate i vostri porci comodi!”.

Imbarazzatissimi, i due si alzarono in piedi e Gourry, senza dire una parola, corse verso la slitta. Mikal aveva ragione, era decisamente meglio non fare certi pensieri e complicarsi ulteriormente la vita. E poi doveva tornare dai suoi figli che la principessa aveva lasciato da soli. E doveva anche parlare con Lily, quello che gli aveva detto la giovane l’aveva turbato. Anche se, stranamente, quell’interruzione l’aveva disturbato… In quel momento magico che lui e Stella avevano condiviso, per qualche istante non c’era stata nella sua mente Lina… Era strano ma era stato bene, forse proprio per quello… Quel legame che lui aveva creduto indissolubile, lentamente si stava dissolvendo…

 

*************************

 

Saillune era ormai vicina, dopo due settimane di viaggio erano ormai a pochi chilometri. Gourry quella mattina aveva slegato il suo cavallo e, dopo aver preso con se la piccola Lily, aveva deciso di percorrere con lei l’ultimo tratto di viaggio per parlarle di quello che da giorni gli arrovellava il cervello e  lasciare a Stella e Mikal la slitta e la cura degli altri due bambini. Aveva osservato attentamente la figlia, il suo rapporto con la sorellina e aveva notato certi suoi comportamenti aggressivi, proprio come gli aveva detto Stella. Era stato uno stupido a ritenerli normali, quelle non erano semplici scaramucce fra bambini, Lily era arrabbiata e scaricava tutto sulla sorellina. Certo, Amy era piccola ed aveva un carattere che le permetteva di farsi scivolare tutto addosso ma avvertiva la tristezza che certe volte c’era nei suoi occhi di fronte ai comportamenti della sorella maggiore…

“Papà, quella è Saillune?” – chiese Lily alzandosi dal cavallo.

Lo spadaccino fissò giù dalla vallata e la vide. La città della magia bianca, di Phillionel e di Amelia, del pacifismo sfrenato e fonte di tanti bellissimi ricordi. Era arrivato finalmente… “Si piccola, quella è proprio Saillune!”.

“E cos’è quella stella in mezzo?” – domandò la bimba incuriosita.

Gourry ridacchiò. Dovevano averglielo spiegato ma non si ricordava… In fondo glielo diceva sempre Lina che aveva la testa vuota…

Lily si voltò e lo guardò seria. “Papà… cosa devi dirmi? Quando vuoi rimanere da solo con qualcuno di noi è per sgridarci di solito…”.

Lo spadaccino sorrise davanti all’acume della figlia. “Non voglio sgridarti. Solo chiederti una cosa…”.

“Cosa?”.

Gourry sospirò, indeciso sulle parole da usare ma poi decise di non fare troppi giri di parole che avrebbero finito con l’annoiare la sua bambina e di essere diretto. “Stella mi ha detto che tu credi che sia colpa di Amy se la mamma non c’è e che sei arrabbiata con lei per questo”.

Lily abbassò il capo, improvvisamente triste. “E’ così?”.

Gourry sospirò. Non sapeva i motivi dell’allontanamento di Lina ma era certo che non fosse a causa delle bambine. O almeno lo sperava. “Lily, io forse sbaglio a non parlarvi mai di lei e così tu ti sei fatta un’idea sbagliata ma… no, non è colpa di Amy se lei non c’è più. La vostra mamma vi adorava, lei era felice di avervi avute…”.

“E allora perché è andata via?” – chiese Lily, con tono duro.

“Non lo so” – rispose Gourry fissando il cielo distrattamente – “Ma so che voi siete state la cosa più bella che gli sia capitata e so anche che lei questo lo sapeva. Capisco che tu sia arrabbiata perché ti manca ma…”.

Lily si voltò bruscamente verso di lui. “Come fa a mancarmi se nemmeno mi ricordo di lei? A me non manca proprio nessuno, io una mamma non la voglio più…”.

Gourry sorrise e gli batté un leggero pugnetto sulla fronte. “La tua testolina non la ricorda perché eri molto piccola ma il tuo cuore si. Per questo sei arrabbiata. Ma te la prendi con la persona sbagliata. Amy non ha fatto niente, io e la mamma l’abbiamo voluta come abbiamo voluto te, non ci ha chiesto lei di nascere. Ed Amy è stata ancora più sfortunata di te perché lei la mamma praticamente non l’ha nemmeno conosciuta. Invece tu sei stata un anno e mezzo con lei, hai potuto avere le sue coccole, le sue carezze, hai potuto conoscerla. Eravate inseparabili voi due, vi capivate con uno sguardo. La mamma diceva che eri la sua ‘pulce’ e tu ridevi sempre. La tua prima parola è stata ‘mamma’ e quel giorno l’hai resa tanto tanto felice. Ora, anche se lei non c’è più, ti ha lasciato la tua sorellina e tu devi volerle bene, dovreste essere unite voi due. Perché siete la cosa migliore che io e la mamma abbiamo fatto”. Gourry sorrise, addolcito da quei ricordi lontani… Da quando se n’era andata, non aveva mai più parlato con nessuno delle cose belle che aveva fatto con Lina, della loro vita insieme.

“Papa?”.

“Cosa?” – chiese Gourry guardando la figlia.

“Mi dispiace di essere stata cattiva con Amy! Giuro che da adesso faccio la brava. Lei a volte è anche simpatica anche se non sa giocare coi miei giochi da ‘grande’. Ma magari glielo insegno io!” – esclamò la bimba fiera.

Gourry annuì. “Certo Lily, perché tu sei la sorella maggiore! Di Amy ed Alex!”. Quei ricordi, la sua bambina tanto, troppo, matura gli avevano addolcito la giornata… Gli aveva fatto bene ricordare, troppe volte la rabbia aveva finito per distorcere quelli che erano dei bei ricordi, quello che lui e Lina erano stati…

Lo spadaccino spronò il cavallo verso Saillune. In quel momento il suo cuore era più leggero.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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