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Autore: Beatrix82    08/07/2008    9 recensioni
Finalmente il continuo dell'omonima fanfiction! Pan e Trunks si sposano, mentre all'insaputa di tutti nascerà una relazione segreta tra Bra e Goten... Come andrà a finire?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bra, Goten, Pan, Trunks
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Finalmente amore 2

Finalmente amore 2   

By Beatrix

   

 

Nota dell'autrice:

Questa fanfiction, come la precedente, ha visto la luce tanti, forse troppi anni fa; da allora il mio modo di scrivere, nonchè la visione delle due coppie protagoniste, è piuttosto cambiata, o per meglio dire, maturata. A grande richiesta però non posso che pubblicarla su EFP, per la gioia di chi continua ad apprezzarla!

Buona lettura.

 

 

“Mamma, dimmi la verità…Sei sicura che sto bene?”.

“Tesoro, sei bellissima”.

Videl guardò dolcemente la figlia che si ammirava nervosamente allo specchio. Le sembrava impossibile: solo ieri la sua Pan era una bambina e ora era lì, vestita di bianco e pronta a legarsi per sempre all’uomo della sua vita.

Indossava un grazioso abito da sposa, semplice, ma di grande effetto, e la maggior parte dei capelli era raccolta in alto.

“Accidenti!” esclamò Pan. “Sono così emozionata…”.

“E’ normale essere nervose prima del matrimonio” intervenne Chichi mentre finiva di sistemare il velo alla nipote. “Anche io ero emozionata il giorno che sposai tuo nonno Goku… Lui invece sembrava prendere tutto con la massima tranquillità, mi faceva così innervosire!”.

Le tra donne scoppiarono in una risata piacevole.

Quello era un giorno di festa, e non solo per i due sposi. Finalmente le due famiglie si sarebbero unite. Era molto ormai che le divergenze e le rivalità iniziali si erano appianate, ma adesso il matrimonio di Pan e Trunks avrebbe coronato definitivamente il loro stretto rapporto. Sarebbero stati come un’unica famiglia.

Come sfondo del matrimonio erano state scelte le verdi colline intorno a casa Son, che in quella meravigliosa giornata avrebbero costituito una cornice ideale per un tale evento.

Sentendo le risate e le voci provenire dalla camera di Pan, Bulma, elegantissima, si avvicinò, bussò debolmente e si affacciò alla porta, sorridendo.

“Posso entrare?”.

“Ciao Bulma, vieni pure” rispose Chichi, facendole segno con la mano.

Bulma si fermò ad ammirare compiaciuta la ragazza in abito bianco.

“Sei stupenda, cara” disse a Pan con un sincero sorriso.

“Grazie, Bulma…” rispose lei emozionata.

“Ma manca ancora qualcosa…” aggiunse aprendo la borsetta e cominciando a frugarvi.

Estrasse una piccola scatola.

“Tieni, questo è il mio regalo di matrimonio per te, Pan” disse con l’affetto di una madre, mentre porgeva la scatola alla ragazza.

Pan sorrise, aprendo lentamente la confezione. I suoi occhi brillarono allo splendore che emanò il favoloso girocollo d’argento impreziosito di piccoli diamanti. Rimase per un attimo senza parole a fissare il preziosissimo oggetto, poi alzò gli occhi verso Bulma cercando di far uscire le parole giuste per ringraziarla.

“Bulma, io…non so davvero come ringraziarti…”.

“Non c’è bisogno, cara. Probabilmente non ho ancora finito di abituarmi all’idea che diventerai la moglie di Trunks, ma di sicuro sai che ti ho sempre voluto bene come una figlia”.

Pan, con gli occhi lucidi per l’emozione e la felicità, si precipitò ad abbracciarla, mentre Chichi e Videl le guardavano commosse.

“Scusate il ritardo!” esclamò Bra precipitandosi dentro la stanza.

“Ah, finalmente, cominciavo a darti per dispersa!” disse Pan.

“Scommetto che come al solito hai fatto tardi a farti bella!” intervenne Bulma. “Guarda che non sei mica tu che devi andare a sposarti!”.

“Sì, mamma, lo so, ma sono pur sempre la damigella d’onore, devo fare la mia figura!” rispose lei con un briciolo di vanità.

Eh sì, pensò Pan. Bra non cambierà mai…

Qualcuno aveva cominciato a bussare insistentemente alla porta.

“Ehi, ragazze, posso entrare?”.

Pan sorrise nel sentire quella voce. Fece per avvicinarsi alla porta, ma Chichi la bloccò.

“Signorina, non sai che porta male vedere lo sposo prima del matrimonio?”.

“Chichi ha ragione, tesoro” aggiunse Videl. “Pazienta solo qualche minuto…”.

Intanto Trunks continuava a bussare con insistenza.

“Ci penso io” disse Bulma lanciando un’occhiata d’intesa a Chichi e Videl.

La donna si diresse verso la porta, la aprì e la richiuse subito dietro di lei. Davanti a lei c’era suo figlio, vestito di nero, bello ed elegante, ma anche altrettanto emozionato della sua futura sposa.

“Avanti, Trunks, sai benissimo che non puoi ancora vedere la sposa!”.

“Ah, già, dimenticavo le tradizioni…Ma io non posso più aspettare, guarda che se non la vedo sfondo la porta!” scherzò Trunks, veramente impaziente di vedere la sua Pan.

“Tra poco sarà pronta!” assicurò Bulma trascinando il figlio lontano dalla stanza. “Guarda…è appena arrivato anche tuo padre”.

Nella sala della casa di Gohan, dove gli invitati si erano trattenuti aspettando l’inizio della cerimonia, Vegeta, sorprendentemente vestito in smoking per l’occasione, incrociò lo sguardo di suo figlio. Trunks si avvicinò a lui.

“Ciao, papà”.

Vegeta gli sorrise, dandogli una pacca sulla spalla. Anche senza parole, Trunks capiva benissimo quello che suo padre voleva dire. Era felice per lui, si vedeva. Era felice perché suo figlio stava facendo la cosa giusta. Con la persona giusta.

“Ehi Trunks!”.

Goten cercò di farsi spazio tra la folla per raggiungere l’amico.

“Ciao Goten” sorrise Trunks avviandosi verso di lui.

“Mmh…Che eleganza! Uno sposo perfetto!”.

“Grazie, anche tu non sei male come testimone!”

“Allora, come ci si sente a pochi istanti dal grande passo?”.

“Ti confesso che non sto più nella pelle…Ho un’enorme voglia di vedere Pan”.

“Ti sei preso una bella sbandata per mia nipote, eh?.

“Non è una sbandata, Goten. Sono innamorato… Tu piuttosto, quando ti deciderai a trovarti una ragazza come si deve?”.

Goten lo guardò con un accenno di insofferenza.

“Pensa a sposarti tu, vai, che è meglio!” concluse alla fine, sorridendo.

“Ti sei ricordato degli anelli, vero?”.

“Certo, amico, tutto sotto controllo!”.

 

Gohan sorrise teneramente. Com’era bella la sua Pan. Avrebbe voluto stringerla forte e non lasciarla andare mai più, ma si rese conto che adesso era arrivato il momento. L’abito che indossava sua figlia gli ricordò quanto ormai era cresciuta e che, nonostante avesse appena 20 anni, aveva già fatto la scelta della sua vita: Trunks.

“Sei pronta, tesoro?”.

“Sì, papà”.

Gohan le porse il braccio e insieme uscirono dalla porta di casa. Davanti a loro erano disposte le sedie bianche con gli invitati, ai due lati di un corridoio d’erba che conduceva fino all’altare. E in cima c’era lui, Trunks, bello ed emozionato, che la aspettava sorridente.

Padre e figlia iniziarono a percorrere il corridoio verde, mentre Bra porgeva a Pan il bouquet. Gli invitati erano girati a seguire i passi della sposa, condividendo con familiari sorrisi l’emozione della ragazza.

A Pan sembrò che quel breve tragitto non finisse più. Ma ora finalmente era lì, di fronte a lui, di fronte a quel viso e quegli occhi che tanto quella mattina era stata impaziente di vedere, e che da quel giorno in poi sarebbero stati suoi per sempre.

Lui la guardava incantato.

“Pan, sei bellissima” le sussurrò sottovoce.

“Anche tu sei stupendo” le rispose lei sorridendo.

“Ci siamo, amore mio…”.

“Non vedevo l’ora…”.

 

Bra si sedette nel posto che le era stato assegnato, a lato dell’altare.

“Davvero una bella coppia, non trovi?”.

Goten si girò verso la sua vicina di posto, assorta nell’osservare gli sguardi innamorati che si scambiavano Trunks e Pan.

“Sì, sono d’accordo”.

“Considerando tutti i matrimoni che falliscono al giorno d’oggi, è difficile credere che un’unione possa durare tutta la vita…Ma sono sicura che questo non sarà il loro caso”.

Goten annuì silenziosamente.

Lui e Bra erano stati scelti come testimoni: era la decisione più ovvia, dal momento che rappresentavano lo zio della sposa e la sorella dello sposo, nonché buoni amici di entrambi. Loro due non avevano mai legato particolarmente, non erano mai diventati amici intimi, nonostante le loro famiglie fossero in continuo contatto da una vita. Questa era una delle poche occasioni in cui si erano trovati a scambiare due parole da soli.

“E tu, che ne pensi?” chiese Bra voltandosi verso di lui e accavallando sensualmente le gambe.

Goten non potè fare a meno di abbassare lo sguardo. Bra era sempre stata uno splendore di ragazza. Ricordava che spesso scherzava con Trunks a proposito di lei…

“Ehi Trunks, tua sorella sta crescendo proprio bene…Quasi quasi tra qualche anno ci faccio un pensierino!”.

“Non pensarci neanche, amico! Provaci con chi vuoi ma lascia stare mia sorella, intesi?”.

Ma adesso era veramente uno schianto. Indossava un elegante vestitino attillato color blu elettrico, che le arrivava un po’ più su del ginocchio mettendo in evidenza le gambe perfette, e con una scollatura che le cadeva morbida sul seno.

“Goten?” lo chiamò la ragazza con aria interrogativa.

Goten si rese conto che probabilmente era rimasto incantato a fissarla più di quanto si era potuto rendere conto.

 “Cosa stavi guardando?” chiese Bra maliziosamente.

“Guardavo te, no?” rispose lui senza troppi scrupoli.

“Ah, viva la sincerità” esclamò lei divertita e lusingata allo stesso tempo.

“Non capita certo tutti i giorni di avere accanto una bella ragazza”.

Goten certo non si vergognava a fare complimenti alle donne. E a questo Bra di sicuro non faceva eccezione. Ma a quanto pare, anche a lei non dispiaceva sentirsi dire certe cose. Sapeva che le era sempre piaciuto farsi corteggiare dai ragazzi. Beh, lui l’avrebbe accontentata senza problemi, perché anche lui amava corteggiare.

“Cosa direbbe la tua ragazza se ti sentisse?”.

“ Ma io non ho una ragazza”.

Da quanto Goten si era lasciato con Valese, qualche anno prima, non aveva più avuto altre storie importanti. Non aveva più voluto impegnarsi troppo, non ne valeva la pena. Per lui, i legami come quello di Trunks e Pan erano solo un sogno, un sogno che solo rare volte diventava realtà.

“E dal momento che non ho una ragazza, sono libero di comportarmi come voglio” aggiunse con soddisfazione.

“E non ne vorresti una?”.

“Non ne ho bisogno. Sto già bene così, perché andare in cerca di guai?”.

Bra restò spiazzata dalla sicurezza di Goten. Ma non voleva certo essere da meno.

“Beh, in un certo senso hai ragione. Io ho avuto diversi ragazzi, ma non me ne interessava veramente neanche uno…E allora, meglio soli che male accompagnati, no?” chiese accomodandosi i capelli con eleganza.

“Già…l’importante è cogliere l’attimo…” disse lui lentamente, riprendendo a mangiarla con gli occhi.

Bra provò una punta di imbarazzo nell’esplicito comportamento del ragazzo, ma poi concluse che il suo atteggiamento le piaceva e non poco. Amava farsi corteggiare, e lui sapeva farlo veramente bene…

 “Forse è meglio che adesso ci concentriamo sulla cerimonia, non credi?” chiese alla fine con un finto sguardo di rimprovero.

“Ma sì, dai, facciamo i bravi testimoni” rispose Goten sorridendo con malizia. Anche se con lei lì accanto sarebbe stato difficile…

 

La cerimonia fu perfetta. Trunks e Pan erano finalmente marito e moglie.

Bulma aveva organizzato il banchetto di nozze alla Capsule Corporation: sarebbe stata una festa in grande stile, con tanti invitati.

Dopo il matrimonio, perciò, tutti si trasferirono in breve tempo a casa Brief, a gustare le prelibatezze che i migliori chef della città avevano preparato per festeggiare l’evento.

Tra la folla, Bra intravide Goten che si stava servendo alcuni antipasti. Si avvicinò con la scusa di versarsi qualcosa da bere.

“Se non sbaglio, avevamo un discorso in sospeso” esordì la ragazza.

“Ah, davvero? Rinfrescami un po’ le idee…” rispose lui finendo di riempirsi il piatto.

“Prima, durante il matrimonio, hai detto che bisogna cogliere l’attimo…Cosa intendevi precisamente?”.

“Beh, dipende dai punti di vista…Comunque significa approfittare delle occasioni, fare quello che ci si sente in un certo momento, seguire l’istinto…Senza pensare troppo al futuro e compagnia bella…”.

“Mmh…interessante” sussurrò Bra rubando un crostino dal piatto di Goten e gustandolo lentamente. “Sono perfettamente d’accordo…”.

Lui la guardò divertito. Quella ragazza le piaceva…

“Sai, stai benissimo in smoking, ti dà un’aria così matura e attraente…” continuò Bra leccandosi le dita.

“Bra Brief, ci stai provando con me, per caso?” chiese Goten maliziosamente, incrociando le braccia.

“Figuriamoci!” rispose lei accennando una certa aria di superiorità. “Di solito sono i ragazzi che ci provano con me”.

“Ma tu fai di tutto per spingerli a farlo”.

“Se lo fanno, significa che vogliono farlo…”.

Per qualche secondo i due rimasero a guardarsi con espressione complice. Sembrava fossero proprio sulla stessa lunghezza d’onda…

“Ah, ragazzi, siete qui!”.

Da dietro di loro si era appena avvicinata la coppia di neo-sposini.

“Salve piccioncini!” sorrise Goten.

“Volevamo ringraziarvi per averci fatto da testimoni. Siete stati grandi” ammise Trunks.

“Era il minimo che potevamo fare, no? Sono tanto felice per voi!” disse Bra abbracciando Pan affettuosamente e dando un bacio sulla guancia al fratello.

“Grazie Bra…e grazie anche a te, zio Goten, ti voglio bene!” esclamò Pan abbracciando lo zio. “Ah, Bra” aggiunse. “Vieni, ti faccio vedere i miei regali di nozze!”.

Bra seguì Pan, lanciando a Goten un’ultima occhiata che lui le ricambiò immediatamente.

 

Durante il rinfresco, Bra e Goten, anche da lontano, continuavano a scambiarsi sguardi e sorrisetti di complicità. Erano occhiate brevi, ma piene di malizia e di provocazione.

Goten si sentiva attratto da Bra come non lo era mai stato, e ad ogni suo sguardo sentiva il sangue ribollirgli nelle vene… Il suo corpo, che poteva facilmente immaginare dal tessuto attillato e traslucido del suo vestito, lo faceva letteralmente impazzire…

Alcuni momenti la perdeva di vista, e quando la ritrovava era come placare la sete di un assetato nel deserto.

Si avviò verso il bagno, allontanandosi dalla folla e lasciando il grande salone. Stava cercando di trovare la stanza giusta attraverso il corridoio semibuio, quando una mano delicata gli afferrò il braccio e lo spinse verso una snella figura appoggiata al muro. Era lei. Riusciva a distinguere, nella quasi oscurità, lo scintillio dei suoi occhi chiari e le seducenti forme del suo corpo perfetto.

Due morbide e calde labbra si impossessarono delle sue, avvolgendolo in un bacio intenso e appassionato, a cui lui rispose con la stessa sensualità. Lui cominciò a passarle le mani lungo il corpo, ma lei si staccò. Restò alcuni secondi ferma a guardarlo, con un sorrisetto provocatorio che si intravedeva nel buio, poi si allontanò lungo il corridoio, voltandosi di tanto in tanto ad osservarlo. Lui sentiva che a quel punto non poteva più resistere. La voleva. E anche lei, a quanto pare. Ma evidentemente, le piaceva giocare un po’…

Cominciò a seguirla, lentamente, mentre lei si nascondeva agli angoli del lungo corridoio, poi riappariva, continuava ad andare avanti e si girava guardandolo sensualmente.

Goten sentiva la tensione crescere dentro di lui. Giocare al gatto e al topo lo eccitava, ma se non l’avesse presa subito sarebbe scoppiato…

Ad un certo punto, Bra aprì una grossa porta davanti a lei: era la Camera Gravitazionale. Vi entrò dentro, aspettandolo. Goten, dopo un momento di esitazione, la seguì all’interno dell’enorme stanza, chiudendo il pesante portone alle sue spalle. Adesso sarebbe stata sua, e non poteva più scappare…

Si avvicinò a lei, ferma al centro della stanza ad attenderlo. Lo stava fissando con occhi velati dal desiderio e dalla passione, così come quelli di lui.

La baciò impetuosamente, mentre le strappava letteralmente il vestito di dosso. I due finirono a terra, sul freddo pavimento della Camera Gravitazionale, che in quel momento era bollente per il calore di quei corpi incendiati dalla passione.

 

La musica suonava armoniosamente nel grande salone della Capsule Corporation e gran parte delle coppie di invitati si era messa a ballare. Tra cui, naturalmente, lo sposo e la sposa.

“Guardali, non ti sembrano adorabili?” chiese Videl a Gohan, mentre stavano ballando.

“Stanno proprio bene insieme, bisogna ammetterlo”.

“E si amano così tanto. Si sono sempre amati, e si vede”.

“Non poteva finire che così…”.

 

Goten cadde esausto sopra di lei. Era stato tutto così veloce, perché l’eccitazione era stata troppa da trattenere oltre, ma l’intensità era stata così tanta che avevano esaurito tutte le loro energie. Goten guardò Bra, sotto di lui, distesa sul pavimento, i suoi occhi a pochi centimetri da quelli di lei. Il respiro della ragazza era ancora affannato, si stava ristabilizzando lentamente. Lo guardò a sua volta, accennando un debole ma soddisfatto sorriso.

Sulla fronte di lui si erano formate piccole gocce di sudore.

“Sei una ragazza cattiva, lo sai… Non puoi stuzzicarmi tutto il giorno e poi pretendere che me ne stia fermo e buono…” disse lui con un sorrisetto malizioso.

“Era proprio quello che volevo, se non te ne fossi accorto…”.

“Sei davvero perfida”.

“E tu non sei certo un bravo bambino”.

“Allora credo che andremo d’accordo…” affermò lui ammiccandole, mentre si sollevava da lei.

Lei azzardò un sorriso complice.

“Hai visto? Anche io so cogliere l’attimo”.

“Brava, vedo che hai capito perfettamente il concetto”.

Bra raccolse i resti del suo abito.

“Credo che non potrò tornare in sala in queste condizioni… Dovrò salire a cambiarmi”.

“Eh già, credo che lo squarcio sul tuo vestito sia molto compromettente…”.

“Colpa tua, bello…”.

“No, colpa tua che mi hai provocato…”.

“Comunque sia, adesso torniamo in sala con la massima indifferenza, tanto nessuno si sarà accorto della nostra assenza e di cosa abbiamo fatto”.

“Ah sì? Ne sei proprio sicura?”.

“I muri della camera gravitazionale sono isolanti. Da qui dentro nessuno poteva sentire le nostre aure”.

“Complimenti, hai pensato proprio a tutto”.

“Quando faccio le cose, di solito mi piace farle per bene…” disse con audacia, avviandosi verso il portone della Camera Gravitazionale.

 

 

Trunks sostenne Pan con il braccio destro e con la mano sinistra aprì la porta del loro nuovo nido d’amore.

“Che bello, la sposa che entra in casa in braccio a suo marito…come nelle favole” esclamò Pan sorridendo.

“Meglio che nelle favole” osservò lui baciandola.

Dopo il matrimonio, Trunks e Pan avevano deciso di trasferirsi nella dependance della Capsule Corporation, non che qui non ci fosse spazio a sufficienza, ma giusto per avere un po’ più di intimità e una casetta tutta loro.

“Ma ti rendi conto, Trunks…siamo marito e moglie!” continuò Pan gioiosamente.

“Incredibile, vero? Eppure è così tesoro…Ora sarai mia per sempre”.

“Ti amo così disperatamente, Trunks” sussurrò lei abbracciandolo teneramente. “Ti amo da ancor prima che sapessi cosa fosse l’amore”.

Lui le accarezzò dolcemente il viso, guardandola profondamente.

“E io l’ho scoperto solo con te, piccolo amore mio…”.

Si baciarono, dolcemente ma intensamente, mentre Trunks cominciava a slacciarle i complicati nastri del vestito da sposa.

“Trunks…vorrei tanto fare l’amore questa prima notte di nozze, ma…”.

“E’ meglio stare attenti, vero?”.

“Sono al quinto mese, ormai, da qui in avanti dovremo fare attenzione…”.

“Pazienza, allora…Vorrà dire che ti coccolerò tutta la notte”.

Si distesero sul letto, baciandosi, mentre Trunks accarezzava delicatamente l’addome della sua Pan, che cominciava a rivelare la presenza di quella creatura, frutto del loro amore, che stava crescendo dentro di lei.

 

Bra si rigirò più volte nel letto. Non riusciva a prendere sonno. E come avrebbe potuto, dal momento che la sua mente continuava a rivivere il turbinio di emozioni che aveva provato quella sera con Goten…Avrebbe voluto averlo ancora lì, a baciarla, a toccarla con tale passione… Lo desiderava ancora…

 

La mattina seguente, Goten si alzò pigramente da letto sotto il suono martellante della sveglia. Si sentiva stanco e assonnato, e coperto da un bagno di sudore. Aveva dormito poco quella notte, ed il pensiero di quell’eccitante avventura con Bra lo aveva accaldato per tutte quelle ore. Era esausto. Probabilmente fare sesso con una ragazza Sayan affaticava maggiormente e richiedeva più energie, ma ti coinvolgeva in maniera straordinaria, nel corpo e nell’anima, più di quanto uno potesse immaginare…

Mentre faceva colazione, il suo cellulare cominciò a suonare. Si alzò dalla sedia e corse a rispondere.

“Pronto?”.

“Goten…?”.

“Sì, chi parla?”.

“Sono Bra…”.

Seguì un attimo di silenzio.

“Ciao, Bra…”.

“Ecco, ho trovato il tuo numero di cellulare sull’agenda di mio fratello…avevo voglia di chiamarti”.

“Hai fatto bene…Puoi chiamarmi quando vuoi”.

“Bene…perché non resistevo più senza sentirti” sussurrò con voce bassa.

“E io senza vederti”.

“Allora siamo in due…”.

Seguì un altro momento di silenzio.

“Senti” riprese Bra. “Stasera i miei escono, torneranno molto tardi… Che ne dici di venire a trovarmi?”.

Goten ci pensò qualche secondo.

“Interessante…Aspettami, ci sarò” sussurrò.

“Ok…Allora a stasera, verso le 8”.

“A stasera, splendore”.

Goten riattaccò con un sorriso compiaciuto. Non vedeva l’ora di arrivare a quella sera.

“Goten, chi era al telefono?” chiese Chichi con curiosità appena il figlio rientrò in cucina. “Non mi dire che hai una nuova fidanzata”.

“Era solo un’amica” precisò Goten, senza rivelare ulteriori particolari.

 

Bra entrò sotto la doccia, facendosi avvolgere piacevolmente dal getto di acqua calda. Mancava poco, ormai. Presto sarebbe arrivato.

Chiuse gli occhi, sollevando la testa all’indietro, in modo che l’acqua le bagnasse la faccia. Non aveva mai provato finora tutte le emozioni che l’avevano invasa la sera precedente. Era stata con altri ragazzi, ma mai si era sentita così coinvolta, così eccitata, così completa… probabilmente, in parte si trattava della loro comune natura Sayan, ma verso Goten provava una tale attrazione che andava oltre il semplice richiamo di sangue.

Uscì dalla cabina della doccia, indossando l’accappatoio bianco appeso al muro. Rientrò in camera sua, sedendosi davanti allo specchio e iniziando a spazzolare i capelli umidi. Guardò sorridendo la sua immagine riflessa. Lui la trovava attraente…ed essere desiderata da lui la faceva impazzire… Voleva ancora i suoi baci, le sue audaci carezze, la sua eccitante impetuosità di Sayan… Voleva ancora sentire le sue mani e le sue labbra sul suo corpo…

Qualcuno stava bussando alla sua finestra. Si girò lentamente, e dall’altra parte del vetro vide i suoi profondi occhi neri che la reclamavano.

Si alzò, si avvicinò ed aprì la finestra. Lui entrò, senza toglierle gli occhi di dosso. Rimase in silenzio, limitandosi a sorriderle sensualmente, mentre lei rispondeva al suo sguardo. Le parole non servivano a niente: si erano già capiti perfettamente.

Lui le si avvicinò ancora, fino a trovarsi a pochi centimetri da lei. Si baciarono, prima delicatamente, poi con più passione. Lui le sciolse lentamente il nodo dell’accappatoio, che fece poi scivolare dalle sue spalle e cadere sul pavimento, rivelando così il suo splendido corpo. 

Era semplicemente stupenda. Oltre ad essere straordinariamente sensuale e provocante, era immensamente bella. E questa volta voleva assaporare quella bellezza fino in fondo, senza la fretta e la furia della passione che lo avevano colto la sera prima. Voleva gustare ogni centimetro del suo corpo…

Continuando a baciarla, la fece cadere sul letto. Si tolse la maglietta, mostrandole il fisico scolpito e muscoloso che l’aveva posseduta già la sera prima. Bra si morse sensualmente il labbro inferiore, rivelandogli la sua evidente eccitazione, e lui, inumidendosi le labbra, iniziò a baciarle la pelle vellutata, accarezzandola con la punta della lingua, partendo dal collo e spostandosi sempre più in basso. Bra accennava brevi gemiti di piacere, che contribuirono ad eccitarlo ancora di più. Dopo averla stuzzicata a lungo, Goten sentì di non poter resistere più. Anche lei, a giudicare dalla sua espressione, fremeva perché lui la possedesse di nuovo.

Entrò dentro di lei, facendole sfuggire un lamento di piacere, cominciando a spingere con forza. Presto lo riavvolse l’impeto e la passione che aveva cercato momentaneamente di trattenere. Aumentò la velocità, ma lei sembrava reggere straordinariamente il ritmo, anzi pareva apprezzarlo particolarmente. Non c’era da sorprendersi, visto che anche lei era una Sayan…

Spinse ancora più forte, mentre lei si contorceva sotto di lui in completa estasi. Quando alla fine i capelli di lui diventarono biondi ed i suoi occhi verdi, e l’aura di entrambi era arrivata alle stelle, Goten si liberò esausto dentro di lei, mentre Bra, perfettamente in sincronia, raggiunse il culmine del piacere.

 

 * ~ * ~ * ~ * ~ * ~ *

 

Fu così che iniziò una lunga serie di incontri segreti tra i due nuovi amanti. Si incontravano di nascosto, ogni qual volta ne avessero la possibilità, e consumavano la loro ardente passione nei posti e nelle occasioni più disparate. Durante i ritrovi di famiglia si comportavano normalmente, come se tra loro non ci fosse assolutamente niente di più di quello che tutti gli altri potevano immaginare. Ma non erano rare le occasioni in cui, vinti dal desiderio e dall’impazienza, si appartavano segretamente ed indifferentemente in qualche angolo nascosto…

Era passato molto tempo da quando tutto ciò era cominciato. Pan ormai aveva superato l’ottavo mese e lei e Trunks, innamorati più che mai, aspettavano ansiosamente il gran giorno. Tutta la famiglia era eccitata al pensiero di conoscere il nuovo arrivato. Talmente eccitata e presa che non si era ancora accorta della relazione segreta tra altri due membri della stessa famiglia… 

Mesi interi senza sospettare niente. Erano stati proprio bravi a non farsi sorprendere. Ma perché poi tanta ostilità a nascondersi?

Questo era quello che si chiedeva Goten quella sera d’autunno, disteso accanto a lei nel letto di Bra, la quale si era leggermente assopita dopo un altro dei loro incontri segreti.

“Ehi Bra” esordì lui per scoprire se era ancora sveglia.

“Che c’è?” chiese la ragazza rigirandosi dalla parte di lui.

“Per quanto ancora dovremo continuare così?” chiese Goten con voce molto seria.

Lei si sollevò leggermente sul letto, stropicciandosi gli occhi per cercare di vedere la sua espressione.

“Che vuoi dire, scusa?”.

“Lo sai. Sinceramente io non ce la faccio più a dover sempre stare attento perché non ci scoprano, a vederci solo quando i nostri familiari non sono in casa e a comportarci da estranei alle cene di famiglia”.

Bra lo guardò confusa.

“Goten…Se non sbaglio hai sempre detto che non ti volevi impegnare”.

“Cosa c’entra questo adesso?” replicò lui con un inusuale tono severo che fece incupire Bra. “Io non ho detto certo di impegnarsi, solamente trovo che non ci sia niente di male se ci comportiamo sinceramente davanti ai nostri familiari…”.

“Anche se non stiamo insieme ufficialmente?”.

“Sì! Per esempio, se io durante una cena ho voglia di baciarti o di posare la mano sulla tua gamba, vorrei poter avere la possibilità di farlo quando mi pare e piace, senza render conto a nessuno! Sono stufo di nasconderci!”.

Bra rimase un attimo pensierosa, con lo sguardo basso.

“Non credo sia così semplice…” rispose alla fine.

“E perché no scusa? Ormai anche tu sei adulta, penso che non si scandalizzerebbe nessuno della nostra relazione! Hai avuto anche altre storie in precedenza, no? E poi…L’hai visto anche tu, Trunks e Pan erano nella stessa situazione, eppure ce l’hanno fatta benissimo!”.

“Non è la stessa cosa” osservò Bra senza ancora guardarlo negli occhi.

Goten la fissò, cercando di immaginare il senso di quell’affermazione.

“Ah, ho capito…Per Pan era diverso, perché Trunks è il classico, bravissimo e perfetto ragazzo che piace a tutti, e di cui tutta la famiglia sarebbe stata orgogliosa… Mentre io sono la pecora nera, il ragazzo inaffidabile, il perdigiorno, l’amante segreto di cui vergognarsi…”.

“Non ho detto questo” esclamò Bra girandosi verso di lui.

“Certo, come no…Sai che ti dico? Sei solo una ragazzina viziata che ha paura di ciò che direbbero i suoi se sapessero che vieni a letto con me”.

“Cosa…?!”.

“…Ma anche talmente capricciosa da volersi togliere ogni suo sfizio, senza tener conto che il mondo non ruota tutto intorno a te, mia cara principessa sul pisello!”

“Come osi parlarmi in questo modo?!”.

“Oh, poverina, perché non vai a dirlo a papà? Vediamo cosa ne pensa a proposito!”.

Bra balzò giù dal letto, coprendosi il corpo nudo con le lenzuola.

“Vattene immediatamente da casa mia! Subito!” gridò furiosa indicando la finestra con il braccio teso.

“Certo che me ne vado…non mi piace stare con le persone che si vergognano di me!” esclamò con rabbia mentre si rivestiva.

“Già, vattene…tanto è quello che sai fare meglio…” disse lei con un tono di voce più basso. “Come sempre, d’altronde…dopo che abbiamo finito quello che dobbiamo fare, anche se ho casa libera per tutta la notte, non sei restato una sola volta a dormire insieme a me…”.

Goten si abbottonava silenziosamente i bottoni della camicia, voltato dalla parte opposta.

“Anche io vorrei potermi comportare liberamente in pubblico” continuò la ragazza. “Ma poi mi dico che non voglio convincere gli altri di qualcosa di cui non voglio convincere neanche me stessa…” .

Le parole avevano cominciato ad uscirle dalla bocca come un fiume in piena. Non c’era più rabbia o ira nella sua voce, solo una malinconica rassegnazione.

“…Perché mi farebbe soffrire troppo, starei troppo male… Ed è meglio assistere alla fine di una fantasia che di qualcosa che comincia a diventare reale…”.

La sua voce si fece lentamente più tremante.

“Cosa stai dicendo?” chiese lui ancora girato dall’altra parte.

“Sto dicendo che se tutto questo prima o poi dovrà finire, meglio finirla subito prima che mi innamori di te ancora di più e quel giorno mi ritrovi il cuore spezzato…”.

Bra iniziò a piangere silenziosamente. Goten riusciva a vedere l’immagine di lei riflessa nel vetro della finestra, e le lacrime amare che le scendevano lungo il viso. Il suo portamento sicuro e orgoglioso adesso era crollato completamente, facendola apparire solo un fragile corpicino smarrito.

“Vattene via, ho detto!” gridò lei tra le lacrime, singhiozzando.

Goten, senza nemmeno girarsi indietro o dire una parola, aprì la finestra di fronte a lui, per spiccare il volo nell’oscurità della sera. Quella finestra che molte volte aveva ormai varcato, ma da cui ora sarebbe uscito per sempre.

 

Passarono due settimane. Due settimane senza sentirsi. E senza vedersi…

Goten era disteso sul letto di camera sua, facendo rimbalzare meccanicamente sul tetto una piccola pallina di gomma. Non immaginava che le sarebbe mancata a tal punto. Eppure, in fondo, per tre mesi la loro era stata solo una storia di sesso. Ma il sesso poteva farlo con qualunque altra ragazza, mentre lui voleva lei. Voleva rituffarsi nei suoi occhi, sfiorare ancora le sue labbra, accarezzarle la pelle vellutata, sentire la sua voce piacevole e melodiosa…

Quello che lei gli aveva detto prima che lo costringesse ad uscire dalla sua vita lo aveva lasciato di stucco. Gli aveva confessato che si stava innamorando di lui. E lui non era riuscito a spiccicare parola, si era limitato a fuggire codardamente da lei e dalla confusione che sapeva di avere in testa.

L’aveva lasciata così, distrutta ed avvilita, senza più sapere come poteva stare adesso. Chissà se stava soffrendo…

In fondo, era stato lui a premettere di non voler storie serie e impegnative. Pensava che anche lei la pensasse allo stesso modo, ma evidentemente si sbagliava… O forse, aveva semplicemente cambiato idea…

Perché al cuore non si comanda, e non si può decidere quando innamorarsi. Succede tutto da solo.

E forse, era successo anche a lui. Lui che non voleva più saperne di romanticismi, di fidanzamenti, di impegni, di matrimoni… Lui che da quando Valese lo aveva lasciato per un ricco e stagionato avvocato dalle origini nobili, aveva promesso a se stesso che non valeva assolutamente la pena soffrire per una ragazza. E, di conseguenza, innamorarsi di una di loro. Mai più progetti, mai più impegni, mai più promesse. Tanto erano tutte balle…

Ma ora era successo di nuovo. Provava qualcosa per Bra, e non era solo attrazione fisica. Durante quei tre mesi, nonostante tutto, si erano conosciuti meglio e avevano scoperto di avere molte cose in comune, più di quanto si aspettassero. E tra loro era nato un legame più intenso di quello semplicemente sessuale.

Si erano inevitabilmente innamorati.

Goten udì che qualcuno era entrato in casa e stava parlando con sua madre nel salone. Riconobbe la voce di Pan.

“Tesoro, ma ti sembra il caso di volare fino a qui dalla Capsule Corporation nelle tue condizioni??” le chiedeva Chichi preoccupata.

“Andiamo, nonna, guarda che ce la faccio benissimo!”.

Goten uscì dalla sua stanza per salutare sua nipote. Pan si girò verso di lui, sorridendogli, con le mani sul pancione ormai grosso.

“Ciao Pan, come sta la futura mammina?” chiese sorridendole affettuosamente.

“Ehi, zio Goten!” esclamò lei andandogli incontro e baciandolo sulla guancia. “Sto benissimo, non si vede? Prontissima ad accogliere il mio piccolino!”.

“Quanto manca, adesso?”.

“Solo un paio di settimane, ormai! Questo piccolo Sayan sta già scalciando come un pazzo!”.

“Proprio perché manca così poco devi riguardarti!” la rimproverò di nuovo Chichi. “Non potevi farti accompagnare da Trunks in macchina?”.

“Lui era a lavoro, e poi non ne ho alcun bisogno! Io sono in forma come sempre!”.

Goten sorrise. Pan era sempre la stessa.

“Ero venuta a fare visita a mamma e papà, così sono passata a fare un salutino anche a voi”.

“Che pensiero carino, tesoro! In effetti non ci vedevamo da un po’!” esclamò Chichi.

“Già! E poi volevo invitarvi da parte di Bulma a cena alla Capsule Corporation, sabato prossimo!”.

“Alla Capsule Corporation?” chiese Goten leggermente agitato.

“Sì, è il compleanno di Bra e abbiamo deciso di organizzare una festa a sorpresa in suo onore”.

Goten si sentì avvampare come se avesse bevuto in un secondo un litro di vodka.

“E come mai quest’anno fanno le cose così in grande?” chiese Chichi alla nipote.

“Volevano sollevare il morale a Bra, distrarla un po’… Sapete, non sta passando un bel periodo”.

“Che…che vuol dire che non sta passando un bel periodo..?” balbettò Goten cercando di nascondere l’agitazione.

“Non so cos’abbia precisamente, ma negli ultimi tempi è sempre così triste, distaccata, non ha stimoli di nessun tipo… Se ne sta sempre in casa mentre di solito usciva tutti i giorni…”.

Goten deglutì con fatica. Sapeva che tutto questo aveva a che fare con ciò che era successo tra loro. E si sentiva terribilmente in colpa…

“Adesso devo andare” concluse Pan abbracciando la nonna e lo zio. “Ci vediamo sabato, allora!”.

“Ciao tesoro, stai attenta!” la salutò Chichi mentre la ragazza usciva dalla porta e se ne andava in volo.

“Bene” riprese Chichi rivolta al figlio. “Sabato ci divertiremo!”.

“Certo, come no” rispose Goten non troppo convinto, pensando a come si sarebbe dovuto comportare adesso.

 

Trunks passò per caso accanto all'entrata del terrazzo, scorgendo con la coda dell'occhio la sagoma di sua sorella che, tra l'oscurità della sera, fissava distrattamente le stelle. La raggiunse lentamente.

"Ehi, sorellina" la chiamò con tono affettuoso.

La ragazza si girò verso di lui, accennando un debole sorriso.

"Ciao, Trunks! Come mai qui?".

"Io e Pan avevamo finito il sale, e così... Ero passato a farmelo prestare un pò dalla mamma".

"Tutto bene laggiù?" chiese Bra indicando con la testa la loro dependance, a pochi metri dalla Capsule Corporation.

"Benone, direi... Tra poco la famiglia si ingrandirà, non vedo l'ora!".

"Immagino che tu e Pan siate al culmine della felicità".

"Già, è così..." rispose lui osservando l'espressione sommessa della sorella. "E tu? Com'è che negli ultimi giorni sei sempre così giù?".

"Io? Ma no, che cosa dici...".

Trunks sapeva che Bra non l'avrebbe mai ammesso. Ma lui la conosceva bene, e sapeva che c'era qualcosa che non andava nella sua vita. Anche se non capiva come una ragazza bella, intelligente, ammirata e corteggiata, quale era sempre stata, potesse nascondere qualcosa che la facesse soffrire...

"Problemi di cuore?" azzardò Trunks con un sorriso.

"Che? Ma no..!!" rispose lei cercando di nascondere l'imbarazzo.

"Io dico di sì! E che potrebbe essere se no?".

Bra scosse la testa, sorridendo leggermente.

"Certo che non ti sfugge mai niente, fratellone" ammise alla fine.

"Ho qualche anno più di te, Bra. So come va il mondo".

Bra tornò a fissare la volta blu scura addobbata di stelle, pensierosa.

"Allora, chi è questa volta? Lo conosco?" chiese Trunks non dandosi per vinto.

"Trunks!" esclamò lei rivoltandosi di scatto verso di lui.

"Andiamo, non puoi certo dire che sono un fratello impiccione! Non ti puoi lamentare se una volta ti chiedo di raccontarmi qualcosa!".

"Ti prego, non costringermi...".

"Ok, proverò ad indovinare io, allora... Vediamo..." disse concentrandosi. "Per caso si tratta di quel tipo snob con la barca che dicevi di non sopportare? O forse di quel giocatore di football che amava star più dietro alla palla che alle ragazze ma che a te piaceva tanto? Oppure...potrebbe essere quel certo Tim, o come si chiamava, bello come il sole ma timido come un pulcino?".

Bra scosse la testa.

"Trunks, non ho voglia di parlarne, ok? Posso dirti solo che sto cercando di buttarmi tutto alle spalle...".

Trunks le sorrise dolcemente.

"So che supererai questo momento. Sei forte, tu, e io l'ho sempre saputo".

"Grazie Trunks, ti voglio bene".

"Anche io, Bra" disse, abbracciandola affettuosamente.

 

E venne sabato. Goten aveva sperato che quei giorni passassero più lentamente possibile, per avere il tempo di riflettere meglio, ma allo stesso tempo non vedeva l'ora che quel giorno arrivasse, per poter affrontare finalmente la verità.

E ora aveva pensato e riflettuto fin troppo. Sapeva quello che doveva fare, perchè sapeva quello che voleva. E ciò che voleva era Bra.

Doveva vederla prima di tutti gli altri, prima che iniziasse la festa, o sarebbe stato tutto più difficile.

Stava volando a gran velocità verso la Capsule Corporation, quando percepì la sua aura provenire da fuori: stava tornando a casa, a passo lento, con lo sguardo basso ed il volto debolmente illuminato dalla flebile luce del tramonto. Gli sembrava un secolo che non la rivedeva...

Atterrò dietro di lei, e la ragazza, probabilmente percependo la sua aura e lo spostamento d'aria, si fermò di colpo.

"Ciao, Bra" azzardò lui, avvicinandosi piano verso di lei.

Bra si voltò, cautamente, rivelando la sua espressione sorpresa e confusa.

 

Bulma finì velocemente di appendere i festoni nel salone, mentre Chichi e Videl sistemavano i vassoi di cibo sui tavoli apparecchiati.

"Dobbiamo sbrigarci, Bra è andata in centro a fare shopping, ma potrebbe tornare da un momento all'altro!" esclamò Bulma affrettandosi.

"Non preoccuparti, quando è in giro per negozi non torna mai molto presto!" osservò Vegeta.

"Ehi Bulma, ma dove dovremo nasconderci tutti quanti quando Bra entrerà in casa?" chiese Pan.

" Appena sentiremo aprire la porta, ci metteremo dietro i tavoli e spegneremo la luce, poi quando entrerà la riaccenderemo e le grideremo: <>".

"Sembra carina come idea!" esclamò Chichi. "Vorrei solo sapere dove si è cacciato Goten... Spero non si sia dimenticato della festa!".

 

Bra lo guardò di traverso.

"Che ci fai tu qui?".

"Non ti fa piacere vedermi?".

Bra distolse lo sguardo, intuendo il leggero rossore che cominciava a formarsi sulle sue guance.

"Questo non ha importanza" disse alla fine. "Dal momento che tra noi è tutto finito...anzi...a dir la verità, forse non è mai cominciato".

"Lo pensi davvero?" chiese Goten guardandola negli occhi.

"Quello che penso io lo sai già. Te lo dissi quella sera...".

"Allora non sai quello che penso io" disse Goten, sorridendole.

Bra si voltò ancora di lato, non ce la faceva a guardarlo negli occhi. Le faceva troppo male. Come, del resto, era stata male nelle ultime due settimane...

Oggi era il suo compleanno, e come tutti gli anni i suoi le avevano regalato una nuova carta di credito. Era uscita a fare shopping, ma contrariamente al solito non era riuscita a comprare niente. Non era dell'umore adatto.

"Vuoi che ti dica quello che penso io?" continuò Goten.

"Guarda che lo so...è per questo che è finita...".

"Ti sbagli...E' finita perchè non lo sapevi..."

"Hai sempre detto che non volevi impegnarti... Ok, ci siamo divertiti, e adesso è finita, come volevi tu".

"Questo è quello che credi. In realtà non la penso affatto così".

Bra lo guardò confusa. Non capiva cosa volesse dire adesso.

"E quei discorsi sul cogliere l'attimo senza pensare al futuro?".

"Beh...non è detto che quell'attimo debba avere limiti di tempo..." disse sorridendole ancora.

La ragazza lo fissava, come impossibilitata a pronunciare parola. Goten tirò fuori dalla tasca del cappotto un piccolo pacchetto, porgendoglielo.

"Questo è per te, un pensierino per il tuo compleanno".

Bra, dopo un attimo di esitazione, lo prese e lo scartò lentamente. Trovò un piccolo peluche bianco, dagli occhioni dolci e neri, che stringeva tra le zampette un cuoricino di stoffa rosso con scritto:<>.

Bra non potè fare a meno di farsi sfuggire un piccolo sorriso.

"So che non è molto, ma ultimamente i miei risparmi sono molto limitati... Tanto basta il pensiero, vero?".

"Sì, quando è fatto con il cuore..." sorrise la ragazza guardandolo con gioia.

Goten le si avvicinò di più.

"Lo sai, ho una voglia matta di baciarti...".

"Anche io, non sai quanto..." rispose lei avvicinando le labbra a quelle di lui.

Le loro bocche si ricongiunsero, come due calamite che per troppo tempo erano state separate, condividendo un bacio dolce e profondo.

"Forse è meglio se entriamo in casa..." suggerì Bra.

"Sono d'accordo" rispose lui con un sorriso, dimenticandosi completamente della festa.

Bra aprì la porta secondaria, quella che dava direttamente nel salone principale. Tutto era buio all'interno, e pensò che probabilmente i suoi fossero fuori casa. Trovò nell'oscurità la mano di Goten, e se lo portò a se, riprendendo a baciarlo. Ma i due, indietreggiando al buio, inciamparono accidentalmente in una sedia e si ritrovarono distesi l'uno sull'altra sul pavimento, dove continuarono come niente fosse il loro bacio appassionato.

La luce si accese all'improvviso.

"SORPRES...".

Una decina di teste familiari sbucò da dietro i tavoli, ora ferme e impalate a fissare i due sul pavimento in atteggiamento molto intimo...

Per qualche secondo nessuno riuscì a spiccicare parola. Alla fine, Vegeta scosse la testa.

"Sembra che i miei figli ci trovino gusto a mettermi alla prova" disse sospirando, a cui poi seguì un debole sorriso. Tutti gli altri scoppiarono in una risata generale, e anche Bra e Goten, rialzandosi da terra con una punta di imbarazzo, sorrisero felici della reazione positiva dei parenti.

"Bra, tesoro, sembra che la sorpresa ce l'abbia fatta tu!" esclamò Bulma, abbracciando la figlia affettuosamente.

"Tanti auguri, sorellina!" intervenne Trunks con un bacio sulla guancia. "Non avrei mai immaginato che l'uomo in questione fosse proprio Goten!" esclamò girandosi poi ad ammiccare all'amico, che rispose sorridendogli.

"Oh, Goten!" esclamò Chichi abbracciando il figlio. "Finalmente ti sei trovato una ragazza come si deve! Tuo padre sarebbe orgoglioso di te!".

Goten e Bra si guardarono, sorridendo. Per fortuna era andato tutto bene. La loro famiglia era felice per loro. E loro erano felici di essersi ritrovati.

"NOOOOO!!!" gridò Pan rimasta dietro la piccola folla che circondava la nuova coppia.

Tutti si voltarono contemporaneamente, guardando la ragazza che si teneva stretta tra le spalle, con lo sguardo rivolto in basso e gli occhi spalancati per il panico.

"Che c'è, Pan?" chiese Trunks turbato.

"Non sei d'accordo riguardo a Bra e Goten?" chiese Videl andandole incontro.

"Noo!!! Cioè, sì..! Non è questo il problema!" balbettò in preda all'agitazione.

"Tutto bene, tesoro?" le chiese Gohan preoccupato.

Pan respirava affannosamente, tenendosi le mani sul ventre.

"Credo che mi si siano rotte le acque..." riuscì a dire, con voce tremante.

"Oh cavoli" balbettò Trunks, paralizzato a guardare la moglie con espressione sconvolta.

"Non me l'aspettavo proprio ora" osservò Pan sofferente. "Mancano ancora dieci giorni...".

"Beh...si vede che il piccolo non voleva perdersi la festa di stasera..." disse Bulma, sdrammatizzando.

"Dobbiamo portarla subito in ospedale!" gridò Trunks, agitato. 

"Aaahhh!!!" gridò Pan stringendo gli occhi ed i denti. "Ho già le contrazioni!".

"Non credo che ce la faremo ad arrivare in ospedale in tempo, neanche se la portate in volo" osservò Chichi. "Rischierebbe di partorire per la strada!".

"E che facciamo allora, mamma??" chiese Gohan preso dal panico.

Chichi sospirò.

"Dovremo farla partorire qui".

"Chichi ti rendi conto di quello che stai dicendo??" chiese Bulma sconvolta.

"Avete altra scelta forse? Il bambino ha fretta di uscire!".

Pan stava soffrendo disperatamente, ancora in piedi al centro della stanza, mentre gli altri si chiedevano confusamente cosa fare. 

"Trunks, per favore, invece di stare lì impalato come una mummia, perchè non porti tua moglie in una camera?" gridò Chichi.

"Ah, certo, subito" rispose lui come risvegliato da uno shock.

"Scusate la domanda, ma posso chiedervi chi è che farà partorire Pan??" chiese Vegeta intromettendosi nel discorso.

Tutti, contemporaneamente, si voltarono verso Chichi.

"Lo sapevo, devo pensare sempre a tutto io..." ammise accennando ad un sorriso. "Non c'è problema, so come fare".

Chichi mise in moto tutti i presenti affinchè le procurassero tutto il necessario per il travaglio. Fece il suo ingresso nella camera dove era stata portata Pan, mentre Trunks era intento a tenerle la mano premuroso.

"Via da qui, ho bisogno di spazio!" ordinò frettolosamente Chichi. "E poi se non sbaglio sei più agitato te di lei!".

"Eh? Ecco...".

"Ti consiglio di aspettare fuori, è meglio".

Trunks annuì, dando un'ultima occhiata alla sua Pan che gli sorrise affettuosamente, tra l'affanno ed il dolore. 

"Bulma! Portami dell'acqua calda! Videl, degli asciugamani! Fate presto! E' già completamente dilatata!".

Le due donne si affannarono per aiutarla, ma era Chichi che aveva il completo controllo della situazione.

"Nonna...quanto durerà questa sofferenza?" chiese Pan con un filo di voce.

"Non preoccuparti, tesoro. Noi presenti in questa stanza ci siamo passate tutte, e partorendo dei Sayan, tra l'altro! Il che non è certo facile per delle terrestri...".

"Neanche per una Sayan...!" osservò Pan dopo una dolorosa contrazione.

"Lo so, ma tu sei forte, cara, ce la farai benissimo, vedrai! Ora respira, così, da brava!".

 

Fuori della camera Trunks girava meccanicamente a vuoto lungo il corridoio, agitatissimo e impaziente.

Vegeta gli posò una mano sulla spalla.

"Vedrai, andrà tutto bene" lo rassicurò con un tono paterno che raramente concedeva.

"Ma Pan è così giovane, papà, così fragile...".

"Sai che ti dico? Se ha almeno un briciolo della forza e del coraggio di suo nonno, supererà tutto senza problemi".

Trunks sorrise, nervosamente. 

Bra e Goten erano seduti nelle sedie del corridoio, tenendosi, finalmente, per mano senza vergogna, aspettando insieme la nascita del loro nipotino.

 

"Riesco a vedere la testa!" gridò Chichi, cercando di rimanere lucida senza farsi prendere dall'emozione.

"Oh, ci siamo tesoro!" esclamò Videl sorridendo affettuosamente alla figlia.

"L' ultimo sforzo, Pan!" aggiunse Bulma, emozionata.

Pan gridò forte e spinse con tutta la forza che aveva, stringendo i denti con una smorfia sul volto sudato.

"Spingi!".

 

Da fuori, gli altri sentirono il pianto di un bambino.

Dalla porta Bulma si precipitò fuori, abbracciando il figlio.

"Complimenti, tesoro, sei padre di un bel maschietto!".

Trunks esultò con gioia, seguito da tutti gli altri, che entrarono in fretta nella stanza per accogliere il nuovo arrivato.

Nel letto, in braccio a Pan ancora stanca ed affannata per il travaglio, c'era un fagottino bianco, da cui spuntava il volto tenero e adorabile di un piccolo Sayan.

"Guarda Trunks" disse Pan al marito, sorridendo. "Ha i tuoi occhi".

Trunks sorrise, baciandola sulla fronte e guardando soddisfatto il suo primo figlio.

"Ma ha l'espressione inconfondibile di sua madre...".

Pan annuì, sorridendo, mentre Trunks si sedeva nel letto accanto a lei, ad ammirare e a coccolare la sua nuova famiglia.

"Caspita" disse Chichi asciugandosi la fronte con la manica del vestito. "Abbiamo faticato tanto, ma ne è valsa la pena!".

 

Le luci dell'alba cominciavano a diffondersi nel cielo, accompagnate dai primi canti degli uccelli.

Tutta la famiglia aveva trascorso la notte alla Capsule Corporation. 

Pan era ancora distesa sul letto, ad allattare soddisfatta il suo bambino, osservata affettuosamente da Trunks, che per tutta la notte non aveva chiuso occhio per l'emozione.

Gli altri guardavano piacevolmente quel dolce quadretto.

"Guardala Videl" sussurrò Gohan alla moglie. "Guarda la nostra Pan... Sembra ieri che era solo una piccola frugoletta, ed ora è già madre di nostro nipote".

"Non mi sembra vero. Siamo già nonni...".

 

Intanto, Bra e Goten avevano trascorso la notte da soli, rifugiatisi in camera della ragazza, dove si erano amati con passione e dolcezza. E, per la prima volta, avevano dormito insieme, come una vera coppia.

"Finalmente sono riuscita a trattenerti da me, stanotte" gli sussurrò Bra nell'orecchio, appena svegliatasi da un sonno rilassato.

Goten aprì gli occhi, baciandola affettuosamente sulle labbra.

"Ma non credere che sia l'ultima volta... Dovrai sopportarmi ancora per molto, molto tempo" rispose lui sorridendo.

"Sarà un piacere..." osservò Bra baciandolo ancora.

"E' inutile negarlo" iniziò Goten. "Noi non eravamo solo semplici amanti che andavano a letto insieme".

"C'era qualcosa di più...E io ci stavo male, perchè pensavo di non essere ricambiata".

"Mentre invece io avevo solo paura di affrontare la realtà..." osservò accarezzandole dolcemente i capelli. "...Di affrontare il fatto di potermi innamorare di nuovo...".

Bra sorrise, baciandolo dolcemente sulla fronte.

"Ma devo dirti la verità, Bra Brief... Mi sono innamorato di te...".

I due si unirono in un profondo bacio, contenti di aver colto quell'attimo che li avrebbe resi felici per sempre. 

 

Fine

  
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