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Autore: Harry_Potter992    05/04/2014    3 recensioni
[Sequel di "Qualsiasi cosa tu possa immaginare, è realtà (primo anno)"]
Continuano le avventure di Harry Potter, il Ragazzo che è Sopravvissuto, che non forma più un "magico trio" con Ron e Hermione, bensì un quintetto: durante il suo primo anno a Hogwarts ha stretto amicizia con altre due ragazze, Laura Fancy e Jasmine German.
Cosa aspetta Harry, Ron, Hermione, Jasmine e Laura in questo secondo anno nella Scuola di Magia e Stregoneria più famosa del mondo? Per scoprirlo dovete solo leggere ... perchè anche se questa storia è nata nella mia testa, chi dice che non dovrebbe essere vera?
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Ron/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Laura e Jasmine: due nomi, una storia '
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Le vacanze estive terminarono troppo presto per Harry. Non vedeva l’ora di tornare a Hogwarts, ma il mese passato alla Tana era stato il più felice della sua vita.                                                                                 
La mattina del primo settembre, il caos regnava in casa Weasley. La signora Weasley correva di qua e di là in cerca di calzini e penne d’oca; tutti si scontravano per le scale, mezzi svestiti e masticando panini, e poco mancò che il signor Weasley si rompesse il collo inciampando in una gallina mentre attraversava il cortile per caricare in macchina i bauli.                                                  
Harry non capiva come otto persone, sei bauli, due gufi e un topo potessero entrare in una piccola Ford Anglia. Ma non aveva fatto i conti con le modifiche apportate dal signor Weasley.                                        
- Non una parola con Molly - bisbigliò a Harry.                                        
Erano appena partiti che già furono costretti a tornare indietro: George aveva dimenticato la sua scatola di fuochi d’artificio Filibuster. Cinque minuti dopo, nuova brusca frenata perché Fred doveva correre a prendere la sua scopa. Avevano quasi raggiunto l’autostrada quando Ginny, con uno strillo, disse di aver dimenticato il diario. Quando finalmente arrivarono a King’s Cross erano decisamente in ritardo.                                                                               
Harry e Ron andarono per ultimi. Spiccarono la corsa verso la barriera che li avrebbe portati dall’altra parte, ma andarono a sbattere contro il muro.  
La gente li guardava con tanto d’occhi, e una guardia li apostrofò: - Ma cosa diavolo vi salta in mente?                                                           
- Abbiamo perso il controllo del carrello - ansimò Harry rimettendosi in piedi. Poi bisbigliò a Ron: - Perché non riusciamo a passare?
- Non lo so … Ma ormai abbiamo perso il treno. - Guardò sconsolato l’orologio che aveva appena segnato le undici in punto. - Che facciamo? Non so quanto ci metteranno papà e mamma a tornare indietro.                                                        
Fu a quel punto che a Ron venne un'idea, almeno secondo loro, geniale: sarebbero andati a Hogwarts con la macchina del signor Weasley.
Il piano funzionò, almeno fino a quando il motore dell'auto non cominciò a gemere.  
 - Manca poco - disse Ron, più alla macchina che a Harry. - Manca poco ormai … - ripeté, battendo nervosamente sul cruscotto.          
- Siamo arrivati! - esclamò Harry, indicando la sagoma di Hogwarts che si stagliava poco lontano.                                                   
Sorvolarono il lago, ed ecco il castello era davanti a loro. Ma in quel preciso istante il motore si spense del tutto. La macchina cominciò a perdere quota. Andarono a sbattere contro un albero del parco.                                                                            
- Stai bene? - chiese Harry.                                                                                                  
- La mia bacchetta! - disse Ron con voce tremante. - Guarda!              
La bacchetta di Ron si era spezzata praticamente in due. Harry non riuscì a dire niente, perché qualcosa colpì l’auto con forza. Era l’albero contro cui erano finiti, che agitava i rami colpendo la Ford Anglia con accanimento.                                                                                                                    
- Siamo spacciati! - gemette Ron mentre il tetto cedeva; ma in quel momento il motore si riaccese.
-Ingrana la retromarcia! - gridò Harry, e l’auto partì all’indietro come una freccia. Ron sospirò di sollievo: - Per un pelo! Bel colpo, macchinetta!
Ma l’auto era giunta ormai allo stremo. Con due sciocchi le portiere si spalancarono e i loro bagagli, così come la gabbia di Edvige, vennero sbalzati fuori. La gabbia volò in aria e si spalancò; Edvige ne uscì emettendo un grido stridulo e arrabbiato e volò via verso il castello senza voltarsi indietro. Poi, tutta ammaccata e fumante, l’auto si immerse rombando nell’oscurità, con le luci posteriori che lampeggiavano di collera.                                                          
- Torna indietro! - le gridò Ron brandendo la bacchetta rotta. - Papà mi ammazzerà!                                                                                  
Ma la macchina scomparve con un ultimo sbuffo.                                 
- Certo che abbiamo avuto una bella fortuna! - disse Ron mentre si avviavano con i bauli verso il grande portone di quercia. - Di tutti gli alberi contro cui potevamo andare a sbattere dovevamo scegliere proprio quello che prende a schiaffi!                                                     
Indolenziti e pieni di lividi, si fermarono davanti agli scalini per sbirciare nella Sala Grande da una finestra illuminata. Harry vide una lunga fila di allievi del primo anno dall’aria spaurita che stava facendo il suo ingresso. Tra questi c’era Ginny, riconoscibile per via dei capelli rossi marca Weasley.   
-Aspetta un po’ … - mormorò Harry a Ron. - C’è una sedia vuota, al tavolo degli insegnanti … Dov’è Piton?                                             
-Forse è malato! - disse Ron tutto speranzoso.                                    
-Forse se n’è andato - disse Harry - perché ancora una volta non è stato nominato insegnante di Difesa contro le Arti Oscure.                    
-O magari è stato licenziato! Voglio dire, tutti lo detestano …           
- O forse - intervenne una voce glaciale alle loro spalle - sta aspettando di sapere perché voi due non siete arrivati con il treno della scuola. 
Si voltarono: era proprio Piton.                                                                        
– Vede signore, noi … la barriera … - cercò di spiegare Harry, ma lui lo interruppe: - E soprattutto, cosa ci facevate a bordo di una macchina volante che è stata vista da ben sette Babbani!               
Stavolta Harry non ebbe il coraggio di replicare, e anche Ron stette in silenzio. Piton proseguì: - Ho notato che un Platano Picchiatore è stato gravemente danneggiato, guarda caso un secondo dopo il vostro arrivo. – Li squadrò severamente.                     
–Ha fatto più male a noi che altro! – ribatté Ron.                              
Silenzio! – intimò lui. – Sfortunatamente non ho il potere di espellervi, anche se lo farei molto volentieri. Adesso voi venite con me, da qualcuno a cui spetta questo felice compito.                         
Li portò nel suo ufficio e poco dopo tornò con la McGranitt, a cui i due ragazzi raccontarono la storia.                                                                   
- Perché non ci avete mandato una lettera via gufo? Penso che tu abbia un gufo - disse alla fine la professoressa, rivolgendosi a Harry.
- Io … io non ci ho pensato …                                                                           
- Questo - replicò la McGranitt - mi pare evidente.   
L'arrivo di Silente li salvò. Il Preside assicurò loro che non sarebbero stati espulsi, ma avrebbe scritto alle loro famiglie. 
- E devo avvertirvi che se rifarete una cosa del genere, non avrò altra scelta che espellervi - concluse. Fece un cenno a Piton, che aveva l’aria di uno a cui è stato detto che il Natale è stato soppresso, e uscirono.                                     
-Professoressa, volevo vedere lo Smistamento di mia sorella … - disse Ron guardando la McGranitt.                                                                      
- Lo Smistamento è terminato. Anche tua sorella è con i Grifondoro.                                                                                                                             
- Oh, bene! - esclamò Ron.                                                                               
- E, a proposito … - proseguì la McGranitt. - Sappiate che entrambi sarete puniti.                                                                                                                
Era meglio di quello che Harry si sarebbe aspettato.                           
La McGranitt fece apparire un vassoio di tramezzini e una caraffa di succo di zucca e disse: - Mangerete qui e poi ve ne andrete direttamente al vostro dormitorio. Devo tornare al banchetto.                        
Quando fu uscita anche lei,Ron emise un lungo fischio soffocato.        
- Pensavo di essere spacciato - disse prendendo un tramezzino.               
- Anch’io - commentò Harry, prendendone uno anche lui. - Quanto mi sarebbe piaciuto andare al banchetto …                                  
- Lei non ha voluto farci pubblicità - disse saggiamente Ron. - Non vuole che gli altri pensino che arrivare con un’auto volante sia una prodezza.
Quando si furono saziati, si avviarono alla Torre di Grifondoro.            
- Parola d’ordine? - fece il ritratto della Signora Grassa.                             
- Ehm … - disse Harry.                                                                                    
In quel momento arrivarono Hermione, Laura e Jasmine.                              
- Eccovi! - esclamò Hermione. - Ma dove vi eravate cacciati? Sono girate le voci più assurde … c’è chi dice che siete stati espulsi perché avete avuto un incidente con una macchina volante                
- Non siete stati espulsi, vero? - chiese Jasmine preoccupata.               
- No, no - la rassicurò Harry.                                                                              
- Ma non vorrete mica dirmi che avete veramente volato fin qui? - chiese Hermione in un tono severo quanto quello della McGranitt.
-Risparmiati la ramanzina - disse Ron impaziente - e dicci la nuova parola d’ordine.                                                                                                 
Colibrì – rispose lei, altrettanto impaziente – ma non è questo il punto …                                                                                                           
- Ma come, avete volato con una macchina volante fino a qui? - domandò Laura incredula. - Sapevate farla volare? E cos’è successo?
Ma intanto il ritratto della Signora Grassa si era aperto, mostrando la sala comune super affollata. Alcune braccia tirarono dentro Harry e Ron, e a Laura, Jasmine e Hermione non rimase altro che seguirli.                                                                                                      
- Eccezionale! - gridò Lee Jordan. - Un vero colpo di genio! Che arrivo spettacolare! Se ne parlerà per anni!                                                 
- Dite un po’, perché non ci avete chiamati? - aggiunsero Fred e George.                                                                                                              
Ron era paonazzo e sorrideva imbarazzato, ma Percy non sembrava affatto contento. Harry diede una gomitata a Ron e accennò al fratello. Ron afferrò al volo.                                                      
- Devo andare di sopra … sono un po’ stanco - disse, e insieme a Harry cominciò a farsi largo verso il dormitorio.                                    
- ‘Notte - disse Harry alle tre amiche. Hermione aveva messo su un cipiglio come quello di Percy, mentre Laura e Jasmine sembravano più che altro ansiose di avere spiegazioni.                              
Finalmente, sempre accompagnati da sonore pacche sulle spalle, Harry e Ron raggiunsero la pace del dormitorio. Quasi subito arrivarono anche Dean, Seamus e Neville.                                                                
- Incredibile! - esclamò Seamus radioso.                                                  
-Fantastico! - commentò Dean.                                                                  
- Strabiliante! - disse Neville reverente.                                                        
Harry non poté resistere. Anche lui si aprì in un largo sorriso.                                                
                                                                                                                  ***                                                    
Il giorno dopo, Harry e Ron si sedettero al tavolo di Grifondoro accanto a Jasmine, Laura e Hermione. Quest’ultima teneva aperta la sua copia di In viaggio con i vampiri, appoggiandola contro una brocca di latte. Ci fu una sfumatura lievemente rigida nel modo in cui disse: - Buongiorno -, e Harry capì che disapprovava ancora il modo in cui erano arrivati. Laura e Jasmine invece li salutarono più lietamente, e dopo qualche istante Laura chiese: - Allora, ci dite cosa è successo ieri? La storia della macchina volante?                        
- Sì, appunto - aggiunse Jasmine, che aveva la bocca piena di bacon e intanto si stava servendo di una ciotola di porridge.                                   
Harry e Ron le informarono circa il loro viaggio.                                 
- Oddio - commentò Jasmine alla fine. - Io avrei avuto una paura! Cioè, magari sarebbe divertente salire su una macchina volante, ma andare a schiantarsi contro un albero …                                            
- Che male - concordò Laura con una smorfia. - Comunque forse avreste dovuto fare un tantino più attenzione a non farvi vedere dai Babbani ...
- Esatto - disse Hermione, ancora un po’ rigida, lo sguardo puntato sul libro di Allock.                                                                              
-Però … certo che volare dall’Inghilterra fino in Scozia è notevole! - continuò Laura.                                                                                             
- Esatto - rispose Ron, scimmiottando Hermione.                                           
Lei alzò lo sguardo e gli lanciò un’occhiata risentita.                                
Mentre Jasmine si rimpinzava di porridge, Laura iniziò a scambiare qualche parola con Neville, chiedendogli com’erano andate le vacanze.                   
- Quando arriva la posta? - chiese a un certo punto, piuttosto impaziente, scrutando il soffitto della Sala Grande.                            
- Dovrebbe arrivare da un momento all’altro - disse Neville. - Penso che la nonna mi manderà alcune cose che ho dimenticato.         
Poco dopo centinaia di gufi irruppero, lasciando cadere lettere e pacchetti sulla folla di ragazzi vocianti. Dopo aver guardato attentamente tutti i gufi, Laura domandò: - Dov’è Edvige?                                                                                                              
- Non credo che verrà - rispose Harry. - Ce l’ha con me per il viaggio in macchina di ieri. Quando siamo scesi è volata al castello e non l’ho più vista …
-Perché, si è fatta male? -lo interruppe Laura.- Si è fatta qualcosa?               
- No, sta bene - la rassicurò lui.                                                                              
Laura ritornò serena, anche se era visibilmente dispiaciuta perché Edvige non si era fatta vedere.                                                                      
Mentre Neville scartava il suo pacchetto, qualcosa di grigio cadde nella brocca di Hermione, spruzzandoli tutti di latte e piume.                
- Puah! - Con una smorfia, Jasmine si tolse una piuma dal labbro e cercò di ripulirsi. Laura si scostò una ciocca di capelli dal viso e la imitò.          
- Errol! - esclamò Ron, tirando fuori dalla brocca il gufo tutto zuppo. - Oh, no! - aggiunse vedendo che stringeva una busta rossa nel becco.
- Non ti preoccupare, è ancora vivo - disse Hermione, stuzzicando garbatamente il gufo con un dito.                                                                     
- Ma no … io sono preoccupato per quella!                                                
Ron indicò la busta. A Harry sembrava una busta qualunque, ma Ron e Neville la guardavano come se dovesse esplodere da un momento all'altro.
- Qual è il problema? - chiese Harry.                                                                   
- Mi ha … mi ha mandato una Strillettera - disse Ron con un filo di voce.                                                                                            
- E’ meglio che la apri, Ron - sussurrò Neville timidamente. - Sarà peggio se non lo fai. Una volta mia nonna me ne ha mandata una e io ho fatto finta di niente e … - deglutì - è stato orribile.                         
- Che cos’è una Strillettera? - domandò Harry incuriosito.                      
Ma Ron non lo stava ascoltando. Aprì la busta con mano tremante e per un attimo sembrò che la lettera fosse esplosa; un ruggito riempì la sala facendo cadere la polvere dal soffitto.                                
Laura cacciò uno strillo. Neville e Jasmine si tapparono le orecchie con le mani.                                                                                                                 
- … RUBARE LA MACCHINA! COME HAI POTUTO! ASPETTA CHE TI PRENDA! QUANDO ABBIAMO RICEVUTO LA LETTERA DI SILENTE HO CREDUTO CHE TUO PADRE SAREBBE MORTO PER LA VERGOGNA! TU E HARRY POTEVATE MORIRE …                                       
Le urla della signora Weasley, cento volte più acute del normale, rimbombavano assordanti per tutta la sala. Tutti si voltarono a guardare e Ron sprofondò nella sedia, così che si vedeva soltanto la sua fronte paonazza.                                                                                         
-… ASSOLUTAMENTE DISGUSTATA! IN UFFICIO TUO PADRE VERRA’ SOTTOPOSTO A UN’INCHIESTA! E’ TUTTA COLPA TUA, E SE PROVI A FARE UN ALTRO PASSO FALSO TI RIPORTIAMO DRITTO FILATO A CASA!                                                                                                   
Cadde un silenzio assoluto. La busta prese fuoco e si ridusse in cenere. Alcuni risero e lentamente si levò di nuovo il brusio di voci.
Hermione chiuse il libro e abbassò lo sguardo sulla testa di Ron.    
- Beh, non so cosa ti aspettassi, Ron, ma …                                                   
- Non dirmi che me lo sono meritato - sbottò lui.                                               
- Dai, poverino - intervenne Laura quando si fu ripresa dallo shock, lanciando un’occhiata lievemente risentita a Hermione. - L’hanno sentita tutti la strigliata di sua madre. Io sarei morta per la vergogna!                                                                                                      
Hermione non ebbe il tempo di replicare, perché la McGranitt si stava avvicinando per distribuire gli orari delle lezioni. Harry prese il suo e vide che per cominciare avrebbero fatto due ore di Erbologia con i Tassorosso.                                                                        
Perlomeno, dalla Strillettera una cosa buona era venuta; sembrava che Hermione pensasse che i suoi amici fossero stati puniti abbastanza, e mentre si avviavano alle serre iniziò a tornare amichevole come sempre.                                                              
I cinque ragazzi si unirono ai compagni, e la Sprite non tardò ad arrivare. Era una strega piccola e tarchiata, con un cappello tutto rattoppato sui capelli scompigliati e i vestiti sempre sporchi di terra. Portava in mano delle bende. Con lei c’era Allock, vestito di turchese e con le chiome dorate che brillavano al sole.                                  
- Salve a tutti! - salutò, rivolgendo agli studenti un sorriso radioso. - Ho appena finito di mostrare alla professoressa Sprite il modo corretto di medicare il Platano Picchiatore! Ma non voglio che pensiate che io sia più esperto di lei in Erbologia! E’ solo che nei miei viaggi mi è capitato di vedere molte di queste piante esotiche …                                                                                                       
Harry notò che Laura aveva alzato appena un sopracciglio.                    
- Serra numero Tre, ragazzi! - disse la Sprite, che sembrava decisamente contrariata e non allegra come al solito.                               
Ci fu un mormorio di curiosità. Fino a quel momento avevano lavorato solo nella Serra numero Uno. Ma nella numero Tre c’erano piante molto più interessanti e pericolose. Harry stava per entrare dietro agli amici, quando Allock tese una mano verso di lui.
- Harry! Volevo dirti una parola … Non le spiace, vero, professoressa, se glielo rubo per un paio di minuti?                               
Sembrava che alla Sprite dispiacesse eccome, ma Allock le chiuse la porta della serra in faccia.                                                                            
- Harry - disse poi scuotendo il capo e mettendo in mostra i suoi denti candidi e brillanti. - Harry, Harry, Harry!                                                 
Imbarazzato, Harry tacque.                                                                              
- Quando l’ho sentito dire … beh, naturalmente è stata tutta colpa mia. Mi sarei mangiato le mani.                                                  
Harry non aveva la minima idea di che cosa intendesse.                              
- Non sono mai rimasto tanto scioccato. Far volare un’automobile fino a Hogwarts! Beh, naturalmente ho capito subito perché l’avevi fatto. Era lampante. Harry, Harry, Harry.                                         
Era incredibile come riuscisse a mostrare i suoi denti smaglianti uno per uno anche quando non parlava.                                                              
- Ti ho contagiato, non è vero? - proseguì Allock. - Sei finito sulla prima pagina del giornale insieme a me e non vedevi l’ora che accadesse di nuovo.
- Oh no, professore, vede …                                                                      
- Harry, Harry, Harry - ripeté Allock passandogli un braccio intorno alle spalle. - Io ti capisco. E’ naturale voler riassaporare una cosa che si è gustata per la prima volta … Ma vedi, non puoi cominciare a far volare le automobili per cercare di farti notare. Sì, sì, lo so cosa stai pensando! “Fa presto a parlare lui che è già un mago famoso in tutto il mondo!” Ma quando avevo dodici anni non ero proprio nessuno, come te adesso. Anzi, di te si è già sentito parlare, non è così? - Lanciò un’occhiata alla sua cicatrice. - Lo so, lo so che non è piacevole come vincere cinque volte di fila il Premio per il Sorriso-Più-Affascinante indetto dal Settimanale delle Streghe, come è successo a me … ma è comunque un modo per iniziare, Harry, è un modo per iniziare.  
Gli strizzò l’occhio con aria complice e si allontanò. Harry rimase lì impalato per alcuni secondi, poi entrò nella serra.                                                            
La Sprite era in piedi dietro a un bancone su cui c’erano dei paraorecchie. Harry prese posto vicino agli amici, e Laura gli bisbigliò: - Che voleva quel tizio … com’è che si chiama … Allock?    
- Niente - borbottò Harry in risposta.                                                          
- Ma si è proprio fissato con te?                                                                    
- Signorina Fancy, signor Potter, basta parlare - li riprese la Sprite. Laura arrossì leggermente e tacque senza aspettare una risposta di Harry. Anche lui rivolse l’attenzione alla professoressa.                      
- Oggi rinvaseremo le mandragole. Chi sa dirmi le proprietà della mandragola?                                                                                                     
Nessuno fu sorpreso di vedere la mano di Hermione alzarsi per prima.                                                                                                                          
- La mandragola è un efficace ricostituente - disse. - Si usa per riportare nella condizione originale le persone che sono state trasfigurate o sottoposte a un incantesimo.                                               
- Ottimo. Dieci punti per Grifondoro - disse la Sprite. - La mandragola è un componente fondamentale della maggior parte degli antidoti. Ma è anche pericolosa. Chi sa dirmi perché?                      
La mano di Hermione mancò di poco gli occhiali di Harry.                  
- Il pianto della mandragola è fatale a chiunque lo ascolti.                          
- Proprio così. Altri dieci punti. Ora, le mandragole che abbiamo qui sono tutte molto giovani … - La Sprite indicò delle pianticelle ricche di ciuffi color verde marcio e proseguì: - Ognuno prenda un paio di paraorecchie. Quando vi dirò di indossarli, assicuratevi di avere le orecchie completamente coperte.
Harry eseguì. I paraorecchie escludevano qualsiasi suono. Anche la Sprite ne indossò un paio rosa e vaporosi, poi afferrò una piantina e tirò.            
Al posto delle radici, dalla terra venne fuori una specie di neonato coperto di fango e terribilmente brutto. Le foglie gli spuntavano dalla testa. Era chiaro che stava urlando con tutta la forza che aveva. La Sprite prese un vaso e vi ficcò dentro la mandragola, sotterrandola sotto uno strato di concime e lasciando fuori soltanto le foglie. Poi fece un cenno per far togliere ai ragazzi i paraorecchie.                  
- Poiché le nostre mandragole sono solo piantine da semenzaio, il loro pianto ancora non uccide. Però possono mettervi fuori combattimento per molte ore, perciò assicuratevi sempre di aver messo bene i paraorecchie. Bene, lavorerete in gruppi da quattro. Il concime è nei sacchi, là … e fate attenzione ai Tentacoli Velenosi, stanno mettendo i denti.                                                                
Laura e Jasmine si misero subito vicine e guardarono Harry, Ron e Hermione in attesa.                                                                                       
- Voi cosa fate? - chiese Laura. - Uno di noi resterà fuori …               
- Vado con loro - decise Hermione, e seguì Harry e Ron poco più in là. A loro si unì un ragazzo di Tassorosso che Harry conosceva di vista ma con cui non aveva mai parlato. Laura e Jasmine vennero raggiunte anche loro da due Tassorosso, Hannah Abbott e Susan Bones.
- Justin Finch-Fletchley - si presentò il ragazzo allegramente a Harry, Ron e Hermione. Strinse la mano a Harry. - So chi sei, naturalmente, il famoso Harry Potter; e tu sei Hermione Granger, sempre la migliore in tutto …                                                                                  
Hermione sorrise radiosa mentre stringeva la mano anche a lei.           
- … e tu sei Ron Weasley. La macchina volante non era la tua?              
Ron non sorrise. Probabilmente stava ancora pensando alla Strillettera.                                                                                                         
- Quell’Allock è veramente eccezionale, non trovate? - disse Justin mentre riempivano i vasi di concime. - E’ un tipo terribilmente coraggioso. Avete letto i suoi libri? Io sarei morto di paura se fossi stato intrappolato in una cabina telefonica da un lupo mannaro; ma lui no, ha mantenuto il sangue freddo e … zac. Semplicemente fantastico.                                                                                                        
Accanto a loro, Hannah Abbott maneggiava il concime allo sterco di drago con una smorfia di disgusto.                                                       
- Io avrei dovuto andare a Eton, sapete? Ma non so dirvi quanto sono felice di essere venuto qui. Naturalmente mia madre è rimasta un po’ delusa, ma da quando le ho fatto leggere i libri di Allock credo che abbia cominciato a capire quanto sia utile avere in famiglia un mago bene addestrato ...
Dopodiché non ebbero molte altre occasioni di parlare. Avevano indossato di nuovo i paraorecchie e dovevano concentrarsi sulle mandragole. Non era affatto semplice. Le mandragole si dimenavano, scalciavano e battevano i piccoli pugni. Harry passò dieci minuti buoni a cercare di cacciarne una particolarmente grassa in un vaso.                                                                                         
Alla fine della lezione Harry, come gli altri, era sudato, dolorante e tutto sporco di terriccio.                                                                                
- Che faticaccia - disse Jasmine con un sospiro irritato. - Quelle cose non stavano mai ferme! Avete visto che brutte?                     
Fecero ritorno al castello per darsi una lavata veloce, e poi i Grifondoro si affrettarono per la lezione di Trasfigurazione.                       
Le lezioni della McGranitt erano sempre pesanti, ma quel giorno lo furono ancora di più. Tutto quello che Harry aveva imparato sembrava essergli uscito dalla testa. Quella mattina dovevano trasformare uno scarafaggio in un bottone, ma Harry riuscì solo a far fare un bel po’ di ginnastica al suo scarafaggio, che scorrazzava sul banco evitando la sua bacchetta.                                  
Anche Laura e Jasmine non se la cavavano molto bene, e ottennero risultati pressappoco minimi. Trasfigurazione non era mai stata il loro forte.
Ma era Ron quello ad avere i problemi peggiori. Aveva aggiustato alla meglio la sua bacchetta con del nastro adesivo magico, ma di tanto in tanto scoppiettava, e quando Ron provava a trasformare il suo scarafaggio quello gli spruzzava addosso un puzzolente fumo grigio. Così andò a finire che, non vedendo quello che faceva, Ron schiacciò inavvertitamente lo scarafaggio e dovette chiederne un altro. La McGranitt non fu molto contenta.
Harry fu molto sollevato di udire la campanella del pranzo. Si sentiva il cervello come una spugna strizzata. Tutti uscirono in fila dalla classe tranne lui, Laura, Jasmine e Ron, che sbatacchiava furiosamente la bacchetta sul banco.                                                                                             
- Stupido … inutile … aggeggio …                                                                 
- Scrivi a casa e fattene mandare un’altra - suggerì Harry.                          
- Ah, sì, per ricevere indietro un’altra Strillettera! - disse Ron ficcando la bacchetta nella borsa. - E’ COLPA TUA SE LA BACCHETTA SI E’ ROTTA ...
- Non c’è proprio un modo per ripararla? - chiese Jasmine mentre scendevano a pranzo.                                                                                         
- No. Non che io sappia - rispose Ron imbronciato. - Sembra danneggiata in modo irreparabile.                                                            
- Non credo però che puoi rimanere per tutto l’anno con la bacchetta rotta - obiettò Laura.                                                             
Stavolta Ron non rispose. Quando incontrarono Hermione e lei mostrò la manciata di perfetti bottoni da lei prodotti a Trasfigurazione, il suo umore non migliorò di certo.                                                     
- Cosa abbiamo questo pomeriggio? - chiese Harry, affrettandosi a cambiare argomento.                                                                           
- Difesa contro le Arti Oscure - rispose pronta Hermione.                                
- E perché - fece Ron strappandole di mano l’orario - hai incorniciato tutte le lezioni di Allock con dei cuoricini?                      
Laura fece una faccia stralunata e Jasmine sbuffò nel suo piatto di hamburger. Hermione si riprese l’orario arrossendo violentemente.
Terminato il pranzo uscirono in cortile. Hermione si sedette su un gradino di pietra e sprofondò di nuovo nella lettura di In viaggio con i vampiri. Jasmine si guardava intorno e ascoltava Harry e Ron parlare di Quidditch, mentre Laura le toccava il gomito e canticchiava sottovoce una canzone.  
- Che libro è? - chiese Jasmine a Hermione, allungando un po’ il collo per vedere. Lei le mostrò la copertina.                                                                     
- Ah - fece Jasmine.                                                                                        
Anche Laura l’aveva visto. - I libri di Allock hanno dei titoli scemi - disse. - In viaggio con i vampiriA spasso con gli spiriti … poi, com’era quell’altro? A merenda con la morte … Booh!                            
Laura e Jasmine ridacchiarono.                                                                   
- Non sono dei titoli scemi - replicò Hermione.                                                         
- Nooo - disse Laura ironica. - Fanno ridere.                                                  
Harry, che stava ancora parlando con Ron, in quel momento si rese conto che qualcuno lo stava osservando attentamente. Anche gli amici lo notarono. A fissarlo era un ragazzino dai capelli color topo che stringeva una macchina fotografica. Quando Harry lo guardò, arrossì violentemente.
- Tutto bene, Harry? Io sono … sono Colin Canon - disse ansimando e facendo un passo avanti. - Anch’io sono dei Grifondoro. Pensi … sarebbe possibile … posso scattarti una foto? -chiese poi, sollevando speranzoso la macchina fotografica.                 
- Una foto? - ripeté Harry.                                                                                                                
- Così potrò dimostrare di averti incontrato. Io so tutto di te. Tutti ne parlano. Che sei sopravvissuto quando Tu-Sai-Chi cercò di ucciderti e che lui è scomparso e tutto il resto, e che tu hai ancora sulla fronte una cicatrice a forma di saetta - e qui i suoi occhi scrutarono la fronte di Harry, nascosta dai capelli. - E un ragazzo del mio dormitorio ha detto che se svilupperò la pellicola nella pozione giusta, le foto si muoveranno.
Colin tirò un profondo respiro di emozione che lo fece fremere e proseguì: - E’ meraviglioso qui, non è vero? Io non ho mai saputo che tutte le strane cose che riuscivo a fare erano magiche fino a che non ho ricevuto la lettera da Hogwarts. Mio padre fa il lattaio, e neanche lui voleva crederci. Per questo sto scattando montagne di foto da mandargli. E sarebbe davvero stupendo averne una tua. Forse la potrebbe scattare il tuo amico così io mi metto accanto a te? E poi me la potresti firmare?                                    
Laura e Jasmine lo guardavano perplesse da quando aveva iniziato a parlare.                                                                                        
- Foto autografate? Distribuisci foto autografate, Potter?                          
Nel cortile risuonò la voce di Draco Malfoy. Si era fermato proprio dietro Colin, scortato come sempre da Tiger e Goyle.                             
- Tutti in fila! - tuonò Malfoy alla folla. - Harry Potter distribuisce foto con l’autografo!                                                                                       
- Ma che stai dicendo? - sbottò Laura aggrottando la fronte.             
Anche Harry protestò, furibondo, stringendo i pugni. - Ma non è vero! Chiudi il becco!         
- E’ solo che sei geloso - si sentì la vocina di Colin.                                    
- Geloso? - ripeté Malfoy, che non aveva più bisogno di gridare, dato che metà del cortile lo stava ascoltando. - E di che cosa? Grazie tante, ma non voglio certo una stupida cicatrice sulla fronte. Per quanto mi riguarda, non penso che farsi spaccare la testa in due renda così speciali.              
Tiger e Goyle ridacchiavano come due ebeti.                                               
- Ma vai a farti un bagno, Malfoy! - disse Ron arrabbiato.                  
Stavolta fu il turno di Laura di ridere. Smise quasi subito, con una mano sulla bocca. Tiger tornò serio e cominciò a strofinarsi le nocche con aria minacciosa.                                                                                     
- Attento a te, Weasley - fece Malfoy con una smorfia. - Non vuoi cacciarti in un altro guaio, vero? Altrimenti la tua mammina dovrà venire a prenderti e a portarti via da scuola. - E con voce acuta e penetrante aggiunse: - SE PROVI A FARE UN ALTRO PASSO FALSO …                                         
Un gruppetto di Serpeverde del quinto anno scoppiò a ridere sonoramente.                                                                                                  
- Ehi, Potter, c’è Weasley che vorrebbe una foto con l’autografo! - ghignò Malfoy. - Varrebbe molto più di tutta casa sua!                            
- Ma te ne vuoi andare? - fece Laura, che ne aveva abbastanza.             
Ron tirò fuori la bacchetta, ma Hermione chiuse il libro con un colpo secco e bisbigliò: - Stai attento!                                                       
- Cosa succede qui? - Allock si stava avvicinando. - Chi è che sta distribuendo autografi?                                                                                     
Poi vide Harry e gli mise un braccio intorno alle spalle. - Non c’era bisogno di chiederlo! Ci incontriamo di nuovo, Harry! Allora, coraggio, signor Canon - aggiunse rivolto a Colin. - Una foto a tutti e due, e te la firmeremo entrambi.                                             
Incollato al fianco di Allock e rosso per l’umiliazione, Harry si lasciò scattare la foto da un confuso Colin proprio nel momento in cui suonava la campanella delle lezioni pomeridiane.                                          
- Fuori tutti, svelti - disse Allock agli studenti, e si incamminò verso il castello con Harry ancora attaccato al fianco, che avrebbe dato qualsiasi cosa per saper fare un incantesimo e sparire.                             
- A buon intenditor poche parole, Harry - gli disse Allock in tono paterno mentre salivano i gradini. - Io ti ho coperto, con il giovane Canon … Con una foto scattata anche a me, i tuoi compagni non penseranno che tu ti creda chissà chi … Voglio soltanto dirti che distribuire foto autografate in questa fase della tua carriera non è molto sensato. Verrà, verrà il tempo in cui, come me, dovrai tenere una pila di foto a portata di mano dovunque vai, ma … - fece una risatina - non mi pare che tu sia già arrivato a quel punto.                                                                           
Avevano raggiunto la classe di Allock, che finalmente lasciò andare Harry. Il ragazzo andò a sedersi in fondo, dove fu occupatissimo a impilare tutti e sette i libri di Allock davanti a sé, in modo da risparmiarsi la vista dell’autore in carne e ossa.              
Il resto della classe entrò chiacchierando e Ron, Hermione, Laura e Jasmine andarono a sedersi accanto a Harry.                                       
- Che altro ti ha detto quel tizio? - chiese Laura con aria piuttosto annoiata.                                                                                                                  
Harry evitò di rispondere,mettendo l’ultimo libro in cima agli altri.    
- Ti si potrebbe friggere un uovo sulle guance - disse Ron. - Speriamo che Canon non incontri Ginny, altrimenti mettono su un Fan Club di Harry Potter.
Jasmine ridacchiò, ma Harry disse: - Chiudi il becco!                        
L’ultima cosa di cui aveva bisogno era che Allock sentisse la frase “Fan Club di Harry Potter”.                                                                              
In quel momento Allock si schiarì rumorosamente la gola, facendo cadere il silenzio. Prese una copia del suo libro Trekking con i troll dal banco di Neville e la sollevò per mostrare il suo ritratto ammiccante in copertina.                                                                                                         
- Io - disse indicandolo e ammiccando lui stesso - Gilderoy Allock, Ordine di Merlino, Terza Classe, Membro Onorario della Lega per la Difesa contro le Arti Oscure e cinque volte vincitore del premio per il Sorriso più Seducente promosso dal Settimanale delle streghe … ma lasciamo stare. Non mi sono certo liberato della strega Bandon facendole un sorriso!                                                                             
Aspettò che tutti ridessero, ma solo poche labbra si incurvarono leggermente. Laura inarcò un sopracciglio e scambiò un’occhiata con Jasmine, che non sapeva se ridere o sconcertarsi, ma sembrava di gran lunga che avesse scelto la prima opzione.                             
- Vedo che tutti avete la serie completa dei miei libri … molto bene. Oggi pensavo di iniziare con un piccolo quiz. Niente di cui preoccuparsi … solo per verificare con quanta attenzione li avete letti, quanto avete assorbito …                                                                                      
Quando ebbe distribuito i test, tornò davanti ai banchi.                           
- Avete trenta minuti. Pronti … via!                                                                     
Harry guardò i suoi fogli e lesse:       

1.Qual è il colore preferito di Gilderoy Allock?                                       
2. Qual è l’ambizione segreta di Gilderoy Allock?                                  
3. Secondo voi, qual è il risultato più importante conseguito fin ora da Gilderoy Allock?


E continuava così per altre tre pagine, fino all’ultima domanda:

54. Quando cade il compleanno di Gilderoy Allock, e qual è il regalo ideale per lui?                                                                                       

- Ma che è ‘sta roba? - bisbigliò Jasmine, ridacchiando a bassa voce, e si girò a guardare gli amici. Harry alzò le spalle, mentre Laura e Ron stavano ancora guardando i fogli con aria assai perplessa. Hermione invece aveva già cominciato a scrivere.                   
Mezz’ora dopo Allock raccolse i fogli e passò a correggere.                  
- Oh, oh … quasi nessuno ricordava che il mio colore preferito è il lilla. Lo dico in Un anno con lo yeti. E poi alcuni di voi dovranno leggere con più attenzione A passeggio con i lupi mannari … Nel capitolo dodici dico chiaramente che il mio regalo di compleanno ideale sarebbe l’armonia tra il popolo dei maghi e dei non maghi … anche se non rifiuterei una bella bottiglia di Whisky Incendiario Ogden Stravecchio!                                                      
Lanciò agli alunni un’occhiatina maliziosa. Ron lo fissava con espressione incredula; Seamus e Dean, seduti in prima fila, erano scossi da risatine, così come Jasmine. Laura aveva la fronte corrugata. Hermione invece ascoltava Allock con attenzione rapita e trasalì quando lui pronunciò il suo nome.
- … invece, la signorina Hermione Granger sapeva che la mia ambizione segreta è liberare il mondo dal male e mettere in vendita tutta la mia gamma di pozioni per la cura dei capelli. Brava ragazza! E infatti … - voltò il foglio del suo compito - ha ottenuto il massimo dei voti! Dov’è la signorina Granger?                         
Hermione alzò una mano tremante.                                                             
- Ottimo! - Allock sorrise. - Veramente ottimo! Lei conquista dieci punti per i Grifondoro! E ora, al lavoro …                                                    
Si chinò per prendere una gabbia coperta da un panno.                         
- Ora … un avvertimento! Il mio compito è quello di armarvi contro le più orrende creature note alla stirpe dei maghi! In questa stanza potrete trovarvi a dover affrontare le vostre peggiori paure. Sappiate solo che niente di male potrà accadervi fintanto che io sono qui. Vi chiedo solo di rimanere calmi.                       
Suo malgrado, Harry si sporse oltre la pila di libri per guardare meglio la gabbia. Dean e Seamus avevano smesso di ridere, e Neville, nel suo banco in prima fila, si era fatto piccolo piccolo.            
-Devo chiedervi di non gridare -li avvertì Allock. -Potrebbe aizzarli.     
Poi tolse il panno e disse in tono drammatico: - Ebbene sì. Folletti della Cornovaglia appena catturati.                                                                 
Seamus non riuscì a controllarsi e scoppiò in una risata che neanche Allock riuscì a prendere per un grido di terrore.                                     
- Ebbene? - sorrise a Seamus.                                                                             
- Beh, non sono … non sembrano molto … pericolosi - disse lui soffocando le risate.                                                                                          
- Se fossi in te non ne sarei tanto sicuro - fece Allock agitando un dito ammonitore verso il ragazzo. - Possono essere tipetti discretamente diabolici!
I folletti erano di colore blu elettrico, con visetti appuntiti e voci penetranti. Saettavano da una parte all’altra della gabbia e facevano le boccacce a quelli seduti più vicino.                                                       
- Bene - riprese Allock. - Vediamo cosa siete capaci di farne!                    
E aprì la gabbia. I folletti schizzarono in tutte le direzioni, seminando il panico. Due di loro afferrarono Neville per le orecchie e lo sollevarono in aria. Molti si fiondarono contro le finestre, ricoprendo di vetri rotti quelli dell’ultima fila. Altri spruzzarono inchiostro dappertutto, ridussero a brandelli i libri, afferrarono le borse e le scaraventarono fuori dalle finestre rotte.      
Metà della classe si riparò sotto i banchi, mentre Neville oscillava appeso al candelabro sul soffitto.                                                                      
- Povero Neville! - esclamò Laura, rannicchiata sotto il banco. - L’hanno appeso al lampadario! Professore, faccia qualcosa! - aggiunse mettendo per un attimo la testa fuori dal banco, ma vedendo un folletto che cercava di spruzzarla d’inchiostro la ritirò subito, e riuscì solo a sentire Allock che gridava: - Su, muovetevi, radunateli, radunateli! Sono soltanto folletti …                                                                                               
- Aiuto - gemette Jasmine per l’ennesima volta.                                    
Allock si tirò su le maniche e ruggì brandendo la bacchetta: - Peskipiksi Pesternomi!                                                                                     
Non accadde nulla; uno dei folletti ghermì la bacchetta di Allock e scaraventò anche quella fuori dalla finestra. Allock si tuffò sotto la cattedra, evitando per un pelo di essere schiacciato da Neville, che si schiantò al suolo perché il candelabro aveva ceduto.                     
- Povero Neville! - gridò di nuovo Laura, e dato che aveva timore di abbandonare la sua postazione più o meno sicura, non ebbe il coraggio di avvicinarsi e si limitò a gridargli: - Tutto bene?                  
- Sono stato meglio! - rispose Neville in una sorta di piagnucolio.      
La campanella suonò e ci fu un fuggi fuggi verso la porta. Allock si alzò, vide Harry, Ron, Laura, Jasmine e Hermione e disse: - Bene, affido a voi il compito di rimetterli in gabbia. - Li sorpassò come una saetta e si chiuse la porta alle spalle.                                                    
- Ma si può essere così idioti? - tuonò Jasmine, guardando timorosa i folletti rimasti.                                                                             
- Roba da non credere! - aggiunse Ron furibondo.                                                                                     
-Vuole semplicemente farci fare esperienza - disse Hermione mentre immobilizzava due folletti in un colpo con un Incantesimo di Congelamento.
- Esperienza? Te lo dico io, quello è un pirla totale! - esclamò Laura. Poi vide un folletto venire verso di lei e d’istinto cacciò uno strillo, ma Hermione lo immobilizzò prontamente.                                                                             
- Già non è che mi stava simpatico - riprese Laura, appoggiandosi a un banco e lasciando che Hermione si occupasse di rimettere in gabbia gli ultimi folletti rimasti. - Vi ricordate al Ghirigoro? Si atteggiava e tutti gli sbavavano dietro. Anche la signora Weasley … ops, scusa, Ron … 
Ron fece solo un cenno col capo,impegnato ad aiutare Hermione.       
- Ve lo dico io: Allock non aveva la più pallida idea di quello che stava facendo - commentò Harry.                                                                   
- Sciocchezze - disse Hermione. - Hai letto i suoi libri … Guarda tutte le cose strabilianti che ha fatto …                                                      
- Che dice di aver fatto - bofonchiò lui.                                                         
Laura rifletté sulle sue parole. - In effetti … come fa ad aver compiuto tutte quelle belle imprese se è un incapace?                         
- Beh, andiamo - intervenne bruscamente Ron, andando verso la porta. - Non ditemi che dobbiamo rimettere a posto tutto questo macello, vero? - aggiunse bloccandosi.                                                                     
- Oh, no - si ribellò Jasmine. - Ci penserà qualcun altro … in fondo non siamo stati noi a fare tutto questo casino!                                         
- Penso che ci tocchi riordinare - la contraddisse Harry, anche se non sapeva da che parte cominciare.                                                                                 
Jasmine sbuffò leggermente. - Ma guarda tu che casino hanno fatto quei cosi. - Fece una smorfia. - Tutti i libri strappati …!           
- Ti preoccupi anche dei libri di scuola? - fece Ron. - E se erano libri così cosa facevi? A quest’ora avevi già strozzato i folletti con le tue mani?            

*Angolo autrice*
Eccomi qui. Puntuale come un orologio svizzero ^^ Ci siete? Siete in tanti? Spero di sì ... e allora, che ne pensate di questo capitolo? E' lungo per i miei standard, ma non sapevo dove fermarmi, così ho deciso di fare un tutt'uno e buonanotte u.u Spero che non sia troppo pesante, ma non credo ... se vedeste certe storie che leggo ... capitoli lunghi da far venire i brividi Xd                                         
Vi preeego, se ci siete, se mi sentite (?), di lasciarmi una recensione piccina picciò (ma anche quelle lunghe sarebbero gradite Xd) per farmi sapere cosa pensate in generale della storia e in particolare di questi due nuovi personaggi, se avete qualche consiglio da darmi, se pensate che dovrei aggiungere o cambiare qualcosa e chi più ne ha più ne metta.
Personalmente, Allock mi fa morire Xd ok, ok, lo so che razza di persona è, ma come si fa a non ridere??
La parte che conosciamo, quella di Harry e Ron che volano con la macchina, l'ho sintetizzata al massimo, visto che Laura e Jasmine non compaiono. Penso che sia una buona idea, no? Anche perchè pure in futuro ci saranno alcune parti in cui Laura e Jasmine non compariranno (per fare un esempio, quando Harry nel sesto libro va con Silente a trovare l'Horcrux nella caverna), e quelle le sintetizzerò perchè mi sembra inutile riportarle pari pari.
Vabbè, sto parlando tanto di sintesi e intanto questo è l'angolo autrice più lungo che abbia mai scritto ... spero che vogliate lasciarmi un parere, vi do appuntamento per sabato prossimo :D :D
Un salutone,

Harry_Potter992
 
  
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