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Autore: miss dark    05/04/2014    4 recensioni
Febbraio 2093. In un mondo sopravvissuto alla crisi del petrolio e alla Terza Guerra Mondiale, retto dal Terzo Governo degli Oligarchi e trasformato in un Sistema dove le persone non sono esseri umani, ma ingranaggi di una macchina informatica, gruppi di Cyber Resistenza tentano di ripristinare l'ordine naturale delle cose e di risvegliare le coscienze assopite della popolazione. Aileen e le sue Mine agiscono nell'oscurità da anni per mettere a punto un piano capace di ridare speranza all'umanità, ma un evento improvviso sembra metterne in pericolo la riuscita.
[Prima classificata al concorso "Distopia" indetto da BabyJenks sul forum di EFP]
Genere: Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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16 Febbraio 2093 - Centro Abitativo 158, ex Londra
 
Capitolo secondo
 

 
Arrivederci, signora Sunfield, grazie per averci fatto visita anche questa settimana!, scandì con voce gracchiante la commessa del negozio di alimentari.
Il Negozio di Alimentari - o Al, per la ricerca veloce - era stato uno dei primi programmi ad essere inseriti in rete e per questo era uno dei peggio funzionanti; le voci metalliche e poco chiare delle Assistenti Online erano solo il minore dei difetti di quei servizi che, spesso e volentieri (se una macchina può mai voler qualcosa), ti lasciavano insoddisfatto. Per qualche periodo la Soft Inc. aveva testato un programma di "Soddisfatti o Rimborsati" per migliorare la qualità del servizio, ma quando la loro multinazionale aveva ottenuto il monopolio per lo scambio di prodotti alimentari, il programma era stato sospeso: se non ricevevi la scorta alimentare settimanale, rimanevi senza cibo e pregavi che la settimana successiva quella sorte toccasse a qualcun altro.
Matilde chiuse Al e impostò lo schermo della cucina sul programma di apprendimento. La donna, ancora snella e flessuosa nonostante i 38 anni che iniziavano a farla sentire vecchia, si spostò agilmente verso i fornelli e mise a scaldare nel pentolino l'ultima porzione di Latte+, multivitaminico, perfetto per gli Internauti di domani! recitava l'etichetta oleografica, nonché lo spot pubblicitario. Matilde era un'Internauta di seconda generazione, quindi, a suo tempo, aveva bevuto Latte+ e, benché lo avesse sempre odiato e si fosse ripromessa di non darlo mai ai propri figli ogni volta che la madre glielo serviva a colazione, purtroppo, anche in quel caso, non c'erano alternative. La Soft Inc. aveva il monopolio non solo nella vendita degli alimenti, ma anche nella loro produzione, per cui non aveva alcun bisogno di creare altre tipologie di latte: Latte+ è la scelta migliore per i vostri figli!
Quando Matilde pensava al proprio passato provava un senso di vertigine e di incredulità. Era nata sotto il Secondo Governo degli Oligarchi e aveva vissuto sulla propria pelle la Seconda Rivoluzione Informatica, aveva visto rinchiudere le persone nelle loro case perché non intrattenessero più alcun contatto con l'ambiente e con gli altri; era stata sconvolta dal silenzio delle strade diventate deserte. Prima del 2072, anche le persone più disperate e più colpite dalla Riorganizzazione del Sistema riuscivano a trovare conforto e speranza nelle voci dei ragazzini, che, anche se costretti a vivere in una realtà tutt'altro che gioiosa e allegra, continuavano a correre per le strade schiamazzando e vivacizzando la vita dei Centri Abitativi. Ora sua figlia non sapeva quasi cosa volesse dire correre, non era mai andata a scuola e non aveva amici.
Matilde, in un primo tempo, aveva cercato di fare in modo che Angelica trascorresse la maggior parte di tempo possibile all'aria aperta. Durante le ore di libertà la portava sempre al Parco Ricreativo, l'ultima frontiera dei parchi divertimenti!, ma dopo un po' di tempo aveva iniziato a domandarsi se fosse una buona idea. Ai genitori non era permesso assistere alla Ricreazione, i bambini entravano al parco allegri e ne uscivano sempre turbati, con espressioni di imbarazzo misto a tristezza. Aveva provato a chiedere spiegazioni ad Angelica, ma la bambina, più tempo passava con gli Educatori, più cambiava. Matilde, con grande coraggio, aveva quindi deciso di non portare più la figlia al Parco, correndo il grande pericolo che qualcuno degli Educatori Virtuali si accorgesse della sua assenza prolungata. Tuttavia, quella non fu la sola decisione difficile e pericolosa che Matilde prese in quel periodo così caotico e confuso della sua vita.
- Mamma... -
Una voce assonnata la riportò nel mondo reale (se di mondo e di realtà si poteva parlare).
- Tesoro, buongiorno! - squillò con voce eccessivamente allegra, per nascondere i pensieri che la turbavano. - Come ha dormito la mia principessa? -
Angelica si sedette sullo sgabello del tavolo e, stropicciandosi gli occhi, rispose convinta - Io non sono una principessa, mamma... Io sono un'Internauta! -
Matilde sorrise amaramente a quella creatura di soli otto anni, che ancora non conosceva niente del mondo in cui viveva e dal quale era già stata tanto influenzata.
- Va bene, tesoro... Però le Internaute non hanno nè corone nè vestiti colorati e sfarzosi. E non sposano i principi, non vivono avventure in mondi magici e non parlano con gli animali... -
Matilde cercava sempre, in qualunque occasione, di mantenere puro e limpido l'animo di quell'unica figlia che la vita aveva voluto concederle. Suo marito era morto poco dopo la nascita di Angelica. Nessuno aveva saputo spiegare come fosse successo, l'unica cosa di cui Matilde era sicura era l'implicazione degli Oligarchi e specialmente del Magistro della Ricerca: Henry aveva preso parte ad un progetto di sperimentazione umana su ordine del Magistro stesso e, dopo sole quattro settimane, non era più tornato a casa. La moglie non aveva neanche potuto dirgli addio.
- Allora posso essere una principessa delle Internaute, mamma? - chiese Angelica riportandola nuovamente al tempo presente.
- Penso di sì, scimmietta...!- Matilde era soddisfatta del proprio lavoro, aveva fatto breccia nell'involucro creato dal Sistema. Ti sconfiggerò, pensò trionfante e un po' ingenuamente.
- Ora fai colazione, amore, chè poi inizia la lezione! - si avvicinò alla bambina e le diede un sonoro bacio sulla fronte, poi uscì dalla cucina e andò a preparare i vestiti per la figlia.
Doceo era uno dei programmi più recenti, gli Oligarchi avevano titubato a lungo se portarlo a termine o meno, molti erano gli esperti pedagogisti che si erano opposti all'insegnamento online, ma dopo la Seconda Rivoluzione Informatica non si era più alzata alcuna voce di dissenso. Da circa dieci anni, quindi, il sistema educativo era stato totalmente trasferito sul Sistema Virtuale: tutti i bambini in età scolare, dai 6 ai 16 anni, erano obbligati a presentarsi davanti ad uno degli schermi della casa per assistere alla lezione virtuale, tenuta dal computer stesso. La lezione aveva durata di tre ore e aveva luogo tutti i giorni[1].
La seconda decisione radicale che Matilde aveva preso era stata quella di impartire personalmente l'educazione ad Angelica. Aveva conservato tutti i libri che aveva utilizzato lei a scuola, nei lontani anni '60, e, benchè conscia delle enormi lacune che anche questi presentavano, era sicura fossero più attendibili delle lezioni che venivano propinante da quei pappagalli elettronici.
Per non destare sospetti, Angelica sedeva davanti allo schermo, silenziato e quindi inutile: lei non ascoltava la voce addolcita di un simulatore elettronico, ma quella di sua madre, e ne rimaneva incantata.
Matilde adorava insegnare a sua figlia, sentiva di migliorare la sua vita, di sradicare tutte quelle credenze e quei miti che gli Educatori le avevano impartito, sentiva di renderla più umana ed era fiera di se stessa. Sapeva di cambiare il Sistema, piano piano, un mattoncino alla volta, una piccola creatura alla volta, dal basso, proprio come tutte le vere rivoluzionarie avevano sempre fatto.
E lei di rivoluzione se ne intendeva.
O, perlomeno, aveva imparato ad intendersene.
Se qualcuno, otto anni prima, le avesse chiesto cosa pensava del Sistema, lei avrebbe detto che non ne pensava niente di particolare. Matilde, per i primi trent'anni della sua vita, era stata l'esatto ritratto del cittadino medio del Sistema, nonostante fosse a conoscenza delle crudeltà del mondo in cui viveva, nonostante provasse un profondo e radicato ribrezzo per le definizioni stesse di Sistema umano e di Sistema Virtuale non si era mai chiesta cosa fosse giusto e cosa sbagliato.
Sua madre era nata in un mondo che potremmo definire ancora libero, benchè sull'orlo del collasso. Aveva conosciuto le città, aveva studiato cosa fossero le Nazioni, sapeva come avrebbe dovuto funzionare il mondo ed era rimasta sconvolta del capovolgimento totale che l'ordine delle cose aveva subito nel giro di meno di dieci anni. Era ancora una bambina, ma ricordava con chiarezza gli avvenimenti della Terza Guerra Mondiale, ricordava che suo padre era partito e non era più tornato, ricordava che accompagnava sua madre a fare lunghissime code per avere qualche pezzo di pane e ricordava soprattutto quello che era venuto dopo la guerra: la povertà non era finita e i sacrifici erano continuati per troppo tempo perché chiunque potesse avere la forza di sopportare. E tutto quello che ricordava, sua madre lo aveva raccontato a lei, ad una bambina di sette, otto anni, una bambina dell'età di Angelica, che non capiva, ma che veniva bombardata da immagini violente e incredibili. Per anni Matilde non aveva capito perché sua madre la sottoponesse a torture del genere, ma quando era nata Angelica, improvvisamente le era apparso tutto più chiaro: i figli sono la speranza, sono il futuro e solo loro possono ricordare e far sopravvivere il passato. Così, con il passare del tempo, aveva iniziato a ripercorrere tutte le storie che la madre le aveva raccontato molti anni prima e aveva iniziato a creare un quadro completo della storia del Sistema. Questa consapevolezza le aveva portato un infinito dolore e una rabbia sconfinata che lei non aveva saputo come sfogare, fino al giorno in cui all'uscita dal Parco Ricreativo non aveva incontrato una ragazza misteriosa, dai lunghi capelli neri e dagli occhi profondi, più profondi di quanto uno sguardo possa sopportare. L'aveva notata già qualche giorno prima, ma solo quel pomeriggio la ragazza le si era avvicinata sorridendo come se la conoscesse e, senza rivolgerle alcuna parola, le aveva consegnato una cartolina scritta al computer: Domani sera, 20.30, stesso posto, da sola. Bruciami.
Da quel giorno la vita di Matilde era cambiata. Otto parole e la sua vita aveva assunto un senso, un obiettivo. Quel domani sera in quello stesso posto, aveva capito perché, in quei trent'anni, non aveva dimenticato una parola di sua madre, perché era sempre stata così meticolosa nell'osservare le regole del Sistema e, allo stesso tempo, nell'infrangerle un poco alla volta: il suo inconscio aveva sempre saputo che, in un modo o nell'altro, lei era destinata ad entrare nella Cyber Resistenza.












 
[1] Le festività e le pause infrasettimanali erano state cancellate durante la Seconda Rivoluzione Informatica.
 

 
Grazie a tutti coloro che hanno iniziato a seguire questa storia: spero vi appassionerà quanto ha appassionato me!
Per ora c'è ben poco da commentare, sono capitoli introduttivi, ma inizia ad annusarsi qualche avvenimento, o sbaglio?
Un abbraccio a tutti voi,
Miss
  
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