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Autore: Jade Tisdale    06/04/2014    2 recensioni
Una terrestre che non è riuscita a sottrarsi al destino che il Dottor Gelo aveva previsto per lei.
Un androide che si è fatta assorbire da Cell e che da quel giorno ha iniziato a sognarlo.
Una moglie che non riesce a dimostrare il proprio affetto verso il marito.
Una madre che si chiede se sua figlia potrà avere una vita serena.
Un cyborg che sta cercando di progettare un futuro da umana.
Ma C18 che cos'è davvero?
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: 18, Altri, Crilin, Marron | Coppie: 18/Crilin
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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11. Un addio doloroso.

 

 

Se avessi potuto, avrei disintegrato l'intera Capsule Corporation quel giorno. Ero talmente arrabbiata che avrei potuto far esplodere l'intera città con un solo ki-blast.
Da quando vivevo con Crilin, ero andata dal parrucchiere due volte, ma mai da quando avevo scoperto di essere incinta: di conseguenza, i miei capelli si erano allungati, superando di poco le spalle.
Bulma me li stava pettinando con poca grazia e mi faceva così male che avrei voluto darle un calcio.
«Smettila di lamentarti!» disse la turchina. «Se ogni tanto non ti pettini è normale che sia un po' doloroso!»
Mi alzai in piedi e la guardai incazzata nera.
«Bulma, se non te ne fossi accorta sono incinta da quasi cinque mesi, perciò ho ben altro a cui pensare!» Alzai un po' il tono di voce. «Odio i capelli lunghi, ma non ho trovato il tempo di andarmeli a tagliare e di certo non me lo faccio fare da Crilin!»
Fece una mezza risata.
«Ti conviene non scaldarti, altrimenti ti si arruffano i capelli e dovrò ricominciare daccapo!»
Sbuffai e mi sedetti di nuovo.

 

Mancava meno di mezz'ora al mio matrimonio quando, finalmente, Bulma mi accompagnò ai Monti Paoz con la sua navicella. Gesto inutile, visto che io potevo volare.
Durante tutto il viaggio, Trunks dormì, mentre Vegeta guardò fuori dal finestrino in silenzio.
Al nostro arrivo, gli unici già presenti erano Chichi, Gohan, Goten e Junior. Tutti gli altri, compreso lo sposo, dovevano ancora arrivare.
Crilin non cambierà mai... Nemmeno in una giornata importante come questa riesce ad arrivare in anticipo! 
Restammo tutti ad attendere davanti all'entrata della cappella.
Dopo pochi minuti, sentii una strana presenza nei paraggi. Non si trattava di un'aura, ma solo di una... Beh, presenza.
Non sapevo come spiegare ciò che sentivo.
Scesi lungo la riva di un fiume, lasciandomi portare dalla mia sensazione. E fu lì, che lo rividi.
L'istinto fu quello di corrergli incontro e di abbracciarlo, però mi trattenni. L'avevo già fatto una volta credendo che si trattasse di un sogno. Non potevo sfigurare una seconda.
«A quanto pare ti sposi...» Curvò le labbra in un sorriso. «E sei pure incinta.»
Io però lo guardai seria. 
«Come mai sei qui?»
«Beh, non potevo non salutare mia sorella nel giorno più importante della sua vita.»
Continuai ad osservarlo freddamente. 
«Che vuoi farne della tua vita?»
Mio fratello si sedette su una roccia, posta di fianco al piccolo fiume.
«Non ne ho idea.»
«E sei venuto qui solo per dirmi questo?»
C17 alzò un sopracciglio.
«Vieni con me.» lo pregai. «Per quanto mi nuoce ammetterlo, sono cambiata. Non sono più la C18 di un tempo. Insomma, guardami! Sto per sposarmi e per diventare madre!» Feci una pausa. «Ma ho bisogno che ci sia anche tu nella mia vita, fratellino.»
Prese a guardare un punto fisso nell'acqua, segno che ci stava seriamente pensando.
«Non posso.»
«Che significa non posso?» 
«Quello che ho detto. Tu stai formando una famiglia tua. Perché mai io dovrei entrare a farne parte?»
«Perché sei mio fratello gemello.» insistetti. «Come puoi non farne parte?» 
«Perché io, a differenza tua, non sono cambiato poi così tanto. E anche se ti voglio un gran bene, non voglio avere la vita che tu tanto desideri.»
Deglutii.
«Vuoi dire che mi stai dicendo addio?»
Il mio gemello si alzò in piedi.
«In un certo senso, è così.»
In quel momento, non mi importava cosa fossi. Non mi importava fare una figuraccia davanti a lui o rovinarmi il viso poco prima del mio matrimonio.
Mi abbandonai alle lacrime, cadendo tra le sue braccia.
«Diventerai una brava madre. Ne sono certo.» disse dandomi un bacio sulla fronte.
«E io sono sicura che saresti diventato un ottimo zio.» risposi, ancora con le guance bagnate.  

 

La cerimonia fu breve e ben organizzata. Festeggiammo tutti insieme a casa di Bulma e stranamente, mi divertii un mondo.
Non raccontai mai a Crilin dell'incontro con C17. Non trovavo un motivo per la quale avrei dovuto farlo.
I miei giorni da neo sposa trascorsero rapidi, talmente rapidi che neanche mi resi conto fosse già luglio inoltrato.
Quel pomeriggio ero seduta a gambe incrociate sul divano a mangiare, con un cucchiaio, del gelato alla fragola direttamente dalla vaschetta.
«Ti stai umanizzando sempre di più!» mi aveva detto Muten. Ma secondo me, ero semplicemente incinta e di conseguenza, la fame era portata solo ed
esclusivamente dalla gravidanza
Comunque, fu proprio mentre stavo riponendo la vaschetta in cucina che mi resi conto che mi si erano rotte le acque.
Chiamai Crilin con tutta la voce che avevo in corpo, provocando anche l'attenzione di Muten e della sua tartaruga.
«Oh mamma, che bello! Tra poco nascerà! Tra poco nascerà!» esordì il vecchio. «Diventerò nonno! Diventerò nonno! Diventerò...»
Benché fossi indebolita e provassi un dolore lancinante al ventre, non mi fu poi così difficile tirargli un bel pugno sulla fronte e provocargli un bernoccolo bello gonfio. 
«Invece... Invece di... Essere così... Euforico...» Mi piegai leggermente in avanti e misi una mano sulla pancia.
«Non devi sforzarti!» mi disse Crilin sorreggendomi. «Avanti, adesso ti porto subito in ospedale...»
A quella parola, sobbalzai, mollando la stretta del terrestre.
«No! Non ho intenzione di andare in un ospedale!»
«C18.» cercò di dire Crilin con tono calmo. «Abbiamo già trasgredito non andando a fare i controlli da un medico. Almeno ora che sta nascendo, ti conviene...»
«Mi conviene un corno!» Mi appoggiai contro al muro, consapevole che le mie forze si stavano, lentamente, esaurendo. «Nemmeno Chichi è andata in ospedale...» dissi decisa. «Perciò... Se Bulma ha fatto nascere Goten... Dovrà far nascere... Pure nostra figlia...» 
Crilin sospirò, ma poi mi annuì, in segno di approvazione.
Ma da quel momento, non ricordo più niente.

 

Mi svegliai ancora con la testa e il resto del corpo doloranti. Mi guardai intorno e riuscii a riconoscere una delle camere della Capsule Corporation.
Proprio in quel momento, la porta si aprì di scatto.
«Finalemente ti sei svegliata!» esclamò Bulma, seguita da mio marito.
Mi sedetti nel letto e mi massaggiai lentamente la tempia destra.
«Cos'è successo?»
La domanda era rivolta alla turchina, ma ormai era già corsa fuori dalla stanza nervosamente.
Crilin fece una mezza risata.
«E' tutto a posto, C18. Sei svenuta, ma ti ho portata subito qui da Bulma.» Si avvicinò al mio letto. «La bambina è nata.»
In quel momento, fu come se il mio cuore si fosse gonfiato. Una sfilza di emozioni lo stavano occupando, fino a farlo quasi scoppiare.
Tutto ciò che riuscii a dire però, fu un semplice: «Com'è stato possibile?»
«Beh... Col cesario, ovviamente.» 
Di sicuro, da tanto felice ed emozionato che era pochi istanti prima, il mio sguardo era divenuto estremamente assassino.
«Vuoi dire che mi avete portata in ospedale?» dissi con un tono di voce che avrebbe spaventato chiunque.
«A-assolutamente no! Anzi, è avvenuto t-tutto il c-contrario.» rispose lui, deglutendo. «Il p-padre di B-Bulma ha delle c-conoscenze in ospedale e ha f-fatto venire qui i suoi a-amici.»
Quell'aria di rabbia cessò quando Bulma fece nuovamente il suo ingresso nella stanza.
Teneva tra le braccia quella creatura con ammirazione, quasi come se fosse un tesoro estremamente fragile.
«E' una bambina bellissima.» fu l'ultima cosa che disse la donna dai capelli blu, prima di passarmi mia figlia e di uscire definitivamente dalla stanza. 
La bimba aprì gli occhi dolcemente: erano neri come quelli di suo padre. Sulla testa invece, aveva soltanto qualche ciuffetto biondo qua e là.
«Bulma ha ragione.» disse Crilin, ammirando la piccola con stupore. «Nostra figlia è bellissima.»
A quelle parole, provai una leggera fitta allo stomaco.
Nostra figlia.
Sorrisi senza accorgermene, perché in fondo, l'idea di essere mamma non mi dispiaceva, anzi, mi rendeva orgogliosa di me e dei passi da gigante che avevo fatto nell'ultimo anno. Mi ero innamorata, sposata, avevo detto addio a mio fratello e alla mia vecchia vita ed ero addirittura rimasta incinta.
Il cambiamento che avevo fatto mi aveva stupita, tanto che quasi non mi riconoscevo.
«Come la vuoi chiamare?» disse ad un tratto Crilin, facendomi tornare alla realtà.
«Devo decidere io?»
«Diciamo che, secondo me, qualsiasi nome tu sceglierai andrà bene.» rispose lui, accennando un sorriso. «Scommetto che ne hai già pensato uno.»
In realtà non me ne era venuto in mente neanche uno. Ma quando avevo visto negli occhi mia figlia, avevo avuto una sorta di ispirazione.
«Marron.»
«Marron?» ripeté.
«Sì.» dissi facendo un sorriso. «Mi piace Marron.»
«E' un nome che non ho mai sentito...» disse il terrestre. 
«Se è per questo non ho mai sentito nemmeno Crilin.» puntualizzai.
Fece una risata.
«Va bene dai, vada per Marron!»
Ripresi a guardare la nostra bambina, che era ancora tra le mie braccia.
«Ti piace il tuo nuovo nome?» chiesi, anche se sapevo benissimo che non mi poteva capire.
Marron allungò le sue manine verso di me, riuscendo ad agganciarsi ad una ciocca dei miei capelli.
Arrossii e la lasciai fare. 
C17... Se solo tu potessi vedermi in questo momento, di sicuro, saresti orgogliosa di me!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Con questo capitolo, vi informo che si conclude la prima parte della storia!
La prossima parte si ambienterà qualche mese dopo la sconfitta di Majin Bu, ovvero quando Marron fa le sue prime apparizioni nell'anime.
La mia idea è quella di fare all'incirca una decina di capitoli per parte, ma dipende sempre dal tempo che impiego per scriverli e dall'ispirazione che ho sul momento, perciò può anche darsi che ne scriva di più o di meno.
Come al solito, spero di aver fatto un buon lavoro e che questa parte vi sia piaciuta! 

   
 
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