Anime & Manga > Lupin III
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Autore: Lady Five    06/04/2014    4 recensioni
Una bellissima donna consapevole del suo fascino. Un uomo apparentemente di ghiaccio. Una passione improvvisa che non sanno dove li condurrà. E un fatto doloroso del loro passato che li accomuna, un'oscura minaccia che devono finalmente affrontare...
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fujiko Mine, Goemon Ishikawa XIII, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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“La truffa del pallottoliere?!? - esclamarono tutti - E che roba è?”
Lupin si fregò le mani soddisfatto. Adorava dare spettacolo.
“In parole povere, si convince il pollo di turno ad acquistare un software sofisticatissimo, che gli permetterà di gestire il suo patrimonio, fare transazioni, giocare in borsa e quant'altro, risparmiando un sacco di tempo e anche di soldi, perché velocizzerebbe tutte le operazioni e permetterebbe di avere anche meno personale... A seconda del personaggio, poi, si propongono altre opzioni, per esempio come evadere le tasse senza rischi, riciclare denaro sporco ecc. ecc. Naturalmente il tutto è supportato da una rigorosa e ampia documentazione, redatta da un importante istituto di certificazione internazionale... cosa non vera, naturalmente. Il pollo versa i soldi, taaanti soldi, di anticipo per averlo... e noi glielo mandiamo come promesso. Siamo uomini di parola. Solo che nella scatola ci sarà un bel pallottoliere! Eh? Che ve ne pare? Finora ha sempre funzionato!”
I presenti erano perplessi. Dubitavano fortemente che uno come Abe si facesse abbindolare così dal primo venuto.
“Qui non è nemmeno necessario arrivare a tanto, no? Basta avvicinarlo con questa storia, in modo che Goemon possa guadagnarsi la sua... ehm... fiducia... ma a quel punto il software non gli servirà più!”
“Rimane un'altra questione - intervenne Jigen - Come ci prendiamo il patrimonio della setta? E per questo che io sono venuto fin qui, e anche tu, Lupin! Scusate tanto, Goemon e Juro, ma a me della vostra crociata me ne frega il giusto... nulla di personale, eh!”
Fujiko sbuffò. L'aveva detto, lei, che non era una buona idea coinvolgere quei due!
Lupin alzò gli occhi al cielo.
“Jigen Jigen, come sei materiale! Quello ce lo possiamo prendere in qualsiasi momento, anche una volta che ce ne saremo andati ... E qui il vostro geniale amico ha una bella sorpresa per voi!”
La donna cominciava ad averne abbastanza di tutto questo teatro, e anche Goemon dava chiari segni di insofferenza.
Lupin si cacciò una mano in tasca e ne trasse una chiavetta Usb. Tutti lo guardarono incuriositi, visto che lui era un criminale “tradizionalista” e non era mai stato amante della tecnologia e dell'elettronica.
“Questo gioiellino sì che contiene un sistema molto sofisticato... basta inserirlo nel computer giusto e scarica automaticamente tutti i dati che ci servono: numeri di conto, codici di accesso, password, in qualsiasi posto del mondo... Non ve l'aspettavate, vero?”
In effetti erano tutti sbalorditi. Ma perché diavolo non l'aveva detto subito?
Jigen sembrava il più stupito.
“E da quando avresti quest'aggeggio? E come te lo saresti procurato?”
“Oh, da un po'. Diciamo che l'ho... preso in prestito, ma non avevo ancora avuto l'occasione di usarlo. Questa mi sembra perfetta!”
L'amico cercò di ricostruire a chi e quando Lupin poteva aver sottratto un tesoro simile, ma poi rinunciò: era inutile indagare, tanto lui non l'avrebbe mai rivelato.
“Se il nostro tipo... come si chiama... - proseguì il ladro, dopo essersi goduto lo spettacolo dei loro visi esterrefatti - si prenderà una cotta per qualcuno di voi, sarà facile carpire la sua fiducia e, una volta infilata questa chiavetta nel suo pc, tutti i suoi averi diventeranno nostri!”
Goemon cercò di ignorare il doppio senso insito in quelle parole, di cui forse nemmeno Lupin era consapevole.
“Come possiamo essere sicuri - chiese - che con quell'affare ci prenderemo il patrimonio della setta, e non soltanto quello di Abe?”
Lupin alzò gli occhi al cielo.
“Ma non siete mai contenti! Ma, scusate, non avete detto che è il capo supremo, o comunque un pezzo grosso, di 'sta setta? Avrà sicuramente accesso al suo denaro, no? Ma purtroppo temo che lo potremo scoprire solo al momento, quindi è inutile preoccuparcene adesso. Ora la priorità è procurarci il contatto... Abe ha una società, un ufficio, una segreteria... a cui si può telefonare o scrivere?”
“No - intervenne Juro - E' proprio questo che lo rende inavvicinabile. Lui non ha una vera e propria attività, con una sede o un recapito. In tanti anni non abbiamo mai scoperto come contattarlo...”
Fujiko intervenne.
“Vi ho già detto che su questo ci può aiutare Julien! In fondo a noi serve soltanto un numero di telefono o un indirizzo e-mail. Sono sicura che per lui sarà uno scherzo...”
Goemon fece un cenno di assenso.
“Io mi concentrerò sul mio travestimento e perfezionerò la storia che racconto sempre al primo abboccamento con la vittima” disse Lupin.
Ognuno andò a dedicarsi ai propri compiti.
Juro accompagnò Fujiko nella stanza del computer per chiamare Julien.
Lupin e Jigen tornarono al loro alloggio, dove avevano lasciato tutti gli attrezzi del mestiere.
Goemon uscì in giardino per i suoi quotidiani esercizi con la katana. Juro lo raggiunse poco dopo e gli propose di allenarsi insieme. L'altro accettò: in effetti, farlo con qualcun altro, ogni tanto, poteva essere utile. Avrebbe avuto bisogno di tutta la sua abilità.
Quando ebbero finito le loro evoluzioni, Fujiko comunicò loro che Julien li avrebbe aiutati, e si sarebbe fatto vivo lui, appena ottenute quelle informazioni. Tra sé la ragazza aveva deciso di ricompensarlo con una percentuale della sua quota di bottino. Era il minimo che potesse fare.
Quella sera Lupin mostrò loro degli schizzi con il suo travestimento. La sua intenzione era di sembrare un uomo d'affari esperto nel ramo informatico, un po'... alternativo, quindi con i capelli lunghi, grandi occhiali con lenti molto spesse, completi eleganti ma dai colori improbabili. Poteva funzionare.
“Naturalmente non ho tutto l'occorrente qui con me, dovrò andare da qualche parte a fare acquisti” concluse rimettendosi i fogli in tasca. Poi si esibì in una serie di discorsi con cui avrebbe abbindolato Abe, dalla prima telefonata alla proposta dell'affare.
Gli altri lo ascoltavano e lo osservavano affascinati. Non c'era niente da fare, quel delinquente all'azione era una specie di opera d'arte. Nel suo campo, era un fuoriclasse, un genio, un artista. Le loro ultime barriere, il loro scetticismo residuo si infransero. Erano una squadra, ognuno avrebbe dovuto svolgere la sua parte con altrettanta professionalità. Potevano farcela!

Nei giorni seguenti, mentre attendevano la risposta di Julien, misero a punto a poco a poco tutti i dettagli del piano. Soprattutto, esaminarono tutto quello che avrebbe potuto andare storto e cercarono delle soluzioni. Nei loro colpi nulla era lasciato al caso, c'erano sempre delle vie d'uscita, delle alternative, dei piani B, C e D. Nessuno doveva farsi male. Questo poi era un caso particolare, visto che avevano a che fare con gente senza scrupoli.
Scesero tutti al paese più vicino, quello dove viveva Miya, perché ognuno doveva comprare il necessario per recitare il proprio ruolo. Goemon avrebbe voluto passare a trovare la sua vecchia amica, ma per prudenza decise di non farlo. Avrebbero avuto tutto il tempo per parlare con lei dopo che quell'assurda storia fosse finita.
“Devi insegnarmi a... conquistare un uomo” chiese Goemon a Fujiko una sera, dopo che si erano ritirati nella loro stanza.
“Cosa?!? Ti ho già detto che non ne ho la più pallida idea. E poi per chi mi hai preso, scusa? Rivolgiti a una professionista!” ribatté lei vagamente offesa.
“Sì, ci avevo pensato, ma non è la stessa cosa...”
“Certo che non lo è!”
“Intendevo che di solito un uomo che cerca quel genere di donna non ha bisogno più di tanto di essere sedotto, perché ha già deciso... ha già certe intenzioni. Mi serve l'esperienza di una donna normale... una che deve fare tutto da sola, che deve suscitare quelle intenzioni da zero o quasi... Dai, Fujiko, non dirmi che non sai come si fa una cosa del genere, perché non ci credo! Okay, sei talmente bella e affascinante che probabilmente non ti devi nemmeno impegnare molto, ma, ti prego, dammi almeno qualche consiglio!”
Fujiko a quel punto non poté fare a meno di sorridere al pensiero dell'uomo d'acciaio che doveva trasformarsi in una maliarda.
Sospirò.
“Posto che forse l'unico che potrebbe esserti davvero utile è un altro uomo come Abe... suppongo che sia un gioco di sguardi, di sorrisi... eviterei mossette esagerate, saresti ancora meno credibile. Ho visto le foto e ho letto il fascicolo su di lui che ci ha dato Juro... è una carogna, ma è anche uno abituato a muoversi in certi ambienti, nell'alta società, è schifosamente ricco e si può permettere qualsiasi cosa desideri... insomma, è un uomo di una certa classe e credo che possa essere attratto da persone simili a lui... e tu quando vuoi ci sai fare. Ti ho visto all'azione con quella tizia alla sede del Sentiero del Dragone d'oro... dopo 5 minuti non capiva più niente, era totalmente in tuo potere... ecco, non deve essere molto diverso. Comunque avrai modo di osservarlo durante il primo incontro, potrai farti un'idea del personaggio... Senti, Goemon, ne ho già parlato con Lupin: se il tuo piano di... appartarti con Abe va in porto, noi saremo nelle vicinanze. Sarebbe meglio che ti mettessi addosso una mini ricetrasmittente, così potremo intervenire tempestivamente in caso di necessità. Almeno questo me lo devi!”
Il samurai la attirò tra le sue braccia, cercando di essere rassicurante.
“Ti stai preoccupando troppo, non sono un novellino, e abbiamo avuto a che fare con altri criminali spietati come quello... però sei terribilmente bella quando sei in ansia per me... dici che se mi esercito un po' con te fa lo stesso?”
“Beh, mi auguro di no, ma mi sacrifico volentieri alla causa!”

Finalmente, dopo alcuni giorni di snervante attesa, Julien si fece vivo con le informazioni raccolte.
“E' stata davvero dura, Fujiko - le disse - Non credo di averci mai messo così tanto a trovare qualcosa... Chi accidenti è questo? Uno che scotta, immagino.”
“Sì, Julien. E' il capo supremo. Ma è meglio che non ti dica altro. Questo canale di comunicazione è sicuro, ma non si sa mai... Ti giuro che ti racconterò ogni cosa quando tutto questo sarà finito. Per il momento ti ringrazio infinitamente. Ma troverò anche il modo di sdebitarmi, non temere.”
“Lo sai che non devi preoccuparti di questo. Piuttosto, te lo ripeto: stai attenta. E salutami Goemon.”
“Farò entrambe le cose. A presto, Julien, sei un vero amico.”
Chiuse la comunicazione e stampò i dati che l'hacker le aveva inviato: due numeri di cellulare e un indirizzo e-mail.
Sosa Abe non aveva più scampo.
Avvertì gli altri che si poteva cominciare a mettere in atto il piano.
“Ho un dubbio - disse Goemon - Come giustificheremo con Abe il fatto che abbiamo trovato il modo di contattarlo? Potrebbe insospettirsi.”
“Oh no, invece - lo rassicurò Lupin - Userò questo fatto per dimostrargli che siamo davvero dei super esperti informatici! Renderà la nostra storia più convincente!”
Sembrava molto sicuro del fatto suo.
Decisero di non perdere altro tempo e passarono subito alla fase I. Ognuno aveva assunto un nuovo nome e una nuova identità, con tanto di documenti falsi, procurati rapidamente dalla organizzazione di Juro:
Lupin = Dominic Bourdon, uomo d'affari parigino nel ramo informatico
Fujiko = Marion Nery in Bourdon, sua moglie
Goemon = Ken Hirota, assistente personale di Bourdon
Juro = Goro Saito, socio di Bourdon ed esperto informatico
Jigen = Izumo Tanaka, guardia del corpo e uomo di fiducia di Bourdon.
Era improbabile che uno come Abe rispondesse personalmente al telefono, vedendo un numero sconosciuto. Era più plausibile che rispondesse una segretaria o un assistente. E lo stesso sarebbe dovuto essere per Lupin/Bourdon, quindi fu Goemon a fare la prima telefonata. Tutti gli alti seduti intorno trattenevano il fiato.
Come avevano previsto, rispose un assistente, piuttosto sorpreso di sentire una voce sconosciuta. Ma Goemon fu molto convincente e riuscì a strappare al tipo la promessa che avrebbe riferito al suo capo che monsieur Bourdon aveva un affare interessante da proporgli. Avrebbero richiamato loro.
Non restava che aspettare ancora.
Erano certi che Abe avrebbe fatto prendere delle informazioni, quindi Juro e i suoi collaboratori avevano già creato su internet dei profili di Bourdon, avevano inserito qua e là delle notizie che lo riguardavano e delle foto insieme a Goemon, Juro o Fujiko. Che per l'occasione si era tinta di biondo e si era anche fatta riccia, per essere ancora più vistosa.
Contro le loro previsioni, l'assistente di Abe richiamò solo due giorni dopo e volle parlare direttamente con Bourdon. Goemon glielo passò e Lupin recitò alla perfezione la parte, accennando ai termini della proposta, ma senza entrare troppo nei dettagli, per allettarlo, ma senza scoprire fino in fondo le carte. Da abile giocatore d'azzardo.
L'assistente richiamò l'indomani e comunicò che il signor Abe ora si trovava all'estero, ma era disponibile a incontrare monsieur Bourdon la settimana seguente, a Tokyo. Si sarebbero risentiti per stabilire il luogo e l'ora precisi.
Lupin si fregava le mani soddisfatto.
“Lo sapevo, lo sapevo che avrebbe abboccato! Nessuno resiste! Bene, non ci resta che organizzare la spedizione a Tokyo. Dobbiamo impressionarlo: alloggeremo in uno degli hotel più lussuosi della città e noleggeremo un paio di limousine.”
Lupin non lo disse per non offendere Juro, ma non vedeva l'ora di lasciare quel buco di villaggio sperduto tra i monti e tornare alla civiltà. Anche Jigen cominciava ad averne abbastanza e pure Fujiko in fondo non era fatta per vivere così isolata dal mondo. L'unico che sembrava trovarsi a suo agio lì era Goemon. In fondo quella era stata casa sua per molti anni, quello era il suo Paese, il suo ambiente. Aveva ritrovato i ritmi e la mentalità a cui era abituato. Ma il dovere lo chiamava altrove, a compiere la sua missione.

  
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