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Autore: BebaTaylor    06/04/2014    1 recensioni
«I Westlife... sono nel tuo salotto!» mormorò Veronica mentre Rebecca chiudeva la porta e accendeva la luce, «Kian, Mark, Brian, Nicky e Shane.» disse, «Nel tuo salotto.»
Rebecca annuì, «Sì, li ho visti.» rispose, «Non sono cieca.»
«Perché i Westlife sono seduti di là e parlano con tuo padre?» strillò Veronica.
«Shh, abbassa la voce!» disse Rebecca prendendole le mani. «Vedi... ecco... hai presente i miei cugini di Dublino?»
Veronica annuì, «Sì, i figli della sorella di tua mamma.» rispose, «Conoscono Brian o Nicky?»
«No.» esclamò Rebecca. «Nicky è mio cugino.» ammise sussurrando.
«Cosa?» strillò Veronica, «Tu e Nicky Byrne siete cugini?»
Rebecca le mise una mano sulla bocca. «Sì, siamo cugini.» disse, «Scusa se non te l'ho detto prima, ma avevo promesso di non dirlo a nessuno adesso che sta diventando famoso.»
Veronica annuì, «Sì, va bene, capisco.» mormorò.
Rebecca sorrise, «Ti sei calmata?» Veronica fece di sì con la testa, «Bene, torniamo di là.»
«Perché mi hai portato nel sottoscala?» chiese veronica guardandosi attorno.
Rebecca alzò le spalle, «È la prima porta che ho trovato.»
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Niente di quanto narrato in questa fanfiction è reale o ha la pretesa di esserlo. È frutto della mia fantasia e non vuole assolutamente offendere la persona in questione. I personaggi originali appartengono alla sottoscritta.
Show me the road back to your heart


Capitolo Tre


Mercoledì 9 Maggio, Malahide, Dublino.

«Nico... calmati.» disse Georgina guardando Nicky camminare nel salotto, fare avanti indietro come se fosse un leone in una gabbia troppo piccola.
«Calmarmi?» sbraitò lui fermandosi di colpo e agitando le braccia. «Mia cugina è completamente impazzita e io dovrei calmarmi?»
Georgina sospirò, «Non è matta, credo che abbia qualche problema.»
«Sì, che è scema !»  esclamò lui. «È scema perché sono quattro anni che non viene qui!»
Georgina sospirò, «Nico, Rebecca non è scema.» disse, «Sul serio, credo che se non voglia venire ci sia sotto sotto qualche problema.»
«Sì, il problema è che sta con un coglione che  non vuole che venga qui.» replicò lui riprendendo a camminare, «E lei è ancora più scema visto che gli da corda.»
«E se il problema fosse proprio lui?» fece notare lei, «E se lei avesse paura di lui?»
Nicky si fermò e guardò la moglie, «Non dire sciocchezze, Rebecca è solo stupida.» borbotto.
Georgina sospirò nuovamente. «Pensala come vuoi.» disse e si alzò, «Io vado a farmi un bagno.»
Nicky annuì e si lasciò cadere sul divano mentre Georgina saliva le scale.
Una volta in bagno aprì l'acqua calda della vasca, andò in camera e prese il cordless e compose il numeri di Rebecca mentre tornava verso la vasca de bagno.
Si sedette sul bordo in ceramica e versò il bagnoschiuma alla lavanda nell'acqua.
«Rebecca, sono Georgina.» disse quando l'altra le rispose.
«Vuoi insultarmi anche tu?» ringhiò Rebecca.
«No, volevo solo sentirti.» replicò Georgina e mise i piedi nell'acqua calda. «Va tutto bene? Sono preoccupata per te.»
Rebecca sospirò. «Va tutto bene.» disse, «Sono solo un po'... stanca.»
«Nico mi ha detto che hai un ragazzo.» esclamò  Georgina, «Raccontami di lui.»
«Si chiama Giorgio, ha un anno più di me.» rispose Rebecca. «Stiamo insieme da quasi cinque mesi.»
Georgina annuì anche se Rebecca non poteva vederla. «Ed è geloso, vero?»
Rebecca sospirò. «Si è geloso.» rispose. «Lui non vuole... non gli piace che vada in giro da sola.»
«Può venire anche lui, lo sai.» disse Georgina agitando i piedi nell'acqua dove si stava già formando una soffice schiuma bianca. «Bex? Sei ancora lì?» chiese dopo qualche secondo di silenzio.
«Sì, ci sono.» disse l'altra. «A lui non piace viaggiare.» sussurrò, «Non vuole che venga senza di lui.» 
«Oh, Bex.» sospirò Georgina e si passò una mano sul viso, «Non puoi stare con uno che ti impedisce di andare a trovare la tua famiglia.» disse preoccupata.
«Non è che me lo impedisce...» borbottò, «È che è... lui è... solo geloso.» sospirò imbarazzata.
Georgina diminuì l'acqua fredda e aumentò quella calda, inspirò lentamente pensando a cosa dire. «Bex non dovresti farti mettere i piedi in testa. Se tu vuoi venire vieni, se lui vuole venire va bene, se lui non vuole venire non importa, ma» si fermò e respirò lentamente, «tu devi venire.»
Rebecca sospirò, «Io... vedo quello che posso fare.» mormorò, «Cercherò di fargli cambiare idea.» 
Georgina strinse le labbra ed espirò lentamente. «Devi venire, Bex.» esclamò, «Sono quasi quattro anni che ne vieni, ci manchi.»
«Lo so che sono quattro anni che non vengo, eh, ma anche voi non siete venuti.» Rebecca replicò con rabbia e Georgina si stupì di quel cambio di tono, «Scusa, ma ora devo andare. Vi farò sapere.» disse e, senza neppure salutare, riattaccò.
Georgina fissò il telefono e sospirò, posò il telefono sul mobiletto e spense l'acqua dicendosi che Rebecca aveva ragione: loro non erano andati a trovarla. 

Nicky posò lentamente il cordless sul ripiano e sospirò. Aveva sentito tutta la conversazione di Georgina e Rebecca. Sua cugina aveva ragione, anche loro non erano mai andata a trovarla. Deglutì e ripensò all'ultima volta che era andato in Italia da lei.

Mercoledì 12 Ottobre 2005, Londra.

Nicky uscì dallo studio e rise insieme a Kian, Mark e Shane. Avevano appena finito di fare il photoshoot per “Face to face”.
«Che ha tua moglie?» domandò Mar fissando Georgina.
Nicky guardò la donna e corse da lei dopo aver visto il suo viso in lacrime, «Tesoro!» esclamò posandole le mani sulle spalle, «Cos'è successo?» mormorò pensando che fosse accaduto qualcosa ai suoi genitori o a sua sorella o suo fratello.
Georgina tirò su con il naso e respirò profondamente. «Ha chiamato tua madre.» mormorò, «Dice che l'ha chiamata Veronica e le ha detto che...» si fermò e singhiozzò, «Che Rebecca...»
Nicky si sentì mancare la terra sotto ai piedi. «Cos'è successo a Rebecca?» bisbigliò e si chiese perché avesse chiamato Veronica e non Shawn.
Georgina respirò rumorosamente, «Zio Shawn ha avuto... lui... lui è...» balbettò, «un infarto.» singhiozzò.
Nicky aprì la bocca sorpreso e sentì le gambe tremare, «Co- cosa?» biascicò e pensò a Rebecca e gli girò la testa quando capì che sua cugina era rimasta orfana a ventitré anni; respirò a fondo e chiuse gli occhi per un'istante.
«Devo chiamarla, devo chiamare mia madre...» disse dopo un paio di secondi. Georgina annuì e gli passò il cellulare. 
«Cos'è successo?» domandò Mark quando vide Nicky allontanarsi.
Georgina si asciugò le lacrime, «Il padre di Rebecca è morto.» sussurrò.
Mark aprì e chiuse la bocca senza sapere cosa dire, si voltò e guardò Kian e Shane. «Povera Rebecca.» mormorò e si appoggiò contro il muro mentre Georgina raggiungeva Nicky; fissò brevemente Shane per osservarne la reazione, il più grande dei tre infilò le mani in tasca e guardò il pavimento.
«Forse dovremmo fare qualcosa per lei.» continuò Mark senza staccare gli occhi da Shane, sapeva che ci teneva ancora a Rebecca e sperava che dicesse o facesse qualcosa.
«Del tipo?» esclamò Kian.
Mark sospirò e si guardò le mani, «Potremmo mandarle un mazzo di fiori o una piantina.» propose, «Posso pensarci io, se volte.»
Kian annuì e fissò Nicky che parlava con Louis. «Per me va bene.» disse.
Shane fece un paio di passi indietro e continuò a fissarsi le scarpe.
«Tu cosa ne dici?» gli chiese Mark, stupito dal fatto che Kian non avesse fatto nessuna obiezione; ricordava chiaramente la litigata che lui e Rebecca avevano avuto un paio di giorni prima del matrimonio di Shane. 
«Va bene.» sussurrò Shane dopo qualche attimo. «Gladioli, le piacciono i gladioli.»  disse, «Rosa e viola.» aggiunse e Mark annuì. 
Rimasero in silenzio per un po' mentre guardavano Nicky che parlava al cellulare e teneva abbracciata Georgina. 
«Allora ci penso io.» disse Mark rompendo il silenzio. «Le manderò dei gladioli.» sospirò e tirò fuori il cellulare per scrivere una nota con il tipo di fiori da mandare a Rebecca.

Giovedì 13 Ottobre 2005, Milano

Nicky scese velocemente dal taxi e si precipitò contro il cancello della casa di Rebecca e lo aprì, i cardini cigolarono sotto la sua spinta. Fece passare sua madre Yvonne  e si diressero alla porta che si aprì ancora prima che Nicky o sua madre potessero fare qualcosa.
Nicky osservò la giovane davanti a lui, «Veronica?» domandò.
Lei annuì e si scostò per farli entrare. «Ciao Nicky.» disse. «È nel salotto.» esclamò e chiuse la porta. 
Nicky corse verso il divano e abbracciò Rebecca, stringendola forte e sussurrandole parole di conforto anche se sapeva che non sarebbero servite a nulla. Si sedette accanto a lei e continuò ad abbracciarla mentre Yvonne si sedeva anche lei e stringeva la mano della nipote. 
«Vi porto qualcosa?» chiese Veronica e Nicky si accorse che aveva gli occhi rossi dal pianto. Pensò che, visto che lei e Rebecca erano come due sorelle, anche lei doveva soffrire parecchio.
«Per me nulla.» rispose. «Elena e Liliana?» domandò.
«Sono dalla madre di Elena.» esclamò Veronica. «Signora Byrne, le porto qualcosa? Acqua, caffè, un te?» 
Yvonne fece un piccolo sorriso. «Un bicchiere d'acqua va benissimo, grazie.» mormorò. Veronica annuì e si allontanò.
I tre rimasero in silenzio mentre Rebecca piangeva silenziosamente. Nicky si sporse e dal tavolino accanto al divano afferrò un pacchetto di fazzoletti di carta, ne prese uno e lo diede a Rebecca. Nicky osservò la foto sul tavolino, era stata scattata qualche anno prima, erano Shawn e Rebecca sul ponte O'Connell, sullo sfondo si vedeva il fiume Liffey e i palazzi dublinesi.
Veronica tornò con un altro vassoio con sopra quattro bicchieri di vetro lilla e due bottigliette d'acqua da mezzo litro, una frizzante e una naturale, posò il vassoio sul tavolino di fronte al divano e si sedette anche lei.
Nicky si accorse che l'arredamento del salotto era cambiato, non c'erano più i due divani e la poltrona, ma un solo grande divano angolare. Yvonne versò un po d'acqua frizzante in un bicchiere e lo passò a Rebecca che lo bevve lentamente.
«Sai quando torna Elena?» domandò Yvonne, «Vorrei parlare con lei.» disse e sperò che l'inglese della donna fosse migliorato nell'ultimo anno e mezzo.
Veronica sorseggiò la sua acqua e scosse la testa. «Non ne ho idea.» rispose appoggiando il bicchiere sul vassoio. «Sono uscite un paio di ore fa, anche se sapevano che sareste arrivati.»
Nicky la guardò confuso, chiedendosi come mai Liliana perdesse un'occasione del genere, tutte le volte che erano insieme Liliana faceva i capricci per poter passare del tempo con lui e gli altri Westlife nonostante il suo pessimo inglese e la sua propensione per rimanere ferma a guardarli con la bocca aperta dallo stupore.
Yvonne scosse la testa e sospirò. «La vedremo, prima o poi.» disse. “Al funerale, almeno lo spero.” pensò. Sotto sotto Elena non gli era mai piaciuta, con la sua mania di comandare tutto e tutti, in particolare Rebecca. Ricordò tutte le volte in cui Elena obbligava Rebecca a portare in giro Liliana, anche se Rebecca doveva andare in un qualche locale vietato a Liliana per via dell'età, scombinando i piani di sua nipote. Fortunatamente c'era Shawn che metteva un freno a Elena e diceva a Rebecca di uscire e seguire i suoi piani. Yvonne sospirò pensando al cognato e a cosa avrebbe fatto Rebecca da sola con quelle due.
Il trillo del campanello ruppe il silenzio e Veronica si alzò per tornare dopo un paio di minuti con un vaso di gladioli. «Sono per te.» disse a Rebecca posando il vaso decorato con del tulle rosa e un fiocco di raso dello stesso colore sul vecchio scrittoio. Prese la busta attaccata al tulle con una piccola clip a forma di farfalla e le diede a Rebecca.
Lei si alzò in piedi e aprì la busta, estrasse il biglietto e lo lesse velocemente. «Vado in bagno.» mormorò.
«Chi le ha mandato la pianta?» domandò Nicky e pensò che fosse qualcuno che conosceva bene Rebecca.
Veronica scrollò le spalle. «Non lo so.» disse, «Vado a vedere come sta.» aggiunse e seguì l'amica. La trovò in bagno, appoggiata al lavandino, il biglietto stretto tra le mani.
«Sono due anni che non si fa sentire e mi manda una pianta?» gracchiò Rebecca.
Veronica sospirò e capì benissimo a chi si riferisse. «Oh, Bex.» mormorò e l'abbracciò, sbirciò il biglietto e sorrise. «Te lo hanno mandato tutti e tre, non solo Shane.» disse.
Rebecca tirò su con il naso e sospirò. «Sì, ho visto... ma solo lui sa che mi piacciono i gladioli rosa e viola.» gemette.
Veronica le scostò i capelli dal viso e si girò e fece scorrere l'acqua nel lavandino. «Non pensarci, sciacquati il viso e torna di là, va bene?» disse e le baciò la guancia rossa e umida.
Rebecca annuì e si allontanò per prendere un po' di carta igienica, si soffiò il naso e lanciò la palla di carta nel gabinetto. «Tu vai, devo usare veramente il cesso.» 
Veronica sorrise e uscì dal bagno, passò davanti alla porta d'ingresso e sbuffò quando sentì il campanello. Dal pomeriggio prima era stato un unico via-vai di persone: vicini, conoscenti, ex colleghi di lavoro di Shawn, venuti tutti per porgere le loro condoglianze.
Veronica ringraziò l'autista, firmo la ricevuta e tornò in salotto con un'altra pianta.
«Quelli di chi sono?» domandò Nicky.
Veronica scrollò le spalle, «Non lo so.» disse anche se un'idea ce l'aveva. Se i fiori di prima erano da parte di Shane, Mark e Kian, quelli potevano essere solo di una persona: Brian. Da quanto ne sapeva, Rebecca non lo vedeva o sentiva dal matrimonio di Shane.
Si sedette e afferrò il suo bicchiere d'acqua che bevve lentamente.
«Altri fiori?» domandò Rebecca tornando in salotto, afferrò la busta e lesse il biglietto, lo rimise nella busta e, insieme all'altro, lo infilò nel cassetto dello scrittoio.
«Chi te li ha mandati?» domandò Nicky e posò il braccio sulle spalle della cugina. 
«La prima Mark, Kian e Shane.» rispose, «E l'altra... Brian.»
Nicky annuì e si disse che le sue intuizioni erano esatte, strinse a sé Rebecca e le baciò la testa.

***

Avevano quasi finito la pizza – Nicky aveva insistito per prenderla e pagarla – quando Elena e Liliana tornarono e si stupirono quando videro Nicky e Yvonne seduti al tavolo della cucina con Rebecca e Veronica.
«Siete qui.» esclamò Elena. «Quando siete arrivati?» domandò. «Non sapevo che sareste venuti.» mentì.
Veronica alzò gli occhi al cielo e sbuffò. Elena e Liliana lo sapevano che Nicky e Yvonne sarebbero arrivati alle tre del pomeriggio, glielo aveva detto lei stessa la sera prima.
«Nel pomeriggio.» rispose Yvonne. «Credevo lo sapessi.» disse e guardò Veronica e le sorrise. 
Elena arricciò le labbra e guardò la tavola e le quattro scatole di pizza. «Per noi niente?» domandò. 
«Non sapevo a che ora tornavate.» esclamò Rebecca, «Siete uscite questa mattina e non avete detto nulla.» continuò arrabbiata, «Sapevate che Nicky e Yvonne sarebbero arrivati, potevate stare qui.»
Yvonne strinse la mano della nipote e le sussurrò di calmarsi.
Elena non disse nulla e sospirò, aprì il freezer e afferrò una confezione di lasagne surgelate, sbuffò ancora mentre toglieva le pellicola protettiva.
«Strega.» mormorò Veronica.
Nicky ridacchiò e si voltò quando incominciò a sentirsi osservato. Si ritrovò al suo fianco Liliana che lo guardava, la bocca leggermente aperta. «Ciao.» esclamò mentre masticava un pezzo di pizza. 
Liliana arrossì e si allontanò di qualche passo, «Ci- ciao.» borbottò prima di allontanarsi e andare contro il muro. Nicky la guardò, scrollò le spalle e riprese a mangiare. 
«Rebecca, potevi chiamarmi!» esclamò Elena voltandosi e incrociando le braccia; i bracciali – dei semplici cerchi in argento – tintinnarono quando si scontrarono e il cinturino dell'orologio scintillò sotto la luce del lampadario.
Rebecca la fissò per qualche istante, afferrò un gamberetto che era caduto dalla pizza finendo dalla scatola e lo mangiò senza rispondere.
«Lo abbiamo fatto.» disse Veronica, «Ti abbiamo chiamato un paio di volte.» sbuffò e chiuse la scatola, ormai aveva finito di mangiare.
Elena non disse nulla e si voltò verso il microonde con un piccolo sbuffo.
Anche Veronica sbuffò – non aveva mai sopportato Elena e Liliana – afferrò le scatole ormai vuote e disse che sarebbe uscita per portarle fuori di casa.
Yvonne fissò Elena in silenzio, in sottofondo il rumore prodotto dal microonde, e pensò che avrebbe dovuto rimanere a casa con Rebecca, visto che da sette anni le faceva da madre – sempre se si poteva definire materno il comportamento di Elena nei confronti di Rebecca –  invece di andarsene chissà dove – non era del tutto convinta che fosse andata dalla madre, il suo aspetto le suggeriva che fosse andata in un centro estetico.
Elena tolse le lasagne dal microonde e preparò il tavolo per lei e sua figlia che si sedette accanto a Nicky e lo guardò mentre affondava la forchetta nella sua porzione di lasagne. Il boccone di cibo cadde nel piatto e Nicky si morse le labbra per non ridere.
Rebecca si alzò facendo stridere la sedia sul pavimento, sospirò e andò in salotto, seguita da Nicky e Veronica – Yvonne era andata in bagno – e si sedette sul divano, fra le braccia di Nicky che la strinse e le baciò la testa. Veronica si sedette dall'altro lato e rispose al messaggio che le aveva inviato sua madre. 
Rebecca sopirò e si strinse a Nicky e osservò lo scrittoio dove prima c'erano i due vasi di gladioli, e pensò che Veronica aveva avuto una buona idea quando le aveva suggerito di portarle in camera sua. Ormai erano anni che la chiudeva a chiave perché Liliana era troppo curiosa. 
Il ticchettio dell'orologio era l'unica cosa che si sentiva oltre ai rumori provenienti dalla cucina che, poco dopo, furono accompagnati dalla discussione fra Yvonne ed Elena, attutita dalla porta chiusa.
Nicky fissò la porta della cucina domandandosi di cosa stessero parlando sua madre ed Elena; non aveva idea che sua madre volesse parlare con Elena e non aveva idea dei motivi della discussione.
Yvonne andò dai ragazzi e si sedette accanto a Veronica con un sospiro. «Strega.» sbuffò e Veronica sorrise, il primo sorriso in più di ventiquattro ore da quando, la mattina prima, Rebecca l'aveva chiamata in lacrime.
Veronica era contenta di sapere che qualcun altro oltre a lei reputasse Elena una strega. «Qualcuno vuole un caffè?» domandò alzandosi; Rebecca agitò una mano e Nicky e Yvonne dissero di no, Veronica annuì e andò in cucina, quando entrò Elena e Liliana si zittirono e la guardarono. «Sto preparando del caffè per me e Bex, lo volete anche voi?» si costrinse a domandare e a fare un sorriso verso le due. 
«Oh, no, il caffè mi rende nervosa!» esclamò Elena.
Veronica alzò gli occhi al cielo e sbuffò lentamente, afferrò i pezzi della caffettiera e iniziò a preparare il caffè. «Liliana, lo vuoi?» domandò mentre versava la polvere nel filtro.
«Il caffè non mi fa dormire.» rispose la più giovane.
Veronica annuì e avvitò la caffettiera anche se voleva girarsi e sbatterla sulla testa di Elena, invece si limitò a metterla sul fornello acceso. Nel più completo silenzio afferrò il latte dal frigo, lo versò in un pentolino e mise sul fornello anche lui, afferrò il monta latte e lo infilò nel pentolino. 
Elena e Liliana erano ancora in silenzio e Veronica poteva sentire i loro sguardi su di sé e respirò lentamente contando sottovoce fino a dieci, doveva calmarsi, almeno per Rebecca.
Dieci minuti dopo tornò in salotto con i due caffè macchiati che in realtà assomigliavano di più a dei cappuccini. Dalla tasca della felpa tirò fuori una manciata di bustine di zucchero e le lasciò sul tavolino. 
Rebecca versò due bustine nel caffè e prese la schiuma di latte con il cucchiaino, sospirò e soffiò sul liquido caldo sentendosi completamente svuotata. Voleva solo andare a letto, raggomitolarsi sotto le coperte e non pensare a nulla. Velocemente finì il caffè e posò la tazza sul tavolino con un sospiro e Nicky l'abbracciò nuovamente e lei posò la testa sulla sua spalla e chiuse gli occhi. Li riaprì dopo un respiro profondo e si accorse che qualcuno – probabilmente Veronica, era la più vicina al telecomando – aveva acceso la televisione, era una replica di Friends. Rebecca e gli altri la guardarono con poco interesse, giusto per far passare il tempo, che sembrava scorre lentamente.
Veronica guardò l'orologio e, guardando la data all'interno del quadrante, si accorse che ormai erano sei anni che aveva incontrato i Westlife nello stesso salotto dove era seduta in quel momento.
Si pentì di non aver mantenuto i contatti con loro, ma lei c'era al matrimonio di Shane ed era presente quando la sua amica aveva litigato sia con Kian, che con Shane e poi con Nicky. Ma Rebecca era la sua migliore amica ed era normale che fosse dalla sua parte. 
Veronica fissò il caffè e lo finì in un sorso, si leccò le labbra e posò la tazzina sul tavolino. Pensò – ancora – che se fosse rimasta in contatto almeno con Nicky, non si sarebbe imbarazzata così tanto quando aveva dovuto chiamare per dare la tragica notizia. Aveva prima chiamato Nicky a casa ma era scattata la segreteria telefonica, così aveva optato per i cellulari di Nicky e Georgina che erano entrambi spenti; così le era rimasta l'unica opzione: chiamare i genitori di Nicky e la sua voce tremava – dalla vergogna e dalle lacrime – mentre dava a Yvonne la brutta notizia. 
Erano stati belli quegli anni fra concerti in prima fila e backstage; veronica conservava ancora tutte le foto che aveva fatto in quel momenti e ogni tanto le guardava con un po' di nostalgia. Veronica si appoggiò allo schienale del divano e chiuse gli occhi sentendosi stanca, era stata una lunga giornata e quella seguente sarebbe stata ancora peggio: era il giorno del funerale.

***

Veronica chiuse la porta e mise la chiave nel cestino sopra la piccola mensa.
«Tu rimani qui?»
Si voltò lentamente e sospirò. «Sì, Elena, rimango qui.» disse sprezzante. «Vado a dormire.» aggiunse e, camminando velocemente, andò al piano superiore ed entrò nella camera di Rebecca.
Trovò l'amica raggomitolata sul letto, sotto le coperte, addormentata. L'aveva portata di sopra Nicky prima di andarsene con Yvonne per tornare in albergo.
Veronica si cambiò velocemente e andò in bagno e, quando tornò dopo dieci minuti, trovò Liliana che spiava nella stanza di Rebecca. «Buonanotte, Liliana.» disse e ridacchiò quando l'altra sobbalzò dallo spavento.
«Ehm... volevo vedere come stava...» si giustificò Liliana allontanandosi dalla porta semi aperta.
Veronica sorrise e piegò la testa di lato. «Come vuoi che stia?» domandò, «Comunque adesso dorme, puoi parlare con lei domani.»
Liliana annuì e Veronica chiuse la porta e ci spinse davanti la poltroncina bianca e, con un sospiro, si mise sotto le coperte al fianco di Rebecca e le sfiorò i capelli prima di baciarle la fronte. «Ti voglio bene.» sussurrò e sbadigliò chiudendo gli occhi.

***

Nicky ricordava in modo confuso il giorno del funerale, un po' perché la cerimonia era stata tutta in italiano e lui aveva capito ben poco, un po' perché era sempre rimasto al fianco di Rebecca – aveva paura che crollasse per terra.
Le era rimasto vicino da quando avevano lasciato la sala delle onoranze funebri fino a quando erano tornati a casa. Quando lui e sua madre se ne erano andati aveva chiesto, anzi, aveva pregato Veronica di stare vicino a Rebecca anche se sapeva che lei lo avrebbe fatto in ogni caso.
Nicky ascoltò Rebecca che sputava veleno su Elena e Liliana, chiamandole con nomi pochi carini. E lui era d'accordo con lei, per questo non stava fermando quella valanga s'insulti contro le due.
«Cioè, hai capito?» sbottò Rebecca, «Quelle due pretendono che io me ne vada da casa mia!» esclamò.
Nicky sospirò e allungò le gambe sul tavolino sapendo che se Georgina l'avesse visto si sarebbe arrabbiata a morte. «Sì, ho capito.» disse, «Ma la casa adesso è tua, giusto?»
«Sì, la casa è mia.» rispose Rebecca e Nicky sentì il rumore di sportelli che venivano aperti e richiusi con forza. «Papà l'aveva intestata a me qualche mese fa. E a Elena questa cosa non è andata giù.»
«Mi ha detto che è colpa mia se papà non l'ha sposata.» continuò lei, «Come se gli avessi detto qualcosa! Io non ho mai parlato male di lei o di quella piaga di Liliana con papà. Ha fatto tutto lui.»
Nicky cercò di trattenere una risata. «Sarà il dolore a far parlare Elena.» disse.
Rebecca sbuffò, «Ma sei scemo?» sbraitò, «Quella strega non prova dolore! Almeno che non si tratti della sua povera, piccola e lagnosa Liliana!»
Nicky ridacchiò. «Calmati, Bex.» le disse, «Cosa vuoi fare?»
«L'avvocato dice che se voglio posso mandarle via.» rispose Rebecca e Nicky sentì il rumore di un liquido versato in un bicchiere. «E sono così buona che gli do tre mesi di tempo per trovare un'altra casa, dopo le sbatterò fuori a calci in culo.»
«E loro lo sanno?» domandò Nicky allungandosi per afferrare il bicchiere d'acqua.
«Certo che lo sanno!» disse Rebecca, «Le ho informate stamattina. Ovviamente si sono incazzate a morte ed Elena è uscita come una furia dicendo che sarebbe andata da un avvocato perché lei aveva diritto a rimanere qui.» Rebecca bevve e respirò a fondo, «Io le ho ricordato che non era sposata con papà, che non ha mai pagato nemmeno mezza bolletta e che la casa è intestata totalmente a me.»
«Era completamente isterica, dovevi vederla! Sembrava una pazza scappata da un manicomio.» continuò Rebecca.
Nicky rise, «Sì, riesco ad immaginarla.» disse, «Bex, stai tranquilla, okay?»
«Io sono tranquilla, sono loro quelle isteriche e lagnose!» replicò, «Devo andare, adesso. È arrivata Veronica.»
«Va bene.» disse Nicky, « E chiamami se ci sono problemi!»
«Certo!» esclamò Rebecca, «Ci sentiamo!» disse e riattaccò.
Nicky sorrise e mise a posto il cordless sul tavolino accanto al divano. Era felice che Rebecca uscisse con Veronica, pensò che andassero a comprare i regali di Natale, ormai erano i primi di dicembre. Si disse che doveva richiamarla e dirle che doveva andare lì per trascorrere le festività con loro.

***

Nicky cercò di mascherare la delusione. «Così stai con Veronica?» mormorò, «Credevo che saresti venuta qui.»
«Mi hanno invitato, mi dispiace annullare tutto.» si scusò Rebecca, «Andiamo in montagna, magari sarà la volta buona che impari a sciare!»
«Sciare? Tu?» esclamò allegramente Nicky, «Ma se non sai neppure com'è fatto un paio di sci!» respirò a fondo e sorrise. «Sono felice che tu stia con Veronica, mi dispiaceva l'idea che tu trascorressi da sola le feste.»
«Se non mi avesse invitato lei mi sarei auto invitata da te!» scherzò Rebecca, «E comunque, io so com'è fatto un paio di sci, non sono così scema, eh!»
Nicky scoppiò a ridere. «Lo so, testona!» disse, «Ma quelle due? Sai cosa faranno?»
Rebecca sospirò, «Vanno dalla mamma di Elena.» rispose, «A quanto pare Elena a fatto in fretta: a quanto dicono i pettegolezzi sembra che si sia già trovata un altro pollo da spennare.»
Nicky fissò il muro davanti a sé, non del tutto sicuro di aver capito bene. Da quando conosceva Elena l'aveva sempre sentita dire quanto amasse Shawn. «Si è trovata un altro?» strillò, «Ma se sono appena passati due mesi da...» lasciò cadere la frase sicuro che Rebecca avrebbe capito.
«Eh già.» sospirò lei, «Meglio così, no?» disse, «Almeno non si lamenterà quando la sbatterò fuori.»
«Sì, probabile.» disse Nicky. «Devo andare, io e Georgina andiamo a cena dai suoi.»
«Uh, va bene. Salutamela!»
«Certo.» disse Nicky, «Ci sentiamo.»
Si salutarono e Nicky sorrise, contento di aver sentito Rebecca più tranquilla, certo gli dispiaceva che non tornasse a Dublino ma ci sarebbero state altre occasioni. Si alzò in piedi e andò a vedere a che punto era sua moglie e si disse che il giorno dopo sarebbe andato a spedire il regalo per Rebecca visto che non poteva consegnarglielo personalmente.

   
 
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