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Autore: Katherine Buffy Pierce    06/04/2014    1 recensioni
Cosa è successo alla manipolatrice Katherine Pierce dopo che è morta? Dove è finita dopo essere stata risucchiata da una specie di buco nero? 2 domande che mi sono posto anche io appena vidi l'episodio 5X15 "Gone Girl". Non accettando il fatto che il miglior personaggio di TVD se ne fosse andato, ho scritto questa FF immaginando come se la stesse passando Katherine dopo la morte. Questa FF parte in una dimensione oscura dopo le vicende accadute, appunto, nella 5x15.
Genere: Drammatico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Katherine Pierce, Stefan Salvatore, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Katherine Pierce 2.0'
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Era passato un anno circa, da quando ero diventata la regina dell’oblio che ora portava il mio nome. L’oblio di Katherine Pierce. I miei sudditi mi veneravano e facevano tutto ciò che io ordinavo. Poteva sembrare noiosa la mia vita, ma ero al sicuro. Feci di Kelly, la mia ancella preferita con cui scambiavo molte chiacchiere e con cui passavo la maggior parte del mio tempo. Questa dimensione era un po’ monotona, anche se ne ero la regina. Purtroppo, il mio dominio nell’oblio, non durò molto a lungo... Un giorno stavo per andare nella sala in cui si trovava il mio trono quando tutto intorno a me, divento grigio. C’era una specie di nebbia che mi offuscava la vista. Non riuscivo a vedere e a sentire niente. Cercavo di urlare per chiamare i miei schiavi, ma non udivo nemmeno la mia voce. Tutto ad un tratto, la nebbia iniziò a trasformarsi in un vortice che mi circondava e che pian piano mi sollevò. In un attimo, mi ritrovai in un luogo strano, nero. Non vedevo niente ma ero comunque intrappolata nel vortice e, anche se urlavo, ne io ne nessun’altro riusciva a sentirmi.
Dopo un po’, il vortice mi lasciò cadere a terra dove la mia vera e propria tortura iniziò. Quando mi alzai, vidi mio padre che mi tendeva la mano.
-Katerina, alzati. Dammi la mano.- disse mio padre sorridendomi. Ero felice e allo stesso tempo sconvolta di vederlo. Quando mi alzai, prendendo la sua mano, mi diede un ceffone.
-Sei una sgualdrina! Sei la vergogna dei Petrova!- mi urlò contro prima di tirarmi un calcio. A quel punto, caddi di nuovo e mio padre iniziò a urlare e mi scaraventò addosso una specie di onda oscura. Quell’onda, mi faceva provare tutto ciò che provò mio padre a causa mia quando era in vita: dolori fisici e psicologici. Provai il dolore di quando lui fu costretto ad osservare la morte del resto della mia famiglia, per opera di Klaus, a causa mia. Senza contare il dolore che provò quando toccò a lui, essere ucciso da Klaus. Dopo un istante che sembrava interminabile a causa del dolore che avevo appena provato, mi rialzai e trovai davanti a me la persona che temevo di più. La persona da cui scappai per più di 500 anni: Klaus.
-Ciao Katerina! Vedo che hai fatto passi da gigante! Sei sempre la solita manipolatrice bastarda eh?- mi disse con il suo sorrisetto ambiguo prima di pugnalarmi al cuore. Anche Klaus mi lanciò addosso un’onda oscura che mi fece provare tutto il dolore che avevo causato a lui. La pugnalata e il dolore che mi provocò Klaus, mi fecero svenire e quando mi rialzai, notai ancora un gran dolore al petto, dove ero stata pugnalata. Non era possibile! In questo luogo, io non guarivo! Perché incontravo quelle persone?
-Katerina! Perché ci hai fatto questo?!- chiese Rose con le lacrime agli occhi. Trevor era in parte a lei con la stessa espressione.
-Io ti amavo Katerina! Non ti avrei mai salvata, se avessi saputo che vita avrei dovuto affrontare a causa tua!- disse Trevor piangendo.
-Io...Scusa Trev- dissi io senza poter finire la frase. Rose mi aveva trafitto lo stomaco con un’asta di ferro appuntita. Ero caduta per terra ed ero stata colpita dalle onde oscure emesse da Rose e Trevor. Sentii anche il dolore che avevo causato a loro durato per 500 anni. Il dolore che provavo in quel luogo, era  più forte e brutale di quello che avevo provato nell’oblio. Continuai a incontrare tutte le persone a cui avevo provocato dolore quando ero in vita, per un arco di tempo lunghissimo. Tutte le onde oscure che emisero per farmi sentire il dolore che avevo provocato loro, erano una peggio dell’altra e mi fecero perdere i sensi per svariate volte. Purtroppo ogni volta che mi risvegliavo, c’era una delle mie vittime che aspettava di scaricarmi addosso il suo dolore. Ero consumata, esausta e dolorante. Mai avevo pensato di passare dei momenti così dolorosi, mai! Dopo svariate vittime, incontrai Damon, Elena, Bon-bon, Caroline, Jeremy, Matt e Tyler. Tutti loro mi insultarono e mi scaricarono addosso il dolore che avevo inflitto a loro, in un colpo solo. Dopo l’ennesima volta in cui svenni, mi risvegliai ma non trovai nessuno pronto a farmi del male. Aspettai qualche istante e alla fine, eccoli che arrivavano: Stefan e Nadia. Uno era colui che ho sempre amato e che non avrei mai dimenticato, e l’altra era la mia splendida figlia che ho sempre trascurato a causa dei miei interessi personali e che passò la sua intera vita a cercarmi. Quando si avvicinarono a me, fui io la prima a parlare.
-Stefan! Nadia!- dissi io piangendo.
-Katherine. Ma guardati. Sei un rifiuto. E’ ciò che ti meriti per tutto il dolore che hai causato a tutte le persone che hai incontrato nella tua triste vita!- disse Stefan con uno sguardo disgustato mentre mi fissava.
-Aspetta, Stefan! Io ti amo ancora! Ti prego! Ho capito che ho sbagliato e mi sono pentita di ciò che ho fatto alle mie vittime! Per favore, basta torture.- dissi io sfinita.
-Ti piacerebbe, vero?- disse con un sorrisetto malefico che mi spaventò ma che allo stesso tempo, mi fece venire un colpo al cuore.
-Stefan ha ragione. Sei una stronza. Ho passato la mia intera esistenza per trovare mia madre, ma quella che trovai alla fine, era solo una piccola stronza, vendicativa, manipolatrice bastarda a cui importava solo di se stessa.- disse Nadia con un tono freddissimo.
-No! Nadia! Ti prego! Prima di morire, ero seria quando ti ho detto di averti amato sul serio! Per favore, Nadia!- urlai piangendo mentre abbracciavo la mia splendida creatura. Nadia non mi rispose nemmeno e, con lo stesso sguardo gelido di prima, mi scaraventò a terra con il dolore che la sua perfida madre le aveva fatto provare. Nadia mi cercò in ogni angolo della terra per 500 anni e quando mi trovò, non riuscii a comportarmi da vera madre e la trattai male per favorire le mie scelte e i miei bisogni. Il dolore che provò Nadia era incredibile: provò più o meno gli stessi sentimenti di Stefan, ecco perché, probabilmente, li incontrai assieme. Anche Stefan mi scaricò addosso il dolore che gli avevo causato. Rividi tutto ciò che avevo fatto a lui e a Damon. Vidi il nostro primo incontro, il modo in cui ci rapportavamo l’un l’altro e il modo in cui ci amavamo. Fin qui, una goduria, ma poi arrivò il peggio. Rividi la notte in cui lui e Damon morirono per me, le persone che avevo ucciso per ricattare lui ed Elena, la morte di Jeremy causata da me per avere la cura e molti altri errori che commisi negli ultimi anni per colpire lui, Damon, Elena e il resto di Mystic Falls. Ma soprattutto sentii il dolore psicologico che avevo arrecato sia a Stefan che a Nadia: pensavo di aver provato il dolore più atroce nelle ultime ore, incontrando le mie vittime, ma ciò che avevo causato a Stefan e a Nadia, era ancora peggio. Mi sentii morire in tutti i sensi. Provai tutto ciò che provarono loro a causa mia: rabbia, odio, tristezza, depressione, amore e perfino gelosia. Tutto ciò era troppo.
-Basta!!! Vi prego, uccidetemi! Non ce la faccio più!- urlai io.
-Ho capito di aver sbagliato! Il dolore che ho provato, mi ha fatto pentire di tutte le cattive azioni che ho commesso quand’ero viva, ma ora basta! Vi prego! BASTA!!!- urlai ancora io disperatamente. All’improvviso il dolore cessò. Mi ritrovai sola e nel silenzio più fastidioso che avessi mai sentito. Dopo pochi attimi, un altro vortice mi prelevò da quel luogo e mi scaraventò in una specie di tunnel nero che piano piano si schiariva fino a diventare bianco. Sentii ancora una volta il dolore delle mie vittime e le cose che mi dissero nel luogo in cui mi trovavo prima. Urlavo dal dolore e alla fine del tunnel, vidi una luce accecante che si affievolì progressivamente fino a farmi intravedere il luogo in cui ero morta: casa Salvatore.
  
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