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Autore: Mrs_Weasley    06/04/2014    0 recensioni
Maria rientrò e uscì di nuovo qualche minuto dopo, quando sentì una voce di una vecchina in vicinanza che diceva -Qualcosa dal carrello?!-
Il carrello raggiunse il suo scompartimento -Qualcosa dal carrello cara?- Maria le sorrise e rispose - Oh, si... delle Gelatine Tutti i Gusti +1 e delle Cioccorane, grazie!-
La vecchina le consegnò quello che aveva ordinato e lei le consegnò i soldi. Stava per rientrare, ma la sua attenzione fu catturata da qualcos' altro: un ragazzo alto e dai capelli rossi e una ragazza bionda si avvicinavano al carrello -Tutti i gusti +1 e Api Frizzole, per favore!- disse il ragazzo sorridendo alla signora, che gli consegnò tutto e gli chiese -Qualcos'altro?-...
Genere: Comico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: George e Fred Weasley, Harry Potter, Nuovo personaggio, Ron Weasley, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Era un sabato mattina. Uno qualsiasi. O almeno così sembrava.
Maria si trovava sul suo letto, sola nel dormitorio. Fissava il soffitto con lo sguardo vuoto, lontano, spento.
Si sentiva il deserto dentro. Non sapeva più cosa pensare, era felice di avere Harry accanto, ma si sentiva sola.
E, si sa, l'unica cosa peggiore di essere soli, è sentirsi soli quando si ha qualcuno.
Aveva chiesto scusa a tutti per il suo comportamento in SalaGrande, giustificandosi dicendo di trovarsi in un "periodo no". Questo periodo no però, e Maria lo sapeva benissimo, durava da troppo tempo.
Dopo aver riflettuto per almeno un'ora, aveva preso la sua decisione: sarebbe stata felice.
Quello sarebbe stato il suo obbiettivo principale. Questo però, implicava naturalmente quello a cui Maria non riusciva nemmeno a pensare: dimenticare Ron. Aveva intenzione di cancellarlo completamente, eliminando ogni traccia di quei capelli rossi, di quelle lentigini e di quei meravigliosi occhi dal suo cuore.
Sapeva già che questo le avrebbe poi lasciato un vuoto, forse incolmabile, ma, almeno sperava fosse così, trascurabile.
Si mise a sedere, tornando nel mondo reale, e realizzando che mancava poco più di una settimana a Natale, e lei non aveva comprato nemmeno un regalo. "Perfetto" pensò.
Si infilò gli anfibi neri e si alzò dal letto, intenzionata ad incominciare le sue spese con un giro ad Hogsmeade.
Fu in quel momento che Veronica entrò spalancando la porta del dormitorio, probabilmente in ritardo per un qualche appuntamento.
Maria ci mise qualche secondo per accorgersene.
Veronica era in lacrime. Capelli arruffati, trucco sciolto e vestiti in disordine, buttò le braccia al collo di Maria, scossa dai singhiozzi.
Maria strinse l'abbraccio, poi fece sedere l'amica sul letto chiedendole dolcemente -Cos'è successo?-.
Le parole di Veronica non la raggiunsero subito, ci mise qualche momento per elaborare. Solo quattro parole, che sconvolsero Maria: -Ron mi ha lasciata-.
Maria si portò le mani alla bocca una volta capito il senso di quelle parole. Di quelle stupide, stupide parole. Abbracciò di nuovo Veronica, non sapendo cosa dire. 
Maria le chiese spiegazioni, le disse che era solo un idiota, che non la meritava, ripetendole quanto le dispiacesse.
Maria si sorprese nel ritrovarsi davvero dispiaciuta. In fondo lo aveva desiderato, ma continuava a non capire perchè Ron lo avesse fatto. 
"Ho bisogno dei mei spazi" ecco cosa aveva detto. 
-Che ne dici di fare un po' di shopping? Devo recuperare un po' con i regali di Natale- propose a Veronica sorridendo, e strappandole un -Solo perchè senza di me regaleresti un paio di calzini a tutti!- accompagnato da una risatina.
Maria decise che una volta tornate da Hogsmeade sarebbe andata da Ron per conto di Veronica cercando di scoprire qualcosa di più.

Dopo un pomerigio passato facendo acquisti e cercando il regalo più adatto a tutti, ispezionando ogni negozio di Hogsmeade da cima a fondo, Maria e Veronica tornarono nel dormitorio, abbandonando le buste e i pacchetti sul pavimento e buttandosi sui propri letti, massaggiandosi i piedi. Dopo qualche lamentela per i piedi doloranti, Veronica si perse nei suoi pensieri, e gli occhi le si riempirono di lacrime. 
-Io ho bisogno di una doccia- disse Maria afferrando i primi abiti che si trovò davanti, e avvicinandosi al bagno -Se vuoi stasera ne parliamo,ok?- continuò girandosi verso di lei e sorridendole. -Va bene- rispose lei asciugandosi una lacrima -Grazie-, disse con un filo di voce prima che Maria entrasse in bagno.
Si lavò, lasciò i capelli ricadere sulle spalle, mossi da qualche boccolo, e indossò un maglioncino color rosa cipria molto largo, con dei jeans e degli anfibi neri. Si truccò leggermente e uscì dal bagno.
-Io vado a... controllare una cosa in biblioteca, ci vediamo per cena- disse a Veronica, che stava stesa sul suo letto col la testa sotto il cuscino, con un tono di voce rassicurante. Prese la borsa, indossò uno sciarpone e mise un giubbino nero nella borsa (aveva utilizzato un incantesimo di Estensione Irriconoscibile in modo da potersi portare dietro tutto quello di cui avesse bisogno), e uscì dal dormitorio.
Non aveva idea di dove trovare Ron. Arrivò nella Sala comune, dove trovò Fred e George seduti sul divano, mentre Lucia stava sulla poltrona lì accanto leggendo un libro. I due gemelli si tenevano la testa tra le mani, e fissavano delle pergamene e dei libri buttati sul tavolino davanti a loro.
-Non ce la faremo mai-, -Questa è un'altra lingua!- stavano dicendo disperati mentre Lucia li guardava ridacchiando.
Maria si avvicinò a loro -Magari tenere il libro nel verso giusto vi aiuterebbe- disse girando il libro di rune antiche che George teneva tra le mani, -Oh, giusto- Fred e Lucia scoppiarono a ridere mentre Maria si sedeva lì accanto.
-Ragazzi, sapete dov'è Ron?- chiese loro quando la risata si spense.
-Come mai?- Fred aggrottò le soppracciglia e la fissò con uno sguardo indagatore. -Devo parlargli- rispose semplicemente lei.
-Mmmh, e cosa devi dirgli?- George fece un sorrisetto mentre Lucia gli tirava un calcio sotto il tavolo -Ahia! Che ho detto di male?!- chiese lui massaggiandosi la gamba.
-Ron è sul campo di Quidditch. Ha detto che doveva pensare- le disse Lucia sorridendole. -Va bene, grazie- Maria si alzò, ma prima di uscire si girò verso l'amica -Non è che potresti andare a vedere come sta Veronica? Magari tu puoi aiutarla più di me-.
-Certo, ci penso io- rispose lei. Maria le sorrise, girò sui tacchi e si diresse verso il campo da Quidditch.
Prima di uscire dal castello si infilò il giubbino, pensando a cosa dire.
Non sapeva bene cosa pensare. In fondo aveva sperato che succedesse, ma il pensiero di essere felice quando una delle sue migliori amiche stava soffrendo, la uccideva. Non sarebbe dovuto succedere, lo sapeva. E soprattutto non in quel momento, proprio quando lei aveva deciso di andare avanti. 
In ogni caso, era arrabbiata a morte con Ron: aveva fatto soffrire Veronica, e non avrebbe dovuto farlo per niente al mondo.
Quando arrivò al campo si bloccò, cercando Ron con lo sguardo. Non era a terra, perciò alzò lo sguardo e lo trovò subito.
Stava sfrecciando sulla sua scopa, girava in torno al campo senza alcun motivo. 
Maria decise di aspettarlo. Si sedette sugli spalti, e cacciò il suo quadernino dalla borsa, iniziando a scribacchiare frasi, e ogni tanto perdendosi a fissare la pagina senza scrivere nulla.
Passarono più o meno venti minuti, quando si rese conto di non essere seduta da sola.
-Hei?-. Maria saltò sul posto e chiuse il quadernino di scatto, ficcandolo nlla borsa. Ron era seduto accanto a lei. Quegli occhioni azzurri la fissavano perplessi. I capelli rossi riflettevano la luce fioca del tramonto.
Lei non potè fare a meno di pensare a quanto fosse ancora più bello del solito in quel momento.
-Dio, Ron! Mi hai spaventata a morte!- sbottò lei fissandolo sconcertata. 
-Sono così brutto?!- disse lui con un sorriso stampato in faccia. "Magari" pensò subito lei, ma si limitò a sorridergli e a chiedergli -Da quanto tempo sei qui?-, -Da un po'-.
Ron continuava a sorriderle, e lei rischiava di incantarsi a fissarlo. Si sentì le guance calde, e capì che stava arrossendo, così abbassò lo sguardo cercando di fare in modo che lui non se ne accorgesse.
-Come mai sei qui?- le chiese il ragazzo -Potrei farti la stessa domanda- rispose lei.
Non voleva smettere di parlare in quel modo e cominciare a parlare di Veronica. Quel momento era così perfetto.
-Avevo bisogno di pensare. Ora tu. Che ci fai qui?-, -Ho disturbato i tuoi pensieri?- chiese lei in tono sarcastico sorridendogli. Sapeva che avrebbe dovuto essere arrabbiata con lui, ma con quegli occhi di fronte non riusciva a mettere insieme dei pensieri coerenti.
-Non cambiare argomento!- lui sfoderò uno dei suoi sorrisi migliori, ma Maria sapeva che doveva incominciare a parlare seriamente, così abbassò lo sguardo, cercando di ricomporsi.
-Devo parlarti- disse semplicemente lei. -Sembra una cosa seria... Dimmi- continuava a sorriderle. Non si era mai comportato così. Forse perchè non erano mai riusciti a parlare in quel modo, soltanto loro due.
-Lo è- Maria sospirò e cercò le parole giuste, ma si limitò a un semplice -Perchè hai lasciato Veronica?- lui sospirò a sua volta e lei aggiunse -E non provare a dirmi che avevi bisogno dei tuoi spazi! Dopo tre anni di relazione non ci si lascia senza nessun motivo valido-.
Maria lo guardava seria. Lui alzò lo sguardo e i loro sguardi si incrociarono -Credo di essermi innamorato di un'altra ragazza-.
Il cuore di Maria saltò un battito. Era sicura di non essere quella ragazza, e infondo non ci sperava nemmeno.
-Non mi sembrava giusto continuare a prendere Veronica in giro, non se lo merita- continuò Ron.
-No, non se lo merita. Ma si merita di sapere la verità. Devi dirglielo. Glielo devi- Maria cercò di capire quello a cui stava pensando il ragazzo.
-Si, hai ragione. Stasera glielo dirò- si limitò a dire lui.
-Bene-, rispose lei. Iniziò a fissarsi le mani. Non sapeva cosa dire.
Il sole era tramontato, ma il campo era illuminato dalla luce fioca della luna, che illuminava i volti dei due.
-Immagino che ora non potremo più essere amici, no?- i loro sguardi si incontrarono di nuovo.
-Non voglio allontanarmi da te- disse lei. -Neanch'io-. Rimasero lì a guardarsi per qualche secondo, che sembrò un'eternità per entrambi.
Ron iniziò ad avvicinarsi a lei molto lentamente, senza mai distogliere lo sguardo dai suoi occhi color nocciola.
Quando lei si rese conto di cosa stava succedendo, abbassò immediatamente lo sguardo, e si affrettò a dire -Magari tu e Veronica potrete rimanere amici e il gruppo non si scioglierà-, era completamente arrossita, e si rese conto dello sbaglio enorme che stava per fare. -Sì, magari potremmo- rispose lui, mentre le orecchie divampavano di un rosso acceso.
Rimasero in silenzio per qualche secondo, poi Maria si alzò dicendo -Dovremmo andare a cena-.
Ron si alzò con lei e la seguì. Continuarono a chiacchierare come se non fosse successo nulla.
-Allora, chi è questa ragazza?- gli chiese lei sorridendo. Lui le sorrise a sua volta e disse semplicemente -Non si può dire-.
-Oooh, ti prego!- lo tirò per un braccio come una bambina che chiedeva di avere qualcosa ai genitori. Lui ridacchiò -E vabene... Lei è...- ma prima che potesse continuare a parlare Veronica comparve di fronte a loro. Appena lei vide Ron gli occhi si riempirono di lacrime. Si allontanò in fretta entrando nella Sala Grande.
-...E' meglio se non te lo dico. Tanto non succederà mai nulla- concluse lui.
Durante la cena, Silente aveva annunciato una festa di Natale per gli studenti che non sarebbero tornati a casa per le vacanze. Tutti si erano eccitati per questo annuncio. Le ragazze avevano già iniziato a pensare all'abito da indossare, mentre i ragazzi pensavano a chi avrebbero potuto invitare senza ricevere un rifiuto come risposta.
In quel momento però, la festa era l'ultimo dei pensieri di Maria.
Dopo cena, Maria tornò al dormitorio da sola. Avrebbe dovuto parlare con Veronica, ma si sentiva in colpa anche solo per aver parlato con Ron e per essersi fatta vedere con lui da lei.
Si buttò a letto con ancora i vestiti addosso. Sprofondò con il volto nel cuscino. Non si mosse per tutta la sera. Si addormentò senza neanche preoccuparsi di indossare il pigiama.
Era confusa. Si sentiva strana. Si sentiva in colpa. Sentiva soltanto un solo pensiero rimbombarle in testa. 
"E se quella ragazza fossi io?"
  
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