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Autore: Celeste98    08/04/2014    3 recensioni
Cosa succederebbe se durante la Battaglia qualcosa non andasse nel verso giusto?
Pervinca e Vaniglia stanno per compiere l'incantesimo che riporterà l'equilibrio tra luce e buio, ma Pervinca nel mezzo dell'incantesimo manda via sua sorella. Perchè? Cosa ha intenzione di fare Vì? E se la caverà da sola?
Il Nemico che attacca Fairy Oak prova un odio profondo verso Magici luminosi e Non Magici, e distrugge tutti coloro che si mettono contro di lui.
Cosa succederebbe se i Saggi del villaggio decidessero di evocare gli spiriti dei loro antenati per aiutarli? E se invece degli antenati qualcun'altro aiutasse i cittadini di Fairy Oak?
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questa è la mia prima storia in assoluto, se vi ho incuriositi leggete
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Pervinca Periwinkle, Scarlet Pimpernel, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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«Aaaaahhhhhhh» a svegliare i ragazzi dal sonno fu l’urlo di Pervinca. La ragazza era seduta sul letto con le mani nei capelli e la fronte madida di sudore.

«Pervinca? Stai bene?» disse Aster alzandosi di scatto e andando vicino all’amica. La ragazza non riusciva ancora a parlare e si era portata una mano sul petto come a rallentare i battiti del cuore.

«È ancora lo stesso sogno?» le chiese Scarlet sedendosi vicino all’amica.

«No, non proprio» rispose con voce lieve la rossa.

«Ho sognato il giorno della battaglia di sette anni fa, ho ricordato quello che Lui mi ha mostrato ma non è stato solo quello…» continuò per poi immobilizzarsi con lo sguardo fisso nel vuoto.

«Che cos’altro hai visto?» chiese Derek, che aveva anche lui raggiunto l’amica.

«Una stanza. Ma non una stanza qualsiasi, era una di quelle della vecchia città, solo che non era al buio anzi, era illuminata a giorno» rispose senza guardare in faccia nessuno.

 «E ricordi come ci sei arrivata?» le chiese Aster,

«Sì – rispose alzando lo sguardo – ma certo! Come ho fatto a non pensarci prima!» disse di colpo alzandosi dal letto e indossando le prime cose he trovava.

«Di che stai parlando Vì?» chiese preoccupata Scarlet.

«Non vi siete chiesti perché gli altri non riuscivano a vedere la seconda porta nella grotta quel giorno? È lo stesso principio per il sentiero, - rispose vedendo gli amici farsi più seri - devo andare a controllare» finì prendendo la fondina della sua spada e legandosela in vita.

«Aspetta Vì, vengo con te» le disse Aster iniziando a vestirsi, imitato subito dagli amici. Una volta pronti scesero in cantina; la stanza degli incantesimi era nel buio più completo ma nonostante questo non ritenettero necessario accendere delle candele. Entrarono nel corridoio e lo percorsero tutto.

«Bene ora dove andiamo» disse Scarlet quando arrivarono al sentiero che la volta precedente li aveva fatti girare in tondo.

«Percorriamolo, sono certa che non sarà come l’altra volta» rispose Pervinca, con calma i ragazzi si misero a camminare ripercorrendo il sentiero.

«Che strano, questa parte non la ricordo. Com’è possibile?» disse Derek indicando la strada circondata di felci che stavano percorrendo.

«Non ne ho idea» rispose Vì. Poco dopo si trovarono davanti a delle rovine.

«Non ci posso credere! Vì, quelle sono le rovine della vecchia città!» esclamò Scarlet con gli occhi sgranati. Gli altri tre non erano meno scioccati dell’amica bionda.

«Come ci siamo arrivati qui? Non c’era niente» disse ancora più confuso Derek.

«Evidentemente dovevamo aspettare la notte, ottimo lavoro Vì» rispose Aster cominciando a camminare con gli altri verso le macerie.

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«Cosa stiamo cercando con precisione Pervinca?» chiese Aster iniziano a tastare la rocca con l’amica.

«Un ingresso, come una porta o anche una crepa nella parete» rispose la rossa.

«Di qua ragazzi. C’è una porta» disse Scarlet. I tre ragazzi si avvicinarono ed entrarono. Si trovarono in un corridoio buio e umido.

«Che schifo! Il pavimento è bagnato e c’è puzza di muffa» disse disgustata Scarlet.

Trattenendo il respiro, i quattro ragazzi continuarono a camminare. Camminavano tutti lungo le pareti per non perdere l’equilibrio, per via dell’acqua sul pavimento, e per trovare la giusta direzione, non riuscendo a vedere niente. Avevano provato più volte a creare delle sfere di fuoco ma la loro magia pareva essere scomparsa. Procedendo a passo lento, arrivarono in una stanza leggermente più illuminata del corridoio. A portare un po’ di luce era una torcia, sicuramente magica, che ardeva sul lato della porta. A quel punto Aster provò, con un incantesimo, ad accendere la seconda torcia e in un battito di ciglia la stanza fu illuminata a giorno. Era tanto grande quanto vuota, completamente di pietra.

«Che cosa sapete su questa città?» chiese Aster con un filo di voce.

«Non molto. Non è proprio una città sono solo stanze che percorrono buona parte del sottosuolo del villaggio» spiegò Scarlet.

«Quindi ci sono altri ingressi oltre a questo» disse Derek.

«Sì, uno è sulla riva del fiume Otrot» spiegò Pervinca avvicinandosi a una porta e notando che anche gli altri corridoi erano illuminati.

«Perciò ora dove siamo?» chiese Aster.

«Non lo so» rispose sconsolata Scarlet.

«Dai non rattristatevi. Siamo all’interno di una città che avrà almeno una decina di secoli, facciamo un giro» propose Aster.

«Va bene. Così almeno sapremo dove siamo» disse Pervinca. Decisero di prendere la prima porta sulla sinistra e ripresero a camminare, dopo pochi metri si trovarono davanti una parete di pietra.

«Fantastico! Siamo finiti in un vicolo cieco» esordì Scarlet.

«Non penso Scar. Sarebbe troppo ovvio» disse Pervinca appoggiando i palmi delle mani sulla parete. Tastò la superficie per tutta l’altezza e, non notando stranezze, ripose le mani al centro e la tastò in larghezza. Passando le mani sul lato sinistro della parete sentì un leggero spostamento.

«Ragazzi! Si è mossa. Aiutatemi a spingerla» disse la ragazza iniziando a spingere con tutta la sua forza la parete, imitata subito dopo dai suoi amici. Con non pochi sforzi riuscirono ad aprirla, ma nessuno immaginava cosa si trovarono davanti.

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 «Libri?» disse confuso Aster.
I ragazzi si trovavano in una stanza piena di libri, pergamene e polvere.

La stanza era sicuramente sotto l’effetto di un incantesimo: tutti gli oggetti presenti svolgevano un lavoro ben preciso. Una macchina davvero particolare stampava fogli su entrambe le facce, che, a loro volta, volavano fino al libro dove erano rilegati. C’erano anche alcune penne d’oca che scrivevano o disegnavano da sole.

«Voi due sapete dove siamo?» chiese Aster parlando a bassa voce. Nessuna delle due ragazze rispose ma Pervinca si avvicinò all’unica porta che c’era nella stanza. Lentamente la socchiuse e si pose sotto lo spiraglio di luce che filtrava, segno che fosse giorno.

«Andiamo via ragazzi» disse richiudendo la porta.

«Perché? Dove siamo?» chiesero i tre ragazzi.

«Siamo in biblioteca, e di sopra ci sono anche alcune persone» rispose parlando a bassa voce. Facendo meno rumore possibile, si recarono di nuovo al passaggio segreto ma furono fermati da Scarlet.

«Guardate qui» disse avvicinandosi a un libro dalla copertina blu.

«Cosa c’è?» chiese Aster. Il ragazzo non ricevette risposta poiché si erano tutti bloccati davanti al simbolo disegnato sulla copertina: era il marchio apparso anche sulle loro braccia.

Velocemente Scarlet afferrò il libro e si diresse verso la porta, la quale, appena tutti i ragazzi la superarono, si richiuse autonomamente. Di corsa tornarono nella sala centrale e, dopo aver percorso il corridoio, tornarono in superficie. Il sole era sorto e dovevano essere le sette circa.

«Torniamo a casa» disse Derek. Gli altri annuirono e si ripercorsero il sentiero. Mentre camminavano, si voltarono in dietro e notarono che il sentiero che portava all’ingresso non era al centro della strada, come la notte precedente, ma era completamente nascosta dalle felci ed era laterale. Ormai erano certi che si trattasse di un incantesimo, come lo era tutto nella vecchia città. Scarlet, camminando, stava sfogliando il libro.

«Scar di cosa parla il libro?» chiese Pervinca.

«Sembra un libro di fiabe e leggende» rispose la bionda.

«E il titolo? Cosa c’è scritto?» chiese Aster avvicinandosi.

«È latino, c’è scritto “Fabulae Vallis” significa “Leggende della Valle”» rispose la strega leggendo l’incisione sulla copertina posta sopra lo stemma. Lentamente i ragazzi raggiunsero la grotta e tornarono nella stanza degli incantesimi.

«Lasciamo qui il libro. È meglio avere delle certezze prima di parlarne alla zia e gli altri Saggi» propose Aster. Nascosero il libro su uno scaffale insieme agli altri libri di magia e salirono in cucina.

«Dove diavolo eravate?» chiese nervosa Adelaide Pimpernel spuntando dal soggiorno.

«Di sotto. Voi che ci fate qui?» chiese Aster con un sopracciglio inarcato.

«Che domande, siamo venute a trovarvi ma non eravate da nessuna parte» rispose Dalia uscendo dal salotto insieme a Marta e Rosie.

«Ah» rispose soltanto Derek.

«Comunque e quasi ora di pranzo. Da quanto eravate lì sotto?» chiese Rosie dopo qualche secondo di silenzio.

«Da questa mattina – rispose Scarlet – stavamo studiando e abbiamo perso la cognizione del tempo» finì guardando l’orologio al muro.

«Tomelilla mi ha detto che vi è stato concesso di allenare i ragazzi» disse Dalia cambiando discorso.

«Sì e anche di insegnargli qualche incantesimo» rispose Pervinca andando in salotto per poi sedersi su un divano.

«Come mai?» chiese Adelaide.

«Da soli gli adulti non potranno fare molto se il nemico decidesse di attaccare seriamente. Se li alleniamo, sapranno almeno difendersi» rispose Derek.

«E con questo non stiamo dicendo che combatteranno» continuò Scarlet tranquillizzando le quattro donne.

«Adesso basta con questi discorsi, venite a tavola che abbiamo già preparato tutto» disse Marta per sdrammatizzare.

«Ottima idea zia» disse Derek sorpassandola ed entrando in cucina. Dopo pranzo, Scarlet e Pervinca aiutarono le quattro donne a lavare le stoviglie e ripulire la cucine mentre i due ragazzi sparecchiarono.

«Volete una mano?» chiese Aster.

«In effetti ci sarebbe da spazzare il pavimento» disse Rosie.

«D’accordo» rispose il ragazzo biondo prendendo la scopa.

«Aster scherzavo, possiamo farlo noi» gli disse sua madre.

«Ma no mamma, lo faccio volentieri. Non è la prima volta che aiutiamo in casa» disse sorridendo giocoso Aster.

«È vero! Pensate che fanno anche il bucato e rifanno i letti» disse Pervinca, girata a tre quarti mentre lavava i piatti.

«Sul serio?» chiese shoccata Adelaide.

«Ovvio. Credetemi quando si vive in dieci sotto lo stesso tetto, nessuno può permettersi di stare con le mani in mano» disse Derek sollevando le sedie mettendole capovolte sul tavolo, in modo che Aster potesse pulire.

«Anche se non facciamo tutto manualmente» disse Scarlet mentre asciugava i piatti che le passava Vì.

«In che senso?» chiese Marta.

«Spesso facciamo degli incantesimi agli oggetti in modo che facciano da soli, ma solo quando non abbiamo tempo per farle» rispose ancora la bionda.

«O beh, dovrete insegnarmeli» disse Rosie scatenando le risate del figlio.

«Non è difficile mamma, guarda – le disse quando riuscì a riprendere fiato – continua tu» finì rivolto alla scopa che ora si muoveva da sola.

«Tutto consiste nel concentrare il potere solo alla mano con cui tocchiamo l’oggetto e dirle cosa fare, ma non bisogna chiedere bensì ordinare, ma si può fare anche senza il contatto fisico con l’oggetto» spiegò Aster riprendendo il controllo sulla scopa.

«Devi spiegarmela meglio questa cosa del potere» rispose la donna. Quando ebbero finito, le quattro donne dovettero tornare al villaggio e i ragazzi si proposero di accompagnarle a cavallo.

«Non se ne parla che io salga su quel coso» urlava Adelaide Pimpernel, indicando Dafne, il cavallo di Scarlet.

«Mamma, per la millesima volta, è un cavallo e si chiama Dafne» disse esasperata Scarlet.

«E adesso o sali da sola o ti ci porteremo su con la forza» finì fulminando la madre con lo sguardo.

«No, no e ancora no. E poi non posso salire con la gonna» rispose la donna.

«Ok l’hai voluto tu, Derek?» disse la ragazza rivolgendosi prima a sua madre e subito dopo al fidanzato. Senza neanche bisogno che Scarlet finisse la frase, Derek sollevò Adelaide Pimpernel a mo di sacco di patate e, dopo aver dato a Scarlet il tempo di salire e di fare inginocchiare il cavallo, la caricò in groppa, il tutto con il sottofondo di urla di disapprovazione della donna.

«Voi salite da sole o avete bisogno di aiuto?» chiese Aster rivolgendosi alle altre tre.

«Penso che ce la faremo da sole» rispose Marta. Lentamente salirono tutti in groppa e partirono a passo lento alla volta del villaggio.

«Wow, non immaginavo fosse così bello, se ignoriamo che mi si è addormentato il sedere con tutto questo dondolio» disse Adelaide tenendosi ancora al busto della figlia.

«Te lo avevo detto che stavi facendo tanta scena per niente» le rispose Scarlet sorridendo.

«Come va lì dietro?» chiese Aster girandosi, essendo in testa alla fila.

«Tutto bene» rispose per tutti Pervinca, in fondo alla fila.

«Ragazzi ma per l’allenamento, non preferite aspettare i vostri amici? Non penso riuscirete a gestire così tanti ragazzi da soli» disse di punto in bianco Marta.

«Nah, ce la faremo benissimo da soli» rispose Derek.

«Sai zia, ci è stato raccontato della professoressa de Transvall, il terrore della Horace McCrips, ebbene sappiate che in fatto di “crudeltà” non è niente se paragonata a Scar e Vì» continuò Aster.

«Impossibile, Margherita de Transvall è senza dubbio la professoressa più severa che abbia mai insegnato a Fairy Oak» disse esterrefatta Rosie.

«Su questo non c’è dubbio, ma comunque nei limiti di una professoressa in una scuola» disse Scarlet.

«Noi insegneremo incantesimi, combattimenti e anche come difendersi da evocazioni magiche» finì Pervinca.

«Per favore non esagerate, i nostri ragazzi non sono abituati a combattere e non saprebbero da dove iniziare» disse sconsolata Dalia.

«Stai tranquilla mamma» la tranquillizzò sua figlia.

Dopo aver accompagnato le loro parenti al villaggi, i quattro ragazzi tornarono a casa poiché avevano deciso di leggere il libro trovato la mattina.

SPAZIO AUTRICE

Ciao a tutte!!!!!!!

Che dire del capitolo… Pervinca ha di nuovo i suoi strani sogni, come quelli che faceva a Marzia. E grazie al sogno sono riusciti a trovare la vera strada a cui portava il sentiero.

Tutti i ragazzi sanno fare le faccende domestiche anche se spesso usano la magia (come vorrei poterlo fare anche io).

Purtroppo non potrò aggiornare fino a martedì 22.

Al prossimo capitolo

  
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