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Autore: Kveykva    08/04/2014    3 recensioni
Eragon è nelle terre oltreconfine, Arya in Alagaesia quando arriva una notizia sconcertante: degli elfi hanno trovato un incantesimo in grado di risanare Vroengard dai suoi gas nocivi, e sarà presto pronta per allenare i nuovi cavalieri e i nuovi draghi. Quindi se Eragon tornerà in Alagaesia come sarà la sua vita con Arya? Cosa nascerà fra loro?
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Arya, Eragon, Fìrnen, Saphira | Coppie: Eragon/Arya
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Erano in volo oramai da ore, e solamente verso le dieci di mattina riuscirono a scorgere la costa. La costa! Finalmente, dopo giorni di paesaggio rappresentato solo dal mare, entrambi i Cavalieri diventarono euforici alla vista di qualcosa di fermo ed immobile. Anche Ere e Saphira non erano da meno: avevano le membra doloranti, le ali stanche. Erano affamati e non si fermavano da giorni.

Eragon e Faelis avevano anch'essi qualche acciacco, ma quello messo peggio era decisamente il ragazzino: Eragon ormai era adulto, sapeva sopportare anche di peggio, mentre Faelis era ancora alle prime armi e la stanchezza del volo si faceva sentire.

Entro quanto saremo sulla terraferma?

Entro sera potremmo riuscirci, se il vento non ci andrà contrario- rispose Saphira proiettando i pensieri a tutti e tre.

Eragon non stava più nella pelle: si agitava inquieto sulla sella, stando attento alla punta cervicale di Saphira. Non sarebbe stato il massimo se si fosse presentato ad Arya senza una gamba..o senza qualche arto...

Una nuvola di fumo uscì dalle narici della dragonessa,assieme ad un suono grutturale che Eragon riconobbe risata.

Già, forse è meglio che ti metti tranquillo!- lo riprese ancora ridendo Saphira

Pensa a volare, ficcanaso!- rispose Eragon, contagiato dall'ilarità della sua compagna.

Come le previsioni di Saphira avevano annunciato, verso tarda sera giunsero sulla costa: per Eragon era un 'emozione fortissima, ritornare nelle terre dove era nato, la sua vera patria, era una sensazione indescrivibile, e anche Saphira le condivideva allo stesso modo. Anzi, forse ancora di più.

-Non vedo l'ora di vedere Firnen!- esclamò, fremente di eccitazione.

-Forse è meglio che ti metti tranquilla eh?- la canzonò con le sue stesse parole Eragon.

Per tutta risposta la dragonessa lo sbalzò di sella, ma il Cavaliere riuscì a non franare a terra.

-Attenta!- ,ma già rideva.

Assieme all'alunno, Eragon si incamminò verso il centro della città: erano in una nuova cittadina costruita sulla costa, di nome Milien, un piccolo paesino dedito esclusivamente alla pesca, come sottolineavano le reti fuori dalle case, o l'odore di pesce che aleggiava nell'aria.

Le persone, ogni volta che Eragon passava si inchinavano e gli rivolgevano saluti o cenni del capo al quale il ragazzo rispondeva cortesemente.

Alcuni lo avvicinavano chiedendogli consigli, soltanto per sapere della ragione del suo ritorno. Eragon rispondeva a tutte le domande, ma in modo vago.

Alla vista di ere e di Saphira invece, le persone rimanevano assolutamente abbagliate: alcune si chinavano fino a raggiungere terra col capo, e alcuni, i bambini, vinta la paura, giocavano assieme alle due creature.

Fra un incontro e l'altro, riuscirono ad arrivare in una locanda, indicata da un vecchio marinaio del porto:

-Andate alla Quercia Antica, lì troverete tutto ciò di cui avrete bisogno.-

Era davvero un piccolo locale, ma pulito e ordinato: fecero una cena veloce ed andarono tutti in stanza. Ovviamente non i due draghi: maestra e alunno si dileguarono verso fuori città, e si accordarono con i loro Cavalieri, che si sarebbero rincontrati il giorno dopo alle sette, fuori dai cancelli di Milien.

Faelis era stanco morto e in poco tempo si era già addormentato: Eragon invece non riusciva a prender sonno: la sua mente vagava, e finì col perdersi nel verde liquido degli occhi di Arya, e con la loro immagine stampata nella mente riuscì ad addormentarsi, un sorriso in volto.



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-Signora, sono alle porte! Stano varcando i confini!

Arya sentì la porta aprirsi, e una voce squillante chiamarla. Era Taelì.

Il suo sonno vigile fu subito interrotto, e la regina si mise ritta sul letto a velocità sovrumana.

Gli rivolse uno sguardo interrogativo e l'elfo raddrizzò le spalle, si diede un contegno e rispose, stavolta con più calma:

-Regina, ci sono..ci sono..cento, o forse più , Ra'zac che stanno per attaccare!

Arya era sconvolta.

Per un attimo aveva pensato che fossero Eragon e Saphira, e che la stessero raggiungendo.

Ma quando Taelì aveva pronunciato quella parola...

Ma i Ra'zac erano estinti! Eragon aveva distrutto tutte le uova!

Com'era possibile che ora ce ne fossero ben cento? Erano passati solo quattro anni da quando Eragon se ne era andato, e con lui la convinzione che quella razza infernale fosse finita.

-Gilderien-elda non li farà mai passare.

-Arya, il Saggio è morto.

Nero. Nero più assoluto. Gilderien-elda, l'elfo depositario della Fiamma Bianca di Vàndil, colui che proteggeva gli elfi di Ellesméra era morto. Non era possibile.

-Manda duecento elfi al confine, io li raggiungerò fra poco. Chiama Mandréil, digli di guidare il battaglione nord, io comanderò quello est.

-Come desideri, mia Regina- ed uscì.

Cosa stava succedendo? Più di cento Ra'zac? Era un'impresa impossibile batterli, anche se a combattere erano gli elfi.

Come avevano fatto ad uccidere Gilderien? L'elfo era protetto da migliaia e migliaia di difese magiche, nessuno in così tanto tempo era mai riuscito ad arrivare ad Ellesméra senza il suo consenso. Figurarsi ferirlo, od ucciderlo.

Eragon! Dove sei?



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-Maestro, quando arriviamo?- disse Faelis, che ormai era già chino su ere, senza forza.

-Abbi pazienza.

-Saphira, entro quando...

Mezz'ora, forse poco di più se il vento ci viene contrario, come in effetti sta facendo- lo precedette la dragonessa, inviando i suoi pensieri a i suoi compagni.

Mezz'ora dopo infatti non erano ancora minimamente arrivati nelle terre elfiche.

Le ali di Saphira si facevano sempre più stanche, affaticate, e le membra dolevano ad ogni battito.

Così anche per Ere, ma il drago violetto aveva una struttura molto resistente, e riusciva quindi a contrastare, anche se solo entro un certo limite, la stanchezza del viaggio.

Faelis invece era bello che cotto: forse dormiva, forse no: sta di fatto che Eragon dovette formulare un incantesimo che non facesse cadere il ragazzino dalla sella, e che non lo facesse trafiggere dalla punta cervicale del suo compagno.

L'unico ad essere in forma quasi smagliante, nonostante le fatiche del viaggio avessero provato anche lui, era Eragon. Il ragazzo era sempre più impaziente di arrivare e quando i primi tratti di verde si scorsero non riuscì a trattenere un gridolino: più che un gridolino era stato un urlo e aveva svegliato dallo stato di dormiveglia tutti i viaggiatori, Faelis compreso

-Ooops- fece Eragon, ancora estasiato.

Faelis si rimise quasi subito a sonnecchiare, e cadde il solito e monotono silenzio che li accompagnava nelle ore di viaggio, da giorni ormai.

Piano piano erano sempre più vicini.

-Cerca Gilderien- consigliò Saphira.

Eragon sapeva, ovviamente, cosa fare: senza il consenso dell'elfo nessuno poteva sperare di accedere alle città elfiche.

Espanse la mente, portando la sua coscienza giù, giù in basso alla ricerca del saggio, pur sempre rimanendo all'erta in caso di attacco mentale nemico.

Con sua sorpresa non trovò nulla: nulla, se non contiamo la coscienza dell'intera Weldenvarden, ma dell'elfo nessuna traccia.

Sqaphira era sorpresa come lui: tutti e quattro si impegnatrono alla ricerca del protettore degli elfi, lo chiamarono in tutti i modi, invano.

Decisero di scendere per provare a capire meglio cosa stesse succedendo.

Ad un tratto, grazie al suo udito super sviluppato, Eragon sentì dei rumori provenire dal centro della foresta: sembrava il rumore di metallo che cozza con altro metallo. Delle grida. L'odore del sangue gli arrivò persino al naso.

Una battaglia? Nella Du Wendelvarden? Impossibile. Nessuno poteva entrare ad Ellesméra senza chiedere a....Gilderien. Era morto. Ecco perchè non erano riusciti a trovarlo ed ecco perchè erano riusciti a passare incontrastati nei territori elfici, perchè ormai avevano ampiamente oltrepassato il luogo dove c'era sempre stato il saggio.

Veloce, volate! - gridò mentalmente a Ere ed a Faelis; Saphira aveva già capito e, come lui, era preoccupatissima.

-Eragon. Forse è per questo che Arya ci ha chiamato. Per aiutarla in battaglia.-

-Può darsi, anche se una semplice battaglia non avrebbe mai indotto Arya dal chiamarci dal nostro compito.

-Dobbiamo scoprire cosa sta succedendo.

-Vola Saphira, vola!-

A poco a poco che l'erba verde scorreva velocissima sotto di loro, i quattro erano arrivati al centro dell'enorme foresta e lo spettacolo che gli si presentò era immondo.

Corpi accatastati fino a costruire delle montagne, sangue che aveva quasi formato un fiume e che imbrattava tutto il terreno, centinaia di centinaia di elfi che combattevano e puntualmente, morivano, uccisi da...no. Non poteva essere.

Quelle creature che saltavano emettendo sibili orribili non erano..Ra'zac.

Erano loro. Quei mostri disgustosi erano sopravvissute e si erano moltiplicati. Ma lui aveva distrutto le uova! Le aveva distrutte tutte! Ora c'erano centinaia di Ra'zac che combattevano e sterminavano gli elfi uno a uno, a velocità impressionante.

E la', in mezzo alla mischia, affannata nel combattere c'era Arya.

Eragon perse di vista tutto quanto, i contorni sfumarono, non sapeva nemmeno dove si trovasse: era cosciente soltanto di quella stupenda fanciulla elfa che danzava roteando la spada, e mutilando e uccidendo chiunque le passasse accanto. Pure i Ra'zac trovavano difficile metterla in difficoltà.

I capelli corvini le scivolavano sulle spalle, e si muovevano come al ritmo di una danza frenetica.

Infilzò con la sua spada un mostro con il quale stava duellando da diversi minuti, e ne trafisse un altro con un agile colpo della mano destra.

Per quell'infinitesimo attimo di tregua, alzò gli occhi in cielo.

Lei lo vide. Lui la vide. E Saphira scese in picchiata, veloce come il vento.

 

 

  
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