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Autore: PuppyPenguin    08/04/2014    4 recensioni
Santana, ragazza timida e impacciata, si trasferisce a Lima insieme a suo padre e suo fratello Artie dove dovrà fare i conti con la nuova scuola, i nuovi compagni e soprattutto l'amore...
Genere: Generale, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Brittany Pierce, Santana Lopez | Coppie: Brittany/Santana
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Voglio sapere ogni dettaglio. Ogni cosa, anche quella più sconcia”
“Rachel! Non mi sembra né il luogo né il momento adatto” le risposi schietta abbassando la voce di tre toni.
Rachel mi guardava con una faccia da cucciolo che faceva solo quando voleva ottenere qualcosa e, onestamente, non la sopportavo perché ogni volta cedevo e finivo per soddisfare le sue richieste.
Feci roteare gli occhi e presi un respiro “e va bene”                 
Mi guardò con occhi luccicanti e si avvicinò di più per impedirmi di alzare la voce.
“Sono tutta orecchi” sorrise
“Allora, ieri sera sono andata a casa sua per aiutarla con i compiti- -”
“Si certo, i compiti…” mi interruppe con aria maliziosa
La guardai storto, tanto che la mia espressione mimava perfettamente un ‘stai zitta, grazie’.
“…si, i compiti Rachel. E’ per merito mio se stamattina si è presa una A in spagnolo” continuai orgogliosamente
“Stavo dicendo, sono andata a casa sua per fare i compiti e sai com’è…una cosa tira l’altra e…”
“E…?” spalancò gli occhi fremendo per sapere il continuo
“…e ci hanno interrotte.” Conclusi brevemente
Rachel perse di colpo l’entusiasmo. Fece una smorfia di delusione “chi vi ha interrotte?”
“Sugar”
“SUGAR?”
“si, lei sa di noi” continuai tranquilla
“SUGAR SA DI VOI?” chiese scioccata
“Rachel abbassa la voce se non vuoi che lo sappia tutta la scuola!” ringhiai piano.
Rachel sembrava molto confusa quando, di colpo, un’espressione alquanto furba le si aprì in viso.
“ma se lei sa di voi significa che, magari, anche loro stanno tramando qualcosa contro la Sylvester. Non vi avrebbe mai aiutate se non fosse per questo ne sono sicura. Magari stanno mettendo in atto una ribellione come in quel libro lì che Quinn adorava, come si chiama…Hungry Games…no aspetta forse è- -”
“Hunger Games, Rachel, precisamente Mockinjay. Ha dei bei gusti Quinn…”
Mi guardò come se avesse preso il complimento anche per lei e si porto una mano sul petto come per dire ‘grazie’
“…in fatto di libri, ovviamente” aggiunsi sarcastica
“e comunque non saprei Rachel, può essere così o magari lo fa semplicemente perché Brittany è sua amica”
“beh, potresti cercare di ricavare qualche informazione… tanto non penso sia difficile per te estrapolarle le cose di…bocca”
Arrossii di colpo mentre la guardavo sbigottita e con la bocca spalancata “Rachel sei…”
“…una porca?  Inopportuna? Volgare? Oh, lo so Santana. E non hai ancora visto niente. Se sapessi quello che facevamo io e Quinn. Una volta ci siamo imboscate in biblioteca e lei infilò la sua mano nell- -‘’
“RACHEL!” la interruppi con occhi sgranati “ho capito non c’è bisogno di andare avanti”
Rachel se la rideva di gusto mentre il mio rossore in faccia non accennava a sparire.
“come sei puritana Santana… devi lasciarti un po’ andare secondo me”  disse quella che si vestiva con maglioncini e gonne che sembravano quelle di mia nonna. Per fortuna –si fa per di dire- eravamo obbligate ad indossare sempre la divisa. Non avrei retto per tutto l’anno la vista del suo maglione preferito con le renne.
“immagino come farai impazzire Brittany ogni volta che ti vede con addosso quella”  aggiunse indicando la divisa
“se è per questo non è l’unica ad impazzire… e comunque, se tu non mi avessi interrotta ogni due per tre, magari ti avrei anche raccontato quello che è successo stamattina dopo le lezioni… ”
Al suono di quelle parole sbarrò gli occhi.
“parla”
 
 
***
 

“e tu l’hai semplicemente rincuorata senza insultarla o abbandonarla nell’aula?” chiese Sugar, visibilmente sorpresa dal comportamento della sua amica
“certo che si” rispose Brittany mentre passava il vassoio sul nastro di scorrimento della mensa
Sugar la guardava incerta “Qui qualcuno è proprio cotta” affermò mentre si faceva versare nel vassoio il purè di patate.
“beh io non direi proprio cotta…Direi più semplicemente interessata ad una bellissima ragazza con i capelli neri e due occhi stupendi, che bacia da Dio e che non riesco a togliermi dalla testa..”
 fece una pausa “…okay, direi che cotta è il termine giusto”.
Si avviarono ai tavoli quando scorsero in lontananza quello dove stavano pranzando Santana e Rachel
“guarda, guarda..” disse Sugar ironicamente “…sembra che ci siano due posti liberi proprio al loro tavolo” avanzò velocemente seguita dall’amica che faceva di tutto per controllare l’agitazione che stava salendo.
“ciaaaaaaao ragazze!” urlò Sugar appoggiando il vassoio al tavolo e prendendo posto tra gli sguardi perplessi delle due ragazze sedute.
“ciao…Sugar” ricambiò Rachel esitante
“oh Berry, su non fare quel faccino..” disse Sugar “…ormai fate parte delle cheerios! Siamo uno squadra ora, giusto Brittany?” si rivolse all’amica mentre questa si scambiava sguardi fugaci con la latina.
“come? Cosa? Si…certo...”
 “visto? Lo dice anche lei! e anche i vostri amici non sembrano spassarsela poi così male” affermò indicando più in fondo dove cheerios e giocatori di football pranzavano insieme nel loro tavolo riservato. Sam teneva sulle gambe due cheerlader e Artie ne aveva altrettante due sulle sue e, dalle loro facce, sembravano divertirsi un mondo.
“sembra che qui non siano gli unici a portare in braccio cheerlader…” disse Rachel sarcasticamente tirando un’occhiata a Brittany.
Brittany stava quasi per soffocarsi con l’acqua mentre Santana le tirò un calcio sotto il tavolo alle gambe.
“Berry questa è stata la frecciatina più grandiosa che io abbia mai sentito” disse Sugar mentre batteva il cinque ad una Rachel dolorante per il calcio appena subito.
Alla vista di quella scena, Brittany fece un sorriso colmo di ricordi. Ripensò ai momenti passati insieme quando tutti loro facevano parte del Glee Club ed erano grandi amici. Lei, Quinn e Rachel erano inseparabili ed entrambe hanno sofferto molto quando Quinn se ne andò.
“ragazze io ho un piano” disse improvvisamente Sugar distogliendo Brittany dai suoi pensieri.
“un piano?” chiese Rachel “e da quando noi saremmo in combutta?”
Brittany e Santana guardarono Sugar, entrambe molto perplesse su quello che aveva in mente
“da quando voi, mia cara Rachel, siete entrati nei cheerios per cercare di distruggere Sue…” sbottò Sugar mentre Rachel e Santana si scambiarono occhiate scioccate
“…sentite, noi abbiamo lo stesso interesse comune ed è quello di vedere Sue cadere. Se riuscissimo nel nostro intento noi saremmo finalmente liberi…” disse entusiasta
“oh no adesso comincia…” sussurrò Brittany seccata mentre si portava una mano a coprirsi il viso
“…e quando finalmente il mio papà –dovete sapere che è una specie di multimilionario- mi verrà a riprendere, farà una rivoluzione in questa scuola! Caccerà Sue, farà riaprire il Glee Club, ci comprerà una casa nuova ad ognuno di noi, una macchina e- -‘’
“va bene Sugar…” la interruppe Brittany prendendola per un braccio e facendola alzare dalla sedia “…si è fatto tardi andiamo dai” le disse riportandola sulla terra.
“ehi Santana, ti va se ci vediamo oggi? Sai…le…le ripetizioni…” domandò timidamente Brittany sotto le risatine divertite di Rachel e Sugar.
“certo” rispose sicura Santana “ti va se studiamo in biblioteca?” concluse lanciando un occhiata di sfida a Rachel.
“sicuro! Ci vediamo lì dopo le lezioni” le rispose entusiasta mostrando uno di quei sorrisi che Santana adorava. Le due si allontanarono e quando furono a debita distanza Rachel si girò di colpo verso Santana “cos’hai in mente Lopez?” chiese sorridendo divertita
Fece uno sguardo che Rachel non le aveva mai visto prima, un misto tra malizia e stronzaggine al massimo dei loro livelli.
“voglio solamente dimostrarti quanto sono puritana”
 

***


Se c’era una cosa che volevo in quel momento era Brittany. Mi affrettai a raggiungere la biblioteca tenendo tra le braccia il materiale per i compiti. Tutti quegli sguardi scambiati mentre eravamo al tavolo non avevano di certo fatto bene alla mia salute mentale e, in più, la mia mente continuava a ripensare a quello successo nell’aula vuota e al fatto di non averla lasciata fare. Alla fine cosa c’era di male? Ovviamente non l’avrei fatta andare fino in fondo. Mi eccitava da morire il solo pensiero di essere toccata da Brittany e, sinceramente, non desideravo altro.
La vidi seduta al tavolo che giocherellava con la sua penna, assumendo una smorfia tutta concentrata quando tentava di farsela passare tra le dita come fanno le majorette. Sembrava un cucciolo di panda impedito nelle movenze, e questa cosa mi faceva sciogliere come non mai.
“ehi Britt-Britt” la salutai dolcemente con un sorriso che venne subito ricambiato
“ehi San…” si alzò di scatto facendo cadere la penna che aveva tra le mani.
“ascolta…” dissi mentre mi avvicinavo a lei “…ti va se ci mettiamo a quel tavolo laggiù?” le sorrisi maliziosamente mentre con la mano indicavo un tavolino che si trovava in fondo all’immensa stanza e che era riparato dal resto. Fortunatamente non c’era molta gente, anzi, a dir la verità era pochissima. Saremmo stati in dieci in quella biblioteca a dir poco enorme.
“che bel posticino tranquillo…” affermò Brittany mentre prendeva posto al tavolino che era completamente isolato dal resto della stanza e circondato da enormi scaffali.
“già…” aggiunsi mentre mi accomodavo di fronte a lei.
“che palle domani c’è il test di storia...” sbuffò Brittany “…la odio non riesco a ricordarmi tutte quelle date”
“ed è per questo che ci sono qui io… dai, allora, iniziamo facendo dei riassunti sui capitoli da studiare. In questo modo ti sarà più facile ricordare e capire anche il materiale che andrai a leggere” iniziammo prima a leggere i capitoli e, mano a mano che finivano, facevamo un breve riassunto di quello appena letto e lei lo ripeteva.
Dopo più di un’ora eravamo già a buon punto ma entrambe visibilmente stanche.
“dai abbiamo quasi finito Britt resisti” la spronai
“ti prego facciamo una pausa” mi disse facendomi labbruccio.
Presi un respiro e acconsentii alla pausa. Dopotutto anche io ero stanca.
Brittany si alzò per stiracchiarsi, e nel momento in cui alzò le braccia la parte superiore della divisa fece lo stesso. Un lembo di pelle chiara e invitante si era scoperto e io non feci altro che rimanere a fissarlo per tutti quegli interminabili secondi. Avrei voluto baciare quell’addome così piatto e muscoloso soffermandomi su tutti quei piccoli nei che spuntavano attorno all’ombelico.
“San?” mi chiamò distogliendomi dai miei pensieri “tutto bene?”
“s-si certo…perche?”
“non lo so…” disse mentre si avvicinava “…mi sembri un po’…turbata”
“sto benissimo” mi alzai andandole in contro e le lasciai un piccolo bacio sulla guancia. Quello è stato l’unico contatto che ci siamo permesse da quando abbiamo lasciato quell’aula. Era un semplicissimo bacio sulla guancia ma aveva scatenato un uragano dentro che difficilmente avrei domato.
“sai, dovresti metterci qualcosa in più…qualcosa che non c’è nel libro…” dissi mentre salivo sulla scaletta per prendere un libro su uno scaffale.
“Britt mi terresti la scala?” le chiesi mentre dentro di me un’idea cominciava ad affiorare.
“certo!” rispose tenendola ben salda, senza pensare per un momento che da quella posizione avrebbe potuto godere di una visuale perfetta di quello che c’era sotto la mia gonna.
Mi accorsi del suo improvviso silenzio e guardai in giù per vedere cosa stava facendo. Era completamente rossa e il suo sguardo cercava di andarsi a posare ovunque tranne che su di me.
“c’è qualcosa che non va?”
“n-no no…cioè no…va tutto benissimo…hai trovato quello che cercavi?”
“che succede Pierce?...” dissi mentre scendevo lentamente la scala cercando di mostrarle il più possibile il fondoschiena
“…hai caldo?” chiesi divertita notando il suo evidente stato di imbarazzo.
“no… cioè si…cioè…no” si andò a risedere prendendomi dalle mani il libro. La seguii pensando che il mio piano stava funzionando alla perfezione. Se ripenso alla Brittany di stamattina, decisa e padrona della situazione, non credo che fosse la stessa persona che avevo davanti in questo momento. Mi rigirai verso lo scaffale per prendere un altro libro quando, all’improvviso, sentii il suo corpo premere contro la mia schiena e le sue mani cingermi la vita.
Una scossa mi travolse facendomi sussultare al contatto.
“lo so cos’hai in mente…” sussurò al mio orecchio “…ma io sono più furba di te”
Chiusi gli occhi istintivamente quando le sue labbra entrarono in contatto con la pelle delicata tra l’orecchio e il collo.
Mi baciò piano continuando a scendere sul collo mentre le sue mani mi accarezzavano dolcemente l’addome.
D’istinto piegai la testa di lato lasciandole più libertà di movimento “Britt…” sussurrai mentre mi torturavo il labbro inferiore con i denti.
Mi girai verso di lei con il respiro affannato e, quando si avvicinò per baciarmi, mi scostai, sentendo un ringhio di frustrazione uscire dalla sua bocca.
 Cinsi le mie braccia intorno al suo collo “che vuoi fare Pierce?” le chiesi divertita a due centimetri di distanza dalle sue labbra.
“voglio baciarti…” rispose cercando invano di ritentare ma senza risultato.
“e vorresti solo baciarmi?” sussurrai al suo orecchio mentre le baciavo il collo. Sentii le sue mani stringermi sempre di più i fianchi e attirami più vicino a lei.
“mmm San…” mugugnò piano.
 A quel punto non ce la facevo più nemmeno io così decisi di porre fine a quel gioco e premetti delicatamente le mie labbra contro le sue. Non c’era sapore più buono di quello di Brittany. Ogni volta che le nostre labbra venivano a contatto era come se fossero state create per combaciare perfettamente tra di loro. Cominciai a spingerla all’indietro senza staccare le nostre bocche che, mano a mano, diventarono sempre più avide l’una dell’altra. La spinsi, fino a farla scontrare con lo scaffale di libri che stava al lato opposto, e la baciai con più foga. Quando le nostre lingue furono a contatto, entrambe emettemmo un gemito soffocato e le sue mani cominciarono ad accarezzarmi con più intensità.
Portai le mie mani sul bordo della sua maglia e lentamente le feci scivolare sotto. Sentivo che la volevo.
Le mani di Brittany mi percorrevano la mia schiena quando d’impulso gliene presi una e, sotto i suoi occhi che guardavano la scena pietrificati, me la portai lentamente al seno. Cominciò ad accarezzarlo piano mentre, guidandola con la mia mano, cercavo di trattenere i versi di piacere.
Mano a mano, le sue carezze divennero sempre più decise così che mi lasciai sfuggire dalla bocca un disperato grido di bisogno “ti voglio Brittany” le sussurrai sulle labbra lasciandola di sasso.
“San…”
“Ti prego ho voglia di te…”
Al suono di quelle parole, Brittany non ci vide più. Mi prese il viso tra le mani e mi baciò con foga leccando e succhiandomi le labbra. In quello spazio di biblioteca isolato si poteva percepire una temperatura di non so quanti gradi e, lo stesso, valeva per il centro delle mie gambe. Ormai ero tutta bagnata e volevo davvero che Brittany lo sapesse.
“mi ecciti da morire Santana” mi disse con un filo di voce mentre le mie mani vagavano sotto la sua maglietta e si appoggiavano sui suoi seni stringendoli e provocando un gemito che fuoriuscì dalle sue labbra.
D’un tratto sentimmo un rumore di porta che si chiudeva e la chiave girare all’interno di essa.
“ma cosa…” guardai l’orario “…oddio Brittany la biblioteca chiudeva dieci minuti fa!” esclamai
Corsi a vedere al di là degli scaffali e notai il deserto più totale. Le addette alla biblioteca non c’erano più e il resto della gente era scomparsa.
“e ora come facciamo?” urlai preoccupata verso Brittany che, a differenza di me, era totalmente tranquilla.
“Brittany ti rendi conto che siamo chiuse qua dentro?” non riuscivo a tranquillizzarmi, fino a quando non mi venne incontro con aria serena “non ti ricordi che io ho questo?” disse facendo apparire un mazzo di chiavi da dietro la schiena.
“Britt! Non l’hai ancora rimesso a posto?” le chiesi sbalordita ma al tempo stesso rassicurata da quella vista.
“beh… se l’avessi portato indietro non avrei mai potuto fare questo” si avvicinò prendendomi dai fianchi e portando le sue mani ai bordi della mia maglia “mi vuoi ancora?”
Dio quanto era bella. Sicuramente quell’interruzione non era bastata per fare sparire il desiderio e, in più, eravamo rimaste praticamente da sole e io la volevo come non mai.
Annuii alla sua domanda e la cosa le bastò per sfilarmi velocemente la maglietta. Feci lo stesso con la sua e rimanemmo tutte e due in reggiseno. Presi un attimo di tempo per ammirare il suo corpo perfetto e candido. Passai una mano accarezzando tutto quello che incontravo e lei fece lo stesso con me.
“sei bellissima…” disse mentre mi baciava la spalla “…sei la cosa più bella che io abbia mai visto”
Quando sentii quelle parole il mio cuore perse un battito e ci guardammo dritte negli occhi. Mi sentivo persa ogni volta che mi rispecchiavo in quegli occhi azzurri che scrutavano ogni singolo centimetro della mia pelle. Riprese a baciarmi, questa volta scendendo più giù. Baciò la mia valle dei seni e a quel contatto lasciai andare istintivamente la testa all’indietro. Mi prese in braccio tirandomi su dal sedere e mi adagiò sul tavolo. Sorrise maliziosamente e salì anche lei.
“Brittany che fai?” chiesi mentre con una mano mi spingeva giù fino a che non mi ritrovai sdraiata sulla superficie dura del tavolo. Con mia sorpresa salì a cavalcioni su di me e, quel movimento, mi fece bagnare ancora di più.
 Si abbassò sul mio petto riempendolo di baci “questo è d’intralcio” disse facendo passare un dito sul reggiseno e sfiorandomi di proposito il capezzolo già irto di piacere. Non riuscii a trattenere un gemito e senza pensarci due volte le dissi di togliermelo. Brittany ubbidì, slacciandolo e lanciandolo da qualche parte nella stanza. Appena mi ritrovai mezza nuda, d’impulso mi coprii con le braccia sotto lo sguardo contrariato di Brittany che mi accarezzò dolcemente le braccia “non ti devi nascondere con me…ti prego” disse lasciandomi un dolce bacio sulle labbra.
Tolsi le braccia che mi coprivano mentre Brittany mi prese le mani e me le portò ai lati della testa allacciandole con le sue.
Si abbassò di nuovo ma, questa volta, portò le sue labbra sui miei seni nudi. Sfiorò con la bocca un capezzolo e d’istinto inarcai la schiena per chiederle di più. Sentii la sua lingua leccare il piccolo bottoncino di pelle mentre, con l’altra mano, stimolava il secondo.
Stavo letteralmente impazzendo. Il mio bacino iniziò a muoversi contro il suo e lei faceva lo stesso contro il mio. Lasciò i seni per ritornare sulle mie labbra mentre la sua mano mi accarezzava le gambe. Le slacciai il reggiseno e mi ritrovai di fronte allo spettacolo più bello che avessi mai visto. Così era ancora più perfetta. Mi misi a sedere mentre lei stava ancora a cavalcioni e cominciai a baciare ogni piccolo neo che incontravo sul mio cammino. Le restituì il piacere che mi aveva donato leccando e succhiando i suoi seni sotto il bellissimo suono del suo piacere. Sentii le sue mani insinuarsi tra i miei capelli, liberati un attimo prima dalla stretta coda.
“non so perché ma ho voglia di sbatterti contro quei libri…”
“Brittany!” esclamai sorpresa.
Non feci nemmeno a tempo di finire la frase che era già giù dal tavolo. Mi prese facendomi alzare e costringendomi a scendere mentre continuava a baciarmi con estrema foga. Mi trascinò guidandomi all’indietro e facendomi fermare proprio contro la libreria. Sentivo le sue mani vagare per le mie cosce e, ogni volta che si avvicinavano al mio centro, impazzivo letteralmente.
“Britt…ti prego” mi ritrovai a implorarla
“ti prego cosa?”
“ti prego…toccami” sbottai non sopportando più quella tortura.
“sei sicura San?” mi chiese dolcemente.
La guardai negli occhi “si Britt non sono mai stata più sicura di così in vita mia”
Mi baciò delicatamente ma io la ripresi, portando una mano sul suo collo e baciandola di più. La sua mano destra scivolava lentamente sempre più al centro, fino a che non sfiorò la mia intimità da sopra gli slip. Fu inevitabile un gemito liberatorio a quel tocco. Con un dito mi sfiorava per tutta la lunghezza senza smettere di baciarmi.
“San… sei tutta bagnata…”
“è colpa tua” le dissi con la voce spezzata
“colpa? Merito vorrai dire”
Allargai d’istinto le gambe per permetterle di muoversi con più libertà. Sentivo le sue dita toccarmi il centro ormai gonfio di piacere e il mio bacino iniziò a muoversi a ritmo con loro.
“Oh si ti prego…non smettere”
“non ci penso nemmeno”
Aumentò sempre di più la velocità e quasi non mi accorsi che la sua mano era andata a finire al di sotto dei miei slip.
Ormai ero arrivata al limite. Mi aggrappai alle sue spalle stringendo forte le mani tanto da lasciare dei segni sulla sua pelle bianca.
“vieni per me San…” sussurrò
Quelle parole furono troppo e in men che non si dica venni, mentre lei mi accompagnava alla discesa del piacere baciandomi il viso dolcemente.
Sfilò lentamente la mano dai miei slip e io gliela presi intrecciandola con la mia. Appoggiai la fronte alla sua e le sussurrai “grazie”.
Mi baciò teneramente “grazie a te per l’interessante sessione di studio”
“sei sicura che sia stata interessante anche per te? Insomma io non ti ho- -‘’
Mi interruppe mettendo due dita sulla mie labbra “Lopez, shh. Parli troppo. Si vede che frequenti la Berry”
“che scema che sei!” dissi dandole uno schiaffetto sulla spalla.
 
 
   
 
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