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Autore: Katherine Buffy Pierce    08/04/2014    1 recensioni
Cosa è successo alla manipolatrice Katherine Pierce dopo che è morta? Dove è finita dopo essere stata risucchiata da una specie di buco nero? 2 domande che mi sono posto anche io appena vidi l'episodio 5X15 "Gone Girl". Non accettando il fatto che il miglior personaggio di TVD se ne fosse andato, ho scritto questa FF immaginando come se la stesse passando Katherine dopo la morte. Questa FF parte in una dimensione oscura dopo le vicende accadute, appunto, nella 5x15.
Genere: Drammatico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Katherine Pierce, Stefan Salvatore, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Katherine Pierce 2.0'
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Mi svegliai sentendomi abbastanza riposata, anche se ero comunque provata da ciò che avevo passato il giorno prima. Almeno credevo che fosse il giorno prima... Non sapevo per quanto tempo avessi dormito. Mi alzai dal letto e scesi le scale in cerca della gang di Mystic Falls. Erano tutti in salotto... Probabilmente ad aspettarmi.
-Eccola qui! Ciao bella addormentata!- disse Damon sarcastico. Colta da un’improvvisa nostalgia per quel ragazzo, lo abbracciai. Damon non mi respinse, ma rimase immobile, probabilmente perché non si aspettava un gesto simile da me. Solo dopo un attimo mi resi conto di ciò che avevo fatto.
-Ma che cavolo?!- disse Damon quando sciolsi l’abbraccio.
-Scusami. Non so che mi è preso.- dissi io girandomi dall’altra parte. Mi diressi verso il divano e mi sedetti in parte a Elena che mi guardava male. Non avevo ancora parlato a Stefan... Ero troppo spaventata da ciò che mi avrebbe detto.
-Eri felice nell’oblio?- chiese Stefan all’improvviso. La sua voce era calma e dolce. Udirla, era un’emozione unica...
-Si. Più che altro ero al sicuro e quindi ero tranquilla.- risposi io guardandolo.
Era stupendo.
-Oh, quindi non era una dimensione infernale?- chiese di nuovo Stefan.
-Beh, si. Ma sono riuscita a salvarmi.- risposi con lo sguardo basso.
-In che senso? Spiegaci come era quel luogo, se te la senti...- mi propose dolcemente Stefan.
-Ci torturavano. Non avevo mai provato un dolore simile. Dopo averci macellati per bene, ci lasciavano riposare affinché i nostri corpi guarissero e poi, ricominciavano a torturarci. Fortunatamente, riuscii a infiltrarmi nella stanza in cui si trovava il capo dei nostri torturatori e padrone dell’oblio, Kalenok. Mi aveva proposto di diventare una Krakelon, ovvero uno dei torturatori, ma io rifiutai. Non tanto perché non volevo torturare le persone, ma perché, per farlo, il mio corpo doveva marcire per l’eternità.- risposi io venendo interrotta da Elena che disse: -Tipico. Pensi sempre e solo a te stessa, vero?-
Dopo averla ignorata, continuai il mio racconto...
- Kalenok, vedendo il mio coraggio dopo averlo salvato da un Krakelon ribelle, mi propose di diventare il suo vice e, dopo un po’ che ricoprivo quella carica, mi ero stufata. Kalenok era mortale e perciò lo uccisi. Imposi il mio dominio sugli altri e divenni la regina dell’oblio.- conclusi io.
-Quindi ci stai dicendo che tu, Katherine Pierce, sei riuscita a diventare la regina di un’intera dimensione?!- chiese stupito Stefan.
-Si.- risposi io tranquillamente.
-Sei sempre così avida e cattiva. Manipolatrice bastarda!- disse Elena dopo avermi preso un braccio che stava per spezzarmi. Mi faceva molto male, ma fortunatamente, Stefan venne in mio soccorso.
-Elena, per favore!- disse Stefan accigliato.
-Quindi sei stata strappata da quella dimensione?- chiese Damon.
-Si. Non so da chi e non so il perché, ma si. Mi trovavo piuttosto bene li. Ero piena di schiavi pronti a servirmi e, da un momento all’altro, un vortice mi risucchiò e mi portò in un luogo nero senza nulla intorno a me. Qui incontrai tutte le persone a cui provocai, nella mia lunga vita, del dolore fisico o psicologico che poteva essere molto forte o pressoché nullo. Per tornare, probabilmente, ho dovuto sentire tutto il dolore psicologico e fisico che ho causato a tantissime persone in 500 anni... C’eravate anche voi. Ho sentito tutto il dolore che ho causato a tutti voi e sono pronta a dirvi un sincero “Mi dispiace”.- conclusi io con le lacrime agli occhi.
-Perciò tu hai sentito tutto il dolore che hai fatto nascere a causa tua, a moltissime persone, in 500 anni?!- chiese stupito Stefan.
-Si.- risposi io con calma.
Ci fu un attimo di silenzio e che decisi di interrompere, prendendo la parola.
-Spero che accettiate le mie scuse. So che non potrete perdonarmi, o almeno non subito, però mi scuso veramente. Mi dispiace.-
Mi stavo dirigendo verso le scale quando qualcuno mi prese la mano.
-Ehi. Io accetto le tue scuse. In effetti, tu hai fatto qualcosa di buono per me. Mi hai trasformata rendendomi una persona migliore e molto più matura. Perciò, per questo, io ti ringrazio.- disse Caroline con degli occhi dolci.
-Il problema Caroline, è che io ti ho trasformata solo per dei miei scopi personali, infischiandomene di te e questo non è giusto.- le risposi guardando il pavimento. Caroline mi lasciò andare e io risalii le scale per andare un attimo in bagno. Dopo essermi rinfrescata, decisi che dovevo andarmene: avevo già arrecato troppo dolore a queste persone.
Quando scesi da basso, erano ancora tutti li. Mi diressi verso la porta d’ingresso quando venni fermata da Stefan.
-Dove vai?- chiese Stefan confuso.
-Me ne vado. Voi non mi volete qui e io non voglio arrecarvi altro dolore.- dissi aprendo la porta.
-Ciao ciao.- disse Elena, che mi passò davanti, rivolgendosi a me.
-Ma dove andrai? Se qualche persona che ti odia, ti dovesse vedere e scoprire che sei umana, potrebbe ucciderti.- disse Stefan chiudendo la porta e ignorando Elena.
-Non so dove andrò. Magari potrei fare l’autostop e farmi portare da qualche parte dove non penserebbero che io sia Elena e poi cercherei qualcuno disposto ad ospitarmi finché non troverò un lavoro.- risposi tristemente.
-No. Vieni con me. Ti ospiterò io a casa mia!- disse Caroline raggiungendomi.
-No, Caroline. Posso provare a starmene da sola.- risposi distogliendo lo sguardo dalla bella biondina.
-Dai. Non chiacchiererò troppo, vedrai!- disse Caroline con uno sguardo quasi implorante.
-Perché faresti questo per me?- chiesi io stupita.
-Tutti meritano di essere perdonati. Forse non tutti ti perdoneranno e non subito, ma prima o poi succederà. Io sto già iniziando a perdonarti...- rispose Caroline abbassando lo sguardo.
-Che cosa?! Dopo quello che ci ha fatto?!- chiese Elena stupita e arrabbiata.
-Elena, stanne fuori.- rispose seccata Caroline. Da quando parlava così alla sua migliore amica? Mi ero persa qualcosa, forse.
-Quindi... Katherine... Accetti la mia proposta?- chiese di nuovo Caroline.
-Eh va bene. Grazie infinite, Caroline. Non me lo meriterei.- le risposi infine.
  
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